MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/07/2021
NUOVE STRATEGIE
FINANZIAMENTI
NEW BUSINESS MODEL
UNA NORMATIVA PER SUPERARE LO STATO DI CRISI DELL’IMPRESA
IL CREDITO DI IMPOSTA: OPPORTUNITÀ E VANTAGGIO FISCALE
COME CREARE VALORE IN AZIENDA E FAR CRESCERE IL BRAND
www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 07/08 luglio/agosto 2021 anno XXIII
Giovanni Crisafulli Responsabile leasing di Nova Coop
LA RIVOLUZIONE DEGLI SPAZI COMMERCIALI Non solo luoghi di vendita ma anche servizi, benessere e salute ISSN
5941 - 9504
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RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ
EDITORIALE “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.” (Eraclito)
La riapertura e la ripresa di tutte le attività ci restituisce il nostro lavoro. Il retail era in grande evoluzione già da prima della pandemia ma adesso più velocemente è necessario intercettare le novità, i format, i brand che meglio interpretano il mondo del commercio ai nostri giorni. I servizi sono sempre più centrali. Il cliente è più esigente e chiede di più rispetto al passato. Questo perché avverte un pericolo per la sua salute, al centro dell’attenzione di questo periodo, ed è in cerca sempre di più della sua sicurezza. Uno dei luoghi destinati al commercio che ha avvertito questa esigenza di cambiamento è sicuramente il Centro Commerciale. Infatti dopo la riapertura, post pandemia, si è avuta la necessità di attuazione di strategie e azioni sempre più orientate alla responsabilità sociale e ambientale, del benessere e della salute. L’apertura, in circa 25 centri commerciali, su tutto il territorio nazionale, di hub vaccinali e il positivo riscontro da parte dei clienti che hanno usufruito di questo servizio è stata la riprova di quanto l’offerta di questo genere di assistenza di prossimità sia apprezzata dalle persone. In questo numero di AZ Franchising abbiamo raccolto le testimonianze di protagonisti autorevoli del settore. E a unanime sono tutti d’accordo su un punto: l’aumento dei servizi sarà centrale per il futuro degli spazi commerciali. E siamo d’accordo anche noi quindi non solo consumo, ma anche attenzione a tutte le nuove esigenze “sociali” che la pandemia ha fatto occupare un posto in alto nelle aspettative dei clienti. Questo conferisce agli attori del mercato e a noi che quel mercato lo seguiamo e lo raccontiamo una grande responsabilità a fare sempre di più, nell’ottica del cliente e del consumatore, e a fare meglio. Perché la centralità è il benessere del cittadino, del consumatore. In tutto questo l’offerta merceologica da sola non basterebbe a spiegare l’interesse della gente per queste realtà quindi diventa prioritario, oggi, ampliare il segmento dei servizi alla persona: centri fitness, presidi sanitari, poliambulatori per i controlli della salute, insomma il ventaglio è ampio. Un ruolo molto importante è rappresentato dalla tecnologia, dall’accelerazione della digital transformation in virtù delle nuove esigenze. E’ possibile, quindi, immaginare gli spazi commerciali del futuro, dove il futuro è già presente, come una micro-città iperconnessa, guidata dall’interazione tra le persone per le shopping destination, ma anche per usufruire di servizi legati alla sicurezza e alla salute. Le nuove tecnologie si fonderanno con la tradizione, con la possibilità di trovare altri spazi differenti ad esempio aree di coworking. Come si fa per realizzare tutto questo sicuri del succeso? Da qui l’esigenza per tutti di conoscere bene e profilare il proprio cliente. Di condividere le ragioni delle proprie scelte, con l’obiettivo di fare bene le cose, dopo averle ben scelte e pensate. Questa diventa una filosofia aziendale che ci aiuta a essere migliori per noi e per gli altri.
Fabio Pasquali Direttore responsabile
Luglio/Agosto 2021 16
FOCUS L’aumento dei servizi sarà centrale per il futuro dei centri commerciali
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Nova Coop: attenzione all’innovazione, rispetto dell’ambiente e centralità delle persone
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La trasformazione digitale dei centri commerciali secondo SVICOM
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Carrefour: pionieri del franchising alimentare
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MARKETING Il target di comunicazione nei social
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NUOVI TREND I vantaggi del 3D per le aziende
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NEW BUSINESS MODEL La strategia per attirare clienti, vendere e fidelizzare NEW CONCEPT CVS Pharmacy: da semplice negozio a centro integrato di assistenza
68 72
COMUNICAZIONE L’evento digitale come leva di marketing
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DOSSIER Proprietà industriale: i marchi e il loro valore nell’impresa
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FINANZA E LEGALE Imprese vittime del Covid e della criminalità
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NUOVE STRATEGIE Codice della crisi e dell’insolvenza: un sistema di monitoraggio in ottica forward-looking
82
46
EVENTI Ritorna Mapic Italy 2021
50
FORMAZIONE Giovani e franchising: l’occasione di una vita
54
FINANZIAMENTI Il credito di imposta r&s: un vantaggio fiscale
29
2
Come cambiano i contratti di locazione commerciale dopo il Coronavirus
NOTE LEGALI La contraffazione di marchio e la responsabilità di gestori di market place
RUBRICHE 4
New entry
6
News
14
News comunicazione
42
Le schede
86
Segnalibro
90
Appunti retail
92
Up&Down
FINCANTIERI E MSC AVVIANO LA COSTRUZIONE DI “EXPLORA I” Si è svolto il taglio della lamiera di “Explora I”, la prima di quattro navi da crociera di lusso di nuova concezione che Fincantieri sta costruendo per “Explora Journeys”, nuovo brand di lusso di MSC Cruises. L’ordine per questa classe di navi, annunciato nel 2018, ha un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. “Explora I” sarà costruita a Monfalcone con consegna prevista nel 2023. Il taglio della lamiera ha avuto luogo a San Giorgio di Nogaro (Udine) presso il Centro Servizi Navali, specializzato in servizi logistici e lavorazioni per il parco lamiere. La nave verrà costruita nel cantiere di Monfalcone.
IN CARTOLERIA È SEMPRE LA SCELTA GIUSTA Un vero e proprio programma di affiliazione, che ha lo scopo di offrire a tutte le cartolerie aderenti, servizi, strumenti e attività, in grado di incentivare le vendite ed incrementare il rapporto di fiducia e fidelizzazione con i loro clienti. Questo è In Cartoleria, il progetto di Lagicart s.r.l., centro di distribuzione ed ingrosso di articoli per la scuola e da ufficio, che si rinnova per il terzo anno consecutivo. Tante nuove attività e iniziative che verranno promosse e supportate con i più efficaci strumenti di comunicazione e marketing. Servizi sempre più efficienti, volti ad instaurare un rapporto diretto e privilegiato con il distributore e con il cliente finale, attraverso tecnologie e risorse interamente dedicate alla gestione delle promozioni, dei canali web e social.
MATTEO RIBALDI: NUOVO POLICY AND BUSINESS DEVELOPMENT MANAGER DI LINK Continua il progetto di espansione di Link, l’azienda di monopattini elettrici in sharing più avanzata della categoria progettato da Superpedestrian, la tech company leader nella micromobilità uscita dal MIT di Boston (Massachussets Institute of Technology). Dopo il lancio su Roma, con l’attivazione del servizio in tre nuove città in poco più di un mese – Aprilia, Palermo e Torino – l’azienda ha allargato l’organico e ha fatto il suo ingresso Matteo Ribaldi in qualità di Policy and Business Development Manager. Professionista nell’ambito dei Public Affairs, con precedenti esperienze alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Dip. Politiche Europee) e in Commissione Europea (DG Grow), e con alle spalle diversi anni di consulenza, durante i quali ha seguito aziende del settore tech e della mobilità. Ribaldi si occuperà del piano di sviluppo dell’Azienda con un focus particolare sulla gestione dei rapporti istituzionali, nazionali e locali.
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Matteo Ribaldi - Policy and business development Manager Link
DA TAIWAN ALLA TOSCANA: UN NUOVO BRAND Il butible tea nasce in Taiwan negli armi Ottanta come una bevanda calda o fredda composta da latte, tè e perle di farina di tapioca, successivamerue evolutasi con la creazione di “palline scoppiettanti di sciroppo alla frutta e topping anch’essi a base fruttata. L’incontro avvenuto circa tre anni e mezzo fa con questo tipo di prodotto fu, per i fondatori dell’attuale azienda Bobble Bohille, un vero e proprio colpo di fulmine. Bobble Bobble è attualmente il primo e unico franchising italiano di Bubble Tea, con i suoi 13 punti vendita aperti in poco più di due anni, ed altri sette in apertura a breve, dislocati da nord a sud su tutto il territorio nazionale. Bobble Bobble vuole essere un punto di riferimento per i giovanissimi e i ragazzi, ma anche una meta obbligata per tutti gli adulti italiani e stranieri che sono innamorati del gusto di questa bevanda dal sapore così esotico.
GABETTI E SVICOM SIGLANO UN ACCORDO DI COLLABORAZIONE STRATEGICA PER IL RETAIL
Luca Blasi - Direttore Generale di Gabetti Agency
Gabetti Agency - società del Gruppo Gabetti dedicata all’intermediazione e valorizzazione di immobili a uso terziario, industriale, commerciale, ricettivo e residenziale - e Svicom Agency - società di intermediazione immobiliare del Gruppo Svicom specializzata nel Retail Real Estate - hanno siglato un accordo finalizzato alla creazione di una partnership strategica per rispondere efficacemente alle esigenze del mercato Retail. L’intento è di unire le forze, valorizzando le competenze, l’esperienza e le caratteristiche peculiari dei due Gruppi, per svolgere insieme attività di consulenza, tanto ai Retailer quanto ai Landlord, con un focus specifico sull’intermediazione immobiliare nel mondo del Retail High Street e Stand Alone.
