PRIORITÀPERILRILANCIODELFOOD&BEVERAGEannon.5.00www.azfranchising.comEURO09settembre2022XXIVRETAIL,IDEE,OPPORTUNITÀ,STRUMENTIPERFARCRESCERELATUAATTIVITÀ FINANZIAMENTI 46MILIONIDIEURO ADISPOSIZIONEDELLEAZIENDE NUOVI SCENARI TRETRENDDASEGUIRE PERAUMENTAREILPROPRIOBUSINESS SPECIALE COMEAPRIREUNPUNTOVENDITA CONPOCHISOLDI /////OPOABBONAMENINSPEDIZIONE-AO.O-MENSILETARIFFARC.PSTEITALIANESPTSTALE-D.L.3532003(CONV.INL.27022004N.46)ART1,COMMA1,DCBROMA.PI.06092022 6
EDITORIALEFabioPasquali Direttore
Priorità. La pausa estiva e il meritato riposo è servita per riflettere su ciò che è veramente prioritario per le imprese. Dopo oltre due anni dalla diffusione della pandemia, oggi, è possibile misurare quanto questo brutto periodo abbia cambiato i comportamenti e le abitudini di persone ed aziende, dando vita a scenari che fino a qualche anno fa si pensava fossero lontani dalla realtà quotidiana. Nell’ultimo anno e mezzo si sono condensati 10 anni di trasformazioni e in questo contesto le aziende e le organizzazioni che hanno saputo cavalcare l’onda delle innovazioni e della sperimentazione hanno accelerato il proprio business, fronteggiando le difficoltà economiche e sociali, sopravvivendo alla crisi. Siamo nell’era della riorganizzazione logistica delle aziende, dell’istruzione, intesa come nuovi concetti da assorbire per far fronte alle nuove esigenze dei consumatori, dell’area dei servizi alla persona, della sostenibilità perché, oggi, più che mai, la salute e il benessere della persona sono al centro di qualsiasi strategia aziendale. Le domande sul tema retail sono tante così come tanta è anche l’incertezza delle aziende nel trovare la giusta strategia per adattarsi a un contesto imprevedibile e del tutto nuovo. L’entità dei cambiamenti a cui ha dato impulso la pandemia sta mettendo sul tavolo nuove sfide, con una partita, quella della sopravvivenza in un mercato sempre più competitivo, che si giocherà su due livelli paralleli: uno, esterno, orientato verso l’intercettazione di nuovo pubblico, l’altro, interno, rivolto alla capacità di adattamento del management aziendale. Realizzare questa sinergia è sicuramente una delle priorità di ogni impresa, e la prima vera sfida ora sta nel creare la giusta sovrapposizione tra domanda e offerta, tra bisogni del consumatore e organizzazione aziendale, aggiornando i processi per includere il retail digitale, l’omnicanalità, l’ e-commerce e gli investimenti digitali, perché la potenza sta non solo nell’aver aperto una conversazione diretta con le persone, ma sapere come trattare i dati, usare gli strumenti e misurare i ritorni. La forza di squadra risulta sempre un’arma vincente e che vede nel franchising un eccellente alleato. Inizia un nuovo anno lavorativo con la consapevolezza che la strada è in salita è l’intento deve essere quello di collaborazione e contaminazione tra aziende per lo sviluppo di nuove opportunità di business in modo veloce perché l’emergenza ha fatto superare giocoforza le ritrosie e i tentennamenti. “Dai la priorità alle cose importanti, non a quelle urgenti” Anonimo responsabile
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Settembre 2022
FOCUS Ristorazione: la visione delle imprese italiane sui trend attuali Made in Italy agroalimentare: eccellenza nel mondo Sostenibilità: un drive importante per la crescita delle aziende LA PROPOSTA Bata potenzia la sua rete in italia con nuove aperture in franchising SPECIALE Franchising e Microcredito, tanti vantaggi e tante opportunità per tutti DOSSIER Istruzioni, contenuti e idee: come proteggere il proprio software FORMAZIONE Il segreto sta nelle soft skill FINANZIAMENTI Brevetti+, Disegni+, Marchi+: un’opportunità da cogliere ESTERO L’importanza delle imprese estere in italia MARKETING Le opportunità di comunicare su You Tube NUOVI SCENARI Tre trend da seguire per aumentare il proprio business NUOVI TREND Come cambiano i comportamenti di acquisto fino al 2030 TECH RETAIL Pubblicità online: evoluzione o pericolo NEW CONCEPT RC Coffee: multicanalità e safe experience COMUNICAZIONE Il consumo di video online: vantaggio competitivo per le aziende FINANZA E LEGALE Gli audit per il controllo della rete
Johnny Rockets, il modello americano importato in Italia dalla famiglia Groppetti di Brescia, aggiunge un importante nuovo tassello al piano di espansione iniziato solo cinque anni fa con il settimo ristorante. Dopo Roncadelle (BS), Lonato (BS), Arese (MI), Curno (BG) e Roma (CC Euroma 2 e CC Maximo), Johnny Rockets apre a Rozzano, nel milane se, nel Parco commerciale Fiordaliso, zona cinema, in un’ampia struttura indipendente. Sarà il più grande ristorante Johnny Rockets di tutta Italia, con 226 posti a sedere, di cui 94 interni per una superficie di 280mq a cui si aggiungono i 180mq di dehor esterno coperto.
Apre a Casalecchio di Reno (Bologna) il terzo ristorante KFC in Emilia Romagna, che va ad aggiungersi a quello della stazione Centrale di Bologna e a quello nel centro commerciale “I petali” di Reggio Emilia. Il nuovo ristorante, gestito dal franchisee Just in Food srl, si trova nella food court del centro commerciale “Gran Reno”, appena inaugurata. Una location importante, punto di riferimento per tutta la zona di Bologna, e a pochi passi dalla Unipol Arena con cui la nuova ala del centro commerciale è collegata direttamente grazie a una passerella pedonale. Il nuovo KFC Gran Reno crea 23 nuovi posti di lavoro e la sua apertura è la seconda della partnership con il franchisee Just in Food srl, che gestisce anche il ristorante KFC di Reggio Emilia. KFC Gran Reno è il 63esimo ristorante KFC aperto in Italia dal 2014.
Coop Alleanza 3.0 rinnova il modello di Governance, integrando la direzione generale corporate con quella retail nella figura di Milva Carletti che assume, così, la carica di Direttrice generale e con essa la responsabilità del conseguimen to degli obiettivi previsti nel piano di rilancio e inerenti agli aspetti commerciali che si aggiungono a quelli relativi a finanza, amministrazione e controllo, siste mi, partecipazioni e patrimonio immobiliare. Si tratta di una scelta che punta a migliorare la semplificazione dei processi e a garantire efficienza e efficacia in perfetta sinergia con il piano di risanamento e rilancio. La nuova governance si affida all’esperienza e alla competenza di Milva Carletti, già direttrice generale corporate della Cooperativa.
D’ITALIA
KFC FA TRIS IN EMILIA CON UN NUOVO RISTORANTE
MilvaCarletti
4 APRE A MILANO IL PIU’ GRANDE RISTORANTE JOHNNY ROCKETS
CAMBIO DI GOVERNANCE PER COOP ALLEANZA 3.0
BATH & BODY WORKS APRE A MARGHERA Bath & Body Works, lifestyle brand conosciuto in tutto il mondo per le sue fragranze per il corpo e per la casa, ha appena inaugurato un nuovo store a Marghera, il primo in Veneto, presso il complesso commerciale Nave De Vero. Il nuovo negozio, aperto in partnership con Percassi, partner licenzia tario unico del brand in Italia, si estende su una superficie di circa 170 metri quadrati ed impiega 6 addetti alla vendita. I clienti potranno così provare una nuova avvolgente esperienza sensoriale per esplorare una vasta offerta di incredibili fragranze per il corpo, saponi mani e prodotti per la casa. Da note divertenti e seducenti a profumi sofisticati ed esotici, Bath & Body Works offre un’ampia scelta di fragranze di fama internazionale, per ogni personalità ed occasione.
Michele
CBRE: FABIO MANTEGAZZA NUOVO HEAD OF ADVISORY & TRANSACTION SERVICES ITALY
PolisenoFabioMantegazza
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Cambio ai vertici: è Michele Poliseno il nuovo Presidente di Codè Crai Ovest, la cooperativa torinese che oggi conta quasi 400 punti vendita a marchio Crai in tutto in nord ovest d’Italia. Il Consiglio di Amministrazione, nominato lo scorso 3 luglio dall’Assemblea dei Soci, lo ha eletto per un mandato di 3 anni. Il presidente uscente, Piero Boccalatte è stato nominato Presidente Onora rio. Da 64 anni socio Codè Crai Ovest, Boccalatte mantiene la presidenza di Crai Secom, Michele Poliseno, originario di Rivoli (TO) e attivo nel settore GDO da quando aveva 25 anni, oggi è proprietario di 7 punti vendita Crai tra Torino e Provincia.
MICHELE POLISENO È IL NUOVO PRESIDENTE DI CODE’ CRAI OVEST
CBRE, leader mondiale nella consulenza immobiliare, ha nominato Fabio Mantegazza nuovo Head of Advisory & Transaction Services Italy. Fabio si occuperà della gestione e del potenziamento del dipartimento, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le performance di settore e rendere ancor più efficiente il supporto ai clienti nella valorizzazione del proprio portafoglio immobiliare. “Nel nostro percorso di continua crescita, puntiamo sempre ai migliori talenti sul mercato e siamo convinti di aver raggiunto l’obiettivo con Fabio alla guida del nostro dipartimento A&T”, dichiara Alessandro Mazzanti, CEO CBRE Italy. “Fabio torna in CBRE dopo un’importante esperienza in un’altra società che opera nell’immobiliare e questo è per noi un riconoscimento della capacità attrattiva della nostra azienda e del fatto che è una realtà in cui poter ulteriormente crescere e formarsi”.
MD APRE UN NUOVO PUN TO VENDITA E PROSEGUE NEL DEL LARETE Ha inaugurato a Vertemate il primo punto vendita diretto della cittadina, l’undicesimo della provincia e il 186° in Lombardia. Ci sono voluti cinque mesi per ultimare i lavori necessari a preparare i 1.800 m2 complessivi a disposizione della località in provincia di Como. Collocato in prossimità di un’importante area di shopping, il negozio sviluppa su sei corsie il consueto format MD, per un’esperienza d’acquisto completa e appagante, e propone la caratteristica ampia offerta di prodotti e dei reparti serviti di gastronomia e macelleria. Un ampio parcheggio scoperto da 106 posti consentirà alle famiglie di recarsi comodamente nel punto vendita – aperto tutti i giorni dalle 8,00 alle 21,00 –per godere della qualità della proposta e del servizio, che da sempre contraddistinguono l’insegna.
CAMBIO DI GESTIONE DEL CENTRO COMMERCIALE LE MASSERIEARAGUSA
MONDADORIBOOKSTORE SIRINNOVAABRINDISI
6 News.
Da oltre 60 anni punto di ri ferimento della vita culturale cittadina, la libreria raddoppia la propria superficie con uno spazio di 200 metri quadri e arricchisce la propria offerta di prodotti e servizi rivolti ai lettori. Sarà un luogo di ag gregazione e stimolo per tutta la comunità, che si animerà anche grazie a un palinsesto di appuntamenti con autori e protagonisti del mondo let terario e brerietoriDianadichiaranotezzarestanopensofaliduranteRenardcondividerevoleleggere,dovetatorioffriràLettera22.organizzatidell’intrattenimento,nelnuovoCaffèLanuovalibreriaatuttiilettorievisiunospaziodiincontro,sostareperunapausaoimmersiinunapiaceatmosfera.«CifapiacereunafrasediJulescheciaccompagnaillavoro,fragliscafdellalibreria:“Quandoatuttiilibrichemidaleggere,holacerd’essereancorafelice”»,DomenicoPintoeNapolitano,imprendiaffiliatialnetworkdiliMondadoriStore.
RINNOVAMENTO
CBRE, leader al mondo nella consulenza immobiliare, ha otte nuto il mandato di Property Ma nagement, Centre Management e Corporate Accounting del Centro Commerciale Le Mas serie a Ragusa, di proprietà di In dotek Group, gruppo ungherese leader nell’investment manage ment e in fase di forte espansione in tutta Europa. Le Masserie, con una GLA di circa 18.000 mq, si compone di 60 unità commer ciali (tra piccole, medie e grandi superfici), un’ancora alimentare e una food court che valorizza il cibo siciliano. Grazie a un mix merceologico attrattivo e diver sificato, all’ottima posizione e al forte consolidamento, il Centro è un punto di riferimento com merciale per i residenti della zona e della provincia. La gestione CBRE punterà ad aumentare il valore dell’asset, con una strategia personalizzata volta a consolida re il posizionamento nel bacino di riferimento e a incrementare le performance grazie all’inseri mento di brand sempre più at trattivi.
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NUOVE APERTURE PER PORTOBELLO S.P.A. Portobello S.p.A., società quo tata sul mercato Euronext Growth Milan che opera attra verso l’attività di barter nel set tore editoriale e pubblicitario e proprietaria della omonima ca tena retail e del portale Eprice, in linea con la strategia di cresci ta della rete commerciale e del consolidamento del marchio sul territorio italiano ha inaugurato due maxistore uno a Catania, inSicilia, all’interno del centro commerciale “Etnapolis” e uno a Ravenna, in Emilia Romagna, all’interno del centro commer ciale “ESP”. Sono quattro le macro categorie merceologiche che vengono offerte all’interno dei negozi: casalinghi, elettroni ca e regali, tessile e abbigliamen to, cura della casa e della perso na. I negozi Portobello, allestiti nel pieno rispetto delle norme di igiene e prevenzione anti-conta gio da Covid-19, sono in grado di garantire ai propri clienti un servizio completamente sicuro e al contempo un’esperienza d’ac quisto piacevole e coinvolgente.
KEGLEVICH SEMPRE PIÙ SKIPTHEORDINARY
Skip The Ordinary significa immaginare oltre una realtà fatta di pregiudizi e stere otipi, celebrando l’unicità di chiunque guardi al di là dell’ordinario. Con il tistsconattraversocentedirivelazionenicazione,delL’esseremodifusioneciarechefuorimodoemozioni,altri,anchetattoincoraggianuovobrandformaglevich#SkipOrdinaryPeople,progettoKedàancoraunavoltaesostanzaaquestaessence,attraversounconceptinclusivocheadentrareinconconlapropriaunicitàmaadaprirsiaquelladegliscambiandopensieriedinpienalibertà,influido,senzaschemiedall’ordinario,credendolabellezzapossasbocsolodallameravigliosatraidee,emozioniediesserediversitraloro.“fuoridall’ordinario”nuovoprogettodicomunatoincollaboraconLeagasDelaneysianchegrazieallasceltaconfermareilbinomiovinKeglevichestreetart,lacollaborazioneNabla&Zibe,streetardirilievointernazionale.
DEICENTRICOMMERCIALI
CNCC SUMMER CONFERENCE: IL PUNTO SUL FUTURO
Si è svolta alla Triennale di Milano la prima edizione di CNCC Summer Conference, evento organizzato dal Con siglio Nazionale dei Centri Commerciali, che è stato un importante momento di incon tro e di confronto degli opera tori dell’Industria sui temi cen trali per l’evoluzione dei centri commerciali: il cambiamento nelle esigenze dei consumatori, la trasformazione delle strutture e dell’esperienza dello shopping attraverso lo sviluppo Digital e l’Innovazione, l’importanza del Marketing e della Comu nicazione, senza dimenticare l’adozione di pratiche virtuose guidate dai principi ESG. L’e vento è stato, inoltre, l’occasione per consegnare dopo oltre due anni di sospensione a causa del la pandemia i CNCC Awards, riconoscimenti attribuiti alle strutture italiane che si sono di stinte in 9 diverse categorie.
CON ENGINEERING LA CU STOMER EXPERIENCE DI PINALLIDIVENTAOMNICHANNELEMULTICANALE
Engineering, leader italiano nei processi di trasformazione digi tale per PA e imprese, ha svilup pato per Pinalli, prima catena italiana di profumerie e terza in assoluto sul territorio nazionale, una Customer Data Platform, che raccoglie, armonizza e re distribuisce i dati provenienti da tutti i canali di vendita, sia fisici che online, ridisegnando la cu stomer experience in ottica om nichannel e multicanale. Spiega Domenico Clementi, Direttore Commerciale Fashion, Retail e GDO di Engineering: “Sia mo veramente felici e fieri che Engineering abbia potuto dare il proprio contributo ad una azienda dinamica e innovativa come Pinalli. Accompagnarli in questa evoluzione digitale in ot tica omnicanale è stato un per corso impegnativo ma ricco di soddisfazioni.
Questo progetto conferma la capacità di Engi neering di operare con successo nel mercato Digital Retail & Fashion”. CONFIMPRESE: 40 NUOVE INSEGNE ASSOCIATE Il Cda Confimprese ha appro vato l’ingresso di 11 nuovi as sociati, che rappresentano 40 insegne, 1.688 punti vendita e un fatturato complessivo di 2,7 miliardi di euro. Diversi i settori di provenienza dei neo associa ti, dalla sicurezza alle banche, dall’oil&gas alla ristorazione, dal fitness alla telefonia alla manutenzione dell’auto. Questi i nuovi associati: BNP Paribas (Bnp Paribas leasing solutions), EG Group (Esso ed Eurogara ges), Gruppo Ethos (Brusigno ne, Acqua e Farina, Fabbrica Libera, Grani & Braci, Karnè, Il Birrificio di Como, Risoa maro), Hana Group Italia (Su shi Gourmet, Sushi Market, Genji, Poke Lé lé, IT Wok), THC Italia (La Casa de las Carcasas), Lush Italia, Midas Italia, Norauto Italia, Spontini. La novità è rappresentata da due associazioni verticali, che scelgono per la prima volta di entrare in Confimprese quale organo di rappresentanza delle loro istanze presso le istituzioni preposte.
IL GRUPPO CRAI SI INGRANDISCE
Dal 1° gennaio 2023 il Con sorzio Comipro entra a far parte del Gruppo Crai, sto rica realtà della distribuzione moderna attiva in Italia da quasi cinquant’anni e leader nella multicanalità. L’ ingresso contribuisce a rafforzare ulte riormente la Centrale Crai ed a consolidare il presidio del Gruppo nel canale drugstore, dove detiene la seconda posi zione in Italia come quota di mercato pari a 31.4% (Nielsen Gnsd edizione febbraio 2022 Total Store). Il Consorzio na sce nel 1981 come organiz zazione collaborativa che rac chiude al suo interno gruppi di imprenditori, grossisti, esperti del settore del cura casa e per sona. Il suo obiettivo primario è di proporre accordi sempre vantaggiosi, di garantire l’ot timizzazione dei costi di ap provvigionamento e distribu zione e soprattutto mantenere intatti i valori originari basati sul rapporto mutualistico e so lidale.
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Prosegue l’impegno di GS1 Italy in ambito ECR nell’a nalisi, descrizione e sperimen tazione sul campo di processi condivisi capaci di portare ef ficienza al sistema del largo consumo: soluzioni che nasco no dal confronto tra le imprese di Industria e Distribuzione, basate su una visione end-toend della filiera e sull’approccio collaborativo, per mettere a di sposizione di tutta la business community informazioni e best practice utili a migliorare l’efficienza della logistica nel largo consumo e del processo “order to delivery”. GS1 Italy pubblica un nuovo Bluebook, “Migliorare l’efficienza logi stica: una questione di slot e saturazione mezzi”, nato in ambito ECR dal dialogo e dal confronto collaborativo tra 30 aziende (retailer, fornitori di beni di largo consumo e opera tori logistici) e dall’analisi di un team di ricercatori della LIUC Università Cattaneo e del Poli tecnico di Milano.
In particolare, MD, tra i leader del segmento discount ha chiu so il 2021 con una quota di mer cato del 15,5%, in crescita dal 15,2% dell’anno precedente ed un fatturato superiore a 3 miliar di, in crescita del 5,6% sul 2020. In forte sviluppo anche la secon da attività industriale del gruppo grazie a Dedagroup, polo di ag gregazione delle eccellenze del software italiane, che nel 2021 ha registrato una crescita del 15% superando i 290 milioni di fatturato, con un aumento della marginalità operativa lorda del 38% anno su anno.
