AZ Franchising - Marzo 2020

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EDITORIALE “Mettiamoci a inventare il domani invece di preoccuparci di ciò che è accaduto ieri”. (Steve Jobs)

Come cambiano i mercati quando i clienti definiscono le regole. Potrebbe sembrare un titolo di un articolo, un articolo che pone tante domande e tante riflessioni. La prima è sicuramente che i mercati, i consumi, le esigenze dei consumatori sono differenti rispetto agli anni passati. Oggi, la sfida per la crescita si basa su paradigmi nuovi, soprattutto dopo l’avvento dell’e-commerce e della tecnologia applicata alla distribuzione ed ai mercati stessi. I nuovi consumatori, oggi, determinano le regole del gioco, anziché doverle seguire. Di fronte a tali cambiamenti, che impattano sul mercato, il marchio, il brand è necessariamente obbligato ad evolversi per offrire valore e soddisfare i bisogni. Se un tempo erano i brand a influenzare le scelte di consumo, oggi sono i consumatori, o meglio la “Generazione Z”. Z come l’ultima lettera del nostro alfabeto, infatti sono gli ultimi arrivati. In questo numero di AZ Franchising proviamo a tracciare un profilo dei consumatori e clienti del futuro, delle loro abitudini e dei loro comportamenti. Le nuove generazioni si aspettano di interagire con i brand sia online che offline. Vogliono accedere a piattaforme digitali evolute, ma gli piace frequentare anche gli store, aspettandosi di ricevere esperienze personalizzate e di grande valore, programmi fedeltà costruiti su misura e anche nuovi servizi in-store, tra cui eventi. Sono i ragazzi nati negli ultimissimi anni novanta fino al 2010. Per fare qualche esempio i giovanissimi della Generazione Z, in proporzione, spendono più dei loro predecessori, della Generazione Y, per abbigliamento e accessori, e consumano più pasti fuori casa tra ristoranti e fast food. Per il tempo libero la Generazione Z predilige elettronica e device digitali. Ma perché abbiamo voluto soffermarci sulla nuova generazione? Innanzitutto perché rappresenta un fenomeno rilevante dei nostri tempi: entro il 2020 saranno 2,9 miliardi di persone al mondo e secondo il Financial Times, comporrà il 40% del totale dei consumatori. AZ Franchising, che in tutti questi anni, sicuramente è stata e continua ad essere il punto di riferimento di importanti aziende, sia nazionali che internazionali, ha il dovere di analizzare ciò che cambia, si evolve e si trasforma nel tessuto imprenditoriale e la Generazione Z rappresenta sicuramente un cambiamento fondamentale per le aziende, perché se grandi marchi continuano a crescere perché propongono sempre novità che entusiasmano i consumatori. Ogni nuova generazione rappresenta una sfida per chi cerca di raggiungerla commercialmente e parlare con loro significa applicare nuove regole. Conoscerla e capire quali siano i loro interessi e le loro aspettative è fondamentale per valorizzare un brand e realizzare le strategie aziendali. E noi, in queste pagine di AZ Franchising, lo abbiamo fatto.

Fabio Pasquali Direttore responsabile f.pasquali@azfranchising.it


Marzo 2020

FOCUS

NEW CONCEPT

16

Analisi e trend dei beni di lusso

66

Glossier: un brand nato da un blog

COMUNICAZIONE

70

Generazione Z: i clienti del futuro

FINANZA & LEGALE

74

L’essenzialità del know-how

OCCHIO ALLA LEGGE

78

La durata del contratto di franchising

NOTE LEGALI

84

La responsabilità del franchisor nei confronti dei terzi per comportamenti del franchisee

LA PROPOSTA

28

“Ecco perchè ho scelto Primadonna Collection”

STORIA DI COPERTINA

30

Helbiz ha creato il fenomeno del monopattino in sharing

DOSSIER 36

Made in Italy: tutela e blockchain

SPECIALE 42

Il difficile rapporto tra banca e impresa

EVENTI 54

2

RUBRICHE

Mapic Italy: l’evento italiano di retail e real estate

MARKETING

4

New entry

58

Le Instagram stories nel 2020

6

News

NUOVI STRUMENTI

60

Incentivi per la valorizzazione di brevetti, marchi e disegni

TECH RETAIL

64

L’importanza della tecnologia nel punto vendita

14

News comunicazione

48

Le schede

86

Segnalibro

90

Appunti retail

92

Up&Down


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I SAPORI DELL’EMILIA ARRIVANO A LONATO Dispensa Emilia, rinomata catena di ristorazione emiliana, festeggia 15 anni di attività e apre il suo 15° ristorante a Lonato, presso il Centro Commerciale “Il Leone”, portando così anche in provincia di Brescia, l’autentica tradizione gastronomica emiliana. Il ristorante di Lonato, il sesto in Lombardia, è il 15° locale ad apertura diretta ed occupa circa 20 persone. La nuova apertura è parte di un progetto di espansione più ampio di Dispensa Emilia che prevede un ulteriore e significativo incremento dei punti vendita nei prossimi 24 mesi e lo studio di nuove opportunità anche oltre confine. Il ristorante ha una superficie di circa 220mq, 106 posti a sedere ed è accessibile dall’ingresso nord del Centro Commerciale. Nel nuovo ristorante è presente tutta l’offerta caratteristica di Dispensa Emilia: tigelle, primi piatti della tradizione, ricche insalate con ingredienti tipici del territorio e un’ampia selezione dei migliori lambruschi emiliani. Alfiero Fucelli, Presidente e Amministratore Delegato della catena di ristorazione

CIRO SINATRA SARÀ IL PRESIDENTE DI UNIVENDITA PER IL PROSSIMO QUADRIENNIO

Ciro Sinatra

L’Unione Italiana della Vendita Diretta, la maggiore associazione di categoria italiana della vendita diretta a domicilio, ha rinnovato le cariche del proprio Consiglio Direttivo affidando a Ciro Sinatra il terzo mandato consecutivo alla presidenza. Sinatra, classe 1961, laureato in giurisprudenza, specializzato in Diritto del lavoro e relazioni sindacali, guiderà fino al 2023 la principale associazione italiana della vendita diretta, che nel 2020 celebrerà i dieci anni di vita e di crescita ininterrotta. Nata infatti nel 2010 con 7 associati, oggi Univendita ne conta 18. Nello stesso periodo il fatturato delle aziende associate è più che raddoppiato, passando da 800 milioni a 1,66 miliardi di euro, e il numero dei venditori a domicilio è più che triplicato, passando dai 50.000 di dieci anni fa agli attuali 159mila.

NEL CENTRO COMMERCIALE CARREFOUR DI LIMBIATE MONDADORI STORE Mondadori Store, il più esteso network di librerie in Italia, ha aperto un nuovo punto vendita all’interno del centro commerciale Carrefour di Limbiate, polo dello shopping alle porte di Milano. Con la sua ricca proposta editoriale, il nuovo Mondadori Bookstore sarà un punto di riferimento per tutti gli amanti della cultura e dell’intrattenimento. La libreria a gestione diretta presenta su una superficie di oltre 200 metri quadri un assortimento di 10.000 titoli a scaffale tra narrativa, saggistica, varia, classici, fumetti e un settore rivolto a bambini e ragazzi, con libri e giocattoli. I visitatori troveranno anche le ultime novità musicali e una selezione dei migliori prodotti di cartoleria, gift box e gift card. Mondadori Bookstore Limbiate

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IL GRUPPO TEDESCO VON POLL REAL ESTATE APRE AGENZIE IN FRANCHISING IN ITALIA Von Poll Real Estate, società immobiliare con sede a Francoforte, espande le sue attività in Italia. Oltre ai centri già attivi a Vicenza e Bolzano, entro la fine del 2020 saranno avviate nuove agenzie in franchising anche in Toscana, a Milano, a Venezia, a Trieste e in località sul Lago di Garda e sul Lago di Como. Von Poll Real Estate offre soluzioni immobiliari di alto livello nelle località più esclusive e rinomate, in vendita o in affitto, in Italia o all’estero: dalle residenze di prestigio al settore residenziale che comprende ville, case coloniche, appartamenti in città, residenze di campagna nel verde o seconde case per le vacanze. “L’Italia per noi ha sempre rappresentato un’area di grande interesse per i nostri clienti soprattutto per le sue attrazioni turistiche, dal Lago di Garda, alle Dolomiti alle principali città d’arte che sono veri e propri musei all’aria aperta, e per la straordinaria varietà dell’offerta immobiliare di pregio come residenze e ville. Per tale motivo abbiamo deciso di investire e crediamo in una rapida crescita del mercato già da quest’anno”, ha detto il CEO di Von Poll Real Estate Daniel Ritter.

Daniel Ritter Ceo Von Poll

QUANDO UN’ECCELLENZA LOCALE SI TRASFORMA IN UN FORMAT Muu Muzzarella, dopo i successi “casalinghi” di Napoli, sta conquistando anche i milanesi e comincia ad annusare l’aria di altri luoghi e latitudini. Il format tutto dedicato alla Mozzarella di Bufala Campana Dop, proposta con una generosa dose di creatività, è la concreta dimostrazione che valorizzare e dare nuova linfa a un prodotto di grandissima qualità, e tuttavia “relegato” da sempre a utilizzi tradizionali come la pizza o gli antipasti, è possibile. A crederci fortemente sono stati, soltanto pochi anni or sono, due giovani imprenditori napoletani Salvatore Maresca e Dario Moxedano. Oggi i Muu Mozzarella sono arrivati a quota cinque: tre nel capoluogo campano (sul lungomare in via Partenope, in zona Chiaia e al Vomero) e due a Milano in via Raffaello Sanzio e in viale Premuda.

TODIS: IL DISCOUNT ANCHE A DOMICILIO L’e-commerce “Todis a casa” è suddiviso in tre diversi micro-servizi per il cliente: la consegna a domicilio, in cui è possibile ordinare la spesa online e riceverla a casa; il click & collect, con cui si può ritirare presso il punto vendita i prodotti precedentemente acquistati da device; la spesa net punto vendita con consegna a domicilio. Oggi il servizio è attivo solo nella regione del Lazio con 29 punti vendita aderenti, che nel 2020 arriveranno a 40. È possibile scoprire la lista aggiornata dei discount “coperti” sul sito www.todisacasa.it. L’obiettivo è offrire ai clienti sempre più servizi per semplificare e velocizzare la shopping experience e “Todis a casa” rappresenta uno di questi.

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News. SALONE FRANCHISING MILANO, ANNUNCIATE LE DATE 2020 Dopo il grande successo dell’edizione 2019 da poco conclusa, che ha richiamato a Fieramilanocity oltre 200 insegne del panorama del franchising e del retail provenienti da tutta Italia, Salone Franchising Milano guarda al nuovo anno e dà l’appuntamento a professionisti del settore, imprenditori, franchisee e franchisor di oggi e di domani dal 22 al 24 ottobre 2020. Salone Franchising Milano, organizzato dall’agenzia di live communication Fandango Club, si conferma l’appuntamento di riferimento per il settore del franchising riproponendo la formula che ne ha decretato il grande successo e lo ha consacrato a evento di riferimento per il settore del franchising: incontri formativi, convegni, consulenze e il Ret@il Innovation Forum, un’arena di discussione, relatori d’eccezione italiani ed internazionali e aziende leader del settore.

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ABBIGLIAMENTO VINTAGE AL KILO PER DIRE BASTA ALL’INQUINAMENTO

Adam Contos, CEO di Remax Holdings, Inc.

RE/MAX PUBBLICA IL REPORT SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE AMERICANO Nelle 54 aree metropolitane coinvolte nell’indagine condotta da RE/MAX a dicembre 2019, il numero medio degli immobili venduti è aumentato del 4,1% rispetto a novembre 2019 e aumentato del 13,5% rispetto a dicembre 2018. Le aree con le percentuali maggiori sono state Birmingham, AL con +34,3%, Burlington, VT con +26,7%, e Los Angeles, CA con +26,2%. “È stato bello vedere il picco anno su anno nelle vendite di immobili a dicembre perché indica un forte interesse da parte degli acquirenti”, ha affermato Adam Contos, CEO di RE/MAX Holdings, Inc. “Dicembre ha chiuso una solida seconda metà del 2019, con le vendite anno su anno in crescita in quattro degli ultimi sei mesi. I guadagni sono stati in gran parte attribuiti ai bassi tassi di interesse e alla forte domanda e, con questi fattori ancora in atto, prevediamo che le vendite continueranno a un ritmo sostenuto anche nella prima parte del 2020”.

La rivoluzione arriva da lontano. Dalla Germania giunge l’idea geniale per ridurre l’impatto ambientale procurato dall’industria della moda fast-fashion, tra le maggiori responsabili di danni all’ecosistema. Il suo nome è VinoKilo - Vintage Kilo Sale, una grande iniziativa guidata da un gruppo di giovani sognatori che, dopo il successo europeo e la sua prima tappa italiana in quel di Milano, è giunta a Roma per la prima volta. Per tutti gli appassionati di vintage ed attenti all’ambiente una trovata innovativa che colleziona consensi in giro per l’Europa e che ha portato nella capitale, più di 6000 pezzi unici (circa 4 tonnellate di merce) da acquistare rigorosamente al kilo. Un nuovo concept per uno shopping vintage ed eco-friendly, dove è la sostenibilità a farla da padrona. Un messaggio chiaro che guarda alla “moda” come fenomeno sempre meno consumistico e più come un movimento consapevole, stilistico, di qualità e sostenibile, che mira all’unicità.


MADMAX: IL PRIMO E UNICO FRANCHISING NAUTICO IN EUROPA Farsi il catamarano pagandolo un terzo del suo valore, trarne profitto e goderne: è la formula del Franchising Nautico MadMax, il primo e unico in Europa. Che oggi, in più, è in grado di far ottenere, per i propri affiliati, un credito d’imposta del 45% sul valore di acquisto di un nuovo catamarano. Per capirci: mettiamo il caso che abbiate messo gli occhi su un Lagoon 46 da 580mila euro. Ebbene, versandone 200mila, il leasing per il valore residuo si ripagherà da solo, affittando le settimane tramite MadMax. Inoltre, grazie all’enorme opportunità del credito d’imposta, circa 190mila euro netti vi verranno scalati da tutte le imposte dovute.

GRUPPO VÉGÉ E METRO ITALIA: L’AWAY FROM HOME SEMPRE PIÙ AL SERVIZIO DEL CLIENTE

IDT S.P.A ANNUNCIA IL LANCIO DI BODYBOO, IL PRIMO BRAND DIGITALE ITALIANO DI INTIMO SHAPEWEAR Da Kim Kardashian a Victoria Secret, in tutto il mondo fa tendenza l’intimo-guaina che fa sentire perfette azzerando preoccupazioni e insicurezze legate ai piccoli difetti fisici. Da segreto delle passerelle a guaina da indossare come outfit ad un cocktail per sfoggiare un fisico perfetto, da sportswear modellante a segreto di bellezza: lo shapewear è ormai un musthave di tutti i guardaroba. Curvy, neomamme, teeneger e donne con qualche chilo in più, tutte hanno un unico desiderio: stare bene con se stesse nel loro abito preferito! Ed è a tutte le donne che IDT dedica la sua nuova linea BodyBoo: short, reggiseni, body, slip/guaine, leggings e sottovesti. Tantissime referenze in nero, bianco e color carne, tessuti elastici, sinuosi e versatili, ultra-resistenti e con una struttura innovativa, studiati per ammorbidire le curve, armonizzare le linee e abbracciare le forme, esaltando la bellezza di ogni corpo.

L’anno si apre con un’importante novità nel panorama della Distribuzione italiana: Gruppo VéGé e METRO Italia hanno annunciato di aver stretto un’alleanza focalizzata sul mercato dei consumi fuori casa (AFH). Secondo i dati Tradelab, l’Italia si conferma un Paese trainante dell’Europa per i consumi fuori casa (AFH), che rappresentano il 34,3% dei consumi alimentari complessivi, con un valore di 84,3 miliardi di euro nel 2018. Il mercato è formato da oltre 320.000 punti di consumo tra ristoranti, bar, take away, gelaterie, pasticcerie e discoteche, di cui il 97% è gestito da professionisti indipendenti. Con questa alleanza, infine, si chiude per Gruppo VéGé il cerchio perfetto: una presenza in tutte le regioni d’Italia, con tutti i formati al dettaglio ed una forza rinnovata nel settore dell’away from home.

Tanya Kopps, CEO METRO Italia.

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ETRURIA RETAIL ENTRA NELLA RETE DI CARREFOUR ITALIA

“M360”, IL PROGETTO B2B DI MIROGLIO TEXTILE

IL GRUPPO CF LANCIA “CF IMPRESAACCUMULO”

Carrefour sbarca in Toscana negli 87 supermercati della rete gestiti da Etruria Retail, azienda senese leader nel campo della grande distribuzione organizzata dell’Italia centrale. L’operazione di cambio insegna dei punti vendita coinvolgerà i negozi delle 7 province della Toscana del nord. Il nuovo format caratterizzerà i nuovi negozi distribuiti nelle province: 24 a Firenze, 10 a Livorno, 15 a Lucca, 12 a Massa Carrara, 4 a Prato, 12 a Pisa e 10 a Pistoia. Nelle sette province interessate la rete sarà così ridefinita: 15 Carrefour Market; 38 Carrefour Express e 34 Bottega Sapori e Valori. Da gennaio 2020, i 290 punti vendita di Etruria Retail, gruppo leader della grande distribuzione in Toscana e Umbria con 1.900 dipendenti, entrano a far parte della rete di Carrefour Italia, sotto l’insegna Carrefour Market, Carrefour Express, a cui si aggiunge il format, targato Etruria Retail, La Bottega Sapori & Valori.

Miroglio Textile, società del Gruppo Miroglio, traccia il bilancio del primo anno di attività di M360, l’iniziativa business to business di confezione capi d’abbigliamento finiti lanciata ad inizio 2019 in un’ottica di miglioramento continuo dell’offerta di prodotto e di servizi alla propria clientela. M360 rappresenta un investimento importante per lo sviluppo di una delle aree a maggior potenziale di crescita per Miroglio Textile, attraverso il quale l’azienda ha deciso di affiancare alla produzione di tessuti stampati anche la possibilità di realizzare il capo finito nella sua globalità per la sua clientela. I risultati di mercato e i consensi ottenuti da M360 nel corso dell’anno stanno premiando la strategia di Miroglio Textile di offrire questo nuovo servizio.

Il Gruppo CF Assicurazioni, di cui Tecnocasa è azionista di maggioranza, lancia “CF Impresa-Accumulo” e amplia la linea dedicata alle imprese inaugurata lo scorso ottobre con “CF Impresa-Capitalizzazione”. Il nuovo prodotto nasce con l’obiettivo di soddisfare le esigenze delle aziende che vogliono investire somme destinate a future esigenze o a coprire l’impegno legato al Trattamento di Fine Mandato (TFM) degli amministratori di società. La polizza prevede un investimento assicurativo multiramo (Ramo I e Ramo III) a premi unici ricorrenti, eventualmente integrabile con versamenti aggiuntivi. I rendimenti del capitale investito sono legati alla Gestione Separata “CF Valore Attivo”, e alle performance dei due Fondi Unit “Azionario” o “Bilanciato” a scelta dell’investitore.

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NUOVO MODELLO DI FRANCHISING PER 101 CAFFE’ Per la prima volta al Sigep è arrivata la nuova formula di caffetteria “itinerante” con il gourmet italiano di qualità, superando il confine del “food market” ed affiancando il concetto di “food service”. Una soluzione che arricchisce il modello in franchising di 101CAFFE’ e che prevede, oltre al negozio di prossimità, top location ed il negozio con caffetteria, anche il truck: non solo caffè proveniente dalle migliori torrefazioni artigianali italiane e gustose bevande alternative, ma anche piatti caldi, rigorosamente italiani, sia nella tradizione delle ricette che nella scelta della materia prima, grazie al Made in Italy di eccellenza del marchio. La cottura dei piatti avviene con tecnologia all’avanguardia, per unire l’innovazione alla cultura del buon gusto. Una nuova esperienza di piacere che viene enfatizzata dall’aroma avvolgente ed equilibrato di 101CAFFE.

I TRENI OLANDESI “PARLANO” ITALIANO Parlano italiano le ferrovie dei Paesi Bassi: sono di Ermetris, azienda con sede a Gorizia specializzata nel settore del passenger information system, gli altoparlanti montati sui convogli della Nederlandse Spoorwegen (NS). Dando continuità ad una fornitura di 120 strumentazioni per il costruttore ferroviario Stadler, l’azienda friulana ha ottenuto anche una doppia commessa da CAF (importante costruttore ferroviario spagnolo) per la fornitura di altri 500 apparecchi: tutti saranno montati su 216 nuovi treni in servizio sui quasi 3 mila km di rete gestita dalla NS nei Paesi Bassi. «Abbiamo partecipato ad una selezione del gestore olandese e il nostro prodotto è stato voluto sulla nuova fornitura di treni che NS aveva chiesto a CAF», spiega Claudio Borrello, amministratore e fondatore di Ermetris.

AXERVE: NUOVI METODI DI PAGAMENTO IN LINEA CON LE EVOLUZIONI DEL MERCATO Per il punto vendita, la nuova proposta sono le innovative macchine Cashin che permettono al merchant di digitalizzare il contante abbattendo i rischi che ne comporta la gestione attraverso l’installazione di una o più casse smart safe presso il punto vendita. Una volta installata la macchina, il contante versato viene accreditato in tempo reale direttamente sul conto corrente del merchant e da quel momento non è più di responsabilità dell’esercente. Per gli Ecommerce, Axerve continua a sviluppare ed abilitare metodi di pagamento alternativi in tutto il mondo (sono oltre 250 quelli al momento disponibili) e lancia Pay By Link, soluzione che permette di offrire al consumatore finale la possibilità di pagare attraverso la scansione di un QR code o l’invio di un’e-mail contenente il link di pagamento. Il cliente viene poi reindirizzato alla pagina web dove potrà selezionare metodi quali carta di credito, PayPal e un’ampia scelta di pagamenti alternativi.

Claudio Borrello

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ACETO DAL CAMPO INAUGURA LA FILIERA ACETO ITALIANA: ETICA E TRASPARENTE

MAXI OPERAZIONE DI RESTYLING PER IL BURGER KING® DI BREMBATE

Essere buoni, ma non solo sul palato: è la condizione imprescindibile per essere il prodotto più scelto sullo scaffale. Lo sa bene De Nigris 1889, gruppo leader nel settore degli aceti e dei condimenti. Un compito che è costantemente parte della mission di De Nigris da quando, nel 2017, ha inaugurato la categoria degli aceti funzionali, ovvero “aceti da bere”: biologici e utili al nostro benessere. De Nigris ha però voluto compiere un passo in più, andando incontro alle esigenze dei consumatori e della società contemporanea e seguendo la propria vocazione di azienda che pone la massima attenzione alla qualità e alla provenienza delle materie prime. Nasce così l’Aceto di vino dal Campo®. È un semplice aceto di vino bianco, ma etico, trasparente, sostenibile e, al di là di ogni dubbio, made in Italy al 100%.

Più bello, più accogliente e ancora più ricco di servizi. Nuova veste per il Burger King® di Brembate (in provincia di Bergamo) che con il nuovo restyling, giusto in tempo per Natale, mette l’abito delle feste e si rinnova per soddisfare le esigenze di tutti i clienti. L’importante operazione di remodeling, durata oltre due mesi, ha portato con sé importanti novità per rendere il punto vendita di Brembate ancora più inclusivo grazie all’aggiunta di servizi pensati appositamente per target diversi e trasversali. A disposizione dei clienti nel “nuovo” ristorante ci sono: corner nursery per mamme e bambini provvisto di microonde e scalda biberon, aree gioco Play King per i più piccoli sia fisiche che interattive; un maxischermo per gli eventi sportivi; Kiosk digitali per effettuare le ordinazioni in autonomia.