I GELATI DON NINO SBARCANO IN CINA Nino Holding, proprietaria del format di gelateria e pasticceria di alta qualità che conta, attualmente, su 8 punti vendita di proprietà tra Roma e Firenze in alcune delle location più belle e suggestive d’Italia, ha appena siglato un accordo con un Master franchisee cinese con cui entrerà, a partire dal prossimo ottobre, nel mercato asiatico. Pertanto, le specialità di Don Nino potranno essere gustate non solo a Roma in Piazza di Spagna e Fontana di Trevi, o a Firenze in Piazza del Duomo ma, tra qualche mese, anche a Shanghai. Don Nino Holding, guidata dal socio e ceo Giovanni Pagliaro e assistita per la parte commerciale e marketing da Tramite, aprirà 5 punti vendita in Cina entro il primo semestre 2022.
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News. MONDO CONVENIENZA INAUGURA UN NUOVO HUB LOGISTICO A CATANIA
POKESCUSE SI ESPANDE: ENTRO FINE 2021 PUNTA A 30 NUOVE APERTURE
Mondo Convenienza inaugura un nuovo hub logistico a Catania: oltre 15.000 metri quadrati che vanno ad affiancare il punto vendita presente all’interno del Centro Commerciale Porte di Catania, ampliando l’offerta di arredamento e ottimizzando la distribuzione nella regione. Con questa azione, l’azienda aggiunge un ulteriore risultato al percorso di Digital Trasformation, già intrapreso nel settore Sales dalla divisione Digital Factory, affinché l’esperienza Omnichannel sia sempre più performante e completa. Nonostante un’annata non semplice, l’impegno del leader italiano del mobile sul territorio catanese si traduce nella creazione di quasi 300 nuovi posti di lavoro, tra professionisti della logistica ed equipaggi addetti al trasporto e montaggio.
PokeScuse, il format di ristoranti dedicati al Poké, si espande e punta a 30 nuove aperture in tutta Italia e ad assumere 70 risorse entro fine 2021: tra le figure ricercate ci sono banconieri, aiuto cuoco, capi area e formatori. PokeScuse è un ristorante di Poké che ha avuto inizio dall’intuizione di due giovani imprenditori padovani, Christopher Clementi e Nicolò Zuanon, rispettivamente di 24 e 25 anni, che nel 2018 hanno scelto il poké come unico piatto del loro ristorante, senza sospettare che due anni dopo il covid-19 avrebbe dato una sferzata al mondo intero, ma vincendo comunque su tutta la linea.
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10 NUOVE LIBRERIE PER MONDADORI RETAIL Mondadori Retail, la società che gestisce il più esteso network di librerie in Italia, prosegue la strategia di sviluppo della propria rete con l’apertura di 10 nuovi punti vendita su tutto il territorio nazionale. Ai nuovi Mondadori Bookstore a gestione diretta e in franchising che apriranno le porte nei prossimi mesi, verrà affiancato un piano di potenziamento dell’offerta, digitalizzazione e l’avvio di un percorso di formazione dei librai. “In questo anno caratterizzato da un grande dinamismo nel settore del libro crediamo sia prioritario investire sia nello sviluppo delle librerie fisiche sia nell’arricchimento dei servizi”, ha dichiarato Carmine Perna, amministratore delegato di Mondadori Retail.
Christopher Clementi e Nicolò Zuanon
PAGOLIGHT DI COMPASS PER LA DILAZIONE DELLE SPESE FINO A 3.000€ SENZA COSTI AGGIUNTIVI
SHARP/NEC PRESENTA LA NUOVA GENERAZIONE DI DISPLAY PER AZIENDE
Per essere ancora più vicini alle famiglie e ai negozianti e favorire la ripresa dei consumi, Compass, società di credito al consumo del Gruppo Mediobanca, lancia Pagolight, il servizio innovativo di buy now pay later che permette, presso gli esercenti convenzionati, di acquistare beni e servizi dilazionando i pagamenti senza costi aggiuntivi. In particolare, Pagolight offre al consumatore la possibilità di suddividere le spese comprese tra 60 euro e 3mila euro in quote mensili che verranno addebitate automaticamente sul conto corrente senza interessi o commissioni. Una soluzione conveniente che privilegia la semplicità e la velocità del pagamento, grazie a un iter completamente digitale per l’erogazione immediata del credito e con una dilazione personalizzabile sulla base delle esigenze del cliente.
Sharp NEC Display Solutions Europe ha presentato la sua quinta generazione di LFD serie P di fascia alta con un nuovo pacchetto di funzioni avanzate rivolte a control-room ed altre applicazioni mission-critical. Se la nuova gamma di prodotti è stata progettata avendo in mente centrali di controllo e comando in settori come trasporti, energia, difesa e produzione, le nuove funzioni avanzate si rivelano molto utili anche in applicazioni di wayfinding e comunicazione aziendale. La facile leggibilità in qualsiasi condizione di luce ambientale continua ad essere la sua peculiarità fondamentale. I livelli di luminosità fino a 700 cd/m² e l’elevato haze level assicurano immagini sempre visibili e prive di riflessi.
PRIMADONNA COLLECTION APRE A VENEZIA Primadonna Collection è da sempre attenta alle emozioni delle donne, alla loro voglia di essere uniche e al passo con i trend. Con l’obiettivo di rappresentare il punto di riferimento per lo stile e la moda, il brand vuole incarnare i desideri e le emozioni del mondo femminile. L’apertura del nuovo store nei pressi del Campo della Maddalena, sull’omonimo Rio Terà lungo la Strada Nova, a Venezia, è un altro importante traguardo nella strategia di espansione di Primadonna Collection, che certifica la forza della passione e l’energia senza limite dell’Azienda italiana di fast fashion. Nonostante il difficile scenario globale, il brand conferma infatti - ancora una volta – la volontà di continuare ad investire nello sviluppo della sua rete di vendita.
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PRIMO TRIMESTRE 2021: I RISULTATI RE/MAX A LIVELLO MONDIALE
KFC APRE A VERONA E CERCA PERSONALE DA INSERIRE IN AZIENDA
Nel primo trimestre 2021, RE/MAX LLC, franchisor immobiliare globale, ha registrato una forte crescita a livello internazionale, siglando oltre 160 nuovi contratti di franchising e il rinnovo pluriennale di oltre 270. Dati che nel rapporto relativo al primo quarter 2021 rilasciato da RE/ MAX Holdings Inc si traducono nel più grande incremento di agenti anno su anno dell’ultimo decennio, con oltre 8.000 nuovi affiliati. Complessivamente a livello globale, nel primo trimestre 2021 la rete RE/MAX è cresciuta del 6,4% anno su anno, superando quota 140.000 agenti. Un tasso di incremento che sale al 16% nei Paesi extra USA e Canada. Nell’ultimo anno è continuata l’espansione di RE/MAX nel mondo, portando il brand ad essere presente oggi in 115 paesi, dove offre un servizio professionale anche in aree non ancora raggiunte da altri player.
US Food Network Srl, franchising partner di Kentucky Fried Chicken, cerca 21 persone da inserire nel team del nuovo ristorante che aprirà a Verona, in Piazza delle Erbe. Si tratta del terzo ristorante nella città veneta, dopo quelli del Centro Commerciale Adigeo e di Corso Milano, e sono tutti gestiti in franchising da US Food Network Srl, a cui fanno capo complessivamente 19 ristoranti KFC in Italia. L’apertura del nuovo locale è prevista entro l’estate.Ai candidati e alle candidate vengono richiesti, oltre ai requisiti specifici per ciascuna posizione, energia, entusiasmo e disponibilità ad intraprendere un percorso di crescita personale e professionale in un’azienda attenta alle persone, inclusiva e convinta che le diversità e le specificità degli individui e la loro integrazione siano un valore. Per ciascuna posizione sono richiesti requisiti specifici consultabili sul sito di KFC Italia https:// www.kfc.it/lavora-con-noi.
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Luca Mastroianni PrestaShop_VP International
HiNELSON, IL PRIMO E-COMMERCE ITALIANO, PRENDE IL LARGO CON PRESTASHOP PrestaShop – azienda leader in Europa e in America Latina con la sua piattaforma open source per la realizzazione di soluzioni di e-commerce – presenta il caso di successo realizzato con HiNelson, il primo e-commerce italiano di articoli per la nautica di alto livello con un catalogo di oltre 28.000 prodotti provenienti da 200 produttori differenti. In soli 3 anni, HiNelson è riuscito a innovare il mercato dell’accessorio nautico di lusso grazie a una strategia di marketing mix valorizzata e sostenuta da un negozio online altamente performante. La strada di HiNelson è ben tracciata: il prossimo traguardo sarà l’apertura di nuovi mercati europei entro il 2026, con un obiettivo di fatturato di 50 milioni di euro.
SERRAVALLE DESIGNER OUTLET DÀ IL BENVENUTO A VICTORIA’S SECRET
GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE PER UN MONDO PIÙ PULITO
Victoria’s Secret, il marchio di lingerie più seducente al mondo, aprirà le porte del secondo Outlet store italiano in partnership con Percassi il 28 maggio all’interno del Serravalle Designer Outlet, il più grande outlet del lusso in Europa del Gruppo McArthurGlen, offrendo una selezione dell’assortimento completo del brand. Il nuovo store offrirà un’ampia selezione delle iconiche collezioni di lingerie Dream Angels, Very Sexy, T-Shirt Bra, Sexy Illusions e Body by Victoria, di pigiami e accessori insieme alle linee di prodotti per il corpo e alle fragranze Victoria’s Secret Bombshell, Victoria’s Secret Tease e Victoria’s Secret Love.
Contribuire al ripristino dell’ecosistema significa anche assicurarsi che i propri rifiuti seguano una corretta strada di raccolta, recupero e smaltimento evitando così che possano essere dispersi. La Giornata mondiale dell’Ambiente, che si è celebrata lo scorso 5 giugno è stata l’occasione non solamente di richiamare l’attenzione pubblica sulle questioni ambientali, ma di indicare delle azioni concrete che possano contribuire al miglioramento dell’ambiente stesso. Il consorzio Ecolight pone l’accento sui rifiuti elettronici. Una tipologia di scarti che sta crescendo a ritmi sostenuti e che rappresenta una vera sfida ambientale per le potenzialità di recupero che ha.
