MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/05/2022
www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 05 / 06 maggio - giugno 2022 anno XXIV
ORKA HOLDING: ALLA CONQUISTA DELL’ITALIA La moda maschile in oltre 400 punti vendita in tutto il mondo in 80 differenti paesi
Süleyman Orakçioğlu, Orka Holding Chairman
FINANZIAMENTI
NUOVI SCENARI
OCCHIO ALLA LEGGE
400 MILIONI DI EURO PER FINANZIARE PROGETTI AL FEMMINILE
COME COSTRUIRE LA PROPRIA PAGINA WEB PER ESSERE UN VERO E PROPRIO SHOP
I CONSIGLI DEL NOSTRO ESPERTO PER UNA BUONA CONVIVENZA TRA AFFILIATI
RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ
EDITORIALE “Il futuro inizia oggi, non domani” Papa Giovanni Paolo II
Ritorno al passato. Un passato fatto di numeri importanti, ma che ritornano anche in questo particolare momento storico. In Italia è importante ricordare gli ultimi dati di Assofranchising, secondo cui crescono il giro d’affari, +3,5% rispetto al periodo pre-pandemia; l’occupazione, +4,8% e i punti vendita affiliati, +1,3%. Dunque perché il franchising resiste di fronte a qualsiasi crisi? Il franchising è un modello di business destinato a crescere per diverse ragioni fra cui l’opportunità di autoimpiego per persone motivate ma prive del know how necessario ad intraprendere efficacemente questa strada. L’affiliazione commerciale è una grande occasione per mettersi alla prova come imprenditori in modo più sicuro, avvantaggiandosi di competenze, servizi e risorse che solo grandi aziende di successo possono vantare. Guardando all’estero abbiamo una analoga situazione. Questa tendenza viene confermata da un ulteriore serie di dati riportati dall’International Franchise Association: nel corso del 2022, ad esempio, sono previsti sul suolo statunitense oltre 792mila nuovi esercizi commerciali. E a seguire Australia, Canada, Israele e il Regno Unito. Guardando i dati quindi e secondo il parere degli esperti il trend del franchising, dopo il boom del 2021, si confermerà anche nel 2022 grazie anche alla ripresa globale dell’economia. E grazie anche al ritorno delle grandi Fiere internazionali come Franchising Expo Parigi, che si è conclusa da poco, appuntamento irrinunciabile per i protagonisti del settore. E’ molto importante ritornare a stare insieme, a fare squadra, infatti la forza della rete sta proprio nella squadra, nella capacità di mettere a punto soluzioni e supporti su misura. E’ il motivo della tenuta del franchising sia in termini di fatturato, sia occupazionali. In questi momenti di transizione anche noi di AZ Franchising abbiamo studiato formule ad hoc per andare incontro ai nostri franchisor garantendo, in questo modo, la prosecuzione delle attività di business. Il 2022 è orientato al consolidamento dell’impegno nei confronti di tutti: franchisor, franchisee, investitori per poter offrire sempre tutto il supporto necessario e sostenere il desiderio di essere imprenditori, in quanto sono proprio i sistemi di rete in grado di influire sull’imprenditorialità e sicuramente in un imminente futuro fungono da volano per la promozione e la ripresa dell’impresa. Ed ecco che in uno scenario caratterizzato dalla frammentazione del lavoro mettersi in proprio, oggi, attraverso il modello del franchising, risulta essere una scelta vincente con forti margini di crescita.
Fabio Pasquali Direttore responsabile
Maggio - giugno 2022 16
FOCUS La pandemia non ha frenato la corsa del franchising
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Top brand a confronto
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LA PROPOSTA California Bakery: i dolci dell’America
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STORIA DI COPERTINA Orka Style: la moda maschile diventa uno stile di vita
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DOSSIER Come la tecnologia blockchain può trasformare il mercato della vendita al dettaglio
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FORMAZIONE Il cliente si lamenta? Non lasciarti sfuggire l’occasione
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FINANZIAMENTI La finanza agevolata per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile
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MARKETING Il potere degli hashtag MARKETING & CONSUMI Dal geomarketing al data mining: chi salverà il retail… NUOVI SCENARI La propria pagina: un vero e proprio shop
NUOVI TREND I trend del settore retail per il 2022
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TECH RETAIL Italiani e spesa online: come sono cambiate le abitudini di consumo
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NEW CONCEPT L’offerta food online delle piccole aziende bio
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COMUNICAZIONE Privacy e marketing: quanto realmente siamo spiati FINANZA E LEGALE Solo il franchising “va a rete”…
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OCCHIO ALLA LEGGE Il franchising e il rapporto nella rete tra affiliati
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RUBRICHE 4
New entry
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News
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News comunicazione
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Le schede
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Segnalibro
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Appunti retail
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Up&Down
MARCO ALIPRANDI NOMINATO HEAD OF LEGAL DI RE/MAX
Marco Aliprandi è stato nominato Head of Legal del Gruppo immobiliare in franchising RE/MAX Italia. Già operativo dal 2018 all’interno dell’Ufficio Affari legali del network con il ruolo di Legal Counsel prima, e Legal & Corporate Affairs Officer poi, Aliprandi assume ora l’incarico di coordinare tutte le attività del dipartimento legale che lavora, in qualità di business partner, in stretta sinergia con tutte le altre divisioni aziendali, in particolare per quanto concerne la gestione di contratti corporate con fornitori esterni e contratti core con gli affiliati al network. L’ufficio legale in house di RE/MAX supporta infatti l’operatività di tutti i dipartimenti interni, curandone gli aspetti legali e societari in tutte le fasi del processo strategico e gestionale, contribuendo attivamente alla costruzione del valore stesso dell’azienda.
Marco Aliprandi - Head of Legal di RE/MAX
O’TACOS SBARCA IN ITALIA
La multinazionale O’Tacos, la più grande catena di ristoranti di Tacos Francesi nel Mondo, lancia il suo famoso brand in Italia e sceglie di aprire il primo ristorante all’interno dell’area ristorazione del centro commerciale RomaEst, alle porte della capitale. O’Tacos, brand appartenente a QSRP, nasce in Francia oltre dieci anni fa, per poi affermarsi rapidamente anche in Belgio, Olanda e più recentemente in Germania. Il brand, che ad oggi conta più di 300 ristoranti, ha ottenuto un grande successo in breve tempo grazie soprattutto alle infinite possibilità di personalizzazione dei propri Otacos, ovvero i Tacos Francesi, il prodotto iconico più famoso e dalle grandi dimensioni, fino all’incredibile taglia XXL, che si distinguono per la leggendaria salsa “fromagère”.
UBERTO VISCONTI NOMINATO HEAD OF BUSINESS DEVELOPMENT DI CASAFARI
Uberto Visconti è stato nominato Head of Business Development per l’Italia di Casafari, la più grande rete immobiliare d’Europa che dalla scorsa estate sta mettendo a disposizione, anche dei professionisti italiani, la sua piattaforma informatica. La struttura creata da Casafari è la più vasta e completa del continente e si avvale di intelligenza artificiale, tecniche di NLP (Natural Language Processing) e Machine Learning per riunire, ordinare e aggiornare in tempo reale 160 milioni di annunci immobiliari da 20.000 fonti diverse di dati, offrendo potenti servizi e vantaggi senza precedenti nel Belpaese. Nato a Milano, una laurea in architettura con indirizzo urbanistico al Politecnico di Milano, un dottorato di ricerca in “Pianificazione territoriale e mercato immobiliare” presso il Politecnico di Torino e un anno in cattedra alla Delft University of Technology in Olanda, Uberto Visconti colleziona nella sua carriera numerose esperienze nel real estate italiano. 4
KFC – KENTUCKY FRIED CHICKEN ARRIVA IN CALABRIA
Il mitico pollo fritto del Colonnello Sanders sbarca in Calabria e apre a Rende (Cosenza), presso il Centro Commerciale Metropolis, il primo ristorante KFC – Kentucky Fried Chicken della regione: con questo diventano 11 i ristoranti nel Mezzogiorno e 58 in Italia, distribuiti in 14 regioni. Oltre a consolidare la presenza del marchio nelle regioni del Sud, Rende è anche la prima delle 25 nuove aperture previste da KFC in Italia per il 2022. Il nuovo locale di Rende crea 35 nuovi posti di lavoro ed è inserito nella food court del Centro Commerciale Metropolis, in posizione nevralgica facilmente raggiungibile da tutta la regione. Rende è anche Comune capofila del nuovo Distretto del Cibo delle Terre di Pitagora, a dimostrazione dell’alta vocazione enogastronomica del territorio. BANCO FRESCO SCEGLIE PAULLO PER LA PRIMA NUOVA APERTURA DEL 2022
Banco Fresco, la catena food retail specializzata nei freschissimi e appartenente al Gruppo Prosol Compagnia di Gestione, apre un nuovo store a Paullo, in Via Santa Maria Mazzarello. Seguendo l’ambizioso piano di sviluppo iniziato nel 2021, il punto vendita di Paullo è il quarto store in Lombardia, dopo quello di Crema, Cremona e Cantù, e il sesto in Italia. Con una superficie commerciale di 1.000 mq, il nuovo punto vendita si traduce in valore per il territorio e nuove opportunità di lavoro grazie all’inserimento di 40 risorse. Presenti al taglio del nastro il Direttore Generale di Banco Fresco, Riccardo Coppa, il Direttore Generale di Panfe’, Alberto Salvadego, e il Sindaco di Paullo, Federico Lorenzini.
CBRE: FRANCESCA BRUNETTI NUOVA HEAD OF RETAIL INVESTMENT PROPERTIES ITALY
CBRE, leader al mondo nella consulenza immobiliare, ha nominato Francesca Brunetti nuova Head of Retail Investment Properties in Italia. Francesca, in CBRE dal 2007, ha maturato una vasta esperienza nella consulenza in ambito Retail e nell’assistenza sell-side e buy-side su tutte le sub-asset class del settore (centri commerciali, factory outlet, retail park e high street), crescendo all’interno dell’organizzazione e contribuendo in prima persona allo sviluppo del business High Street Investment, con un focus specifico sulla creazione di una rete nazionale di investitori privati. La sua carriera nel settore immobiliare è iniziata dopo la formazione in Architettura e Produzione Edilizia presso il Politecnico di Milano e una specializzazione in Real Estate Management nella stessa università.
Francesca Brunetti - nuova Head of Retail Investment Properties Italy
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News. PERCASSI APRE UN NUOVO LOCALE STARBUCKS® AL TORINO OUTLET VILLAGE
DAL PROFONDO WEST, LA CAVALCATA DI JOHNNY ROCKETS
L’Outlet Village premium, darà il benvenuto al nuovo locale Starbucks®, il terzo aperto in Piemonte da Percassi, partner licenziatario unico per l’Italia, arrivando a quota 15 locali in Italia. Lo store, che impiegherà 20 partner (i dipendenti di Starbucks) si estende su una superficie interna di 200mq con 36 posti a sedere e un dehor esterno da 25mq con 34 comode sedute. Torino Outlet Village invita tutti i suoi ospiti a visitare il nuovo store Starbucks e a gustare le proposte di bevande a base di caffè, come il classico Frappuccino®, oltre ad un’ampia offerta gastronomica studiata appositamente per il gusto italiano. A pranzo l’offerta proposta vuole soddisfare chi desidera fare uno spuntino leggero, che comprende anche panini freschi e insalate.
È arrivato in Italia nel 2016, ma conta già 6 locali e non ha nessuna intenzione di fermare la sua crescita. È Johnny Rockets, il brand di ristorazione ispirato all’American diner nato a Los Angeles nel 1986 e portato in Italia dalla famiglia Groppetti di Brescia (nella persona dell’imprenditore Giangiacomo Groppetti e dello zio Bruno Saiani). Una realtà, questa, che neanche il Covid-19 è riuscita a fermare. Anzi, Johnny Rockets scommette sull’Italia ed è pronto ad avviare tante nuove collaborazioni per aprire nuovi punti vendita in tutto lo Stivale. Un successo, il suo, che conta numeri da capogiro: 17 milioni di hamburger, 8 milioni di shakes e 4.000 tonnellate di patatine fritte vengono serviti ogni anno da una parte all’altra del globo nei suoi 350 ristoranti.
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SEZAMO ARRIVA IN ITALIA E COSTRUISCE LA SUA SQUADRA
Sezamo, la piattaforma specializzata nella vendita online di prodotti food e no food, parte del gruppo Rohlik, attivo in quattro Paesi europei (Repubblica Ceca, Ungheria, Austria e Germania), arriva in Italia con la prima apertura a Milano, con un servizio di consegna della spesa a domicilio sostenibile e sempre garantito in tre ore. Sezamo sta formando il suo head quarter ed è in fase di costruzione dei team operativi su Milano: oggi conta già su un team di circa 68 persone, con l’obiettivo di raggiungere le 200 persone entro la fine dell’anno. La ricerca di profili con expertise differenti, dunque, prosegue al fine di garantire la partenza del servizio nel capoluogo meneghino entro la primavera.
MD RADDOPPIA A SAN GREGORIO DI CATANIA
RITORNA MAPIC ITALY IL 18 e 19 MAGGIO A MILANO
Inaugurato a San Gregorio di Catania in viale Europa il 2° punto vendita MD della città, che porta a 26 gli store in provincia di Catania e a 91 quelli siciliani. Subito dopo il taglio del nastro lo store si è rapidamente affollato con i clienti curiosi di fare conoscenza con le proposte speciali del giorno d’inaugurazione: moltissime persone per tutta la giornata hanno esplorato con interesse le sei corsie in cui è suddiviso lo spazio di 873 mq di superficie su pianta rettangolare, con cinque casse, in cui hanno trovato lavoro 13 giovani del posto, età media 30 anni. Come previsto dal format classico di MD, lo store apre con un reparto ortofrutta di grande impatto per ampiezza di scelta, freschezza, stagionalità e qualità dei prodotti. Lungo il perimetro, il laboratorio a vista di macelleria e i banchi serviti e take away di macelleria e gastronomia.
MAPIC Italy nasce nel 2016 con l’obiettivo di riunire per due giorni i principali proprietari di immobili commerciali italiani, i brand alla ricerca di location per i propri punti vendita e tutti gli operatori del settore, offrendo loro aree espositive, conferenze ed eventi di networking. MAPIC Italy 2022 continuerà a giocare il ruolo di barometro e vetrina dell’industria, guidando tutti gli attori del mercato nell’interpretazione degli importanti cambiamenti in atto nel mercato. Quest’anno ritorna il 18 e 19 maggio al Superstudio Maxi a Milano. Nuovi contenuti e nuove aree espostive dedicate permetteranno agli espositori e visitatori di dare nuova linfa al proprio business attraverso l’incontro con i più importanti player del settore retail, della ristorazione e del leisure.
IL CAFFÈ TRIENNALE SI RINNOVA
Nell’ottica di rendere ancora più piacevole e completa l’esperienza di visita, Triennale Milano rinnova la propria caffetteria e dà vita a uno spazio di sosta e incontro sempre più attrattivo e accogliente, con un servizio di caffetteria e cucina. Dopo i lavori, il Caffè Triennale riapre al pubblico. Il progetto di restyling che viene presentato segue principi di sostenibilità e di efficientamento energetico e dà un ruolo centrale al verde, attraverso la creazione di uno spazio arricchito da numerose piante. Il progetto del nuovo Caffè Triennale è stato realizzato dall’architetto Luca Cipelletti, che sta seguendo la direzione architettonica del Palazzo dell’Arte e il più ampio lavoro di valorizzazione dell’architettura di Giovanni Muzio, che Triennale porta avanti da alcuni anni.
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EMMA REGISTRA VENDITE DA RECORD E ACCELERA LA SUA CRESCITA INTERNAZIONALE
MONDADORI BOOKSTORE APRE A CISTERNA DI LATINA
Una nuova libreria Mondadori Bookstore ha aperto le porte al pubblico a Cisterna di Latina. Situata in Corso della Repubblica, 148, il Mondadori Bookstore raccoglierà l’eredità della storica libreria della città, offrendo un nuovo punto di riferimento per gli amanti dei libri grazie alla ricca proposta editoriale curata dal team di librai di Mondadori Store già titolari dei punti vendita di Velletri, Lariano, Genzano e Frascati. La nuova libreria sarà un luogo di aggregazione e scoperta, che si animerà anche grazie ai numerosi appuntamenti con autori e protagonisti del mondo della cultura e dell’intrattenimento.
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I RISTORANTI AUTOMATICI ED I PIATTI PRONTI DI J-MOMO
La start up campana IV&C - Italiana vending & catering srl - ha sviluppato e progettato dei ristoranti e market completamente automatici in grado di sfornare un piatto caldo fumante e pronto ad essere gustato in pochi secondi e con tanto di posate e tovaglioli. E’ inoltre in fase di sviluppo una app che consentirà al cliente di poter prenotare il pranzo e la cena scegliendo dal menù, e farselo recapitare in azienda nelle vending o negli smart lockers J-Momo. I ristoranti automatici di J-Momo sono in grado, grazie alla elevata tecnologia offerta, di sostituire mense aziendali di piccole e grandi dimensioni. La IV&C proprietaria del brand J-Momo per il settore vending ha già siglato importanti collaborazioni in Austria ed in Francia per lo sviluppo dei ristoranti e market automatici.
Emma - The Sleep Company, tra le aziende a più rapida crescita in Europa nella produzione di sistemi per il sonno, continua il proprio percorso di ascesa nel suo ottavo anno fiscale, con un incremento del 59%. Il brand leader nelle tecnologie per il sonno ha registrato un fatturato di 645 milioni di euro (pari a 731 milioni di dollari) nel 2021 rispetto ai 405 milioni di euro (494,7 milioni di dollari) toccati nel 2020. L’azienda ha superato così per la prima volta i competitor statunitensi. Il 2021 è stato il quarto anno finanziario di Emma nel quale i profitti sono aumentati dal punto di vista del flusso di vendite. Il 2021 è stato un anno importante per lo sviluppo del business del brand anche in Italia, dove la crescita registrata è in linea con quella internazionale e riflette l’obiettivo di realizzare prodotti che aiutino le persone ad affrontare le sfide quotidiane con il massimo dell’energia grazie a un riposo migliore.
GS1 ITALY SCOMMETTE SUL FOODSERVICE
AUGUSTO CONTRACT A QUOTA 200
Più di 131 milioni di euro risparmiati, nonché un’operatività più precisa, linguaggi armonizzati, meno errori, maggiore professionalità della filiera e possibili nuovi canali di vendita aumentata. Sono alcuni dei vantaggi derivanti dall’utilizzo degli standard globali GS1 nel settore del foodservice, emersi dalla ricerca realizzata da GS1 Italy in collaborazione con la società di consulenza Progettica. Lo studio – che ha coinvolto 25 distributori (11 nel food e 14 nel beverage) e ha posto le basi per l’avvio di alcuni progetti pilota, che proseguiranno per tutto il 2022 – ha misurato il risparmio economico e i vantaggi immateriali generati dall’adozione degli standard GS1 (come GTIN, GDSN, EDI ) e dei servizi GS1 Italy (come Immagino) nel canale dei distributori, rilevando i bisogni della filiera Ho.Re.Ca. a partire dall’analisi delle inefficienze.
Augusto Contract, hospitality & foodservice general contractor di Jesi (Ancona), spegne le candeline di un importante traguardo: 200 locali realizzati in 75 città di 12 nazioni in 3 continenti. 84 sono le aperture in high street, 13 negli ospedali, 15 nel travel retail, 70 nei centri commerciali e 9 negli hotel. Numeri che parlano di una crescita importante, che ha saputo reggere l’impatto di una pandemia mondiale e che guarda al futuro con ottimismo. “La metà dei locali li abbiamo realizzati negli ultimi due anni, uno sviluppo che rispecchia il fermento del comparto e la fiducia che i brand ci hanno riconosciuto” racconta Giacomo Racugno CEO Augusto Contract. “Il nostro marchio si è affermato nel corso degli anni e oggi possiamo dire con orgoglio di essere scelti dai più rinomati brand del food&beverage, da imprenditori di successo, ma anche da tante strat-up che si affidano alla nostra esperienza e al nostro know-how”.