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BIKKEMBERGS RILANCIA DA MILANO Bikkembergs sta riscrivendo la sua nuova era. Il calcio d’inizio del rilancio del brand specializzato in calzature e abbigliamento, fondato dallo stilista belga Dirk Bikkembergs e oggi guidato dalla creatività da Lee Wood, è avvenuto nei primi mesi del 2019, con il passaggio al 100% sotto il controllo del colosso cinese Modero avenue group (ex Guangzhou Canudilo), che dal 2015 deteneva la metà del capitale. I frutti dell’acquisizione stanno prendendo forma in un ampio piano strategico, che riguarderà su un fronte l’Italia e sull’altro l’internazionale. La dirigenza sta facendo scouting su Milano per cercare una location per una boutique che potrà essere aperta nel 2020. Accanto ai player più forti, ovvero Est Europa, Russia, Italia, Spagna, Nord Europa e Middle East, la rete distributiva, che è attualmente formata da 30 store tra corner e franchising e 900 punti vendita wholesale, sarà infatti presto ampliata. Per i primi mesi del 2020 è in progetto un’apertura a Il Cairo e due a Mosca.


VENCHI ENTRA NEGLI OUTLET

PIANO DI ESPANSIONE PER DOPPIO MALTO

Il suo primo ingresso in un centro commerciale risale al 2012, con il taglio del nastro all’Hopewell Centre di Hong Kong. Da allora Venchi non si è più fermata. Con le sue cioccogelaterie adesso è presente all’estero in oltre trenta centri tra Asia e Stati Uniti, in Italia in tre centri commerciali e in quattro outlet, senza contare gli Shop in Shop nella rete Eataly in diciassette diversi Stati. Per l’Italia la scelta di entrare negli outlet è stata dettata dalla presenza di un elevato numero di visitatori, in particolare turisti. Venchi, leader di mercato nella produzione e vendita di cioccolato e gelato è uno tra i tanti brand della gelateria artigianale italiana che hanno scommesso sui grandi centri in Italia e oltreconfine, sia attraverso la gestione diretta sia in franchising. Una espansione iniziata all’incirca una decina di anni fa, sulla scia dello sviluppo del food service, passato in Italia, dal 2010 ad oggi, da una quota di occupazione del 7,2% a194%.

Con l’inaugurazione dello scorso 17 dicembre a Cagliari, sono arrivati a sedici i locali Doppio Malto in Italia. Per il 2020 il marchio di Foodbrand Spa ha in pipeline dieci aperture, di cui una in Francia, alcune delle quali in affiliazione commerciale. E nei primi mesi dell’anno entrerà in attività il secondo birrificio in Sardegna, che si affiancherà a quello storico comasco. Questo piano di espansione porterà all’assunzione di circa 200 nuove figure tra operatori di sala, operatori di cucina, responsabili di sala (junior shift manager), vicedirettori (senior shift manager) e direttori (restaurant manager). Il birrificio Doppio Malto nasce in provincia di Como nel 2004 e oggi produce 18 tipologie di birra diverse, distribuite sia in fusti che in bottiglie. Nel 2016 inizia la crescita su scala nazionale del marchio, che porta all’apertura di locali dove la birra è protagonista insieme a un cibo semplice e genuino.

IL FRANCHISING DE “I VIAGGI DELL’ORSO”: L’UNIONE FA LA FORZA Chi collabora con il gruppo non diventa un numero, resta una persona con i suoi problemi, aspettative e sogni. Per I Viaggi dell’Orso il denaro non viene al primo posto, ma nemmeno al terzo. Gli affiliati devono condividere questa filosofia, conditio sine qua non, ed è anche per questo che resta un’organizzazione piccola. I Viaggi dell’Orso non è un insieme di persone indipendenti ma un “organismo” unico: tutti gli affiliati condividono la propria personale esperienza creando un potente e vasto bacino di conoscenze cui attingere, a beneficio del viaggiatore, per conseguire insieme a lui la realizzazione del suo viaggio da sogno. Ad oggi il gruppo consta di 10 realtà tra agenzie fronte strada e consulenti turistici.

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NARA CAMICIE GUARDA AL GIAPPONE II marchio fondato nel 1984 da Mario Pellegrino e Walter Annaratone è stato uno dei primi a credere nelle potenzialità del Sol Levante. Il Giappone è nell’aria, ma Naracamicie ci ha sempre creduto. Tanto che nel 1986 è stata fondata la filiale nipponica dell’azienda che ha sede a Tokyo. L’azienda sta anche valutando l’apertura di mercati internazionali ancora inesplorati: dalla Cina alla Corea, dal Sud Africa al Brasile. Anche per l’Europa sono alla ricerca di partner validi a supporto dello sviluppo e del potenziamento dei mercati in cui sono già presenti, come Germania, Francia e Inghilterra, senza dimenticare la Spagna che è strategica per l’azienda. L’export, oggi, incide per il 35% sul fatturato dell’azienda, pari nel 2019 a 25 milioni di euro è destinato a trainare il fatturato in futuro. Difatti in cinque anni si prevede di far lievitare il giro d’affari realizzato oltre confine fino ad arrivare a una situazione più equilibrata: 50% estero e 50% mercato domestico.

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LAVANDERIE LAUTOMATICA: DALLA TRADIZIONE AI MODERNI CONCEPT Fondata nel 2006, ha sviluppato format che spaziano dalle lavanderie automatiche tradizionali ai più moderni concept: bar con lavanderie, sino a birrerie ed enoteche: diversificando il suo business. Lautomatica ha costruito la sua ricetta per il successo, arrivando a triplicare il fatturato nel solo 2019 e dando vita a ben 857 posti di lavoro, tra collaboratori diretti, indiretti, affiliati e corner. Tra i nuovi progetti in cantiere: “Grandi Impianti” che prevede la collaborazione con aziende nazionali leader della GD. Inoltre, grazie alla sua speciale formula in licenza di marchio, permette di abbattere i costi di mantenimento del locale.

GRUPPO PAM SEMPRE PIÙ IN ALTO Il Gruppo Pam ha chiuso il 2019 con un fatturato di 2,6 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente, grazie all’acquisizione di catene di discount e accordi in partnership con nuove realtà in Piemonte e Liguria e al proseguimento dell’iniziativa Pam local e Pam City, spazi di prossimità che vogliono essere dei negozi di quartiere, di superfici ridotte da 200 a 500 mq offrendo un servizio di qualità ad una clientela che ha sempre meno tempo per fare la spesa. “Quest’anno - afferma Gianpietro Corbari, amministratore di Pam Panorama - apriremo oltre una sessantina di Pam local e Pam City. Tra gli obiettivi anche delle alleanze con dei partner locali, delle eccellenze, per dar vita a progetti imprenditoriali come abbiamo fatto lo scorso anno nel nord occidentale della penisola. Alleanze per allargare e potenziare la nostra presenza in alcune regioni”.


IL MAGAZINE AZ FRANCHISING ENTRA SUL “PORTALE FRECCE” DI TRENITALIA WM Capital, società quotata su AIM Italia e specializzata nel Business Format Franchising annuncia di aver sottoscritto un accordo con il provider dell’edicola digitale del “Portale Frecce” di Trenitalia finalizzato ad inserire il Magazine AZ Franchising tra i contenuti liberamente fruibili a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento oltre che nelle aree Frecciaclub e Freccialounge. L’app Portale Frecce consente la fruizione gratuita a bordo di circa 250 treni, da parte degli oltre 40 milioni di passeggeri annuali che si traducono in circa 110 mila giornalieri, di contenuti multimediali oltre che di una selezione di pubblicazioni suddivise per settore. All’interno di questo bouquet di offerta, AZ Franchising, fondato nel 1999, è l’unico, storico ed autorevole magazine dedicato al mondo del franchising, beneficiando di una platea allargata, quali sono i passeggeri dei treni di alta gamma di Trenitalia, che rappresentano trasversalmente il target di riferimento della rivista.

CONFINDUSTRIACONFIMPRESE: PARTE IL PROTOCOLLO D’INTESA Crescita digitale, dotazione infrastrutturale, fisco, inclusione giovani, semplificazioni amministrative, formazione, libero mercato. Questi gli asset strategici del protocollo organizzativo presentato in Assolombarda da Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, e Mario Resca, presidente Confimprese. L’accordo segna il primo step di un progetto di ampio respiro, che prevede l’organizzazione di tavoli di lavoro congiunti su temi di interesse trasversale e strategici per lo sviluppo del Paese. “L’accordo tra Confindustria e Confimprese – dichiara Vincenzo Boccia, presidente Confindustria – nasce dalla consapevolezza che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi e che oggi per rilanciare la crescita occorre un patto d’azione tra tutti i protagonisti dell’economia”. “Il nostro mondo della distribuzione condivide le logiche industriali di Confindustria – spiega Mario Resca, presidente Confimprese –. La condivisione di istanze comuni a supporto della cultura imprenditoriale e dei valori del mercato e della concorrenza può generare una rappresentatività maggiormente percepita a vantaggio dell’intero sistema Paese”.

HAPPETITE: L’EVENTO DEDICATO ALLA RISTORAZIONE INTERNAZIONALE Il 28 e 29 aprile presso MiCo, a Milano si tiene Happetite, l’evento globale per le catene di ristoranti che vogliono far crescere il loro business a livello internazionale. Due giorni in cui le catene di ristoranti partecipano per far crescere la loro attività in tutto il mondo, trovare nuove sedi e incontrare nuovi partner commerciali tra cui operatori multi-sito, partner in franchising e società di private equity per finanziare il loro sviluppo. Allora perché partecipare? Per costruire partnership con operatori di vendita al dettaglio e ristoranti per sviluppare in tutto il mondo; incontrare società di private equity che potrebbero investire nel concetto di cibo; scoprire i migliori progetti di proprietà al dettaglio internazionali per sviluppare il proprio marchio (centro commerciale, strade principali, centri di viaggio, ecc.) e incontrare i principali esperti del settore durante le sessioni della conferenza e trovare le soluzioni per far crescere il proprio business.

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News Comunicazione. CRAI RINNOVA LA SPONSORIZZAZIONE DELLE NAZIONALI FEMMINILE E MASCHILE DI PALLAVOLO CRAI, storico gruppo della distribuzione moderna, rinnova fino al 2022 l’accordo di sponsorizzazione con la Federazione Italiana Pallavolo (Fipav). Si rinnova per altri 3 anni l’importante collaborazione tra CRAI e la Federazione Italiana Pallavolo che, in questi ultimi anni, ha dato tante soddisfazioni e portato diverse medaglie e prestigio all’Italia del Volley. Non ultimo la qualificazione raggiunta da entrambe le nazionali alle prossime Olimpiadi 2020 di Tokio. La pallavolo in Italia è uno tra gli sport più amati e seguiti a livello nazionale. Il gioco di squadra e la filosofia che sta alla base della Pallavolo, si fonda sui valori del rispetto reciproco e del forte gioco di squadra e legame che c’è tra gli atleti, tutti valori che da sempre fanno anche parte della filosofia del gruppo CRAI e dell’identità del brand.

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DELIVEROO TORNA ON AIR CON UN NUOVO SPOT

MD: DAL CUORE DELLA SPESA AL CUORE DELL’IMPRESA

“Ci vuole Deliveroo!”. È con questo claim che la piattaforma leader dell’on-line food delivery torna in TV. Lo spot - nei formati 10’’ e 20’’ - ha l’obiettivo di continuare a raccontare il servizio, facendo leva sul piano di espansione territoriale che, nel 2019, ha fatto crescere il numero delle città in cui Deliveroo è presente da 34 a 155. Con l’obiettivo di raggiungere altre 90 città entro i primi 6 mesi del 2020, quando il numero totale arriverà oltre quota 240. La pianificazione della campagna vivrà una fase chiave già nella prima parte del 2020, in continuità con il massiccio investimento già operato nella seconda metà del 2019. Alla presenza in TV, si aggiungerà anche una presenza su mezzi complementari e un importante investimento su digital e performance.

MD, nato come discount nel cuore di piccole e grandi località del Sud Italia, ha sempre avuto a cuore il territorio in cui i punti vendita erano insediati e il loro tessuto sociale. Così rimane anche ora che la realtà di MD è nazionale, ammirata e scelta per la qualità della sua “buona spesa”. Ed è proprio a questo claim che si richiama il progetto “La buona spesa non solo a parole” con cui MD fin dal 2017, antesignana nel settore, si è posta l’obiettivo di neutralizzare progressivamente le emissioni di CO2 dell’intera “flotta” dei suoi camion attraverso l’adozione di aree verdi in grado di assorbirle. Finora sono stati piantati 23.850 alberi di pioppo, su una superficie di 100,5 ettari nelle province di Mantova, Rovigo e Cremona, in grado di “smaltire” in un anno ben 1800 tonnellate del gas responsabile del riscaldamento globale, il tutto certificato da PEFC, la più grande organizzazione al mondo di certificazione forestale.


NESTLÉ LANCIA UN FONDO PER POTENZIARE L’INNOVAZIONE DEGLI IMBALLAGGI Nestlé ha annunciato che investirà fino a 2 miliardi di franchi svizzeri per attuare il passaggio dalla plastica vergine a quella riciclata per uso alimentare e per accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative per imballaggi sostenibili. La qualità e la sicurezza degli alimenti rappresentano fattori di primaria importanza e gli imballaggi svolgono un ruolo fondamentale nel garantire questi obiettivi. La maggior parte della plastica è difficilmente riciclabile per imballaggi alimentari e ciò comporta dunque una fornitura limitata di plastica riciclata per alimenti. Proprio per creare un mercato, Nestlé si impegna ad acquistare fino a 2 milioni di tonnellate di plastica riciclata per uso alimentare e a stanziare oltre 1,5 miliardi di franchi svizzeri per investire nell’utilizzo di questi materiali da qui al 2025. Nestlé cercherà efficienze operative per mantenere neutrali i profitti generati da questa iniziativa.

NINO FRASSICA BRAND AMBASSADOR DI ARD DISCOUNT

NONNO NANNI LANCIA LO STRACCHINO CON ECO-PACK

Accanto al puntuale lavoro di selezione di prodotti e fornitori, all’implementazione di un format moderno e lineare per i punti vendita e allo sviluppo nel franchising, ci sono anche novità dal punto di vista della comunicazione Il noto attore e comico Nino Frassica per tutto il 2020, sarà brand ambassador di Ard Discount. Accomunato all’insegna dalle origini siciliane, Frassica sarà protagonista delle diverse iniziative pubblicitarie che la catena svilupperà nel corso dell’anno. Il forte impegno che il management di Ergon sta riservando al piano di crescita di Ard Discount ha già avuto effetti tangibili nel 2019. I principali indicatori economici segnalano infatti 45 milioni in più di vendite (+31% vs. 2018), con un deciso incremento del margine operativo lordo.

Il 2020 di Nonno Nanni inizia all’insegna della sostenibilità. L’azienda veneta conferma la sua forte vocazione green e lancia sul mercato lo Stracchino con packaging biodegradabile e compostabile. A supporto del lancio, ha attivato una campagna di comunicazione che coinvolgerà diversi mezzi, dalla radio alla stampa, dalle piattaforme digital alle attività di in-store promotion. È prevista la comunicazione anche sulla carta stampata, con una campagna che interesserà due tra i più rinomati quotidiani italiani oltre a diversi femminili dei più noti gruppi editoriali. Non solo i classici canali di comunicazione, ma anche le piattaforme digital. Il website di Nonno Nanni accoglierà una sezione dedicata al nuovo packaging, inoltre, sarà attivata una campagna sui canali social Instagram e Facebook del brand con l’intento di amplificare il lancio e raccontare i tanti benefit legati al nuovo incarto.

Nino Frassica

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Il mercato continua a crescere. La sfida sarĂ riuscire a potenziare il lusso esperienziale

ANALISI E TREND DEI BENI DI LUSSO

Il mercato dei beni di lusso nel 2019 cresce del 4% e raggiunge i 281 miliardi di euro. I consumatori di domani ridisegnano le dinamiche del mercato; i brand devono innovare costantemente per rimanere rilevanti

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rofumi, cosmetici, abbigliamento gioielleria, orologeria e accessori, ma anche opere di design fanno parte della top list di 380 milioni di consumatori che oggi, nel complesso, spendono 915 mld di dollari (di cui circa 330 mld di lusso personale e circa 585 mld di lusso esperienziale). Secondo il monitor altagamma sui mercati mondiali, il mercato globale raggiungerà nel 2024 €1.260 mld con un tasso costante di crescita del 6%. “Cina” e “Millennial State of Mind” sono le parole chiave dell’incremento di un mercato in salute, che cresce ad un tasso medio annuo del 4-5%. Tra due anni il lusso conterà ben 440 milioni di consumatori: una crescita guidata prevalentemente dai consumatori cosiddetti “core” (che spendono in media 10.000€ annui in lusso personale ed esperienziale, auto escluse). I mercati trainanti? Saranno Usa, Cina, Europa e Medio Oriente. Ma attenzione: dietro ai numeri ci sono dei trend da analizzare più nel dettaglio. A fronte della buona crescita, i ricercatori mettono in evidenza la presenza di circa 1 milione di “disaffezionati” che dichiarano di voler ridurre invece drasticamente la propria spesa sul mercato d’élite relativamente al lusso personale (profumi, cosmetici, abbigliamento), preservando invece il lusso esperienziale soprattutto in termine di design d’arredo e viaggi.

Si tratta principalmente di consumatori del lusso francesi, italiani, giapponesi e statunitensi, i cui acquisti dipendono strettamente dalle visite in store, dall’interazione con lo staff e dalla qualità e artigianalità dei prodotti, considerate peculiarità imprescindibili per l’acquisto. Attenzione, dicono gli analisti: è necessario scongiurare la dipartita di questo tipo di clienti, per evitare una perdita stimata in circa 4 miliardi di euro. (fonte: “true luxury global consumer insight” - boston consulting group 2018). LE PREVISONI PER IL 2020

Positive anche le stime per il 2020 del mercato del Personal Luxury, con alcuni campioni di crescita: i consumatori cinesi (+10%), la pelletteria (+6%) e il canale di vendita digitale (+13%). La marginalità delle imprese di alta gamma stimata, grazie alle straordinarie performance dei grandi conglomerati, è prevista in crescita del 4,5%. Nonostante il perdurare di alcuni elementi negativi esogeni la dinamicità del comparto dell’alto di gamma e l’ampliamento della base dei consumatori garantiscono la buona salute del settore. Questa performance è dovuta principalmente al consolidamento dei principali driver di crescita degli ultimi anni: la Cina, protagonista del lusso

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CHI SONO I CLIENTI DEL LUSSO? ECCO I 12 PROFILI ATTITUDINALI Absolute Luxurer: raffinato ed elegante, appartiene all’élite europea o ai mercati emergenti. Compra lusso sia personale che esperienziale. Questo segmento conta 2 milioni di consumatori per una spesa di oltre 60 miliardi di euro all’anno (un equivalente di 30.000¤ in media che oscilla salendo fino ai 150.000¤). Megacitier: è l’abitante delle grandi metropoli, quelle in cui i trend viaggiano alla velocità della luce. Vive nelle grandi capitali europee, a New York e poche altre grandi città degli Stati Uniti, o fa parte dell’élite delle megacity dei paesi emergenti. Si colloca in una fascia di età compresa tra i 25 e i 35 anni, spende circa 20mila¤ annui, per un mercato totale di 38 miliardi di euro. Socialwearer: una spesa in lusso di 15mila euro l’anno. Grande attenzione per qualità, sostenibilità e connessione emotiva con il brand. Sono clienti molto fedeli, a oggi circa 700.000 individui. Experiencer: a vestiti e accessori preferisce viaggi o cene stellate, esperienze di lusso condivise in modo sofisticato e mai appariscente. Ha di norma tra i 40 e i 50 anni, viene dall’Europa, dagli Stati Uniti o dal Giappone. Se ne contano circa 3 milioni con una spesa media di 12 mila euro all’anno. #Littleprince: è la nuova generazione, tra i 18 e i 25 anni, abituata a giocare con il lusso. Acquista in modo impulsivo e predilige brand ed estetica alla qualità. Compra perlopiù vestiti, borse e occhiali. Questi giovanissimi consumatori del lusso fanno fatturare alle imprese circa 15 miliardi di euro. Fashionista: è prevalentemente donna, con un’età dai 35 ai 40 anni, è informata su tutto ciò che riguarda lo stile. Preferisce abiti e accessori a vacanze ed esperienze di svago. Spende in media 8 mila euro annui. Status Seeker: affezionato a brand già affermati, ama sfoggiare loghi ben in vista.

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Principalmente asiatici, russi e italiani, generano un mercato di 16 miliardi di euro. Classpirational: è non particolarmente ricercato, vive il lusso accessibile come passe-partout per l’accettazione da parte della sua comunità, specialmente lavorativa. 3 milioni, tra uomini e donne, che vengono principalmente da Corea e Russia. Questa tipologia di consumatore è attenta ai prezzi, che compara online, e spende in media 3.000 euro l’anno. Luxe-Immune: ha grande disponibilità di denaro e potrebbe acquistare tutto ciò che vuole ma non sembra interessato a farlo. Probabilmente l’ha fatto in passato. È presente solo nei mercati maturi e spende complessivamente circa 6 miliardi di euro l’anno. Rich Upcomer: è il nuovo ricco dei paesi emergenti, ancora acerbo ma dalle grandi potenzialità d’acquisto. Sono poco più di un milione e spendono circa 5 miliardi di euro annui. Timelessproper: è donna, raffinata ed elegante, amante di uno stile classico e senza tempo, e per questo fedele a pochi brand e negozi. Queste consumatrici (circa 2,5 milioni) spendono pressappoco 8.000 euro annui. Omnigifter: è un uomo d’altri tempi che compra soprattutto per gli altri. È parte del segmento più maturo e raramente viene dai paesi emergenti. In totale, se ne contano circa 2 milioni per un mercato di 19 miliardi di euro. Attenzione, avvertono gli esperti. Absolute Luxurer, Megacitier e Experiencer continueranno ad essere i consumatori trainanti del mercato del lusso anche se incalzeranno sempre più i segmenti #LittlePrince e SocialWearer. Fonte: “True Luxury Global Consumer Insight” - Boston Consulting Group 2018 e Altagamma)


sia come mercato (+30%) che come nazionalità di clienti (35% del totale), le giovani generazioni con Millennial e Gen Z responsabili del 100% della crescita nel 2019 e il digitale, con il canale online che vale il 22% del totale delle vendite. Buone notizie, dopo un 2018 difficile, anche per il Tax-Free Shopping, che è cresciuto del 10% nei primi 10 mesi dell’anno in Europa, e ancora di più in Italia (+16%). La situazione dell’industria e dei mercati dell’alto di gamma è emersa dagli studi Altagamma 2019 Worldwide Market Monitor (presentato da Claudia D’Arpizio, Bain & Company), Lo scenario del Tax free Shopping in Europa ed il contributo dei Globe Shopper VIP alla crescita (Pier Francesco Nervini, Global Blue) e Altagamma Consensus 2020 (Stefania Lazzaroni, Fondazione Altagamma). “Le imprese culturali e creative crescono del 4% e appaiono equipaggiate ad affrontare le sfide geopolitiche globali e quelle che riguardano i cambiamenti dei nuovi consumatori”, ha dichiarato Andrea Illy, Presidente di Altagamma. “Sempre più polarizzato fra grandi gruppi e aziende indipendenti, il comparto del lusso cresce anche a doppia cifra per chi consolida e amplia la propria dimensione – e riconferma un trend ventennale che ha visto triplicare il valore del mercato del personal luxury da 76 a 281 miliardi di Euro. Digitalizzazione,

sostenibilità, talenti e una nuova sensibilità verso culture - geografiche e anagrafiche - diverse saranno le nuove priorità”. I BENI DI LUSSO PER LA PERSONA

Il mercato dei beni di lusso per la persona cresce nel 2019 a €281B (+7% a tassi correnti, +4% costanti) e si confermano le aspettative di crescita al 2025 (+3/5% a tassi costanti). - La Cina rimane il mercato che traina la crescita (+30% a correnti; +26% a costanti), seguita dal resto dell’Asia e dal Giappone. Hong Kong cala di circa €2miliardi rispetto al 2018. I cinesi guidano il 90% della crescita nel 2019. - Le generazioni Y (Millenial) e Z hanno contribuito per il 100% alla crescita del mercato nel 2019. È in Cina e nel Sud-Est Asiatico che queste si mostrano più dinamiche e attratte dai beni personali di lusso. - Il canale online è il più dinamico dal punto di vista della crescita (+22% a correnti), soprattutto in Asia e nella categoria degli Accessori; il canale Retail continua a mostrare crescite organiche sostenute. - Gli ultra-ricchi (UHNWI) rappresentano circa il 30% del mercato globale, con abitudini di acquisto sempre più “estreme”. La mid-class soprattutto asiatica contribuisce ad ampliare la cu-

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stomer base del lusso (linee entry-price e canale outlet crescono di conseguenza). - A crescere di più nel 2019 sono Scarpe e Gioielli (+12% a correnti), ma si assottigliano le differenze di performance tra categorie di prodotto, grazie ad un cliente più aperto a nuove value proposition e anche ai nuovi modelli di business: cresce ad es. il mercato di Seconda Mano, che sale a €26 miliardi (+ 16% vs 2018). - Il consumatore è sempre più attivo: (inter)agisce, conversa, condivide, osserva e giudica il mercato e i brand. Diventa sempre più cruciale che i brand mettano al centro il consumatore, suscitino emozioni, mettano al centro strategie concrete di Social Responsability e abbiano come propellente la creatività in ogni sua forma, e non solamente in termini di prodotto. (Altagamma 2019 Worldwide Luxury Market Monitor. Realizzato da Bain & Company).