Alessandro Luciani
SPAZIO LENOVO PREMIATO CON A’ DESIGN AWARD 2020-21 Spazio Lenovo, il primo concept store di Lenovo in Europa, realizzato in collaborazione con il designer Alessandro Luciani, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale nell’ambito del design. “È per me motivo di orgoglio aver lavorato a fianco di un team fantastico come quello di Lenovo Italia”, commenta Alessandro Luciani. “Abbiamo condiviso le nostre visioni e sancito una grande collaborazione con tutti, fornitori inclusi: e i risultati sono solo all’inizio. Sono convinto che la progettazione in ambito retail dovrà essere sempre più orientata a creare ambientazioni esperienziali e di vere relazioni umane che possano trasmettere emozioni e sensazioni di naturale benessere. Sicuramente qualcosa che rimanda ad un nuovo Rinascimento, ma anche qualcosa che a me fa pensare molto al movimento artistico dell’impressionismo”.
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GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA: NEL 2020 GENERATI OLTRE 4 MILIARDI DI EURO DI VALORE CONDIVISO
VACANZA ITALIANA: LA NUOVA INIZIATIVA DI CARPISA E GO CARPISA
Nel 2020 il Gruppo Nestlé ha creato 4 miliardi di euro di valore condiviso in Italia (pari allo 0,24% del PIL), garantendo un importante contributo al sistema-Paese in un anno fortemente segnato dalle ripercussioni socioeconomiche dell’emergenza Coronavirus. Lo studio “Nestlé crea valore per l’Italia” calcola, infatti, che in Italia 1 euro di valore condiviso creato da Nestlé in fase di produzione ne generi 3,9 sull’intera filiera, con un significativo impulso anche sull’occupazione, grazie a un effetto moltiplicatore che, per ognuno dei 4.600 dipendenti del Gruppo, genera 12 posti di lavoro in Italia.
Carpisa e Go Carpisa sono pronti a ripartire e lo fanno inaugurando la stagione estiva con un progetto tutto italiano. I due brand, in collaborazione con Confindustria Alberghi, hanno infatti ideato un’iniziativa ‘Vacanza Italiana’ volta a far ripartire il turismo nel nostro bellissimo paese: dal 3 giugno al 30 agosto, a fronte di una spesa minima di 20€ perfezionata presso i negozi a marchio CARPISA e GO CARPISA, verrà consegnato al cliente un buono sconto, per un massimo di 100 euro, utilizzabile per una permanenza minima di 3 notti presso una delle strutture alberghiere aderenti all’iniziativa. A fronte di un acquisto presso uno dei negozi del brand Carpisa e Go Garpisa, il cliente presentando lo scontrino presso la struttura ricettiva selezionata, riceverà uno sconto presso la stessa. Il buono (entro un valore massimo di 100 euro) sarà erogato a partire dal 3 giugno fino al 30 agosto e sarà fruibile fino al 30/09/2021. Per conoscere l’elenco delle strutture aderenti all’iniziativa: www.carpisa.it.
Marco Travaglia - President & CEO Nestlé Italia
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WORLD SAFETY DAY: SERENISSIMA RISTORAZIONE IN PRIMA LINEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE “Cibo sicuro ora per un domani sano” è lo slogan della terza giornata mondiale della sicurezza alimentare, proclamata nel 2018 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un obiettivo concreto che Serenissima Ristorazione da sempre promuove non solo nel giorno del World Safety Day ma durante tutto l’arco dell’anno, condividendo le azioni messe in campo dagli Attori del Food per garantire la salute e prevenire le malattie di origine alimentare (MTA). Serenissima Ristorazione è infatti impegnata per formare e accrescere le competenze in merito alla sicurezza alimentare degli operatori, consapevole del ruolo che ciascuno svolge nell’assicurare la produzione di un pasto sicuro per la salute, gradito e nutrizionalmente bilanciato.
ICE CUBE: “INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’, LE NOSTRE CHIAVI PER RIPARTIRE”
RETAIL, PARTNERSHIP TRA GAMBA BRUNO E FUTURELAB
Innovazione e sostenibilità sono le leve su cui il mondo intero scommette per la ripartenza nel post Covid-19. Le uniche che potrebbero arginare le perdite portate dalla pandemia. Perdite che per il settore HoReCa si stima possano ammontare a 31 miliardi di euro nel 2020 e ad altri 20 miliardi tra gennaio e maggio 2021. Una strada su cui sta investendo anche Ice Cube, azienda leader nella produzione, vendita e distribuzione di ghiaccio alimentare confezionato. Alle nuove tendenze di consumo innescate dalle esigenze di distanziamento e dalle restrizioni anti-contagio devono corrispondere, infatti, nuovi prodotti, nuovi packaging e nuovi approcci comunicativi.
Dalla GDO, all’hospitality, al fashion: nell’alfabeto del retail con cui Gamba Bruno SpA ha costruito soluzioni che spaziano dalla barriera delle casse del supermercato al terminale per i pagamenti in flagship store del luxury, dalla gestione del magazzino, alla lavorazione dei cibi in cucine professionali, mancava la «a» di agrifood. Ora la filiera è completa, grazie a una partnership tra l’azienda bergamasca e la software house vicentina FutureLab SpA, che, da parte sua, è pronta a integrare anche al di fuori del settore food il suo expertise. Dalla gestione Omnichannel, alla supply chain, dalla logistica della distribuzione, ai back-office e front-end, la partnership tra Gamba Bruno e Futurelab vale un fatturato cumulato di circa 30 Milioni di euro.
Simone De Martino - Owner ICE CUBE
CONTINUA LA CRESCITA DI RISPARMIO CASA IN LOMBARDIA Risparmio Casa, la catena italiana con circa 120 negozi dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona, ha inaugurato il 9 giugno un nuovo store a Castione Andevenno, in provincia di Sondrio, raggiungendo così un totale di 15 punti vendita in Lombardia. Un segnale importante per il territorio, che vedrà sorgere 2.000 mq di superficie commerciale in Via Nazionale 77, con un organico di 16 risorse. “La Lombardia rappresenta dall’inizio del nostro percorso di sviluppo in Italia un’area importante in cui abbiamo investito e in cui siamo cresciuti molto, puntando su risparmio e qualità, i valori centrali della nostra offerta. – dichiarano da Risparmio Casa – Questa ulteriore apertura rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio, che ci spinge a voler proseguire nella stessa direzione sul territorio, con la volontà di rispondere sempre al meglio alle esigenze in continua evoluzione della nostra clientela”.
Silvia Gamba ed Alberto Grotto, Presidenti, rispettivamente, di Gamba Bruno e Futurelab
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MANILA GRACE: OBIETTIVI AMBIZIOSI
MIROGLIO FASHION PUNTA SULLA CRESCITA DELLE STORE MANAGER Al via “Miroglio Retail Academy”, un percorso di formazione per accelerare la crescita professionale delle assistenti alla vendita e supportarle nel ruolo di ambasciatrici del brand. Nel contesto attuale, caratterizzato da grandi cambiamenti nelle modalità e abitudini di acquisto, Miroglio Fashion, azienda leader nel settore dell’abbigliamento femminile con i marchi Motivi, Elena Mirò, Oltre e Fiorella Rubino e oltre 600 negozi di proprietà su tutto il territorio nazionale, punta sulla formazione e sulla crescita professionale della rete vendita, ponendola al centro del nuovo modello di retail “new normal”. In questo modello, le assistenti alla vendita diventano il vero tramite tra i desideri della cliente e il team progettuale del brand, in grado di orientare chi lavora presso la casa madre a sviluppare prodotti e servizi sempre più personalizzati e in linea con le nuove esigenze.
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Andrea Pasquali - Presidente Roseto
ROSETO LANCIA IL SUO NUOVO BRAND DEDICATO ALLE VACANZE ESCLUSIVE Dopo il successo dei due marchi Roseto Prestige e Roseto Home, la società lancia Roseto Experience, la nuova linea di business del Gruppo interamente dedicata alle vacanze di lusso. L’obiettivo è quello di emozionare gli ospiti, non solo attraverso l’esclusività delle location accuratamente selezionate, ma anche grazie al prestigio ed alla ricercatezza delle singole soluzioni abitative, ognuna delle quali sarà arricchita con servizi tailor-made che renderanno il soggiorno ancora più esclusivo. “In questo particolare momento storico afferma Andrea Pasquali, Presidente di Roseto - pensiamo che i nostri ospiti prediligano, per i loro soggiorni, l’utilizzo di soluzioni abitative esclusive di grandi dimensioni che diano la possibilità di riunire l’intero nucleo familiare, incluso eventuale personale di servizio e di aumentare la sicurezza/privacy, senza tuttavia rinunciare a servizi tipici dell’hotellerie di lusso”.
Il marchio, che fa capo ad Antress industry, si è prefissato l’obiettivo di crescere del 10-15% l’anno e ambisce a far pesare l’estero per il 60% rispetto all’attuale 25%. Ma quali sono gli obiettivi principali del piano industriale al 2023? Dalla casa Madre fanno sapere che Prevedono una crescita annua del fatturato del 10-15%. L’obiettivo è tornare ai numeri pre-Covid sui 42-43 milioni di euro, con un ebitda a doppia cifra. Il brand punta poi a raggiungere un peso estero del 60% dal 25% attuale. Sul fronte prodotto, sarà necessario estendere il lancio di accessori e calzature oltreconfine, con focus sull’Europa. Oggi sono attivi nel mondo con una rete di 1.400 clienti e 15 punti vendita diretti. La strategia interesserà tre aree: il mercato estero europeo, est-europeo e il Middle East, con lo sviluppo del franchising e portare il digitale dal 2-3% a un’incidenza tra il 6 e il 10%.