ECOTESSILI PROTAGONISTA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Vecchi abiti, tende e copridivano, ma anche biancheria per la casa e scampoli non più utilizzabili: i prodotti tessili dismessi rappresentano un’importante risorsa nel processo di transizione ecologica. A pochi mesi dalla sua costituzione, il consorzio Ecotessili si pone all’attenzione delle imprese che intendono svolgere da subito un ruolo di protagonisti in questa nuova attività di raccolta, che prenderà avvio non appena saranno emanate dal Ministero della Transizione Ecologica le norme applicative. Dal 1° gennaio 2022 la gestione dei tessili ricade all’interno del quadro EPR (responsabilità estesa del produttore), coinvolgendo quindi produttori, importatori e distributori nella filiera del riciclo e recupero, ma anche prevedendo un eco design più spinto che tenga presente delle caratteristiche di recupero e riciclabilità.
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SOSTENIBILITÀ PER UNA SMART CITY ACCESSIBILE E DIGITALE
BEST BRANDS 2022 RIVELA LE MIGLIORI MARCHE ITALIANE
Sono Mulino Bianco, Müller, Amazon e PayPal le Marche in cima alle quattro categorie – Best Product, Best Growth, Best Sustainability e Best Phygital – dei ranking Best Brands, presentati nel corso dell’evento conclusivo che si è tenuto negli storici studi Rai di via Mecenate a Milano. Ad annunciare le “prime della classe” 2022 Enzo Frasio di GfK e Giovanni Ghelardi di Serviceplan, che hanno portato Best Brands in Italia sette anni fa, affiancati da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA, che patrocina l’iniziativa, e dai partner storici: Rai Pubblicità, 24ORE System, IGP Decaux, ADC Group. Filippa Lagerbäck ha condotto la serata che ha vissuto il suo momento principale nella presentazione dei ranking di Best Brands.
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CAFFITALY CHIUDE IL 2021 CON UN RECORD ASSOLUTO
152 milioni di euro: a tanto ammonta il giro d’affari 2021 di Caffitaly, che chiude così l’anno con un record assoluto nella sua storia, registrando i risultati migliori mai ottenuti dalla sua fondazione, nel 2004 a Gaggio Montano (BO). A sostenere la straordinaria performance, i trend positivi che hanno interessato sia le macchine (+46% a valore e +86% a volume) sia le capsule (+11% a valore e +10% a volume), vendute su tutto il territorio nazionale attraverso oltre 100 negozi monomarca, 1.000 multimarca e uno shop online potenziato e rinnovato. Senza contare il mercato estero: le esportazioni crescono, a valore, del +12% annuo per le capsule e di ben +122% per le macchine, con il numero di macchine esportate quasi triplicato rispetto all’anno precedente.
La sostenibilità è al primo posto per CDiNnovation, società che accompagna le imprese nel processo di trasformazione digitale e che da due anni collabora con InNova Bergamo, l’Associazione che rappresenta un laboratorio di idee e buone prassi e che promuove spunti di riflessione volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Sin dai primi mesi dell’emergenza pandemica, quando l’Italia si è ritrovata a dover fronteggiare la sfida del digitale, le due realtà hanno collaborato in modo sinergico per fornire ai cittadini, attraverso strumenti semplici e immediati, una corretta cultura del digitale, sostenendo le persone nella scoperta dei nuovi mezzi di comunicazione social. Tra questi una guideline digitale, accessibile a tutti, per percorrere insieme i primi passi nel mondo social. Obiettivo semplificare, informare e coinvolgere il maggior numero di cittadini, ma soprattutto generare condivisione.
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IL FAST FITNESS SCOPRE IL FRANCHISING
A DUBAI LA PASTA E LA PIZZA SONO NAPOLETANE E IN FRANCHISING
All’Expo di Dubai la pizza è rigorosamente Made in Naples: Pasquale Esposito jr, figlio e nipote d’arte, con il suo Ecco Pizza & Pasta ha avviato un format in franchising che sta conquistando il mondo. I numeri, d’altra parte, sono eloquenti. Il ristorante italiano, 600 metri quadrati di evidente marca napoletana, serve ogni giorno una media di 1.800 pasti tra primi piatti e pizze e nella classifica di tutti gli esercizi presenti all’Expo figura stabilmente nei primi tre posti per numero di clienti e altezza d’incassi. La formula del successo è collaudata: tutte le materie prime sono rigorosamente importate dalla madre patria farina, olio, pomodoro, formaggio e grande attenzione viene prestata al migliore stile nazionale con cucine e forni a vista, personale altamente specializzato, pulizia, prezzo giusto.
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POLLO BEFED: IL GALLETTO ITALIANO HA PRESO IL VOLO
La catena di locali Befed, che ha come piatto forte galletto cotto alla brace e birra artigianale, cresce puntando anche all’estero in un panorama del food & beverage sempre più eterogeneo e affollato. La catena interamente italiana Befed Franchising, nata ad Aviano nel 1996, sta seguendo tenacemente un percorso in controtendenza con un forte sviluppo negli ultimi anni e importanti prospettive di crescita. Anche all’estero. «Il principale punto di forza del marchio», spiega Gianpietro D’Adda, presidente e amministratore delegato della società, «è sicuramente la qualità dei prodotti offerti, in particolare del nostro galletto cotto alla brace, a marchio Vallespluga, azienda con la quale collaboriamo da sempre e che realizza per noi un prodotto unico ed esclusivo. Anche la nostra birra artigianale è interamente prodotta in Italia, dal nostro storico birrificio.
Tutti vogliono essere in forma, tonici, muscolosi e snelli. Ma la realtà è un’altra: la mancanza di tempo e la poca motivazione spesso impediscono di raggiungere risultati concreti nell’allenamento. In questo contesto il metodo di Yùness, il franchising fitness italiano fondato a Moffetta che ha come payoff “Il corpo che vuoi nel tempo che hai” va incontro alle esigenze proprio di chi tempo non ne ha. Si basa, infatti, su una metodologia di allenamento innovativa, sviluppata e perfezionata in Germania: l’eros training. Un metodo che apre il mercato del benessere a quel 72% della popolazione italiana che non riesce a trovare una soluzione sostenibile nell’offerta proposta dal mondo del fitness e dello sport tradizionale.
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News Comunicazione. CREA TU DI OROGEL ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO 2022
“CRAI CAMP ITALIA” PER L’INCLUSIONE ATTRAVERSO LO SPORT
CREA TU, la linea di 4 gustosissimi mix di verdure coltivate in Italia dai soci agricoltori Orogel, pronte, tagliate e leggermente condite, è Eletto Prodotto dell’Anno. Tra i 61 prodotti e servizi innovativi vincitori del prestigioso Premio giunto alla 17° edizione italiana, Orogel CREA TU si è aggiudicato il riconoscimento nella categoria Verdure Surgelate. Il famoso Logo bianco e rosso del Premio aiuta i consumatori a identificare subito le migliori novità lanciate nel mercato: per questo l’89% dei consumatori conosce Eletto Prodotto dell’Anno, l’85% si fida del Logo e ben l’87% sa che se un prodotto è stato eletto Prodotto dell’Anno vuol dire che è stato consigliato da migliaia di consumatori che lo hanno votato.
Il Gruppo CRAI prosegue nel suo percorso di progetti rivolti alla comunità e con CRAI CAMP Italia realizza un’iniziativa dedicata ai ragazzi per favorire l’inclusione all’insegna del divertimento attraverso lo sport. Iscrizioni aperte dallo scorso marzo per i nuovi campi estivi ideati da Carlton Myers, uno dei giocatori italiani di basket più forti e amati di sempre. Previsti quattro camp, due a Roma e uno nelle città di Cagliari e Torino, dove i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni avranno la possibilità di sperimentare ben 13 discipline differenti. Un’opportunità resa possibile dall’impegno di CRAI, realtà di spicco nel settore della Distribuzione Moderna, marchio storico presente con i suoi supermercati, superette, negozi alimentari e negozi drug in tutta Italia.
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ON AIR IL REBRANDING DI CAFFÈ BRISTOT
Due anni di duro lavoro per riscoprire le proprie radici, introiettarle e renderle benzina per accendere il futuro. Caffè Bristot, che nel 2019 ha festeggiato 100 anni di storia, cambia la sua immagine, con un profondo restyling che la proietta in una nuova era, il suo secondo secolo. Il progetto, diretto da Giovanni Gianola dell’agenzia di comunicazione Argine, ha coinvolto 94 professionisti che hanno studiato un rebranding completo dell’azienda bellunese. Un percorso che vede ora la sua sintesi nella campagna multi-soggetto e omnichannel “Non importa ciò che fai, fallo con passione!”, on air in queste settimane con uno spot sulla Digital TV e con adv su numerosi quotidiani e testate web.
M-CUBE RAFFORZA IL PROPRIO IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ
CON LE “GREEN BOX” TIGOTÀ DONA 79MILA EURO A CITTÀ DELLA SPERANZA
M-Cube, leader nelle soluzioni di In-Store Digital Engagement, rafforza il proprio impegno per la sostenibilità ambientale per uno sviluppo consapevole e annuncia che entro il 2022 verranno piantati almeno 10 mila alberi in Europa: sono già più di 1700 gli alberi piantumati dall’inizio dell’anno. Un’iniziativa che verrà realizzata in collaborazione con Reforest’Action, società francese specializzata in crowdplanting, che dal 2010 ha sostenuto la piantumazione di oltre 20 milioni di alberi in 40 paesi, attraverso l’impegno di 3.000 aziende e 300.000 cittadini. M-Cube, dall’inizio del 2022, è impegnata a piantare un albero per ogni nuova subscription di servizi audio, video, interattivi e omnicanale: l’obiettivo è 10 mila alberi in Europa. Un target che l’azienda punta a raggiungere entro la fine dell’anno, con l’impegno e l’ambizione di fare il possibile per superarlo.
79.225 euro destinati a finanziare il progetto di ricerca seguito dal team della dottoressa Barbara Molon dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova in collaborazione con la dott.ssa Lara Mussolin, referente nazionale della diagnostica molecolare dei linfomi pediatrici per i centri AIEOP (Associazione italiana di emato-oncologia pediatrica), finalizzato a migliorare l’efficacia delle terapie nei casi di recidive dei linfomi pediatrici. È questo il risultato dell’operazione solidale messa in campo da Tigotà insieme a Fondazione Città della Speranza.
È MONINI L’OLIO EXTRAVERGINE PIU’ ACQUISTATO DAGLI ITALIANI
I consumatori italiani scelgono Monini: l’azienda spoletina è infatti in cima alle classifiche 2021 di vendita di olio extravergine di oliva in Italia per valore e per volume. Un successo che premia ancora una volta la qualità di un prodotto entrato a far parte del nostro patrimonio gastronomico. Dalle indagini realizzate per il mercato oleario del nostro Paese da IRI – Information Resources Srl risulta infatti una affermazione del marchio umbro che vede l’olio extravergine Monini in cima agli acquisti degli italiani. Nel corso del 2021 sono stati 16,8 milioni i litri d’olio venduti nel nostro Paese dal produttore umbro per un valore complessivo attestato a circa 76,4 milioni di euro. Cifre importanti che fanno di Monini il Leader di Mercato della categoria Olio Extravergine di Oliva nel 2021.
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Il franchising emerge in quanto opportunità di carriera stimolante
LA PANDEMIA NON HA FRENATO LA CORSA DEL FRANCHISING In Italia crescono il giro d’affari, +3,5% rispetto al periodo pre-pandemia, l’occupazione,+4,8% e i punti vendita affiliati +1,3%
Parola d’ordine crescita: questo è il termine che maggiormente identifica l’industria del franchising, la quale, dopo il boom registrato nel 2021 con oltre 26mila nuove sedi e una crescita occupazionale dell’8,3% negli USA
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secondo l’Economic Outlook Report diramato dall’International Franchise Association, continua nel suo percorso di sviluppo, coinvolgendo sempre più imprenditori a caccia di nuovi stimoli professionali. Le prime
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conferme in merito giungono da Franchise Business Review: stando a quanto indicato dal portale specializzato il franchising risulta un’opzione di carriera vantaggiosa per coloro che ricercano una svolta di carriera. Diventare un affiliato, infatti, soddisfa le esigenze del singolo imprenditore di possedere una piccola impresa senza essere gravato dal dover avviare un’attività da zero. Questa tendenza viene confermata da un ulteriore serie di dati riportati dall’International Franchise Association: nel corso del 2022 sono previsti sul suolo statunitense oltre 792mila nuovi esercizi commerciali (+2,2% rispetto al 2021) per un totale di 8,4 milioni di lavoratori impiegati (+4%). Ora una domanda sorge spontanea: quali sono le motivazioni che spingono a buttarsi nel franchising? Le risposte vengono fornite da un report “The Value of Franchising” stilato da Oxford Economics: emergono in questo senso la volontà dei singoli professionisti di essere i datori di lavoro di loro stessi (29%), ma anche l’insoddisfazione nei confronti della carriera aziendale (19%) e il desiderio di inseguire le proprie passioni (16%). E ancora, negli USA il 32% dei partecipanti ad un sondaggio è convinto del fatto che non avrebbe dato il via ad una propria attività senza la possibilità del franchising. Ulteriori spunti relativi a questo scenario vengono forniti da Franchising.com che realizza una speciale graduatoria in base al livello di sviluppo di ogni singolo Paese: Australia, Canada, Israele e il Regno Unito sono le località in cui è previsto l’incremento maggiore. E l’Italia? Appartiene alla seconda fascia, quella più moderata, insieme a Germania e Spagna. Sempre a proposito del Bel Paese, è importante ricordare gli ultimi dati di Assofranchising, secondo cui crescono il giro d’affari (+3,5% rispetto al periodo prepandemia), l’occupazione (+4,8%) e i punti vendita affiliati (+1,3%). Questo è ciò che emerge da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali da Espresso
Communication per Z Padel Club, startup innovativa che vuole rafforzare la propria brand identity con l’apertura di nuovi club nel corso dell’anno corrente. Lo scenario generale viene analizzato anche da esperti del settore come Bernardino Quattrociocchi, professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”: “Il trend del franchising, dopo il boom del 2021, si confermerà anche nel 2022 grazie anche alla ripresa globale dell’economia. Probabilmente alcuni settori cresceranno di più come quelli vicini ai servizi e prodotti per la casa, alla distribuzione, al benessere della persona o quelli sportivi, considerando anche la voglia generalizzata di tornare all’attività fisica. Da sempre il franchising è una forma di autoimpiego o di sviluppo di nuova imprenditorialità, anche nei casi di fuoriuscita dal mondo lavorativo come dipendente. I vantaggi? Innumerevoli, a partire dal successo sociale collegato allo sviluppo di un’attività in proprio e proseguendo con la creazione di una nuova fonte di reddito. Tra i segmenti maggiormente in crescita ci sono certamente quelli collegati alle tendenze attuali ed ai fenomeni di costume come, ad esempio il padel o altri sport che consentono di socializzare dopo il lungo periodo di pandemia. I margini di crescita sono significativi e molto spesso il servizio al consumatore amplia la differenza tra
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i competitor”. Restando sulla stessa tematica, Business News Daily conferma quanto affermato in precedenza e, allo stesso tempo, realizza anche un elenco all’interno del quale è possibile scoprire quali sono le principali industrie in cui il business del franchising si sta sviluppando in maniera più marcata: dai servizi termali ai parrucchieri, dal food alla gestione dei marchi di proprietà fino al fitness. Ma non è tutto, infatti, anche la prof.ssa Nadia Olivero, esperta di Consumer Marketing e direttore scientifico del Master Executive per il Management del Retail e delle Reti in Franchising dell’Università di Milano Bicocca, è scesa in campo, promuovendo la propria opinione. “Il franchising è un modello di business destinato a crescere per diverse ragioni fra cui l’opportunità di autoimpiego per persone motivate ma prive del know how necessario ad intraprendere efficacemente questa strada – afferma Olivero -. La crisi economica mette in difficoltà il piccolo dettagliante che non può competere con la capacità organizzativa, strategica e di prodotto dei grandi marchi. Ciò
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può essere affrontato attraverso l’affiliazione a franchisors che possono garantire un posizionamento ottimale. L’affiliazione commerciale è una grande occasione per mettersi alla prova come imprenditori in modo più sicuro, avvantaggiandosi di competenze, servizi e risorse che solo grandi aziende di successo possono vantare. Tra i segmenti maggiormente in crescita emerge il franchising sportivo, un settore dal grande potenziale ancora sotto sfruttato. Non sorprende che anche questo settore, oggi, si stia avvicinando all’opportunità di organizzare distribuzione di prodotti e servizi in modo sistematico e competitivo. Se i franchising in ambito sportivo sapranno soddisfare i bisogni dei consumatori in termini di partecipazione attiva, come attraverso l’e-gaming, avranno potenziali di sviluppo interessanti. In questo settore è particolarmente importante lo studio dei trend futuri e lo sviluppo di servizi al consumatore che possono fare la differenza sul piano competitivo”. Franchising e sport, sport e franchising: due binari destinati ad incrociarsi sempre più spesso. In merito all’argomento scende in campo anche un altro esperto del settore, ovvero Marco Maillaro, uno dei soci fondatori di Z Padel Club, startup made in Italy innovativa che strizza l’occhio alla sostenibilità. “L’industria globale del franchising è destinata a crescere ad un ritmo anche superiore rispetto all’anno scorso – afferma Maillaro. Le opportunità sono innumerevoli e, in quanto imprenditore, posso confermare in prima linea questa tendenza che coinvolge numerosi lavoratori, i quali, non contenti della propria carriera, sentono la necessità di una svolta professionale. Il franchising, in questo senso, risulta un’opzione stimolante perché offre la possibilità di scendere in campo insieme ad altri professionisti con l’obiettivo di sviluppare di comune accordo progetti innovativi e futuristici.
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Ritornano gli eventi e ritorna anche il Franchise Expo Paris
TOP BRAND A CONFRONTO In questa vetrina d’affari e di immagini il richiamo seducente, storicamente consolidato e riconosciuto, del made in Italy diventa il punto di forza dei brand italiani presenti che cercano di tessere reti di affiliazione commerciale Da quarant’anni il salone Franchise Expo Paris si impone a livello internazionale come appuntamento irrinunciabile per tutti coloro che vogliono lanciarsi nell’imprenditoria o avanzare progetti di evoluzione professionale e di investimento. A seguito dell’edizione
annullata nel 2020, per via della crisi sanitaria, e da quella organizzata eccezionalmente a settembre 2021, quest’anno, si è tornato a riempire lo spazio fieristico situato nel grande complesso di Porte de Versailles, a sud di Parigi. Ogni anno l’evento vede
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sfilare nel suo hangar 500 espositori, marchi di franchising ed esperti nel settore del mercato. Il tutto accompagnato e animato da conferenze e atelier che rappresentano una cornice ideale di informazione sull’universo del Franchising. Un raccoglitore di soluzioni, quindi, che, per quanto articolato in una vasta scelta di percorsi, permette di rispondere agli obiettivi, alle esigenze e alle attese di ciascun visitatore. In questa vetrina d’affari e di immagini il richiamo seducente, storicamente consolidato e riconosciuto, del made in Italy diventa il punto di forza dei brand italiani presenti che cercano di tessere reti di affiliazione commerciale. Tra i partecipanti del Bel Paese di quest’anno troviamo, accanto ai marchi da tempo fedeli al rendezvous, nuovi e interessanti attori che per la prima volta si esibiscono in un contesto di maggiore visibilità. Per i primi un’occasione di rilancio e di consolidamento, per gli altri un trampolino verso territori non ancora esplorati. Ma entrambi accomunati dalla volontà di accettare l’attraente sfida posta dalle nuove esigenze del mercato e di ritagliarsi nuovi spazi oltre frontiera. Sulla base dei dati raccolti sono emersi interessanti spunti di riflessione che riguardano principalmente due aspetti significativi: la capacità di comprendere i mercati e i vantaggi che le soluzioni in rete possono offrire.
“Il punto forte della nostra azienda è la volontà di far riscoprire la semplicità dei prodotti, realizzati nel pieno rispetto di una tradizione secolare nell’arte della ceramica, e allo stesso tempo offrire un prodotto di design che, sottoposto a un processo di rifinitura, risponde ai trend dei mercati più evoluti ai quali rivolgiamo particolarmente la nostra attenzione, Centro Europa e Nord America”
Per la prima volta presente in fiera, l’insegna toscana La Gabbianella, in attività da oltre cinquant’anni, propone una vasta gamma di articoli per la casa realizzati in ceramica allo scopo di unire al valore della tradizione artigianale il gusto della sperimentazione di nuove tecniche, stili e colorazioni per adattarsi alle richieste del mercato.