L’ANDAMENTO DEL TAX FREE SHOPPING IN EUROPA E I GLOBE SHOPPER VIP

Negli ultimi sei anni, in Europa il Tax Free Shopping è stato uno dei principali motori di crescita sia del settore del lusso sia del turismo di fascia alta con una crescita pari al 5%. In particolare, dopo un 2018 debole, i mesi tra gennaio e ottobre di quest’anno stanno evidenziando un trend positivo degli acquisti tax free con un +10% rispetto all’anno passato. Questa crescita è stata trainata principalmente dai turisti americani che, pur pesando per l’8% sul totale, hanno fatto segnare un incremento degli acquisti del 25% rispetto al 2018. In Italia, sempre nei primi dieci mesi del 2019 rispetto allo scorso anno, il Tax Free Shopping ha registrato una crescita a doppia cifra: +16%. Buone anche le performance della Spagna (+20%) e della Gran Bretagna (+11%). Germania e Francia hanno registrato, rispettivamente, +2% e +1%.

LUXURY: 7 TREND TOPIC DA TENERE A MENTE 1. L’artigianalità assume più importanza dell’estetica: tornano valori quali esclusività, artigianalità, qualità e classicità, essenziali per i consumatori core che attribuiscono loro un peso ben superiore rispetto alla qualità come riconoscibilità del brand e alla componente estetica. 2. Il “made in” punto distintivo dell’attrazione: la provenienza dei prodotti è una discriminante per l’80% dei consumatori, soprattutto nei paesi emergenti. In questo senso il made in Italy riscuote ancora ampi consensi, superando il primato del Made in France, e posizionandosi ancora come meta preferita per i clienti a livello internazionale. 3. Il passaparola è un differenziale del business: i 2/3 dei consumatori sono soliti raccomandare e suggerire i propri brand preferiti. 4. Gli uomini i nuovi protagonisti dei consumi di lusso: il segmento maschile è in crescita e acquistano per sé ma anche per gli altri, con i regali che rappresentano il 30% dei loro acquisti. 5. Assortimento e prezzo come binomio

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che guida l’interesse: il nuovo consumatore effettua molti dei propri acquisti al di fuori del proprio paese, a causa di prezzi più convenienti e maggiore assortimento. Milano si registra come seconda solo a Parigi come meta di shopping, con Mosca, Singapore e Macao che si avvicinano alle principali città italiane nelle preferenze dei consumatori. 6. Localizzazione dei concept store in base alle aree geografiche: i consumatori dei paesi maturi preferiscono negozi specializzati in location esclusive che consentano un’esperienza d’acquisto intima mentre quelli delle realtà emergenti prediligono i grandi flagship store in cui la tradizionale esperienza fisica si fonde con quella virtuale e digitale. 7. Convergenza phygital (physic & digital): il mondo digitale influenza oltre il 50% degli acquisti: i clienti si sono abituati a cercare online informazioni e opinioni, molto prima dei prodotti e oltre a un exploit dell’e-commerce, che passerà dall’attuale 5% del totale al 15%. Fonte: M-Cube


Sempre secondo i dati Global Blue, nei primi dieci mesi del 2019 l’Europa è stata sempre più meta di shopping degli “Elite Shopper” che hanno incrementato del 13% i loro acquisti rispetto al 2018. Anche in questa categoria, i turisti americani hanno fortemente contribuito alla crescita delle vendite, facendo registrare un +30% rispetto allo scorso anno. In Italia, la prima nazionalità di Elite Shopper è stata rappresentata dai cinesi (con il 35% del totale), seguiti da russi (12%), asiatici e arabi (11% ognuno) e statunitensi (7%). (Realizzato da Global Blue). FOCUS SULLE NAZIONALITÀ DEI CONSUMATORI E SULLA CRESCITA NEI DIVERSI CANALI

Tra le categorie di prodotto: la Pelletteria (6%) si conferma la categoria in maggiore crescita, sostenuta dai nuovi consumatori nei mercati emergenti e in Cina, così come il Beauty. La crescita delle Calzature sarà spinta dal successo delle linee sportive e dalle crescenti collaborazioni tra luxury e streetwear brand. I consumatori asiatici trainano la Gioielleria (+5%). Tra le nazionalità dei clienti previste in crescita spiccano ancora i cinesi (+10%), seguiti dai consumatori Asia Pacific, in particolare Sud Corea, Indonesia e India. Quanto ai Canali, il retail digitale (+13%) domina le stime di crescita nel 2020, ma resta solido il retail fisico (+4%) che si va trasformando da punto vendita a touch point per l’engagement dei consumatori. L’EBITDA 2020 è previsto crescere del 4,5%. (Altagamma Consensus 2020. Realizzata da Al-

tagamma con il contributo dei maggiori analisti internazionali specializzati, l’undicesima edizione presenta fra le novità i focus sulle nazionalità dei consumatori e sulla crescita nei diversi canali). UNO SGAURDO AL PASSATO E LA PROIEZIONE PER IL FUTURO

Il settore del lusso ha superato le turbolenze geopolitiche e i timori di recessione che hanno caratterizzato il 2019. Il mercato globale - che comprende sia i beni che le esperienze di lusso - è cresciuto del 4% a tassi costanti nell’anno in corso, per una stima complessiva di circa 1.300 miliardi di euro di giro d’affari. Il mercato dei beni di lusso per la persona ha seguito un trend simile, con una crescita a tassi costanti del 4% e raggiungendo i 281 miliardi. La natura dei consumatori del lusso sta evolvendo rapidamente: i più giovani cercano una continua conversazione con le marche, forzando questi ultimi a innovare sia i business model sia le value proposition. Queste sono alcune delle conclusioni tratte dalla 18ma edizione dell’Altagamma 2019 Worldwide Luxury Market Monitor, realizzato da Bain & Company in collaborazione con Altagamma, la Fondazione che riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana. “Il mercato globale del lusso quest’anno ha confermato la crescita moderata ormai caratterizzante l’era del ‘new normal’, guidata prevalentemente dai consumatori Asiatici” – dichiara Claudia D’Arpizio, Partner di Bain & Company e autrice principale dello studio – “il consumatore del lusso è presente e sempre più

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attivo, e sta riscrivendo in maniera importante le regole del gioco dell’industria. Le marche dovranno adottare un nuovo modello per rispondere ai bisogni dei consumatori in tema di prodotti, trend di consumo e linguaggi di comunicazione”. L’ASIA GUIDA LA MAGGIOR PARTE DELLA CRESCITA DEL MERCATO; IL CANALE ONLINE CONTINUA A RIVOLUZIONARE LE LOGICHE DELL’INDUSTRIA

La Cina ha guidato la crescita nell’industria del lusso nel recente passato e il 2019 non ha fatto eccezione, con il mercato che è cresciuto del 26% a tassi costanti raggiungendo i 30 miliardi di euro. I consumatori cinesi sono responsabili del 90% della crescita reale del mercato nel 2019, raggiungendo il 35% del valore dei beni di lusso. Le politiche governative e una diminuzione dei differenziali di prezzo hanno continuato a spingere i consumi locali. A Hong Kong il mercato è calato del 20% a 6 miliardi di euro nel 2019. Il panorama del lusso a Hong Kong raggiungerà un nuovo equilibrio, con regole del gioco profondamente trasformate e un focus maggiore sui consumatori locali. Nel frattempo, i consumatori cinesi si sono rivolti ad altre destinazioni asiatiche, dando impulso positivo alle performance di questi mercati. Il Giappone è cresciuto del 4% a tassi

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costanti a 24 miliardi di euro, mentre il resto dell’Asia del 6% a tassi costanti, raggiungendo i 42 miliardi di euro. Nel continente Americano, il consumo negli Stati Uniti è stato favorito da una solida fiducia da parte dei consumatori locali ma mitigato dai ridotti flussi turistici. La crescita è stata debole nelle varie regioni ma, con un mercato complessivo di 84 miliardi di euro, le Americhe rimangono un’area centrale per i beni di lusso per la persona. L’Europa ha visto una lenta crescita dell’1% a tassi costanti, con il mercato che ha raggiunto gli 88 miliardi di euro. Spagna e Regno Unito sono tra i paesi con le performance migliori, spinti rispettivamente dal turismo e dalla debolezza della sterlina. La Germania ha sofferto a causa di un contesto macroeconomico meno dinamico e la Francia per i disordini sociali da inizio anno. Le altre aree geografiche, con un mercato di 12 miliardi di euro, sono decresciute del 5% a tassi costanti. Il Medio Oriente, a parte una esitante e instabile ripresa di Dubai, ha visto trend in flessione, a causa della minore fiducia


dei consumatori e delle incertezze geopolitiche. Globalmente, il canale online continua a guadagnare terreno e ora rappresenta il 12% del mercato dei beni di lusso per la persona, con i consumatori sempre più influenzati e abilitati dai canali digitali, anche per gli acquisti offline. Questo sta rivoluzionando anche il canale fisico: Bain & Company prevede che la dimensione della rete globale dei negozi fisici possa raggiungere il suo picco nel 2020. I CONSUMATORI DEL LUSSO DI DOMANI SANNO GIÀ COSA VOGLIONO

I Millennial (o Generazione Y, nati tra il 1980 e il 1995) quest’anno sono stati assidui consumatori di beni di lusso. Pesano per il 35% dei consumi e potrebbero raggiungere il 45% per il 2025. Ma è l’ancor più giovane Generazione Z che è pronta a ridisegnare il settore: entro il 2035 potrebbe rappresentare il 40% del mercato, con comportamenti di acquisto che li differenziano sostanzialmente dalle generazioni precedenti. “I consumatori della Gen Z sono la nuova frontiera del mercato del lusso di domani e rappresentano già una parte crescente dei consumi nei mercati asiatici” – afferma Federica Levato, Partner di Bain & Company e co-autrice dello studio – “Essi vedono sé stessi come attori centrali nei processi creativi e nel dialogo con le marche del lusso e si stanno affidando ai prodotti, ai negozi e alle interazioni fisiche per una vera connessione e coinvolgimento emotivo con tali brand”. La responsabilità sociale rimane un tema molto importante e prioritario per i consumatori del lusso, con un significato più ampio rispetto al solo impatto ambientale: l’80% dei consumatori, in particolare tra i Millennial, dichiara di preferire marche che sono socialmente responsabili. Inoltre, il 60% pensa che le marche del lusso dovrebbero essere più impegnate socialmente di quelle di altre industrie. La crescita del mercato second-hand, che nel 2019 ha raggiunto i 26 miliardi di euro, è un esempio di un business model di successo, incoraggiato dalla mentalità dei consumatori in continua evoluzione. “Crediamo che il mercato second-hand possa

rappresentare una via importante per le marche del lusso al fine di raggiungere nuovi segmenti e ampliare la loro base clienti” - continua Federica Levato – “per molti consumatori, quello di seconda mano rappresenta il primo acquisto di un bene di lusso, ma le marche non dovrebbero percepire questo trend come una minaccia, piuttosto gestir-

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lo strategicamente per sfruttare appieno questa opportunità”. Considerando le diverse categorie dei beni di lusso per la persona, Scarpe e Gioielli spiccano per le migliori performance, entrambe cresciute del 9% a tassi costanti nel 2019, seguite da Pelletteria (+7% a tassi costanti) e Prodotti di Bellezza (+3% a tassi costanti). Gli Orologi hanno registrato un andamento leggermente negativo, decrescendo del 2% a tassi costanti. Le nuove marche di Prodotti di Bellezza (Indie brands) risaltano per i notevoli risultati raggiunti negli anni recenti, grazie ad un approccio che mette al centro il cliente e la soddisfazione delle sue esigenze. UNA BASE CLIENTI CHE CONTINUA A CRESCERE PONE LE MARCHE DI FRONTE

letteria e 30% per i Gioielli), così come il canale outlet, cresciuto del’11% a tassi correnti nel 2019, raggiungendo i 36 miliardi di euro. “In futuro, le marche del lusso dovranno connettersi con i propri consumatori in modo sempre più personale” - puntualizza Claudia D’Arpizio - “i prodotti, le esperienze e le idee che proporranno dovranno fluire in modo coerente per fare appello alle emozioni dei consumatori più giovani, che sono eterogenei, globali e con punti di vista ben definiti. Il ritmo di crescita dell’innovazione è già alto, ma nuovi modelli di consumo, canali d’acquisto in trasformazione e desideri del consumatore in continuo cambiamento alimenteranno la necessità di un adattamento sempre più rapido”.

A NUOVE SFIDE

COME CAMBIA IL MERCATO

Bain & Company stima che la base clienti del lusso crescerà fino a 450 milioni entro il 2025, dai 390 milioni del 2019, principalmente grazie alla crescita della classe media, soprattutto in Asia. Questo stimolerà ulteriormente i segmenti entry-price, che nel 2019 rappresentano già una parte considerevole del mercato (35% per la Pel-

DEL LUSSO NELL’ERA DELL’OMNICANALITÀ

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Il mercato del lusso sta evolvendo, e insieme a lui i consumatori e le loro esigenze: il cliente diventa sempre più internazionale e globetrotter, crescono i millennial, connessi e digitali, dediti all’omnicanalità e sempre alla ricerca, oltre che dell’esclusività del lusso, di originalità e divertimento. Il


negozio si fa sempre più connesso, diventa “phygital”, fornendo al cliente servizi che lo avvicinano al mondo dello shopping online ma mantenendo le caratteristiche distintive di artigianalità ed esclusività proprie dei marchi del lusso. Queste le principali evidenze che emergono dal White Paper Come cambia il mercato del lusso nell’era della experience economy elaborata da M-Cube Digital Engagement, gruppo italiano leader nel retail digital engagement per grandi marchi retail e fashion, che ha fotografato il mercato luxury a livello mondiale e analizzato le tendenze future. Dai dati si registra la forte evoluzione del cliente, con un incremento dei consumatori dai paesi emergenti, Russia, Sud Corea, ma soprattutto Cina, da cui proviene 1 cliente su 6. Il nuovo cliente del lusso è globetrotter, viaggia molto e acquista fuori dal proprio paese. Il 30% degli acquirenti è nella fascia dei millennial, (scontrino medio di $1.400) target che nel 2024 rappresenterà addirittura il 50% degli acquirenti. Emerge inoltre come i clienti di questo settore siano technology smart e utilizzino sempre di più lo smartphone per acquistare, comunicare e informarsi: l’uso dei social network aumenta come canale di

informazione e passaparola, diventando una delle piattaforme preferenziali per valutare gli acquisti. La ricerca rileva come, anche nei mercati di settore lusso, la qualità del prodotto non basti più e la strategia vincente per i brand sia da ricercare in un modello evoluto di Customer Experience Management, giocato su più piani di ascolto e di relazione. Il “Made in” resta un requisito fondamentale per i consumatori del lusso, ma per i millennial, oltre ai valori importanti di attrattività per un brand, si aggiungono la ricerca di originalità e divertimento, requisiti che stanno diventando fondamentali per i giovani consumatori. Siamo entrati nell’era dell’omnicanalità, strategica per i marchi del lusso per differenziarsi e favorire nuove modalità di attrazione, ingaggio, comunicazione e fidelizzazione del cliente online e nel punto vendita. Quest’ultimo, espressione fisica del brand, immerge il cliente in un’esperienza memorabile e multisensoriale, diventando a tutti gli effetti “phygital”, cioè interconnesso e capace di creare un’interazione totale tra analogico e digitale.

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Un diverso approccio ai consumi tra mondo fisico e mondo digitale

GENERAZIONI A CONFRONTO, MILLENNIAL VS ZETA L'ufficio studi HYPE, soluzione di banking digitale per una gestione semplice ed efficiente del denaro, ha realizzato un’analisi per comparare i dati relativi all’utilizzo di HYPE nella gestione del denaro e negli acquisti di beni e servizi relativamente a due cluster di clienti: Generazione Z e Generazione Y

G

enerazione Y (o Millennial, come vengono chiamati i nati tra il 1981 e il 1996) a confronto con la Generazione Zeta (o “Generazione Greta”, come sono stati ribattezzati i nati dopo l’anno 2000). La velocità della trasformazione digitale sta determinando cambiamenti sempre più rapidi nei passaggi generazionali: lo si vede nei macro-scenari, se si considera la maggiore sensibilità al tema ambientale dimostrata dai milioni di 1416enni che in tutto il mondo hanno manifestato sull’onda emotiva della ragazzina svedese (mentre i trentenni osservavano con una sorta di distaccato cinismo), ma è possibile osservarlo anche guardando come cambiano, con una frequenza sempre più

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ravvicinata, le tipologie di consumo e le abitudini d’acquisto, a partire naturalmente dalle modalità di pagamento e di gestione del denaro. Un’analisi della disruption generazionale in corso, che parte dai numeri e offre un interessante spaccato di tipo sociologico, è stata effettuata dall’Ufficio Studi di HYPE, la soluzione di banking digitale per una gestione semplice ed efficiente del denaro che funziona attraverso un’app mobile che ha comparato i dati relativi all’utilizzo di HYPE nella gestione del denaro e negli acquisti di beni e servizi relativamente ai due cluster di clienti appartenenti all’oltre milione di clienti attivi: gli oltre 70mila clienti under 18 (HYPE dà infatti la possi-


GEN Z/CATEGORIE DI SPESA

GEN Y/CATEGORIE DI SPESA

Negozi al dettaglio

17,02%

Negozi al dettaglio

12,88%

Abbigliamento e accessori

11,80%

Ristoranti

7,39%

Ristoranti

8,71%

Supermercati a alimentari

6,03%

Videogiochi

4,20%

Abbigliamento e accessori

5,78%

Fast Food/Ristoranti

3,78%

Scommesse sportive

5,10%

Supermercati e alimentari

3,43%

Hotel

5,01%

Negozi di elettronica

1,82%

Treni

2,53%

Negozi di sport

1,57%

Agenzie di viaggi e tour operator

1,81%

Negozi di scarpe

1,49%

Ryanair

1,53%

Treni

1,47%

Negozi di elettronica

1,52%

bilità di aprire un conto a partire dai 12 anni), e gli oltre 500mila appartenenti alla Generazione Y (o Millennial, i nati tra il 1981 e il 1996). Un campione significativo, che consente di fotografare le diverse abitudini di utilizzo legate ad alcune condizioni oggettive date dall’età (in primis, il fatto di vivere ancora con i genitori, per gli under 18), ma anche di osservare alcune tendenze in atto che potrebbero caratterizzare la società di domani. Antonio Valitutti, General Manager di HYPE: «HYPE ha oltre un milione di clienti appartenenti a tutte le fasce di età. La nostra strategia si basa nello sviluppo di servizi a valore aggiunto stando sempre attenti a cogliere le differenze e le specificità che emergono da quelle che, cronologicamente, rappresentano generazioni distinte, con abitudini e aspirazioni differenti. In questo modo, possiamo sviluppare un’offerta capace di rispondere alle nuove tendenze emergenti in maniera sempre più specifica e personalizzata». LA GESTIONE DIGITALE DEL DENARO

Primo dato significativo è la frequenza giornaliera di accesso all’app: 0,68 volte al giorno per i giovanissimi della Generazione Z e 0,57 volte per i Millennial: una differenza che pare infinitesimale, ma che in realtà rappresenta un chiaro indicatore di come i giovanissimi ricorrano con maggiore naturalezza alla propria mobile bank. Si tratta di un gesto sempre più frequente, anche se non ancora meccanico come, per esempio, il consultare Whatsapp,

ma l’incremento nell’abitudine di utilizzo è netto. I numeri evidenziano come HYPE sia ormai uno strumento utilizzato abitualmente per la gestione delle entrate tanto dalla Generazione Y, che lo utilizza anche per l’accredito dello stipendio (+214% il numero dei Clienti che ha accreditato il proprio stipendio su HYPE nel 2019 rispetto all’anno precedente), che dalla Generazione Z, i quali pur non avendo un’entrata fissa, presumibilmente ricorrono all’app per ricevere la «paghetta» dai propri genitori. Il 70% degli under 18 utilizza l’app per ricevere abitualmente denaro (l’8% delle transazioni totali di P2P ricevente di HYPE riguardano gli under 18). Quindi la mobile app è uno strumento sempre più utilizzato per i trasferimenti e gli accrediti di denaro: tanto lo stipendio quanto la «paghetta» settimanale. Inoltre, i giovanissimi della Generazione Z, in proporzione, spendono più dei loro predecessori della Generazione Y per abbigliamento e accessori, e consumano più pasti fuori casa tra ristoranti e fast food. Per il tempo libero, la Generazione Y predilige i viaggi «analogici», mentre la Generazione Z predilige elettronica e device digitali “Le giovanissime generazioni confermano – anche per quanto riguardo le scelte di utilizzo del denaro – quella tendenza ormai acquisita all’online - conclude Antonio Valitutti - ovvero al comprendere nella sfera del digitale anche le proprie passioni e relazioni quotidiane”.

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/ L A P R O P O S TA /

Un prodotto glamour, con assortimento vasto e profondo, proposto in una cornice fashion e performante

“ECCO PERCHÉ HO SCELTO PRIMADONNA COLLECTION” Intervista a Luigi Del Mecio, proprietario del punto vendita Primadonna Collection di Siena: “pienamente soddisfatto di quest’esperienza, sto valutando l’apertura di nuovi punti vendita in zone prive di questa realtà fast fashion”

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/ L A P R O P O S TA /

sta commerciale del partner: un prodotto glamour, con assortimento vasto e profondo, proposto in una cornice fashion e performante, data dal layout che caratterizza gli stores targati Primadonna Collection. Non per ultimo, il rapporto qualità/prezzo delle creazioni, vero fiore all’occhiello del marchio di origine pugliese”. È necessario seguire dei corsi di formazione?

“Indispensabile per me, e per il mio staff, è stato il corso erogato dalla casa madre, incentrato sulle tecniche di vendita più efficaci, sul visual merchandising e sull’utilizzo dei programmi gestionali utili per lo store”. Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire un punto vendita Primadonna?

È

entrato in contatto con il brand nel giugno 2019, quando ha deciso di ampliare i suoi orizzonti e donare una sferzata di rinnovamento ai suoi business già avviati. Così dopo i primi contatti con l’azienda Primadonna S.p.A., è iniziato il suo cammino verso l’apertura del suo store. Luigi Del Mecio, oggi, è proprietario del punto vendita Primadonna Collection di Siena, in via dei Montanini 78/80. In che modo la casa madre lo ha sostenuto?

“Il supporto da parte dell’azienda è stato efficiente e completo sin dall’inizio: Primadonna S.p.A. dispone di un team di esperti che guida l’affiliato, passo dopo passo, curando ogni dettaglio sin dalla nascita del progetto. Per me è stato un conforto sapere che il mio sogno fosse stato affidato ad esperti nel settore, pronti a seguire ogni aspetto legato all’apertura dello store ed alla formazione dello Staff scelto per il punto vendita. Nonostante la mia esperienza pregressa nel settore imprenditoriale, ho apprezzato molto la disponibilità e la professionalità di un team che rispecchia a pieno l’anima del brand: giovane, dinamico e volto al successo. Questa mia percezione è stata confermata in ogni fase del lavoro ed è la stessa che, in primis, mi ha spinto in questa esperienza”.