Löwengrube SBARCA A TIRANA
FIT and GO A PIAZZA DI SPAGNA A ROMA
Prima tappa in Albania di un progetto di espansione internazionale di Löwengrube, la catena di ristoranti-birrerie in franchising nata nel 2005 su iniziativa di due giovani imprenditori italiani da un primo locale a Limite sull’Amo, nella periferia di Firenze, e che da allora ha portato l’esperienza dell’Oktoberfest in tutta Italia oggi con 24 punti di ristorazione. L’approdo al di là dell’Adriatico, prima esperienza fuori dai confini nazionali, è avvenuto con l’inaugurazione ad aprile all’ingresso dell’Arena Center di Tirana, struttura multifunzionale che, oltre a essere sede del primo stadio albanese per capienza, ospita uffici, un hotel a 5 stelle e una galleria commerciale dove è presente il nuovo ristorante Löwengrube.
Quella di Fit and Go è una realtà che ha saputo cavalcare l’innovazione, sia nelle formule di allenamento che nelle proposte agli abbonati, arrivando anche a investire nell’apertura di nuovi centri. L’azienda romana di fitness con cuore hi-tech, ha miscelato i suoi ingredienti migliori attraendo nuovi clienti e imprenditori che hanno scelto la formula del franchising per aprire i punti Fit and Go in diverse città italiane. Un’occasione di rilancio che parte proprio da Roma, che ha visto la recente inaugurazione di una sede in piazza di Spagna. La proposta dei centri si rivolge a chi punta a una rapida remise en forme, attraverso lo svolgimento di esercizi funzionali, personalizzati e su appuntamento, con un approccio one to one con il proprio personal trainer.
Pietro Nicastro, CEO Löwengrube
POSTE CENTRALI: ESPANSIONE DA NORD A SUD La posta degli italiani in franchising. Poste Centrali nasce dall’esperienza decennale maturata nel settore postale dagli ideatori del progetto. Un brand che sin dal primo giorno ha suscitato il forte interesse degli italiani, che accorrono numerosi nelle agenzie. Una rete in fortissima espansione da nord a sud, in controtendenza con il settore che invece ha avuto una lieve contrazione. Un bilancio cresciuto del 120% nel primo quadrimestre 2021 e che è destinato a crescere ancora per tutto l’anno. Poste Centrali è la dimostrazione concreta che il franchising, se “fatto bene” ha ancora molti margini di crescita in Italia.
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News Comunicazione. BURGER KING® RESTAURANTS ITALIA PRESENTA IL SUO FORMAT DI HUB VACCINALE Burger King® Restaurants Italia ha presentato, nel ristorante di Viale Tibaldi 11 a Milano, il suo format di hub vaccinale, facendo un ulteriore passo verso il piano di vaccinazione aziendale presentato nelle scorse settimane. Con il progetto “Torniamo Concorrenti”, infatti, l’azienda ha voluto aderire alla campagna di vaccinazione per i dipendenti proposta dalle autorità e fare un passo oltre, organizzando gratuitamente la stessa opportunità per altri 4000 piccoli ristoratori italiani. La campagna “Torniamo Concorrenti” ha avuto il plauso del Ministero del Lavoro e della Presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che hanno sostenuto il valore di questo progetto come esempio per le altre aziende oltre che come un passo importante verso la rapida ripresa del settore della ristorazione.
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MONINI RICEVE IL PREMIO EVOOLEUM 2021
SODEXO LANCIA L’INIZIATIVA GREEN “L’ORTO NEL PIATTO” INSIEME A OROGEL E NIC Sodexo Italia, l’azienda dei 100 mestieri leader nei servizi per la qualità della vita, lancia “L’Orto nel Piatto” in collaborazione Orogel e Nic, Nazionale Italiana Cuochi. Un progetto che vuole proporre soluzioni alimentari di qualità e sostenibili, basate sulla valorizzazione delle verdure da filiera italiana e che si articolerà in una serie di menù a tema, proposti in giornate dedicate e accompagnati da materiale informativo adatto alle varie tipologie di consumatori destinatari del progetto. “L’Orto nel Piatto” si rivolge infatti ai commensali di refettori, ristoranti e bar di scuole, aziende, ospedali e strutture per anziani per cui da Sodexo Italia gestisce il servizio di ristorazione, raggiungendo così circa 27mila tra bambini e insegnanti, 22mila lavoratori e 2mila tra operatori sanitari, medici, pazienti e ospiti di RSA e case di riposo, per un totale di circa 50mila famiglie.
L’olio extravergine di oliva più buono d’Italia, il secondo migliore in assoluto a livello mondiale, si chiama Monini: il giudizio proviene da quella che è universalmente considerata come la “Bibbia” del campo, la Guida EVOOLEUM, che ha assegnato alla Monocultivar Frantoio Monini la medaglia d’argento assoluta e il primo posto come prodotto italiano. Ma il riconoscimento della qualità della casa spoletina è corale: è infatti l’intera linea premium biologica Monocultivar, espressione dell’incomparabile ricchezza olivicola del territorio italiano – Frantoio appunto, Coratina e Nocellara – e già insignita del Premio Biol 2021 come eccellenza biologica, ad essere ammessa nell’esclusivo club dei 100 migliori extravergini del mondo.
CHIQUITA TORNA IN COMUNICAZIONE CON “GUSTO UNICO, IN TUTTA ITALIA” Una nuova campagna per il brand di banane più amato al mondo per celebrare i fruttivendoli di tutta Italia e il “gusto 10 e lode” delle sue banane. Chiquita, azienda leader mondiale nel settore delle banane, torna in comunicazione con “Gusto unico, in tutta Italia”, spinoff di “originale, naturalmente”, la campagna di comunicazione integrata sviluppata appositamente per l’Italia. Caratterizzata da un linguaggio originale e divertente, la campagna mette al centro il fruttivendolo, figura fondamentale della filiera e vero esperto del settore, che Chiquita decide di rendere protagonista puntando su una comunicazione immediata e diretta. Da sempre un punto di riferimento importante per milioni di famiglie italiane, i fruttivendoli sono gli ambasciatori della qualità e della freschezza della frutta e della verdura che gli italiani consumano ogni giorno.
P&G E WWF INSIEME PER UN’ITALIA PIÙ VERDE E SOSTENIBILE
A$AP ROCKY E KLARNA INSIEME PER UNA NUOVA CAMPAGNA GLOBALE Klarna, leader globale nei servizi di pagamento, bancari e di shopping, annuncia la sua ultima partnership internazionale con A$AP Rocky, musicista, icona di stile e imprenditore. La campagna multimediale incoraggia i consumatori a rinfrescare il proprio look, ora che il mondo comincia a uscire dai lockdown imposti dalla pandemia. Rocky, che il 1° giugno è stato annunciato come azionista di Klarna e ha assunto il ruolo di CEO per un giorno, apparirà nei contenuti social e in un cortometraggio con un frammento di una sua nuova canzone, che sarà pubblicata durante l’estate, con l’obiettivo di ispirare i consumatori a riscoprire il proprio senso dello stile. “Non spetta a me decidere cosa le persone debbano indossare o come, ma aiutare Klarna a creare uno spazio in cui poter scoprire il proprio stile che va oltre la consulenza che ho fornito per anni nel campo della moda”, dichiara A$AP Rocky.
Il futuro dell’umanità è strettamente connesso al futuro del pianeta. Con questa consapevolezza, Procter & Gamble stringe in Italia una partnership con il WWF, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione di natura, habitat e specie in pericolo. Obiettivo: realizzare azioni concrete in Italia volte alla salvaguardia del pianeta, a stimolare un cambiamento positivo nelle persone e ad educare le nuove generazioni. La partnership, presentata in occasione dell’evento «Il futuro è nella nostra natura», è la più importante mai realizzata da P&G in Italia a tema ambientale e rientra nell’ambito di “P&G per l’Italia”, il programma di cittadinanza d’impresa con cui P&G sta realizzando e realizzerà nei prossimi anni iniziative concrete di sostenibilità sociale e ambientale nel nostro Paese.