Di altrettanto lunga tradizione l’attività del giovane e promettente Eduardo Capobianco che, riprendendo in mano le redini del business avviato dal nonno, commerciante ambulante di stoffe nelle campagne della Sicilia, ha creato insieme al padre il brand Mara Desideri specializzato nel settore dell’abbigliamento femminile. Riprendendo la formula “Da un mulo a un franchising” coniata dallo stesso Eduardo nel suo libro fresco di stampa Ricominciare da zero con il fashion franchising, essa non solo riassume quello che era il sogno inseguito dal nonno a cavallo del suo mulo, ma racchiude anche l’evoluzione che lo sviluppo in rete può offrire a livello imprenditoriale.
Luca Pierallini, Responsabile commerciale, La Gabbianella:
Eduardo Capobianco, Direttore vendite Mara Desideri
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“Il mio interesse è quello di portare il brand e la filosofia che lo sostiene fuori dai confini nazionali. Superare quella visione di limitato e circoscritto mercato interno e concepire iniziative di ampio respiro che guardano verso un altrove che supera la dimensione locale, ma anche nazionale. Per questo credo fermamente che lo sviluppo di una rete di affiliati non solo rappresenti un indice di protezione per gli imprenditori, ma è anche un modo per conquistare canali di sbocchi all’estero. Però ci tengo a sottolineare come per me il franchising non viene concepito come un mero strumento di espansione e arricchimento; creare soluzioni di rete significa anche, e soprattutto, favorire uno scambio di idee e di esperienze con diversi profili e diverse realtà imprenditoriali. Al di là dell’offerta di un prodotto di qualità, a determinare la vittoria di un’azienda è sempre l’elemento umano”.
Ripartendo dalla Sicilia ci spostiamo nel settore benessere dove incontriamo il marchio Dietnatural, di proprietà dell’Azienda Farmaceutica Erfo, che grazie alla fortunata combinazione dieta/integratori ha saputo in soli dieci anni espandersi in maniera capillare in tutta Italia, proponendosi nel mercato spagnolo con due centri.
Elena Cucurullo, Responsabile amministrazione, Dietnatural:
“Condividere un certo modo di intendere la cultura del benessere è la prerogativa che ci spinge a occupare un segmento di mercato piuttosto che un altro. Il mercato spagnolo in questo senso appare, per ora, quello più ricettivo e disposto ad abbracciare l’idea del nostro concept: offrire sostegno al cliente e accompagnarlo lungo un percorso innovativo e personalizzato che prevede l’assunzione di prodotti naturali certificati”. È risaputo che le partite vincenti dell’imprenditoria italiana si ottengono in particolar modo nel campo del food. Ed è qui che spiccano due significativi marchi che nei quattro giorni di Salone hanno ottenuto notevole visibilità che si traduce in un gran numero di visitatori. Il primo è il marchio Cremuu che propone un format del tutto innovativo e originale, le miscele di gelato liquido in semplici e comodi brick. Diego Molinari, Cremuu:
“A differenza delle normali gelaterie, le nostre miscele di gelato liquido vengono realizzate in stabilimento e la trasformazione in prodotto
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nostra filosofia”. Il secondo è il marchio 101 Caffè, brand specializzato nella vendita di caffè di qualità in cialde e capsule provenienti dalle migliori torrefazioni artigianali italiane. Marco Zannini, Responsabile sviluppo commerciale, 101 Caffè:
finito avviene per mezzo di un mantecatore e non di una vera e propria preparazione. Il concept che proponiamo è nato in Francia e pensiamo di svilupparlo, attraverso punti vendita/corner, in tutti quei paesi dove il gelato artigianale è meno conosciuto e quindi dove c’è più spazio per instaurare delle partnership con brand affidabili che vogliono proporre la nostra linea di prodotti. L’avventura che abbiamo intrapreso a ottobre in Francia (Paris La Défense) ci ha insegnato tanto e possiamo dire di essere in grado di poterci adattare, attraverso mirate ricerche di mercato, alle necessità dei paesi che intendono sposare la
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“Lo scopo della nostra presenza in fiera è proprio quello di continuare a sviluppare il processo di internazionalizzazione della nostra catena (avviato nel 2017) in ogni paese dove questo è possibile farlo. Ad oggi, a livello commerciale, si può operare in tutti i mercati anche perché abbiamo la fortuna di offrire un prodotto made in Italy che ci viene richiesto dappertutto a livello globale. Però non è fattibile riuscire ad arrivare in tutto il mondo e pensare solo italiano, bisogna per forza di cose adattare il modello e la mentalità ai nuovi mercati e questo lo facciamo sia internamente che anche grazie ai nostri franchisee che ugualmente monitorano l’andamento dei mercati e della concorrenza e ci propongono le abitudini di consumo dei loro paesi e quelli che sono i nuovi trend. In questo senso ci arriva un supporto molto importante proprio dalla nostra rete e dai punti vendita già aperti in termini di conoscenza del mercato”. Tradizione, know how, qualità, sono i presupposti chiave sui quali poggiano le iniziative imprenditoriali dei brand italiani presi in esame. A questi si aggiunge da un lato la flessibilità, ovvero la capacità di adattare il prodotto offerto, attraverso analisi e previsioni di mercato, alle diverse realtà nazionali; dall’altro la disponibilità a ricercare partner affidabili in grado di sostenere e sviluppare su scala sempre più ampia le potenzialità del prodotto. Elementi di fondamentale importanza per ottimizzare gli investimenti, prevedere eventuali rischi e posizionarsi in modo competitivo in un mercato sempre più globalizzato.
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UNO SGAURDO ALL’ESTERO: BRAND INTERNAZIONALI Tra i brand stranieri di particolare impatto, soprattutto a livello visivo, per via delle loro colorate e accattivanti postazioni, emergono Iris Galerie e La Pièce Unique.
Iris Galerie si fa portatrice di un’idea unica e innovativa: cattura l’essenza dello sguardo, l’iride, e l’immortala attraverso un supporto tecnologico che unisce fotografia e stampa di altissima qualità. Il risultato è quello di un’opera d’arte assolutamente personale che riflette la bellezza e la diversità di ciascun essere umano.
La Pièce Unique propone qualcosa di veramente peculiare, un progetto articolato in due format di strutture differenti: uno spazio boutique che offre pezzi unici da collezione per gli appassionati e i nostalgici della cultura pop americana degli anni ’90; e uno spazio di intrattenimento che ospita pista roller disco, sala videogiochi e servizio bar.
Leopoldo Schiavo Campo de Gregorio, Iris Galerie: “Noi offriamo un prodotto personalizzato mai concepito prima d’ora e pensiamo che possa suscitare interesse e curiosità per quei mercati come gli Stati Uniti che per tradizione sono alla ricerca di un prodotto fatto su misura del cliente. La nostra attività si rivolge alla vendita al dettaglio, cerchiamo dunque dei partner retail che possano sviluppare adeguatamente il nostro concept offrendo loro grandi zone di esclusività. Il nostro punto di forza è pensare in grande, e a fine anno prevediamo una cinquantina di nuove aperture in Francia”.
Thomas Foissy, Fondatore, La Pièce Unique: “Il marchio è stato creato nel 2019 e ha dato vita a un progetto folle e ambizioso che da tempo balenava, allo stato di idea, nella mia testa: creare dei piccoli punti vendita di prodotti legati alla cultura pop statunitense anni ’90 di difficile reperibilità in Francia, e, unitamente, rilanciare delle roller disco associate allo stesso concept. Il risultato che ne è derivato è stato un qualcosa di veramente unico in Europa, un favoloso mix di divertimento, shopping e relax. Per il momento non abbiamo ancora pensato di svilupparci all’estero, siamo però alla ricerca di partner che possano condividere questo genere di format così atipico, sostenerci nel nostro sviluppo e accompagnarci in questo viaggio a ritroso nei favolosi anni ’90”.
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Un angolo di U.S.A in Italia, un brand di alta qualità nel food
CALIFORNIA BAKERY: I DOLCI DELL’AMERICA Obiettivo è aprire nuovi store nelle grandi città, nei poli universitari e nelle località ad alto valore turistico. Gli affiliati ideali sono giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco Offrire un brand di successo in franchising. Scegliere i locali di prossima apertura. Formare un team vincente. Questa la sfida di California Bakery che, da marzo 2021, è entrata a far parte del gruppo Orlean Invest Holding, che ricopre una posizione di leadership nel mondo Oil & Gas con la consociata Intels e che, dal 2017, ha avviato un importante progetto di diversificazione che
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comprende, tra le altre attività, un’attenzione particolare per il settore del food & beverage. L’obiettivo del Gruppo per il futuro del brand California Bakery è di arrivare a trenta ristoranti di proprietà e cinquanta locali in franchising entro 12 mesi. Le strutture di CB Taste, proprietaria del brand California Bakery, e della Orlean Invest Holding garantiranno agli ispiranti franchisee un supporto
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logistico e formativo costante in termini di know-how e back office, oltre che offrire consulenza finanziaria. California Bakery assicura una forte prospettiva di redditività, grazie a un brand prestigioso e consolidato, e punta a un fatturato totale di 100 milioni di Euro. IL PROFILO DELL’AFFILIATO Il programma di concessione dell’uso del brand in licenza si rivolge a giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food & beverage, una sana ambizione, un’accertata capacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futuri franchisee. L’ALTA QUALITA’ DEI PRODOTI OFFERTI California Bakery offre prodotti di qualità, possibile solo grazie a un’attenta selezione di materie prime e preparazioni nel rispetto della tradizione americana più popolare, del brunch, delle torte multistrat e del pane fatto in casa per i bagels e burgers. Fondamentale l’utilizzo delle ricette originali per ognuna delle preparazioni classiche, per regalare tanto un angolo d’America quanto un’atmosfera di casa, e grazie alla Farm di Lambrate, i prodotti vengono preparati secondo i più rigorosi standard di eccellenza, in modo tale da arrivare pronti da assemblare nei singoli store.
IL SUPPORTO DELLA CASA MADRE Il futuro franchisee verrà seguito in tutte le fasi di apertura dello store quindi con formazione e affiancamento nell’Accademy di Milano dove verrà avviata la formazione dei manager-titolari di franchising. In Academy sarà possibile prendere confidenza con la gamma di prodotti, i menù, le metodologie di preparazione, lavoro e servizio. La formazione guiderà i franchisee anche nel back-office, che sarà affidato alle strutture di Orlean Invest Holding, garantendo esperienza operativa. IL NUOVO PROGETTO CB FRANCI Il progetto “CB Franci” mira a location ad alta visibilità e affluenza in tutta Italia, con un focus particolare su grandi città, poli universitari e mete turistiche. Tre le alternative di format: nuove aperture di 100-150 mq, 150-200 mq, riconversione di attività preesistenti quali bar, pub ed enoteche di metrature differenti. Con il programma “CB Franci” il Gruppo ha deciso di investire in un format di ristorazione senza eguali in Italia: prodotti di qualità elevata, garantita da un’attenta selezione delle materie prime, lavorate nella Farm di California Bakery. Qui, ogni giorno i piatti dolci e salati vengono preparati per il 70%, prima di essere inviati in tutti gli store dove vengono ultimati per il restante 30%, con la cottura, l’assemblaggio e le guarnizioni. Standardizzazione e innovazione tecnologica dei processi produttivi sono parte essenziale dell’opportunità di business offerta al franchisee, che potrà contare sull’operatività quotidiana della Farm.
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Orka Holding ha creato: Damat Tween e D’S Damat
LA MODA MASCHILE DIVENTA UNO STILE DI VITA Intervista a İhsan Şahin, International Retail Director Orka Holding: “L’Europa sarà per noi il mercato sul quale ci concentreremo nel futuro. Prevediamo molti investimenti in punti vendita sul territorio italiano. Per noi l’Italia è la porta più grande per entrare nel mercato europeo” Orka Holding è entrata nel settore del prêtà-porter maschile con il marchio Damat nel 1986. E nel processo, che continua da allora, ha creato i propri marchi con capitale turco al 100%. Orka si è trasformata nel fulcro della moda maschile diventando uno stile di vita. L’organizzazione ha raggiunto una struttura di holding globale con l’accordo di partnership estera nel 2012.
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Nel periodo successivo alla sua fondazione, Orka Holding ha creato il marchio Damat, che incarna lo stile più moderno e di tendenza, caratterizzato dall’uso di tessuti di qualità e design all’avanguardia, tanto da essere ormai riconosciuto come “il marchio di abbigliamento maschile preferito dai consumatori”. Successivamente, l’azienda propone sul mer-
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le nostre operazioni. Oggi Damat, Tween e D’S Damat rappresentano la moda maschile in oltre 400 punti vendita in tutto il mondo in oltre 80 differenti paesi”. Qual è il fatturato dell’azienda e che peso ha il franchising sul fatturato dell’azienda? “Fatturiamo circa 200 milioni di € all’anno. Il 30% proviene dal franchising, il restante 70% dai negozi diretti”.
İhsan Şahin International Retail Director Orka Holding
cato Tween, molto apprezzato per i suoi modelli contemporanei e più giovani. Nasce anche D’S Damat, terzo brand di Orka Holding, che si posiziona come uno dei player commerciali di alta qualità, sviluppando una vasta rete di negozi che gli permette di conquistare rapidamente la leadership nel mercato del prêt-à-porter maschile, grazie al suo concept di collezione adatto a tutte le taglie e tasche. Abbiamo intervistato İhsan Şahin, International Retail Director Orka Holding.
Perché avete scelto di sviluppare il brand attraverso il franchising? “Damat, Tween e DS Damat proseguono le loro attività fornendo da molti anni le concessionarie in Turchia, mentre nel mondo il nostro sistema di concessionaria vanta un’esperienza di 35 anni. I nostri investitori sono mossi da un marcato spirito imprenditoriale ed una forte volontà di successo, e noi li supportiamo con i nostri team dall’apertura e in tutti i processi successivi. Negli anni abbiamo sviluppato un sistema di franchising capillare, grazie alla nostra presenza in 80 paesi e 35 anni di esperienza offriamo la forza di un
Quali i passi fondamentali fino ad arrivare ad essere una Holding? “Fondata con il 100% di capitale nazionale, nel 2012 il gruppo ha firmato un accordo di partnership con Investcorp, una società di investimento con sede a New York. Trasformandosi così in un’azienda di caratura mondiale. In questo contesto, Damat, Tween e D’S, leader nelle proprie categorie, vengono raggruppate sotto l’ombrello di Orka Holding per controllare in modo efficace la rapida crescita dei nostri marchi e ottimizzare
Süleyman Orakçioğlu Orka Holding Chairman
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marchio raggiungibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornendo un servizio di alta qualità, capace di catturare le ultime tendenze. Ad oggi abbiamo in totale oltre 400 negozi -230 operazioni dirette, 170 punti vendita di franchising – e prevediamo 25 aperture quest’anno e 20/30 nuove aperture il prossimo anno”. Quali sono i mercati più interessanti? Cosa rappresenta il mercato italiano per il vostro brand? “L’Europa sarà per noi il mercato sul quale ci concentreremo nel futuro. Prevediamo molti investimenti in punti vendita sul territorio italiano. Per noi l’Italia è la porta più grande per entrare nel mercato europeo”. Quali sono gli obiettivi futuri per l’azienda e gli affiliati? “Per Orka Holding la mission principale è integrare valori di un gruppo industriale verticale che affondano le proprie radici nel passato, con un’inesauribile fiducia e visione nel futuro. Vogliamo rendere Orka uno dei 10 marchi più importanti che dominano l’industria della moda mondiale e dettano le tendenze. In questo processo, continuiamo a lavorare per garantire la nostra continuità preservando i nostri valori, sostenendo la qualità dei nostri prodotti e servizi con la tecnologia più avanzata, trasformandoci in un’azienda ogni giorno più digitale e retail. Siamo fieri di affermare che il raggiungimento di questi obiettivi sono il mindset di ogni dipendente dell’azienda: tutti lavoriamo con impegno per creare una struttura più efficiente, fare il giusto investimento nelle risorse umane e definire strategie di marketing efficaci”. Per info: Dr. Marco Risaliti e-mail: Marco.Risaliti@orkagroup.it Web: www.dsdamat.it – www.damat-tween.it
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L’UNIVERSO DI DAMAT-TWEEN ATTRAVERSO IL SUO “METAVERSO” È ormai una realtà che il mondo della moda stia iniziando ad entrare nella dimensione del metaverso e Damat-Tween, come altri brand di tendenza, non potrebbe essere da meno unendo le sue proposte: il mondo digitale dei videogiochi e la vita reale. La campagna #DamatTweenSS22 è una vera scommessa visionaria che lascia senza parole. La precedente stagione A-I 2021 ha celebrato il 35° anniversario di Damat-Tween attraverso la campagna “Digital Renaissance”, con la quale il brand di Istanbul ha anticipato la sua grande trasformazione e ci ha portato in un universo al confine tra mondo reale e digitale. Con la collezione Primavera-Estate 2022, Damat-Tween si spinge oltre e ci accompagna a conoscere più in dettaglio la sua idea di Metaverso, presentandoci sia i nuovi outfitt per questa stagione che i modelli che li indossano, in un vorticoso intreccio di realtà e videogioco in una dimensione parallela di immaginazione illimitata. Koray Birand, direttore creativo della campagna #DamatTweenSS22, ci svela le proposte del brand sia nel mondo reale attraverso modelli fisici, sia in quello digitale attraverso avatar. Damat-Tween combina il suo know-how, la sua vasta esperienza nel design di tendenza e il suo impegno per la tecnologia e la sostenibilità in una collezione perfetta su entrambi i livelli. Da sempre pioniere, Damat-Tween conferma ancora una volta il comfort, la versatilità dei suoi capi e la varietà di stili che offre all’uomo in una collezione genderless e senza età.
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Risolve problemi di contraffazione, tracciabilità, origine del prodotto, protezione del marchio, a tutela del consumatore e delle aziende
COME LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN PUÒ TRASFORMARE IL MERCATO DELLA VENDITA AL DETTAGLIO I retailer stanno valutando l’uso della blockchain per migliorare l’efficienza della supply chain, riducendo così i ritardi, i costi e gli errori umani Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX - Marina Bottinelli
La blockchain e le criptovalute quali bitcoin ed ether, hanno dominato i titoli dei media durante gli ultimi due, tre anni, ma la blockchain non è ancora stata pienamente adottata dalle industrie tradizionali. Tuttavia, si prevede che nel prossimo decennio ci sarà un’implementazione diffusa di questa tecnologia all’interno del
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mondo delle vendite al dettaglio. Ciò cambierà il mercato così come lo conosciamo oggi. I retailer stanno valutando l’uso della blockchain per migliorare l’efficienza della supply chain, riducendo così i ritardi, i costi e gli errori umani. Recentemente, IBM (NB: che non utilizza la blockchain pubblica e permissionless, ma una tecnologia blockchain-like) ha formato una partnership con i principali rivenditori e produttori di generi alimentari degli Stati Uniti per aumentare la trasparenza e la tracciabilità nella loro catena di approvvigionamento. Ad esempio, se il cibo viene richiamato, un prodotto può essere rintracciato in pochi istanti. Inoltre, IBM ha realizzato un testo sul TECH 4 MADE IN ITALY che analizza l’industria del Fashion Made in Italy, che, proprio per la sua importanza nell’economia nazionale ed internazionale, può contribuire nella trasformazione digitale del nostro Paese. La Camera Nazionale della Moda Italiana ha condiviso i risultati ottenuti dal suo Fashion Economic Trends dai quali emerge che investendo in performance, innovazione e sostenibilità nel 2022 sarà possibile superare gli obiettivi raggiunti nel 2021. Nel valutare gli acquisti della Moda IBM ha rilevato che il 76% degli italiani si affida al QR Code per avere informazioni dettagliate riguardo ciascuna fase del processo produttivo. (fonte: articolo di Cristina Ingrassia ed Emiliano Pacelli – Technofashion – moda e tecnologia) La blockchain potrebbe avere un impatto anche maggiore rispetto a quello del supply chain management; potrebbe fornire una gestione snella e multi-tenant per centri commerciali e concetti di vendita al dettaglio multimarca, grazie alla fatturazione automatizzata e all’amministrazione dei contratti di locazione. Potrebbe anche consentire una maggiore portata globale, aumentando la trasparenza e l’accesso ad acquirenti e venditori in tutto il mondo.