GRUPPO LILLO: PROSEGUE LA CRESCITA DEI RICAVI E DELLAMARGINALITA’
MIGLIORAREL’EFFICIENZA DELLALOGISTICANELLARGOCONSUMO
Lillo S.p.A., holding della fa miglia Podini di Bolzano, a cui fanno capo come attività prima rie MD S.p.A – che opera nella GDO, e Dedagroup S.p.A – che opera nell’Information Techno logy - chiude il 2021 con ricavi a quota 3,3 miliardi di euro con fermandosi anche con questo esercizio tra le prime 50 società italiane in assoluto (già nel 2020 secondo il Report Mediobanca sui dati cumulativi di oltre 2000 società italiane era 47esima e la crescita del 2021 fa prevedere un ulteriore scalata della classifica).
Riparte completamente rin novato l’ipercoop La Favo rita di Mantova all’interno dell’omonimo centro com merciale grazie all’impegno di Coop Alleanza 3.0: il pun to vendita che rappresenta un presidio importante per la Cooperativa servirà gli ol tre 30 mila soci di Mantova e i consumatori in modo più completo e moderno. I lavo ri di ristrutturazione, inizia ti a fine febbraio, sono stati realizzati a negozio aperto e sono oltre 130 i lavoratori in forza al punto vendita. Per il restyling la Cooperativa ha investito circa 3 milioni di euro. Al via anche le attività che la Cooperativa ha previ sto in collaborazione con il mondo dell’associazionismo locale e con il Centro Com merciale.
RIPARTETUTTONUOVO L’IPERCOOPLAFAVORITA DIMANTOVA
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Sole365 sta per sbarcare all’in terno del Parco Commerciale Grande Sud di Giugliano. Un centro ricco di marchi d’eccel lenza, dove sarà finalmente pos sibile fare una spesa tranquilla e conveniente tutto l’anno. Ad attendere i clienti un punto vendita tutto nuovo e curato nei minimi dettagli. Oltre alle mi gliaia di prodotti selezionati tra cui poter scegliere con serenità e accontentando qualsiasi tipo di esigenza. Tra questi quelli a marchio Selex rappresentano la combinazione perfetta tra ri sparmio e qualità. La maggior parte, inoltre, protetti e tutelati dall’iniziativa Spesa Difesa®, che per tutto il 2022 combatte il carovita e tiene a bada i costi.
Prosegue nell’importante per corso di crescita e internazio nalizzazione Sergio Rossi, real tà simbolo del Luxury Made in Italy per il settore calzaturiero, e per farlo rafforza ulteriormente la propria decennale collabora zione con Dedagroup Stealth - azienda di Dedagroup che da oltre 30 anni, grazie alle proprie competenze e alla piattaforma software proprietaria, accom pagna nella crescita i più grandi brand del Fashion e del Luxury. L’azienda, che oggi porta sul mercato i propri prodotti arti gianali attraverso una rete di 50 negozi fisici (di cui 25 in Giap pone e i restanti in Cina, Hong Kong ed Europa) e tramite il proprio e-commerce, prevede per il biennio 2022-2023 nuovi investimenti per rafforzare ul teriormente la propria rete di vendita a livello internazionale, potenziando la propria strate gia omnichannel.
VMWARE SUPPORTA CAR REFOUR FRANCE NELLA REALIZZAZIONE DELLA PROPRIA STRATEGIA DI DIGITAL RETAIL 2026 VMware ha annunciato che Carrefour France, catena di supermercati e ipermercati francese fondata ad Annecy nel 1959, ha raggiunto uno degli obiettivi dell’ambizio so progetto di migrare il 50% delle proprie applicazioni sul cloud pubblico entro il 2022: il retailer ha completato infat ti con successo la migrazio ne di tutti i carichi di lavoro VMware in Francia sulla piat taforma Cloud di Google gra zie a Google Cloud VMware Engine. Gruppo Carrefour è fortemente impegnata per il raggiungimento della propria strategia Digital Retail 2026 recentemente annunciata e, in questo contesto, anche le ope rations al di fuori della Fran cia sfrutteranno la soluzione VMware e le best practice sviluppate a livello locale per intraprendere il passaggio ob bligatorio a Google Cloud.
10 APREUN ASUPERMERCATONUOVOSOLE365GIUGLIANOINCAMPANIA
SERGIOROSSIPROSEGUE NELPERCORSODICRESCITAE GROUPZAZIONEINTERNAZIONALIZINSIEMEADEDASTEALTH
APRE A BARI VIS URBAN SUITES & SPA La Puglia ancora una volta sulla scena nazionale e inter nazionale. Un nuovo indi rizzo di eleganza e stile fa il suo ingresso a Bari. Aprirà nel mese di settembre 2022 VIS Urban Suites & SPA, un esclusivo boutique hotel con SPA nel centro di Bari. In un palazzo d’epoca del 1876, VIS Urban Suites & SPA nasce da un lavoro di recupero archi tettonico, che combina lo stile Liberty al design contempo raneo. Un progetto di grande respiro, voluto dal sodalizio professionale di due famiglie di imprenditori baresi, Gaia e Giuseppe Cobol e Mariadele e Francesco Casillo. Il pro getto architettonico è stato curato dall’architetto Mauro Lanotte e dai progettisti del lo Studio Esseelle Associati, brillante professionista ba rese che in passato ha curato diversi progetti di ospitalità luxury in Italia.
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LA“GALLERYEXPERIENCE” DILGAPPRODAAROMA Esperienza ed emozione sono i concept che hanno guidato lo sviluppo delle nuove “Bot teghe” tecnologiche di LG inaugurate all’interno del nuo vo MediaWorld Tech Village della Galleria Commerciale di Porta di Roma, secondo expe rience center di MediaWorld in Italia dedicato all’innova zione. Il nuovo spazio di Me diaWorld ospita l’eccellenza dell’elettronica di consumo all’interno di un concept rin novato e moderno, in grado di offrire un’esperienza cliente sempre più interattiva e avan zata. LG è presente all’interno del nuovo store con due “Bot teghe” tecnologiche, dedicate rispettivamente ai prodotti dell’Home Entertainment e dell’Home Appliances.
UNNUOVOPUNTOVENDITA STARBUCKSAPREASCALO MILANOOUTLET&MORE Apre a Milano il settimo negozio Starbucks® in città presso Scalo Milano Outlet & More, a Loca te di Triulzi, portando 20 nuovi posti di lavoro, che si aggiungo no al migliaio di occupati diretti e indiretti del centro. Si tratta del 18° store aperto dal 2018 da Per cassi, partner licenziatario unico del brand in Italia, nell’ambito di un più ampio piano di espansio ne che prevede l’apertura di ulte riori 18 nuovi negozi Starbucks nel Nord e Centro Italia entro la fine del 2023, con la creazione di 300 nuovi posti di lavoro. L’a pertura di un negozio Starbucks si inserisce nel piano di sviluppo Future Vision Plan 2022-2027 di Scalo Milano Outlet & More, che prevede l’ampliamento del villaggio portando il numero dei brand partner a circa 200 e puntando a un posizionamento Premium Luxury. Oltre ai 40 comodi posti a sedere all’inter no, i clienti hanno la possibilità di rilassarsi anche nei due dehors esterni da 25 posti. Il tutto all’in terno della splendida cornice di Scalo Milano Outlet & More, destinazione di shopping ed en tertainment frequentata con as siduità da molti milanesi e non solo, che potranno ristorarsi nel nuovo negozio Starbucks.
PIQUADRO LO SHOPPING TORNANEINEGOZIFISICI
MISCUSI ENTRA IN BERBERÈ Il patto nasce dalla pasta, pro dotto di riferimento per il mar chio Miscusi, e dalla pizza, che è il “pane” di Berberè. Proprio la panificazione potrebbe esse re il successivo step per allarga re il perimetro di questo nuovo gruppo, che prende il via con 30 locali tra Italia ed estero, 600 collaboratori tra i due team e un fatturato aggregato che, alla fine del 2022, dovrebbe toccare i 40 milioni di euro. È infatti in arrivo un altro fundraising per accele rare l’espansione e portare, entro il 2024, il fatturato consolidato a oltre 100 milioni di euro. Hi-tech supply chain L’operazione, come ha raccontato il founder e Ceo Miscusi Alberto Cartasegna, nasce innanzitutto dai rapporti consolidati con i fratelli Matteo e Salvatore Aloe e dalla volontà condivisa di diffondere la dieta mediterranea nel mondo attra verso i rispettivi brand.
Il gruppo di borse e valige ria Piquadro è ritornato a macinare utili e ricavi dopo la pandemia. E i suoi negozi si riempiono di clienti dopo il boom dell’ecommerce. E dopo l’acquisizione di The Bridge e del marchio france se Lancel il fondatore Marco Palmieri apre a possibili nuovi acquisti. «Lo shopping torna nei negozi l’online mai come unico canale» Il fondatore del gruppo di valigeria e borse vuol crescere ancora. «Se ca pita qualcosa di coerente lo valutiamo» E’quanto afferma Marco Palmieri, ceo di Piqua dro, marchio che significa un gruppo (Piquadro, The Brid ge e Lancel) da 149,4 milioni di euro, quotato in Borsa dal 2007. PIZZAUT, LA PIZZA SO LIDALE APRE AL FRANCHISING
Una pizzeria a Cassina de’ Pecchi, nell’hinterland milane se, in cui lavorano solo giovani autistici. L’iniziativa ha riscos so così tanto successo che, se tutto va come deve andare, per la primavera prossima, Piz zAut avrà un secondo risto rante, di mille metri quadrati, a Monza. Il sogno poi è quello di replicare lo stesso modello e di portarlo, magari, nel mon do intero. Nico Acampora, 51 anni, una vita passata nel sociale a occuparsi di minori a rischio nel 2017 ha aperto la sua PizzAut, trecentomi la pizze in cinque anni, fatte, cotte e servite da ragazzi auti stici. “Continuo a ricevere da tutta Italia e anche dall’estero richieste per aprire nuovi Piz zAut. Ovviamente la mia idea è di esportare il modello. Ma ci voglio pensare bene, non è un franchising qualunque, ha a che fare fortemente con le persone e con la loro motiva zione.
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OGGETTIPERSECONDAMANOSTORE:DARENUOVAVITAAUSATI Apre SecondamanoStore, il primo punto vendita del riuso, per dare una seconda vita agli oggetti usati di qualità. Tramite lo store è possibile vendere beni di pregio e usati, abbracciando così la filosofia del brand, che da sempre ha come mission l’abbattimento degli sprechi a tutela dell’ambiente. Seconda manoStore è inoltre un fran chising, che vuole espandersi e aprire punti vendita in tutta Italia. Un’agenzia, quindi, d’af fari di vendita per conto terzi, di commercio al dettaglio di beni usati di qualità (arredamento, oggettistica, abbigliamento e accessori vari), di commercio di oggetti preziosi e compro oro. Qui sarà possibile ricevere an che perizie asseverate sul valore della merce, forti di un network di consulenti esperti e profes sionali.
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SIESPANDELARETEDINEGOZIPERILBENESSERE
Erfo, società di nutraceutica quotata all’Egm, ha aperto altri sei punti vendita «Dietnatu ral». Con queste inaugurazioni la rete sale a 120 negozi, di cui 12 gestiti direttamente e 108 tramite accordi di affiliazione. Le nuove insegne, frutto di accordi in franchising si tro vano a Pesaro e Seveso (Mi). Quelle di proprietà a Viareggio (Lu), Villafranca Tirrena (Me), Asti (At) e Alcamo (Tp). L’a.d. Alessandro Cutè ha espresso la sua soddisfazione. Il Laborato rio Farmaceutico Erfo nasce nel 2013, con l’obiettivo di produrre integratori alimentari innovati vi. In una struttura produttiva all’avanguardia, Erfo si propone come il partner per lo sviluppo di progetti per lo studio e la re alizzazione di molteplici forme farmaceutiche: liquidi, polveri, granulati, compresse.
PRONTI,PARTENZA,GREEN! Il Centro Commerciale Il Castello, sempre più attivo nell’ambito della sostenibilità ambientale, si rinnova con il teleriscaldamento: un sistema “verde”, virtuoso e sicuro per riscaldare gli edifici utilizzan do le risorse geotermiche pre senti sul territorio di Ferrara, contribuendo alla riduzione del livello di inquinamento con beneficio per l’ambiente e il territorio. Per perseguire l’obiettivo, sono iniziati i lavori di allacciamento alla rete Hera già esistente lungo Via Bolo gna; la fase di cantiere presso il Centro Commerciale du rerà circa 8 mesi e, al termine, consentirà di risparmiare 156 TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) ogni anno e ri durrà di oltre 658 tonnellate le emissioni di anidride carboni ca prodotte.
14 News Comunicazione. RE/MAXITALIAPREMIATAAI
NAZIONALE PER L’INNOVA
ZIONE“PREMIODEIPREMI” M-Cube, leader nelle solu zioni digitali per il retail, ha vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”. Il riconoscimen to, giunto alla XII edizione è coordinato dalla Fondazione COTEC su concessione del Presidente della Repubbli ca e ogni anno rende merito alle eccellenze che operano nell’industria, nel design, nel terziario, nella Pubbli ca Amministrazione e nelle Università e che si sono di stinte per l’originalità delle innovazioni sviluppate in prodotti, processi e modelli di business. Il Presidente di M-Cube Manlio Romanelli ha ritirato il Premio assegna to “per la creazione e gestione di contenuti e per l’offerta di soluzioni tecnologiche per il retail che valorizzano l’espe rienza d’acquisto del cliente nel negozio”.
A GRAGNANO RITORNA LA FESTADELLAPASTA2022
FRANCHISING KEY AWARD 2022 RE/MAX Italia è l’unico player del settore immo biliare ad essere tra vinci tori dei Franchising Key Award 2022 per la cate goria “Miglior Franchisee proposto dal Franchisor”. Ad aggiudicarsi il premio è Raffaele Bisceglia, broker di RE/MAX Class, real tà multiple office affiliata a RE/MAX Italia sin dal 2006. Il prestigioso ricono scimento, giunto quest’an no alla quarta edizione, è promosso da maisconoledirettamentevalorizzareinitalianonovativipremiachising-ConfesercentiFederfraneiprogettipiùindelfranchisingedinternazionale5categorie.L’obiettivoèleimpreseche,oattraversoretidiaffiliati,contribualsuccessodelsistefranchisinginItalia.
Torna, dopo due anni di for zata sospensione la tradizio nale Festa della Pasta organiz zata dal Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IgP e dal Comune di Gragnano, con un claim che riassume il ricco programma dei tre gior ni: “storia, arte e cultura” e, naturalmente, grandi sapori. La cittadina campana celebra il 9,10 e 11 settembre 2022 il suo prodotto più famoso e racconta al mondo la tradizio ne pastaia unica che detiene e che dà vita a un unicum, che solo qui si realizza e che van ta secoli di storia. Una festa diffusa, un “fuorisalone della pasta”, che avrà come fulcro la centralissima via Roma. Lun go l’arteria cittadina sarà un susseguirsi di spazi e momenti volti a mettere in luce le diver se anime della pasta – l’unica a vantare il marchio Igp -: dalla cucina alla storia, dalla cultura all’arte, passando per il turi smo. In programma una fitta tre giorni di workshop, con vegni, incontri culturali e, ov viamente, show cooking ani mati da chef del territorio, di cui molti stellati, che daranno vita a ricette della tradizione e piatti di avanguardia.
M-CUBE VINCE IL PREMIO
LIEVITO MADRE, IL MAESTRO FLORINDO FRANCO FESTEGGIA LA CONFERMA IN 50TOP PIZZA La Lievito Madre è ormai una realtà non solo per quanto ri guarda la Calabria, ma anche per l’Italia. La pizzeria del ma estro Florindo Franco, che con il suo socio Ciro Guerrini sta rivoluzionando la pizza con una ristorazione d’alto livello che unisce la tradizione dell’ar te bianca con la cucina gourmet dei ristoranti, si è confermata ancora una volta per il secondo anno consecutivo tra le “pizze rie eccellenti” secondo la 50Top Pizza. La guida più prestigiosa per quanto riguarda le pizzerie creata da Albert Sapere, Lucia no Pignataro e Barbara Guerra ha infatti indicato la Lievito Madre tra gli indirizzi imperdi bili della Calabria: “Una gran dissima soddisfazione essere confermati tra le migliori piz zerie d’Italia. L’anno scorso è stata una bellissima sorpresa essere selezionati, la cosa più difficile però dopo un successo è ripetersi e noi ci siamo riusci ti. Stiamo lavorando tanto per crescere aumentando sempre più la qualità della nostra pro posta”, sono le parole di Florin do Franco.
VEROLATTEVIGEVANONO MINATAQUINTAGELATERIA MIGLIOREALMONDO Vero Latte - il brand italiano dello chef gelatiere campio ne d’Europa Massimiliano Scotti - è lieto di annuncia re di avere ottenuto il titolo di quinta gelateria migliore al mondo all’interno dell’ul tima Gelato Festival Wor ld Ranking: la classifica che annualmente incorona le gelaterie migliori al mondo. Coinvolgendo oltre 5000 ge latieri provenienti da tutto il globo, la classifica presentata a Roma lo scorso 15 Luglio è il risultato della somma dei punteggi ottenuti dagli ar tigiani nei vari concorsi or ganizzati da Gelato Festival a partire dal 2011. Lo chef gelatiere Massimiliano Scot ti conferma così la sua ascesa all’interno del ranking glo bale che lo vedeva in settima posizione nella sua passata edizione (2020).
KEYAWARD2022
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ANYTIMEFITNESSITALIA PREMIATAAIFRANCHISING
Anytime Fitness Italia è stata premiata ai Fran chsing Key Award come “Miglior format per l’in novazione gestionale” pres so l’Auditorium Giorgio Gaber - Grattacielo Pirelli a Milano. Un importante riconoscimento promosso da FederFranchising che attesta la validità del format e dei suoi strumenti di ge stione. La missione azien dale è aiutare le persone ad avere uno stile di vita sano ed attivo. I business intel ligenti condividono questa missione, è provato che le aziende che incoraggiano i dipendenti a praticare attività fisica aumentano la produttività. Il programma Anytime Fitness Employee Wellness dà la possibilità a tutte le aziende, sia grandi che piccole, di promuovere il benessere sul posto di lavoro.
Nella filiera food & beverage nel settore franchising operano più di un milione di aziende che generano un valore di mercato di 463 miliardi di euro
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RISTORAZIONE:
DELLE IMPRESE ITALIANE SUI TREND ATTUALI
Il settore food & beverage sarà tra i comparti dell’economia italiana che più rapidamente si riprenderà, crescerà e si evolverà nel periodo post-covid, nonostante le altre criticità che caratterizzano il mercato quali tensioni geopolitiche, flessione dei consumi e rincaro dei prezzi delle materie prime e dei processi produttivi Negli ultimi due anni, il food & beverage si è confermato uno dei pilastri del made in Italy. Un settore che ha dimostrato tutta la sua resilienza alla pandemia, supportando la ripartenza di altri settori economici e uscendo da questa situazione ancora più forte. Molte cose sono, però, cambiate all’interno delle diverse filiere. Tra queste, i canali, il rapporto con la distribuzione, i risultati sui mercati esteri e il tema della sostenibilità. La transizione green richiederà forti investimenti a molte imprese del settore per riconvertire la propria produzione verso processi compatibili con un’economia a zero
/ FOCUS /
LA VISIONE
GLI INGREDIENTI PER UNA CRESCITA DI SETTORE
Necessitano, quindi, ragionamenti concreti ma anche strategici per trovare la giusta ricetta per una crescita del settore. Questa può avvenire attraverso cinque ingredienti: la sfida della transizione di business (dove conoscere i mercati diventa un must), la sfida della transizione digitale (che tocca apparati produttivi, commerciali e di marketing), la sfida della transizione delle competenze (importante a livello non solo manageriale ma distribuito), la sfida della transizione verde, la capacità delle aziende di gestire la transizione finanziaria.
17 / FOCUS // FOCUS / emissioni. Non tutte le società del F&B avranno la forza per superare questo processo, che potrebbe aprire una nuova stagione di M&A. Per molte altre, la transizione sostenibile sarà invece un’opportunità per fare un salto tecnologico: molte aziende stanno già lavorando al consumo delle risorse idriche, altre al consumo di gas metano ed elettricità e stanno usando strumenti ESG per certificare il proprio livello di sostenibilità. Scegliere una tecnologia che abbatta l’emissione di CO2 ma che, al contempo, non stressi termicamente gli ingranaggi, preserva, infatti, la qualità dei prodotti del settore.