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L’obiettivo di Cncc: promuovere un miglioramento dell’industria e delle performance dei singoli soci
L’AUMENTO DEI SERVIZI SARÀ CENTRALE PER IL FUTURO DEI CENTRI COMMERCIALI Intervista a Roberto Zoia, Presidente del Cncc: “l’emergenza sanitaria ci ha fatto comprendere un nuovo ruolo dei Centri Commerciali. Oltre ad essere luoghi di vendita diventano anche luoghi di servizi per il benessere e la salute dei cittadini. L’apertura, in circa 25 centri commerciali su tutto il territorio nazionale, di hub vaccinali e il positivo riscontro da parte dei clienti dimostra l’apprezzamento delle persone”
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CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) riunisce in un unico organismo trasversale tutti gli stakeholders, quali le proprietà, le società di servizi e selezionati operatori, collegati all’industria dei centri commerciali, dei parchi commerciali e dei Factory Outlets. Appartenere al Cncc significa poter prendere parte a tutte le iniziative del’Associazione, quali gruppi di studio e lavoro e convegni, oltre che poter beneficiare delle azioni quotidiane messe in atto dall’Associazione, volte a promuovere un miglioramento dell’industria e delle performance dei singoli soci. Abbiamo intervistato Roberto Zoia, Presidente del Cncc. Sono 1.260 i poli commerciali presenti sul territorio nazionale. È una grande responsabilità rappresentarli. Come si concretizza il vostro intervento? “All’inizio del nostro mandato, la squadra alla guida del CNCC, che ho il piacere di rappresentare da ottobre scorso, ha definito una mission precisa, con cui ci siamo posti l’obiettivo di portare avanti parallelamente sia le attività istituzionali che di ricerca. Nel primo caso, il nostro impegno è quello di interloquire con le istituzioni a nome di tutta la filiera che rappresentiamo, come avvenuto dall’inizio della pandemia, a Marzo 2020, quando abbiamo avviato un dialogo e iniziato a proporre istanze a beneficio dell’industria. Per quanto riguarda le attività di ricerca, invece, abbiamo deciso, con l’approvazione dell’ultimo Statuto, di creare alcune Commissioni di lavoro, che funzionano come “think thank” dell’Associazione, composte da esperti di diversi settori con l’obiettivo di approfondire e sviluppare studi su specifiche materie di interesse dell’industria che rappresentiamo, come ad esempio gli investimenti, la sostenibilità, il food&leisure, ecc.”. Proprio in merito alla sostenibilità quali politiche state adottando? “L’impegno del Cncc nella definizione e attuazione di strategie e azioni sempre più orientate alla responsabilità sociale e ambientale ci ha portati ad approvare, ad aprile scorso, il primo Manifesto per la Sostenibilità, un vero e proprio programma di crescita etico-valoriale, volto a trasferire una cultura ESG a tutta la platea di nostri asso-
Roberto Zoia, Presidente del Cncc
ciati e a promuovere una nuova cultura aziendale. Quest’iniziativa, con cui ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di perseguire 8 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030, vedrà il diretto coinvolgimento dei nostri associati in attività volte a migliorare ulteriormente le condizioni sociali e ambientali non solo del settore e dei suoi operatori ma anche della stessa Società”. In che modo, dopo il periodo che abbiamo vissuto, è cambiata e trasformata la cultura aziendale? “La pandemia ha inevitabilmente portato a dei cambiamenti nelle abitudini e nelle necessità dei clienti che, nei centri commerciali, cercano ora soprattutto accoglienza, comodità, funzionalità tecnologica e sicurezza, servizi che sono e saranno soggetti a un processo di rinnovamento in futuro. Una delle trasformazioni intraprese in questo periodo, riguarda poi l’aspetto sostenibile delle nostre aziende, molto più attente alle tematiche ESG”.
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Dopo oltre un anno di chiusure forzate e di sacrifici, per gli 800.000 lavoratori è finalmente giunto il momento di tornare alla loro consueta attività. Quali le innovazioni per gli operatori del settore e per i consumatori? “Le numerose giornate di chiusura forzata nel 2020 e 2021 hanno impattato fortemente sugli andamenti dell’intero settore. Tuttavia, in questo anno e mezzo, grazie anche ad approfonditi studi sui nuovi trend, la modalità di dialogo tra operatori e consumatori è cambiata ed è stata integrata con le nuove necessità emerse negli ultimi mesi. Grazie ai cambiamenti attuati, quando il Governo ci ha dato la possibilità di riaprire completamente i nostri centri, la prima volta a maggio 2020 e la seconda a maggio 2021, i clienti sono tornati numerosi a visitare le nostre strutture, dimostrandoci che il modello di centro commerciale non è passato di moda, anzi”. Le nuove tecnologie avranno un ruolo fondamentale per il cambiamento? E per i centri commerciali? “Negli ultimi mesi il tema della digitalizzazione è diventato centrale per diversi ambiti dell’economia, così come per il nostro settore. Lo sforzo più grande rappresenta l’integrazione tra fisico e digitale e l’intera industria si è adoperata in maniera molto efficace per ridurre questo gap. Come Cncc abbiamo lavorato e stiamo tutt’ora lavorando molto per fornire una guida ai nostri soci, che possa aiutarli ad apportare migliorie in termini di digitalizzazione e innovazione ai propri centri e profilare nuovi clienti. Il mix merceologico sta diventando sempre più articolato e variegato con l’arrivo non solo di nuovi brand ma anche di nuovi tipi di settori legati per esempio ai servizi. Che ruolo gioca il benessere e la salute all’interno dei centri per migliorare ulteriormente la customer experience dei clienti? “L’aumento dei servizi sarà centrale per il futuro dei centri commerciali. A partire da quelli legati al benessere della persona, che vedranno un miglioramento degli ambienti in termini di qualità dell’aria e di un maggior comfort, fino ad arrivare a quelli relativi alla salute, che porteranno i nostri
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centri a diventare vere e proprie strutture sanitarie di prossimità, un riferimento per le comunità locali. L’apertura, in circa 25 centri commerciali su tutto il territorio nazionale, di hub vaccinali e il positivo riscontro da parte dei clienti che hanno usufruito di questo servizio è stata la riprova di quanto l’offerta di questo genere di assistenza di prossimità sia apprezzata dalle persone”.
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ROBERTO DADDIO - Area Manager Sud –
Responsabile Centro Commerciale Le Porte di Napoli “FAR DIVENTARE L’ACQUISTO UN’ESPERIENZA EMOZIONALE”
“Un centro commerciale è per definizione un luogo di “ritrovo”, di svago e di socialità. Approdare finalmente alla completa riapertura di tutte le attività, ha rappresentato non solo ritornare alla sospirata normalità, ma anche una maggiore consapevolezza di quello che rappresentiamo per la gente. Non solo acquisti, ma anche socialità in sicurezza; non solo consumo, ma anche attenzione a tutte le nuove esigenze “sociali” che la pandemia ha sospinto in alto nelle aspettative dei clienti. Insomma, la riapertura ci restituisce il nostro “lavoro” al servizio del cliente, ma ci conferisce anche la responsabilità di fare di più e meglio!! Poi appartenere ad una rete, quale il cncc, ci dà molta sicurezza”. A parlare è Roberto Daddio, Area Manager Sud – Responsabile Centro Commerciale Le Porte di Napoli, il quale è convinto che il Centro Commerciale deve essere un’area dove le persone devono stare bene e trovare una serie di prodotti e servizi per soddisfare qualsiasi esigenza. “Fino a qualche anno fa, parlare di mix merceologico era, in termini strettamente letterari, un azzardo. Di mix c’era ben poco... il 70/80% era solo abbigliamento. Oggi, complice il mutamento delle abitudini di acquisto, con nuove esigenze e nuove richieste, siamo arrivati ad avere un ventaglio di offerte sempre più rispondente alle mutate esigenze. In tutto questo non dobbiamo dimenticare che l’offerta merceologica da sola non basterebbe a spiegare l’interesse della gente per queste realtà. Siamo passati dal concetto di “non-luogo” (Marc Augè) al luogo dove l’acquisto diventa un’esperienza. Dove la leva più importante è l’emozionalità; lo star bene; vivere in un’area di benessere (wellbeing). Per noi tutto questo gioca un ruolo centrale e non potrebbe essere diversamente. Chiaramente sotto il profilo dell’offerta è essenziale oggi ampliare il segmento dei servizi alla persona: centri fitness, poliambulatori e casa salute, sportello famiglia, pet store e cliniche veterinarie... insomma il ventaglio è ampio e mutevole. E se l’emozionalita è alla base dei nostri comportamenti allora acquistare è non solo un’avventura collettiva, ma diventa sempre di più anche “personale”. Da qui l’esigenza per tutti di conoscere (profilare) il proprio cliente”.
E proprio in quest’ottica si inquadra il nuovo progetto a cui Igd sta lavorando denominato “Next Steps”. Un grande cantiere per individuare in tutti i settori (dal gestionale al commerciale a quello infrastrutturale) le nuove esigenze dei clienti. La sua denominazione già offre l’idea di una comunità in cammino per aprire nuovi percorsi.