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PROTEZIONE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO DAI PRODOTTI CONTRAFFATTI
Come sarebbe se qualcosa consentisse a produttori, rivenditori e clienti di verificare in qualsiasi momento l’autenticità di un prodotto sullo scaffale? I prodotti contraffatti hanno spesso un aspetto ingannevole, ma la qualità è inferiore a quella dei prodotti e dei marchi originali. I beni di consumo contraffatti che entrano sul mercato distruggono letteralmente la reputazione del marchio, influiscono negativamente sulla fiducia dei consumatori e possono anche generare reclami e danni contro i produttori. Per combattere questo fenomeno spesso le aziende ricorrono a sistemi complessi ed elaborati che si rivelano molto costosi. POCHE PAROLE BLOCKCHAIN
SU
COS’È
LA
La blockchain è un registro di transazioni sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una determinata rete di computer distribuita. Registra ed archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, garantendone l’autenticità e l’integrità,
grazie al meccanismo del consenso distribuito. Per essere più chiari, usiamo una metafora nota a tutti: il registro di classe. Ogni giorno la maestra fa l’appello e completa una pagina del registro di classe (un foglio rappresenta in questo caso un blocco di transazioni), il giorno seguente, compilerà un secondo foglio e così via. Tutte queste pagine (blocchi), sono tenute unite fra di loro dalla rilegatura che, nella blockchain, è rappresentata da “codici” che vengono riportati di blocco in blocco, creando appunto una catena. In questo modo avremo un registro di classe contenente informazioni che non sono modificabili, iscritte in ordine cronologico, trasparenti e accessibili a tutti. Nella blockchain, esistono tanti registri di classe identici posseduti da diversi maestri (si tratta di computer chiamati nodi), quindi se un registro viene danneggiato, rubato o smarrito, le informazioni rimangono intatte presso tutti gli altri registri distribuiti fra i vari nodi. Ovviamente il discorso è molto più complesso, ma questa semplice metafora serve per comprendere l’importanza strategica della blockchain che per definizione è immutabile e non si può spegnere, distruggere, alterare. NEL CONCRETO
Se ad esempio un produttore di calzature iscrivesse in blockchain tutto il percorso seguito da un paio di scarpe, dall’inizio fino all’esposizione in negozio, sarebbe in grado di garantire all’acquirente l’originalità del suo prodotto, la provenienza, il marchio, i dettagli dei componenti e così via. A sua volta il consumatore, grazie ad un codice (p.es. codice QR) posto nel prodotto o sull’involucro di questo, potrebbe visionare tutti i dettagli relativi all’articolo che sta acquistando e sapere immediatamente se è un prodotto originale o falso, ecologico o meno, ecc. Ciò significa un notevole guadagno in termini di reputazione e di affidabilità per il ne-
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goziante ed il produttore, mentre dal punto di vista del consumatore, significa garantire la tutela dello stesso. IL CODICE QR, IL TAG NFC E IL RFID
Esistono vari modi per verificare l’autenticità di un prodotto. Uno noto a tutti è il codice QR che, se scansionato con un normale smartphone, ci darà tutte le informazioni sul prodotto che stiamo acquistando. In alternativa esistono due soluzioni altrettanto conosciute, ossia il tag NFC (Near Field Communication) e il RFID (Radio Frequency IDentification). Mi piace molto il tag RFID che ritengo molto interessante perché, se inserito ad esempio nel tacco delle scarpe, renderà possibile non solo verificare l’originalità, la provenienza, ecc. del prodotto, ma anche gestire il magazzino del negozio in modo digitale, risparmiando in questo caso notevole tempo e denaro. VANTAGGI DAL PUNTO DI VISTA DEL MARKETING
Immagina se, anziché chiedere al cliente i suoi dati, te li fornisse lui spontaneamente. Ciò è possibile grazie alle nuove tecnologie che non solo proteggono il tuo prodotto, la tua reputazione e il tuo conto economico, ma permettono anche di strutturare attività di marketing che, dal punto di vista del cliente, diventano delle vere User Experience (UX). Si tratta quindi di entrare in possesso di una fonte importante di raccolta dati per la tua società che li potrà utilizzare per campagne mirate e strategie di fidelizzazione. Grazie alla blockchain potrai aumentare notevolmente l’esperienza del cliente tramite programmi di “customer loyalty”. E, se ti piacciono gli influencer sarà possibile creare una campagna marketing e determinare immediatamente quale traffico di business un certo influencer ha generato. FLUSSO FISICO E FLUSSO DIGITALE
VS. IL NETWORK BLOCKCHAIN
Dallo schema 1 si evince come avvengono i diversi flussi e come questi si interfacciano con la blockchain, dal produttore al consumatore. Ogni singolo passaggio viene iscritto in blockchain come pure ogni trasformazione che il prodotto subisce (in questo caso il pollo diventa pollo arrosto, uova, ecc.). Così facendo la tracciabilità è garantita ed il consumatore finale, attraverso il proprio smartphone, potrà accertare la provenienza del bene che sta acquistando. IN CONCLUSIONE
Siamo solo agli inizi di questa rivoluzione chiamata blockchain, consiglio perciò a tutti di informarsi e comprendere di cosa si tratta e come questa influenzerà i diversi settori di attività. Spesso troviamo persone che davanti alla tecnologia innalzano un muro e non ne vogliono sentire parlare. Purtroppo non si tratta di volerne parlare o meno, è solo questione di tempo e la blockchain sarà parte integrante della vita di tutti noi, proprio com’è successo con internet. Questo fatto comporterà l’adozione di
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/ DOSSIER /
IN EVIDENZA • La blockchain è un registro di transazioni sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una determinata rete di computer distribuita. Registra ed archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, garantendone l’autenticità e l’integrità, grazie al meccanismo del consenso distribuito • La blockchain potrebbe fornire una gestione snella e multi-tenant per centri commerciali e concetti di vendita al dettaglio multimarca, grazie alla fatturazione automatizzata e all’amministrazione dei contratti di locazione
nuovi software, hardware e la revisione o creazione di nuovi processi aziendali. Chi primo arriva meglio alloggia! Scheda 1 Fonte: DreamzIoT
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• Grazie alla blockchain si potrà aumentare notevolmente l’esperienza del cliente tramite programmi di “customer loyalty”. In merito agli influencer sarà possibile creare una campagna marketing e determinare immediatamente quale traffico di business un certo influencer ha generato
/ LE SCHEDE /
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.
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Brunch Republic
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Portobello
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California Bakery
Pag. 40 Primadonna
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Igi&Co
Pag. 40 Primigi
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Nau
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DS Damat – Damat Tween
* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor
RE/MAX
/ LE SCHEDE /
RISTORAZIONE - FOOD&BEVERAGE RISTORAZIONE FAST-CASUAL Ragione sociale: Brunch Republic Srl - Indirizzo: Via Castellana 94/B 30030 - Martellago - Anno di fondazione attività: 2016 - Anno di partenza del franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 2 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita affiliati all’estero: 0
RISTORANTE CON SOMMINISTRAZIONE Ragione sociale: CB Taste S.r.l. - Indirizzo: 20121, Milano - Anno di fondazione: 1995 franchising: 2022 - Punti vendita diretti: 16 affiliati: 3 - Punti vendita diretti (estero): 0 affiliati (estero): 0
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 140 MQ BACINO DI UTENZA:
DA 30.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO CITTÀ / CENTRO STORICO
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 6 (FT)
Via Senato n.6, Anno partenza - Punti vendita - Punti vendita
PUNTO VENDITA: 150 MQ BACINO DI UTENZA: <50.000 PERSONE UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRO CITTÀ, POLI UNIVERSITARI E METE TURISTICHE ESPERIENZA NEL SETTORE: CONSIGLIATA
ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 150.000 FATTURATO MEDIO ANNUO: € 700.000
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 150.000 EURO FATTURATO MEDIO ANNUO: 1.000.000 EURO
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO
Brunch Republic rappresenta un format di ristorazione in costante crescita. Ha una tipologia di offerta accessibile a tutti pur avendo un’immagine giovane e accattivante. Offriamo aiuto nella ricerca della location, formazione del personale e del management, academy interna per trasmetterti le informazioni e gli strumenti per far crescere la tua attività alla velocità della luce, sofware gestionale e affiancamento nel controllo dei costi, marketing, comunicazione e gestione delle piattaforme social.
California Bakery assicura una forte prospettiva di redditività, grazie a un brand prestigioso e consolidato. Le strutture di CB Taste, proprietaria del brand California Bakery, garantiranno agli aspiranti franchisee un supporto logistico e formativo costante in termini di know-how e back office, oltre che offrire consulenza finanziaria. Standardizzazione e innovazione tecnologica dei processi produttivi saranno parte essenziale dell’opportunità di business offerta al franchisee.
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 25.000
ROYALTIES:
4%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
7
Marco Pani Tel: 3928447509 e-mail: m.pani@brunchrepublic.com web: www.brunchrepublic.com
COSA CHIEDIAMO ll programma di concessione dell’uso del brand in licenza si rivolge a giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food & beverage, una sana ambizione, un’accertata capacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futuri franchisee. FEE D’INGRESSO:
50.000 EURO
ROYALTIES:
5%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6+6
Nome referente: Stefano Cipolla Tel: +39 3272664318 e-mail: franchising@californiabakery.it Web: https://californiabakery.it
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/ LE SCHEDE /
CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160
VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, LIQUIDI E SOLUZIONI, ACCESSORI Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: Via S. e P. Mazzucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) - Anno di fondazione: 2004 - Anno partenza franchising: 2007 - Punti vendita Italia: 160 - Punti vendita diretti: 93 - Punti vendita affiliati: 67 punti vendita estero: 15
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 50 A 100
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):
80/120MQ
BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
BACINO DI UTENZA:
40.000 ABITANTI (MINIMO)
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRI STORICI O CENTRI COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ADETTI DA 1 A 3
PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3 (COMPRESO IL TITOLARE):
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA
ESPERIENZA NEL SETTORE: APPREZZATA ESPERIENZA NEL RETAIL
INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO: DA 5.000 € A 10.000 € AL MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO: € 5.000/MQ
COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
COSA OFFRIAMO NAU! È un business concreto che si esprime con un’offerta fortemente distintiva e contemporanea, fondata su un prodotto esclusivo sempre a un prezzo facile. Aprire un negozio NAU! significa fare un investimento redditizio e con un ritorno veloce, grazie ad una formula orientata al Cliente. Con la formula EASY NAU! ARREDI E STRUMENTAZIONE IN COMODATO D’USO GRATUITO – ZERO FEE D’INGRESSO – ZERO ROYALTIES - MARGINE GARANTITO. Dal 2004 NAU! è una bella storia italiana fatta di passione artigiana per gli occhiali belli, colorati e fatti bene. Sempre a prezzo facile.
COSA CHIEDIAMO
FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES:
NESSUNA
ROYALTY:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5 ANNI
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 50.000 €
Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it
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Nome referente: Marco Gibertini Tel: 0331 - 861233 e-mail: franchising@nau.it Web: www.nau.it
/ LE SCHEDE /
ABBIGLIAMENTO MASCHILE Ragione sociale: gruppo Orka Holding - Indirizzo sede Italiana: Bologna Via Ermete Novelli 1E - Marchi: DS Damat – Damat Tween - Anno Partenza Franchising internazionale: 1998 - Italia 2022 - Strutture Operative Proprie: 230 - Strutture Operative Affiliate: 170
COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA: MONOMARCA: 80-150 MQ FORMULA SHOP IN SHOP: 20-60 MQ
NEGOZI AL DETTAGLIO DI CASALINGHI, ELETTRONICA E GIFT, TESSILE E ABBIGLIAMENTO, CURA DELLA CASA E DELLA PERSONA Ragione sociale: PORTOBELLO S.r.l. - Indirizzo: Sede Legale: Piazzale Della Stazione snc - 00071 Pomezia (RM - Z.I. Santa Palomba) - Anno di fondazione: 2016 - Anno partenza franchising: 2020 - Punti vendita diretti: 13 - Punti vendita affiliati: 12 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
COSA CERCHIAMO
BACINO DI UTENZA: SOPRA I 50.000 ABITANTI
PUNTO VENDITA: SUPERFICIE MINIMA DI 250 MQ
UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRI STORICI E CENTRI COMMERCIALI
BACINO DI UTENZA: TRA I 75.000 E I 100.000 ABITANTI
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ALMENO 2 ESPERIENZA NEL SETTORE: RICHIESTA ESPERIENZA NEL SETTORE MODA INVESTIMENTO INIZIALE DA: ARREDAMENTO: EURO/MQ 400/500€
UBICAZIONE OTTIMALE: ZONA RESIDENZIALE E DI PASSAGGIO PERSONALE RICHIESTO 4 RISORSE (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 97.500 FATTURATO MEDIO ANNUO: € 3.000 / MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO: A REGIME: CA.AL MQ 500/700€
COSA OFFRIAMO Facilitazioni di Pagamento: SI Pubblicitá a livello locale: si fino a “5000” primo anno Assistenza in loco in fase di apertura: Si
COSA OFFRIAMO Affidabilità di un’azienda quotata presso Borsa Italiana, conto vendita con margine garantito, automatizzazione dello stock rotation, elevatissimo know-how, assistenza pre-post apertura, affiancamento per progettazione e allestimento del punto vendita, esclusiva territoriale, software gestionale gratuito, visibilità grazie alla comunicazione istituzionale a livello nazionale e azioni di Direct Marketing. Esperienza d’acquisto di alto valore.
Assistenza per la durata del contratto: Si Fornitura attrezzi/Arredamento: Da valutare
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NO
ZONA ESCLUSIVA:
SI
ROYALTIES:
NO
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
20.000 EURO
FIDEJUSSIONE BANCARIA: 150.000,00 € DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI)
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Nome referente: Anna Massimo Tel: +39 349 2717044 e-mail: franchising@portobello-club.com Web: www.portobellospa.com
Nome referente: Dr. Marco Risaliti e-mail: Marco.Risaliti@orkagroup.it Web: www.dsdamat.it – www.damat-tween.it
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/ LE SCHEDE /
SCARPE DA DONNA, BORSE ED ACCESSORI
ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO
Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 170 - Punti vendita affiliati: 180 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 350
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 (+40 PER DEPOSITO) BACINO DI UTENZA:
DA 35.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3/4 FULL TIME (COMPRESO IL TITOLARE): EQUIVALENTI ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: COSTO ARREDI 400-500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY)* RIFERIMENTO ALLA SUPERFICIE ESPOSITIVA DELL’AREA VENDITA
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 250 BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): DA 1 A 3 ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ FATTURATO MEDIO ANNUO: € 4.800/MQ
COSA OFFRIAMO
FATTURATO MEDIO ANNUO: DA € 6.000 A 10.000 AL MQ DI VENDITA
COSA OFFRIAMO Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dell’ufficio progettazione Primadonna S.p.A. Formula commerciale conto/ vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale di 2 settimane, riassortimento merce settimanale.
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NO
ROYALTY:
NO
ZONA IN ESCLUSIVA:
DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it Tel: +39 080-3751575 Numero verde: +39 800-141207 Fax: 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection Web: www.primadonnacollection.com
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/ LE SCHEDE /
FRANCHISING IMMOBILIARE
Categoria: FRANCHISING IMMOBILIARE - Ragione sociale: PROXIMM SPA – RE/MAX ITALIA - Indirizzo: VIA VITTORIO LOCCHI 3 – 20156 MILANO - Anno di fondazione: 1973 DEnVER, COLORADO – 1996 ITALIA - Anno partenza franchi-sing: 1996 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affiliati: + 450 IN ITALIA - +9000 NEL MONDO
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 BACINO DI UTENZA:
NESSUN MINIMO
UBICAZIONE OTTIMALE:
VIE COMMERCIALI - ALTO TRAFFICO VEICOLARE E ZONA PERIFERICA
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 10 PROFESSIONISTI PER AGENZIA
Non lasciare questo spazio ai tuoi concorrenti. Non perdere tempo, fai trovare il tuo marchio.
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: 20.000 € FATTURATO MEDIO ANNUO: 300.000 € (IN MEDIA)
Entra anche tu a far parte dei protagonisti de
COSA OFFRIAMO Hai mai pensato all’Agenzia Immobiliare come impresa di successo? Insieme possiamo renderlo possibile. Sono sempre di più gli imprenditori che scelgono RE/MAX e il suo modello di business, che basa la sua forza sulla formula dello studio associato e sulla collaborazione tra professionisti, per aprire la loro impresa. Che entra in RE/MAX, entra in un team dinamico e vincente, capace di offrire un’ampia gamma di servizi, applicando al meglio i principi di specializzazione e diversificazione.
Contattaci a marketing@azfranchising.it
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
A PARTIRE DA 7.500,00 €
ROYALTY:
10%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
Tel: 02/30301900 e-mail: franchising@remax.it Web: www.remax.it
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/ / FFOORRMMAAZZI O I ONNEE / /
Ripristinare la fiducia del cliente in caso di reclamo
IL CLIENTE SI LAMENTA? NON LASCIARTI SFUGGIRE L’OCCASIONE Abbiamo una infinità di informazioni sui clienti ma li conosciamo sul serio solo quando criticano l’azienda o avanzano dei reclami. Allora bisogna “personizzare” il rapporto e ricavarne opportunità per migliorare il servizio di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger
Peter F. Drucker, noto economista, che qualcuno ha definito l’inventore del marketing, sosteneva che l’obiettivo di questa disciplina “è conoscere e comprendere il cliente così bene che il prodotto o servizio (che gli viene proposto) si adatta a lui e (quindi) si vende da solo”. La frase contiene una grande verità che oggi, con l’avvento dell’informatica e dei big data è ancora più con-
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/ FORMAZIONE /
creta. CONOSCERE A FONDO IL CLIENTE PERO’ NON BASTA
Il mare di informazioni che all’epoca dello studioso con i mezzi tradizionali era impossibile acquisire, archiviare, gestire, analizzare adeguatamente, oggi è una realtà di fatto. Un sistema che permette di soddisfare al meglio le richieste dei consumatori. Ciononostante però, i clienti non sempre sono soddisfatti perché, contemporaneamente alla qualità dei prodotti e servizi offerti, sono aumentate le loro necessità e sono diventati più difficili da accontentare. Comprendere correttamente quello che i clienti vogliono diventa un’esperienza importante che offre ai professionisti del marketing l’occasione di dimostrare le loro capacità soprattutto quando si trovano di fronte a una critica o a un vero e proprio reclamo. Disponendo di strumenti così sofisticati, si potrebbe pensare che le reazioni negative dei clienti siano molto diminuite. Ma non è affatto così. Alcuni sondaggi, ma anche la lettura delle pagine dei social media di alcune aziende, confermano che la fiducia dei consumatori è in calo: per contro, da parte delle imprese si nota il ricorso a risposte evasive o emergono vere e proprie difficoltà nel gestire le singole situazioni critiche, ecc. Anche se non mancano le eccezioni. IL RECLAMO È UN CAMPANELLO D’ALLARME CHE NON VA TRASCURATO
Se, in passato, l’idea delle aziende di fronte a critiche o reclami poteva essere quella di considerare tali clienti dei “rompiscatole” o degli “scocciatori” che era meglio perdere che trovare, oggi, con il principio ormai condiviso che il cliente sia una preziosa risorsa che va conservata, un atteggiamento del genere sarebbe imperdonabile e molto pericoloso. Chi lavora bene sa che queste segnalazioni sono delle ottime opportunità per migliorare il proprio lavoro e la reputazione dell’impre-
sa sul mercato. Perché il cliente avanza un reclamo? Perché è rimasto insoddisfatto del prodotto o del servizio che ha acquistato ma nutre ancora abbastanza fiducia da rivolgersi a chi non lo ha saputo assolvere positivamente perché possa intervenire rimediando. E qui arriviamo così al primo punto cruciale: la fiducia. LA FIDUCIA È UN BENE DA PRESERVARE
La fiducia è un valore, un concetto fornito di carica prevalentemente positiva. E’ un sentimento di sicurezza che viene da una certa speranza, stima, che nonostante tutto non è venuta meno. E’ un senso di confidenza o di ferma convinzione nella bontà, forza, affidabilità dell’azienda. La fiducia se non viene ingannata o distrutta continua a fiorire ed evolversi, rafforzandosi. E’ un bene che aumenta con l’uso e diminuisce o sparisce se la si trascura. Se il cliente con il reclamo offre all’azienda alla quale si rivolge un’altra possibilità, non bisogna assolutamente lasciarsela sfuggire.