UNO SCENARIO CON FORTI CAMBIAMENTI C’è una preoccupazione, tra le tante, che pesa sul mondo del retail. Ed è l’aumento dei costi di gestione rispetto al 2021, che incide sulla dinamica dei prezzi e sull’inflazione con la conseguente, drastica, riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane. A certificarlo sono le ultime rilevazioni del Centro studi retail Confimprese, che ha analizzato il settore della ristorazione su un campione composto per il 40% dal casual dining, per il 30% dalla ristorazione senza servizio al tavolo, per il 25% da bar/coffee shop e per il 5% dalle gelaterie. «Dall’analisi – spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi Retail Confimprese – emerge una situazione ancora molto incerta, nonostante la fine delle limitazioni e la voglia di normalità che spinge i consumi. La visione delle aziende della ristorazione, tuttavia, impone una riflessione su quanto sta
/18FOCUS / accadendo nel settore. La totalità delle aziende ha registrato un aumento dei costi di gestione nel 2022 vs 2021. Le utenze, spina nel fianco per le imprese, sono la voce che ha subito gli incrementi maggiori. Il 65% delle aziende registra variazioni superiori al 31% con picchi addirittura oltre il 50%, mentre il 70% indica un aumento dei costi delle materie prime alimentari tra l’11% e il 30%. Quest’ultima voce incide in media per oltre un quarto sul fatturato. I costi delle materie prime non alimentari aumentano maggiormente rispetto a quelle alimentari, tanto che il 60% indica un incremento tra +21% e +40%, ma l’incidenza sul fatturato di questa voce risulta molto più bassa con una media del 6,3%».
PRODUTTORI, LAVORO E CONSUMATORI: NUOVI EQUILIBRI C’è poi una voce, che si fa sentire nel retail in generale e, in particolare nel mondo della ristorazione ed è l’aumento del costo del personale, che va di pari passo con la situazione economica in atto. Oltre la metà dei retailer, pari al 55%, dichiara un aumento del costo del personale dovuta alla mancata disponibilità di nuove risorse da assumere, con incrementi fino al 10% per quasi 3 aziende su 4. La difficoltà emerge con maggiore forza soprattutto per gli operatori del casual dining (75%) e per bar/ coffee shop (60%).
IMPATTO DELL’AUMENTO COSTI SUL CONTO ECONOMICO E SULL’INCREMENTO DEL LISTINO
Considerando sia l’aumento medio dei costi sia l’incidenza della singola voce sul fatturato, risulta che gli impatti maggiori sul conto economico derivano da personale, materie prime alimentari e utenze. Quanto agli aumenti del listino prezzi, quasi 3 aziende su 4 hanno già previsto una conseguenza dei maggiori costi sul listino prezzi, con focus maggiore sul delivery rispetto all’on-site, mentre il 27% dei retailer intende farlo a breve. Ciò nonostante, l’aumento del listino prezzi potrebbe risultare insufficiente per coprire gli aumenti dei costi.
CAMBIAMENTI DEL POTERE D’ACQUISTO: I NUOVI COMPORTAMENTI DEI CONSUMATORI Secondo la metà dei rispondenti, gli aumenti dei costi hanno portato a una modifica del comportamento d’acquisto dei consumatori e identificano l’aumento del consumo di piatti meno costosi in offerta come il più adottato. Il restante 30%, invece, lo imputa a una riduzione della frequenza di consumo on-site/delivery. La maggior parte delle aziende indica anche
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A livello complessivo nella filiera food & beverage operano più di un milione di aziende che generano un valore di mercato di 463 miliardi di euro, impiegando oltre due milioni di addetti. Il mercato del food & beverage è tra i più dinamici, resilienti e redditizi dell’economia italiana. A dimostrarlo i trend di crescita anche nel pieno della pandemia, durante la quale molti altri settori economici sono crollati, che hanno visto un aumento dei fatturati del +0.8% nel 2020. In base alla previsioni del mercato, il settore del food & beverage continuerà a crescere anche nei prossimi anni, arrivando alla fine del 2022 ad un +6.3% rispetto al periodo pre-covid del 2019. Il settore food & beverage sarà tra i comparti dell’economia italiana che più rapidamente si riprenderà, crescerà e si evolverà nel periodo post-covid, nonostante le altre criticità che caratterizzano il mercato quali tensioni geopolitiche, flessione dei consumi e rincaro dei prezzi delle materie prime e dei processi produttivi. Tra i segmenti che traineranno maggiormente la ripresa di tutto il settore vi sono la prima trasformazione, il segmento beverage, il comparto ho.re.ca, nonché i comparti dell’agricoltura, della distribuzione, degli alimentari e dell’allevamento. Importante impatto sul settore lo ha anche l’export di prodotti food & beverage made in Italy. Questo quanto emerge dalla ricerca “Tendenze e prospettive del mercato del Food&Beverage” condotto da Cerved Marketing Intelligence.
Non da meno anche le aspettative delle famiglie italiane, rilevate da Innovation Team-Cerved per Confimprese, riflettono andamenti analoghi a quelli segnalati dalle aziende. Il 91,8% delle famiglie teme le conseguenze economiche dell’attuale situazione geopolitica. Altrettanto elevato è il timore per l’impatto della dinamica dei prezzi, tanto che i consumatori hanno adottato contromisure per fronteggiare il caro prezzi, riducendo gli acquisti (60,8%) soprattutto di beni non durevoli (41,1%).
Queste preoccupazioni trovano fondamento nella situazione economica familiare, in peggioramento per 1 famiglia su 3. A risentire del contesto attuale è principalmente la capacità di risparmio, in diminuzione per il 40,8% delle famiglie. Pesano l’impatto del caro carburante, grave per 1 famiglia su 3, e i prezzi dei beni di consumo.
RISTORAZIONE
LE TENDENZE NELLA NUOVA ERA
LE DINAMICHE DEI PREZZI NELLA
IL MERCATO DEL FRANCHISING
A trainare la crescita del comparto food & beverage e dei fatturati ad esso relativi sono soprattutto le nuove tendenze che rendono il settore altamente dinamico. Ad incidere maggiormente nel settore food & beverage sono le tendenze che vedono prioritarie le tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, la riduzione degli sprechi (zero waste), la trasparenza delle etichette, la tracciabilità, le certificazioni di filiera, il made in Italy, la sicurezza, la prossimità territoriale (km0), le nuove fonti di proteine, gli alimenti plant based, la digitalizzazione e l’efficienza dei processi. Queste tendenze riguarderanno ed influiranno su ogni segmento del settore food & beverage, sia esso agricoltura, trasformazione, distribuzione, ristorazione, export.
19 / FOCUS // FOCUS / che questi cambiamenti non sono di passaggio e pensa che ci sarà un lungo periodo di aumento dei prezzi e crisi economica. A tal fine, è necessario studiare nuove strategie di mitigazione dei cambiamenti, come per esempio l’estensione dell’offerta per coprire più occasioni di consumo. A fronte del quadro di cui sopra, per i prossimi mesi le aspettative non sono così rosee, tanto che l’85% delle aziende dichiara che la dinamica dei prezzi e l’inflazione, con la conseguente riduzione del potere d’acquisto, costituiscono le maggiori preoccupazioni.
NEL MONDO E’ necessario tutelare i nostri prodotti e combattere gli alimenti che si rifanno all’italianità in modo ingannevole perché le vendite all’estero di prodotti ottenuti dalla filiera agroalimentare superano la soglia dei 50 miliardi di euro Le vendite all’estero di prodotti ottenuti dalla filiera agroalimentare hanno registrato nel 2021 un giro di affari mai così alto nella storia e pari a 50,1 miliardi di euro, segnando una crescita media nell’ultimo decennio del 5,5% e chiudendo la stagione con un saldo positivo di 3,3 miliardi di euro. Una performance nella quale spicca nelle vendite all’estero di pomodori pelati e di pasta il primato del nostro Paese, che è anche il primo produttore (e secondo esportatore) di vino a livello mondiale. Nonostante le cifre mai raggiunte prima, emergono fattori di criticità che il nostro sistema deve fronteggiare. Pur contando su un ricco paniere di proposte enogastronomiche, l’Italia si deve accontentare di un quinto posto
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Si chiama Italian Sounding il fenomeno da contrastare MADE IN AGROALIMENTARE:ITALY
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ECCELLENZA
21 / FOCUS // FOCUS / nel ranking dei paesi europei esportatori di prodotti agroalimentari, scivolando in sesta posizione tra i 10 top exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul totale dell’export nazionale. Tra le criticità alla base di questo ritardo evidenziate da The European House –Ambrosetti e Assocamerestero, la forte dipendenza del nostro Paese da alcune materie prime agricole e un contesto imprenditoriale caratterizzato da una elevata frammentazione di piccole aziende, che oggi sono il 92,8% del totale e generano solo il 13,2% dei ricavi L’exportglobali. agroalimentare italiano vola alto. Infrange e supera la soglia dei 50 miliardi di euro, segnando il record storico, ma deve fare i conti con l’Italian Sounding che ne dimezza la portata. L’annoso fenomeno legato a prodotti alimentari che, seppure non siano realizzati in Italia, evocano denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi del Belpaese, è un oggettivo danno per lo sviluppo delle esportazioni nazionali. Una questione analizzata in profondità durante la sesta edizione del Forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni” organizzato da The European House – Ambrosetti. La due giorni di lavori di Bormio è stata l’occasione per presentare la ricerca “Italian Sounding: quanto vale e quali opportunità per le aziende agroalimentari italiane” che, se da una parte ha quantificato l’impatto economico di questo ‘business parallelo’, dall’altra ha suggerito un vademecum di azioni e provvedimenti da adottare per contrastare il fenomeno.
ITALIAN SOUNDING, LA PAROLA AI RETAILER STRANIERI Ma è il fenomeno dell’Italian Sounding il fattore che indebolisce fortemente il posizionamento estero dei prodotti italiani. Per indicarne la reale ricaduta in termini economici, per la prima volta The European House Ambrosetti e Assocamerestero
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“Siamo di fronte a un’inflazione cattiva, esogena, che impatta for temente e in modo asimmetrico sui consumatori e sulle imprese. Il settore del Largo Consumo sarà sottoposto a una forte pressione per la contrazione dei consumi, che presumibilmente causerà squilibri im portanti perché ci saranno imprese in grado di ricollocarsi mentre altre sa ranno costrette a difendersi. I costi stanno aumentando velocemente ed è facile prevedere un’inflazione su base annua superiore al 10%. Le imprese del la distribuzione si trovano in uno straordinario cul de sac per la necessità di andare incontro le esigenze dei consumatori, calmierando i prezzi. Tuttavia i comportamenti d’acquisto stanno già cambiando, all’insegna del nomadismo tra negozi o della scelta dei prodotti in base al prezzo. Auspico un intervento del Governo per difendere il potere d’acquisto intervenendo su cuneo fiscale e riducendo, almeno temporaneamente, l’IVA”
COSA MOSTRA LA ‘PRESENZA A SCAFFALE’: DOMINA L’ITALIAN FAKE FOOD
Lo studio ha innanzitutto mostrato come in alcuni Paesi la quota di referenze Italian Sounding nei punti vendita della grande distribuzione sia più marcata. È il caso, in primis, del Giappone (70,9%), seguito a brevissima distanza da Brasile (70,5%), mentre in Europa il dato maggiore è stato riscontrato
“LE AZIENDE DEVONO CERCARE DI RICOLLOCARSI IN UN MERCATO IN CAMBIAMENTO”
Nome: Marco Cognome: Pedroni Azienda e ruolo: Presidente Coop Italia; Presidente ADM
FOCUS / hanno elaborato un modello scientifico per quantificare il valore dell’Italian Sounding. Partendo da una survey che ha coinvolto oltre 250 retailer internazionali della GDO di 10 Paesi diversi in cui c’è una maggiore diffusione a scaffale di falsi prodotti italiani, sono state poste sotto la lente le 11 referenze più colpite del Made in Italy agroalimentare. La survey ha adottato una metodologia basata su due coefficienti: uno in grado di calcolare la presenza sugli scaffali dei supermercati di prodotti del vero italiano, l’altro, di scontare l’effetto prezzo, vale a dire depurare il risultato dalla quota di consumatori che scelgono referenze non autentiche italiane attirati dalla convenienza.
La dichiarazione è stata resa nella sessione dedicata a “Lo scenario dei con sumi: uno specchio del cambiamento” tenutasi nel corso del Forum Food & Beverage organizzato da The European House - Ambrosetti in a Bormio
23 / FOCUS / in Germania (67,9%). A livello di prodotto, i più ‘imitati’ sono ragù (61,4%), parmigiano (61,0%) e aceto balsamico (60,5%). Se si addiziona quindi il valore di Italian Sounding su tutti i prodotti alimentari monitorati dalla survey nei 10 Paesi, si stima un fatturato di 10,4 miliardi di euro, il 58% in più rispetto a quanto generano complessivamente gli stessi 11 prodotti ‘veramente’ italiani. Partendo da questi risultati e correlandoli con il valore dell’export di tali referenze, si ottiene un moltiplicatore dell’Italian Sounding pari a 1,58 che, applicato su larga scala internazionale, fa emergere come questo fenomeno da solo possa giungere a valere 79,2 miliardi di euro. Sommando, quindi, questa cifra al dato effettivo delle esportazioni, l’Italia idealmente incasserebbe dal commercio oltreconfine dei suoi prodotti agroalimentari ben 129,3 miliardi di euro.
COSA MOSTRA L’EFFETTO PREZZO: BISOGNA CONVINCERE 3 CONSUMATORI SU 10 Più che la certificazione, conta lo scontrino in cassa. La ricerca, infatti, evidenzia come, in 3 casi su 10, il consumatore straniero si orienta su una tipicità gastronomica italiana quando questa prevede una spesa più bassa, piuttosto che porre come prioritaria la reale garanzia di provenienza territoriale del prodotto acquistato. Seguendo questa logica, il fenomeno dell’Italian Sounding ammonterebbe a 6,8 miliardi di euro nel cluster dei dieci paesi di riferimento sugli 11 prodotti analizzati, ovvero il 3% in più rispetto al valore concreto dell’export italiano, da cui si ottiene un moltiplicatore di 1,03. Riparametrando il modello sull’intero valore dell’export agroalimentare nel mondo e depurando l’Italian Sounding da tale effetto prezzo, si arriverebbe a quantificare il fenomeno per un valore di 51,6 miliardi di euro che, sommato al dato reale di export, permetterebbe all’Italia di generare all’estero con i suoi prodotti un giro di affari doppio e superiore ai 100 miliardi di
24/FOCUS / euro. SUPERARE IL PROBLEMA: ECCO LE LINEE GUIDA
agroalimentare possibili strumenti e azioni per cercare di superare questa criticità o quanto meno ridurne l’impatto. 1) Favorire la consapevolezza del consumatore straniero verso le valenze distintive del Made in Italy agroalimentare. Un obiettivo che si può ottenere promuovendo azioni di marketing mirate, creando un logo F&B del Made in Italy, organizzando fiere, allestendo corner di prodotti italiani nei punti vendita della GDO all’estero. In parallelo, diventerebbe “UN RUOLO IMPORTANTE POTRÀ ESSERE SVOLTO DAI PRODOTTI DELLA PRIVATE LABEL”
Nome: Francesco Cognome: Avanzini Azienda e ruolo: Direttore Generale operati vo CONAD “Ci troviamo in una situazione molto complessa che probabilmente diventerà strutturale di medio periodo a causa dei rincari dell’energia e dell’aumento dei costi delle materie prime. Gli impatti sui consumatori con redditi molto differenziati causeranno una frenata sensibile dei consumi. È già visibile una polarizzazione sul basket della spesa verso scelte che privilegiano i prezzi più bassi –indirizzandosi verso prodotti a basso costo o verso i discount – perché il reddito disponibile per la spesa è già inferiore al 50%. In quest’ambito un ruolo importante potrà essere svolto dai prodotti della Private Label. Da parte nostra riteniamo necessario lavorare sulla differenziazione per diventare sempre più distributori di servizi, sfruttando anche le potenzialità del digitale e trovare le risposte a una situazione sociale caratterizzata da un ceto medio sempre più assottigliato. La Grande Distribuzione italiana ha già dimostrato la capacità di restare a contatto con i clienti e creare quel rapporto di fiducia imprescindibile caratterizzato dalla garanzia di qualità e trasparenza”. La dichiarazione è stata resa nella sessione dedicata a “Lo scenario dei consumi: uno specchio del cambiamento” tenutasi nel corso del Forum Food & Beverage organizzato da The European House - Ambrosetti in a Bormio
Completata la ricerca e mostrato come il fenomeno dell’Italian Sounding colpisca duramente l’export nostrano, The European House – Ambrosetti e Assocamerestero, insieme alla rete di Camere di Commercio Italiane all’Estero, hanno voluto fornire agli stakeholders italiani della filiera
SEI PRIORITÀ PER IL RILANCIO DELLA
3.combattereilfenomenodell’italiansoundingepromuovereleesportazionidelle eccellenze nazionali
6) Sfruttare gli ‘ambasciatori’ del Made in Italy presenti all’estero riunendo associazioni di ristoranti, agevolando un sistema culinario che fonde dieta mediterranea e cucina locale, delineare un canale privilegiato con le comunità di emigrati italiani.
7) Dare impulso alla tracciabilità sfruttando la tecnologia di blockchain e smart labeling e, in generale, contribuire a dare supporto tecnologico alle PMI italiane del F&B.
COMPETITIVITÀ DELLA FILIERA AGROALIMENTARE
4.rafforzarelefilieremadeinitalyperridurreladipendenzadall’esteroinun’epoca di continui shock esogeni, soprattutro per i settori agricoli con bilancia commer ciale negativa
5) Favorire il consolidamento delle imprese F&B italiane, generare una rete d’imprese del settore, pianificare strategie ad hoc nei vari paesi, migliorare la competenza manageriale.
4) Strutturare una rete comune di attori istituzionali all’estero e favorire un dialogo con le istituzioni locali per sensibilizzare la consapevolezza politica verso il fenomeno.
25 / FOCUS / strategico puntare su attività di educazione del consumatore favorendo una corretta lettura delle etichette, coinvolgendo studenti stranieri con corsi di formazione in Italia, alimentando la sinergia con il settore turistico.
6. implementare politiche di sensibilizzazione ed educazione alimentare nella patria della dieta mediterranea, a partire dalle giovani generazioni
2) Agevolazioni fiscali con nuovi accordi di libero scambio UE-Paesi Internazionali e creare accordi bilaterali più favorevoli per le imprese agroalimentari.
ITALIANA
1. favorire la sburocratizzazione del settore per lo sblocco degli investimenti e lo sfruttamento dei fondi pnrr
3) Combattere la comunicazione fallace appellandosi a politiche e direttive di tutela al Made in Italy, ma anche stabilire clausole che vietino l’evocazione dell’italianità in accordi di libero scambio.
2. sostenere e incentivare, anche fiscalmente, il consolidamento del settore food&beverage per incrementarne la competitività, anche a livello internazionale
5. accelerare l’adozione di politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici
UN DRIVE IMPORTANTE PER LA CRESCITA DELLE AZIENDE
/ FOCUS /
La presentazione del Position Paper ‘La Ro admap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni’, du rante il Forum sul F&B promosso da The Eu ropean House a Bormio ha messo in luce nu meri e fatti della filiera agroalimentare italiana, e l’urgenza di una vera (R)evoluzione verso la sostenibilità della stessa filiera. La filiera agroalimentare è voce portante dell’e conomia nazionale. È la prima per contributo al PIL nazionale con 65 miliardi di euro di valo re aggiunto, genera un fatturato totale di 204,5 miliardi di euro, con un incremento del 3,8% dal 2015, mentre oltreconfine nel 2021 l’export di prodotti agroalimentari ha segnato il record storico raggiungendo la soglia dei 50,1 miliardi di euro (il 10,8% in più rispetto al 2020), per mettendo alla bilancia commerciale di registra re un surplus pari a 3,3 miliardi di euro. Il vino si è confermato prodotto italiano più venduto all’estero con una market share sull’export pari al 14,3% e un giro di affari di 7,1 miliardi di euro, mentre la Germania permane il principale pae se di approdo assorbendo una quota del 22,4% e generando un fatturato di 8,4 miliardi di euro (+6,6%). Seguono Stati Uniti e Francia, vicini tra loro con una quota rispettiva del 15,1% e del 15%. A livello occupazionale, il settore offre la voro a 1,4 milioni di persone (di cui 483.000 nell’industria del Food&Beverage e 925.000 nel comparto agricolo). Che la necessità di accelerare il processo di transizione ecologica sia una priorità per la filie ra agroalimentare è stato ribadito con fermezza a Bormio, dove si sono alternate voci autorevoli sia dell’industria F&B, sia delle istituzioni poli tiche nazionali ed europee. Un’analisi approfondita dalla quale sono emersi parecchi indicatori utili, che evidenziano come la filiera debba rispondere alle mutate esigenze Sono state create app appositamente per aiutare i consumatori a seguire comportamenti virtuosi in tema di cibo
La filiera agroalimentare è voce portante dell’economia nazionale. È la prima per contributo al PIL nazionale con 65 miliardi di euro di valore aggiunto, genera un fatturato totale di 204,5 miliardi di euro
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SOSTENIBILITÀ:
L’INNOVAZIONE E IL RUOLO DELLA FILIERA COME “GUIDA” PER IL PAESE VERSO LA SOSTENIBILITÀ Trasparenza e tracciabilità sono i due concetti molto richiesti e soluzioni tecnologiche come la Blockchain e lo Smart Label stanno andan do incontro a queste crescenti esigenze, grazie a un sempre più costante tracciamento e accu mulo di dati. Ma l’innovazione impatta su tutte le fasi della filiera e il nostro Paese si dimostra all’avanguardia nell’adozione di nuove tecniche e strumenti: ad esempio l’Italia è al 4° posto nel mondo per densità di robot attivi nella produ zione alimentare e, ancora, le 210 startup Foo dTech costituiscono il 17% del totale europeo. Numeri che legittimano l’attesa che l’agroali mentare, anche per l’importanza strategica che riveste nell’economia Italia, possa assumersi la guida per il Sistema Paese verso quella soste nibilità che, nell’approccio di The European House – Ambrosetti coinvolge la dimensione economica, sociale e ambientale.