“L’investimento da affrontare riguarda gli arredi e la location prescelta, preferibilmente situata in zone di grande affluenza e centri storici, mentre le collezioni seguono la formula del conto vendita: si paga solo la merce venduta, evitando, così, rimanenze di magazzino”. I suoi progetti futuri...

“Pienamente soddisfatto di quest’esperienza, sto valutando l’apertura di nuovi punti vendita in zone prive di questa realtà fast fashion così performante”.

Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Primadonna Collection?

“Una motivazione forte, inoltre, è stata la propo-

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/ STORIA DI COPERTINA /

La prima società di micromobilità che ha portato il servizio in Italia

HELBIZ HA CREATO IL FENOMENO DEL MONOPATTINO IN SHARING

Intervista a Salvatore Palella, CEO e fondatore di Helbiz: “siamo in cerca di affiliati in Italia: figure che già conoscono il modello del franchising, ma anche giovani che vogliono intraprendere un nuovo tipo di business, e vogliono affacciarsi in un settore che sta cambiando totalmente la mobilità sul territorio”

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/ STORIA DI COPERTINA /

Ci può scandire con tempi e numeri la nascita e l’evoluzione della società?

“Il 2016 è stato l’anno della nascita dell’azienda, seguito da un anno di lavoro per lo sviluppo della piattaforma. Nel 2018 ci sono stati i primi test su strada in America mentre il 28 ottobre dello stesso anno è una data significativa, quel giorno Helbiz ha portato la micromobilità in Italia e da allora sono iniziate le misure del Parlamento. Sono molto orgoglioso di aver contribuito a tutto questo”. Helbiz, la società americana che ha lanciato il fenomeno del monopattino in sharing. Quali prospettive per il mercato Italiano?

Salvatore Palella

A

cireale dove è nato, poi Milano, Londra e New York. Ultimamente riveste un ruolo importante per lui Los Angeles, dove ha avuto inizio l’attività della sua azienda e dove vorrebbe andare a vivere nei prossimi anni. Questi i luoghi della vita di Salvatore Palella, CEO e fondatore di Helbiz, la società americana che ha lanciato il fenomeno del monopattino in sharing. Nato in Sicilia, dove fino a 17 anni ha studiato, poi ha tentato di laurearsi in giurisprudenza a Milano ma il lavoro lo impegnava per troppo tempo e ha abbandonato. “Per me è molto importante il fatto di essermi dovuto sempre fare in quattro per raggiungere il livello degli altri, visto che non avevo una laurea”.

“Sicuramente siamo molto focalizzati sul mercato italiano, dove vogliamo consolidare il ruolo di primi player del mercato, vogliamo ricordare che siamo stati i primi a introdurre la micromobilità ma questo primato rappresenta anche una responsabilità per noi. Infatti vogliamo far rispettare le regole e diamo molto importanza all’educazione del consumatore”.

Come nasce l’idea di costruire un business fondato sulla micromobilità elettrica e sullo sviluppo di soluzioni in sharing?

“Quattro anni fa mi trovavo in vacanza in California e ho trovato un’opportunità di business nella micromobilità, inizialmente stavo sviluppando un progetto legato al car sharing peer to peer ma poi ho deciso di focalizzarmi su questo settore perché ho capito quanto sarebbe diventato importante e volevo farne parte”. Quali sono state le tappe fondamentali di Helbiz

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/ STORIA DI COPERTINA /

Bici Greta a Roma

Cosa vuol dire per voi internazionalizzazione del

nuano a funzionare tanto da portare l’azienda

business e quali sono i mercati a cui guardate con

alla quotazione su Nasdaq e Borsa Italiana… Ci

maggiore interesse nel medio e lungo periodo?

racconti qualcosa di questa esperienza.

“Guardiamo con attenzione a tutti i mercati europei perché qui le condizioni atmosferiche sono molto favorevoli, poi ci stiamo concentrando sull’east coast degli USA visto che abbiamo una base a New York. Per il 2021 ci dedicheremo sicuramente a tutti i paesi dell’Asia”.

“Uno degli aspetti per me fondamentali è quello di possedere ancora l’80 per cento dell’azienda come proprietario, e di non aver ceduto troppe quote agli investitori finanziari, questo implica che la tecnologia e il consumatore siano sempre al primo posto nelle decisioni. Abbiamo deciso di quotarci perché a nostro parere le società non vanno quotate solo quando valgono miliardi ma anche quando hanno una quotazione di poche centinaia di milioni, come per esempio Amazon che in una fase iniziale valeva circa 430 milioni di dollari e vediamo dove è arrivata oggi”.

Identità e valori che hanno guidato e guidano la vostra azienda….

“Sicurezza, facilità e supporto. Per noi un elemento chiave è la sicurezza, vogliamo essere non solo bravi nella distribuzione ma anche nel far rispettare le regole, i nostri mezzi devono essere usati in tutta serenità. La nostra app è facile da scaricare e da usare e il nostro supporto lavora 24 ore su 24, parla 10 lingue e ci aiuta a rispondere in modo immediato a chi ha un problema momentaneo nell’utilizzo di un mezzo”. Valori e identità che hanno funzionato e conti-

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In tutti i suoi anni di lavoro come ha costruito la sua squadra: Quali sono le scelte strategiche che le hanno dato la possibilità di gestire con successo un marchio così importante?

“Fin da subito ho voluto mettere alla base il fattore umano, il rapporto personale che avevo con le singole persone, è anche per questo che ho messo persone


/ STORIA DI COPERTINA /

che conoscevo da tempo nei ruoli chiave dell’azienda. Ora chiedo a chi lavora con me di giudicare le persone non solo dal curriculum ma anche da chi si trovano davanti. Per me il fatto di non essere laureato in certi casi ha rappresentato un privilegio”. E il franchising come si inserisce nell’evoluzione del brand?

“Negli ultimi 15/18 mesi ci siamo accorti di una crescente domande dei nostri prodotti in città medio piccole dove per noi sarebbe troppo costoso essere presenti in modo capillare ecco perché vogliamo affidarci a chi conosce bene il territorio e può facilitare la distribuzione dei nostri mezzi in diverse città, abbiamo studiato una formula di franchising che ora rappresenta una piccola percentuale del business ma che potrà arrivare fino al 20/25% del fatturato aziendale nei prossimi mesi”. Quali sono le politiche di marketing per convincere un vostro potenziale affiliato. Perché un potenziale affiliato deve scegliere Helbiz?

Salvatore Palella

Bici Greta a Washington

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/ STORIA DI COPERTINA /

“Perché siamo la prima società di micromobilità e siamo quelli che hanno portato questo servizio in Italia, conosciamo tutte le sfaccettature del business, sia per chi usufruisce sia per chi gestisce il servizio. Prima di partire con il processo di affiliazione volevamo avere almeno un anno di esperienza sul territorio”. Le nuove tecnologie avranno un ruolo fondamentale per il cambiamento. Quanto queste hanno influenzato e continuano a influenzare la vostra attività?

“Le nuove tecnologie sono alla base della nostra attività e senza alcune di queste, come l’intelligenza artificiale o il brevetto sui parking spot, che abbiamo solo noi, non saremmo stati capaci di realizzare certe attività. Per noi le tecnologie rappresentano il presente ma anche una fonte per il futuro”. Qual è stata la più grande soddisfazione nella vita personale e nella vita lavorativa?

“Nella vita personale mio figlio che è nato qualche mese fa ed è un’enorme soddisfazione per me.

A sinistra Salvatore Palella con Marco Granelli, Assessore a mobilità e lavori pubblici di Milano

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/ STORIA DI COPERTINA /

Nella vita professionale è stato il Nasdaq che, anche per la nascita di mio figlio, ci ha pubblicizzati sui maxi schermi di Times Square, questo rappresenta il fatto che una grande istituzione ci continua a supportare”. Per concludere due domande: la prima: c’è un progetto che rappresenta un sogno nel cassetto e vorrebbe realizzare a tutti i costi?

“Tutto quello che sognavo per Helbiz in questi ultimi tre anni lo stiamo realizzando e sono molto felice di ciò, per il futuro mi viene in mente che non possiamo focalizzarci solo sulla mobilità terrestre ma nei prossimi 10 anni possiamo iniziare a pensare anche allo spazio”. La seconda: qual è la lezione più importante che la vita le ha insegnato?

“Che se vuoi ottenere qualcosa puoi farlo, non importa da dove vieni o quello che hai in tasca l’importante è lavorare sodo per ottenerla”. Monopattini a Miami

Bici Greta e monopattino a Torino

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/ DOSSIER /

La norma dispone che tale Marchio possa essere applicato quando il prodotto è realizzato interamente in Italia

MADE IN ITALY: TUTELA E BLOCKCHAIN L’Italia ha anche aderito all’accordo di sviluppo delle nuove tecnologie (blockchain) con altri 7 Paesi nell’ambito del MED 7 riconoscendone il ruolo determinante per lo sviluppo economico e per la tutela del Made in Italy. Tutto a favore delle imprese nazionali

*Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli

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/ DOSSIER /

L

a dicitura «Made in Italy» ha le sue fonti nel diritto internazionale e in quello nazionale. Il marchio evoca, insieme all’origine dei prodotti, anche una serie di sensazioni legate al bello, al buono e alla qualità nei settori alimentare, abbigliamento e accessori, arredo, automazione, riconducibili all’Italia ed è stato quindi scelto dai produttori italiani a tutela dell’italianità. Esso nasce a livello internazionale come marchio di origine con la Convenzione di Madrid del 1891, riveduta a Lisbona il 31.10.1958, recepita dall’Italia con L.676/1967 e Disp. Applicative D.P.R.656/1968, il cui scopo era quello di ostacolare le false o ingannevoli indicazioni di provenienza di un prodotto. Con essa si sanciva che l’apposizione del “made in…” consentiva di individuare l’esatto luogo di fabbricazione di un determinato prodotto, e quindi l’origine del medesimo. La Convenzione in particolare disponeva l’«obbligo di indicazione precisa, ed in caratteri evidenti, del paese o del luogo di fabbricazione o di produzione, o altra indicazione sufficiente ad evitare ogni errore sull’origine effettiva, sotto pena del sequestro del prodotto». La normativa di recepimento prevedeva che le merci sospettate di recare una falsa o fallace indicazione di provenienza fossero soggette a fermo amministrativo da parte degli Uffici Doganali al momento della loro introduzione in Italia, con contestuale comunicazione all’Autorità giudiziaria. Ciò limita l’originaria possibilità di sequestro ai soli casi di falsa o mendace indicazione di provenienza. NORMATIVA COMUNITARIA

In primo luogo bisogna precisare il significato di alcuni termini: Origine: luogo di produzione Provenienza: luogo di spedizione Origine doganale preferenziale (di solito in base ad accordi con certi Paesi) Origine non preferenziale (luogo ove il prodotto ha subito ultima trasformazione) Il marchio Made in Italy è dunque marchio di origine, non di provenienza. Testi legislativi UE • Il Codice Doganale dell’Unione (CDU (Reg. UE n.952/2013) in vigore dal 1° maggio 2016

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/ DOSSIER /

• • •

Regolamento Delegato UE n.2446/2015 Regolamento di Esecuzione UE n. 2447/2015 Regolamento Delegato UE n.341/2016 e successive modifiche. In base art. 60 del codice doganale si intende che il Paese di origine di un prodotto sia riferito a: 1. merci interamente ottenute e originarie di un Paese; 2. Ovvero, in caso di merci ottenute in più Paesi, con riferimento al luogo in cui avviene la trasformazione o la lavorazione sostanziale (art.60, 2°c CDU) ed economicamente giusti-

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ficata, effettuata presso un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione. A tale proposito la Corte di Giustizia in una sentenza pubblicata nel 1977 (n.49/76) ha precisato che «bisogna considerare il luogo in cui avviene l’ultima trasformazione sostanziale solo nell’ipotesi in cui il prodotto che ne risulta, abbia composizione e proprietà specifiche non possedute prima di essere sottoposto a tale trasformazione o lavorazione». Si tratta in tal caso della c.d. «origine non preferenziale». Questo è un criterio molto incerto. Per questo si fa ricorso alla: 3. informazione vincolante in materia di origine (c.d. IU.V.O.). L’imprenditore può infatti chiedere alla Agenzia delle Dogane di dichiarare l’origine del prodotto. Una volta ottenuta la dichiarazione, questa è vincolante. NORMATIVA NAZIONALE

Il marchio Made in Italy è tutelato dalla Legge 80/2005. La norma dispone che tale Marchio possa essere applicato quando il prodotto è realizzato interamente in Italia o, nel caso in cui sia realizzato in parte in Italia e in parte altro-


/ DOSSIER /

ve, secondo il criterio dell’origine doganale non preferenziale. Si tratta di un principio che risale agli accordi presi in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio riaffermato nella Finanziaria 2004. (L.350/2003). Essa stabilisce che l’uso improprio del marchio è sanzionato penalmente in base all’art 517 del Codice Penale (segni mendaci). 100% made in Italy

Il D.L. 35/2005 e il successivo 135/2009 convertito in Legge (166/2009) hanno introdotto un nuovo marchio di origine: Il 100% made in Italy Questo favorisce le imprese che hanno mantenuto l’intera produzione in territorio italiano. La norma stabilisce infatti che possano essere considerati interamente italiani solo i prodotti per i quali il disegno, la progettazione, la lavorazione e il confezionamento siano avvenuti esclusivamente su territorio italiano. Legge 55/2010 (Legge Reguzzoni – Versace) La legge riguarda in maniera specifica il settore tessile, della pelletteria, delle calzature, dei divani e dei prodotti conciari. Per ciascuno di essi sono state individuate specifiche fasi di lavorazione. In tal caso l’apposizione del Made in Italy è con-

sentita nel caso in cui almeno due lavorazioni siano effettuate in Italia. La norma, di fatto, non è applicabile in quanto il Parlamento europeo ha espresso parere negativo sui decreti attuativi. Made in UE Nel 2014 è stata approvata la proposta di introduzione del marchio «Made in UE» o con il nome del Paese per prodotti fabbricati in Europa, ma non è stata ancora approvata dal Parlamento europeo. TUTELA DEL BRAND NELLA LOGISTICA

La tutela del brand e del Made in Italy possono trovare supporto nella blockchain, negli smart contract e nella IoT. In pratica la blockchain può garantire la tracciabilità di ogni singolo passaggio dalla produzione alla consegna al negozio o al consumatore, attraverso lo scambio diretto di operazioni tra i blocchi di rete e la registrazione delle transazioni in un unico registro informatico (distributed ledge) distribuito tra i blocchi della catena. La tracciabilità è infatti sempre più importante e consente di aggiungere valore al prodotto sia nella fase di lavorazione, sia in quella della distribuzione. Molto importante nel settore della moda. Spesso avviene che, specie nella moda, sia la produzione delle materie prime sia dello stesso prodotto fino alla vendita al consumatore finale, avvengano

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/ DOSSIER /

in luoghi separati con vari passaggi, che possono compromettere l’originalità del prodotto a scapito del brand. Ecco quindi che la mappatura di ogni fase diviene fondamentale per la tutela del brand da un lato e del consumatore dall’altra. Tracciare la filiera è garanzia di qualità e permette allo stesso tempo di avere informazioni in tempo reale e di potere intervenire in caso di vizi o ritardi.

vino destinato alla Cina: esso deve essere obbligatoriamente etichettata con etichetta cinese in area doganale. In tal caso l’applicazione ab origine di un codice QR sulla bottiglia consente di dare sicurezza ulteriore. L’utilizzo combinato è la migliore soluzione. Importanti le applicazioni in ambito e-commerce per garantire qualità e origine del prodotto, ma anche pagamenti e gestione dei resi.

VALORE GIURIDICO DEI DDL

COMMERCIO TRADIZIONALE E E-COMMERCE

I dati e le informazioni certificati con DLT avranno valore giuridico in Italia. Si tratta di una scelta del Governo italiano contenuta nel pacchetto Stabilità del 2019. L’Italia ha anche aderito all’accordo di sviluppo delle nuove tecnologie (blockchain) con altri 7 Paesi nell’ambito del MED 7 riconoscendo il ruolo determinante delle nuove tecnologie per lo sviluppo economico e per la tutela del Made in Italy.

In ambito alimentare e nel settore della moda esistono le prime startup basate su piattaforme per tracciare e certificare i prodotti attraverso la blockchain. Il consumatore anche attraverso il suo smartphone è in grado di rilevare l’origine e l’originalità del prodotto, le sue caratteristiche, la composizione e ogni informazione utile. Il problema diventa sempre più attuale se solo si considera l’imminente obbligo di indicazione della provenienza, previsto dal DL Semplificazioni, per tutti i prodotti alimentari e non solo per alcuni, come avvenuto finora.

APPLICAZIONI

Utilizzando la blockchain possiamo arrivare a mappare tutti i singoli componenti, le lavorazioni, la realizzazione del prodotto ed ogni fase distributiva attraverso un codice digitale o un token, che consente, a ritroso, la rintracciabilità della filiera. (tracciabilità interna ed esterna). Esistono però dei punti critici: basti pensare al

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* dMTV LEX


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IL DIFFICILE RAPPORTO TRA BANCA E IMPRESA Dopo aver parlato del concetto di Banca e aver esaminato quali sono gli elementi di valutazione del rischio di credito, in questa seconda parte ci concentriamo sulla centrale rischi Banca d’Italia oltre a fornire degli spunti operativi per meglio interfacciarsi con il sistema creditizio – Seconda parte – di Roberto Colavecchio*

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/ SPECIALE /

L

a Centrale Rischi Banca d’Italia riveste nel rapporto banca impresa un evidente funzione di biglietto da visita che le aziende possono spendere presso il sistema creditizio per testimoniare il proprio passato recentissimo ma anche remoto di soggetto affidato. Un documento quindi capace di testimoniare non solo la puntualità nell’onorare le scadenze e le modalità di utilizzo delle linee di credito, la loro struttura e duration ma anche soprattutto come questi fattori si siano evoluti nel tempo. Una miniera di dati e informazioni fondamentali per una corretta misurazione del rischio che nelle valutazioni che le banche fanno del soggetto da affidare può raggiungere un peso specifico anche superiore al doppio di quanto invece viene attribuito ai dati di bilancio. In questo contesto è però importante sottolineare che esistono anche alcuni limiti sia strutturali nell’accesso ai dati e alle informazioni sia in riferimento ai possibili atteggiamenti che le 2 controparti hanno nel relazionarsi fra loro in merito a questo tema. Una volta descritto è capito lo scenario in cui ci si confronta risulta di fondamentale importanza da parte delle imprese, adottare alcuni accorgimenti operativi che aiutino a realizzare non solo un corretto ed esaustivo flusso di informazioni ma anche un consapevole modus operandi in grado di trasformare il soggetto segnalato da attore, che passivamente subisce le segnalazioni, a soggetto che le sa interpretare, influenzare e soprattutto utilizzare a proprio favore. In un’espressione essere in grado di gestire proattivamente quanto riportato nel biglietto da visita centrale rischi. Il primo passo risulta dunque, richiedere la propria centrale rischi presso Banca d’Italia, familiarizzare con il suo contenuto e cominciare ad utilizzarlo proattivamente nel rapporto con le banche affidanti. Il passaggio successivo sarà poi quello di adottarla come base per un report non solo da fornire alla banca ma anche da utilizzare internamente all’azienda, per una migliore composizione delle linee di affidamento, della loro duration, per una valutazione dei rapporti con le banche affidanti, per un monitoraggio della qualità degli effetti commerciali, per lo studio volto all’adozione di

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/ SPECIALE /

soluzioni finanziarie alternative e per una corretta e ponderata valutazione del costo del denaro utilizzato presso ogni istituto. IL BILANCIO

Considerato lo standing tecnico dei lettori soprassederemo sugli aspetti quantitativi di tale documento concentrando l’attenzione sugli elementi analizzati dagli istituti di credito: • La patrimonializzazione. Quasi la totalità delle aziende italiane pecca di sottocapitalizzazione. Il patrimonio netto non solo non è in grado di coprire le immobilizzazioni (margine di struttura negativo) ma è percentualmente irrisorio rispetto all’indebitamento e al fatturato. In ottica di sensibilizzazione delle pmi italiane su tale tema molte banche hanno creato prodotti finanziari volti ad incentivare la ricapitalizzazione. • La duration finanziaria. Si denota che, nella maggior parte dei casi, la struttura dell’indebitamento è caratterizzata da finanziamenti a breve; anche le immobilizzazioni, che per loro stessa natura sono a lungo termini sono coperte da strumenti non adeguati. Lo stesso dicasi per i finanziamenti soci che soventemente risultano come “esigibili entro l’esercizio successivo”. • Il margine di tesoreria. Direttamente corre-

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lato al precedente e dato sintomatico dell’efficienza finanziaria dell’azienda. È la differenza tra Liquidità più Crediti a BT e Debiti Finanziari più Debiti a BT. L’incidenza del debito sul fatturato. Tale indicatore anche se non considerato tra i principali in termini di analisi è operativamente una delle discriminanti per l’accesso a nuove linee di finanziamento da parte degli istituti di credito. Nella maggior parte dei casi supera il livello del 100% quando la società esaminata ha tra le immobilizzazioni asset immobiliari o macchinari particolarmente onerosi. In tali ipotesi si suggerisce di integrare la presentazione aziendale con la descrizione e la valorizzazione di mercato dei suddetti beni

LE GARANZIE

Basilea III, almeno per il momento, considera le Garanzie come Strumenti di Mitigazione del Rischio sia dal punto di vista: • Regolamentare: in quanto consentono alle banche di ridurre l’accantonamento di capitale • Effettivo: pur non diminuendo il rischio effettivo lo stesso viene frazionato su più soggetti o su diversi beni diminuendo così la perdita attesa a fronte di un’effettiva insolvenza. Per quanto attiene le tipologie se ne identificano tre: le garanzie reali o finanziarie, quelle personali


/ SPECIALE /

ed i derivati finanziari. Appartengono alla prima categoria: 1. depositi in contante; 2. oro; 3. titoli di debito con rating assegnato da terze agenzie (S&P, Moody’s) emessi da: • enti sovrani • altre entità (banche, sim) • di terze entità ma di rating alto; 4. titoli di debito con rating non assegnato da terze agenzie contraddistinti da tutte queste caratteristiche: • emessi da banche • quotati su listini ufficiali • di primo grado; 5. strumenti di capitale (comprese le obbligazioni convertibili) quotate; 6. quote di fondi comuni, sicav, sim la cui rilevazione avvenga giornalmente e che siano compatibili con gli strumenti di cui sopra; 7. azioni quotate; 8. crediti ipotecari con sottostante immobili commerciali; 9. crediti ipotecari con sottostante residenziali. Un’analisi più approfondita meritano le garanzie personali. I requisiti tecnici di tale categoria sono: l’escutibilità diretta, l’obbligo diretto del garante, la copertura esplicita, irrevocabile ed incondizionata, su di esse deve essere applicabile il “principio del valore di mercato” (la copertura deve essere correlata al valore dell’esposizione) ed infine devono avere un valore legale. Va però sottolineato che secondo i dettami di Basilea II i soggetti garanti identificati come bancabili sono solo: stati, enti pubblici, banche ed imprese con rating pari ad almeno A-. Infatti, la fideiussione personale richiesta ai soci persone fisiche del soggetto garantito o a persone coinvolte nell’attività dello stesso ha ponderazione 100 pari ad un valore zero in termini di calmierazione del rischio bancario. A questo punto molti di voi si chiederanno come mai le banche richiedano sempre la fideiussione personale dei soci; i motivi sono i più disparati e sono legati alla storicità aziendale, a quella del rapporto con la controparte, spesso alla sottoca-

pitalizzazione e al coefficiente di indebitamento della richiedente ma a nostro personalissimo avviso quello principe è legato al recepimento di un impegno morale; spieghiamo meglio il concetto: due soggetti privati colleghi ed assunti nello stesso periodo e con il medesimo stipendio si rivolgono ad un istituto per ottenere un mutuo per acquistare un immobile. Il primo richiede un finanziamento da € 100.000,00 su immobile che paga € 100.000,00, anche il secondo richiede un mutuo da € 100.000,00 ma su una casa che paga € 300.000,00 e per cui attinge ai propri risparmi per € 200.000,00. A livello di puro rischio per l’ente finanziatore le due persone dell’esempio sono esattamente uguali hanno anche esattamente la stessa capacità di rimborso ma, nell’eventualità in cui entrambe perdessero il lavoro, quale a vostro avviso si sacrificherebbe per ottemperare i propri impegni? Il primo che non rischia niente oppure il secondo che ha dato fondo alle proprie risorse? Infine, i derivati finanziari sono strumenti di mera copertura del rischio. Tra questi i più comuni sono i cap che limitano i rialzi dei tassi per i finanziamenti su base variabili e gli irs per i finanziamenti in valuta. Prima di concludere vi vorremmo presentare due strumenti negoziali molto importanti in tema di garanzie: i consorzi fidi ed il fondo di garanzia.