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/ FORMAZIONE /
Non dimentichiamo che la fiducia, come le altre risorse morali, tende ad essere contagiosa e gratificante. Ma quando la si trascura e vi si oppongono atteggiamenti autoritari, burocratici e strumentali, la fiducia fa un passo indietro e recuperarla, allora, diventa impossibile. LA “PERSONIZZAZIONE”. COME FUNZIONA
COS’È
E
Perché il reclamo è importante? Perché consente quello che Edgard e Peter Schein chiamano processo di personizzazione nel loro libro “L’arte di creare fiducia”. Da parte nostra, prendiamo in prestito questa definizione, che loro utilizzano per i rapporti con i dipendenti, trasferendola con i dovuti aggiustamenti nell’ambito del rapporto con la clientela. Per le aziende i clienti, al di là delle numerose informazioni di cui dispongono, come abbiamo visto, restano pur sempre una massa indistinta. Anche il rapporto di vendita nell’ambito di un negozio può nella mag-
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gioranza dei casi restare a Livello 1, cioè le relazioni sono distaccate, le interazioni e le conversazioni sono scambi mirati a un fine (vendita/acquisto) e in genere routinari che prevedono degli automatismi. Le relazioni a Livello 1 danno per scontata una distanza sociale o professionale, tanto che in molte transazioni di vendita e assistenza una delle due parti, l’acquirente, si tiene in genere sulla difensiva. Ricordiamo la frase latina che dice caveat emptor, cioè il compratore stia in guardia. Fermarsi al Livello 1 nelle relazioni di vendita può essere normale se l’organizzazione è sufficientemente organizzata. Ma, più passa il tempo, più anche questo Livello 1 non basta più. E si sente sempre più necessità di rapporti “personizzati” che creano maggiore sicurezza psicologica e potenziano la comunicazione. PASSARE AL LIVELLO 2 È D’OBBLIGO
Il livello 2 diventa indispensabile quando si affrontano i reclami dei clienti. Cosa com-
/ FORMAZIONE /
porta il livello 2? Una cosa semplice: riconoscersi come persone non solo come mansioni e ruoli che ci vengono assegnati. E ciò favorisce un livello più profondo di fiducia che in pratica si articola su tre aspetti importanti: a) Prendere impegni e onorare le promesse; b) Acconsentire a non ostacolare o danneggiare gli aspetti sui quali si concorda; c) Non mentire e non omettere informazioni importanti. COME GESTIRE I RECLAMI DEI CLIENTI, IN PRATICA
Anche in questo caso si tratta di pochi passaggi ma importanti perché possono ripristinare la fiducia che si stava incrinando.
Scusarsi per l’inconveniente e riconoscere il problema, cercando di mettersi nei panni del cliente. Ascoltare con attenzione le sue rimostranze, senza mai minimizzare l’accaduto.
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Mostrarsi proattivo. Chi ha raccolto il reclamo, si deve prendere la responsabilità di risolverlo. Non deve accampare scuse, anche se il problema non dipende direttamente da lui, ma occorre che si impegni a trovare una soluzione in prima persona. Come si dice, mettendoci la faccia.
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Cercare di risolvere il problema, valutando quale sia il processo più idoneo e più celere per soddisfare nel modo migliore il cliente. Se non è possibile, spiegarne i motivi e se fanno capo a problemi organizzativi che esulano dal proprio ruolo, segnalarli a chi di dovere.
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Agire in modo rapido. I tempi e il loro rispetto sono importanti nella nostra società. Il senso di urgenza deve essere colto dal cliente perché è la forma più evidente del rispetto che si deve avere nei suoi confronti. Per finire, una frase emblematica di Tom Peters, scrittore e business manager:
“Non ho mai smesso di meravigliarmi del fatto che le aziende spendano tanto per attrarre nuovi clienti (persone che non conoscono) e spendono quasi nulla per tenere quelli che già hanno (persone che conoscono)! Mi sembra che il budget dovrebbe essere capovolto”. Per chi volesse approfondire il tema della fiducia in generale, segnaliamo il libro “L’arte di creare fiducia” di Edgard J. Schein e Peter A. Schein, edizioni Guerini NEXT, 2019, 18 euro.
IN EVIDENZA • Comprendere correttamente quello che i clienti vogliono diventa un’esperienza importante che offre ai professionisti del marketing l’occasione di dimostrare le loro capacità soprattutto quando si trovano di fronte a una critica o a un vero e proprio reclamo • Perché il cliente avanza un reclamo? Perché è rimasto insoddisfatto del prodotto o del servizio che ha acquistato ma nutre ancora abbastanza fiducia da rivolgersi a chi non lo ha saputo assolvere positivamente perché possa intervenire rimediando. E qui arriviamo così al primo punto cruciale: la fiducia
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• Come gestire i reclami dei clienti: pochi passaggi ma importanti perché possono ripristinare la fiducia che si stava incrinando
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F II N NA AN NZ Z II A AM ME EN NT T II // // F
400 milioni di Euro per finanziare una serie di misure considerate strategiche per le donne
LA FINANZA AGEVOLATA PER LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE Sostenere la realizzazione di progetti aziendali innovativi per imprese già costituite a conduzione femminile o prevalente partecipazione femminile, definire un’offerta che sia in grado di venire incontro alle necessità delle donne in modo più puntuale, promuovere azioni di comunicazione mirate che valorizzino l’imprenditorialità delle donne Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo
Uno degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è certamente quello di innalzare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Il progetto prevede azioni volte a promuovere l’imprenditoria femminile, sostenere la realizzazione di progetti aziendali innovativi per imprese già costituite a conduzione femminile o prevalen-
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/ FINANZIAMENTI /
te partecipazione femminile, definire un’offerta che sia in grado di venire incontro alle necessità delle donne in modo più puntuale, promuovere azioni di comunicazione mirate che valorizzino l’imprenditorialità femminile. Il PNRR mette in campo risorse pari ad Euro 400 milioni, che andranno a finanziare una serie di misure considerate strategiche per il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti, e di seguito descritte. • FONDO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE: previsto dalla Legge di Bilancio 2021
con una dotazione di 40 milioni di Euro, promuove e sostiene l’avvio ed il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. L’ammontare delle risorse del PNRR a valere sul fondo è pari a 160 milioni di Euro, disciplinati dal Decreto Interministeriale 24 novembre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1°febbraio 2022. Questo strumento finanzia sia imprese di nuova costituzione sia imprese già costituite, attraverso la concessione di agevolazioni nei settori della produzione di beni, fornitura di servizi, commercio e turismo. La forma e la misura degli incentivi sono articolate in funzione dell’ammontare delle spese ammissibili e delle linee di azione stabilite dal
Decreto. In particolare: • Per la nascita e lo sviluppo di imprese femminili il cui programma di investimento non supera Euro 100.000, è previsto un contributo a fondo perduto pari all’80% delle spese ritenute ammissibili, e comunque fino ad Euro 50.000 (massimo ottenibile); • Per la nascita e lo sviluppo di imprese femminili il cui programma di investimento prevede spese ammissibili superiori ad Euro 100.000 e fino ad Euro 250.000, è previsto un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ritenute ammissibili; • Per le imprese femminili costituite da non più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, gli incentivi prevedono la concessione di un contributo a fondo perduto e di un finanziamento agevolato (in egual misura) fino a copertura dell’80% delle spese ammissibili; • Per le imprese femminili costituite da più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda, le agevolazioni sono concesse così come al punto precedente, con l’unica differenza che le spese per capitale circolante costituenti costi ammissibili, sono
CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
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agevolate nella forma del contributo a fondo perduto. Il soggetto gestore della misura sarà Invitalia. L’apertura dei termini e le modalità per la presentazione della domanda saranno stabilite dal MISE con successivo provvedimento. • ON-NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO:
strumento già esistente per il supporto all’imprenditoria giovanile e femminile, vede riservato un importo pari ad Euro 100.000 di risorse del PNRR, per gli interventi a favore delle imprese femminili a valere sulla misura. Si tratta di un incentivo che finanzia nuove iniziative imprenditoriali, o l’ampliamento e la diversificazione di attività esistenti, sviluppate da giovani tra i 18 ed i 35 anni, o da donne di tutte le età. Accedono quindi al finanziamento sia le persone fisiche che vogliono costituire una nuova realtà imprenditoriale, sia le imprese già costituite entro i 5 anni precedenti. In particolare, le imprese costituite da non più di 3 anni hanno la possibilità di accedere ad un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto (quest’ultimo nel limite massimo del 20% della spesa totale ammissibile), con una copertura che può arrivare al 90% dell’investimento totale ammesso. Le imprese costituite da almeno 3 anni e non più di 5, possono accedere ad un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto (quest’ultimo nel limite massimo del 15% della spesa totale ammissibile), con una copertura che può arrivare, anche in questo caso, al 90% dell’investimento totale ammesso. • SMART & START ITALIA: strumento anch’esso già esistente per il supporto a start up e PMI innovative, vede, parimenti ad ON-NITO, uno stanziamento di risorse del PNRR pari ad Euro 100.00 per gli interventi a favore delle imprese femminili a valere sulla misura. L’agevolazione sostiene la nascita e la crescita delle start up innovative ad alto valore tecnologico costituite da non più di 60 mesi. Possono accedere alla misura anche le persone fisiche
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che vogliono costituire un’impresa innovativa. Smart&Start finanzia piani di impresa con spese comprese tra Euro 100.000 e 1,5 milioni di Euro. Le agevolazioni consistono in un finanziamento a tasso zero, senza alcuna garanzia, a copertura dell’80% delle spese ritenute ammissibili. Le risorse residue del Piano, pari ad Euro 40 milioni, saranno utilizzate per l’attuazione di misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione.
IN EVIDENZA • Fondo per l’imprenditoria femminile: promuove e sostiene l’avvio ed il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. Questo strumento finanzia sia imprese di nuova costituzione sia imprese già costituite, attraverso la concessione di agevolazioni nei settori della produzione di beni, fornitura di servizi, commercio e turismo • On-nuove imprese a tasso zero: si tratta di un incentivo che finanzia nuove iniziative imprenditoriali, o l’ampliamento e la diversificazione di attività esistenti, sviluppate da giovani tra i 18 ed i 35 anni, o da donne di tutte le età. Accedono quindi al finanziamento sia le persone fisiche che vogliono costituire una nuova realtà imprenditoriale, sia le imprese già costituite entro i 5 anni precedenti • Smart & start Italia: l’agevolazione sostiene la nascita e la crescita delle start up innovative ad alto valore tecnologico costituite da non più di 60 mesi. Possono accedere alla misura anche le persone fisiche che vogliono costituire un’impresa innovativa
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Un utilizzo strategico può realmente incrementare la visibilità di un contenuto, soprattutto se organico e non sponsorizzato
IL POTERE DEGLI HASHTAG Sono su Instagram, ma anche su Twitter, lo strumento più efficace per raggiungere gli utenti. Identificare gli hashtag relativi al proprio business è la prima cosa da fare. Infatti postare seguendo degli obiettivi deve essere un lavoro
di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment
Hashtag. Oggi è un termine di uso comune. E questo perché con la diffusione di Twitter e Instagram tutti li usano, come se fosse un’abitudine tramandata da generazioni. Di fatto, se solo si andava su Google nell’agosto del 2007, l’unico risultato che si poteva trovare facendo una ricerca sulla parola “hashtag” era un blog di
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/ MARKETING /
tal Stowe Boyd. Nel luglio 2009 Twitter ha introdotto gli hashtag, che da quel momento sono diventati l’indicizzazione primaria di un tweet e in seguito dei post sugli altri social. Un utilizzo strategico e pensato degli hashtag può realmente incrementare la visibilità di un contenuto, soprattutto se organico e non sponsorizzato. Esistono però delle regole ben precise per aumentarne l’efficacia. E’ chiaro che data la naturale e rapidissima evoluzione delle piattaforme una “hashtag strategy” deve cambiare continuamente. QUALI HASHTAG UTILIZZARE
Identificare gli hashtag relativi al proprio business è la prima cosa da fare. Per individuarli si può fare in diversi modi. La più intuitiva è quella di andare sui profili dei concorrenti o degli influencer di settore e vedere gli hashtag seguiti. In alternativa, e se considerate il social uno strumento fondamentale della vostra strategia di comunicazione, un tool necessario, utilizzate RiteTag o dei software similari che, a pagamento (ma tutti hanno un periodo di prova) faciliteranno la gestione degli hashtag. QUANTI HASHTAG UTILIZZARE
Postare seguendo degli obiettivi è un lavoro. Nel senso che in base a ogni contenuto gli hashtag devono essere attentamente scelti. Di conseguenza anche se si sono selezionati attraverso software come RiteTag gli hashtag più adatti al proprio business, non sono sempre validi per tutti i post. Il numero massimo di hashtag ammesso per un post su Instagram è di 30 (10 nelle storie), ma sarebbe conveniente utilizzarne circa la metà (almeno così suggerisce Instagram). Attenzione a non superare il numero di 30 hashtag perché il post avrà la caption vuota (la caption è il testo del post). LA QUALITÀ DEGLI HASHTAG DA UTILIZZARE
Trovati gli hashtag e ipotizzando che non siano proprio pochi, l’approccio da utilizzare è quello di selezionarli. Se per esempio decidiamo di utilizzare 15 hashtag, l’idea è di usare 5 hashtag molto legati al nostro business specifico, 5 più generali e 5 popolari. Più popolare è l’hashtag e più è facile che si perda nella rete. Facciamo un esempio: se il nostro business è quello delle pizzerie da asporto, utilizzare l’hashtag #pizza. #pizza però è stato utilizzato oltre 6 milioni di volte, ciò significa che chi nel minuto successivo farà una ricerca per hashtag #pizza forse vi troverà ma poi si finirà nei migliaia di post con lo stesso hashtag. SPERIMENTARE È L’UNICA SOLUZIONE
Il social è “learning by doing” per definizione. Si può leggere, studiare, fare corsi, ma se non ci si mette le mani sopra è impossibile conoscerne i segreti. Relativamente agli hashtag, per capire realmente quelli perfetti per il proprio business, bisogna fare delle prove. Tornando all’esempio delle pizzerie d’asporto, se la piazza in cui si è operativi è Milano, vale la pena provare hashtag del tipo #pizzamilano o #asportomilano o #deliverymilano (o #milanodelivery). O essere addirittura più specifici come #portaveneziadelivery. Non c’è una regola scritta. AVERE SEMPRE GLI INSIGHTS SOTTO CONTROLLO
Ogni post può essere analizzato attraverso gli insights, che forniscono tutte le performance. C’è anche un dato che indica la provenienza delle interazioni da hashtag, ma purtroppo se se ne usa più d’uno è difficile comprendere quale sia il più efficace. Gli hashtag, soprattutto se non si vuole investire un budget cospicuo in comunicazione, sono su Instagram (ma anche su Twitter) lo strumento più efficace per raggiungere gli utenti.
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È una forma di marketing che utilizza i dati sulla posizione per comprendere la migliore strategia di indirizzamento di pubblicità e promozioni
DAL GEOMARKETING AL DATA MINING: CHI SALVERÀ IL RETAIL… Ora che quasi tutti hanno uno smartphone e molti hanno attivato i propri servizi di localizzazione, il geomarketing è una parte essenziale necessaria, ma non sufficiente, per qualsiasi strategia di marketing. L’estrapolazione dei dati utili, poi ci aiuta a comprendere tendenze, modelli, comportamenti dei clienti e preferenze di mercato e migliorare le decisioni aziendali a cura di Gianni Bientinesi
Probabilmente avete sentito parlare di geomarketing come della prossima grande tendenza per promuovere una attività commerciale. Con il numero di utenti di smartphone in costante crescita in tutto il mondo, non sorprende affatto che questo metodo di raccolta dei dati in aiuto alle vendite basato sulla posizione stia diventando una
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risorsa sempre più importante. Ma il geomarketing funziona davvero nelle strategie di promozione aziendale o per ottenerne vantaggi per uno store physical? Come dimostreremo in questo articolo, il geomarketing è un ottimo strumento solo se supportato da tecniche di data mining, ovvero estrazione dei dati utili supportata da una attenta lettura e interpretazione di quelli che sono i risultati di raccolta. Nel caso della vendita al dettaglio, ad esempio, il data mining può servire a scoprire se e quale correlazione esista tra i diversi prodotti che i clienti acquistano. BIRRE E PANNOLINI
Nel libro Creating Value With Big Data Analytics (di Verhoef, Kooge e Walk) gli autori spiegano con un esempio come nella catena di supermercati britannica Tesco siano riusciti ad aumentare la vendita di alcuni prodotti del settore beverage ma anche a comprendere l’importanza del data mining. Esaminando il comportamento dei clienti con le tessere fedeltà, gli analisti hanno scoperto che quando un cliente acquistava pannolini, spesso nel carrello posava anche confezioni di birre. Siamo in presenza di un chiaro esempio di pattern, una variabile che in sociologia può spiegare il comportamento tramite correlazioni non sempre evidenti. Da quel giorno le analisi sugli scontrini sono diventate molto più approfondite e ogni prodotto ha trovato il posto più adatto: ad esempio le confezioni di birra vennero collocate nei pressi degli scaffali dei pannolini. Il risultato: un aumento delle vendite. GLI ALGORITMI FANNO VENDERE DI PIÙ
Le grandi catene di punti vendita come Wallmart e Amazon hanno compreso per prime che utilizzare gli algoritmi per
l’analisi dei Big Data sono utili anche per applicare il metodo della raccomandazione. Memorizzando ciò che i clienti hanno cercato o comprato su internet, le grandi catene propongono promozioni su misura per ogni cliente, riuscendo a recepire dati precisi sui comportamenti individuali: è perfino possibile ad esempio comprendere dal comportamento di acquisto quando una donna è incinta, o se la sua famiglia sta per partire per un viaggio. Dall’analisi dei dati emergono a volte correlazioni curiose. Avreste pensato ad esempio che chi compra feltrini per i mobili è tra i clienti più affidabili per gli istituti di credito? Pare che siano più precisi a coprire i propri debiti nei tempi corretti. Questi esempi mettono in luce il significato del data mining: esistono dei pattern che non sono sempre evidenti. A differenza della business intelligence che utilizza la statistica descrittiva, per l’analisi dei Big Data si deve utilizzare la statistica inferenziale. Questo permette di rendere comprensibili informazioni predittive utili a chi le ha commissionate. SIAMO SOMMERSI DAI DATI
Alcune ricerche in IBM hanno evidenziato come oltre il 90% dei dati esistenti sia stato prodotto negli ultimi due anni e che ogni due giorni sia prodotta una quantità di dati pari a quella prodotta dall’intera umanità prima del 2003. Numeri impressionanti, che costringono gli analisti a utilizzare lo Zetta-Byte (10^21 byte) come unità di misura dell’informazione. Parliamo di quintilioni di byte – numeri esageratamente grande – dove un quintilione è pari a un miliardo di triliardi. Più o meno come il download di mezzo miliardo di film in HD. Tali dati vengono continuamente diffusi dai nostri smartphone, e raccolti da qualcuno che analizza il comportamento georeferenziato. Lo fanno ad esempio le grandi multinazionali
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come Amazon, Instagram, Facebook, Twitter, Microsoft, Google. In Italia le aziende sono ancora abbastanza indietro nell’utilizzo di questa mole di dati, ma le tecniche utilizzate per analizzare i Big Data sono state già sviluppate e applicate in diversi settori come il retail marketing. In Business Intelligence Group (www.