LE SFIDE CHE L’AGRIFOOD DEVE AFFRONTARE Italia, un Paese di genialità tecnologica, virtuoso nel riciclo della plastica, ma campione di spre co alimentare. Tuttavia non si potrà prescinde re dagli allarmi derivanti dalla situazione am bientale del nostro Paese. Eccole cinque sfide preminenti per la filiera agroalimentare (ma non solo). Innanzitutto, un aumento della po polazione mondiale: nell’ultimo trentennio la produzione mondiale di cibo è aumentata del 91%, il doppio di quanto sia aumentata la po polazione (+45%) oggi giunta a 8 miliardi. Tale situazione porta a un maggiore impatto della fi liera agroalimentare sugli ecosistemi ambientali e, è fondamentale fare ricorso a un’agricoltura 4.0 per conseguire un risparmio di circa il 30% degli input necessari per l’attività agricola e una crescita del 20% della sua produttività. Il terzo elemento critico si lega alle condizioni mete orologiche che danneggiano la filiera agroali mentare. Il 21% del territorio italiano è infatti a rischio desertificazione e allo stesso tempo il numero di eventi estremi cresce del 25% ogni anno. In Italia, tale situazione causa un danno stimato di 1 miliardo di euro a livello annua le. Nel 2021 le avversità climatiche hanno de terminato una perdita di produzione media del 27% della frutta, del 10% del riso e del 9% del vino. Gli impatti più severi sono stati raggiun ti nella produzione di miele, quasi totalmente scomparsa nell’anno (-95%), delle pere (-69%) e delle pesche (-48%). Non irrilevante poi l’im barazzante problema dello spreco alimentare che, nel mondo, pesa per il 17% del cibo pro dotto e ammonta a quasi 1 miliardo di tonnel late all’anno. In questo contesto, l’Italia rientra tra i primi 10 Paesi europei (UE-27+UK) per spreco alimentare, buttando via e non consu mando mediamente 89 kg pro-capite all’anno di cibo, pari a 5,3 milioni di tonnellate. E’ ne cessario richiamare l’attenzione sull’utilità di frenare il più possibile questa cattiva abitudine facendo ricorso, in particolare, ad app create ap positamente per aiutare i consumatori a seguire comportamenti virtuosi in tema di cibo. Infi ne la dipendenza dall’estero della filiera agroa limentare italiana per l’approvvigionamento di materie prime agricole, che provoca un deficit commerciale del settore agricolo cumulato di 85,8 miliardi di Euro dal 2010 al 2021. Una situazione che comporta ricadute significative in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale della filiera. derivante da una for te esposizione all’andamento della produzione e dei prezzi delle materie prime dal resto del mondo e quindi da una crescente vulnerabilità a shock di approvvigionamento per alcuni pro dotti chiave alla base della catena di lavorazione italiana.
27 / FOCUS // FOCUS / dei consumatori, confrontandosi con uno sce nario caratterizzato da elementi di criticità che coesistono con lo sviluppo di risposte tecnolo gicamente innovative. Il maggior rispetto per l’ambiente è un tema molto sentito per il 70% dei cittadini nel 2021 (+22 punti percentuali ri spetto al 2015). In Italia le pratiche più richieste sono la riduzione del consumo di plastica (90%) e la transizione a packaging sostenibile (89%).
BATA POTENZIA LA SUA RETE IN ITALIA CON NUOVE APERTURE IN FRANCHISING
Il brand ha avviato un piano di sviluppo sul territorio nazionale per nuovi franchisee che colgono in Bata importanti opportunità di business: sia piccoli imprenditori che si affacciano al franchising, sia imprenditori più grandi che inseriscono il marchio nel portfolio delle loro insegne retail
Più di un milione di clienti al giorno sceglie Bata attraverso 5.800 punti vendita di 70 paesi in 4 continenti. Fondata nel 1894 da Thomas Bata, il Gruppo si colloca tra i più grandi marchi di calzature a livello mondiale, con un’esperienza di oltre 40 anni nell’affiliazione in franchising. Il connubio tra la ricerca del massimo comfort e dell’innovazione si unisce a dei prezzi accessibili per tutti e questo filone diventa un caposaldo guida della filosofia InBata.Italia, Bata è leader di settore con oltre 240 negozi gestiti direttamente o in franchising e lo shop online bata.it. Presente nel nostro Paese dal 1931, l’azienda è rappresentata da Compar S.p.A., con sede a Limena (Padova). Nel nostro Paese, Bata ha avviato un piano di sviluppo triennale sul territorio nazionale che prevede un’accelerazione nell’ampliamento del network tramite nuovi potenziali accordi con imprenditori e franchisee. L’obiettivo previsto sarà di passare dagli attuali 90 store in affiliazione a un totale di 200, con circa 100 nuove aperture entro il 2024 e una crescita che prevede il raddoppio del fatturato nel triennio, raggiungendo così un’incidenza del Massimo comfort, tendenze contemporanee e prezzi accessibili
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29 / LA PROPOSTA / progetto franchising pari al 40% sul totale. Il business plan di espansione prediligerà le vie centrali delle città di medie dimensioni, con popolazione tra i 40 agli 80 mila abitanti. Ne sono un esempio le quattro tappe iniziali di questo percorso, con un primo negozio in Corso Matteotti a Cecina, in provincia di Livorno, un altro in corso Fardella a Trapani, un terzo in via Sacro Cuore a Modica e l’ultimo nell’importante mall Shopville Gran Reno a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Come prossime aperture il Brand sceglie le isole con l’apertura di Senorbì in Sardegna e di Agrigento in Sicilia. “Le recenti nuove aperture - ha commentato Claudio Alessi, Presidente Bata Europerappresentano per l’azienda un momento significativo nell’ambito del piano di sviluppo della rete vendita di Bata in Italia. Stiamo investendo negli store in affiliazione insieme al network consolidato di partner, che ancora oggi continuano a riporre fiducia nel brand, sulla scia del successo dei risultati in crescita anno dopo anno. Inoltre, a salire a bordo, ci sono anche nuovi franchisee che colgono in Bata importanti opportunità di business: sia piccoli imprenditori che si affacciano al franchising, sia imprenditori più grandi che inseriscono nel portfolio delle loro insegne retail il nostro marchio, per aumentare la market share sulle piazze su cui investono.” La forza di Bata è quella di soddisfare ogni tipo di cliente che cerca calzature per ogni occasione d’uso, attraverso la poliedrica proposta delle sue calzature e dei suoi accessori che comprendono una vasta tipologia di stili: dal classico/formale allo sportivo/casual, da uno stile più fashion a uno outdoor più semplice. Nel mondo, in un anno, si registrano 180 milioni di paia di calzature vendute che rappresentano il risultato di un impegno costante verso la ricerca della qualità che ha come conseguenza l’appagamento finale della fiducia dei consumatori. La passione del brand per le scarpe, infatti, si traduce nel perseguimento continuo della ricerca dell’innovazione che consente di fornire ai clienti di tutto il mondo le migliori scarpe ai migliori prezzi, supportati da un servizio senza pari, da oltre 125 anni.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI mail: bata.franchising@bata.com telefono: 049/8991111049/8991074
Claudio Alessi Presidente Bata Europe
La cultura “Bata”, infine, si costruisce attorno ai suoi valori cardini, motori decisionali del gruppo. Il primo è sicuramente quello di servire con passione il cliente, ascoltando e soddisfacendo al meglio le sue richieste; un altro valore importante che Bata si impegna a realizzare concretamente è quello di migliorare la vita dei suoi consumatori, offrendo loro il supporto adeguato e il prodotto migliore. Il brand è concentrato anche a migliorare la vita del suo team oltre che quella, in generale, della comunità in cui opera. Infine, Bata vuole essere audace, valore che si traduce nella coraggiosa innovazione che propone nei suoi in-house brand e vuole superare le aspettative del cliente spingendosi oltre i “confini” del possibile perseguendo l’eccellenza nei suoi prodotti, nei suoi servizi e nel suo personale.
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TANTI VANTAGGI E TANTE OPPORTUNITÀ PER TUTTI
Finanziare l’apertura del proprio punto vendita con la garanzia pubblica del Fondo di Garanzia per le PMI (80% dell’importo finanziato) è una grande opportunità. Scegliere di essere un franchisor accreditato presso MDI è sicuramente una grande vantaggio
FRANCHISING E MICROCREDITO,
Da MDI-Microcredito di Impresa Spa arriva il supporto per aperture di affiliati e sviluppo di affilianti Mettersi in proprio con la formula del franchising (o con altre formule per reti commerciali) è un processo che ha sempre la necessità di confrontarsi con il fabbisogno finanziario basato sul capitale proprio e quello di terzi e con la necessità di ben calibrare l’opportuni mix anche rispetto ai rischi che ne possono conseguire. MDI-Microcredito di Impresa SpA è un operatore di microcredito, regolato
31 / SPECIALE / dall’art.111 del TUB, iscritto al n.12 nell’elenco degli operatori di microcredito tenuto dalla Banca d’Italia e finanzia startup e PMI fino a 50.000 Euro, una soluzione spesso sufficiente a far partire una nuova impresa in franchising, settore verso il quale ha sin da subito prestato molta attenzione. Chiediamo alcune informazioni ai due responsabili di MDI-Microcredito di Impresa SpA che curano i processi di analisi e valutazione delle varie (e tante) pratiche relative al finanziamento di operatori del settore. Intervista a Dott. Diego Rizzato, Componente CdA e responsabile credito di MDI. Formazione squisitamente bancaria con master in “Credit management”, proviene da oltre 30 anni di esperienza di banca e finanza dove ha ricoperto vari ruoli fra i quali quello di Direttore Generale di Istituto. Profondo conoscitore del Microcredito, della sua regolamentazione, delle sue grandi potenzialità. Perché microcredito e franchising? “Nel tempo è stata crescente la domanda di microcredito da parte delle reti di franchising. Il franchisor ha bisogno di avere un canale di credito pronto, veloce, affidabile, da proporre ai suoi franchisee ed in particolare quelli per i quali ottenere un finanziamento è condizione vincolante per poter attuare la loro idea imprenditoriale. Ebbene abbiamo iniziato ad accreditare i primi franchisor, ed oggi dopo circa 6 mesi di lavoro, veramente collaborativo con le reti, sono circa 40 i franchisor accreditati, circa 10 quelli in corso di accreditamento e sono oltre 100 le operazioni di erogazione andate a buon fine. Mediamente ci arrivano ogni settimana una decina di richieste provenienti dai franchisee dei vari franchisor”. Ma come funziona in pratica? Ci descriva l’iter tipico di una richiesta… “Il franchisor accreditato ci invia una scheda di segnalazione con i dati del suo potenziale franchisee. Da parte di MDI entriamo in contatto nel giro di uno-due giorni con lo stesso franchisee e lo invitiamo a una videocall, alla quale partecipa anche il franchisor. Facciamo un’intervista mirata al franchisee, gli chiediamo la documentazione necessaria (e in questa fase è aiutato dal franchisor), Diego Rizzato
32/SPECIALE / mettiamo la pratica in istruttoria e in 2025 giorni riusciamo a erogare. Dopo una quindicina di giorni abbiamo già un primo esito. Ci è di notevole conforto e aiuto il business plan base che il franchisor ci ha fornito durante il suo accreditamento”. Inoltre, abbiamo intervistato il Dott.Rag. Mirco Comparini, professionista cotitolare e cofondatore dello Studio Comparini & Russo e Amministratore della Professional Group SRL-Franchising Analysis. Iscritto dal 1988 all’ODCEC di Livorno, esercita la professione di Ragioniere Commercialista, Revisore Legale, Giornalista Pubblicista e Consulente al franchising con oltre 25 anni di attività di consulenza ed assistenza specializzate al franchising e a reti commerciali. Docente e relatore in corsi di formazione, master, convegni e seminari in materia di franchising e reti commerciali, è anche autore di numerosi interventi editoriali e dispense di aggiornamento professionale. In cosa consiste l’accreditamento del titolare della rete? “L’accreditamento è una procedura assoluta mente semplice sotto l’aspetto formale e bu rocratico e allo stesso tempo assolutamente sostanziale nei contenuti e nelle informazio ni che se ne rileva. Si concretizza con del le risposte ad una check list già impostata e che, oltre ai classici dati del titolare della rete, definiscono le caratteristiche dell’offer ta di adesione, dei rapporti in corso tra affi liante e affiliati, dei progetti e programmi di sviluppo, della prima bozza di business plan per i franchisee e, per le reti di franchising, del rispetto della normativa e anche di giu risprudenza consolidata. Assieme a tali in formazioni i franchisor allegano specifica documentazione ad integrazione e supporto dei dati forniti. Il dossier viene sottoposto a valutazione per l’accreditamento”.
Mirco Comparini
“Certamente il primo fondamentale vantag gio è per il franchisee che, grazie alla sep pur non completa due diligence alla quale il franchisor si è autonomamente sottoposto presso MDI, non ha la necessità di fornire informazioni sulle caratteristiche del sistema di franchising già accreditato, ma si limiterà ad altre (sicuramente sempre necessarie) in formazioni di altre natura e tipologia. D’al tronde occorre tener conto che l’idea im prenditoriale da finanziare non è quella del franchisee, come può essere nelle casistiche di imprenditori indipendenti, ma è quella del franchisor e, pertanto, è alquanto ovvio che il soggetto finanziatore (MDI) debba com prendere a chi il potenziale franchisee si è af fidato. I vantaggi, ovviamente, ci sono anche per i franchisor, soprattutto per quelli (che possiamo definire) “seriamente impostati” e che si sottopongono alla descritta due dili gence presso MDI con trasparenza, apertu ra, grande collaborazione e anche con la di sponibilità di avere informazioni di ritorno tali da poter richiedere interventi strutturali ai sistemi già impostati al fine di migliorarli e renderli più solidi. Ovviamente, è chiaro a tutti, MDI non può accreditare franchisor che, ad esempio, non soddisfano i requisiti normativi o che non trasferiscono idonea mente agli affiliati il necessario know how (valutatane la presenza) o che non hanno idoneamente sperimentato la loro formula commerciale (obbligo di legge e necessità imprenditoriale) che intendono trasferire a titolo oneroso ai potenziali affiliati. Cer tamente occorre anche tenere conto dello strumento contrattuale scelto dal titolare della rete per la sua rete commerciale e che potrebbe non essere quello dell’affiliazione commerciale determinando, pertanto, una diversa valutazione in relazione al rispetto delle normative vigenti ed applicabili”.
33 / SPECIALE /
Quali sono i vantaggi per il franchisor e per il franchisee?
La tutela del software avviene dunque. tramite la legge sul diritto d’autore in quanto creazione intellettuale, rientrante tra le opere
ISTRUZIONI, CONTENUTI E
Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX
SOFTWARE
PROPRIO
La tutela del software avviene tramite la legge sul diritto d’autore in quanto creazione intellettuale
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Il “software” è “un programma per elaboratore in qualunque forma espresso, purché originale, quale risultato di creazione intellettuale dell’autore” (art. 64-bis Legge 633/1941).
Per poter avere la prova della titolarità del diritto ad una certa data, può essere effettuato un deposito al Registro Pubblico Speciale tenuto presso la SIAE. Altri modi possono essere rappresentati da un deposito presso un Notaio o dall’invio dei codici sorgente con apposizione del timbro postale o tramite PEC o deposito in blockchain
/ DOSSIER/
IDEE: COME PROTEGGERE IL
/DOSSIER35/Ladell’ingegno.leggequindi
protegge il soggetto che ha creato il software inteso come una sequenza di istruzioni espresse in un determinato linguaggio che, per effetto del caricamento in un elaboratore, comandano lo svolgimento di determinate attività, in un linguaggio comprensibile all’uomo (c.d. codice sorgente) o solo alla macchina che esegue le istruzioni (c.d. codice oggetto).
La legge tutela l’autore in quanto persona fisica; se il software viene creato da un gruppo composto da più persone, il diritto d’autore spetta a tutti i componenti del team in una situazione di comunione.
Il diritto sorge nel momento in cui l’opera viene incorporata sul supporto materiale che ne consente l’individuazione, senza alcuna Performalità.poter avere la prova della titolarità del diritto ad una certa data, può essere
La tutela riguarda la sequenza di istruzioni, quindi la forma espressiva (espressa nel codice sorgente, nel codice oggetto e nel listato), ma non i contenuti o le idee su cui si basa. Il termine “programma” per elaboratore comprende anche il materiale preparatorio per la programmazione, secondo quanto disposto dall’art.2, n.8 della legge sul diritto d’autore, ma non i principi che stanno alla base di qualunque elemento di programma e deve essere pertanto il risultato di un lavoro intellettuale caratterizzato da creatività e Iloriginalità.programma deve essere quindi il risultato della creazione intellettuale dell’autore e da lui pensato e sviluppato autonomamente e deve avere le caratteristiche di originalità e creatività rispetto alle opere precedenti.
Può risultare difficile definire il grado di originalità rispetto ad altri già esistenti; tuttavia, è stato ritenuto dalla giurisprudenza che sia sufficiente che si tratti di opere formulate in maniera autonoma e personale rispetto alle preesistenti.
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DOSSIER / effettuato un deposito al Registro Pubblico Speciale tenuto presso la SIAE, anche se successivamente può essere smentita da chi ne contestasse l’originalità. Altri modi di individuazione di una data certa possono essere rappresentati da un deposito presso un Notaio o dall’invio dei codici sorgente con apposizione del timbro postale o tramite PEC o deposito in blockchain. Il software in determinate circostanze può però essere anche oggetto di tutela in base al Codice della Proprietà Industriale in quanto brevetto o know-how. In primo luogo, bisogna considerare che, sia l’art. 45 del Codice della Proprietà industriale sia la Convenzione sul brevetto europeo (art. 52), escludono la brevettabilità del software “in quanto tale”. Tale inciso, secondo la prassi dell’Ufficio Europeo (EPO), permette però di considerare brevettabili le c.d. computer implemented inventions, se e in quando le invenzioni “eseguite o caricate in un computer, sono capaci di apportare, un effetto tecnico ulteriore rispetto alla normale integrazione fisica fra il programma (software) ed il computer (hardware) sul quale sono eseguite“.
Quindi per essere brevettabile, un software deve produrre un effetto tecnico ulteriore migliorando il funzionamento dell’elaboratore e quelle funzioni in cui il programma produce effetti tecnici esterni, distinti dal funzionamento dell’elaboratore e se apportano un contributo tecnico inventivo allo stato della tecnica nota. In particolare la tutela brevettuale è applicabile ai soli programmi che rivestano gli elementi essenziali richiesti dalla legge: novità, industrialità e carattere inventivo. Ad esempio, è brevettabile un software che consenta il funzionamento di macchine o elettrodomestici o auto. Non sono brevettabili invece un software gestionale, un motore di ricerca, una interfaccia utente o una interfaccia grafica, un segnale vocale etc. In sintesi la legge sul diritto d’autore riguarda l’aspetto estetico, artistico e di progettazione, mentre la tutela brevettuale tutela l’aspetto funzionale riguardante una soluzione tecnica che risolva in maniera inventiva e non ovvia
In primo luogo va individuata la natura giuridica per definire se si tratti di contratto d’opera (appalto) con conseguente obbligo di risultato, o solo di mezzi, senza garanzia di Importanterisultato.