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/ SPECIALE /

I CONSORZI FIDI

IL FONDO DI GARANZIA

Secondo la definizione di Banca d’Italia “sono organismi, aventi struttura cooperativa o consortile, che esercitano in forma mutualistica attività di garanzia collettiva dei finanziamenti in favore delle imprese socie o consorziate. In base all’art. 13 della L. 24.11.2003, n. 326, possono assumere la qualifica di soggetti operanti nel settore finanziario, iscritti in un’apposita sezione dell’elenco regolato dall’art. 106 del Testo unico bancario o nell’elenco speciale previsto dall’art. 107 del medesimo Testo unico, ovvero di banche cooperative a responsabilità limitata. I consorzi fidi nascono come espressione delle associazioni di categoria nei comparti dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, basandosi su principi di mutualità e solidarietà. I primi consorzi fidi, o cooperative di garanzia, vengono costituiti già nel 1956 per facilitare l’accesso al credito alle piccole imprese. Attualmente Banca d’Italia registra nell’elenco degli Intermediari Finanziari 629 aziende che svolgono l’attività di Garanzia collettiva dei Fidi. I consorzi fidi oggi svolgono un ruolo cruciale all’interno del sistema bancario facilitando, per le aziende garantite, l’accesso al credito a condizioni economiche migliori e, per gli istituti di credito, permettendo un minor assorbimento del patrimonio di vigilanza.

Fondo – istituito, in base all’art. 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996, dal Ministero delle Attività Produttive (ora delle Sviluppo economico), è alimentato con risorse pubbliche – garantisce o contro-garantisce operazioni, aventi natura di finanziamento ovvero partecipativa, a favore di piccole e medie imprese. Gli interventi del Fondo consistono essenzialmente in “garanzie dirette” a fronte di esposizioni di banche e di intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale di cui all’ art. 107 del TUB e in “contro-garanzie” a fronte delle garanzie rilasciate da confidi. L’accesso al fondo è gratuito o meglio il costo è assorbito dall’istituto di credito garantito.

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CONCLUSIONI

A completamento e di quanto sin ora enunciato, si vogliono fornire ai lettori, degli spunti operativi per meglio interfacciarsi con il sistema creditizio: 1. Partite dai dati oggettivi interrogando le principali banche dati circa la vostra azienda. Richiedete loro la reportistica più completa, non è raro infatti che possiate venire a conoscenza di cose che non sapevate o non ricordavate. Analizzate anche il vostro settore di appartenenza ed il numero di richieste sulla vostra posizione effettuate da banche e finanziarie.


/ SPECIALE /

2. Richiedete e controllate la vostra Centrale Rischi verificando la correttezza dei dati riportati e nell’eventualità provvedete alla rettifica delle errate segnalazioni fornendo comunicazione delle stesse alle altre banche affidanti. In ipotesi di negatività datene spiegazioni a tutti gli istituti. 3. Rianalizzate i vostri bilanci valutandoli come veicolo negoziale con gli istituti di credito. Predisponete e fornite alle controparti bancarie una reportistica esplicativa della reale situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale dell’azienda. 4. Assunti i dati presentati nei tre punti precedenti tentate in modo critico di auto valutarvi. Attraverso tale procedura potrete rendervi conto della vostra reale capacità negoziale e sarete in grado di gestire al meglio il vostro rating. Infine, sarete in grado di predisporre al meglio la reportistica integrativa cui al precedente punto. 5. Ciclicamente ed ogni caso al verificarsi di eventi significativi per l’azienda, mettete a parte il sistema creditizio della vostra situazione e dei piani di sviluppo. 6. Controllate con cadenza almeno trimestrale la vostra centrale rischi, il rating attribuitovi dalle banche, l’esistenza e la relativa scadenza delle eventuali linee temporanee, le eventuali rate/canoni che risultassero scaduti e impagati

(nel caso ve ne fossero chiederne il dettaglio: la data di scadenza e l’importo) e le condizioni economiche applicate per ogni singola linea. 7. In ipotesi di richiesta di nuovi finanziamenti valutate la vostra effettiva capacità di rimborso. La marginalità è sufficiente a garantire il rimborso dei debiti? 8. Qualora fosse necessario aprire nuovi rapporti bancari ponderate la scelta della controparte e predisponete una presentazione aziendale contenente la storia dell’attività, il curriculum vitae dei soci dell’imprenditore e del management ed un business plan sia discorsivo che numerico sui futuri e futuribili piani di sviluppo. 9. Vagliate a sussistenza delle garanzie a supporto dell’indebitamento bancario e ponderate se sia necessario o comunque vantaggioso integrarle con ulteriori strumenti quali i consorzi fidi o il fondo di garanzia. 10. Ultimo, ma sicuramente non per importanza, valutate la patrimonialità dell’azienda ponderandola con l’indebitamento, con il totale del passivo e confrontandola con le immobilizzazioni per capirne il reale grado di copertura. Rammentate sempre che questo dato rappresenta il “Biglietto da Visita” dell’azienda. * Ratinglab srl - www.ratinglab.eu

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/ LE SCHEDE /

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

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pag. 49

Carpisa Yamamay Jaked

pag. 51

Piazza Italia Kids

pag. 49

Igi&Co

pag. 51

Primigi

pag. 50

NaturHouse

pag. 52

Primadonna Collection

pag. 50

Piazza Italia

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor


ITI IE TI IVIE E LECITTÀ/ CITTÀ/ IE VIE ALI LI E LECITTÀ/ CITTÀ/ IE VIE ALI LICITTÀ/ E LE CITTÀ/ ALI LI

BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: UBICAZIONE UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: UBICAZIONE UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: ESPERIENZA ESPERIENZA NEL SETTORE: SETTORE: UBICAZIONE UBICAZIONENEL OTTIMALE: OTTIMALE: ESPERIENZA ESPERIENZANEL NELSETTORE: SETTORE: PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO ESPERIENZA ESPERIENZANEL NELSETTORE: SETTORE: (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO (COMPRESO (COMPRESOIL IL TITOLARE): TITOLARE): PERSONALE PERSONALE RICHIESTO RICHIESTO INVESTIMENTO INVESTIMENTO INIZIALE: INIZIALE: (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE:

DA DA¤ ¤100.000 100.000 DA DA¤ ¤100.000 100.000

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COSA COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO

NO, NO,RICHIESTA RICHIESTAFIDEIUSSIONE FIDEIUSSIONE FEE FEED’INGRESSO: D’INGRESSO:COSA COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO BANCARIA BANCARIADIDI¤ ¤35.000 35.000 NO, NO,RICHIESTA RICHIESTAFIDEIUSSIONE FIDEIUSSIONE FEE FEED’INGRESSO: D’INGRESSO: BANCARIA BANCARIA DIDI¤ FIDEIUSSIONE ¤35.000 35.000 NO NORICHIESTA NO, NO, RICHIESTA FIDEIUSSIONE ROYALTY: ROYALTY: FEE FEE D’INGRESSO: D’INGRESSO: BANCARIA BANCARIADIDI¤ ¤35.000 35.000 NO NO ROYALTY: ROYALTY: 55 DURATA DURATADEL DELCONTRATTO CONTRATTO NO NO ROYALTY: ROYALTY: (IN (INANNI): ANNI): 55 DURATA DURATADEL DELCONTRATTO CONTRATTO (IN (INANNI): ANNI): 55 DURATA DURATA DEL DELCONTRATTO CONTRATTO (IN (INANNI): ANNI):

CALZATURE, ABBIGLIAMENTO CALZATURE E ACCESSORI ED ACCESSORI

Ragione sociale: Pianoforte Holding S.p.a. - Indirizzo: Ragione Ragionesociale: sociale:Pianoforte PianoforteHolding HoldingS.p.a. S.p.a.- -Indirizzo: Indirizzo: PROFUMI PER IL Milano CORPO, Corso Magenta 74, 20123 - AnnoPROFUMAdi fondazione Corso CorsoMagenta Magenta74, 74,20123 20123Milano Milano- -Anno Annodidifondazione fondazione attività: 2011, ma per le controllate Yamamay e Carpisa TORI AMBIENTE, COSMETICI LA attività: attività: 2011, 2011, ma maper perlelecontrollate controllate Yamamay Yamamay ePER eCarpisa Carpisa Sergio Sergio Ubaldo (Responsabile (Responsabile Sviluppo Pianoforte Pianoforte Holding) Holding) 2001Ubaldo e Jaked 2009 - AnnoSviluppo di partenza del franchising: 2001 2001e eJaked Jaked 2009 2009 - -Anno Annodidipartenza del delfranchising: franchising: e-mail: e-mail: info@inticom.it info@inticom.it /partenza /info@carpisa.it info@carpisa.it CURA DEL CORPO E DEL VISO vedi Ubaldo sopra - Punti vendita diretti: 354 al 31/05/2019* Sergio Sergio Ubaldo (Responsabile Sviluppo Sviluppo Pianoforte Pianoforte Holding) Holding) vedi vedisopra sopra - -(Responsabile Punti Punti vendita vendita diretti: diretti: 267 267 al al 30/04/2017* 30/04/2017* web: web:www.yamamay.com www.yamamay.com Sergio Sergio Ubaldo (Responsabile (Responsabile Pianoforte Pianoforte Holding) Holding) PuntiUbaldo vendita affiliati: 929 Sviluppo alSviluppo 31/05/2019* - *(Yamamay e-mail: e-mail: info@inticom.it info@inticom.it / /info@carpisa.it info@carpisa.it - -Punti Puntivendita vendita affiliati: affiliati:1.002 1.002 alwww.jacked.com al30/04/2017* 30/04/2017* - -*(Yama *(Yama -www.carpisa.com www.carpisa.com / / www.jacked.com e-mail: e-mail: info@inticom.it info@inticom.it /che /info@carpisa.it info@carpisa.it + Ragione Carpisa + Jaked sia in italia estero). Punti sociale: Aymara Italia srl - Indirizzo: viavendita Ghivizwww.yamamay.com www.yamamay.com may may+ +Carpisa Carpisa+web: +web: Jaked Jaked sia siaItalia Italiache cheestero) estero) web: web: www.yamamay.com www.yamamay.com totali: zani, 1283. 61www.carpisa.com –www.carpisa.com 55041 Capezzano Pianore (LU) - Anno di fon/ /www.jacked.com www.jacked.com www.carpisa.com www.carpisa.com / /www.jacked.com www.jacked.com dazione: 1995 - Anno partenza franchising: 2010 - Punti COSA CERCHIAMO CERCHIAMO vendita diretti:COSA 6 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti ven dita diretti (estero): 1 - Punti vendita affiliati (estero): 2 SUPERFICIE SUPERFICIEMEDIA MEDIADEL DELP.V. P.V. (IN (INMQ): MQ):

COSA

Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa Indirizzo: Via Menocchia, 27 -63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 155 152

COSA CERCHIAMO

90/150 90/150 PER PER YAMAMAY YAMAMAY - 50/150 50/150PER PERCARPISA CARPISA- -70/90 70/90 CERCHIAMO PER PERJAKED JAKED 50.000 50.000ABITANTI ABITANTI SUPERFICIE MEDIA 30MQ

BACINO D’UTENZA:

DA 10MILA A 50MILA ABITANTI

CENTRI CENTRI STORICI, STORICI, CENTRI CENTRI COMCOM50.000 ABITANTI (MINIMO) MERCIALI MERCIALI

UBICAZIONE OTTIMALE:

UBICAZIONE OTTIMALE: ESPERIENZA ESPERIENZA NEL NEL SETTORE: SETTORE:

CENTRO STORICO, ZONA NON NON RICHIESTA RICHIESTA COMMERCIALE ALTA PEDONABILITÀ 3/4 3/4PERSONE PERSONE

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

ADDETTI DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 5.000/MQ

NON RICHIESTA DA DA¤ ¤100.000 100.000 1/2

COSA COSAOFFRIAMO OFFRIAMO ¤75.000 – ¤80.000 INVESTIMENTO INIZIALE: (ARREDAMENTO ¤1200 AL MQ; PROGETTAZIONE E Oltre Oltrea aprodotti prodotticon conun unottimo ottimorapporto rapporto qualità/prezzo, qualità/prezzo, ALLESTIMENTO ¤6000; offriamo offriamolalanostra nostraesperienza, esperienza,una unarete retedidiprofessionisti professionisti FORNITURA MERCE INIZIALE e euna unaforte forteformazione formazioneper perlanciare lanciare un unbusiness businessprofi profi -¤25.000) cuo cuoe eproduttivo. produttivo.

FATTURATO MEDIO ANNUO:

200.000

COSA COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO FEE FEED’INGRESSO: D’INGRESSO:

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COSA OFFRIAMO

NO, NO,RICHIESTA RICHIESTAFIDEIUSSIONE FIDEIUSSIONE BANCARIA BANCARIADIDI¤ ¤35.000 35.000

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COSA CHIEDIAMO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

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FIDEJUSSIONE BANCARIA:

¤ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

6

3 ANNI

VA (IVA O SOTRATRAGIO O

Ufficio sviluppo Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it

Tel. 0584-969660 e-mail: commerciale@erbariotoscano.it web: www.erbariotoscano.it

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COSA OFFRIAMO

COSA CHIEDIAMO

Sergio SergioUbaldo Ubaldo(Responsabile (ResponsabileSviluppo SviluppoPianoforte PianoforteHolding) Holding) NO FEE D’INGRESSO: e-mail: e-mail:info@inticom.it info@inticom.it/ /info@carpisa.it info@carpisa.it web: web:www.yamamay.com www.yamamay.com NO ROYALTY: www.carpisa.com www.carpisa.com/ /www.jacked.com www.jacked.com

CONDA ECONDA UISTATA. STATA.

DA 50 A 100

UBICAZIONE UBICAZIONE OTTIMALE: OTTIMALE: BACINO D’UTENZA:

INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

MPLESSIMPLESSIALMENO ALMENO N UNVALOVALO-

SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: PUNTO VENDITA:

PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE:

ntito ito e eco co -odo iodosaldi. saldi. alocation. location. r dedicati. dedicati. ibest bestselseldi i Vendita Vendita emateriale materiale coordinacoordinalidedicate dedicate munication unication Marketing Marketing

OCITTÀ CITTÀOO ALI LI ININCOCODIUTENZA UTENZA ABITANTI ITANTI

/ LE SCHEDE /

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aA.A.Volta, Volta, 94 4 - -Anno Anno

/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

ntito ito e eco co -odo iodoesaldi. ntito ito esaldi. co co -aiodo location. location. ntito ito esaldi. esaldi. co co -odo raiodo dedicati. dedicati. odo saldi. saldi. location. location. irabest best selsellocation. location. dedicati. dedicati. ibest Vendita Vendita ridi dedicati. dedicati. best selselemateriale materiale idi best best selselVendita Vendita coordinadi i coordinaVendita Vendita e materiale materiale li dedicate dedicate e materiale materiale coordinacoordinamunication unication coordinacoordinalidedicate dedicate Marketing Marketing lidedicate dedicate munication unication

OCITTÀ CITTÀOO etti: retti: 160 160- ALI LI ININCOCOO CITTÀ CITTÀ OO ti(estero): (estero): DI UTENZA UTENZA ALI LI ININCOCOO CITTÀ CITTÀ OO 0 70 ABITANTI ITANTI DIUTENZA UTENZA ALI LI IN INCOCOABITANTI ITANTI DI UTENZA UTENZA MPLESSIMPLESSIABITANTI ITANTI ALMENO ALMENO MPLESSIMPLESSIN UN VALOVALOALMENO ALMENO MPLESSIMPLESSITI IN UN VALOVALOALMENO ALMENO N UN VALOVALOVA (IVA VIE IE O SO TRATRAVA (IVA E LE CITTÀ/ CITTÀ/ GIO O O SO TRATRAALI LI VA (IVA GIO OTRAO SO TRACONDA ECONDA GIO O UISTATA. STATA. CONDA ECONDA UISTATA. STATA. CONDA ECONDA UISTATA. STATA.

90/150 90/150 PER PER YAMAMAY YAMAMAY - PER PER JAKED JAKED 50/150 50/150 PER CARPISA CARPISA - -70/90 70/90 90/150 90/150PER PER PER YAMAMAY YAMAMAY - PER PERJAKED JAKED 50/150 50/150 PER PERCARPISA CARPISA- -70/90 70/90 50.000 50.000 ABITANTI ABITANTI PER PERJAKED JAKED 50.000 50.000ABITANTI ABITANTI CENTRI CENTRISTORICI, STORICI,CENTRI CENTRICOMCOM50.000 50.000ABITANTI ABITANTI MERCIALI MERCIALI CENTRI CENTRISTORICI, STORICI,CENTRI CENTRICOMCOMNON NON RICHIESTA RICHIESTA MERCIALI MERCIALI CENTRI CENTRI STORICI, STORICI,CENTRI CENTRICOMCOMMERCIALI MERCIALI NON NON RICHIESTA RICHIESTA 3/4 3/4PERSONE PERSONE NON NONRICHIESTA RICHIESTA 3/4 3/4PERSONE PERSONE 3/4 3/4 DA DA¤PERSONE ¤PERSONE 100.000 100.000

SUPERFICIE SUPERFICIEMEDIA MEDIADEL DELP.V. P.V. (IN (INMQ): MQ): SUPERFICIE SUPERFICIE MEDIA MEDIADEL DELP.V. P.V. (IN (INMQ): MQ): BACINO BACINO D’UTENZA: D’UTENZA:

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HEDE /

// LLEE SSCCHHEEDDEE //

/ LE SCHEDE /

NUTRIZIONE E DIETETICA VENDITA DIOCCHIALI OCCHIALI DA VISTA, VISTA, VENDITA DI DA DASOLE, SOLE,LENTI LENTIS.r.l. CONTATTO, DA AA CONTATTO, Ragione sociale Naturhouse - Indirizzo: Sede legale Via F. Fellini, 6 - 44122 Ferrara - Anno di fondazioLIQUIDI SOLUZIONI, ACCESSORI LIQUIDI EESOLUZIONI, ACCESSORI

: Via tenza i: 31 b: 20

ABBIGLIAMENTO VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto CampanoACCESSORI di Nola, Lotto D1 LIQUIDI E SOLUZIONI, - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993

ne attività: 1986 - Anno di partenza franchising: 1997 - Ragione Punti vendita diretti: 52 - Punti venditavia affiliati: 418 sociale: NAU47 Spa Indirizzo: MazRagione sociale: NAU Spa - -Indirizzo: via S.S. ee P.P.406 Maz- zucchelli, Punti vendita21043 affiliati all’estero: 1.688 - Punti vendita Castiglione Olona (Va)- -Anno Annodi di zucchelli, 77- -21043 - -Castiglione Olona (Va) diretti all’estero: 200 fondazioneattività: attività:2004 2004- -Anno Annodidipartenza partenzadel delfranfranfondazione chising:2007 2005- -Punti Puntivendita venditatotali: totali:167 140- -Punti Puntivendita vendita chising: COSA CERCHIAMO diretti:9185- -Punti Punti vendita affiliatiininItalia: Italia:60 55- -Punti Punti diretti: vendita affiliati vendita all’estero: 10 vendita all’estero: 16 PUNTO VENDITA:

NI/

- 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: via S. e P. Mazdiretti: 161 161 160 -- Punti Punti vendita vendita affiliati affiliati in in Italia: Italia: 126 83 - Punti zucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) 125 - Anno di vendita affiliati all’estero: 48 55 fondazione attività: 2004 50 - Anno di partenza del franchising: 2007 - Punti vendita totali: 167 - Punti vendita COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO diretti: 91 - Punti vendita affiliati in Italia: 60 - Punti vendita all’estero: 16 PUNTO VENDITA:

A PARTIRE DA 20

COSA CERCHIAMO COSACERCHIAMO CERCHIAMO COSA

BACINO D’UTENZA:

ALMENO 5.000 ABITANTI

BACINO D’UTENZA:

DA 20.000 ABITANTI IN SU

UBICAZIONE OTTIMALE: PUNTO VENDITA:

BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: BACINO ESPERIENZA NEL SETTORE: UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: UBICAZIONE PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

80/100 MQ ZONA COMMERCIALE ALTA 80/100 MQ PEDONABILITÀ 70.000ABITANTI ABITANTI(MINIMO) (MINIMO) 70.000 NON RICHIESTA CENTRISTORICI STORICIDI DICITTÀ CITTÀ CENTRI CENTRICOMMERCIALI COMMERCIALIDI DI 1/2 OOCENTRI MEDIEEEGRANDI GRANDIDIMENSIONI DIMENSIONI MEDIE

BACINO D’UTENZA: ESPERIENZA NEL SETTORE:

CENTROMQ COMM.LE/PARCO COMM.LE/ 80/100 STAND ALONE/CENTRO STORICO 70.000 ABITANTI (MINIMO) NON RICHIESTA

UBICAZIONE OTTIMALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

CENTRI STORICI DI CITTÀ IN BASE AL BUDGET O CENTRI COMMERCIALI DI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI

ESPERIENZANEL NEL SETTORE: INVESTIMENTO INIZIALE: ESPERIENZA SETTORE:

NON RICHIESTA A PARTIRE DA ¤ 10.000 NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE: ESPERIENZA NEL SETTORE:

2 2 300/MQ PERARREDI GLI ARREDI ¤ 280/M € 300/M PER E LUCI NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO PERSONALE RICHIESTO FATTURATO MEDIO ANNUO: (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): (COMPRESO

¤44120.000/360.000

FATTURATO MEDIO ANNUO: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

€ DA € 2.000 2.800 A € 3.500 AL M2 ¤ 3.500/MQ 4

INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: INVESTIMENTO

100.000 ¤ ¤100.000

INVESTIMENTO INIZIALE: COSA

¤ 100.000 COSA OFFRIAMO OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

DA¤ ¤5.000 5.000AA¤ ¤10.000 10.000 DA ALMQ, MQ,IN INRAPPORTO RAPPORTO Investimento iniziale minimo,AL alta redditività, know ALL’UBICAZIONE DEL PVEhow E ALL’UBICAZIONE DEL PV gestionale consolidato e di successo, formazione pre-aDELBACINO BACINO DIUTENZA UTENZA DEL DI

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COSA OFFRIAMO

FEE D’INGRESSO: FEE D’INGRESSO:

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FEE D’INGRESSO:

5% Raffaello Pellegrini 5% Num. DEL verde: 800 090 5325,/ RINNOVABILE Fax: 0532-906699 DURATA CONTRATTO 5, RINNOVABILE DURATA DEL CONTRATTO A SCADENZA SENZA (IN ANNI):e-mail: franchising@naturhouse.it A SCADENZA SENZA (IN ANNI): ULTERIORI COSTI web: www.naturhouse.it ULTERIORI COSTI ROYALTY: ROYALTY:

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+39 081.3123111 / Fax: 5% +39 081.3123022 Tel. +39 081.3124000 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it info@franchising@piazzaitalia.it e-mail: 5, RINNOVABILE DURATA DEL CONTRATTO e-mail: l.caracci@piazzaitalia.it email: l.caracci@piazzaitalia.it A SCADENZA SENZA (IN ANNI): web:www.piazzaitalia.it www.piazzaitalia.it web: ULTERIORI COSTI

Gianluca Nolli Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it web: www.nau.it

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DA 300 A 1.200

COSA CERCHIAMO DA 20.000 ABITANTI IN SU

PUNTOVENDITA: VENDITA: UBICAZIONE OTTIMALE: PUNTO

FATTURATOMEDIO MEDIOANNUO: ANNUO: FATTURATO

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/ LE SCHEDE /

Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it

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/ LE SCHEDE /

// LLEE SSCCHHEEDDEE //

ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI

ABBIGLIAMENTO E SCARPE DA DONNA, BORSE CALZATURE BAMBINO E ACCESSORI

Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - Punti vendita diretti con reparto kids: 150 - Punti vendita affiliati con reparto kids: 103 106 - Punti vendita affiliati all’estero con reparto kids: 39 40