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businessintelligencegroup.it), ad esempio, progettiamo interventi di osservazione e misurazione dei Big Data per conoscere il cliente di un punto vendita, il posizionamento del brand e le performance di store, al fine di definire la strategia volta alla fidelizzazione e al miglioramento dei KPI, il Key Performance Indicator, un dato che riflette i fattori critici di successo per un’organizzazione, usati per misurare i risultati di un processo aziendali. L’analisi dei dati di marketing è una tecnica in cui l’azienda prenderà tutte le informazioni disponibili relative al mercato e elaborerà un piano di marketing. È un’attività molto importante per qualsiasi tipo di attività. Mostra anche quanto si sia operato al meglio sul mercato usando le attuali tecniche di marketing. Mostra i progressi rispetto ai risultati del passato. L’analisi dei dati di marketing si concentra anche su fattori esterni e interni. Prende in considerazione i punti di forza e di debolezza dell’azienda e il modo in cui si comportano nel mercato in cui si intende competere. L’analisi dei dati di marketing, raccoglie informazioni da tutti i canali di marketing e le consolida in un’unica visione di marketing comune. Un buon punto di partenza è cercare di comprendere di cosa parliamo quando utilizziamo la parola geomarketing e perché l’analisi dei dati di geomarketing, il data mining, lo sia. Il geomarketing è una forma di marketing che utilizza i dati sulla posizione per comprendere la migliore strategia di indirizzamento di pubblicità e promozioni, per raggiungere i consumatori con messaggi appropriati in determinate località. Ad esempio, il geomarketing può aiutare a capire se aprire uno store in una zona geografica porterà a un successo o a un fallimento. Supponiamo che vi stiate chiedendo dove aprire un nuovo punto vendita. Ma solo una analisi basata sui pattern di geomarketing può aiutarvi a scoprire le aree in cui si trovano i tuoi clienti
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target, così saprai se il tuo negozio attirerà traffico pedonale. Sempre in tema di vendita al dettaglio, le analisi dei pattern di geomarketing sono ottimi per capire il comportamento dei clienti in base alle abitudini di acquisto. Questo perché i dati rivelano come i consumatori si spostano tra i diversi punti vendita, dove si fermano e dove acquistano. In altre parole, può determinare i modelli di acquisto tipici dei consumatori e utilizzare le informazioni per indirizzare meglio una strategia di marketing. Un altro utilizzo degli strumenti di analisi dei dati raccolti con il geomarketing è focalizzare le campagne pubblicitarie digitali su particolari dati demografici dei consumatori. Ad esempio risulta più facile segmentare i clienti in modo da commercializzare quelli che hanno maggiori probabilità di acquisto. CONCLUSIONI
Che i dati legati alla posizione permettano di realizzare strategie mirate aumentando di gran lunga l’efficacia delle campagne di marketing è ormai un dato scontato. Questo ha molto a che fare con la rilevanza. Ma solo l’analisi dei dati consente di portare la pertinenza e la personalizzazione a un livello superiore. Ora che quasi tutti hanno uno smartphone e molti hanno attivato i propri servizi di localizzazione, il geomarketing è una parte essenziale necessaria, ma non sufficiente, per qualsiasi strategia di marketing. L’estrapolazione dei dati utili, poi, è quel processo che ci aiuta a cogliere le correlazioni nelle grandi e complesse fonti di dati raccolte con i metodi del geomarketing per comprendere tendenze, modelli, comportamenti dei clienti e preferenze di mercato e migliorare le decisioni aziendali. La complessità dell’analisi dei big data richiede vari metodi, tra cui Predictive Analytics, Machine Learning, streaming analytics e tecniche come l’analisi in-
database e in-cluster. Ed è per questo che le aziende dovrebbero sempre affidarsi a agenzie che svolgono proprio il compito di Business Intelligence e Data Mining.
IN EVIDENZA • Il geomarketing è un ottimo strumento solo se supportato da tecniche di data mining, ovvero estrazione dei dati utili supportata da una attenta lettura e interpretazione di quelli che sono i risultati di raccolta • Memorizzando ciò che i clienti hanno cercato o comprato su internet, le grandi catene propongono promozioni su misura per ogni cliente, riuscendo a recepire dati precisi sui comportamenti individuali • L’analisi dei dati di marketing è una tecnica in cui l’azienda prenderà tutte le informazioni disponibili relative al mercato e elaborerà un piano di marketing. È un’attività molto importante per qualsiasi tipo di attività • L’analisi dei dati di marketing si concentra anche su fattori esterni e interni. Prende in considerazione i punti di forza e di debolezza dell’azienda e il modo in cui si comportano nel mercato in cui si intende competere
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Le aziende mantengono una forte presenza sui social network e questo consente loro di sviluppare la propria attività
LA PROPRIA PAGINA: UN VERO E PROPRIO SHOP Quanto e come le insegne del commercio non alimentare utilizzano i social network in Italia e quali sono quelle che ottengono i risultati migliori Per il terzo anno consecutivo, l’Osservatorio Non Food 2021 di GS1 Italy ha realizzato un focus sull’utilizzo dei principali social network da parte delle insegne della distribuzione moderna non alimentare (specializzata e non).
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“L’obiettivo è verificare quanto e come le insegne utilizzano questi strumenti per interagire e comunicare con i propri clienti, attuali e potenziali» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «I risultati dicono che anche nel
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2021 le aziende del Non Food mantengono una forte presenza sui social network e che questo consente loro sia di sviluppare la propria attività (aumentando la visibilità e stimolando visite al proprio e-commerce), sia di mantenere un contatto costante e quasi in tempo reale con i clienti per fidelizzarli e creare engagement. Inoltre, attraverso i social, i retailer del Non Food riescono anche a fornire un servizio clienti molto tempestivo e di facile utilizzo”. Dall’analisi condotta dall’Osservatorio emerge che, rispetto al 2020, è aumentato il numero dei retailer presenti su almeno uno dei principali social network analizzati (Facebook, Twitter e Instagram): l’incidenza è arrivata all’83,9% contro l’83,5% del 2020. Facebook resta il social preferito e più diffuso: l’83,7% delle insegne Non Food analizzate ha una pagina ufficiale italiana, contro il 16,3% con pagine solo in lingua straniera. Nel 2021 la pagina italiana con il maggior numero di like è stata quella di H&M, seguita da Adidas e Ikea. Il secondo social network più utilizzato dai retailer Non Food è Instagram, adottato dal 64,1% delle insegne non alimentari con un profilo in italiano (63,5% lo scorso anno). Ai primi due posti per numero dei follower si confermano i profili Ikea e Sephora, mentre al terzo posto sale Maison du Monde. Terzo social per diffusione è Twitter, rimasto pressoché stabile in termini di presenza delle insegne (49,5%), tra pagine in lingua italiana e straniera. Al primo posto per numero dei follower resta Feltrinelli, quindi Ikea e MediaWorld. A livello qualitativo, il focus dell’Osservatorio conferma come le aziende più “presenti” sui social puntino sulla costanza di pubblicazione, sull’innovazione e sulla qualità delle interazioni avute con i propri clienti o quelli potenziali. Le pagine con il maggior numero di follower, infatti, vengono aggiornate una-due volte al giorno e un buon numero di insegne mantiene il proprio profilo
aggiornato tra due e tre volte a settimana. L’analisi sulla viralità potenziale generata mostra come la quantità di contenuti pubblicati e la capacità di coinvolgere gli utenti identifichino la notorietà di ogni brand sul web. In quest’ultimo anno molte insegne hanno anche trasformato la propria pagina in un vero e proprio shop (riportando i clienti al proprio sito) o presentato offerte, facendo percepire al cliente cosa troverà nel negozio in caso di visita. L’Osservatorio Non Food 2021 ha anche stilato la classifica delle insegne del Non Food più performanti nell’uso dei social
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Tavola 1 – Top 10 insegne per utilizzo dei social network Fonte: elaborazioni TradeLab per Osservatorio Non Food 2021 di GS1 Italy
network in lingua italiana (Tavola 1). Basandosi su parametri sia quantitativi (presenza di pagina ufficiale, numerosità dei fan, capacità di ascolto, presenza di contenuti distintivi rispetto al sito Internet, viralità e frequenza di aggiornamento della pagina) sia qualitativi (livello di interazione con gli utenti e livello di coinvolgimento dei fan), al primo posto per performance si posiziona Ikea, poi Bottega Verde e Sephora. Allargando l’analisi alle insegne che rientrano nella top 10 di questo ranking, si nota che provengono da ben sei comparti merceologici differenti: profumeria (Sephora e Bottega Verde), edutainment (La Feltrinelli e Mondadori), elettronica (Gamestop e MediaWorld), abbigliamento (Primadonna e Motivi), mobili e arredamento (Ikea) e articoli sportivi (Decathlon).
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IN EVIDENZA • 83,7% - Facebook resta il social preferito e più diffuso • 64,1% - Il secondo social network più utilizzato dai retailer Non Food è Instagram • 49,5% - Terzo social per diffusione è Twitter, rimasto pressoché stabile in termini di presenza delle insegne • Le pagine con il maggior numero di follower, infatti, vengono aggiornate una-due volte al giorno e un buon numero di insegne mantiene il proprio profilo aggiornato tra due e tre volte a settimana
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DALLA PARTE DEI GIOVANI COME DOVREBBE ESSERE IL FUTURO DEL LAVORO... Tornare a lavorare in ufficio o continuare a lavorare da casa? Nestlé lo chiede a chi ha meno di 30 anni. La strada da seguire è quella di un modello ibrido che tenga conto della flessibilità e del giusto bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa ma che, allo stesso tempo, faciliti una costante presenza in ufficio, fattore imprescindibile per il futuro del lavoro. Questa richiesta emerge in modo chiarissimo dalla survey “Il futuro del lavoro in Italia” commissionata da Nestlé in Italia a Toluna con l’obiettivo di indagare le preferenze e necessità dei ragazzi e delle ragazze più giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Volendo ascoltare e dare voce a chi ha appena concluso gli studi o a chi ha appena iniziato a lavorare, lo studio riflette sul rinnovato mondo del lavoro raccontando come gli ultimi 2 anni abbiano modificato i modelli organizzativi tradizionali aprendo nuove prospettive per il futuro. In generale, nonostante le
preoccupazioni, i giovani hanno dimostrato forte capacità di adattamento alla nuova situazione lavorativa: infatti, il 74% valuta positivamente l’esperienza di lavoro degli ultimi mesi in quanto ha contribuito a favorire la propria autonomia (47%) e ha accelerato l’acquisizione di nuove competenze utili per crescere (44%). È chiaro, non mancano, alcuni aspetti negativi (a cui le aziende dovranno prestare massima attenzione) come la ridotta socializzazione (33%) e la difficoltà di “staccare” dal lavoro e godersi il tempo libero (26%): se da un lato, infatti, lo smart working regala più tempo da dedicare alle proprie attività, dall’altro rischia di portare alla mancanza di un confine netto e necessario tra lavoro e casa, a scapito della sfera privata. Insomma, la prospettiva futura di un modello di lavoro ibrido è la preferita da più della metà degli intervistati (52%), ma circa un terzo dei giovani prefeirebbe tornare totalmente in ufficio, riconoscendo i benefici e i vantaggi del lavorare in presenza rispetto al lavorare sempre da casa (12%).
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Secondo uno studio in Italia l’AR avvicinerà il commercio fisico a quello online
I TREND DEL SETTORE RETAIL PER IL 2022 Sette sono i trend che caratterizzano il nostro prossimo futuro, tra i quali: maggiore collegamento e interazione tra fisico e digitale, tecnologia digitale e mobile, il try-on virtuale e le piattaforme di reselling
Con l’ascesa dell’e-commerce e dello shopping mobile e virtuale, si è assistito a una trasformazione delle modalità in cui i consumatori effettuano gli acquisti e interagiscono con i brand. Se da un lato l’innovazione continuerà a progredire nel corso di questo decennio, dall’altro la pandemia ha
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ulteriormente evidenziato la necessità di una più rapida adozione di soluzioni innovative da parte dei retailer di tutto il mondo. Con il progredire dell’emergenza sanitaria sarà quindi fondamentale per i marchi e i retailer identificare e soddisfare con tempestività le nuove esigenze dei clienti che
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daranno forma all’esperienza e al percorso di acquisto del prossimo futuro. Per delineare un quadro approfondito del panorama degli acquisti in questo momento critico, Snapchat ha quindi realizzato uno studio condotto da Foresight Factory in dodici Paesi a livello globale (Italia compresa), arrivando a identificare le principali tendenze che caratterizzeranno l’industry del retail nell’anno appena iniziato. “Il panorama del retail del prossimo futuro sarà definito dalla convergenza delle esigenze in evoluzione dei consumatori attraverso i canali di acquisto fisici e digitali. Il quadro che emerge dal nostro studio è quello di un consumatore più connesso, che ha il potere di definire la propria esperienza di acquisto da casa o in negozio grazie al suo smartphone. Quali compagni d’acquisto fondamentali in negozio, i dispositivi mobili offrono ai retailer l’opportunità di colmare il divario tra le interazioni con il brand fatte dal vivo o online attraverso esperienze personalizzate” ha commentato Claire Valoti, VP Emea di Snap Inc. “Le tecnologie in ambito di retail, come gli specchi intelligenti, l’AR e la personalizzazione virtuale dei prodotti, offrono inoltre l’opportunità di soddisfare le nuove aspettative dei consumatori, alla ricerca di opzioni migliori, più personalizzate e funzionalità che rendono lo shopping un’esperienza più social. Poiché gli italiani cercano di stabilire nuove connessioni con il mondo fisico, ma contestualmente anche di mantenere la comodità di quello online, per rimanere competitivi i retailer dovranno valutare le soluzioni tecnologiche in grado di raggiungere questo obiettivo e accelerare ulteriormente la transizione allo shopping connesso.”
continuerà a crescere Secondo i dati dello studio di Snapchat, più della metà (57%) degli italiani afferma di aver sentito la mancanza dell’aspetto sociale degli acquisti in negozio dall’inizio della pandemia, percentuale che arriva a toccare il 63% delle donne e il 68% degli utenti della piattaforma. Se quindi nel 2022 ci si aspetta un ritorno ai negozi fisici – dove il contatto, il supporto di esperti che possano fornire consigli personalizzati e l’esperienza sociale saranno fondamentali – i consumatori italiani non vorranno rinunciare alla comodità e alla sicurezza degli acquisti online, elementi che determineranno una ulteriore crescita dell’e-commerce nei prossimi 12 mesi. Infatti, quasi un terzo (31%) dei millennial italiani dichiara che farà più acquisti online nel 2022 rispet-
I 7 TREND DEL SETTORE RETAIL PER IL 2022 •
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Nel 2022 i consumatori torneranno nei negozi fisici, ma l’e-commerce
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to all’anno precedente, pur essendoci situazioni molto differenti tra i diversi settori: se in quello della moda oltre 1 italiano su 3 (34%) prevede di fare la maggior parte dei propri acquisti online nel prossimo anno, la percentuale diminuisce sensibilmente se si guarda agli articoli per la persona (28%) e ancora di più ai prodotti alimentari (9%). •
La tecnologia virtuale riporterà i consumatori italiani nei negozi Le soluzioni di shopping basato sulla realtà virtuale e aumentata che forniscono forme di iper-personalizzazione e comodità in negozio rappresentano una grande attrattiva per i consumatori italiani e forniscono ragioni convincenti per spingerli a visitare un punto vendita. Basti pensare che il 37% dei consumatori tricolore si recherebbe in un negozio se questo avesse almeno un servizio virtuale interattivo come specchi intelligenti che permettono di provare i vestiti, schermi smart che permettono di personalizzare i prodotti e la tecnologia che consente ai clienti di verificare come gli articoli starebbero nella propria casa. Per diventare competitivi e stimolare gli acquisti in negozio i retailer italiani dovrebbero dare quindi priorità agli investimenti in tali soluzioni, individuando il mix ottimale e l’applicazione di tecnologie su misura per le esigenze dei propri clienti, i percorsi di acquisto e le loro tipologie di prodotto.
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La tecnologia mobile collegherà i brand e i consumatori lungo tutto il percorso d’acquisto Lo smartphone sarà sempre più centrale dell’esperienza di acquisto, sia da remoto sia in-store: se ormai già quasi 1 consumatore tricolore su 3 (31%) lo utilizza come canale preferito per l’acquisto di prodotti – con picchi che raggiungono il 46% dei Millennial e il 43% della Gen Z – lo smartphone rappresenta uno strumento di supporto indispensabile anche quando ci si reca in ne-
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gozio. Infatti, è quasi un quinto (18%) degli italiani a usarlo quasi sempre in-store per cercare maggiori informazioni sui prodotti, percentuale che sale ulteriormente se si guarda alle generazioni più giovani (30% della Gen Z e 26% dei Millennial). Lo smartphone rappresenta quindi la chiave per l’approccio omnicanale: incoraggiando i consumatori a utilizzare le tecnologie mobili in negozio, mai come ora c’è l’opportunità di connettere il mondo fisico e quello digitale e di circoscrivere l’intera esperienza all’interno dell’ecosistema di marca. •
Il try-on virtuale sarà una spinta significativa per l’e-commerce e la riduzione dei resi Sebbene negli ultimi anni l’e-commerce abbia registrato una forte crescita anche nel Bel Paese, rimangono alcuni aspetti di questa modalità di acquisto che rappresentano una barriera alla sua più ampia adozione, tra cui la principale è – secondo oltre 2 italiani su 5 (42%) – l’impossibilità di provare i prodotti prima di acquistarli. In questo scenario, strumenti innovativi come i try-on virtuali basati sulla realtà aumentata (AR), che consentono di visionare e provare i prodotti comodamente da casa prima di acquistarli online, saranno fondamentali per offrire un’esperienza e-commerce ottimizzata pre e post-vendita. Si stima, infatti, che l’impiego dell’AR avrebbe potuto evitare il 37% dei resi di capi d’abbigliamento acquistati online nel 2021. Inoltre, avendone intuito il potenziale, il 24% dei consu-
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matori italiani si aspetta di incrementare il proprio utilizzo dei try-on virtuali nel 2022, aprendo ampie opportunità per i retailer che sapranno innovare la propria offerta in maniera tempestiva. •
L’AR sarà sempre più popolare e richiesta dagli italiani L’AR ha già iniziato a farsi largo nell’esperienza di shopping tricolore: dallo studio di Snapchat, infatti, emerge che il 13% degli italiani l’ha già utilizzata nel processo di acquisto e, di questi, il 56% afferma che l’ha incoraggiato a comprare qualcosa. E questo è solo l’inizio: infatti, il 2022 sarà il punto di partenza di un percorso che si stima porterà entro il 2025 ad avere più di un quarto (18%) dei consumatori della Gen Z a impiegarla prima di un acquisto. I settori in cui l’utilizzo del try-on basato su AR verrebbe preferito alla visita in negozio sono in primis la moda (abbigliamento e accessori) e il beauty (trucchi o tinte per capelli), entrambi indicati dal 33% dei rispondenti. Seguono mobili (28%) e articoli di lusso (18%). In definitiva, introdurre l’AR all’interno degli e-commerce fornirà ai retailer la via più sicura per ottenere una differenziazione del percorso d’acquisto, un vantaggio competitivo e maggiori ricavi.
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I retailer devono prepararsi all’economia virtuale degli NFT Virtuale è ormai sempre più reale: basti pensare che il 56% dei consumatori in Italia prenderebbe in considerazione l’acquisto di un prodotto virtuale, il che indica una significativa espansione dell’economia virtuale nel prossimo decennio. Nonostante in Italia la conoscenza del fenomeno non sia ancora estremamente diffusa, l’interesse è forte: sempre più spesso, infatti, gli italiani si affidano all’esclusività offerta dagli NFT (non-fungible tokens, ovvero oggetti digitali da collezione con un certificato di
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proprietà), delle “opere d’arte” virtuali che consentono di possedere pezzi unici, indipendentemente dalla loro esistenza fisica, colmando così l’esigenza di esclusività manifestata soprattutto dalla Gen Z (31%). •
Le piattaforme di reselling si consolideranno come alternativa sostenibile Consapevolezza ambientale, economia circolare e mentalità imprenditoriale stanno dando ampio spazio al fenomeno della compravendita online: infatti, 4 consumatori italiani su 10 hanno già acquistato un prodotto tramite una piattaforma di reselling. Queste realtà offrono un canale di shopping alternativo, peer-to-peer, il cui potenziale è dirompente non solo perché risponde alla sensibilità green delle nuove generazioni, ma anche perché scaturito da un anno ancora con pochi stimoli, ispirazione o interazione sociale, incorporando molteplici elementi di attrattività per i consumatori quali la convenienza, la possibilità di trovare prodotti che sono andati esauriti altrove la ricerca di pezzi unici. Si tratta in definitiva di uno spazio da esplorare, adocchiato anche dai grandi retailer, che hanno lanciato programmi di riacquisto e rivendita su scala mondiale. Ma è anche uno spazio in cui viene valorizzata la dimensione locale, aspetto che ben si sposa con l’approccio dei consumatori italiani, se si considera che 51% afferma di supportare maggiormente le imprese locali dall’inizio della pandemia.