Interessante a questo proposito considerare la sentenza del Tribunale di Bologna (sez. specializzata in materia d’impresa –n.96/2020) cha ha analizzato il caso di un committente che si è rivolto al Tribunale per sentire accertare la sua titolarità dei codici sorgente di un software di gestione dati realizzato da un consulente autonomo in esecuzione di un incarico ad esso conferito. Il consulente ha sostenuto che nel caso in esame si trattava di un rapporto tra un committente ed un libero professionista, e non con un lavoratore subordinato. L’eccezione trova la sua ragione nel richiamo all’art. 64 della legge sul diritto d’autore a proposito dell’invenzione creata dal dipendente, ritenuta un’eccezione rispetto
/DOSSIER37/ un problema tecnico. Nel momento in cui un soggetto intenda affidare ad un terzo, persona fisica o gruppo di persone o società, un incarico di realizzazione o di implementazione di software è assolutamente necessario e consigliabile redigere un contratto per disciplinare tutti gli aspetti del rapporto.
la definizione dell’oggetto del contratto e le sue fasi, dalla programmazione, all’esecuzione, alla consegna e collaudo, con possibilità di prestazioni successive. Si dovrà così prevedere gli obblighi del Committente e soprattutto quelli del UnCommissionario.temadelicato da affrontare riguarda la consegna dei codici sorgente al termine dei lavori. Si tratta di una questione che dovrebbe sempre essere affrontata al momento della redazione del contratto per evitare contestazioni al termine del rapporto. Le parti possono infatti decidere se i codici sorgente debbano rimanere nella disponibilità dell’autore e concessi quindi in uso al Commissionario, o se debbano essere consegnati al Committente. Le parti possono quindi trovare una soluzione contrattuale del problema. In mancanza di contratto o in caso di rifiuto alla consegna, si deve comprendere se il codice sorgente spetti di diritto al Committente o se sia di proprietà del Commissionario, che ne ha la paternità e il diritto di sfruttamento economico in quanto autore.
2. Non può essere impedito per contratto, a chi ha il diritto di usare una copia del programma per elaboratore di effettuare una copia di riserva del programma, qualora tale copia sia necessaria per l’uso.
“se l’attività inventiva è prevista come oggetto del contratto di lavoro e a tale scopo retribuita, il relativo diritto di utilizzazione economica dell’invenzione spetta al datore di lavoro, nel qual caso si ha un’utilizzazione economica dell’invenzione da parte di un soggetto diverso dal suo autore originario per volontà non del suo autore, ma ex lege”. La seconda eccezione è stata formulata dal convenuto con il richiamo all’art.12 bis legge diritto d’autore in tema di software che dispone: “salvo patto contrario il datore di lavoro è titolare del diritto esclusivo di utilizzazione economica del programma per elaboratore o della banca dati creata dal dipendente nell’esecuzione delle sue mansioni o su istruzioni impartite dallo stesso datore di lavoro”. Il Tribunale ha valutato se tali norme fossero applicabili anche al caso in cui l’inventore non fosse un lavoratore dipendente, ma un lavoratore autonomo, arrivando a ritenere valida una interpretazione estensiva della norma, anche con riferimento alla figura del contratto a progetto. In sostanza, si è trattato di un’attività inventiva, come tale retribuita, con conseguente diritto del committente alla titolarità dell’opera. Nei casi in cui il software sia creato e messo a disposizione di più soggetti da parte dell’autore, ci si troverebbe di fronte a contratti di licenza, i cui termini di utilizzo devono essere contrattualmente definiti. Per completezza di esposizione riportiamo qui di seguito anche l’art.64 ter legga diritto d’autore in tema di uso del programma.
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“1. Salvo patto contrario, non sono soggette all’autorizzazione del titolare dei diritti le attività indicate nell’art. 64 bis, lettere a) e b), allorché tali attività sono necessarie per l’uso del programma per elaboratore conformemente alla sua destinazione da parte del legittimo acquirente, inclusa la correzione degli errori.
alla regola generale in base alla quale i diritti patrimoniali derivanti dall’opera realizzata spettano L’articoloall’autore.disponeche
3. Chi ha il diritto di usare una copia del programma per elaboratore può, senza l’autorizzazione del titolare dei diritti, osservare, studiare o sottoporre a prova il funzionamento del programma, allo scopo di determinare le idee ed i principi su cui è basato ogni elemento del programma stesso, qualora
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• Nel momento in cui un soggetto intenda affidare ad un terzo, personafisicaogruppodipersoneo società, un incarico di realizzazione o di implementazione di software è assolutamente necessario e consigliabile redigere un contratto per disciplinare tutti gli aspetti del rapporto
• La legge sul diritto d’autore riguarda l’aspetto estetico, artistico e di progettazione, mentre la tutela brevettuale tutela l’aspetto funzionale riguardante una soluzione tecnica che risolva in maniera inventiva e non ovvia un problema tecnico
• Laleggetutelal’autoreinquanto persona fisica; se il software viene creato da un gruppo composto da più persone, il diritto d’autore spettaatuttiicomponentidelteam in una situazione di comunione
4. Conformemente alla convenzione di Berna sulla tutela delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, le disposizioni del presente articolo non possono essere interpretate in modo da consentire che la loro applicazione arrechi indebitamente pregiudizio agli interessi legittimi del titolare dei diritti o sia in conflitto con il normale sfruttamento del programma.”
3. Le clausole contrattuali pattuite in violazione dei commi 1 e 2 sono nulle.
IN EVIDENZA egli compia tali atti durante operazioni di caricamento, visualizzazione, esecuzione, trasmissione o memorizzazione del programma che egli ha il diritto di eseguire. Le clausole contrattuali pattuite in violazione del presente comma e del comma 2 sono nulle.” 64 quater LDA “1. L’autorizzazione del titolare dei diritti non è richiesta qualora la riproduzione del codice del programma di elaboratore e la traduzione della sua forma ai sensi dell’art. 64 bis, lettere a) e b), compiute al fine di modificare la forma del codice, siano indispensabili per ottenere le informazioni necessarie per conseguire l’interoperabilità, con altri programmi, di un programma per elaboratore creato autonomamente purché siano soddisfatte le seguenti condizioni: a) le predette attività siano eseguite dal licenziatario o da altri che abbia il diritto di usare una copia del programma oppure, per loro conto, da chi è autorizzato a tal fine; b) le informazioni necessarie per conseguire l’interoperabilità non siano già facilmente e rapidamente accessibili ai soggetti indicati alla lettera a); c) le predette attività siano limitate alle parti del programma originale necessarie per conseguire 2.l’interoperabilità.Ledisposizioni di cui al comma 1 non consentono che le informazioni ottenute in virtù della loro applicazione: a) siano utilizzate a fini diversi dal conseguimento dell’interoperabilità del programma creato autonomamente; b) siano comunicate a terzi, fatta salva la necessità di consentire l’interoperabilità del programma creato autonomamente; c) siano utilizzate per lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di un programma per elaboratore sostanzialmente simile nella sua forma espressiva, o per ogni altra attività che violi il diritto di autore.
• Il software in determinate circostanze può però essere anche oggetto di tutela in base al Codice dellaProprietàIndustrialeinquanto brevetto o know-how
/ LE SCHEDE / 40 Pag.42 Nau Pag.43 Primigi Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*. pag.41 Adiura pag.41 CaliforniaBakery pag.42 Igi&Co *idatipubblicatinelleschedesonofornitidaifranchisor
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/ LE SCHEDE41/ 39/
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/ LE SCHEDE / 42
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ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO Ragionesociale:RedaRetailS.p.A,-GruppoIMACS.p.A.Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP)-Annodifondazioneattività:1976-Annodipartenza delfranchising:2008-Puntivenditadiretti:3-Puntivendita affiliati:400-Puntivenditaaffiliatiall’estero:37 COSA CERCHIAMO SUPERFICIEMEDIADEL PUNTOVENDITA(INMQ): DA100A250 BACINODIUTENZA: DA10.000A50.000ABITANTI UBICAZIONEOTTIMALE: PERSONALERICHIESTO (COMPRESOILTITOLARE): DA1A3 ESPERIENZANELSETTORE: NONRICHIESTA INVESTIMENTOINIZIALEDA: €400A€700/MQ FATTURATOMEDIOANNUO: €4.800/MQ COSA OFFRIAMO Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassorti mentionline.Progettazionedelpuntovenditagratuita.Ser viziodi e di gestionegratuito.Comunicazionedaleaderinternazionalein stampa, Iniziativepercomu nicarel’openingdelnegozio.FidelityCardedazionididirect marketingconinviodismsedemaiclientifidelizzati.
/ LE SCHEDE43/
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Il franchisee è un imprenditore a tutti gli effetti. Per mettersi in proprio il primo passo è scegliere il franchisor giusto. Insieme alle conoscenze tecniche (hard skill) che variano a seconda dei settori di attività praticati, entrano in gioco anche le soft skill. Cosa sono. Come migliorarle. Come metterle in pratica
Per un franchising di successo
44 IL SEGRETO STA NELLE
/ FORMAZIONE /
SOFT SKILL
Non crediamo, per dirla con Italo Calvino, che il franchisee sia un “imprenditore dimezzato”. Tutt’altro. Chi ha l’ambizione e il coraggio di avviare una impresa in franchising e, quindi, di assumersi la responsabilità dell’attività che svolge può es sere definito un imprenditore a tutti gli effetti. Lo spirito che lo anima è lo stesso anche se l’affiliato dà vita a una attività con un marchio già affermato e ne segue le li nee guida, oltre ché le strategie; paga per i diritti a benefi di Ugo Perugini - Giornalista - Blogger
45 / FORMAZIONE /
POSSA ESSERE UN BUON FRANCHISEE
Per diventare franchisee bisogna essere di sposti ad aderire a una rigida serie di regole nel gestire la propria attività. Il successo del franchising nel suo insieme si basa sulla sua capacità di fornire un prodotto o un servizio coerente con quello della “casa-madre”, in modo che i clienti sappiano che possono fare affidamento su di esso. È nell’interesse sia del franchisor che dei franchisee assicurarsi che ogni unità venga gestita allo stesso modo e utilizzi la medesima formula collaudata. Quindi, il sistema di franchising non si adatta necessariamente a chi è già stato imprendi tore. Alcuni di essi, infatti, preferiscono avere il controllo completo sulla propria attività ed essere liberi di prendere qualsiasi decisione. Questo non significa che i franchisee non ab biano voce in capitolo nella società - perché ogni buon franchisor accetta i suggerimenti degli investitori e permette loro di lasciare il proprio segno personale sull’attività che svol gono – ma che la loro iniziativa deve per ovvi motivi sottostare a precisi parametri.
LA DELICATA FASE DELLE SCELTE DEL FRANCHISEE
ciare della reputazione dell’azienda e riceve formazione e supporto dal suo franchisor. Ciononostante, entrambi i ruoli richiedono visione, iniziativa e molta motivazione. Il franchising richiede, infatti, un insieme di competenze molto simile all’avvio di un’at tività indipendente come imprenditore. In entrambi i ruoli, è essenziale che si dispon ga della competenza necessaria per guidare un’azienda e prendere le decisioni giuste. Se si ha già una certa esperienza imprenditoria le, è molto più facile diventare un franchi see anche se, è giusto sottolinearlo, non tutti gli ex-imprenditori sono adatti ad assumersi un’impresa in franchising.
Chi vuole mettersi in proprio scegliendo una attività in franchising, prima della sottoscri zione del contratto, deve affrontare una fase preliminare molto delicata e strategica che è quella delle scelte da compiere che sono tante e complesse a cominciare dal settore merceologico più interessante, in relazione al capitale che si è disposti a investire.
In questi casi, possono entrare in gioco molti aspetti che fanno propendere verso una scel ta piuttosto che un’altra: gli studi compiuti, le conoscenze e le esperienze pregresse o, anche, particolari interessi personali.
A questa decisione segue il passo decisivo, cioè la scelta, tra i vari franchisor concorrenti che offrono gli stessi prodotti e servizi, quel lo che è in grado di meglio distinguersi per le offerte innovative al consumatore, per le azioni di marketing proposte, e, in particola re, per il supporto e la formazione per gli af filiati e per la stessa struttura in franchising.
ALTRO PASSO IMPORTANTE: SAPER RACCOGLIERE LE INFORMAZIONI NECESSARIE
Sono momenti nei quali conta moltissimo la raccolta di informazioni che deve svolgere il franchisee attraverso ricerche imparziali, sul franchisor, sulla sua reputazione, sulle poten zialità di espansione, sul livello di soddisfa zione dei clienti, sul tasso di rotazione degli affiliati nel tempo, sulle prospettive di cre scita e di espansione secondo le diverse aree geografiche, Contemporaneamenteecc. occorre conoscere anche la capacità del franchisor di fornire gli strumenti essenziali per mettere in atto con efficacia i processi del modello proposto, le attrezzature specializzate, le istruzioni, i sup porti tecnici e formativi.
Sebbene la stragrande maggioranza dei franchisor raccomandi un certo livello di formazione e supporto, i migliori sono quelli che offrono nel pacchetto tutto ciò di cui il franchisee ha bisogno per far decollare la sua
NONÈDETTOCHEUNEX-IMPRENDITORE
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE (HARD SKILL) E DEL PEER-TO-PEER TRA FRANCHISEE
Investire sulle soft skill è importante sia per chi ha già esperienza di lavoro, sia per i gio vani che si apprestano ad inserirvisi. Le soft skill, infatti, rappresentano un vero e proprio
LE “23 SOFT SKILL STRATEGICHE” DI GIAN CARLO COCCO
Su questo tema, il prof. Gian Carlo Cocco, ha pubblicato un libro che si intitola ap punto “23 soft skill strategiche”, che affronta l’argomento, analizzando punto per punto i comportamenti più virtuosi che determina no la capacità di qualsiasi persona.
Quali sono, allora, le capacità specifiche che dovrebbe possedere un franchisee, che si ap presta a svolgere una attività in questo ambi to per avere il successo che merita?
QUALI COMPETENZE DEVE AVERE UN FRANCHISEE?
Il libro di Gian Carlo Cocco parte dall’idea che il soggetto che apprende è anzitutto una persona autonoma impegnata in un proces so evolutivo che può dirigere e controllare in modo libero e responsabile.
46/FORMAZIONE / attività, le cosiddette hard skill. Ciò significa in primis una formazione accurata in tutti gli aspetti rilevanti delle operazioni quotidiane dell’azienda, nonché promozione, pianifica zione aziendale e questioni finanziarie, come la Lacontabilità.maggiorparte dei franchisor propone in genere anche un supporto per l’istruzione continua. Quelli di maggior successo, inoltre, incoraggeranno la conoscenza peer-to-peer, cioè favoriranno la condivisione di risorse e informazioni tra franchisee. In modo che lo scambio reciproco di consigli e aiuti possa far scaturire nuove energie per continuare a far crescere la propria attività.
Oltre alle hard skill, cioè alle competenze specifiche e tecniche fondamentali, relative alla propria professionalità - che dovrebbero essere fornite dal franchisor - ci sono le soft skill, cioè le competenze comportamentali, altrettanto indispensabili per una formazio ne completa e soddisfacente. Chiariamo i termini del discorso: entrambe, hard skill e soft skill, sono due facce della stessa medaglia che si può definire con un termine più ampio “competenza”.
Mentre le hard skill continuano a svilupparsi, in relazione all’evoluzione del mercato e delle tecnologie, e richiedono aggiornamenti con tinui, le soft skill hanno il vantaggio di poter essere studiate in modo diretto, pratico, im mediatamente fungibile. Negli ultimi tempi, oltretutto, è aumentata notevolmente l’attenzione riservata a temi legati alle soft skill, vale a dire alle capacità cognitive, quelle relative ai processi opera tivi (ad esempio programmazione e control lo), alle capacità relazionali ed emozionali (ad esempio lavorare in team, orientamento al cliente, gestione dei collaboratori) e gestionali e innovative (ad esempio, orienta mento ai risultati decisione, iniziativa, ecc.)
4) L’importanza della formazione a partire dal sistema peer-to-peer cioè la condivisione di informazioni tra franchising
5) Hard skill e soft skill sono facce di una stessa medaglia che si chiama “competenza”
Tutta la gamma delle capacità comporta mentali descritte nel libro (23) potrebbe es sere presa in considerazione per diventare franchisee di successo, ma certamente ve ne sono alcune che più di altre possono essere importanti soprattutto in chiave organizza Qualchetiva. suggerimento: analisi e soluzione dei problemi; orientamento alla relazione, comunicazione verbale, leadership, gestio ne dei conflitti, orientamento ai risultati, decisione, disponibilità all’innovazione, ecc. Insomma, nel libro è possibile trovare una proposta formativa che evidenzia una valen za “trasformativa” importante che partendo dalla decostruzione dell’ovvio, dei preconcet ti e di certi assunti impliciti, percorre la stra da di una crescita professionale che è anche personale e umana estremamente significa tiva. Chi volesse verificare gratuitamente con un Assessment (valutazione personale) on line il proprio profilo di capacità compor tamentali (soft skill) può utilizzare la piat taforma www.timetomind.global
6) La necessità di investire nelle soft skill Sulstrategichetemadelle soft skill: Gian Carlo Cocco, 23 Soft Skill strategiche, per valorizzare il capitale professionale, FrancoAngeli, 2022, euro 25,00. IN EVIDENZA
47 / FORMAZIONE /
FRANCHISEE
LE SOFT SKILL PIÙ IMPORTANTI PER I
“capitale comportamentale” in grado di con sentire di raggiungere, insieme alle hard skill, i risultati più soddisfacenti.
2) Lasceltadelsettoreedelfranchisoradeguato alle proprie conoscenze e affinità è la fase più 3)delicataRaccogliere tutte le informazioni necessarie sul franchisor prescelto
1) Il sistema del franchising non si adatta necessariamente a chi è già stato imprenditore
DAUN’OPPORTUNITA’COGLIERE
In data 6 luglio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 7 giugno 2022, che assegna, per l’anno in corso, risorse pari a 46 milioni di euro ai nuovi bandi Brevetti+, Disegni+, Marchi+. La misura si colloca all’interno di un atto di programmazione già stabilito dal decreto-legge nr. 34 del 30 aprile 2019, che Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo 46 milioni di euro a disposizione delle aziende
Una reale e concreta opportunità per tutte le realtà che ogni anno investono parte delle loro risorse nella valorizzazione dei titoli di proprietà industriale. Nel dettaglio come sono strutturate le misure e quali opportunità possono riservare
BREVETTI+, DISEGNI+, MARCHI+:
48/FINANZIAMENTI /
CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING
Per l’annualità 2022 sono dunque previsti euro 20.000.000 per la misura Brevetti+, a cui devono aggiungersi euro 10.000.000 derivanti dalle risorse del PNRR, euro 14.000.000 per la misura Disegni+, ed euro 2.000.000 per la misura Marchi+. Vediamo ora nel dettaglio come sono strut turate le misure, e quali opportunità possono riservare. Brevetti+ è l’incentivo nato allo scopo di va lorizzare e sfruttare economicamente i bre vetti sui mercati nazionali ed internazionali. L’obiettivo è quello di sostenere la capacità innovativa e competitiva delle micro, piccole e medie imprese, valorizzando i progetti più qualificati, che derivano dai risultati della ri cerca pubblica e privata. Finanzia l’acquisto di servizi specialistici inerenti a industrializ zazione e ingegnerizzazione; organizzazione e sviluppo; trasferimento tecnologico.
Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
non più dell’80% dei costi ammissibili), sono rivolte a Micro, Piccole o Medie Imprese, che possiedano almeno uno dei seguenti re quisiti (richiesti per il bando 2021):
• titolari di una domanda nazionale di bre vetto per invenzione industriale depositata successivamente al 1° gennaio 2017 con un rapporto di ricerca con esito “non negativo”; • titolari di una domanda di brevetto eu ropeo, o di una domanda internazionale di brevetto depositata successivamente al 1° gennaio 2017, con un rapporto di ricerca con esito “non negativo” che rivendichi la priori tà di una precedente domanda nazionale di brevetto. Disegni+ sostiene la capacità innovativa e competitiva delle PMI, valorizzando dise gni/modelli sui mercati nazionale ed inter Lanazionale.misura finanzia la realizzazione di un progetto finalizzato alla valorizzazione di un disegno/modello - singolo o di uno o più disegni/modelli appartenenti al medesimo deposito multiplo. I servizi agevolati riguar dano ad esempio: la ricerca sull’utilizzo di
49 / FINANZIAMENTI / ha previsto la necessità di definire con pe riodicità annuale l’apertura di tali bandi, al fine di stabilizzare il sostegno alle piccole e medie Imprese per la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale.