CENTRO COMMERCIALE: LE PORTE DI NAPOLI Azienda: IGD Management srl Città: Afragola (NA) Anno di nascita: 1999 Caratteristiche: extraurbano Dimensione: 26.600 mq Numero di negozi: 85 Tipologia merceologica dei negozi: Ipercoop/ipermercato, abbigliamento, cura della persona e salute, beni per la casa, elettronica di consumo, ristorazione, cultura, tempo libero, regalo e servizi. Volume di affari mensile: 4.835872,37 Volume di affari annuale: 63.765.035,74
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FILIPPO DE AMBROGI - Direttore Centro Commerciale Porta di Roma
“DOBBIAMO INTERCETTARE LE NOVITÀ, I FORMAT, I BRAND CHE MEGLIO INTERPRETANO IL COMMERCIO”
“Riaprire, dopo la Pandemia, vuol dire tornare ad offrire ai nostri clienti un’esperienza di shopping in un luogo sicuro e ben organizzato.. Sono stati mesi difficili in cui abbiamo dovuto rivedere e ripensare il sistema di gestione della Galleria a favore della tutela e sicurezza dei nostri visitatori. Ci siamo impegnati mettendo a punto un protocollo che prevede norme di sicurezza precise e su misura, anche più rigide rispetto alle prescrizioni governative ricevute. Credo quindi di poter affermare che questo nostro impegno, condiviso con i centri commerciali del territorio nazionale, abbia portato all’obiettivo tanto atteso e ricercato con tenacia: tornare ad accogliere i nostri clienti potendo offrire loro il nostro mix merceologico di qualità ed eccellenza. Inoltre, essere parte di un’associazione di qualità quale è il Cncc significa per noi essere rappresentati e assistiti da un organismo che raccoglie tutti i soggetti privati e pubblici collegati all’industria dei Centri commerciali, orientando la propria attività al fine di creare le condizioni necessarie alla crescita dell’industria dei Centri Commerciali in tutte le sue diversificazioni”. A parlare è Filippo De Ambrogi, Direttore Centro Commerciale Porta di Roma il quale è convinto che un buon Centro Commerciale debba contenere un mix dei retailers per rispondere a tutte le esigenze del mercato di riferimento. “Il mix dei retailers ideale è quello che risponde alle esigenze del nostro mercato di riferimento, sembra un’ovvietà, ma dietro c’è molto lavoro, soprattutto in un Centro grande e complesso come Porta di Roma. Nello specifico: il retail è in grande evoluzione già da prima della pandemia ma adesso anche più velocemente, noi dobbiamo intercettare le novità, i format, i brand che meglio interpretano il mondo del commercio ai nostri giorni. Se ne parla da anni in effetti, ma oggi, anche di più, “l’esperienza” nel retail è ancora più fondamentale, magari mediata e arricchita dalla tecnologia. Accogliere nel nostro Centro insegne con queste caratteristiche è sicuramente un obiettivo per regalare ai clienti un’esperienza di shopping sempre nuova e completa. I servizi sono sempre più centrali. Il cliente è più esigente, ha meno tempo e alla sua visita nel centro commerciale chiede di più rispetto al passato. E dunque, l’ottimizzazione di tutte le interazioni phygital, il click&col-
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lect, il delivery, le nuove modalità di pagamento, le prenotazioni on-line, etc. sono o diventeranno presto imprescindibili. Inoltre, l’offerta di servizi legati alla salute è da sempre un elemento che non può mancare all’interno di un centro commerciale, negli anni divenuto sempre più un luogo di ritrovo e punto di riferimento per il suo territorio. Il Centro Commerciale Porta di Roma per esempio è stato il primo su tutto il territorio nazionale ad aprire al proprio interno un punto di primo soccorso in collaborazione con Croce Rossa Italiana. Ultima tra le tante e tutt’ora in essere, la realizzazione di uno dei più importanti Hub Vaccinali presenti nella Regione Lazio realizzato proprio all’interno del nostro centro commerciale. Dal punto di vista di noi professionisti del settore, l’elemento differenziante rispetto al passato, anche recente, è la capacità di reagire, cambiare e adattarsi velocemente: il mercato è sempre più dinamico, il consumatore sempre più esigente, noi dobbiamo essere lì, esattamente dove i trend passeranno, preferibilmente anticipandoli”. E questa concezione si inserisce perfettamente nei progetti futuri del Centro cioè intensificare sempre più il rapporto con i clienti, grazie ai dati. Un’offerta commerciale sempre al passo con i tempi. La sostenibilità integrata in ogni azione. Rafforzare il ruolo sociale degli spazi, con il cliente sempre al centro dell’attenzione. CENTRO COMMERCIALE: PORTA DI ROMA Azienda: Klepierre Management Italia Città: Roma Anno di nascita: 2007 Caratteristiche: Polo commerciale, unico nella città che ricomprende al suo interno i negozi IKEA e Leroy Merlin Dimensione: 130.000mq Numero di negozi: 201
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PIAZZA COMMERCIALE BOTTICELLI Torino
È una delle sette grandi cooperative di consumo che formano il consorzio nazionale Coop Italia
NOVA COOP: ATTENZIONE ALL’INNOVAZIONE, RISPETTO DELL’AMBIENTE E CENTRALITÀ DELLE PERSONE Intervista a Giovanni Crisafulli, Responsabile leasing di Nova Coop: “ci dovrà essere una conversione degli spazi a favore della ristorazione, dei servizi, del benessere e del coworking. Il Centro Commerciale deve essere un luogo per ritornare a socializzare e quindi dovrà essere al servizio delle comunità” 21
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Qualità, servizio e sicurezza sui prodotti. Questi i principali obiettivi che si pone Nova Coop, una delle maggiori catene di distribuzione operante in Piemonte e tra le maggiori cooperative di consumatori aderenti al sistema nazionale. Nata nel 1990 con la fusione tra Coop Piemonte e Coop C.P.L. opera sull’intero territorio regionale e su di una limitata area della Lombardia. Caratteri essenziali della forma giuridica della cooperazione sono lo scopo mutualistico e l’interesse sociale. Infatti gli utili e le riserve sono indivisibili e vengono impiegati per lo sviluppo della società. Lo scopo istituzionale della cooperativa è rappresentato dalla tutela dei consumatori che persegue congiuntamente attraverso la politica commerciale e l’attività sociale. Abbiamo intervistato Giovanni Crisafulli, responsabile leasing di Nova Coop.
Giovanni Crisafulli Responsabile leasing di Nova Coop
Stiamo vivendo il ritorno alla cosiddetta “normalità”. Quali sono state invece, per i Centri Commerciale, settore vulnerabile, le conseguenze di un anno trascorso? “La situazione imprevedibile ha danneggiato gli operatori di tutti i settori con riduzioni del fatturato dovute alle chiusure e ai divieti di spostamento. Nova Coop per sopperire alle difficoltà emergenziali ha concesso abbuoni finanziari per cercare di mantenere aperte le attività e andare oltre i decreti Sostegno del Governo”. In un momento storico, che abbiamo vissuto, dove tutti sono rimasti da soli, isolati, appartenere ad una rete ha rappresentato sicuramente un vantaggio? Qual è il bilancio di oggi? “Anche se non siamo ancora usciti completamente dalla crisi, i dati della ripartenza sono molto positivi per tutti i settori, quasi vicini a quelli dello stesso periodo del 2019, considerando anche la (giusta) voglia di evadere e di vacanze, oggi, degli italiani. Molto bene da subito ristorazione e servizi. Questo dato fa bene sperare per un ritorno alla “normalità” di frequentazione dei Centri Commerciali da settembre in avanti”. Dunque, quale futuro per i Centri Commerciali? “Nei prossimi anni i consumatori continueranno a spendere nei Centri Commerciali, ma poiché la
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spesa dell’online continuerà a crescere, gli operatori dovranno combinare le esperienze digitali ed il negozio per generare il massimo dei fatturati. Il negozio sicuramente per vivere l’esperienza e fare da vetrina. Ci dovrà essere una conversione degli spazi a favore della ristorazione, dei servizi, del benessere e del coworking. Il Centro Commerciale deve essere un luogo per ritornare a socializzare e quindi dovrà essere al servizio delle comunità”.
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PIAZZA PARADISO Collegno
Che valore ha il benessere e la salute all’interno dei vostri centri per migliorare ulteriormente la customer experience dei clienti? “Benessere e salute, intesi come servizi, sono fondamentali per i centri commerciale del prossimo futuro. I clienti in futuro identificheranno la qualità generale del centro in base alla qualità, quantità e diversa tipologia del brand salute e benessere”. La situazione che abbiamo vissuto ci ha portato anche a rivedere le regole contrattuali. Quali sono le nuove dinamiche contrattuali da recepire? “In questa visuale innovativa tra negozio fisico e digitale anche i contratti dovranno modificarsi, considerando sempre come priorità l’equilibrio ed i rischi del business tra proprietà e affittuari, ci dovranno essere nuove dinamiche contrattuali da recepire che mettano insieme i fatturati del punto vendita e dell’online, con clausole che facilitino le rinegoziazioni”. Strategie economiche e aziendali. Cosa ha in progetto per l’immobiliare Nova Coop per l’imminente futuro? E il franchising che ruolo gioca?
OSSOLA OUTDOOR CENTER Crevoladossola
“I progetti per il futuro sono pensati in punti nevralgici e importanti delle città che prevedono riqualificazioni urbane come ad esempio l’ ex scalo ferroviario di Torino in via Nizza. Il franchising avrà sempre più un ruolo importante perché ci sarà l’esigenza di avere imprenditori locali che conoscono esigenze e dinamiche del territorio”.
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“The Place To Do” l’experience platform che rivoluzionerà i Centri Commerciali
LA TRASFORMAZIONE DIGITALE DEI CENTRI COMMERCIALI SECONDO SVICOM Intervista a Francesca Pinzone, Head of Marketing Department di Svicom: “il centro commerciale dovrà avere alla base un modello di innovazione aperto, forte della partnership e della condivisione di valore tra tutti gli attori in gioco: proprietà, retailer, gestori, clienti” “Trasformazione digitale, un termine oramai entrato nel vocabolario quotidiano di moltissimi brand e di moltissime aziende come uno dei principali obiettivi di business, soprattutto dopo la pandemia che ha di fatto accelerato il passaggio ad un’abitudine di consumo e di fruizione del prodotto in modo nuovo, secondo dinamiche che si stavano progressivamente affermando, e che gli
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esempi esteri testimoniavano già da tempo. Più che di trasformazione, preferisco parlare di integrazione digitale, processo da cui non si può più prescindere: il digitale è a tutti gli effetti un abilitatore a favore del fisico, all’interno di un processo di acquisto sempre più complesso e integrato fra i vari canali che il consumatore ha a disposizione. Il cliente è oramai a tutti
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gli effetti un consumatore “omnicanale” e tale processo difficilmente sarà reversibile; quello che potrà davvero fare la differenza sarà la logica del servizio, l’esperienza che sarò in grado di dare al mio consumatore che di fatto può avere accesso a quel prodotto in maniera facile e da diversi punti di contatto”. Sul tema abbiamo intervistato Francesca Pinzone, Head of Marketing Department di Svicom. “Fisico e digitale come possono integrarsi? Perché il consumatore dovrebbe venire da me per comprare un prodotto facilmente reperibile ovunque e in maniera estremamente veloce? Che cosa mi offre in più quel determinato spazio fisico? Come posso colmare il gap fra centro commerciale e commercio online? Che ruolo può avere il centro commerciale nell’ambito della trasformazione digitale in quanto mero contenitore di prodotti e di servizi? “Sono questi i principali quesiti su cui i centri commerciali hanno cominciato ad interrogarsi e che noi di Svicom abbiamo già da tempo cercato di risolvere identificando soluzioni atte ad integrare progressivamente la tecnologia nei vari processi del business aziendale, e cercando di fare evolvere il centro commerciale verso una dimensione sempre più di cliente e meno di prodotto. Il negozio diventa il culmine di un processo relazionale con il brand che parte molto prima e molto più complesso, che porta le persone a effettuare ricerche sui prodotti ancora prima di recarsi sul punto vendita e che nel punto vendita si aspettano qualcosa di differenziante che abbia un ruolo importante sulla sfera dell’emozione e vivere un’esperienza che soltanto il fisico sarà in grado di dare e che non potrà mai essere soppiantata dal digitale. Potrei citare vari esempi, sebbene vorrei concentrarmi su un progetto innovativo che mi sta particolarmente a cuore frutto di un’osservazione attenta delle dinamiche del mercato e dei cambiamenti in atto, della conoscenza del consumatore, ma soprattutto di brainstorming interno fra i vari stakeholders coinvolti. The Place To Do è la nostra experience platform che dall’estate 2021 sarà lanciata in alcune delle nostre strutture; il cliente potrà scegliere iniziative,
Francesca Pinzone, Head of Marketing Department di Svicom
eventi, corsi ed attività da sperimentare sul centro o on demand, con la famiglia, da solo, con gli amici. Si introduce così il concetto della “personalizzazione” di contenuti del centro commerciale, rivedendo quindi nelle fondamenta il paradigma classico di eventi ed esperienze generalisti nei centri commerciali. Il marketing dell’era digitale ci sta insegnando che un retailer o un centro commerciale potrà essere più competitivo adottando due strategie non escludenti: la collaborazione con i propri clienti (co-creazione) e il dialogo con altre imprese, in certi casi anche concorrenti (coopetizione). Il centro commerciale dovrà avere alla base un modello di innovazione aperto, forte della partnership e della condivisione di valore tra tutti gli attori in gioco: proprietà, retailer, gestori, clienti”.