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Si registra una crescente tendenza a comprare prodotti salutari
ITALIANI E SPESA ONLINE: COME SONO CAMBIATE LE ABITUDINI DI CONSUMO Diminuisce il dato relativo alla spesa totale effettuata online mentre il numero complessivo di ordini è salito. La zona d’Italia che ha visto maggiormente l’affermarsi della spesa online nelle proprie abitudini è stato il Nord-Est Da qualche mese si è concluso il 2021 che, benché in maniera differente rispetto al 2020, ha visto ulteriori cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini di consumo degli italiani, complice la continua evoluzione dell’emergenza sanitaria. In uno scenario in costante mutamento, Everli – il marketplace della spesa online – ha voluto analizzare i propri dati per fornire un’istantanea delle tendenze che hanno caratterizzato la spesa online lungo tutto lo Stivale negli ultimi 12 mesi. In particolare, attraverso il suo terzo Report Annuale ha evidenziato trend e cu-
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riose differenze tra le diverse regioni e province, indagando se e come siano cambiati i comportamenti di acquisto in Italia. I TREND DELLA SPESA ONLINE
In base al report di Everli relativo al 2021, la classifica delle 10 categorie di prodotto più acquistate dai consumatori del Bel Paese è parecchio cambiata rispetto allo scorso anno, con una crescente tendenza a comprare prodotti salutari. Nello specifico, si conferma capolista di questo speciale ranking la categoria “verdura”, subito seguita da “frutta” (2°
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posto), spodestando la categoria merendine, che nel 2021 si ritrovano solo al settimo posto. Questa tendenza “healthy” si conferma anche guardando al resto della classifica, che vede quest’anno posizioni più alte occupate da categorie quali pasta di semola corta (3°), insalate pulite e lavate (6°), pane (9°) e agrumi (10°) e registra l’uscita dalla top 10 di categorie particolarmente apprezzate nel 2020, come formaggi e salumi, latte e burro, gelati e scatolame, così come le farine e i preparati per pane e pizza fatti in casa (che nel 2020, complice il lockdown, avevano raggiunto uno stellare +5.046% rispetto al 2019). IL CARRELLO ONLINE DEGLI ITALIANI
Negli scorsi 12 mesi, complici limitazioni meno severe rispetto ai lockdown del 2020, il dato relativo alla spesa totale effettuata online in Italia è fisiologicamente leggermente sceso (-4%), mentre il numero complessivo di ordini è salito (+6%), benché con un valore medio del carrello inferiore (-9,8%): segno che i consumatori dello Stivale nel 2021 hanno integrato la spesa effettuata online nella loro quotidianità, gestendo un numero maggiore di spese, ma un po’ più “piccole”. La zona d’Italia che ha visto maggiormente l’affermarsi della spesa online nelle proprie abitudini è stato il Nord-Est (Friuli-Venezia-Giulia e Veneto): infatti, Venezia (+17,5%), Udine (+17%) e Trieste (+15%) sono le tre città dove si è registrata la crescita maggiore anno su anno. Per quanto riguarda l’organizzazione della spesa, le abitudini degli italiani sono parzialmente cambiate rispetto all’anno precedente: infatti, se nel 2020 era il lunedì il giorno preferito per ordinare la spesa online, nel 2021 è il venerdì la giornata abitualmente deputata a questa attività. La domenica, invece, anche nel 2021 rimane il giorno in cui si registrano meno ordini sulla piattaforma. Sul fronte orari, il mattino si conferma il momento più gettonato per ordinare la spesa online, soprattutto tra le 10 e le 11. Infine, l’app per la
spesa è di gran lunga preferita dagli abitanti del Bel Paese rispetto alla versione web (68% vs 31%), con una crescita di ben 7 punti percentuali rispetto al 2020. LE EVIDENZE PIÙ INTERESSANTI PER OGNI CATEGORIA
Indagando più nel dettaglio i dati di Everli e mettendo a confronto le abitudini di acquisto online lungo lo Stivale, emergono interessanti curiosità e differenze su gusti e comportamenti dei consumatori tricolore. Nel corso dell’ultimo anno, Messina è stata la provincia italiana che ha acquistato il maggior numero di prodotti della categoria frutta e verdura (18%), guadagnandosi dunque lo scettro di città più “salutista” del Paese. Mentre l’Emilia-Romagna si riconferma per la terza volta consecutiva la regione più healthy dello Stivale, con ben 3 province nella top 10: Bologna (2° posto), che sale di quattro gradini rispetto al 2020, Parma e Modena, rispettivamente in 4° e 6° posizione. Sondrio, invece, si aggiudica il primato di città più “godereccia” d’Italia per l’acquisto online di dolciumi, seguita da Napoli al secondo posto e da Taranto (3°). Le spese più ingenti di carne e pesce sono state effettuate in provincia di Caserta: è, infatti al primo posto, con questa categoria che pesa ben il 22% del totale delle spese effettuate. Le fanno compagnia sul podio, Imperia al secondo posto e Alessandria (3°). Top 10 categorie di prodotto più acquistate nel 2021 1. Verdura
6. Insalate pulite e lavate
2. Frutta
7. Merendine
3. Pasta di semola corta
8. Pomodori
4. Acqua naturale
9. Pane a fette
5. Uova
10. Agrumi
Fonte: Everli - I dati riportati sono calcolati sulla base degli acquisti effettuati dagli utenti di Everli tramite sito web o app nei periodi gennaio-dicembre 2021. Le informazioni sono raccolte in forma anonima e vengono utilizzate a scopo esclusivamente statistico.
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L’OFFERTA FOOD ONLINE DELLE PICCOLE AZIENDE BIO Il caso Deli’Vrac in Svizzera è un progetto interessante, coraggioso e attento alla sostenibilità, che gode di una clientela potenziale sufficientemente ampia in Svizzera. La grande coerenza su tutti i dettagli e la selezione accurata di piccoli produttori locali sono i punti di forza di Deli’Vrac di Fabrizio Valente Founder e AD di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Deli’Vrac è l’evoluzione di un progetto nato da cinque studenti e sviluppato da due giovani molto motivati a migliorare i modelli di vita e di consumo in modo sostenibile. L’obiettivo è semplice e chiaro: sviluppare un’offerta di food online naturale e di piccole aziende locali, per lo più certificate bio, con un modello a basso impatto sull’ambiente. L’assortimento
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già diffuso nei negozi fisici nel mondo dell’ecommerce, dove era poco presente, lanciandosi con lo slogan ‘L’imballaggio in meno, la consegna in più’. Nel 2020 l’attività ha potuto trarre vantaggio dalla crescita delle vendite online dovute alla pandemia. La coerenza del progetto è sviluppata a 360°: il conto è stato aperto presso una Banca Etica Svizzera e la piattaforma ecommerce usata per l’hosting è Infomaniak, un data server certificato che è il più sostenibile di tutta la Svizzera, non necessitando di raffreddamento e usando solo energie rinnovabili (ed è noto quanta energia usino i dataserver). COMMENTO FINALE KIKI LAB
include varie categorie alimentari (con l’esclusione dei freschi), prodotti cura casa, cura persona e prodotti per il leisure di 36 piccoli fornitori.
Un progetto interessante, coraggioso e attento alla sostenibilità, che gode di una clientela potenziale sufficientemente ampia in Svizzera. La grande coerenza su tutti i dettagli e la selezione accurata di piccoli produttori locali sono i punti di forza di Deli’Vrac. Sfida: riuscire ad ampliare il raggio delle consegne ed estendere l’assortimento anche ai prodotti freschi.
SUSTAINABLE EXPERIENCE
Il nome Deli’Vrac sta per ‘prodotti di qualità sfusi’ e il focus principale è la riduzione del packaging: se il cliente è d’accordo poiché possiede già dei contenitori a casa, molti prodotti vengono consegnati in sacchetti di tessuto. I vuoti in vetro (barattoli e bottiglie) sono a rendere con cauzione: si tratta di un meccanismo fidelizzante che spinge i clienti ad effettuare nuovi ordini, dal momento che la cauzione viene restituita al momento dell’ordine successivo. Per ottimizzare la logistica e ridurre l’impatto del trasporto, gli ordini della settimana fino alla domenica sera vengono consegnati la settimana successiva fra il martedì e il venerdì. Deli’Vrac, in sostanza, replica un modello
Caso tratto dalla ricerca internazionale Retail Innovations 16 Deli’Vrac – Svizzera Una start-up basata su un progetto di ecommerce food sostenibile e attento alla coerenza di tutti i dettagli, dai prodotti al packaging fino al data center Area chiave Sustainable Experience Info chiave • • •
Ecommerce food sostenibile 2019: lancio 36 fornitori locali certificati bio
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Cosa spinge le persone ad andare oltre e a decidere di rivelare i propri dati
PRIVACY E MARKETING: QUANTO REALMENTE SIAMO SPIATI Se da un lato i brand costruiscono proposte convincenti per ottenere i dati personali, dall’altra i clienti si assicurano il formidabile vantaggio di accedere a promozioni, offerte e informazioni utili: una best-practice di scambio di valore bidirezionale Stefania Giuseppetti
Oggigiorno, attraverso l’uso della tecnologia, viene scambiata una mole sempre più elevata di informazioni e ognuno di noi, utilizzando dispositivi e applicazioni, lascia tracce utili alla sua identificazione. I dati sensibili sono quelle informazioni personali che riguar-
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dano la sfera più intima dell’individuo e che, pertanto, necessitano di una speciale protezione. Informazioni che possono rivelare non solo le generalità o riferimenti di contatto, ma anche dati familiari, origine etnica, convinzioni religiose o filosofiche, opinioni politiche, adesione a sindacati o associazioni, stato di salute, vita sessuale, ma anche informazioni soggettive come valutazioni e opinioni. I DATI DEI CONSUMATORI: GRANDE RICCHEZZA PER LE AZIENDE
La profilazione degli utenti è una grande ricchezza per le aziende, che mirano ad ideare e produrre prodotti e servizi su misura per target di consumatori sempre più specifici. Da uno studio che Google ha commissionato ad Ipsos (società multinazionale di ricerche di mercato e consulenza, fondata nel 1975), intitolato “Privacy by Design: Exceeding Customer Expectations”, risulta che l’80% degli utenti europei intervistati sono preoccupati
per il potenziale uso improprio delle informazioni personali, eppure il 93% ha fornito alle aziende dati che potrebbero essere ritenuti sensibili (ad esempio nome, indirizzo, informazioni di contatto, dati anagrafici e dati familiari), mentre solo il 3% crede di avere il controllo completo della divulgazione e della rimozione dei propri dati online. Ma allora, a prescindere dalle preoccupazioni, cosa spinge le persone ad andare oltre e a decidere di rivelare la propria “privacy”? ESISTE UNA RELAZIONE TRA COSTO E BENEFICIO
La disponibilità dei consumatori è proporzionale alla relazione che esiste tra il “costo” e il “beneficio”. Assistiamo, quindi, a una complessa serie di atteggiamenti e comportamenti contraddittori da parte dei consumatori, come ha anche sottolineato Katherine Jameson Armstrong, Head of Qualitative media research presso
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Ipsos Mori. Se da un lato i brand costruiscono proposte convincenti per ottenere i dati personali, dall’altra i clienti si assicurano il formidabile vantaggio di accedere a promozioni, offerte e informazioni utili: una best-practice di scambio di valore bidirezionale. Matt Brittin, Presidente di Business and Operations di Google in Emea, ha dichiarato che «La privacy non è più un nice to have: per i clienti è essenziale. I nostri risultati oggi mostrano che le persone sono disposte a condividere i loro dati, a condizione che i brand siano trasparenti sui dati che raccolgono, come vengono utilizzati e qual è il vantaggio per il cliente. Non c’è futuro per la pubblicità digitale senza privacy. È vitale che i brand si adattino a questo panorama in evoluzione investendo in una migliore misurazione endto-end, creando uno scambio di valore chiaro e bidirezionale incentrato sui dati di prima parte e abbracciando nuove competenze e partnership». LA NORMATIVA SUI DATI SENSIBILI
I dati sensibili sono soggetti, per la loro delicatezza, ad un particolare trattamento giuridico. Dal 10 Gennaio 2022 le aziende che hanno sede in Italia o che si rivolgono a utenti con sede in Italia, dovranno adeguarsi alle nuove direttive previste dal GDPR (General Data Protection Regulation). Se il sito web utilizza solo cookie tecnici, deve dare l’informazione in home page o nell’informativa del sito. Se invece il sito web utilizza anche altri cookie «non tecnici» deve mostrare un banner a comparsa immediata e di adeguate dimensioni. I banner devono contenere: - un comando per accettare tutti i cookie o anche altre tecniche di tracciamento; - un comando per chiudere il banner senza prestare il consenso all’uso dei cookie; - il link all’informativa completa. In tema di consenso è importante ricordare
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che il sito web potrà riproporre il banner per il consenso agli utenti che lo hanno negato solo in alcuni casi; ad esempio se cambiano le condizioni del servizio o siano trascorsi almeno 6 mesi dall’ultima richiesta. Lo scrolling di una pagina non è automaticamente una forma di consenso all’uso dei cookie. Non si può essere costretti ad esprimere il consenso per fruire dei contenuti di un sito (illecito il cosiddetto ‘cookie wall’). Bisogna mettere in grado gli utenti di rifiutare i cookies con la stessa semplicità con cui possono accettarli.
IN EVIDENZA • I dati sensibili sono quelle informazioni personali che riguardano la sfera più intima dell’individuo e che, pertanto, necessitano di una speciale protezione • La profilazione degli utenti è una grande ricchezza per le aziende, che mirano ad ideare e produrre prodotti e servizi su misura per target di consumatori sempre più specifici • I dati sensibili sono soggetti, per la loro delicatezza, ad un particolare trattamento giuridico. Dal 10 Gennaio 2022 le aziende che hanno sede in Italia o che si rivolgono a utenti con sede in Italia, dovranno adeguarsi alle nuove direttive previste dal GDPR (General Data Protection Regulation)
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Per l’utente è impossibile riconoscere la tipologia di rete commerciale di un marchio
SOLO IL FRANCHISING “VA A RETE”… Servirebbero maggiori informazioni per individuare la vera “natura” dell’azienda che i consumatori hanno davanti di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising
È fuori dubbio come già nel linguaggio comune sia frequente rilevare la poca chiarezza nell’uso appropriato del termine “rete” o “catena”. Ciò si verifica molto spesso proprio quando strutture reticolari adottano un medesimo marchio o logo o insegna di riconoscimento. E, se da un lato, è già molto difficile comprendere se le strutture partecipanti a tali “circuiti” siano giuridicamente ed economicamente indipendenti, ancora
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più difficile risulta capire la presenza della specifica regolamentazione contrattuale adottata da tali strutture. Una tale situazione è sempre più spesso liquidata con l’uso di termini più ricorrenti e “di moda”, “di tendenza”, cioè, con la semplicistica identificazione di “rete/catena di franchising”, ma ciò può o potrebbe non essere la realtà. Infatti, il franchising non è l’unica modalità per esercitare una attività a e in rete con utilizzo del medesimo marchio o logo o insegna. Più precisamente, non è l’unico strumento contrattuale con il quale si può costruire e gestire una rete commerciale. LE TIPOLOGIE DI “COMMERCIO”
Alcuni elementi importanti da sapere, anch’essi poco conosciuti al grande pubblico, sono le tipolgie di commercio adottate dalle aziende. Nel commercio di beni e servizi le aziende (anche organizzate a o in rete) nell’attuare la loro attività commerciale utilizzano i cosiddetti canali di distribuzione, cioè, “un insieme di istituzioni che concorrono a far defluire le merci/i servizi verso il mercato”, o anche, “un insieme di unità operative, interdipendenti, ordinate in sequenza che svolgono le operazioni distributive necessarie per trasferire la proprietà o il possesso di un bene dal produttore al consumatore o utilizzatore finale o per trasferire un servizio all’utilizzatore finale, generando un flusso logistico, d’informazioni, promozionale e monetario”. Il “commercio” (inteso come beni e/o servizi) che può essere: • Commercio indipendente – fa riferimento ad imprese commerciali tradizionali presenti a livello di ingrosso e di dettaglio. • Commercio associato – è formato da commercianti indipendenti che si associano operando sia a livello di ingrosso, sia a livello di dettaglio: gruppi di grossisti, gruppi di acquisto di dettaglianti, catene volontarie, ecc..
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Commercio integrato – è quello che comunemente viene chiamato “grande commercio concentrato”. Detiene una grande forza finanziaria e distributiva e si rivolge direttamente alle aziende produttrici. Può assumere matrice cooperativa o a capitale (succursali, grandi magazzini, ecc.). • Commercio organizzato – si intende l’insieme del commercio integrato e del commercio associato. Infine, possiamo concludere con una classificazione delle reti commerciali: • Reti di commercio indipendente organizzato - Nel commercio indipendente organizzato, un’organizzazione a capo della rete distribuisce i propri prodotti o servizi attraverso l’intermediazione di società indipendenti che sono collegate ad essa da un accordo (tecnico-contrattuale). • Reti di commercio associato - Il commercio associato corrisponde alla funzione di una rete di punti vendita nei quali gli imprenditori – proprietari di un punto vendita – si sono associati
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in capitale (tecnica societaria) al gruppo per sviluppare mezzi comuni (centrali di committenza e di magazzino, sede centrale, filiali,..). Nel commercio associato, i gruppi di commercianti associati sono organizzati intorno a una struttura centrale che può assumere diverse forme di formale e sostanziale aggregazione. • Reti miste - La rete mista è una rete in cui si trovano diverse modalità di sviluppo: - una parte costituita da punti vendita integrati (filiali) che appartengono all’organizzazione a capo della rete per ragioni strategiche o economiche; - un’altra parte, costituita da punti vendita funzionanti sotto forma di commercio organizzato indipendente collegate al titolare di rete da diverse forme contrattuali. LA CHIAREZZA NECESSARIA
In Italia, a differenza, ad esempio, della
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Francia (la nazione dove la presenza di reti commerciali è la più alta d’Europa) non esiste una norma che imponga di informare il consumatore se un punto vendita/servizio stia operando in un contesto di rete e sia effettivamente indipendente rispetto ad altri operatori della stessa rete e rispetto al marchio sotto il quale opera. Come prima considerazione da fare deriva dal fatto che l’informazione sulla tipologia di contratto adottata da un marchio per regolamentare il rapporto tra titolare della rete e aderente alla rete, non è solo un obbligo che giunge da disposizioni civilistiche in temi di trattativa precontrattuale (“Le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, devono comportarsi secondo buona fede”, art.1337), ma giunge anche dalla necessità di non dover operare con modalità che potrebbero facilmente sfociare in pericolose forme di “pubblicità ingannevole” soggette a possibili provvedimenti da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (come già accertato dalla stesso
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organismo). Infatti, in recente passato, sul tema è intervenuta proprio l’AGCM verso reti che comunicavano ai potenziali aderenti una forma che aveva le sembianza e “appariva” essere “franchising”, ma, invece, la forma contrattuale adottata era di tutt’altra natura. L’AGCM, in un caso specifico, rilevò “che il messaggio, considerato nel suo complesso, non è affatto costruito in modo tale da escludere la confondibilità dell’iniziativa con l’adesione ad una rete in franchising” e chiarì e ben sottolineò che nell’allestire il network dei propri negozi, un marchio non è costretto ad utilizzare il contratto di franchising, “ma, una volta effettuata la sua scelta imprenditoriale, l’operatore pubblicitario ha l’onere di costruire la comunicazione pubblicitaria in modo chiaro e veritiero” ed il messaggio emesso nel caso in oggetto, “omettendo di fornire indicazioni inequivoche ed espresse circa la pluralità di strumenti contrattuali utilizzati (...) per regolare i rapporti di collaborazione commerciale pubblicizzata, ed evocando contenuti del tutto analoghi a quelli presenti nel rapporto di franchising, anche per come utilizzati e percepiti nella prassi, appare idoneo ad ingenerare nei destinatari elementi confusori con il contratto di franchising”.
e l’adattamento al mercato italiano. Da tale certificazione si ha certamente la necessaria utilità per raggiungere scopi di chiarezza in quanto specifica quali tipologie di reti possono adottarla per i loro servizi, ma anche per le modalità e le forme di loro offerta e gestione, previsti e strutturati all’interno dell’organizzazione della rete stessa e posti a favore degli aderenti e dei consumatori. Da tale elenco rileviamo che le reti commerciali (di beni e di servizi) possono costituirsi assumendo le seguenti strutture giuridiche ed adottando la conseguente forma contrattuale (in ordine alfabetico): • Affitto/Locazione e Usufrutto di azienda; • Associazione di via/strada; • Centro commerciale naturale; • Centro commerciale pubblico; • Concessione alla vendita (Distribuzione); • Consorzio; • Conto vendita (merci in conto vendita); • Cooperativa; • Distribuzione selettiva (riconducibile alla Concessione); • Franchising (affiliazione commerciale); • GEIE (Gruppo Europeo di Interesse
QUANDO SIAMO IN PRESENZA DI UNA RETE
Come fare, quindi, a comprendere quale sia la forma di rete che ci troviamo davanti? E come comprendere quale forma contrattuale può essere inquadrabile come “rete”? Al riguardo può essere un utile supporto quanto previsto da una specifica certificazione volontaria prevista da un noto ente certificatore, denominata: “certificazione dei servizi delle reti di commercio organizzato indipendente e di commercio associato”, operativa proprio in Francia e, per alcuni anni, disponibile anche in Italia grazie all’attività di chi vi scrive e che ne ha curato l’impostazione
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Economico); Gruppo di acquisto al dettaglio; Gruppo di acquisto all’ingrosso; Joint venture; Licenza di marchio (Licensing); Partenariato (commerciale); Rete di imprese (rete soggetto); Rete di vendita con operatori intermediari; • Società consortile; • Unione volontaria. Indubbiamente, si tratta di vasto elenco e se consideriamo che non tutte le categorie di rete elencate hanno una specifica regolamentazione in quanto si configurano come contratti atipici e/o contratti non regolamentati, comprendiamo facilmente come il consumatore, l’utente o anche un potenziale aderente alla rete non è detto possa immediatamente riconoscere come si configuri la struttura che si trova innanzi. Ovviamente, tutte queste forme contrattuali hanno la necessità di essere strutturate con appositi adattamenti per la predisposizione e la gestione di una rete commerciale, attività professionale di assoluta (e rara) specializzazione. • • • • • • •
LA CHIAREZZA POSSIBILE
Pur essendo temi molto dibattuti e, in passato, anche oggetto di proposte e disegni di legge di riforma del franchising (l’ultima a cura della non più esistente associazione IREF Italia, in collaborazione con AZ Franchising e ANCommercialisti), una chiarezza in merito è certamente possibile anche con provvedimenti normativi tendenti alla semplice, ma dovuta, trasparenza al fine di rendere obbligatoriamente nota (almeno) tale informazione: • con apposita registrazione presso il Repertorio Economico Amministrativo; • negli atti e nella corrispondenza delle imprese che sono titolari di rete; • negli atti e nella corrispondenza degli aderenti a reti;
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con una pubblica affissione in locali aperti al pubblico da parte degli aderenti a rete. Ma non sarebbe poi così male una attività di autotrasparenza con l’attuazione degli ultimi tre punti in una forma autonoma da parte della rete stessa.