• titolari o licenziatari di un brevetto per in venzione industriale concesso in Italia suc cessivamente al 1° gennaio 2017;
Le agevolazioni, che nell’anno 2021 preve devano una quota di fondo perduto fino ad un massimo di 140.000 euro (e comunque
Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli impren ditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finan za agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo.
materiali innovativi; la realizzazione di pro totipi e stampi; la consulenza tecnica per la catena produttiva o per le certificazioni di prodotto; la consulenza specializzata nell’ap proccio al mercato; la consulenza legale per la tutela da azioni di contraffazione. Il di segno/modello deve essere registrato in data antecedente alla presentazione della doman da di partecipazione. È richiesto inoltre che sia registrato presso l’Ufficio Italiano Bre vetti e Marchi, o presso l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale (EUI PO) o, infine, presso l’Organizzazione Mon diale per la Proprietà Intellettuale (OMPI). Nell’anno 2021 le agevolazioni prevedevano una quota di fondo perduto fino all’80% del le spese ammissibili, entro l’importo massi mo di euro 60.000. Marchi + prevede delle agevolazioni atte a favorire la registrazione di marchi dell’Unio ne europea (misura A), o la registrazione di marchi internazionali (misura B).
Per poter usufruire di uno dei due incentivi legati a Marchi+, sono previsti alcuni requi siti di partenza che concernono, nel primo caso (misura A), alla necessità di aver già effettuato il deposito della domanda di re
50/FINANZIAMENTI /
In entrambi i casi i servizi agevolati riguar dano: la progettazione della rappresentazio ne; l’assistenza per il deposito; le ricerche di anteriorità; l’assistenza legale per azioni di tutela del marchio; le tasse di deposito. L’in centivo prevedeva, nell’anno 2021, un con tributo a fondo perduto inerente alla misura A pari al 50% per spese ammissibili soste nute per le tasse di deposito, e dell’80% delle spese sostenute per l’acquisizione di servizi specialistici, entro l’importo massimo di euro 6.000 per marchio. La misura B è stata age volata con un contributo pari all’80% delle spese ammissibili, entro l’importo massimo di euro 8.000 per marchio.
Brevetti+ è nato allo scopo di
valorizzare e sfruttare economicamente i brevetti sui mercati nazionali ed internazionali Disegni+ sostiene la capacità innovativa e competitiva delle PMI, valorizzando disegni/modelli sui mercatinazionaleedinternazionale Marchi+prevededelleagevolazioni atte a favorire la registrazione di marchidell’Unioneeuropea(misura A), o la registrazione di marchi Perinternazionalil’annualità 2022 sono previsti: • euro 20.000.000 per la misura Brevetti+•euro10.000.000 derivanti dalle risorse del PNRR • euro 14.000.000 per la misura Disegni+•euro 2.000.000 per la misura Marchi+ IN EVIDENZA
51 / FINANZIAMENTI / gistrazione del marchio, aver ottemperato al pagamento delle tasse di deposito, ed aver ottenuto la registrazione, presso EUIPO, del marchio dell’Unione europea oggetto della domanda di partecipazione. Nel secondo caso (misura B) è richiesto che sia stata effettuata almeno una delle seguenti attività: il deposito della domanda di regi strazione presso OMPI di un marchio regi strato a livello nazionale presso UIBM, o di un marchio dell’Unione europea registrato presso EUIPO e aver ottemperato al paga mento delle relative tasse di registrazione; il deposito della domanda di registrazione presso OMPI di un marchio per il quale è già stata depositata domanda di registrazio ne presso UIBM o presso EUIPO e aver ot temperato al pagamento delle relative tasse di registrazione; il deposito della domanda di designazione successiva di un marchio re gistrato presso OMPI e aver ottemperato al pagamento delle relative tasse di registrazio Ène.inoltre necessario aver ottenuto la pubbli cazione della domanda di registrazione sul registro internazionale dell’OMPI. Queste misure rappresentano dunque una reale e concreta opportunità per tutte le realtà che ogni anno investono parte delle loro risor se nella valorizzazione dei titoli di proprietà industriale.
l’incentivo
52
Le Multinazionali sono driver di crescita del nostro Paese e motore per l’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano
Le 15.779 imprese a controllo estero in Italia corrispondono soltanto allo 0,4% del totale delle imprese residenti, ma rappresentano un fondamentale driver di crescita del sistema produttivo e dell’economia del nostro Pae se, generando da sole il 19,3% (624 miliardi di euro) del fatturato nazionale del settore dell’industria e dei servizi. Nel decennio 2009-19 il numero degli oc cupati delle multinazionali estere è cresciuto del 23,6% (+289mila addetti), raggiungendo 1,5 milioni di dipendenti (8,7% del totale degli occupati delle imprese a livello nazio nale) e riuscendo pertanto ad attutire la per dita complessiva di circa 176mila addetti re gistrata in Italia nello stesso arco temporale. Sono questi i principali dati emersi dal report “Le imprese estere in Italia e i nuovi paradig mi della competitività”, redatto dall’Osserva torio Imprese Estere nato lo scorso maggio
IMPRESE ESTERE IN ITALIA
L’IMPORTANZA DELLE
Generano 1/5 del fatturato nazionale di industria e servizi e occupano 1,5 milioni di persone. Investiti dalle imprese straniere oltre 4,3 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo in Italia
53 / ESTERO / per iniziativa dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria. “Le catene globali del valore, a cui moltis sime imprese italiane ed estere partecipano, sono state messe a dura prova dagli eventi drammatici che abbiamo vissuto e che stia mo ancora vivendo. Questi eventi hanno causato rincari energetici e grandi difficoltà nella logistica, e a farne le spese sono stati sia il mondo produttivo che il commercio a livello mondiale. Ma se l’Italia affronta que sto momento critico con un approccio di sistema, potrebbe cogliere delle grandi op portunità, ad esempio per ciò che riguarda la ridefinizione delle catene globali del valore”, ha affermato Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “Le imprese a capitale este ro hanno saputo reagire a questa situazione adottando strategie maggiormente orienta te alla riorganizzazione dei processi e delle modalità di impiego del lavoro; inoltre han no investito di più e con maggior prontezza sulla transizione digitale. Quindi, oggi più che mai va ribadito un punto importante: le imprese estere rappresentano un importante patrimonio per il Paese. Ma dobbiamo fare attenzione a non darlo per scontato”. Dallo studio emerge inoltre che, sempre nel periodo 2009-19, le imprese estere hanno re gistrato un incremento del valore aggiunto creato di quasi il 70%, passando dai 79 mi liardi di euro del 2009 ai 134 miliardi di euro del 2019 (+55 miliardi di euro), con una cre scita anche della quota sul totale del Paese, passata dal 12,6% al 16,3%. Ciò significa che le imprese estere hanno contributo quasi al 30% dell’incremento del valore aggiunto nel decennio considerato. Altrettanto rilevante anche l’apporto di queste imprese agli scam bi commerciali con l’estero, toccando quasi un terzo (32%) delle esportazioni e oltre il 46% delle importazioni realizzate dal com plesso delle imprese residenti in Italia. “Le imprese estere svolgono un ruolo fon damentale per la crescita dell’economia del nostro Paese e, grazie al loro forte radica mento al territorio, riescono a generare un
Barbara Beltrame Giacomello Presidente per l’Internazionalizzazione
Marco Travaglia Presidente e AD del Gruppo Nestlé in Italia, Coordinatoredell’Osservatorioecomponente dell’ABIE
di Confindustria
Vice
54/ESTERO / importante indotto, con benefici per aziende locali, università e centri di ricerca. Le mul tinazionali straniere hanno dimostrato gran de capacità di resilienza di fronte alle crisi e alle nuove sfide, riuscendo a farsi promotrici di un nuovo paradigma imprenditoriale che coniuga crescita e sostenibilità del business” - ha dichiarato Marco Travaglia, Presiden te e AD del Gruppo Nestlé in Italia, Co ordinatore dell’Osservatorio e componente dell’ABIE – “Gli investimenti delle imprese a controllo estero contribuiscono all’inno vazione e alla modernizzazione dei processi e dei prodotti nel nostro Paese, stimolando l’implementazione di politiche di retention e di attrattività degli investimenti esteri, a be neficio di tutto il sistema produttivo locale e Infatti,nazionale”.proprio le multinazionali a capitale estero si distinguono per una significativa propensione a investire nel Paese e a inno vare, fornendo un importante impulso al set tore della Ricerca e Sviluppo, grazie all’inve stimento complessivo di 4,3 miliardi di euro nel 2019, pari al 26% del totale della spesa per la ricerca privata realizzata in Italia. Anche l’investimento sul capitale umano è un elemento che contraddistingue le impre se estere, le quali – oltre a contribuire alla crescita dell’occupazione locale – erogano in media più ore di formazione rispetto a quelle previste per legge. Le imprese estere operano prevalentemente in settori con tecnologia più elevata e par tecipano al trasferimento tecnologico da e verso le imprese domestiche, le quali sono incentivate all’introduzione di nuovi proces si produttivi e al miglioramento delle pro prie competenze. Inoltre, spesso assumono il ruolo di lead firm anche sui segmenti della filiera produttiva che non sono direttamente integrati all’interno del perimetro societario. Le maggiori dimensioni e l’appartenenza a Gruppi con sedi in diversi Paesi non solo rendono le multinazionali estere comple mentari rispetto al tessuto industriale italia no, composto prevalentemente da piccole e medie imprese, ma favoriscono l’internazio nalizzazione del sistema produttivo del Pae se nel suo complesso. Inoltre, l’organizzazio ne manageriale, tipica della loro struttura è un fattore particolarmente rilevante ai fini di una migliore capacità di gestione di investi menti complessi.
• Le imprese a capitale estero hanno: 1. adottato strategie maggior mente orientate alla riorgan izzazione dei processi e delle modalità di impiego del lavoro 2. investito di più e con maggior prontezza sulla transizione digitale
IN EVIDENZA
• Grazie al loro assetto organizzativoeallaloropresenza internazionale, le multinazionali si contraddistinguano anche per una forte sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale
internazionale,
Non sorprende pertanto se, grazie al loro assetto organizzativo e alla loro presenza le multinazionali si contrad distinguano anche per una forte sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale. Questi elementi, uniti a una naturale disposizione alla flessibilità e all’innovazione, rendono le imprese a controllo estero resilienti di fronte a tutte le sfide dei nostri giorni e del futuro: dalla riorganizzazione delle modalità lavora tive fino alla transizione ecologica e digitale.
55 / ESTERO /
• Nel decennio 2009-19 il numero degli occupati delle multinazionali estere è cresciuto del 23,6% (+289mila addetti), raggiungendo 1,5 milioni di dipendenti (8,7% del totale degli occupati delle imprese a livello nazionale) e riuscendo pertanto ad attutire la perdita complessiva di circa 176mila addetti registrata in Italia nello stesso arco temporale
LE OPPURTUNITÀ DI COMUNICARE SU YOUTUBE
Quando si parla di social, quasi la totalità delle persone pensa a Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Linkedin ma pochi fanno riferimento a YouTube, considerando la soprattutto una piattaforma per i video. In Italia gli utenti YouTube sono oltre 43 milioni secondo una ricer
/ MARKETING / 56
In Italia gli utenti sono oltre 43 milioni con un utilizzo del 42% della fascia fra i 19 e i 44 anni
L’introduzione di recente degli YouTube shorts, video verticali della durata di 15 secondi, per competere con TikTok ha trasformato la piattaforma di Google in un mezzo molto interessante per il video marketing di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer –Dreamcatchers Entertainment
Uno degli elementi per cui una promo su YouTube può essere molto efficace è la de finizione del target da raggiungere. You Tube consente una precisione quasi milli metrica. Se la nostra azienda per esempio vuole promuovere un utensile da cucina utile a sbucciare con facilità una mela, si potrà arrivare perfino a scegliere i video presenti su YouTube in cui viene spiega to come sbucciare le mele rapidamente, o videoricette con presenti le mele come ingrediente. E’ chiaro che più si va in “pro fondità” e minore è il numero delle visua lizzazioni.
Le potenzialità di un video promo su You tube sono talmente elevate che il rischio di perdersi fra le numerose opzioni è ele vata. Come punto di riferimento quindi si può utilizzare il numero di visualizzazioni stimate. Un numero troppo basso, infatti non consentirebbe di spendere tutto il bu dget a disposizione, un numero troppo alto potrebbe significare invece una dispersione del messaggio a un target troppo allargato. Quanto spiegato in questo articolo non vuole essere esaustivo in relazione alle pro mo su YouTube, ma più che altro sottoli neare come la piattaforma di Google possa offrire una alternativa alle pianificazioni pubblicitarie sugli altri social network, e soprattutto per raggiungere chi i social non li ama e non li utilizza.
IL BUDGET DA INVESTIRE SU YOUTUBE
NAVIGARE FRA MILLE DETTAGLI
Per promuovere il proprio brand su You Tube è necessario avere un video. Ci sono mille modi per realizzarlo, ma anche se semplice deve essere professionale, ovvero realizzato a regola d’arte. Di conseguenza, prima di pensare al budget di investimento in pubblicità è necessario pensare al video e a come realizzarlo. E’ consigliabile affidarsi a un professionista, tenendo conto che poi il video può essere utilizzato su altri mezzi.
IL BIGLIETTO DA VISITA: IL VIDEO
LA DEFINIZIONE DEL TARGET DA RAGGIUNGERE
I PRIMI 5 SECONDI Quando è presente uno spot prima di un video YouTube, come è ben noto, è possi bile saltarlo dopo i primi 5 secondi. Questi primi 5 secondi non sono contabilizzati da YouTube come visualizzazione e quindi non viene addebitato il costo all’investitore pubblicitario (nel caso di CPV, ovvero co sto per visualizzazione). Se la modalità di addebito scelta è quella del CPC (costo per click), il costo sarà addebitato solamente se un utente ha cliccato sul video promo. Va da sé che se si fa una promozione su You Tube si debba avere un sito web, una pa gina eCommerce o una landing page dove indirizzare chi clicca sul video.
/ MARKETING 57/ca DataReportal, con un utilizzo del 42% della fascia fra i 19 e i 44 anni. L’intro duzione di recente degli YouTube shorts (video verticali della durata di 15 secondi) per competere con TikTok ha trasforma to la piattaforma di Google in un mezzo molto interessante per il video marketing. Se questo non fosse sufficiente YouTube consente di raggiungere un costo-risulta to molto basso consentendo di raggiun gere un target molto specifico e puntuale. Il consiglio quindi è quello di fare un test seguendo alcune regole fondamentali.
Come già anticipato, non è fondamentale avere un budget consistente per fare pro mozione su YouTube, tuttavia è importan te avere chiaro l’obiettivo. Tenendo conto che una visualizzazione può costare fra 0,10-0,20 euro, se l’obiettivo è quello di comunicare, ad esempio in tutta Italia, è necessario destinare un budget sufficiente.
BUSINESSPROPRIO
In che modo i brand possono coinvolgere la Generazione Z
Dallo studio Snapchat condotto in sedici Paesi a livello globale emergono aspettative, obiettivi e preoccupazioni della “Gen Z”: conversazioni spontanee, realtà aumentata e community le leve più efficaci per intercettarla La Generazione Z (quella composta dai ragazzi tra i 13 e i 24 anni) comprende tutta quella nuova leva di consumatori che tra qualche anno rappresenteranno una consistente fetta di mercato ed è perciò un target imprescindibile con cui i brand devono dialogare. Tuttavia, instaurare con loro una relazione può non essere così immediato, considerando le differenze rispetto alle precedenti generazioni in termini di valori e codici di comportamento. Per identificare i trend che la coinvolgono e offrire alle aziende validi suggerimenti per ingaggiarli in maniera efficace, Snapchat ha commissionato alla società di ricerca Crowd DNA uno studio in 16 Paesi a livello globale
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TRE TREND DA SEGUIRE PER AUMENTARE IL
3.Autenticità al centro: il 71% della Gen
TREND E I SUGGERIMENTI PER I BRAND
1.Camera first: il 60% della Gen Z apprezza l’AR per i contenuti rilevanti, personali ed espressivi Le aziende possono coinvolgere la Gen Z utilizzando l’AR, dal momento che si tratta di una funzionalità intuitiva e dinamica con cui è possibile esplorare la propria identità in modo fluido, rendendo l’esperienza personale (per il 60% del campione). La Gen Z cerca esperienze sociali divertenti anche nello shopping: il 91% di loro, infatti, è interessato a usare l’AR per gli acquisti, fruendo di un’esperienza semplificata grazie agli strumenti che offrono maggiore libertà e immediatezza. Inoltre, attraverso l’AR i brand possono offrire una shopping experience personalizzata e immersiva come mai prima, avvicinando l’intera generazione ai brand (43%). Lo scopo dell’AR è questo: ricalibrare lo shopping incentrandolo sul consumatore, consentendogli di interagire, provare e acquistare i prodotti attraverso un’unica Lente.
maggiormente
I 3
59 / NUOVI SCENARI / (tra cui l’Italia) su un campione di 16 mila rispondenti dai 13 ai 44 anni.
2.Spazio alle relazioni: il 58% della Gen Z vede le community come motore di connessione L’influenza della community è centrale per questa generazione: il 50% si lascia guidare - nelle proprie scelte di vita e di consumo - dalle opinioni di famigliari e amici e, nel rapporto con i brand, 2 ragazzi su 5 sono consapevoli dell’importanza per le aziende di costruire legami con loro. Per fare ciò, le imprese devono essere in linea con i valori della Gen Z, trasparenti nella condivisione dei propri obiettivi e motivazioni e devono investire nello sviluppo di brand community che facilitino lo scambio di idee reciproco e la socializzazione. Basti pensare che il 58% dei ragazzi è entrato in contatto con i coetanei proprio grazie alla passione in comune per un brand.
•Leaziendepossonocoinvolgere laGenZutilizzandol’AR,dalmomento che si tratta di una funzionalità intuitivaedinamicaconcuièpossibile esplorare la propria identità in modo fluido, rendendo l’esperienza maggiormente personale
• Il 71% della Gen Z ricerca app che siano anche ambienti positivi in cui potersi esprimere e spesso trova sulla piattaforma la soddisfazione di questo bisogno IN EVIDENZA
Z cerca spazi positivi dove esprimersi liberamente Dalla ricerca di Snapchat emerge che il 71% della Gen Z ricerca app che siano anche ambienti positivi in cui potersi esprimere e spesso trova sulla piattaforma la soddisfazione di questo bisogno. Le piattaforme di questo tipo, infatti, prediligono toni informali e giocosi ed espressioni autentiche di sé - un valore sempre più importante per il 50% dei ragazzi italiani. La Gen Z si impegna ad accogliere e accettare le diversità: i giovani sono dunque orientati verso la realtà, verso contenuti trasparenti che riescano a esprimere la loro vera essenza e i loro ideali. Si tratta di una generazione pronta ad esplorare la propria identità mettendo a nudo le proprie insicurezze e vulnerabilità, che apprezza pertanto i brand che agiscono coerentemente con questo ideale. Proprio per questo i marchi dovrebbero inserirsi nello spazio che la Gen Z sta creando, immerso di positività, unicità e consapevolezza di sé, abbracciando questi valori pur mantenendo un tono leggero e spensierato.