SVICOM opera nel campo del real estate dal 1996, affermandosi fin da subito tra i protagonisti delle evoluzioni del settore. La caratteristica di Svicom è quella di offrire un servizio di consulenza
completo
e
integrato:
gestione
e locazione di centri e parchi commerciali; gestione condomini, immobili direzionali, high street retail e logistic centre; consulenza e studi di fattibilità; strategie di digital marketing e comunicazione; consulenza tecnica, legale e altro ancora (Property Management, Centre Management,
Technical
Consultancy,
Digital
Strategies, Legal Consultancy, Advisory and Feasability Studies, Retail Business Development e Leasing Management).
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Il valore aggiunto di aprire in franchising risiede nel percorso di sostegno che viene offerto in tutte le fasi dell’avvio dell’attività
CARREFOUR: PIONIERI DEL FRANCHISING ALIMENTARE Intervista a John Agostini, Direttore franchising ed espansione di Carrefour Italia: “siamo alla ricerca di persone con una spiccata propensione imprenditoriale e una forte attenzione alla soddisfazione del cliente” “Il franchising, sin da prima dell’emergenza sanitaria, ha rappresentato un’importante leva di crescita per Carrefour in Italia e continuerà a costituire una delle nostre priorità anche nei prossimi mesi e anni, in linea con il piano di trasformazione avviato nel 2019. Abbiamo iniziato il nostro percorso nel paese con i negozi di prossimità e dal Duemila abbiamo esteso la formula ai supermercati fino a diventare il primo
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franchisor della grande distribuzione in entrambi i formati, con circa 1000 punti vendita in totale. Nel 2020 abbiamo inoltre iniziato una collaborazione con i Master Franchisee Apulia Distribuzione ed Etruria Retail, che ci hanno consentito di rafforzare ulteriormente la nostra presenza rispettivamente nel Sud Italia e nelle Regioni del Centro”. A parlare è John Agostini, Direttore franchising ed espansione di Carrefour Italia.
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In questo particolare momento storico appartenere ad una rete ha rappresentato un vantaggio? “Indubbiamente essere parte di una rete solida e strutturata come Carrefour ha rappresentato un vantaggio per i nostri partner, che hanno potuto contare sia sul supporto e sostegno costanti da parte della nostra struttura organizzativa, che su di un marchio riconosciuto e solido. Poggiando su queste basi, i nostri franchisee hanno potuto svolgere anche durante la pandemia un ruolo cruciale: essere molto vicini alle esigenze dei clienti e dei territori in cui operano”. Secondo lei perché conviene aprire in franchising rispetto all’apertura indipendente? “Ritengo che il valore aggiunto di aprire in franchising risieda soprattutto nel percorso di sostegno che viene offerto in tutte le fasi dell’avvio dell’attività, sia dal momento di screening dei candidati, che viene effettuata molto attentamente, sia nella ricerca del locale che nella formazione precedente all’apertura che prevede non solo l’acquisizione di competenze sul prodotto, ma anche il supporto nella relazione con gli istituti di credito, momenti di affiancamento on the job e training specifici sulla gestione di un’attività di business, ad esempio approfondendo conoscenze a livello economico-finanziario e nelle risorse umane. Inoltre penso che possiamo accompagnare i nostri imprenditori anche nell’evoluzione della propria offerta mantenendola sempre aderente con i consumi e mettendoli in condizioni di accedere a nuovi servizi che in autonomia non sarebbero sviluppabili”. Che impatto e come ha influito l’accelerazione della tecnologia sulla vostra attività? “Il digitale è sicuramente una frontiera su cui siamo impegnati a tutto tondo, quale strumento che ci consente di migliorare l’esperienza di consumo dei nostri clienti. Abbiamo inoltre un sito di e-commerce che stiamo sviluppando nei punti Carrefour Italia diretti e su siti dedicati”. Quali tipologie di negozio sono più adatte alla vostra idea di franchising? “Ci focalizziamo sia sui punti vendita di minori dimensioni (di circa 200-250mq) con il format
John Agostini, Direttore franchising ed espansione di Carrefour Italia
Express, i classici negozi sotto casa dove è forte il presidio del cliente e delle sue esigenze quotidiane, sia sui supermercati Market (800- 1500 metri quadrati), che non devono necessariamente risiedere dentro aree ad alta densità, ma che in compenso devono avere elementi di accesso facilitati ed un bacino di consumatori adeguato per sostenere l’equilibrio economico del punto di vendita. Quanto alle regioni italiane per noi di maggiore interesse, guardiamo in prima battuta al Nord-Ovest, Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, l’Abruzzo e la Campania”. Negli ultimi anni c’è stata una trasformazione e ricambio dei settori merceologici? Come si evolve il mercato e quali le novità? “L’attenzione per la provenienza italiana e la tracciabilità dei prodotti, legata ad una maggiore consapevolezza della sostenibilità sono trend in atto che stanno influenzando gli assortimenti. Con la nostra marca privata interpretiamo questi cambiamenti e offriamo, anche ai nostri franchisee, una proposta commerciale in linea con le aspettative del cliente. Ad esempio, Filiera Qualità Carrefour è la linea che dal 1992 costituisce la base dell’assortimento dei reparti freschi della macelleria, pescheria, frutta e verdura. Controlliamo tutte le fasi produttive, dal campo ai punti vendita, garantendo il benessere degli
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animali, condizioni lavorative legali e l’assenza di sfruttamento, pratiche produttive sostenibili, attente all’ecologia e alla biodiversità, la freschezza e la bontà dei prodotti. Terre d’Italia promuove l’offerta di prodotti tipici del territorio italiano, valorizzandone le eccellenze e i piccoli produttori locali. Dal 2019, grazie alla partnership siglata da Carrefour Italia con Coldiretti e Filiera Agricola Italiana, alcuni prodotti della linea sono inoltre certificati FDAI - Firmato Dagli Agricoltori Italiani, a garanzia che il prodotto sia 100% italiano, proveniente da una filiera tracciabile, ottenuto nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. Infine, con Carrefour BIO promuoviamo l’accessibilità a tutti di una offerta di prodotti bio, con cui abbiamo sviluppato in Italia 360 referenze”. Quali sono le caratteristiche del vostro franchisee tipo? In che modo supportate i franchisee? “Siamo alla ricerca di persone con una spiccata propensione imprenditoriale e una forte attenzione alla soddisfazione del cliente. Nei nostri punti vendita, in particolare quelli di minori dimensioni, è infatti fondamentale essere molto presenti e attenti alla relazione che si crea con i collaboratori e i consumatori, che nel negozio di prossimità
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vedono un servizio di grande valore. Supportiamo passo dopo passo i nostri imprenditori attraverso percorsi di formazione e affiancamento molto strutturati, supportando l’affiliato in tutte le fasi pre e post apertura. Per questo motivo avere una esperienza precedente nel settore è un plus importante, ma non determinante”. Perché affiliarsi a Carrefour? “Per entrare a far parte di un gruppo dinamico, che fa della qualità e dell’attenzione al cliente elementi centrali dell’attività quotidiana. Vorrei inoltre sottolineare la dedizione con cui affianchiamo i nostri partner nel percorso di start-up dell’impresa e nella formazione continua, che rappresenta un fiore all’occhiello della nostra offerta. Abbiamo infatti sviluppato un esclusivo programma di training dedicato ai nostri franchisee sia in ingresso, con una academy dedicata a tutti i nuovi imprenditori per l’apprendimento delle competenze fondamentali del retail e della gestione del punto vendita, che occasioni di approfondimento e di formazione continua per essere sempre costantemente aggiornati e pronte a rispondere alle sfide di un mercato competitivo come quello della distribuzione”.
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È importantissimo sottolineare che non esiste un solo tipo di contratto di franchising e ogni franchisor deve costruire il proprio secondo le sue precise esigenze
COME CAMBIANO I CONTRATTI DI LOCAZIONE COMMERCIALE DOPO IL CORONAVIRUS Un problema sollevato dai provvedimenti restrittivi. Una strada, prospettata soprattutto nel caso dei contratti di affitto o di affitto di ramo di azienda all’interno dei centri commerciali, potrebbe essere quella di prevedere una modulazione del corrispettivo. Che cosa è come si applica di Alessio Molinarolli - Avvocato
Una delle aree maggiormente tormentate a livello economico e giuridico dalla crisi innescata dalla pandemia da Covid-19 è quella dei contratti di affitto, cioè i contratti di locazione che hanno ad oggetto beni produttivi. Il tema interessa in modo diretto e significativo il mondo del retail, dal momento che ogni negoziante nell’ultimo anno ha dovuto fare i conti con le limitazioni all’esercizio della propria attività a causa delle stringenti misure imposte dal Governo per arginare il diffondersi dell’economia.