IN EVIDENZA • Il franchising non è l’unica modalità per esercitare una attività a e in rete con utilizzo del medesimo marchio o logo o insegna. Più precisamente, non è l’unico strumento contrattuale con il quale si può costruire e gestire una rete commerciale • In Italia non esiste una norma che impone di informare il consumatore se un punto vendita/servizio stia operando in un contesto di rete e sia effettivamente indipendente rispetto ad altri operatori della stessa rete e rispetto al marchio sotto il quale opera • La certificazione dei servizi delle reti di commercio organizzato indipendente e di commercio associato specifica quali tipologie di reti possono adottarla per i loro servizi, ma anche per le modalità e le forme di loro offerta e gestione, previsti e strutturati all’interno dell’organizzazione della rete stessa e posti a favore degli aderenti e dei consumatori
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La vita è una questione di scelte. Io ho scelto
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È sempre importante rispettare i più elementari sentimenti di correttezza ed “equità”
IL FRANCHISING E IL RAPPORTO NELLA RETE TRA AFFILIATI Esclusiva e know how: i due elementi più dibattuti sui quali è necessario fare dei chiarimenti e degli approfondimenti
di Alessio Molinarolli - Avvocato
Può capitare che nell’ambito di una rete di franchising si vengano a creare frizioni tra affiliati o, più in genere, si verifichino situazioni che fanno emergere il rapporto anche concorrenziale esistente tra gli stessi. Il tema suscita spesso un vivace dibattito in quelle reti nelle quali
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a ciascun affiliato viene assegnata un’area di esclusiva, all’interno della quale il più delle volte il franchisor si impegna a non concedere altre affiliazioni e, in qualche caso, a non aprire punti vendita diretti. La clausola di esclusiva, pur essendo una previsione solo eventuale e non essenziale del contratto di franchising, spesso rappresenta sia un incentivo all’affiliazione sia un efficace strumento di governo della rete, che il franchisor può utilizzare per tutelare la stessa redditività dei propri affiliati, superando o gestendo il problema della concorrenza intrabrand. Spesso, proprio per questo motivo, la clausola di esclusiva contiene anche una correlativa limitazione a carico dell’affiliato, vietando allo stesso di operare al di fuori dell’area in questione (con tutte le considerazioni in ordine alla validità sotto il profilo antitrust di alcune clausole ove non limitate alle c.d. vendite attive). Una recente pronuncia del Tribunale di Brescia si è occupata di una controversia tra affiliati utile al fine di chiarire la problematica (Sentenza 4 aprile 2020, n. 692). La fattispecie aveva una sua peculiarità, dal momento che il franchisor si era premurato di far sottoscrivere una sorta di regolamento agli affiliati, nell’ambito del quale venivano individuate alcune regole di comportamento e collaborazione tra gli stessi proprio in tema di aree territoriali, prevedendo persino obblighi di pagamento per eventuali segnalazioni e penali per il caso di violazione. E, in effetti, la controversia era stata promossa da un affiliato nei confronti di altri due, rimanendo estraneo il franchisor. Al di là delle argomentazioni in concreto utilizzate dalle parti, sulle quali chi vorrà potrà approfondire, la sentenza dichiara l’infondatezza della domanda dell’affiliato, sancendo, in definitiva, che la questione della violazione di aree di esclusiva assume comunque rilevanza solo nella relazione verticale con l’affiliane e non in quella
APPROFONDIMENTO: IL SIGNIFICATO DEL FRANCHISING Letteralmente la parola franchising significa privilegio o franchigia. Deriva dal termine franchise che significa concedere franchigia o licenza. Come riportato dall’Enciclopedia Treccani: “Nel linguaggio economico, sistema di collaborazione tra un produttore, o comunque un offerente, di beni o di servizi (detto franchisor ‹frä′nčai∫ë›) e un distributore (franchisee ‹frä′nčai∫ii›), fondato su un contratto in base al quale il primo cede al secondo la facoltà (franchise ‹frä′nčai∫›) di sfruttare, a determinate condizioni e dietro pagamento di una somma stabilita, brevetti, marchi di fabbrica, nome, insegna, o anche una semplice formula o un segreto commerciale a lui appartenenti. Il sistema (di vecchia origine statunitense, ma diffusosi internazionalmente a partire dalla seconda guerra mondiale soprattutto nel settore alberghiero, della ristorazione e della distribuzione al dettaglio) si presenta con numerose varietà di tipi e categorie, ma in tutti i casi istituisce un rapporto tra produttore o impresa di servizî o grossista da una parte e distributore dall’altra (mai quindi tra grossista e grossista)”.
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I PROTAGONISTI DEL FRANCHISING I veri protagonisti del franchising sono il franchisor, o affiliante, e il franchisee, o affiliato. • Il franchisor è il titolare di prodotti o servizi che concede all’affiliato per commercializzarli utilizzando i propri segni distintivi, il proprio know-how e la propria assistenza. • Il franchisee dovrà rispettare gli standard e i modelli di gestione e commercializzazione che vengono decisi dal franchisor. A regolare il rapporto tra le due parti è il contratto che è redatto dal franchisor e fissa diritti e obbligazioni delle due parti definendo tutte le caratteristiche formali del franchising in questione, tenendo conto della legislazione vigente in materia. Il franchisor potrebbe richiedere al franchisee un corrispettivo economico, la fee d’ingresso, alla firma del contratto, e una royalty che permette al franchisor di offrire all’affiliato ricerca, sviluppo e supporto per tutta la rete.
orizzontale tra affiliati. ALCUNE CONSEGUENZE FRANCHISOR
PER
IL
Prendendo spunto dalla pronuncia citata, è naturale formulare quale riflessione sul ruolo
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del franchisor in vicende analoghe, facendo attenzione a ciò che comporta la concessione di zone di esclusiva o l’assegnazione, come limite, di aree di competenza. Si tratta di strumenti sicuramente utili ma che comportano alcuni “oneri” di gestione, dal momento che, in caso di violazione dell’area da parte di un affiliato, si potrebbe porre il tema non tanto della facoltà (scontata) dell’affiliante di agire contro il contraente inadempiente quanto addirittura l’eventuale obbligo di farlo a tutela degli altri. La tematica non è nuova ed attiene alla gestione del cosiddetto free rider nella rete di franchising. A chi scrive sembra che, se l’uniformità di comportamento della rete, a beneficio della tutela del know-how e, si aggiunge, degli stessi consumatori, assume un ruolo centrale nel fenomeno del franchising, allora anche la repressione dei comportamenti che la fanno venire meno dovrebbe essere considerata alla stessa stregua. Il tutto, sempre, avendo presente il faro (ed anche il limite) rappresentato dalla clausola di buona fede oggettiva, ribadita forse pleonasticamente nella legge 129/2004 ma che è in grado di sorreggere interpretazioni il più delle volte in linea con i più elementari sentimenti di correttezza ed “equità”.
/ OCCHIO ALLA LEGGE /
IN EVIDENZA I vantaggi del franchising • Accesso al capitale: Espandere un’attività in franchising consente di espandersi con poco debito. L’attività si espande man mano che il capitale diventa disponibile da parte degli affiliati invece di assumere debiti attraverso prestiti. • Espansione veloce e semplice: Avviare un franchising permette una crescita semplice, poiché l’apertura di un nuovo punto non è solo a carico di un imprenditore (in termini di costi e tempo), ma di due! Questo permette alla rete di crescere velocemente e con molto meno impegno. • Riduzione del rischio imprenditoriale: Questo è forse il vantaggio più grande per un franchisor, ovvero veder la propria azienda espandersi riducendo il proprio rischio imprenditoriale. Poichè il franchisee si assume il debito e la responsabilità del proprio punto affiliato, l’affiliante ottiene tutti i vantaggi di una posizione aggiuntiva senza assumersi il rischio. • Crescita del marchio: Più aperture si faranno, più il marchio crescerà. Questo consentirà al franchisor non solo di avere sempre più clienti, ma anche di poter vendere le affiliazioni ad un prezzo maggiore, proporzionato alla crescita del Brand. • Potere d’acquisto: Se stai gestendo un’attività autonoma e devi ordinare prodotti o forniture per realizzare i tuoi prodotti, stai pagando più denaro per articolo perché il tuo ordine è relativamente piccolo. Tuttavia, una rete di franchising ha l’opportunità di acquistare beni con uno sconto profondo acquistando all’ingrosso. Il franchisor potrà quindi ridistribuire i prodotti nei punti affiliati applicando un mark up grazie all’acquisto all’ingrosso. • Gestione dei dipendenti: Il franchisor dovrà preoccuparsi solo di fornire agli affiliati la giusta formazione, mentre tutta la gestione dei dipendenti, invece, sarà a carico del franchisee. Questo consente al franchisor di ottimizzare le gestione dei punti vendita affiliati.
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/ IL SEGNALIBRO /
NUDGE SOLUTIONS PROGRAM - Сambiamento gentile e strumenti per una leadership aperta Autore: Paolo Bruttini - Massimo Lugli Editore: Guerini Next Pagine: 208 / Prezzo: € 24,00
Il libro edito da Guerini Next sviluppa concetti chiave di un approccio all’organizzazione che ribalta le prospettive tradizionali, e la realtà aziendale descritta ne dimostra ampiamente la fattibilità. Il libro attraverso una serie di strumenti pratici vuole dare gambe e cuore a chi ha voglia di innovare le organizzazioni. Il tutto sviluppato in chiave Nudge, la cosiddetta “spinta gentile” di cui parla il premio Nobel 2017 Richard H. Thaler, che applicata a questo specifico ambito, assume la forma di architetture relazionali per aiutare le persone a dare il meglio di sé, riducendo gli sforzi e i conflitti, agendo in modo semplice. Nudge è semplicità! Oggi si ritiene che, per un’azienda, sia sempre più importante concentrarsi non solo sul cosa e come fare le cose ma anche il perché lo si fa. L’esigenza di fare, applicare, implementare, passare velocemente all’azione, non può in ogni caso essere disgiunto dal perché è importante. Ciò che facciamo e come lo facciamo ha senso? Perché stiamo lavorando così? Ecco che questo testo presenta una serie di strumenti che rispondono alle domande di “come e cosa fare” ma mette al centro la dimensione del perché, della visione verso cui si vuole tendere.
AL CUORE DELLA LEADERSHIP Autore: Giovanni B. Vacchi - Danilo Zatta Editore: Hoepli Pagine: 232 / Prezzo € 19,90
Interviste, idee, consigli, visioni sul futuro, e alcune delle biografie narrate dei più grandi leader della Storia. Due manager italiani, con la medesima passione, raccontano l’arte e il cuore del loro essere leader. Attraverso un testo agile e innovativo, fatto di tag e cloud, Al cuore della leadership è un libro ispirazionale. Un testo che si interroga sulla necessità del fare in un continuo rimando tra passione e performance, tra decisionalità e sogni di gioventù, e che mette in campo tutto ciò che rende grande un’impresa: la solitudine, le scelte, la condivisione, gli orizzonti verticali che ci attendono, le sfide che porteranno a domani, il tempo collaborativo, persino le sconfitte che ci faranno crescere. Al cuore della leadership parla dell’arte del prendere decisioni, non solo con la testa ma, di più, con il cuore. Di un leader.
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/ IL SEGNALIBRO /
QUAT T R O STAGION I PE R V IV E R E Autore: Mauro Corona Editore: Mondadori Pagine: 288 / Prezzo: € 19,50
Per sostentare la madre malata, Osvaldo ha bisogno di carne, e parte a caccia di camosci. Si prepara a passare parecchio tempo nel freddo del bosco, quando si imbatte in quello che sembra un enorme colpo di fortuna. Un camoscio appena ucciso, sepolto nella neve dai cacciatori, che verranno a riprenderselo. Osvaldo cede alla tentazione e prende il camoscio. Non ci vorrà molto perché i legittimi proprietari, i gemelli Legnole, due brutte persone, di corpo e di anima, vengano a sapere chi ha rubato il loro camoscio. E decidano che il colpevole dovrà pagare con la morte. Inizia così per Osvaldo un anno di vita in mezzo ai boschi e alle montagne, tra agguati, pedinamenti, rischi mortali, in fuga dalla ottusa follia dei gemelli, fino al sorprendente finale. Mauro Corona, ispiratissimo, ci regala un romanzo travolgente, ricco di colpi di scena, e animato da personaggi tanto realistici quanto archetipici. Attraverso la fuga di Osvaldo, Corona racconta lo scorrere delle stagioni, costruisce un romanzo di colori (il bianco della neve, il rosso dell’autunno, il giallo dell’estate) e riflette sul potere salvifico della natura: Osvaldo, anche se in fuga, anche se braccato, anche se affamato, sarà felice in mezzo ai suoi boschi.
CORRI IL R ISC HIO D I V IV E R E FE LIC E - Un emozionante romanzo di formazione e crescita personale Autore: Emanuele Maria Sacchi Editore: Franco Angeli Pagine: 160 / Prezzo € 20,00
Dall’autore del fortunato bestseller Vendere è una scienza e del longseller Il segreto del carisma, un libro che vuole essere un viaggio attraverso noi stessi, le nostre fragilità e le nostre incredibili risorse. Un viaggio che vuole accompagnarci verso una meta precisa: la nostra felicità! Corri il rischio di vivere felice non è solo il racconto di una storia d’amore pazzesca e meravigliosa, è soprattutto un viaggio attraverso noi stessi, le nostre fragilità e le nostre incredibili risorse. Un viaggio che vuole accompagnarti verso una meta precisa: la tua felicità. Un libro che non ha la pretesa di insegnare nulla, ma che provoca e scuote, poi suggerisce con dolcezza e infine spinge all’azione perché... chi si accontenta... sbaglia!
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IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING Asset management La gestione strategica degli investimenti.
Gross Leasable Area (GLA) La superficie lorda locabile in un centro commerciale.
Bacino d’utenza Numero di persone (espresse solitamente in migliaia) che rappresenteranno gli utenti del punto vendita in franchising in apertura. In base a questo numero si può ipotizzare la rendita economica dell’affiliato e studiare una strategia per migliorarla.
Know-how Insieme delle conoscenze tecniche e commerciali relative alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di un servizio.
Benchmark Il valore di riferimento e confronto per un determinato parametro. Break even point (punto di pareggio) Valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo diriferimento senza profitti né perdite. Brevetto Attestato amministrativo della paternità di un’invenzione e del diritto esclusivo di godere degli utili economici che ne derivano. Esso determina anche la possibilità per il detentore del brevetto di impedirne la riproduzione e l’utilizzo per un tempo determinato. Comodato Contratto con cui una persona concede a un’altra l’uso gratuito di un bene per un periodo determinato. Corner Zona di un locale commerciale adibita a spazio di esposizione e vendita di un prodotto che il franchisor concede all’affiliato. Diritto d’entrata (fee d’ingresso) Compenso corrisposto dal franchisee al franchisor a fondo perduto o a titolo di cauzione per contribuire alle spese organizzative volte alla realizzazione del programma franchising. Fatturato Il totale delle vendite effettuate, al netto dell’iva, risultante dal registro dei corrispettivi. Formazione Trasferimento di specifiche conoscenze relative alla formula mediante corsi o sessioni svolte in via diretta in aula o tramite strumenti informatici/multimediali. Franchisee (o affiliato) Imprenditore che, per mezzo di un contratto, aderisce al sistema di franchising impegnandosi a gestire il proprio punto vendita secondo precise clausole. Franchising (o affiliazione commerciale) Contratto, regolamentato dalla legge n.129/2004, che si impernia sulla collaborazione continuativa tra il franchisor, che dispone di una profonda esperienza in un determinato settore (industriale, commerciale, di servizi) e il franchisee, imprenditore indipendente che auspica di aumentare il giro d’affari e la redditività della sua azienda. Franchisor (o affiliante) Imprenditore che ha messo a punto il sistema di distribuzione (franchising) e che, cedendo ad altri il suo know-how, si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.
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Location L’ubicazione di un punto di vendita Manuale operativo Insieme di tutte le nozioni fondamentali del progetto franchising che il franchisor trasferisce al suo affiliato in sede di stipula del contratto. Master Franchisee Si tratta di un franchisee che ha ottenuto per contratto il diritto di stipulare contratti di sub-franchising nella zona in cui ha l’esclusiva, assumendosi in proprio la responsabilità per lo sviluppo, l’amministrazione e il controllo della rete di affiliati così costituita. Punto pilota Denominazione attribuita a un punto di vendita di prova di proprietà del franchisor che serve a sperimentare il programma di franchising prima della sua attuazione pratica. Il ricorso all’unità pilota diventa indispensabile nel franchising estero, specialmente quando il franchisor abbia scarsa conoscenza del nuovo mercato e dei suoi usi e costumi. Purpose È la risultante dei valori e della storia aziendale, la ragione d’essere di una azienda ed è determinato da quello che l’azienda vorrebbe realmente essere Ritorno sull’investimento (R.O.I.) Nel sistema franchising esso indica la redditività del capitale investito dal franchisee. Si calcola sottraendo al risultato operativo il totale degli investimenti. Royalty Compenso proporzionale all’attività svolta dal franchisee e versato al franchisor per remunerarlo di tutti i servizi resi, compresi di diritti all’insegna e al marchio. Ritorno sulle Vendite (R.O.S) Nel sistema franchising esso indica il risultato operativo
medio per unità di ricavo ed è utilizzato per valutare l’efficienza operativa di una società. Si calcola dividendo l’utile netto (al lordo di interessi e imposte) per le vendite. Sell in
Insieme delle operazioni che il franchisor mette in atto per fornire i prodotti ai propri franchisee. Sell out
Operazioni di vendita dei prodotti ai clienti finali da parte dei franchisee. Stock
Assortimento
Mensile edito da The Lifestyle Group Spa Sede Legale: Via Cusani, 10 20121 Milano
MENSILE - ANNO XXIV - N. 05/06 MAGGIO - GIUGNO 2022 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: marketing@azfranchising.it UFFICIO ABBONAMENTI amministrazione@wmcapital.it STAMPA LORETOPRINT SRL Via Andrea Costa 7 20131 Milano DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE Origo Comunicazioni
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The Lifestyle Group, via Cusani, 10, Milano, luogo di custodia della banca dati medesima. The Lifestyle Group specializzata nel Business Format Franchising, promuove la crescita delle imprese attraverso lo sviluppo di sistemi franchising in Italia e all’estero. È quotata nel listino AIM di Borsa Italiana dal 2013
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