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• L’influenza della community è centrale per questa generazione: il 50% si lascia guidare - nelle proprie scelte di vita e di consumo - dalle opinioni di famigliari e amici e, nel rapporto con i brand, 2 ragazzi su 5 sono consapevoli dell’importanza per le aziende di costruire legami con loro
I BISOGNI
Z
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Caratteristiche tipiche della Generazione Z ce ne sono parecchie, a partire dal fatto di essere conside rata quella dei nativi digitali, per cui la tecnologia di questo tipo è impre scindibile e utilizzata sin dai primi passi nella vita, così come nell’edu cazione. Millenials e Generazione Z differiscono proprio per questo mo tivo, laddove i primi hanno sì affron tatoilpassaggiodaunmillennioaun altro, ma i più grandi si sono dovuti approcciare man mano alla tecnolo gia digitale. Sono nati con le macchi ne fotografiche a pellicola in mano e poi hanno compiuto il passaggio a quelle digitali e agli smartphone con fotocamera. Tuttavia se gli over 30 preferiscono scambiarsi messaggi di lavoro importanti via email, gli under 30 preferiscono Google Docs, Zoom e le app di messaggistica istantanea. Gli appartenenti alla Gen Z, si sono distinti, e continuano a farlo, per le loro richieste e battaglie, improntate soprattutto su quella che si potrebbe definire un’identità libera da definizioni. La sessualità ha un ruolo centrale per chi appartiene alla generazione Z: parità di genere, e ancor più sessualità fluida o poliamore, sono le espressioni erotiche che appartengono ai nati del periodo. Il loro aspetto è androgino per dire basta alla visione del corpo come oggetto, gli abiti oversize e l’attenzione verso l’onestà di brand, personaggi, filosofie di vita risulta sempre meticolosa. La generazione Z e i consumi non vanno d’accordo: sono ragazzi che manifestano interesse per le tematiche green e sostenibili, inoltre s’impegnano a portare avanti valori come la gentilezza e l’empatia. DELLA GENRAZIONE
Comprendere i nuovi bisogni dei consumatori italiani in termini di offerta, modalità e canali di acquisto è fondamentale per consentire alle aziende del largo consumo di tracciare le linee strategiche e di investimento I consumatori oggi si definiscono e agiscono in maniera differente dal passato: sono mutevoli e multidimensionali. La società evolve sotto la spinta di macro-forze, ma i modi in cui gli individui reagiscono alle spinte e i contesti in cui ciò avviene sono innumerevoli e variabili. La pandemia, la guerra russo-ucraina, e ora l’aumento dei prezzi di beni energetici e materie prime e la spinta inflattiva incidono sul modo di agire e pensare, complicando ancora di più la comprensione dei fenomeni. Di fronte a questa situazione, frammentata e mutevole, è necessario uscire dalle logiche di classificazione standard e pre-costituite e “tornare” ad osservare le persone con occhi nuovi. Da questa premessa l’esigenza di passare da una più comune indagine di mercato alla ricerca fondativa “Nuovo Codice Consumi”, realizzata da GS1
COME CAMBIANO I COMPORTAMENTI DI ACQUISTO
FINO AL 2030
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Sei tematiche chiave nel rapporto degli italiani con la spesa e i consumi
Figura 1 - Chi sono gli Italiani: le nove comunità di sentire Fonte: GS1 Italy “Nuovo Codice Consumi - La spesa e gli italiani” 2022
UNAPPROCCIOINNOVATIVOALLARGO CONSUMO
Il Nuovo Codice Consumi di GS1 Italy supera la visione classica del settore del largo consumo in Italia, quella fondata sulle segmentazioni geografiche o anagrafiche, grazie a un nuovo metodo di analisi qualitativo e quantitativo. Partendo dai più accreditati studi di mercato e integrandoli con interviste a key opinion leader del settore, si è arrivati ad identificare le sei tematiche chiave nel rapporto degli italiani con la spesa e i consumi: emozionalità di prodotti e marchi, innovazione dell’esperienza di consumo, omnicanalità ed esperienza d’acquisto, cura per l’ambiente e la persona, territorialità, convenienza e parsimonia. La prima parte dell’indagine è stata realizzata con una fase etnografica sulla vita quotidiana di 36 famiglie italiane, integrata da nove focus group, a copertura di diverse fasce sociali e territoriali. Il terzo step di ricerca ha previsto una fase quantitativa estensiva su circa 4 mila responsabili di acquisto, uomini e donne.
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Italy in collaborazione con Ipsos e McKinsey & Company, con l’obiettivo di comprendere a fondo i comportamenti d’acquisto degli italiani del 2022 e di immaginare quelli del 2030, delineando scenari strategici futuri per istituzioni e filiere del largo consumo. «Comprendere i nuovi bisogni dei consumatori italiani in termini di offerta, modalità e canali di acquisto è fondamentale per consentire alle aziende del largo consumo di tracciare le linee strategiche e di investimento, di delineare una nuova modalità di relazione tra gli attori della filiera e di definire le implicazioni per gli stakeholder» ha affermato Francesco Pugliese, presidente di GS1 Italy. «Tante sono le sfide, come la creazione di un rapporto diverso, di scelta, tra Industria e Distribuzione, come la capacità di innovare formati e prodotti e quella di ripensare la propria organizzazione per aderire in maniera efficiente all’esigenza di nuove risposte alla complessità».
•complementari:l’Italiadelle persone, composta da nove “comunità di sentire”, trasversali per età e collocazione geografica. Si tratta di community aperte e dinamiche, in cui gli individui entrano grazie a pulsioni, affinità, attitudini e passioni comuni, da cui altrettanto velocemente escono e in cui coesistono atteggiamenti e tensioni apparentemente in conflitto (Figura 1).
• l’Italia dei territori, con una nuova ripartizione, in cui i quattro territori sono stati identificati in virtù della composizione del tessuto sociale e produttivo che li caratterizza (grandi città, aree a prevalenza agricola, aree a prevalenza industriale e aree a prevalenza turistica) e che può essere utilizzata per analizzare i fenomeni
Questo robusto e integrato impianto metodologico ha permesso di tracciare una nuova mappa dell’Italia, che integra due visioni
Se tali visioni complementari del settore offrono numerosi spunti per lo sviluppo di proposte di valore valide per i consumatori di oggi, il Nuovo Codice Consumi ha sviluppato scenari differenti per valutare le possibili direttrici di evoluzione al 2030, in una ottica di medio-lungo termine. I quattro scenari identificati sono incrementali nel livello di Figura 2 - I quattro nuovi territori: diffusione geografica
Fonte: GS1 Italy “Nuovo Codice Consumi - La spesa e gli italiani” 2022
64/NUOVI TREND / locali, studiare il territorio e programmare attività specifiche per ogni area (Figura 2). «La complessità segno dei tempi e la fluidità con cui il cittadino-consumatore si muove tra le decisioni di acquisto e le scelte ci hanno guidati nell’individuazione dell’approccio di ricerca» ha spiegato Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia. «Per la prima volta, l’Italia delle persone e l’Italia dei territori si intersecano e propongono una visione multiforme di come i responsabili e le responsabili degli acquisti si muovono a fronte dell’offerta di marche e distributori. Cosa cercano, a cosa assegnano valore, con cosa si confrontano».
L’ITALIA DEL 2022 Il Nuovo Codice Consumi di GS1 Italy fa emergere una nuova concezione della territorialità e fotografa una società altamente frammentata, con pulsioni contrastanti tra una costante ricerca delle origini (talora animata da sentimenti nostalgici) e un desiderio imitativo e innovativo (diffuso soprattutto nella fascia più giovane della popolazione):
• Gli sciami sono le nuove tribù: al posto degli “italiani”, intesi come gruppo unitario e sostanzialmente omogeneo, la ricerca ha messo in luce la presenza di community a geometria variabile e in movimento perpetuo, che si formano sull’onda di un sentire comune ma senza omogeneità implicite. E che vivono integrando flussi emozionali e dimensioni •comportamentali.Lemotivazioni di acquisto sono la nuova espressione della territorialità perché si differenziano da zona a zona. Ciò che differenzia i territori sono le motivazioni di acquisto: gli stessi prodotti sono infatti acquistati in funzione di driver che sono specifici per territorio, e che, se colti, offrono una chiave di lettura in grado di rivoluzionare i meccanismi dell’offerta. «I nuovi paradigmi che si stanno delineando sono caratterizzati dall’orientamento alla parsimonia (che non è solo risparmio ma diviene obiettivo di senso in sé), dal bisogno di nuove “experience” nel processo di acquisto, dalla possibilità, grazie all’omnicanalità, di avere il negozio in tasca 24 ore su 24» ha affermato Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Italia.
PROSPETTIVE: L’ITALIA DEL 2030 E LE IMPLICAZIONI PER GLI STAKEHOLDER
Le sei tematiche chiave nel rapporto degli italiani con la spesa e i consumi: Emozionalità di prodotti e marchi 2. Innovazionedell’esperienzadiconsumo Omnicanalitàeesperienzad’acquisto Cura per l’ambiente e la persona Territorialità Convenienza e parsimonia EVIDENZA
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4.
1.
5.
• Adottare un approccio multicanale che consenta di offrire servizi di pre e post vendita sempre più personalizzati e integrati.
• Essere “agili” per adattarsi alla mutevolezza e alla transitorietà dei tratti distintivi dei consumatori evidenziate sia nel breve che nel lungo periodo. «I consumatori italiani sono diventati più esi genti e le loro preferenze di acquisto mutano rapidamente. Come emerge dalla ricerca, in fatti, le caratteristiche socio-demografiche e la collocazione geografica non sono più sufficienti a comprendere gli individui, che ora apparten gono a una o più community» ha commentato Gemma D’Auria, senior partner di McKinsey & Company. «Diventa quindi essenziale per le imprese del settore proporre un’offerta distinti va e innovativa, adottando un approccio ecosi stemico alle nuove forme di cooperazione. Per realizzare tale trasformazione, l’adozione delle nuove tecnologie e lo sviluppo di competenze analitiche e digitali per la comprensione del mercato acquistano ancora più rilevanza stra tegica, insieme alla flessibilità dei modelli or ganizzativi».
• Instaurare una nuova era di collaborazione per trarre beneficio dalla minore fedeltà dei consumatori e dalla variabilità delle community e dei territori.
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• Caratterizzare i propri prodotti in modo selettivo affinché conquistino selezionate community con attitudini e desideri specifici.
IN
complessità considerato e si differenziano per il numero e la rilevanza dell’impatto di alcuni fattori, che potranno andare a modificare la popolosità delle community. Per riuscire a distinguersi in questa nuova arena competitiva, i principali attori del settore dovrebbero quindi attivarsi lungo alcune direttrici chiave, ponendo in essere iniziative che rendano possibile formulare proposte di valore più articolate e focalizzate al soddisfacimento di bisogni mutevoli e sempre più specifici. Per questo, il Nuovo Codice Consumi ha voluto delineare le strategie da adottare per rispondere alle nuove sfide del mercato:
La parola a Google, Facebook, Salesforce, OneTrust e Criteo PUBBLICITÀ
ONLINE:
O PERICOLO
Nonostante lo slittamento della dismissio ne dei cookie di terza parte al 2023 tutte le aziende del settore stanno avanzando ipotesi e strumenti alternativi destinati a cambiare il futuro del digital, in particolare della pub blicità online, ma il raggiungimento di una soluzione condivisa non sembra essere una strada in discesa. Per questo è uscito “Gui da al digitale senza cookie di terza parte. Road to 2023”: un documento di 28 pagi ne che raccoglie le dichiarazioni di Google, Salesforce, Facebook, OneTrust e Criteo, ma anche soluzioni e percorsi per le aziende. Il paper è stato realizzato da Webranking, agenzia digitale con oltre 20 anni di espe
COSA RISCHIA IL MONDO DELLA PUBBLICITA’ ON LINE Il mondo del programmatic advertising, un mercato da 588 milioni di euro nel 2020, è potenzialmente a rischio. E anche gli editori rischiano di perdere fino al 52% degli incassi di advertising. La dismissione dei cookie di terza parte – che Google, lato suo, ha previ sto per il 2023 per il proprio browser – por terà a una svolta epocale nel digital marke ting come lo conosciamo oggi, impedendo Cookie apocalypse: la rivoluzione degli annunci on line e il rischio che corrono le aziende
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rienza che ha visto nascere questi grandi player, oggi suoi principali partner. La guida, gratuita, è disponibile online.
EVOLUZIONE
La situazione attorno al tema della dismis sione dei cookie di terza parte è in divenire, le possibili soluzioni sono ancora in esplora zione e i vari player si stanno attrezzando per trovare alternative valide che permettano da un lato agli utenti di essere più sicuri della loro privacy online, dall’altro a editori, inser zionisti e sviluppatori di continuare a lavora re con la pubblicità digitale.
l’identificazione univoca degli utenti per il tracciamento, la profilazione, il retargeting. Per gli utenti significa più privacy dei propri dati sul web, per molti player invece questo si traduce in un rischio per gli introiti: le azien de avranno minori possibilità di raggiungere gli utenti con pubblicità mirate.
QUALI SOLUZIONI SI PROSPETTANO…
IMPATTI E SOLUZIONI: LA PAROLA A GOOGLE, SALESFORCE, FACEBOOK, ONETRUST E CRITEO NELLA GUIDA DI WEBRANKING
67 / TECH RETAIL /
Nella Guida emerge chiaramente come la situazione attorno alle soluzioni sia al mo mento in divenire: visto l’impatto del cam biamento e la necessità di validazione com plessiva del processo da parte degli enti regolatori, si stanno studiando soluzioni che possano avere carattere collegiale per tutta la industry. Tra le strade che si stanno deline ando ci sono: Privacy Sandbox - un’iniziativa di Goo gle aperta e collaborativa che vede coinvolti esperti del web e di computer science, insie me ad aziende, associazioni di categoria, pu blisher e autorità di regolamentazione, con l’obiettivo di definire nuovi standard comuni per il web. Come parte di questo impegno a lungo termine, Google sta lavorando a una serie di innovazioni per creare un’esperienza online di alta qualità, supportata dalla pub blicità e senza cookie di terze parti.
Contextual Advertising- una soluzione che
3. Accrescere la base clienti tramite campagne di lead generation con una strategia ad hoc per ingaggiare i clien ti non consensati e integrare dati on line-offline 4. Rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie a proposito di cookieless privacy, partendo dalla scelta di una Customer Data Platform (CDP) che raccolgainununicodatabaseunificato epersistenteidatideiclientiprovenien ti da più canali
1. Verificare e aggiornare la Privacy Policy a seconda dei paesi di riferimen to, prevedendo anche gli usi futuri e tenere conto della necessità di attivazi one dei dati online e offline
Mentre assistiamo al delay della dis missione dei cookie e alla ricerca di un sistema sostitutivo che accolga tutte le istanze del mercato, il focus primario delle aziende deve essere la raccolta corretta e l’attivazione dei dati di pri ma parte. La costruzione e la cura del proprio “Walled Garden”, giardino pri vato di dati e utenti, è un percorso che richiedetempoededizionemaèun’as sicurazione necessaria per qualsiasi fu turo ci si prospetti nei prossimi anni.
68/TECH RETAIL / COSA DEVONO FARE LE AZIENDE ADESSO
2. Analizzare e bonificare il CRM alla luce dei dati effettivamente utilizzabili in base alla Privacy Policy
69 / TECH RETAIL / coltiva e attiva i dati già raccolti dalle azien de sui propri clienti e li analizza su una vasta rete di media proprietari, captandone i segna li commerciali (cosa acquistano) e i segnali contestuali (dove navigano), per poi crearetramite l’Intelligenza Artificiale - pubblici di utenti simili ai clienti dell’azienda.
Unified ID 2.0 - Progetto creato da The Tra de Desk ma ora open source per identificare tramite un login ogni utente con un ID per sonale e unico, attribuito dal browser.
• Il focus delle aziende deve essere la raccolta corretta dei dati di prima parte dei propri utenti e clienti, utilizzando un database unificato e persistente e prevedendo sia gli utilizzi futuri dei dati raccolti che l’integrazione dei dati online e offline IN EVIDENZA
• Il mondo del programmatic advertising, un mercato da 588 milioni di euro nel 2020, è potenzialmente a rischio
Cosa possono fare le aziende ora? “Mentre rimaniamo in attesa di capire quali strumenti verranno messi a disposizione della pubblici tà online, il focus delle aziende deve essere la raccolta corretta dei dati di prima parte dei propri utenti e clienti, utilizzando un data base unificato e persistente e prevedendo sia gli utilizzi futuri dei dati raccolti che l’inte grazione dei dati online e offline - sottoli nea Nereo Sciutto, CEO di WebrankingL’obiettivo che le aziende si devono porre è quello di costruire il proprio Walled Garden, giardino privato di dati e di utenti, tramite una Privacy policy corretta e aggiornata: un percorso che richiede tempo e dedizione ma è un’assicurazione necessaria per qualsiasi futuro ci si prospetti nei prossimi anni”.
• Nonostante lo slittamento della dismissione dei cookie di terza parte al 2023 tutte le aziende del settore stanno avanzando ipotesi e strumenti alternativi destinati a cambiare il futuro del digital
70 RC COFFEE:
Il chiosco vending di RC Coffee è un concept, aperto nel 2020, frutto di una partnership fra i torrefattori Dark Horse Espresso e Detour, molto popolari a Toronto per la passione e la qualità del proprio caffè. I due brand hanno l’obiettivo di offrire ai clienti un’esperienza di qualità premium anche con la proposta vending, basata su una macchina per caffè espresso di Fabrizio Valente - Founder e AD di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Il caso RC Coffee a Toronto è un un esempio di concept vending con ambientazione emozionale e retrò, completamente contactless e con app per la prenotazione
/ NEW CONCEPT /
MULTICANALITÀ E SAFE EXPERIENCE
SAFE RETAIL
Il customer journey è pensato per garantire la massima sicurezza. Tutto il processo incluso il pagamento è contactless. Tramite app i clienti possono prenotare il ritiro, pagare l’ordine e salvare le bevande preferite così da poter sorseggiare il caffè preferito ogni volta. L’app utilizza anche la geolocalizzazione in modo che il chiosco inizi a preparare l’ordine quando il cliente è vicino, garantendo che la bevanda sia alla giusta temperatura e pronta al suo arrivo, senza dover fare la coda.
71 / NEW CONCEPT /
Eversys Cameo che macina i chicchi freschi al momento, in meno di 2 minuti, per mantenere la massima fragranza.
La grande efficienza del processo per il cliente in RC Coffee non penalizza
l’emozionalità.
EMOTIONAL EXPERIENCE
Oltre all’elevata qualità del caffè e al sistema di macina al momento per mantenere inalterate le fragranze, c’è l’opzione di personalizzare il proprio caffè. Inoltre, è stata creata una vetrina-display che rappresenta una caffetteria retrò, evocativa del mondo e delle atmosfere a cui il brand vuole ispirarsi e in cui intende coinvolgere i clienti.
COMMENTO FINALE KIKI LAB L’era Covid ha imposto un profondo ripensamento di molti modelli di business, in primis nell’horeca. RC Coffee è un progetto interessante perché riesce a coniugare la multicanalità, con l’app, e la safe experience, con il contactless, con le emozioni fornite da un prodotto premium e un’ambientazione coinvolgente. Sfida: capitalizzare l’investimento in chiave branding e marketing riuscendo a far diventare destination il concept.
72/NEW CONCEPT / Caso tratto dalla ricerca internazionale Retail Innovations RC Coffee – Toronto Il caffè premium proposto per l’era Covid: un concept vending con ambientazione emozionale e retrò, completamente contactless e con app per la prenotazione Area chiave • Omni Experience Tendenze complementari • Safe Retail • Emotional Experience Info chiave • ConceptVendingdicaffèpremium • 2020: apertura Evento Phygital Milano | Enterprise Hotel + Live streaming 20 Ottobre 2022, ore 10:00 – 17:00 Ki-Best 2022 Introduzione e moderazione Armando Garosci, Direttore Largo Consumo Casi e chiavi di successo nel Retail in Italia e nel mondo Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica) AlexSpeakerGenov, Head of Custom. Experience Research Zappos Ling Lei, CEO Ochama (JD Group) Lorenzo Comaschi, Dir Comm. Miele Claudio Agazzi, Founder and Managing Director RetailTune Diego Toscani, CEO Promotica Aesop, PostePay (in attesa di conferma) Innova Retail Award 2022 Premiazione 7 categorie: Retailer Food, Retailer Non Food, Retailer Servizi, Retailer Horeca, Start-Up Tech, People, Sostenibilità Retailer e start-up presenteranno i propri progetti vincitori prima della premiazione Convegno a pagamento Inviti per evento a Milano o diretta streaming disponibili per Retailer e Brand (disponibilità limitata) Per iscrizioni: kiki@kikilab.it Partner: RetailTune INNOVA RETAIL AWARD & KI-BEST 2021
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I racconti sono parte integrante della vita quotidiana di ogni impresa e “raccontarsi” diventa il modo migliore per stimolare l’esperienza di acquisto. Il contenuto è fondamentale per il successo di una campagna di video marketing
IL CONSUMO DI VIDEO ONLINE: VANTAGGIO COMPETITIVO PER LE AZIENDE
Il successo del prodotto audiovisivo in rete è indiscusso: rappresenta un modo di comunicare più accattivante, coin volgente, spettacolare ed emozionale rispetto alla parola o all’immagine statica, ha un forte potere persuasivo e permette di comprendere il messaggio in pochi istanti.
Per i brand è una grande opportunità soddisfare, con i propri contenuti, la domanda di miliardi di persone
Stefania Giuseppetti / COMUNICAZIONE /
I TikToker interpretano scenette comiche, ballano al ritmo della musica, realizzano un video con sincronizzazione labiale, fanno vi deo di commenti sulla società in generale e prendono parte a sfide virali. Originalità e
/ COMUNICAZIONE 75/
rato il traguardo di 1 miliardo di utenti, di ventando il 7° social network più popolare al mondo e il 4° più popolare dopo Instagram, se si escludono le reti di messaggistica. Instagram si sta concentrando maggiormen te sulle sue funzionalità di condivisione vi deo: IGTV, Storie e Reels. La funzione IGTV consente di caricare lun ghi contenuti video simili a YouTube sulla piattaforma, mentre le storie sono ispirate a Snapchat, dove è possibile pubblicare brevi video, al massimo di 15 secondi, che scom paiono dopo 24 ore. La nuova funzionalità di Instagram Reels è invece una risposta a TikTok, creato appositamente per contenuti video brevi (dai 15 ai 60 secondi) e interat tivi, personalizzabili con un vasto repertorio di suoni e di effetti: musiche, brani, dialoghi di film, sketch e molto altro.