Ragionesociale: sociale:PRIMADONNA Reda Retail S.p.a. Gruppo IMAC Spa Ragione SPA - Indirizzo: S.P. 231 - Indirizzo : via Menocchia, 27 -di63062 - Montefiore Km 5,2 70032 Bitonto (Ba) - Anno partenza del frandell’Aso2006 (Ap) -- Punti Anno vendita di fondazione 1976 - Anno chising: diretti: attività: 152 - Punti vendita di partenza franchising: Punti vendita diretti: affiliati: 241 - Punti Vendita2008 totali:- 393 3 - Punti vendita affiliati: 381 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37 COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

150/250 MQ

BACINO D’UTENZA:

20.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND ALONE/CENTRO STORICO

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2 + TITOLARE

INVESTIMENTO INIZIALE:

Q2 PER ARREDI E LUCI 280/MQ € 300/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA € 2.000 2.800 A € AL 3.500 € 3.000/3.500 MQAL M2

No

COSA CERCHIAMO 100 MQ (+ 40 PER DEPOSITO)

BACINO PUNTO D’UTENZA: VENDITA:

35MILA DA 100ABITANTI A 250 MQ

UBICAZIONE OTTIMALE: BACINO D’UTENZA:

STRADE PRINCIPALI, DA 10.000 A 50.000CENTRI ABITANTI COMMERCIALI

UBICAZIONE OTTIMALE: ESPERIENZA NEL SETTORE:

CENTRO CITTÀ, CENTRO NON RICHIESTA CENTRO COMMERCIALE, STORICO, VIE COMMERCIALI IN MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: INVESTIMENTO INIZIALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

INVESTIMENTO INIZIALE:

COSTO ARREDI 400 - 500 DA 1 A 3 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY) *RIFERITO ALLA SUPERFICIE DA ¤ 400 A DELL’AREA ¤ 700/MQ ESPOSOTIVA

FATTURATO MEDIO ANNUO:

VENDITA ¤ 4.800/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

N t

E

DA 6MILA A 10MILA € AL MQ VENDITA

COSA OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

COSA OFFRIAMO

Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettaglia to e relativo progetto strutturale.Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

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NON RICHIESTE

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5 RINNOVABILI

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Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita graAssistenza in loco in fasee di apertura.Visual Assistenza dutuita. Servizio di trainer assistenza Merchandirante il contratto. Layout del punto vendita realizzato sing. Software di gestione gratuito. Comunicazione da dall’ufficio progettazione Primadonna Spa. Formula leader internazionale in tv, radio, stampa, web, redaziocommerciale conto/vendita con reso totale dell’invennali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del duto con un margine contributivo costante tutto l’annegozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con no, assistenza e formazione. Un concept originale e di invio di sms e dem ai clienti fidelizzati. grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale 2 settimane, COSA CHIEDIAMO riassortimento merce settimanale. ¤ 50.000 FIDEJUSSIONE BANCARIA: COSA CHIEDIAMO PAGAMENTO ARREDO/ FEE D’INGRESSO: ALLESTIMENTO:

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NON RICHIESTA NO

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NON RICHIESTE DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI 6 NESSUNA

DURATA CONTRATTO (IN CONTRIBUTI PUBBLICITÀ ANNI): NAZIONALE: DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

Tel. +39 081-3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it

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Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it Tel. 080-3751575/800-141207 Fax. 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection web: www.primadonnacollection.com

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/ LE SCHEDE /

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/ LE SCHEDE /

E EE RE ANNI ANNI

SCARPE DA SCARPE DADONNA, DONNA,BORSE BORSE ABBIGLIAMENTO E E ACCESSORI E ACCESSORI CALZATURE BAMBINO

ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO

alazPalaz,LotLotività: ttività: 2011 v. 2011 tivenvenffiliati affiliati

Ragione SPA S.P. sociale:PRIMADONNA PRIMADONNA SPA-- Indirizzo: -Gruppo Indirizzo: S.P.231 231 IMAC Spa Ragionesociale: Reda Retail S.p.a. Km 5,2 (Ba) partenza del 5,270032 70032 Bitonto (Ba)- -Anno Anno partenza delfranfran-Km Indirizzo : Bitonto via Menocchia, 27 -didi 63062 - Montefiore chising: diretti: vendita 162- Punti 155 chising:2006 2006 Puntivendita vendita diretti:152 152 - Punti vendita 153 dell’Aso (Ap)- --Punti Anno di fondazione attività: 1976 - Anno affiliati: 241 totali: affiliati: 241- -Punti PuntiVendita Vendita totali: 393 225 226 379 380 199 361 di partenza franchising: 2008 -393 Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37 COSA COSACERCHIAMO CERCHIAMO

Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa - Indirizzo : via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (Ap) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37

BACINO BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: PUNTO VENDITA:

35MILA ABITANTI 35MILA ABITANTI DA 100 A 250 MQ

UBICAZIONE UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: BACINO D’UTENZA:

STRADE PRINCIPALI, CENTRI STRADE PRINCIPALI, CENTRI DA 10.000 A 50.000 ABITANTI COMMERCIALI COMMERCIALI

UBICAZIONENEL OTTIMALE: ESPERIENZA SETTORE: ESPERIENZA NEL SETTORE:

OOCOMM.LE/ COMM.LE/ TORICO STORICO

PERSONALE PERSONALERICHIESTO RICHIESTO (COMPRESO (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: INVESTIMENTO INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

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CENTRO CITTÀ, CENTRO NON RICHIESTA NON RICHIESTA COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI ININ MEDIA 3/4 FULL TIME MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI EQUIVALENTI NON RICHIESTA COSTO ARREDI 400 - 500 COSTO ARREDI 400 - 500 AL ML* DIDI ARREDO: DA 1 A(LINEE 3(LINEE AL ML* ARREDO: ECONOMY/ LUXURY) ECONOMY/ LUXURY) *RIFERITO ALLA SUPERFICIE *RIFERITO ALLA SUPERFICIE ESPOSOTIVA DA ¤ 400 ADELL’AREA ¤DELL’AREA 700/MQ ESPOSOTIVA VENDITA VENDITA ¤ 4.800/MQ DA 6MILA AA 10MILA €€ ALAL MQ DA 6MILA 10MILA MQ VENDITA VENDITA

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

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PAGAMENTO ARREDO/ FEE D’INGRESSO: FEE D’INGRESSO: ALLESTIMENTO:

LEASING NO NO

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DA VALUTARE IN FUNZIONE DA VALUTARE IN FUNZIONE NON RICHIESTE DEGLI ABITANTI DEGLI ABITANTI 6 NESSUNA NESSUNA

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/ EVENTI /

A Milano il 28 e 29 aprile 2020 presso MiCo

MAPIC ITALY: L’EVENTO ITALIANO DI RETAIL E REAL ESTATE Intervista a Francesco Pupillo, Show Director The Happetite & LeisurUp - Mapic family events - Real Estate Division

F

acendo seguito alla crescita registrata dai due eventi milanesi negli ultimi due anni, anche quest’anno l’organizzazione ha continuato ad investire sulla qualità delle due manifestazioni e a lavorare sull’identità propria a ciascuno dei due eventi differenziandoli ancor di più l’uno dall’altro per renderli generatori di opportunità di business sempre più ampie. In tale ottica, Mapic Italy continua nella sua costante crescita posizionandosi come evento di riferimento per il mercato immobiliare commerciale in Italia sia per gli operatori italiani che per gli operatori internazionali, con questi ultimi che iniziano ad affluire sempre più numerosi. Abbiamo intervistato Francesco Pupillo, Show Director The Happetite & LeisurUp - Mapic family events - Real Estate Division. Una nuova edizione di Mapic in Italia. Perché Mapic Food diventa The Happetite. Quali le novità di questa edizione?

“Per questa prossima edizione prevediamo di avere una crescita di circa il 20% tra gli exhibitors ed oltre

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2.200 partecipanti. Il focus centrale quest’anno sarà la trasformazione del settore retail ed in tal senso verranno riprese le tematiche principali affrontate a Mapic in novembre, quindi l’innovazione digitale con l’impatto sul customer journey e la crescita di nuove categorie di tenants ed in particolare i servizi alla persona e il leisure. Avremo due aree espositive tematiche dedicate ad innovazione e leisure oltre che due sessioni di conferenze dedicate. Per quanto invece attiene a The Happetite, conosciuto in precedenza come Mapic Food, abbiamo voluto procedere ad un rebranding per allargare la proposta di valore dell’evento a seguito delle importanti presenze avute nella scorsa edizione. L’obiettivo è di dare all’evento un DNA proprio che vada al di là di un puro evento dedicato al mercato immobiliare commerciale per le catene di ristorazione. The Happetite si presenta sempre più come una piattaforma di business globale (quindi non solo italiana) grazie alla quale le catene di ristorazione possono identificare non solo le location più adatte al proprio sviluppo, ma anche i partenr necessari alla loro crescita


/ EVENTI /

Francesco Pupillo

(Multi-unit franchise partners, Master Franchise e Travel retail operators) oltre che gli investitori interessati ad entrare nel capitale delle catene. Proprio per rafforzare questi due aspetti, l’evento avrà delle sessioni di conferenze dedicate a queste due popolazioni di players e due eventi di networking dedicati: il Multi-Unit Franchise lunch ed il Private Equity Investor Breakfast, cha si terranno all’interno dell’evento il Mercoledi 29 Aprile. Sono attesi circa una trentina di Multi-Unit franchise partners internazionali ed altrettanti Private Equity Investors. Per rispondere alla crescita delle due manifestazioni ed alla differenziazione di posizionamento, gli eventi saranno co-locati a MiCo durante le stesse date ma avranno zone espositive più grandi e chiaramente separate, tenendosi su livelli diversi all’interno del complesso fieristico”. Come le altre, anche questa edizione di “The Happetite”, in programma il prossimo aprile, si preannuncia come un successo sia sul fronte del numero di presenze, sia per la qualità dei brand presenti. Qualche anticipazione sulle presenze importanti e sugli appuntamenti in programma?

“Aspettiamo una crescita importante nelle presenze ed i primi numeri ci confortano nelle previsioni. Lo scorso anno 2.000 pertecipanti in provenienza da 45 paesi avevano visitato Mapic Food inclusi circa 450 rappresentanti di catene di ristorazione e un centinaio di Master Franchise e di Travel Retail Operators. Tra i nomi più importanti che hanno già confermato la propria partecipazione vi sono ope-

ratori di primo piano a livello internazionale come Paulaner, Sushi Shop, L’Osteria, Grupo Restalia, Amrest, Alsea, Zabardast, La Pesca, The Avocado Show, Comptoir Libanais, Rosinter, Al Hotaim, Toridoll. Tra gli italiani Chef Express, Old Wild West, La Piadineria, Caffè Pascucci, Spontini, Cioccolati Italiani solo per citarne alcuni. Grande novità di quest’anno, oltre ai format legati ai Multi-Unit franchise partners e ai Private Equity Investors, il lancio della competizione degli awards The Happetite volta a premiare l’eccellenza a livello internazionale, dei concept di ristorazione e delle innovazioni nel settore della ristorazione commerciale. Tra gli appuntamenti da non mancare anche la sessione di apertura del programma di conferenze che vedrà l’intervento del presidente e fondatore di Time Out Market, Joao Cepeda”. Quali sono le differenze con il Mapic Cannes?

“Mapic Italy rappresenta un perfetto complemento a Mapic Cannes. Cannes è l’evento leader a livello internazionale dedicato al mercato immobiliare commerciale, con oltre 8500 partecipanti in provenienza da 80 paesi. Rappresenta quindi la vetrina internazionale per eccelenza che permette a proprietà e gestori di siti commerciali italiani di mostrare a retailer ed investitori internazionali progetti di sviluppo e location disponibili in Italia. La presenza a Cannes è quindi fondamentale per i player italiani, tenuto conto che oltre l’80% degli investimenti nel comparto immobiliare retail italiano sono di provenienza estera. Cannes è altresi’ importante per i brand italiani in quanto permette loro in tre giorni di avere una panoramica completa delle opportunità di sviluppo a livello internazionale e di entrare in contatto con tutti i principali player a livello globale. Al tempo stesso pero’ la presenza di operatori di oltre 80 paesi a Cannes non permette ai player internazionali, nei soli tre giorni dell’evento, di dedicare la totalità del proprio tempo alle opportunità offerte dal mercato italiano. Ecco quindi che Mapic Italy offre la possibilità di un approfondimento con una visione completa e più granulare delle opportunità offerte dal mercato italiano, permettendo inoltre una partecipazione all’evento anche allargata ad operatori di dimensione più regionale e locale che magari non sono ancora maturi pronti per la vetrina internazionale. Per quel che concerne invece The Happetite, come detto, l’evento, che ha invece portata internazionale, mira a creare una piattaforma di

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/ EVENTI /

business per le catene di ristorazione che vada al di là della parte puramente immobiliare (che rimane il focus principale a Mapic Cannes) e che permetta alle catene di entrare in contatto con i partner necessari allo sviluppo della propria presenza a livello internazionale oltre che con i partner finanziari in grado di accelerare tale sviluppo”. Un’evento internazionale dedicato alle catene della ristorazione commerciale interessate a sviluppare la propria presenza a livello globale ma quali sono i nuovi trend del mercato sia italiano che internazionale?

“La ristorazione commerciale è un settore sempre più chiave nello sviluppo di nuovi siti retail e destinazioni a uso misto. Il food gioca oggi un ruolo di aggregatore che è assolutamente centrale nell’era digitale, in quanto permette la condivisione di esperienze umane ed emozionali. Cio’ ha determinato una forte crescita della domanda di nuovi concept e format di ristorazione da parte di proprietà e gestori. Al tempo stesso le catene di ristorazione sono in forte evoluzione per rispondere alle mutazioni della società odierna. Tra i macro trend che possiamo individuare vi è certamente la ricerca dell’autenticita e del benessere (mangiar sano e mangiar “local”) e cio’ ha un impatto diretto nella crescita di concept con prodotti freschi, locali, di produzione quasi “artigianale” anche nel segmento del fast food, con l’affermarsi di quello che oggi viene definito “fast good”. Altro concetto fondamentale per le nuove generazioni è la sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, con tutte le catene che sono oramai orientate all’eliminazione della plastica ed alla riduzione dello spreco di cibo. Molto interessante in tal senso sarà la sessione del programma di conferenze dedicata a questo tema e che vedrà l’intervento di Mette Lykke, Ceo del gruppo Too Good To Go, l’applicazione che sta rivoluzionando il settore permettendo di combattere lo spreco di cibo. Infine un ultimo trend che merita sicuramente di essere citato è l’impatto della tecnologia sul settore della ristorazione, in particolare lo sviluppo della presenza della robotica, delle soluzioni digitali che permettono di migliorare l’esperienza cliente (inclusa la consegan a domicilio) nonché le soluzioni di gestioni dei dati che permettono di migliorare l’operatività dei ristoranti. Da non perdere su questo tema la sessione del programma di conferenze che vedrà l’intervento di Benjamin Calleja, Ceo di Livit, agenzia leader a li-

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vello internazionale nel design e nella consulenza strategica nel settore dell’hospitality”. Quali invece le future «Food destinations»?

“Vi è molto fermento oggi a livello internazionale in termini di food destinations. Sono numerosi gli esempi di destinazioni che mirano a creare un’esperienza unica, vibrante, autentica e molto “local”. In tal senso abbiamo potuto registrare la crescita importante nel corso degli ultimi anni delle food hall, format che fanno leva sui valori menzionati e che si sono sviluppate sia in location urbane che in siti più tradizionalmente dedicati al retail. Per citare alcuni tra gli esempi più noti in location urbane, di sicuro il precursore Eataly, ma anche Mercato Centrale in Italia. A livello internazionale certamente Time Out Market, assieme ad altre success story interessanti come La Felicità e Ground Control a Parigi, Market Hall, Mercato Metropolitano e Box Park a Londra, Chelsea Market e Little Spain a New York. Si tratta in generale di progetti che hanno permesso di rigenerare aree urbane dismesse e che prevedono, oltre che ad un’offerta food ricca, varia e locale, eventi live, atelier degustazioni, corsi di cucina e simili. Accanto a tali location urbane, un forte sviluppo delle destinazioni food si è registrato anche nei siti retail, con una crescita importante delle superfici dedicate ed un ripensamento totale del vecchio concetto di food court. Molti sono gli esempi di siti che hanno ripensato questi spazi per creare atmosfere ed esperienze uniche. Volendo citare alcuni nomi basti pensare in Italia alle Cucine di Curno o a City Life e a livello internazionale a quanto realizzato da ECE con il concept Foodtopia nel centro MyZeil o ancora a IT Villaggio nel centro CAP 3000 in Costa Azzurra. Numerosi sono inoltre i progetti che vedranno la luce nei prossimi anni tra i quali Food Society a Parigi, progetto sviluppato da Unibail-Rodamco-Westfield e che mira ad essere una delle più grandi food hall d’Europa, o ancora progetti retail come Milanord2 in Italia o come Intu Costa del Sol in Spagna e Hines Cherrywood in Irlanda che saranno presentati nel corso di una sessione dedicata del programma di conferenze a The Happetite”.


L’evento annuale che riunisce Executive di calibro internazionale della grande distribuzione e della distribuzione organizzata in un confronto sulle ultime tendenze e gli sviluppi del settore. Due giornate con sessioni di dibattito, incontri e momenti di networking: un’opportunità per approfondire i nuovi scenari, condividere esperienze, accedere a una community esclusiva.

120 partecipanti 25 relatori sessioni internazionali

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/ MARKETING /

Sono la forma di comunicazione che non può mancare a chi vuole usare i social in modo efficace

LE INSTAGRAM STORIES NEL 2020 Attualmente rappresentano uno strumento di comunicazione necessario per chi utilizza i social per business, e saperle sfruttare nel modo corretto può aumentare la forza della comunicazione di Mattia Nicoletti*

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/ MARKETING /

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uando abbiamo iniziato questa pagina dedicata alle “best practice” sui social, questa forma di comunicazione era diversa. La mutazione e l’evoluzione dei social media anche in solo due anni, è stata tale, che se venisse usato il medesimo approccio per metterci in contatto con il pubblico di riferimento probabilmente avremmo dei risultati mediocri. Con questo non vogliamo affermare che le regole enunciate nelle prime rubriche non siano più valide (abbiamo sempre cercato di utilizzare norme che potessero resistere al passare del tempo) ma che oggi comunque sia necessario aggiornare il nostro modo di utilizzare i social. Per fare un esempio, Instagram oggi è diventato il social fondamentale per comunicare, mentre Facebook in parte ha sostituito con le sue pagine business i siti web di molte attività. Facebook è ottimale per gestire i clienti (attraverso messenger), Instagram serve per attrarre, coinvolgere, interagire. Molto probabilmente fra due anni la situazione sarà di nuovo cambiata, ed è per questo che è molto importante studiare come cambiano i social se non ogni settimana almeno ogni mese (il web è pieno di pagine dove aggiornarsi). Per questa ragione parleremo dell’evoluzione delle Instagram stories e di come in questo momento siano la forma di comunicazione che non può mancare a chi vuole usare i social in modo efficace. PERSONALE E QUOTIDIANO

Agli albori delle Instagram stories molte aziende ritenevano questo mezzo informale e non adatto. La sua durata breve (24 ore) e l’abitudine degli utenti a fruirne sempre più copiosamente lo hanno trasformato in qualcosa da cui non si può prescindere. Per renderle interessanti però bisogna cogliere gli attimi “privati”, i dietro le quinte, il quotidiano di aziende e prodotti. Dal lavoro in laboratorio per una pasticceria al disegno delle collezioni o alle sfilate per un’azienda di abbigliamento. Il tutto girato come se si avesse la camera a mano (che in questo caso è lo smartphone), con grande naturalezza. HASHTAG E LOCATION

Una delle chiavi del successo delle stories sono gli hashtag individuati per il business in questione e

il luogo di riferimento dove è stato creato il contenuto (o dove si trova l’azienda o il punto vendita). Vanno inseriti sempre e se il testo è troppo e copre in parte il contenuto, è sufficiente nasconderli trascinandoli con un movimento rapido verso il basso. Hashtag e location saranno invisibili ma presenti per indicizzare il video o la foto. PERSONALIZZAZIONE

Le stories possono essere personalizzate, dal font da utilizzare, ai filtri. È corretto quindi non limitarsi a usare i font classici delle stories, sperimentando anche. Se poi un’azienda ha un font molto caratterizzante, il video o l’immagine (anche se comporta tempo da dedicarsi) può essere modificata con un photo o video editor che consente l’inserimento del font desiderato. INTERAZIONE

Le stories sono un ottimo mezzo per interagire con gli utenti. Si possono anche creare sondaggi e anche proporre promozioni a tempo (visto che le stories durano appunto 24 ore).In alcuni casi si possono anche condividere dei mini tutorial che sono fra i contenuti più apprezzati. GRATIFICAZIONE

Condividere i contenuti in un post significa condividere un “pezzo di vita”, un momento, qualcosa che si ritiene di valore. Per questa ragione condividere le storie di altri utenti (i cosiddetti user generated content) sulla base di un hashtag o a una location legati al brand o a un prodotto dell’azienda, ha il potere, da una parte di gratificare gli utenti perché si valorizza il loro contenuto aumentandone la visibilità, e dall’altra consente a chi riposta di creare velocemente delle storie. Le instagram stories sono attualmente uno strumento di comunicazione necessario per chi utilizza i social per business, e saperle sfruttare nel modo corretto può aumentare la forza della comunicazione. *Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment

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/ N U OV I ST R U M E N T I /

Milano si conferma regina della creativitĂ , seguita da Roma, Torino e Napoli

INCENTIVI PER LA VALORIZZAZIONE DI BREVETTI, MARCHI E DISEGNI Tutte le informazioni necessarie per partecipare a tre importantissimi bandi nazionali rivolti alla valorizzazione dei titoli di proprietĂ industriale, specificatamente e un bando ad hoc per le Startup innovative *Dott.ssa Francesca Paleari

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/ N U OV I ST R U M E N T I /

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l 13 gennaio scorso, presso la Camera di Commercio di Milano, sono state presentate, alla presenza del Viceministro dello Sviluppo Economico Dott. Stefano Buffagni, le nuove misure ed i nuovi incentivi per la valorizzazione di brevetti, marchi e disegni. Il primo dato emerso è incoraggiante: in Lombardia si brevetta di più, in cinque anni +30% le invenzioni, +7% i marchi per un totale di 36 mila depositi nel 2018 su 110 mila in Italia. Milano si conferma regina della creatività, seguita da Roma, Torino e Napoli. La seconda notizia interessante, è che è stato appena firmato il Decreto per il rifinanziamento e la riapertura di 3 importantissimi bandi nazionali rivolti appunto alla valorizzazione dei titoli di proprietà industriale, specificatamente: Brevetti +, Marchi +3, Disegni +4. Ex novo, invece, è stato attivato un bando ad hoc per le Startup innovative: Voucher 3I – Investire In Innovazione. Obiettivo Sviluppo era presente a questo work-shop, nel corso del quale si sono susseguiti interessantissimi interventi ed analisi (tra gli altri Carlo Sangalli, Presidente della CCIAA di

Milano, e diversi tecnici del Ministero e di Invitalia), con il nostro CEO Dott. Emanuele Fedeli ed uno dei nostri europrogettisti Stefano Paleari. Vediamo nel dettaglio queste nuove opportunità: BREVETTI +

Con Brevetti + il Ministero dello Sviluppo Economico intende favorire la valorizzazione economica di brevetti e privative nazionali e internazionali attraverso l’erogazione di un contributo a

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/ N U OV I ST R U M E N T I /

FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/ agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Francesca Paleari

Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388

fondo perduto. Dotazione: 21,8 milioni di euro. Le agevolazioni sono finalizzate all’acquisto di servizi specialistici relativi a: • Industrializzazione e ingegnerizzazione; • Organizzazione e sviluppo; • Trasferimento tecnologico. Prevede un contributo a fondo perduto fino a 140 mila euro – nel limite dell’80% delle spese ammesse. Domande dal 30 gennaio 2020. MARCHI +3

La misura Marchi +3 favorisce la registrazione all’estero (sia a livello comunitario che internazionale) di marchi nazionali da parte di pmi, con l’obiettivo di sostenerne la capacità innovativa e competitiva. Dotazione: 13 milioni di euro. Prevede un contributo in conto capitale fino all’80% delle spese: • per la Misura A – registrazione di marchi europei: 6.000 euro per ogni domanda relativa ad un marchio depositato presso l’EUIPO; • per la Misura B – registrazione di marchi internazionali: 6.000 euro (7.000 euro per USA o Cina), per ciascuna domanda relativa ad un marchio depositato presso OMPI che designi

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un solo Paese, elevato a 7.000 euro (8.000 euro per USA e/o Cina) per ciascuna richiesta di agevolazione relativa ad un marchio depositato presso OMPI che designi due o più Paesi. Domande dal 30 marzo. DISEGNI +4

Il Bando Disegni +4 promuove la valorizzazione e lo sfruttamento economico dei disegni/modelli industriali sui mercati nazionale e internazionale. Dotazione: 3,5 milioni di euro. Le agevolazioni sono finalizzate all’acquisto di servizi specialistici esterni per favorire: • Fase 1 – Produzione • la messa in produzione di nuovi prodotti correlati ad un disegno/modello registrato • prevede un contributo a fondo perduto fino a 65 mila euro – nel limite dell’80% delle spese • Fase 2 – Commercializzazione • la commercializzazione di un disegno/modello registrato • prevede un contributo a fondo perduto fino a 10 mila euro – nel limite dell’80% delle spese Domande dal 27 febbraio 2020.