Fino a qualche anno fa il canale sovrano per la pubblicazione e creazione di ‘filmati’ e del la loro promozione era YouTube, la piatta forma di video-sharing che mette a dispo sizione uno spazio potenzialmente infinito, dalla quale è possibile diffondere il prodotto video sui diversi canali del web. Gli altri so cial media non sono restati a guardare, ma si sono adeguati, aggiungendo ai loro servizi la possibilità di pubblicare contenuti audiovi sivi: 1. le storie, ovvero video brevi che svanisco no dopo 24 ore, per Instagram, Facebook, Twitter, Pinterest e LinkedIn; 2. i video brevi, da 5 secondi a un minuto, per TikTok e Instagram Reels; 3. i video lunghi, dal minuto in poi, per In stagram, Instagram IGTV, YouTube, Face book e LinkedIn; 4. lo streaming dal vivo, trasmesso in tem po reale, per Facebook, TikTok, Instagram, YouTube e LinkedIn. Tra tutti, il social media trend che sta dettan do le regole riguarda Instagram e TikTok, l’App che ha conquistato la Generazione Z (i ragazzi nati fra il 1995 e il 2010) ma che si sta spopolando anche tra il pubblico adulto. Infatti, nel settembre 2021, TikTok ha supe
Il report di Sensor Tower, specializzato nelle statistiche sul mercato mobile, nel 2021, con 745,9 milioni di download a livello mondia le, ha incoronato TikTok tra le applicazioni più scaricate.
•InstagramOriginalità e creatività sono le chiavi del successo: più follower e più fan • Ogni piattaforma, però, pre senta caratteristiche specifiche che rispondono al core business di ogni azienda e si configurano adatte per il raggiungimento di determinati obiettivi IN EVIDENZA
Su Instagram, invece, Barilla Italia, dal 17 febbraio al 3 marzo 2022, ha pubblicato tre post tematici sulla nuova linea al bronzoche si differenzia per package, colori e co municazione dalla precedente narrazione di marca - con una grafica che fa riferimento all’arrivo di una nuova era e segna le differen ze fondamentali di questa nuova lavorazione rispetto alle precedenti. Altri tre post sono video che riprendono da vicino i dettagli della pasta Barilla al bronzo per far imme desimare lo spettatore da un punto di vista sensoriale, esattamente come nello spot. Lo scopo di questi video in slow motion è mo strare le caratteristiche del prodotto, veri e propri elementi che motivano o supportano la promessa all’interno della comunicazione del brand.
/ COMUNICAZIONE / 76 creatività sono le chiavi del successo: più fol lower e più fan! Ci troviamo di fronte a una cultura parte cipativa fatta di scambi informali, di nuove piste d’interazione e, soprattutto, di simul taneità; una forma di big bang culturale, un punto di non ritorno che ha cambiato le sorti Perdell’advertising.ibrandèuna grande opportunità soddi sfare, con i propri contenuti, la domanda di miliardi di persone che ogni mese entrano nei social network (oltre un miliardo solo su OgniTikTok).azienda, con i suoi prodotti e servizi, è una “storia” unica ed irrepetibile, capace di distinguersi e di creare vantaggio rispetto ai competitors. I racconti sono parte integrante della vita quotidiana di ogni impresa e “rac contarsi” diventa il modo migliore per sti molare l’esperienza di acquisto. Il contenuto è fondamentale per il successo di una cam pagna di video marketing. Ci sono elementi che accomunano tutti i social network, come l’importanza della co struzione di relazioni e conversazioni con gli utenti, la creazione di contenuti di valore e la presenza costante ma non invasiva nella vita dei propri fan. Ogni piattaforma, però, presenta caratteristiche specifiche che ri spondono al core business di ogni azienda e si configurano adatte per il raggiungimento di determinati obiettivi. Barilla ha presentato una campagna coinvol gente in occasione del lancio del suo profilo TikTok. Un progetto creativo e ingaggiante che coinvolge musica, creator e il linguag gio nativo della piattaforma per celebrare il “Rigatoni Day”. Per l’occasione il brand ha collaborato con il celebre @khaby.lame, per un conto alla rovescia per il Rigatoni Day. La campagna ha generato un alto tasso di coin volgimento con 8.900 video creati utilizzan do la colonna sonora “Funky Rigatoni”, che ha portato a oltre 27 milioni di visualizza zioni e 2 milioni di interazioni.
• Il report di Sensor Tower ha incoronato TikTok tra le applica zioni più scaricate • Nel settembre 2021, TikTok ha superato il traguardo di 1 miliardo di utenti, diventando il 7° social network più popolare al mondo e il 4° più popolare dopo
mapic.com 29 Nov. - 1 Dec. 2022 Palais des Festivals Cannes, France The leading international retail property event to build the ultimate lifestyle and shopping destinations
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/ FINANZA E LEGALE /
GLI AUDIT PER IL CONTROLLO DELLA RETE
E’ fuori dubbio che il successo di qualsiasi attività in franchising dipenda in gran parte dalla capacità dell’affiliante (dell’intero sistema di franchising) e dei suoi affiliati di soddisfare ciascuna delle importanti responsabilità loro assegnate. Il primo ha la grandissima responsabilità di “far girare” il sistema a beneficio dell’intero universo “rete di
di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising Monitorare i franchisee è necessario per la salute del sistema di franchising nella sua interezza e molti franchisor cercano di “aggiungere posizioni” assenti nella rete, invece di “esaminare posizioni” presenti nella rete La verifica è sempre un obbligo, anche legale, a carico dei franchisor
79 / FINANZA E LEGALE / franchising”. Il secondo ha responsabilità che includono la gestione efficace delle proprie attività all’interno del sistema, nel rispetto delle procedure standardizzate e indicate dal franchisor, e il rispetto degli altri obblighi nei confronti dello stesso franchisor, inclusi gli obblighi economico-finanziari. Ovviamente, un sistema di franchising è a rischio se una delle parti non riesce a rispettare quanto a suo carico, quanto previsto dall’accordo e non Sembreràsolo. strano, ma (in presenza di franchisee “professionali”), in un sistema di franchising “l’occhio vigile” è molto attivo (anche) da parte degli affiliati che osservano (anche) come il franchisor gestisce, promuove, sviluppa e fa crescere il sistema al quale appartengono. Allo stesso modo, i franchisor devono essere in grado di monitorare i loro franchisee in merito alla loro conformità al sistema che garantisce anche una protezione del marchio stesso. Bene chiarire, sin dall’apertura, che il rispetto degli standard operativi e di gestione dei punti affiliati sono solo una parte di ciò che il franchisor deve monitorare. In merito ho scritto molto su queste colonne circa alcuni controlli in una rete di franchising. Tra questi certamente importanti sono gli
aspetti economico-finanziari in quanto assolutamente incidenti per ambedue le parti, in termini di risultato e redditività dell’affiliante, e in termini di “flussi di cassa” per l’affiliante (royalties, canoni pubblicitari, ecc.) necessari anche per fornire le risorse al sistema e per migliorare e far crescere lo Glistesso.audit sono un modo per monitorare la conformità dell’affiliato al sistema di franchising al quale aderiscono. Tuttavia, occorre dire, che per molti sistemi in franchising, far presente ad un franchisee che sarà soggetto di audit è un passaggio che può rivelarsi non agevole, tanto che molti franchisor debuttanti o di minori non attivano tali procedure (neanche le prevedono contrattualmente) o le attivano in una forma che non portano a risultati soddisfacenti. Alcuni franchisor, addirittura, sono proprio contrari (anche all’estero accade) alla costruzione e alla predisposizione di un rapporto cooperativo di tal natura. Potremmo sintetizzare questo concetto sostenendo che “molti franchisor cercano di aggiungere posizioni, invece di esaminare posizioni già presenti”. Tuttavia, idonee impostazioni, forme di comunicazione,
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modalità di impostazione, ecc. per attività di audit adeguatamente illustrate, programmate e pianificate possono dissipare dubbi di varia Se,natura.spesso, invochiamo la serietà nei franchisor, sia nella costruzione, sia nella gestione delle loro reti, la stessa “richiesta” deve essere rivolta agli affiliati (anche se su tale punto la selezione effettuata dall’affiliante è determinante).
Ovvio, quindi, che gli affiliati più seri non potranno che sostenere iniziative di audit e collaborare anche in quanto l’obiettivo è anche e soprattutto “la loro salute economico finanziaria”. Già il fatto che in caso di audit possano “emergere” affiliati contrari o che sentono l’audit come un disturbo e una intrusione, al franchisor può tornare un vantaggio in quanto tali franchisee potrebbero essere una minaccia latente per il sistema e mettere anche a rischio i franchisee più disponibili. E’ e dovrebbe essere nell’interesse di tutti che il sistema funzioni e funzioni per tutti, non esistono “isole”, il franchising non è un “arcipelago”, il franchising è un “continente”, una comunità unita e gli audit non possono che portare vantaggi, suggerimenti, indicazioni, assistenza di qualsiasi natura, ecc.. Ovviamente, non abbiamo lo spazio per entrare nei dettagli di un argomento molto vasto, ma possiamo fare una utile sintesi. Ci sono almeno tre fasi distinte in qualsiasi programma di audit e che servono per creare uno schema dettagliato delle procedure che verranno eseguite: 1. predisporre schemi di lavoro e individuare ciò che sarà oggetto di audit, i parametri, ecc.. Un flusso di attività che vanno dai criteri di selezione dei candidati da monitorare, alla descrizione della vera e propria “visita fisica” presso il punto vendita degli affiliati selezionati, le modalità di svolgimento dei lavori, ecc.; 2. descrivere l’audit rispetto agli obiettivi/pa
A tal scopo bene ricordare l’estratto di una sentenza del Tar del Lazio già riportato in diversi miei articoli. Oggetto del contenzioso era altro argomento, ma il Tar, nel richiamare una sentenza del Consiglio di Stato di Napoli, coglie l’occasione di ribadire un principio che, occorre dire, non è raro risultare pressoché sconosciuto o veramente “blando” in molti sistemi di franchising. Cosa dice il Tar? Semplice: “(…) non vale il richiamo al contratto di franchising e di affiliazione della ricorrente e ai profili di autonomia imprenditoriale ed esecutiva dei contraenti. 6.2. Peraltro la giurisprudenza di merito civile ha avuto modo di affermare che “il contratto di
81 / FINANZA E LEGALE / rametri e gli effetti dei risultati; 3. documentare l’audit e far rispettare i suoi Comerisultati.fare a impostare tutto questo? Sempre in sintesi e certamente senza ambizione di esaustività e completezza. Purtroppo per molti franchisor la risposta passa esattamente dall’opposto di quanto in molti pensano. Si, perché, il primo passaggio formale di tutto questo lo troviamo (e lo dobbiamo trovare) nel contratto di franchising. Invece di riportare nei contratti di franchising altri contratti, come le forniture, esempio, o la concessione del marchio, nel contratto di franchising ci devono essere le clausole che devono regolamentare ciò che fa veramente parte del rapporto di franchising e l’audit ne fa parte. Infatti, è proprio nei contratti di franchising che si stabiliscono i controlli per disciplinare questi obblighi, ovviamente integrando il tutto da un Manuale Operativo serio e da tutte le altre disposizioni, indicazioni, istruzioni continuative in vigenza di contratto. Un programma di audit deve essere creato come un processo metodico, passo dopo passo, per garantire la coerenza nell’applicazione e, soprattutto, “tagliato” per il sistema di franchising specifico.
Quanto sopra non deve essere considerata come una illustrazione completa ed esaustiva, ma solo necessaria a comprenderne l’utilità e se qualche lettore (franchisor o franchisee) ritenesse non utile quanto descritto, bene che memorizzi un aspetto alquanto importante: per il franchisor è un obbligo.
Per cui l’omissione colposa di tale controllo da parte del “franchisor” comporta una sua responsabilità extracontrattuale nei confronti del cliente per fatto del “franchisee” (cfr. sentenza Corte di appello Napoli, Sez. III 3 marzo 2005 su appello proposto avverso la sentenza n. 4112/2002 del Tribunale di Napoli).
82/FINANZA E LEGALE / franchising” e l’appartenenza del “franchisee” alla rete sono suscettibili di creare nel cliente un affidamento sia in ordine all’identità tra “franchisor” e “franchisee”, sia sull’esistenza nel “franchisee” dei medesimi standard qualitativi e di correttezza commerciale posseduti dal franchisor o, meglio, dal marchio sotto il quale si svolge l’attività di impresa.
Tale affidamento comporta così un onere di controllo da parte del franchisor, che riguarda non solo i requisiti soggettivi dei franchisee (alla stipulazione del contratto), ma anche le modalità di svolgimento della loro attività“. Un obbligo che, bene chiarire, non è il solo obbligo e, bene chiarire ancora, non può essere soddisfatto con un “controllino” deri vanti da “clausoline” del famoso “contrattino” quello “semplice, che si capisca e che lo capisca l’affiliato, perchè con i contratti complessi e lunghi non si fanno adesioni” (cit. moltissimi franchisor), salvo poi dover ricorrere all’ar bitrato o alla conciliazione/mediazione per risolvere contenziosi e per non affrontare l’onta del Tribunale, potendo, così non ripor tare contenziosi nelle informazioni precon trattuali (vero?). Non solo, ma, colgo l’occa sione, se un sistema di franchising risulta carente di molte basi che lo renderebbero maggiormente solido (mai perfetto) legal mente, affidarsi a chi non lo ha fatto in fase di impostazione e costruzione è assurdo perchè se lo avesse saputo fare (o avesse sa puto come fare) lo avrebbe fatto sin dall’ini zio. Ecco, questo è quello che accade spesso: alcuni franchisor colgono info in qua e in là e poi vanno dal professionista che (non) ha fatto quel che adesso il franchisor chiede (dopo la raccolta indifferenziata di notizie) e gli viene chiesto di “sistemare il contratti no”. A volte sembrano storie di fantasia, ma non lo sono affatto.
• Un programma di audit deve essere creato come un processo metodico, passodopopasso,pergarantirelacoerenzanell’applicazionee,soprattutto, “tagliato” per il sistema di franchising specifico IN EVIDENZA
• Gli audit sono un modo per monitorare la conformità dell’affiliato al sistema di franchising al quale aderiscono
• Il franchisee ha responsabilità che includono la gestione efficace delle proprie attività all’interno del sistema, nel rispetto delle procedure standardizzate e indicate dal franchisor, e il rispetto degli altri obblighi nei confronti dello stesso franchisor, inclusi gli obblighi economico-finanziari
• Il franchisor ha la grandissima responsabilità di “far girare” il sistema a beneficio dell’intero universo “rete di franchising”
Da tali affidamenti deriva un onere di controllo per il “franchisor” sulle persone dei “franchisee” e sulle modalità di svolgimento della loro attività.
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Nel libro “I 3 Cappelli del Manager” in 250 pagine l’autore ha con densato 6 storie di imprenditori che si raccontano, narrano il percorso fatto insieme a loro, e nessuna di queste storie è ovvia. E ci sono 35 pillole, che offrono spunti per una valutazione diversa, non ovvia, alle tante situazioni che in azienda tutti siamo chiamati ad affrontare. E saremo chiamati a farlo con sempre maggiore frequenza, perchè l’Evoluzione, che alcuni chiamano cambiamento, è un continuo cam mino sulla via della scoperta di nuovi prodotti e servizi, così come di nuovi metodi e sistemi di gestione. Con questo libro l’autore vuole aiutarci a capire come orientarsi nel mondo dell’impresa. Si tratta di una guida semplice e pratica che ci accompagnerà durante le nostre giornate lavorative e da cui potremo trarre ispirazione per affrontare le molteplici situazioni che ci si pareranno davanti.
“Troppo spesso i sostenitori e i contrari della crescita si scontrano, tra scurando la questione cruciale del tipo di crescita economica che stiamo creando. La “bussola della crescita” di Stoknes è uno strumento cruciale per guidarci verso un futuro migliore” (Hunter Lovins, coautore di Ca pitalismo naturale. La prossima rivoluzione industriale). Stoknes - psi cologo, economista, membro del Club di Roma- sostiene che disponia mo già degli strumenti per creare questo tipo di crescita, ma sottolinea come il nostro successo dipenderà dal modo in cui riorganizzeremo le innovazioni, le pratiche di governo e i comportamenti individuali. La crescita sana ripensa la creazione di valore, considerandola una risorsa intelligente e inclusiva. La crescita sana produce profitti misurabili, ren de le risorse sempre più produttive e più redistribuite. Stoknes distingue tra tipi di crescita sana e malsana a livello personale, aziendale, urbano e globale, individuando un processo sinergico in tre parti che avvantag gia acquirenti, venditori e società. Egli definisce le azioni che possiamo intraprendere fin da oggi, compresa la creazione di una nuova entità giuridica, l’impresa di servizio, e delinea sei fasi che le aziende possono attraversare per andare verso una crescita sana. Spiega inoltre come pos siamo votare con il nostro portafoglio per dare priorità alla sostenibilità e ci dice che il cittadino impegnato ha un ruolo fondamentale nel pas saggio a una crescita in grado di curare i problemi ambientali.
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87 / IL SEGNALIBRO / LEZIONI DI SOGNI Autore: Paolo Crepet Editore: Mondadori Pagine: 300 / Prezzo € 19,50
Siamo nel pieno di quella che papa Francesco ha definito una cata strofe educativa: molti adulti si sentono sperduti, impreparati, quasi impotenti di fronte alle nuove generazioni e i giovani si trovano senza punti di riferimento sicuri. In un mondo che cambia con rapidità, è più che mai necessario ripensare il difficile compito di educare. Ri percorrendo quanto scritto negli ultimi trent’anni, mescolando ricordi personali e pubbliche riflessioni, Paolo Crepet offre il frutto della sua lunga esperienza, delineando quello che in molti hanno definito «il metodo Crepet». Un lungo viaggio, che pone al centro il bisogno di ri pensare la genitorialità, la scuola, il rapporto tra le generazioni, il futuro. Non possiamo ignorare che la necessità di un profondo cambiamento si scontri con resistenze, timori, egoismi difficili da vincere, freni che privano bambini e ragazzi del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli, affidandosi alla capacità di sentire le proprie emozioni e di lasciarsi coinvolgere dalla passione per un progetto di vita. Paolo Crepet scrive perciò questo libro «come un portolano utile, per navi ganti impauriti da vecchie e nuove tempeste, per chi voglia riafferrare il bandolo di una matassa troppo strategica perché sia lasciata all’ignavia degli indifferenti».
Un potente inno alla forza, alle promesse e alle sfide che il coraggio porta con sé. Dall’autore best seller del New York Times, il primo di una serie di libri che analizzano le virtù senza tempo degli stoici. Il coraggio è la virtù dalla quale dipendono tutte le altre. Sebbene il mondo moderno possa apparire spaventoso, sappiamo bene che ogni generazione ha affrontato sfide complesse, e gli stoici erano convinti che la paura - per quanto naturale - non dovesse avere la meglio su di noi. E infatti tutte le grandi storie - che ci arrivino dalla filosofia, dalla poesia, dai romanzi o dai film - riguardano persone in grado di reagire con coraggio alle contingenze. Coraggio non significa soltan to scendere in battaglia o entrare in un palazzo in fiamme, ma anche sfidare le convenzioni sociali, resistere alla tirannia, perseverare no nostante la stanchezza e scommettere tutto anche quando partiamo sfavoriti. In un momento storico in cui sembra che molti - dai politici agli accademici, dagli imprenditori agli artisti - non siano in grado o non vogliano esporsi a favore di ciò che è giusto e neppure per dire semplicemente la verità, Il coraggio chiama è più attuale che mai.
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Dog&Cat è una catena di negozi per animali. Nel sito c’è una pagina dedicata al progetto in franchising. Qui si trovano riassunte alcune informazioni interessanti relative al progetto come le condizioni e i requisiti di affiliazione. L’utente è indirizzato a seconda del suo impiego attuale: ho già un negozio, ho già un negozio PET e non ho un negozio. La sezione è rimandata perché andrebbero integrate alcune informazioni che AZ Franchising ritiene importanti come una spiegazione esaustiva dei prodotti e dei servizi e i margini di guadagno dell’affiliato.
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