*** IN EVIDENZA

• Con Brevetti + il Ministero dello Sviluppo Economico intende favorire la valorizzazione economica di brevetti e privative nazionali e internazionali attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto. Dotazione: 21,8 milioni di euro. Prevede un contributo a fondo perduto fino a 140 mila euro – nel limite dell’80% delle spese ammesse • La misura Marchi +3 favorisce la registrazione all’estero (sia a livello comunitario che internazionale) di marchi nazionali da parte di pmi,

VOUCHER 3I PER LE STARTUP INNOVATIVE

Il Voucher 3I finanzia l’acquisizione di servizi per la brevettazione a favore delle startup innovative. L’incentivo può essere utilizzato per la verifica della brevettabilità dell’invenzione, l’effettuazione delle ricerche di anteriorità preventive, la stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, l’estensione all’estero della domanda nazionale. L’importo del voucher 3I e’ concesso nei seguenti limiti: • servizi di consulenza relativi alla verifica della brevettabilità dell’invenzione e all’effettuazione delle ricerche di anteriorita’ preventive: euro 2.000,00 + IVA; • servizi di consulenza relativi alla stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi: euro 4.000,00 + IVA; • servizi di consulenza relativi al deposito all’estero della domanda nazionale di brevetto: euro 6.000,00 + IVA. Bando in apertura.

* Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

con l’obiettivo di sostenerne la capacità innovativa e competitiva. Dotazione: 13 milioni di euro. Prevede un contributo in conto capitale fino all’80% delle spese • Il Bando Disegni +4 promuove la valorizzazione e lo sfruttamento economico dei disegni/modelli industriali sui mercati nazionale e internazionale. Dotazione: 3,5 milioni di euro • Il Voucher 3I finanzia l’acquisizione di servizi per la brevettazione a favore delle startup innovative

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/ T E C H & R E TA I L /

Deve essere utile e facile da usare. Solo in questo modo migliora la percezione del brand

L’IMPORTANZA DELLA TECNOLOGIA NEL PUNTO VENDITA

Uno studio condotto da un team di ricerca dell’Università Bocconi di Milano per indagare la percezione delle tecnologie e delle soluzioni digitali installate nella rete di punti vendita retail

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/ T E C H & R E TA I L /

U

n dato è certo: tecnologia impatterà sul personale di negozio, d’accordo soprattutto giovani con alto livello di istruzione. Lo studio è stato condotto da un team di ricerca coordinato dal professor Andrea Ordanini dell’Università Bocconi di Milano con l’obiettivo di indagare la percezione delle tecnologie e delle soluzioni digitali installate nella rete di punti vendita retail e, di conseguenza, la loro efficacia in termini di utilità, facilità d’adozione e impatto sul ruolo del personale, sull’esperienza d’acquisto e sui risultati del negozio. Lo studio, applicato sul campo, si è svolto intercettando e intervistando in profondità 100 persone al termine della loro esperienza d’acquisto, all’interno di punti vendita in cui erano presenti tecnologie fornite da M-Cube. M-Cube, leader europeo in soluzioni di digital engagement per il punto vendita, ha supportato lo svolgimento di un’indagine esplorativa sulle percezioni e le aspettative dei consumatori sul ruolo dei contenuti digitali sviluppati e introdotti nei punti vendita. Il primo dato che emerge dalla ricerca è che da oltre il 75% degli intervistati la tecnologia è ritenuta decisamente utile, senza differenza per genere, età, nazione di provenienza, livello di istruzione e durata media dello shopping. In particolare, però, l’utilità della tecnologia risulta maggiore per i più giovani e per chi è cliente abituale del brand. Analogamente la tecnologia è ritenuta facile da usare, di nuovo senza distinzioni particolari nel campione, benché con incidenza superiore nella fascia relativa ai giovani e agli istruiti, che valutano la tecnologia come più pratica e intuitiva. Per circa l’80% degli intervistati tuttavia la tecnologia impatterà sul ruolo del personale, il cui cambio di ruolo è atteso maggiormente dai clienti più giovani e istruiti. In particolare, inoltre, l’utilità della tecnologia viene associata all’impatto che essa ha sul personale soprattutto se la promessa alla base intende dare libertà al cliente nell’esperienza d’acquisto (capacità di orientarsi nella proposta e nella customer experience, consultazione cataloghi e raccolta di informazione e infine metodi di check-out). Per quanto riguarda invece l’impatto che la tec-

nologia ha sulla percezione del brand secondo il cliente, il riscontro è largamente positivo: per il 73% la tecnologia cambia in meglio la percezione del brand, soprattutto per i clienti abituali e i clienti di età giovane. Inoltre, l’attitudine al passaparola positivo sul negozio è molto elevata per tutto il campione. Ne consegue, infine, che l’utilità dei contenuti digitali in store è responsabile dei risultati del negozio, per effetto sul branding, sull’esperienza d’acquisto e sul passaparola aumentati dalla tecnologia. Leonardo Comelli, Direttore Commerciale di M-Cube, commenta così i risultati della ricerca: “Il dato più interessante che emerge da questa ricerca è come la percezione del brand sia fortemente influenzata in maniera positiva dalla presenza di tecnologie all’interno del punto vendita, soprattutto nel retail dei marchi moda e lusso. La tecnologia rende il negozio un importante momento di comunicazione del brand, e ne fa il luogo in cui, in una strategia multicanale, il cliente ha l’incontro più emozionante e coinvolgente con il prodotto.” Secondo Andrea Ordanini, Professore di Marketing & Service Analytics, BNP Paribas Endowed Chair all’Università Bocconi: “In sintesi, la tecnologia avrà un ruolo fondamentale nel ridisegno in molti punti vendita del futuro, ma non come pura sostituzione del personale di contatto, bensì come elemento facilitatore della relazione di servizio fra consumatore e brand”.

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/ NEW CONCEPT /

GLOSSIER: UN BRAND NATO DA UN BLOG Il caso Glossier in U.S.A. è un esempio di boutique progettate in modo instagrammable e offre una selezione di prodotti per la cura della pelle e del corpo, make-up e fragranze, con la possibilità di personalizzare il packaging

di Fabrizio Valente*

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/ NEW CONCEPT /

L’

imprenditrice Emily Weiss, dopo brevi esperienze come modella e in TV in un reality USA, nel 2010, a 24 anni ha lanciato il blog Into the Gloss, dedicato al beauty con una filosofia che ha rotto i cliché tradizionali: “Crediamo che la bellezza dovrebbe essere divertente, semplice, imperfetta e personale. Sei tu a dar vita ai prodotti, non i prodotti a te”. Il blog ha velocemente attratto e fidelizzato una community di teenager, di Millennial e anche di celebrities. Dopo 4 anni, Emily ha lanciato online il brand Glossier, come testimone di un lusso accessibile, molto trendy, coinvolgente e “figlio” della community. Con lo slogan “Skin first. Make-up second” Glossier offre una selezione di prodotti per la cura della pelle e del corpo, make-up e fragranze, con la possibilità di personalizzare il packaging.

PROSSIMO EVENTO KIKI LAB Milano 17 marzo 2020 Retail Innovations 15 - Tendenze e casi internazionali Convegno a pagamento, inviti disponibili per manager Retail e IdM (disponibilità limitata). Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81

Progetto nativo digitale

Dal 2018 Glossier ha iniziato ad aprire negozi fisici, prima a Los Angeles e subito dopo a New York. Quest’ultimo flagship, aperto nello stabile della sede dell’azienda, ha subito ottenuto un grande successo, nonostante la location poco trendy, ai margini di Chinatown. La facciata è anonima e understated, ma nel weekend già prima dell’apertura si forma una lunga coda di fan per entrare.

Negozi instagrammable

L’esperienza del negozio è intensa: musica alta e tanti angoli predisposti per selfie con le amiche da postare su Instagram e i vari social, in particolare il Boy Brow Room, spazio dedicato al gel per sopracciglia, best seller di Glossier con prodotti giganti e specchi su tutte le pareti. Le boutique sono contraddistinte dal rosa del brand, presente dappertutto e anche caratterizzante le divise delle addette. Sharing Experience

La boutique di New York accoglie le clienti con un desk che, oltre a offrire il benvenuto, consegna eventuali ordini acquistati online. Una scalinata hollywoodiana conduce al negozio, in cui tutti i prodotti sono a disposizione delle clienti, presenti per lo più con gruppetti di amiche, tutte completamente a proprio agio nel provare tutti i prodotti. Nonostante la presenza delle beauty assistant la maggior parte delle clienti preferisce truccarsi reciprocamente prima del classico selfie. Il processo di vendita prevede l’acquisto con il

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/ NEW CONCEPT /

Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 14 Glossier – U.S.A. Boutique progettate in modo instagrammable per un brand, nato da un blog, che ora spopola fra teenager e Millennial, pronte a condividere l’entusiasmo per il brand online e nei negozi. Area chiave Engagement Tendenza complementare Nativo digitale; Instagrammable store Info chiave • 2010: lancio del blog Into the Gloss • 2014: lancio online del brand Glossier • 2018: aperture a Los Angeles e a New York • 250 mq superficie media • 150 dipendenti

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pagamento (solo con carte) a una delle addette, tramite tablet. I prodotti non sono stoccati nell’area vendita, ma arrivano dal magazzino, situato al piano superiore, con uno scenografico sistema automatico che in pochi minuti fa pervenire la shopper bag dell’acquisto personalizzata con il nome della cliente. Un brand nativo digitale sviluppatosi velocemente seguendo in modo corretto il processo di sviluppo tipico di questi posizionamenti: blog, social, ecommerce, boutique. Emily Weiss sta dimostrando di essere brava anche col retail fisico, offrendo esperienze multisensoriali e facilmente condivisibili con le amiche. Sfida: restare coerenti sapendosi innovare in un mercato che continua a creare successi planetari basati sui Social in tempi sempre più rapidi. *Founder e AD di Kiki Lab – Ebeltoft Italy


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/ COMUNICAZIONE /

Non sono piĂš degli spettatori imbambolati, ma dei veri e propri giudici, creatori attivi del contenuto mediatico

GENERAZIONE Z: I CLIENTI DEL FUTURO Ogni nuova generazione rappresenta una sfida per chi cerca di raggiungerla commercialmente e parlare con loro significa applicare nuove regole di marketing

di Stefania Giuseppetti

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/ COMUNICAZIONE /

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i fronte ai cambiamenti demografici che impattano sul mercato, il marketing è necessariamente obbligato ad evolversi per offrire valore e soddisfare i bisogni. Se un tempo erano i brand a influenzare le scelte di consumo, oggi sono i consumatori, o meglio la “Generazione Z”. Definizione firmata dal sociologo Neil Howe, già scopritore insieme a William Strauss dei “Millennials”, i nuovi consumatori hanno una vita più online che offline: non conoscono il mondo senza internet e non hanno mai usato una linea fissa; non conoscono il nostro nostalgico passato, perché non ha mai fatto parte del loro presente, fatto di conversazioni digitali e di strumenti innovativi che utilizzano in modo spontaneo. Tossicodipendenti dello schermo e con un intervallo di attenzione molto breve, sono il target del futuro. Conosciuta anche con il nome di Centennial, la Generazione Z rappresenta i nati tra il 1995 e il 2015: 2,9 miliardi di persone al mondo entro il 2020 che, secondo il Financial Times, comporrà il 40% del totale dei consumatori. “Z” come l’ultima lettera dell’alfabeto, come la fine di un ciclo in cui è fondamentale la riorganizzazione della comunicazione - che deve obbligatoriamente diventare ancora più semplice, rapida, d’impatto e visuale - e la trasformazione della strategia dei mezzi attraverso cui si veicolano i messaggi.

Ogni nuova generazione rappresenta una sfida per chi cerca di raggiungerla commercialmente e parlare con loro significa applicare nuove regole di marketing. Gli “Zeta”, nati sotto la legge della globalità, non ne vogliono proprio sapere del rapporto puramente mercificato con la marca, anzi, hanno imparato ad aggirarlo. Non sono più degli spettatori imbambolati, ma dei veri e propri giudici, creatori attivi del contenuto mediatico (User Generated Content). Consumare è diventato un atto di voto, di giudizio e di esecuzione quando serve. Secondo una ricerca di Ernst & Young, la Generazione Z apprezza l’autenticità dei brand e cerca contenuti tramite cui possano esprimersi. “Il fattore chiave che differenzia i giovani appartenenti alla ‘Generazione Z’ dai ragazzi che li hanno preceduti, a parte l’età, è un forte elemento di autocoscienza e partecipazione”. Infatti, utilizza i mezzi a propria disposizione per informarsi, promuovendo l’esperienza di pre-acquisto, più di qualsiasi altra generazione. Più un brand è autentico e riesce a trasmettere e mantenere i propri valori, più ha possibilità di attirare la Generazione Z. Consumatori che, a differenza dei Millennial che li hanno preceduti, non amano nascondersi dietro ai “filtri”, ma preferiscono l’autenticità, la trasparenza e la sempli-

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/ COMUNICAZIONE /

cità: queste le parole per descrivere una strategia apprezzata dai giovani che rientrano in questo nuovo segmento. Affamati di emozioni e essenzialità nello stesso tempo, immagazzinano solo quello che li attira. Perciò, la marca che vuole lasciare il segno deve essere fonte di piacere e, soprattutto, deve saper

*** IN EVIDENZA

• La Generazione Z apprezza l’autenticità dei brand e cerca contenuti tramite cui possano esprimersi • Affamati di emozioni e essenzialità nello stesso tempo, immagazzinano solo quello che li attira • Se nell’era della cultura alfabetica per mantenere visibilità sul mercato bisognava correre, ora, bisogna andare ancora più veloci • La marca che vuole lasciare il segno deve essere fonte di piacere e, soprattutto, deve saper attrarre

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attrarre, offrendo strumenti che favoriscono il dialogo e il coinvolgimento. Inoltre, per sopravvivere alla velocità che caratterizza questo contesto, è importante essere capaci di creare messaggi in continua evoluzione. Il tempo che la Generazione Z dedica ai contenuti è minimo, solo 8 secondi, e così la durata di vita del messaggio si accorcia inevitabilmente. Se nell’era della cultura alfabetica per mantenere visibilità sul mercato bisognava correre, ora, bisogna andare ancora più veloci. Con questo segnale di modalità diversa di gestione del tempo, si aprono le porte a una grande sfida piena di responsabilità, che cambia le modalità di fruizione dei media, ma che ha delle conseguenze anche sulla vita reale. È interessante l’esempio pionieristico della campagna digitale back-to-school di Converse “Firs Day Feels”, che già nel Luglio 2017, con Millie Bobby Brown, personaggio della serie Netflix “Stranger Things”, è stata protagonista di tantissime gif animate, formato, utilizzato dai più giovani e dall’alta potenzialità virale, in cui il brand appare sullo sfondo come fosse un interprete utile ma non essenziale di un certo stile di vita.


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/ FINANZA & LEGALE /

Franchising, nullo il contratto se non è trasferito il know-how: ancora una conferma

L’ESSENZIALITÀ DEL KNOW-HOW Il Tribunale di Bologna ribadisce la prevalente e storica tesi circa l’essenzialità del know-how e del suo necessario trasferimento, pur in presenza della nota Sentenza della Cassazione che ha considerato, invece, essenziale la sperimentazione della formula commerciale

di Mirco Comparini

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/ FINANZA & LEGALE /

E

ra il 2018 quando, dalle colonne di AZ Franchising con l’articolo “Franchising e know how la Cassazione complica”, fu commentata una importante Sentenza della Cassazione (n.11256/2018). La Sentenza in questione si pose in contrapposizione alla dottrina maggioritaria e alla copiosa giurisprudenza non fornendo assolutamente un chiarimento al contesto interessato a definire maggiormente i parametri e i confini per non rischiare un annullamento del contratto o, comunque, per identificarne i reali e certi requisiti di validità. DALLA CASSAZIONE

In pratica, secondo la Corte, proprio dall’articolo 1, comma 1 (Definizione), legge n.129/2004, si può evincere che il contratto di affiliazione commerciale non riguardi cumulativamente tutti gli aspetti regolati dalla norma, ma, sempre secondo la Corte, da tale articolo si rileva solamente la concessione all’affiliato della disponibilità di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale, cioè, la formula commerciale sperimentata, che può concernere uno o più profili elencati dalla norma stessa, nell’ottica, poi, di inserire l’impresa affiliata in una articolata rete territoria-

le. Sussistendo tale insieme, ben può quindi configurarsi un contratto di franchising privo della clausola concernente la trasmissione del knowhow dal franchisor al franchisee. DAL TRIBUNALE DI BERGAMO

Da questa Sentenza è poi derivata quella giunta dal Tribunale di Bergamo che nel 2019 mise in rilievo che è “la formula commerciale sperimentata a costituire l’elemento essenziale e sempre imprescindibile di tale contratto. La formula commerciale è descritta come l’insieme, il quale può essere variamente composto, “di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale”. Non solo, ma tra le altre importanti affermazioni, il Tribunale di Bergamo ebbe modo di specificare che, nonostante l’articolo 3 (Forma e contenuto del contratto), L.129/2004, non lo preveda tra gli elementi obbligatori da inserire nel testo contrattuale, per il caso in contenzioso “Nessuna precisazione è inserita nel contratto – né vi sono allegazioni in tal senso da parte della convenuta – sulla consistenza della formula commerciale costituente

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/ FINANZA & LEGALE /

l’oggetto del contratto di affiliazione (in termini, per esempio, di strategie per la gestione delle risorse umane e dei contatti o di norme comportamentali standardizzate, volte a fidelizzare l’utenza e ad agevolare il processo di avviamento e di mantenimento dell’attività)”. Questa che ormai sembrava una nuova “tendenza” della giurisprudenza, oggi trova una posizione contraria che riposiziona il tutto sulla situazione precedente. DAL TRIBUNALE DI BOLOGNA

Infatti, dopo la nota Sentenza della Cassazione è il Tribunale di Bologna che torna a ribadire la prevalente e storica tesi circa l’essenzialità del knowhow e del suo necessario trasferimento. Nella vicenda, curata dallo Studio Legale Giovanni Adamo, pur dovendo considerare molto importante i molti aspetti che la stessa Sentenza evidenzia, il Tribunale ha analizzato e si è soffermato, per espresso richiamo da parte del convenuto, sul contrasto giurisprudenziale creatosi, appunto, dal maggio 2018, cioè, proprio da quando è giunta la citata Sentenza della Cassazione, evidenziando come “solo all’esito del rigetto delle istanze di prova e dunque dell’istruttoria, e richiamando una isolata pronuncia di legittimità postasi in dichiarato contrasto con la dottrina maggioritaria

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(Cass., sez. III, ord. 10 maggio 2018, n. 11256, discussa all’udienza del 13 dicembre 2018), (..), la convenuta, modificando la sua originaria tesi difensiva, in comparsa conclusionale ha inteso contrastare la domanda di nullità in base all’argomento secondo cui il trasferimento del know how dall’affiliante all’affiliato – contrariamente a quanto sostenuto dalla prevalente dottrina e giurisprudenza – non è un elemento essenziale del contratto di franchising” e ha anche aggiunto che “nella specie non vi era trasferimento di know how previsto contrattualmente”. In pratica, pertanto, il Tribunale di Bologna ha voluto specificare come la lettura (successivamente) esposta dalla parte risultata soccombente, fosse riconducibile, in primis, ad una dottrina minoritaria che, seppur recepita da una Sentenza della Corte di Cassazione, non risultava e non appariva, in secondo luogo, assolutamente persuasiva anche nell’interpretazione data dalla giurisprudenza maggioritaria. Pertanto, si conferma, il franchising è nullo se manca la previsione del trasferimento del knowhow, quindi, la stessa presenza del know-how costituisce una caratteristica essenziale e fondamentale in assenza della quale non sarebbe neanche possibile il trasferimento stesso.


/ FINANZA & LEGALE /

*** IN EVIDENZA

• Il franchising è nullo se manca la previsione del trasferimento del know-how • Il tema franchising costituisce ancora un tema pericolosamente sconosciuto anche e soprattutto da chi intende trattarlo e da chi è convinto di poterlo trattare

dente) prosegue con una “enfatizzazione” di tali documenti che niente può (e ha potuto) fare con la necessaria conoscenza di cosa effettivamente sia un Manuale Operativo nel franchising, cosa contenga, a cosa serva, come si formi, come si costruisca, ecc., ecc. esprimendo, così, una lacuna totale di chi ha provveduto alla ideazione, alla costruzione e alla messa sul mercato di quel sistema di franchising oggetto di contenzioso. Una lacuna integrata, salvo un vano tentativo di difesa, anche nella fase e nella strategia difensiva, sulla cui scelta potremmo, comunque, opinare.

• In pericolo franchisor e franchisee, incluso anche i potenziali • Attenzione nel fare la necessaria conoscenza di cosa effettivamente sia un Manuale Operativo nel franchising: cosa contiene e a che cosa serve Oltre a ciò, quello che colpisce nella Sentenza è anche un altro aspetto da ritenersi alquanto grave e che può veramente rendere l’idea di quanto il tema franchising costituisca ancora un tema pericolosamente sconosciuto anche e soprattutto da chi intende trattarlo e da chi è convinto di poterlo trattare. Ovviamente, il tutto a discapito di franchisor e franchisee, incluso i potenziali. Il riferimento è ad un passaggio simbolico e, nello specifico, riferito al Manuale Operativo: “…circa l’asserito mancato trasferimento del know-how. Controparte, giocando sui nomi per confondere il lettore, riferisce che “nella citazione non si contesta l’esistenza del Manuale di Vendita, ma del Manuale Operativo. Non spiega però, né si comprende, cosa avrebbe dovuto contenere questo fantomatico Manuale Operativo, di diverso, al di là del titolo, rispetto a quanto trasferito dall’affiliante. È già stato evidenziato, in comparsa, come siano stati trasmessi alla ditta attrice, il “Manuale di Vendita”, tutti i “Manuali Tecnici” e i “Corsi di Formazione”, level A e level B, le “Condizioni Generali di Vendita” e “Marketing Prodotti Xxxx” e “Tecniche di Vendita”. A quanto riportato sopra, la linea difensiva (per-

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/ OCCHIO ALLA LEGGE /

Determinato o indeterminato: quale scegliere

LA DURATA DEL CONTRATTO DI FRANCHISING Nel momento della stipulazione del contratto, il franchisor deve prestare la massima attenzione alla tipologia di contratto a cui affidarsi, poichÊ la scelta di una tipologia rispetto ad un’altra comporta ulteriori condizioni di carattere contrattualistico

avv. Paolo Fortina e dott.ssa Ilaria Secchiatti*

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/ OCCHIO ALLA LEGGE /

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ell’ordinamento giuridico italiano si distinguono due tipologie di contratto: da un lato il contratto a tempo determinato, caratterizzato dalla previsione di una specifica scadenza temporale, decorsa il quale il contratto si scioglie e dall’altro il contratto a tempo indeterminato, privo di qualsivoglia scadenza fissa. Nel XXI secolo si è sempre più fatta strada nei rapporti commerciali la preferenza alla stipula di contratti a tempo determinato, piuttosto che di contratti a tempo indeterminato per una serie di vantaggi economici e strategici. Ad esempio in Italia, l’affiliante e l’affiliato generalmente stipulano un contratto di franchising con una durata media di sei anni. Il contratto a tempo determinato è capace di spronare maggiormente il franchisee a migliorare l’attività esercitata al fine di assicurarsi la prosecuzione e, dunque, il rinnovo contrattuale da parte del franchisor. La prospettiva di tenere aperta la porta del “rinnovo contrattuale” rafforza la posizione del franchisor, il quale potrà sfruttare la stessa e così rinegoziare il contenuto del regolamento contrattuale alla naturale scadenza dello stesso, approfittando dell’interesse del franchisee a preferire di rinnovare

il rapporto contrattuale in essere a nuove condizioni, piuttosto che perdere il contratto di franchising e affrontare i rischi di una nuova attività. Nel momento della stipulazione del contratto, il franchisor deve prestare la massima attenzione alla tipologia di contratto a cui affidarsi, poiché la scelta di una tipologia rispetto ad un’altra comporta ulteriori condizioni di carattere contrattualistico. Infatti, solitamente nel caso in cui il franchisor scelga di stipulare un contratto a tempo determinato potrà prevedere una clausola a contenuto

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variabile che contempli il rinnovo o la proroga, i tempi e le modalità del loro esercizio. Mentre nel caso in cui scelga di stipulare un contratto a tempo indeterminato sarà necessario disciplinare, per un corretto uso, una clausola di recesso a favore di entrambe le parti. Per quanto riguarda la prima tipologia di contratto di franchising, ossia a tempo determinato, la durata del contratto di franchising è disciplinata al terzo comma dell’art. 3 della L. 129/2004, il quale si limita a prevedere un minimo di durata che il franchisor ha l’obbligo di rispettare. Infatti il terzo comma stabilisce che “qualora il contratto sia a tempo determinato, l’affiliante dovrà comunque garantire all’affiliato una durata minima sufficiente all’ammortamento dell’investimento e comunque non inferiore a tre anni”. La norma richiamata esprime due requisiti fondamentali: la durata minima deve essere sufficiente a far si che il franchisee riesca a realizzare l’ammortamento degli investimenti e la durata di

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margine non può essere inferiore a 3 anni. È evidente come il Legislatore, attraverso la formulazione in modo generico e lapidario della norma richiamata, abbia voluto intervenire sulla disparità di potere contrattuale di cui gode il franchisor nella fase successiva alla sottoscrizione del contratto. Infatti, l’assenza di una durata contrattuale minima permetterebbe al franchisor di manipolare a suo piacimento il franchisee, facendo accettare a quest’ultimo condizioni svantaggiose di fronte alla minaccia occasionale o costante del franchisor di porre anticipatamente fine al rapporto contrattuale o di non rinnovare il contratto stesso. In questo modo il franchisor andrebbe a creare semplicemente un burattino, invece che un alter ego, che come è noto, è la carta vincente che sta dietro al contratto di franchising. Analizzando il contenuto della norma in questione emergono spontaneamente due domande: che cosa si intenda per investimento e quali siano i criteri che incidono sulla determinazione di dura-


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ta necessaria per l’ammortamento. Con il termine “investimento” il Legislatore si riferisce plausibilmente ai soli costi di impianto, inclusa l’eventuale fee di ingresso, mentre sono esclusi i costi di gestione. Per quanto riguarda il secondo quesito, non è possibile formulare una risposta omogenea, poiché le valutazioni di adeguatezza del tempo necessario, affinché si realizzi l’ammortamento, sono strettamente legate alla tipologia di ambito in cui si andrà ad operare. Dunque, varia da caso a caso. Per tale ragione, è opportuno che le parti stabiliscano la durata del contratto, tenendo a mente la tipologia di rete commerciale, le sue varianti rispetto ad altri settori di mercato, il luogo e l’ampiezza della rete stessa e, nel caso, avvalendosi di un esperto o di una perizia tecnica che tenga conto di tutti gli elementi più incisivi. Nel caso in cui il franchisor e il franchisee abbiano previsto un termine di durata del contratto inferiore a tre anni oppure un termine superiore a tre anni, ma inferiore a quello sufficiente per l’ammortamento degli investimenti effettuati dal franchisee, si producono una serie di conseguenze in base al compiersi o non dell’ammortamento degli investimenti. Innanzitutto, il mancato rispetto del dispositivo

dell’art. 3 della Legge n. 129/2004 produce sempre la nullità del contratto, poiché si realizza un’ipotesi di violazione di una norma imperativa. In secondo luogo, essendo possibile stabilire, con la dovuta accuratezza, la corretta durata del contratto di franchising sulla base di un dato variabile, quale l’ammortamento degli investimenti, il franchisor sarà tenuto al risarcimento dei danni in favore del franchisee, qualora il franchisor abbia sospeso l’adempimento del contratto prima del termine utile all’ammortamento degli investimenti. Altrimenti, in caso contrario, il franchisor non sarà responsabile nei confronti del franchisee, dato che l’ammortamento si è compiuto. Ora, trattiamo dell’ipotesi in cui venga stipulato un contratto a tempo indeterminato, che si fonda sul principio generale che esclude la perpetuità dei vincoli obbligatori. Solitamente, in questo caso interviene l’istituto del recesso che si distingue in due tipologie: il recesso ordinario e il recesso straordinario. Il recesso ordinario è la facoltà di porre termine al contratto in virtù della mera volontà di una delle parti, senza che si sia realizzata un’ipotesi di inadempimento a carico di una delle parti. Tuttavia sarà necessario che tale facoltà, esercitabile anche in assenza di un’espressa clausola con-

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*** IN EVIDENZA

• La prospettiva di tenere aperta la porta del “rinnovo contrattuale” rafforza la posizione del franchisor • Il contratto a tempo determinato è capace di spronare maggiormente il franchisee a migliorare l’attività esercitata al fine di assicurarsi la prosecuzione e, dunque, il rinnovo contrattuale da parte del franchisor • Non esiste una regola standard che garantisce di non cadere in errore quando si tratta di stabilire la durata del contratto di franchising • ATTENZIONE: stabilire la durata di un contratto di franchising implica una serie di operazioni che devono essere coerenti al modello di business, oggetto del rapporto contrattuale e per tale ragione necessita della dovuta attenzione

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trattuale, sia esercitata con un congruo preavviso al fine di scongiurare l’ipotesi di danneggiare una delle parti contrattuali e di conseguenza adire le vie giudiziarie. Naturalmente, il recesso non può essere esercitato prima del limite disciplinato dall’articolo 3 della Legge n. 129/2004. Ciò significa che la norma, anche se indirettamente, esclude la possibilità di recedere prima dello scorrere dei tre anni. Un caso che si verifica abbastanza spesso è quello in cui, una volta scaduto il termine finale di un contratto di franchising a tempo determinato, le parti proseguano la propria relazione commerciale. In questo caso, il contratto diventa automaticamente a tempo indeterminato, e quindi, come si è visto prima, entrambe le parti possono recedere, previo congruo preavviso, anche in assenza di una previsione contrattuale in tale senso. Il recesso straordinario (o per giusta causa), diversamente da quello ordinario, presuppone un inadempimento imputabile a una delle parti, in grado di minare per sempre il rapporto fiduciario tra le parti, tipico del contratto di franchising. Un’altra ipotesi in cui opera il recesso straordinario è quando si verifica un evento tale da non consentire la prosecuzione del rapporto. Chiaramente come si evince dall’analisi dell’articolo, non esiste una regola standard che garantisca di non cadere in errore quando si tratta di stabilire la durata del contratto di franchising, poiché l’elemento chiave che incide sulla durata del contratto è dato dal tempo necessario all’affiliato per raggiungere il c.d. break even, e l’ammortamento degli investimenti. Quindi, stabilire la durata di un contratto di franchising implica una serie di operazioni che non sono circoscritte semplicemente ad un dato formale prevista dalla Legge n. 129/2004, ma si tratta di un’operazione che deve essere coerente al modello di business, oggetto del rapporto contrattuale e per tale ragione necessita della dovuta attenzione. *Avvocato, NL Studio Legale



Brevi note alla sentenza del Tribunale di Perugia del 4 Aprile 2019

LA RESPONSABILITÀ DEL FRANCHISOR NEI CONFRONTI DEI TERZI PER COMPORTAMENTI DEL FRANCHISEE L’omissione colposa del controllo da parte del franchisor può comportare una sua responsabilità extracontrattuale nei confronti del cliente per fatto del franchisee di Alessandra Sonnati*

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l contratto di franchising non fa perdere alle parti la loro reciproca indipendenza, come anche confermato dall’art. 1, comma 1 della legge 129/2004. Siamo pertanto di fronte ad attività imprenditoriali autonome le une dalle altre. Le

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conseguenze dell’autonomia ed indipendenza del franchisor rispetto al franchisee si misurano nei confronti di tutti i terzi con i quali il franchisee viene in contatto (fornitori, dipendenti, clienti, pubbliche amministrazioni, ecc.), i quali – di


norma - avranno azione soltanto nei confronti del franchisee e non nei confronti del franchisor. Tale autonomia incontra tuttavia dei limiti. Uno dei cardini su cui ruota il franchising è costituito dalla concessione in uso, a favore del franchisee, dei segni distintivi del franchisor - in primo luogo marchio e insegna - e, più in generale, dalla stretta integrazione che viene a stabilirsi tra impresa-madre e imprese affiliate. Tale condivisione è suscettibile di creare nel cliente un affidamento sia in ordine all’identità tra franchisor e franchisee (quando il cliente entra in contatto con il franchisee credendo di trattare invece direttamente con la casa madre-franchisor) sia sull’esistenza in capo al franchisee dei medesimi standard qualitativi e di correttezza commerciale del franchisor. Da tali affidamenti deriva quindi un onere di controllo per il franchisor sulle persone dei franchisees e sulle modalità di svolgimento della loro attività. L’omissione colposa di tale controllo da parte del franchisor può comportare una sua responsabilità extracontrattuale nei confronti del cliente per fatto del franchisee. La semplice condivisione dei segni distintivi, in assenza di condotte colpose da parte del franchisor, non è tuttavia sufficiente a far sorgere automaticamente una qualche responsabilità nei confronti dei terzi in capo all’affiliante per azioni od omissioni del franchisee. Quanto precede trova conferma in una recente sentenza del Tribunale di Perugia (Trib. Perugia, 4 Aprile 2019). Un cliente si era rivolto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico ad un punto in franchising. Il franchisee non aveva ultimato i lavori in tempo utile per far in modo che il cliente ottenesse una tariffa incentivante, in quanto l’entrata in esercizio dell’impianto era avvenuta successivamente alla scadenza del termine fissato per legge per l’ammissione agli incentivi in questione. Il cliente chiamava quindi in causa sia il franchisee che il franchisor “in quanto responsabile del fatto del proprio affiliato commerciale ai sensi dell’art. 2043 cod. civ. per violazione dell’affidamento riposto dal cliente sull’appartenenza alla rete commerciale” chiedendone la condanna in solido al risarcimento del conseguente danno patrimoniale. Il Tribunale osserva in primis quanto segue: “… il contratto di affiliazione commerciale si distingue

da quello di distribuzione proprio per il fatto che, nel franchising, una parte concede all’altra la disponibilità, verso corrispettivo, di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-how, brevetti, fornendo inoltre assistenza o consulenza tecnica o commerciale, e così inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di soggetti distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi (art. 1, L. n. 129 del 2004 e D.M. n. 204 del 02 settembre 2005), ne segue che - sia nel caso di franchising di beni che in quello, come nel caso in esame, di franchising di servizi, nonostante l’uso comune del marchio, affiliante e affiliato sono soggetti distinti dal punto di vista economico e giuridico …”. Ne consegue, secondo il Tribunale, che in difetto di allegazione di specifici elementi di colpa a carico del franchisor, quali ad esempio l’inadeguatezza del know-how e delle procedure tecniche ed operative per la gestione della clientela o l’inadeguatezza della scelta dell’affiliato, profili che, entrambi, non erano stati oggetto di doglianza nel caso portato all’attenzione del Tribunale “non possa condividersi l’assunto che ne fonda la responsabilità per il fatto dell’affiliato sul principio dell’apparenza. Tale criterio opera, difatti, a tutela dell’affidamento incolpevole di colui che, sulla base di circostanze colposamente ingenerate dal soggetto di cui altri spendeva il nome, abbia avuto la ragionevole convinzione che il potere di rappresentanza sia stato effettivamente e validamente conferito al rappresentante apparente (Cfr. Cass,. 18519 del 13/07/2018). Esso, quindi, non può trovare applicazione nell’ipotesi in esame, inerente a due soggetti giuridici autonomi e distinti, ed immediatamente apprezzabili come tali dalla clientela, sì che la scelta dell’affiliato in quanto inserito in una rete di affiliazione non determina, per ciò solo, una responsabilità dell’affiliante per il fatto dell’affiliato che sarebbe una non ammissibile ipotesi di responsabilità di posizione”. Applicando i suddetti principi il Tribunale ha quindi rigettato la domanda svolta nei confronti del franchisor.

*Avv. - Frignani Virano e Associati – Studio Legale

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IL CONTRAT TO D I AGE N Z IA LA CONCE SSION E D I V E N D ITA , IL FR A N C HISIN G Autore: Alberto Venezia Editore: Giuffrè Francis Lefebvre Pagine: 1030 Prezzo: € 95,00 Il 2020 segna un traguardo importante per questa pubblicazione ormai considerata la “bibbia” della contrattualistica nella distribuzione commerciale, un caposaldo del settore che edizione dopo edizione ha da sempre un posto d’onore nelle biblioteche di tutti coloro che a diverso titolo abbiano a che fare con la creazione e la gestione di reti di vendita. Con le sue oltre mille pagine il manuale rappresenta una trattazione completa, dettagliata e aggiornatissima di ogni aspetto delle diverse tipologie di contratti di distribuzione (agenzia, agenzia assicurativa, franchising e concessione di vendita) che vengono analizzati approfonditamente, con taglio operativo, con attenzione alle problematiche di diritto internazionale e soprattutto con ampio spazio per l’applicazione concreta delle norme in fase giudiziale. Questa nuova edizione si arricchisce inoltre di un nuovo capitolo dedicato all’agente in attività finanziaria. Il manuale - che vide la luce per la prima volta nel 1971 con autore Roberto Baldi (1922-2010) dal quale l’avvocato Alberto Venezia ha poi raccolto il testimone - si rivolge tanto ad avvocati e tecnici del diritto, quanto a direttori generali e commerciali, così come a titolari di agenzie, distributori franchisor e franchisee. ALDA MER IN I: L’ E R OIN A D E L C AOS Autore: Annarita Briganti Editore: Cairo Pagine: 159 Prezzo: € 14,00 Scrivere una biografia di Alda Merini è come fare un puzzle, ma la scatola che hai a disposizione è vuota: tutti i pezzi del puzzle sono nascosti, sparsi attorno, misconosciuti. Come si legge in una lettera con la quale si conclude la biografia di Alda Merini, L’eroina del caos (Cairo), di Annarita Briganti, per capire chi è la poeta – come si definiva lei, al maschile – scomparsa dieci anni fa a Milano a 78 anni bisogna scavare molto nel tutto che avvolge le icone come Alda Merini. Del resto, in uno dei suoi aforismi, lei stessa dice: «Da anni indago sul caso Merini». Una indagine che ha condotto anche l’autrice a lungo, in modo riservatissimo, per ricostruire il suo cerchio magico e la sua vita, romanzesca, grazie anche a una ventina di testimonianze inedite, più un testo di Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, che era il suo consigliere spirituale. La scoperta più grande, nel decennale della sua morte, è stata che Alda Merini non era pazza o, per meglio dire, soffriva di un disagio psichico che oggi con la terapia della parola, con farmaci più avanzati e con metodi meno brutali sarebbe stato curato in modo diverso. Alda Merini è Alda Merini nonostante il manicomio, non grazie a esso. È una scoperta fondamentale, nel darle di nuovo la vita mettendo finalmente in ordine per la prima volta la sua esistenza, che tanto incide anche sulla sua produzione. Ricordandosi sempre che siamo tutti eroi del caos. Se fondassimo un partito, vinceremmo.

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S OCIAL M E D IA M A R KE T IN G Autore: Philip Kotler Editore: Hoepli Prezzo: € 19,90 Il marketing e la comunicazione stanno vivendo l’impatto della rivoluzione digitale. La crescente diffusione di blogging, podcasting e social network permette ai consumatori di tutto il mondo di condividere opinioni su prodotti e servizi con un pubblico potenziale di miliardi di persone. La pubblicità tradizionale non ha più l’impatto che aveva in passato. Social Media Marketing, considerato da BookAuthority uno dei migliori manuali di marketing a livello mondiale, guida il lettore nel labirinto di community, piattaforme e risorse social, e lo mette in grado di decidere consapevolmente quali strumenti usare e come massimizzare la loro efficacia. “Con i social il marketing e la comunicazione sono passati, per dirla con gli autori, dal modello biliardo al modello flipper: nel mondo social non ci sono (quasi) più messaggi aziendali lanciati con l’obiettivo di colpire target, ma contenuti continuamente rilanciati tra l’impresa e gli utenti.” dalla Prefazione di Sabina Addamiano. “Questo libro è una guida indispensabile per i professionisti del marketing del XXI secolo che vogliano utilizzare i social media per avere successo nel marketing.” Kohzoh Takaoka, Presidente & CEO, Nestlé Japan Ltd “Questo libro vi aiuterà a padroneggiare i social media, elemento indispensabile di ogni piano di marketing.” Al Ries, Presidente, Ries & Ries. “Il manuale offre una panoramica solida e sintetica sui social media, oltre a indicazioni pratiche: i marketer possono includerle nelle loro strategie social, e gli studiosi possono utilizzarle per comprendere meglio i fenomeni da loro analizzati nel contesto dei social media.” Violetta Wilk, Ph.D., Ricercatore e Lettore in Marketing, Edith Cowan University, Perth, Australia. S CELGO LA LIBE R A PR OFE SSION E Autore: Paolo Boschi, Lucia Sprugnoli Editore: Giunti Pagine: 208 Prezzo: € 9,90 Oggi per aprire un’attività servono almeno sei mesi e un numero sterminato di procedure, poi occorre fare i conti con tasse e imposte, burocrazia e accesso al credito. I quindici versamenti previsti ogni anno portano via a un’azienda 269 ore di lavoro, con un prelievo totale del 65,8% dei profitti... Se si vuole resistere, occorre fare attenzione a un aspetto fondamentale: dove esiste un bisogno, esiste qualcuno che propone una risposta. Quindi chi avvia un’attività deve prima controllare che a qualcuno interessi e che la concorrenza non sia già schiacciante. Verificato che ci siano spazi per la propria idea, si può passare allo studio della situazione. Forti della loro esperienza decennale di liberi professionisti, gli autori di questo volume illustrano, con linguaggio semplice e coinvolgente, quali passi compiere per dare vita alla propria idea e mettersi in proprio, considerando tutti gli aspetti di un iter complesso ma stimolante che nel nostro Paese interessa sempre più persone.

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SVICOM E TOO GOOD TO GO: INSIEME PER SALVARE MIGLIAIA DI PASTI Svicom e Too Good To Go hanno siglato un accordo di collaborazione per la lotta allo spreco alimentare. Too Good to Go si basa su un’applicazione (con oltre 19 milioni di utenti registrati a livello worldwide) ed un meccanismo di selezione e acquisto semplicissimo che sarà attivo nella food court di Happio (Roma) a partire dal mese di febbraio e poi esteso ad altri centri gestiti da Svicom. L’applicazione mette in contatto gli utenti e le loro famiglie alle ristorazioni e bar del centro commerciale che dispongono di cibo invenduto. In questo modo, le persone potranno contribuire e diminuire lo spreco. Con prezzi tra i 2€ e 6€ ti puoi assicurare un pasto e allo stesso tempo tutelare l’ambiente.

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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.

CAMOMILLA www.camomillaitalia.com Il progetto franchising di Camomilla Italia, brand di abbigliamento e accessori, si trova esaustivamente spiegato nel bottone “franchising” del sito ufficiale. La pagina è graficamente accattivante ma soprattuto chiara nel fornire le informazioni. Bella l’idea del video virtuale del punto vendita.

THUN / www.thun.co m La sezione franchising del sito di Thun, franchising nel settore tessile, mobili, complementi d’arredo, oggettistica varia, ha poche informazioni. Non ci sono le informazioni importanti come l’investimento iniziale, se sono previste o meno royaltes e che caratteristiche deve avere il punto vendita ideale. C’è un form di contatto.

CHIEDILO AL FARMACISTA www.c hi e d i l o al far ma ci sta . i t Il progetto franchising della catena di farmacie “Chiedilo al farmacista”, si trova spiegato nella sezione apposita del sito che è suddivisa in diverse voci. Vengono spiegati alcuni servizi che il franchisor fornisce al franchisee come un percorso formativo pre-apertura, nonché assistenza real-time e follow-up successivi. Risulta però non esserci la scheda franchising completa del brand, con definite le condizioni economiche di affiliazione, per questa ragione il brand è rimandato.

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FISIOLAB www.f i si o l ab.o rg /f ranc hi si ng La sezione dedicata al franchising FisioLab del sito ufficiale del brand racconta in breve perché entrare a far parte del network. Viene accennato che versando una retta mensile, FisioLab sosterrà i propri affiliati in tutte le attività necessarie per avviare a far crescere il centro senza però citare le condizione economiche dell’affiliazione e quali sono le attività sopra citate.

IDEXÈ / www. i d exe.co m Idexè, brand di abbigliamento per bambini con un esperienza di oltre 40 anni, racconta il suo progetto in franchising nella sezione del sito dedicata. Ecco che qui si trovano le informazioni utili che vanno dalla locazione ottimale agli investimenti previsti. Sono anche spiegate le principali condizioni del contratto franchising. La sezione è promossa!

RABONA MOBILE www. rab o na . i t Nella sezione del sito di Rabona Mobile dedicata al progetto franchising è indicata la formula suddivisa in diversi punti chiave: l’investimento, il supporto per l’affiliato, il contratto, la miniguida per aprire un tuo negozio rabona e il franchisee ideale. Articolata bene ed esaustivamente, promossi!

• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile

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AGENDA 2020 MARZO 11 // VENDERE DI PIÚ Padova, Italia 13-14-15 // SALES MASTERY UNIVERSITY Padova, Italia 17 // RETAIL INNOVATIONS Milano, Italia 18-19-20 // SHOP EXPO Milano, Italia 22-23-24-25 // FRANCHISE EXPO PARIS Parigi, Francia 25-26-27 // BUY BRAND MARKET Mosca, Russia 31 // COME VINCERE NEL WEB Ancona, Italia

APRILE 2&8 // COME VINCERE NEL WEB (2-04) Rovereto & (8-04) Pesaro, Italia 2-3 // GROCERY FORUM EUROPE Verona, Italia 28-29 // MAPIC ITALY Milano, Italia 28-29 // THE HAPPETITE Milano, Italia

MAGGIO 28-29-30 // INTERNATIONAL FRANCHISE EXPO New York, Usa

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Acconsento al trattamento dei dati da parte di WM Capital S.p.A. nel rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali, regolamento EU n. 2016/679, l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico e/o comunicazioni personali. Ai sensi degli artt. 7 e 10 ai suddetti destinatari è data facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o 95 rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta all’Editore WM Capital, via Pontaccio 2, Milano, luogo di custodia della banca dati medesima.


Mensile edito da WM Capital Spa Sede Legale: Via Cusani, 10 20121 Milano

MENSILE - ANNO XXII - N. 3 MARZO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: info@azfranchising.com UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@azfranchising.it STAMPA Reggiani Arti Grafiche S.r.l Via Dante Alighieri, 50 21020 Brezzo di Bedero (VA) DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE Adasto - www.adasto.com

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