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Ogni negoziante, in tale contesto, ha dovuto affrontare il problema dei costi fissi inerenti la gestione della propria attività, tra i quali in particolare quello relativo al canone di affitto. La questione è stata e di sicuro può essere affrontata sotto differenti prospettive. Molti autori e giuristi si sono impegnati in ricostruzioni pregevoli che prendevano spunto dal principio di equità o, piuttosto, dalla domanda se fosse o no iniquo dover continuare a pagare l’affitto per un immobile del quale il godimento è nei fatti pressoché azzerato. Il dibattito è stato ed è eccezionalmente ampio e si è persino tentato di mettere in discussione, peraltro senza riuscirvi seriamente, alcune certezze che fino a poco tempo fa regnavano in materia, una su tutte, con buona dose di approssimazione, il principio per il quale il debitore non può invocare, quale ipotesi di impossibilità di eseguire la prestazione (il pagamento del canone), una situazione di difficoltà economica soggettiva. Si è discusso poi di forza maggiore e di imprevedibilità per definire quella situazione di incolpevole impotenza di chi dopo non uno, due o tre mesi di chiusura ma dopo quasi un anno di aperture e chiusure a singhiozzo, che hanno decimato se non azzerato gli incassi, si è trovato nella condizione di non poter pagare i canoni di affitto ma di non voler disperdere al tempo stesso l’avviamento creato negli anni con il recesso dal contratto e la chiusura dell’attività.
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LA PREVEDIBILITÀ COME CONCETTO CHIAVE. ALCUNE IPOTESI Proprio il concetto di prevedibilità rappresenta la chiave di volta per comprendere il prima ed il dopo Covid 19. Se all’esordio della pandemia era praticamente certo che la situazione venutasi a creare potesse definirsi imprevedibile, oggi che l’epidemia è una realtà con la quale tutti hanno imparato a misurarsi, è vero il contrario. Questa semplice presa d’atto dimostra che, mentre qualche mese fa era possibile parlare di equità, buona fede e obblighi di rinegoziazione, se non addirittura di risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, oggi più che mai è necessario che le parti del contratto, nell’esercizio della propria autonomia privata, si adoperino meticolosamente per prevedere i criteri di gestione delle cosiddette sopravvenienze. Una strada, prospettata soprattutto nel caso dei contratti di affitto o di affitto di ramo di azienda all’interno dei centri commerciali, potrebbe essere quella di prevedere una modulazione del corrispettivo che tenga conto di possibili eventi
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straordinari, suddividendo il canone in due parti, una parte fissa, inderogabile, che rappresenti una sorta di minimo garantito per il locatore e che debba essere corrisposta in qualunque caso, e una parte variabile, determinata in funzione dell’andamento degli affari, che funga così da elemento di riequilibrio e persino di maggiore profitto per la proprietà e che funge da corrispettivo per il maggiore rischio assunto. Va da sé che una soluzione di questo genere, da una parte, espone necessariamente l’esercente ad un controllo penetrante sulla propria attività e sui relativi risultati e, dall’altra, pur presentando un vantaggio significativo per garantire la gestione di eventi straordinari, potrebbe aprire nuovi e diversi scenari anche contenziosi. Si pensi ai riflessi che un simile accordo potrebbe avere sulla natura del contratto che da contratto di scambio (godimento del bene verso pagamento in denaro) rischia di trasformarsi in un negozio diverso, nel quale devono essere valorizzati altri elementi, come ad esempio la partnership, che a loro volta potrebbero far nascere altri interessi (a questo punto, di fronte ad una gestione disastrosa o anche solo non ottimale del punto vendita, dovuto a negligenza del titolare, il proprietario potrebbe veder leso un proprio interesse economicamente rilevante e oggetto di contrattazione). Una possibile alternativa potrebbe essere quella di inserire nel contratto una clausola che preveda l’obbligo di rinegoziare il contratto al verificarsi di un determinato evento straordinario, una clausola che rientrerebbe nella categoria delle c.d. clausole di hardship.
Sarà poi l’uso intelligente dell’autonomia privata a portare le parti verso una soluzione che sia coerente tanto con il dovere di solidarietà verso il conduttore (ad esempio riducendo momentaneamente il canone) tanto con il legittimo interesse del proprietario (che potrà ad esempio recuperare in seguito la differenza non percepita). A parere di chi scrive l’autonomia privata rappresenta un valore da tutelare, perché attraverso tale principio si esprime la libertà di impresa; va da sé, tuttavia, che se il valore del contratto inizia a diventare relativo, anche l’autonomia privata si svaluta e perde di significato, ridotta a puro esercizio intellettuale che non offre però certezza e prevedibilità.
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Sono una entità capace di caratterizzare un’impresa e/o un suo prodotto, rispetto ad altri presenti sul mercato
PROPRIETÀ INDUSTRIALE: I MARCHI E IL LORO VALORE NELL’IMPRESA Nella prima parte di questo articolo abbiamo affrontato vari aspetti dei segni distintivi dell’azienda: dal principio di unitarietà alla tutela del marchio. In questa seconda parte partiamo dagli effetti della registrazione del marchio Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX Parte seconda La registrazione del marchio attribuisce al suo titolare il diritto al suo uso esclusivo, con conseguente diritto di vietarne l’uso da parte di terzi. La protezione di un marchio può essere ottenuta anche attraverso il suo uso.
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A seguito di un costante utilizzo di un determinato simbolo, quest’ultimo diventa infatti idoneo a costituire un valido marchio. Si parla a tal proposito di “marchi di fatto” acquisiti mediante l’uso e protetti purché sussistano i presupposti di legge; in ogni caso solo un utilizzo prolungato da parte dell’azienda per un periodo di tempo abbastanza lungo e la riconoscibilità effettiva del marchio in capo al consumatore finale rendono il marchio di fatto valido, ma con un ambito di tutela decisamente più ristretto rispetto al marchio registrato. La registrazione, infatti, garantisce una protezione del marchio nell’intero territorio di riferimento della registrazione medesima (ad esempio a livello nazionale o comunitario ecc..) ed una tutela più agevole (disponendo di un diritto certo, dimostrabile attraverso l’attestato o il certificato di registrazione), soprattutto in caso di conflitti legati all’effettiva titolarità del diritto di privativa. Nel caso di marchi di fatto, in caso di contestazione, il titolare ha l’onere probatorio di dimostrarne l’esistenza, l’utilizzo e l’estensione, attraverso una adeguata documentazione. In caso di uso puramente locale di un marchio non registrato, un terzo potrà validamente registrare un marchio uguale o simile per prodotti uguali o simili e al preutente verrà riconosciuto solo il diritto di continuare a utilizzare il segno nei limiti del pre-uso locale. I diritti nascenti dal deposito del marchio in Italia sono validi esclusivamente all’interno del territorio nazionale. Oltre alla protezione nel nostro Paese, è possibile depositare un marchio
anche all’estero, in quasi tutti gli Stati del mondo, attraverso singoli depositi nazionali, soggetti alle legislazioni di ciascun Paese interessato, oppure attraverso procedure unificate di deposito, sulla base di convenzioni internazionali, come nel caso del deposito comunitario e del deposito internazionale del marchio. Naturalmente, laddove non è possibile adottare la procedura unificata del marchio comunitario o del marchio internazionale, è necessario ricorrere a singoli depositi nazionali in ogni Stato interessato (a livello esemplificativo, si deve oggi ricorrere al deposito nazionale/locale in Argentina, Canada, Brasile, India, Arabia Saudita, Hong Kong ecc., in quanto non aderenti alle convenzioni internazionali sui marchi).
Non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni privi di carattere distintivo, si rischia la nullità
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/ DOSSIER /
IL MARCHIO COMUNITARIO Marchio comunitario: nell’ambito del territorio dell’Unione Europea esiste una forma di deposito unificata della domanda di registrazione del marchio, gestita dall’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI) con sede ad Alicante in Spagna. Tale procedura non richiede un deposito preventivo del marchio a livello nazionale ed è una procedura avente carattere unitario, con la conseguente impossibilità di limitare la portata geografica della tutela solo ad alcuni Paesi membri. La registrazione comunitaria tutela pertanto il marchio su tutto il territorio dell’Unione Europea, compresi i Paesi che dovessero entrare a farvi parte in futuro. La domanda deve essere presentata direttamente presso l’UAMI in una delle cinque lingue ufficiali dell’Unione (compresa la lingua italiana) in forma cartacea (a mezzo posta) oppure on-line; non è possibile invece effettuare il deposito di un marchio comunitario presso le Camere di commercio. L’UAMI provvede all’esame della domanda ed è competente a rilasciare il certificato di registrazione. Il marchio comunitario ha una validità di die-
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ci anni dalla data di deposito della domanda e può essere rinnovato per ulteriori periodi di dieci anni. Il titolare di un marchio comunitario può tuttavia decadere dai suoi diritti, qualora manchi un uso serio ed effettivo del marchio stesso all’interno del territorio dell’Unione, entro cinque anni dalla data di registrazione. I vantaggi del marchio comunitario consistono essenzialmente nella procedura unificata di deposito e nella convenienza quanto ai costi di deposito (inferiori rispetto a quelli che sarebbero necessari per la protezione del marchio in tutti i Paesi membri, attraverso singoli depositi nazionali) nonché nel fatto che l’uso del
Non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni privi di carattere distintivo, si rischia la nullità
/ DOSSIER /
La registrazione del marchio attribuisce al suo titolare il diritto al suo uso esclusivo, con conseguente diritto di vietarne l’uso da parte di terzi
marchio, anche in un solo Paese dell’Unione Europea, purché rilevante per territorio e popolazione, è considerato idoneo a evitarne la decadenza in tutto il territorio dell’Unione. Per contro, un limite importante del marchio comunitario è altresì diretta conseguenza del suo carattere unitario: un’eventuale contestazione alla validità del marchio, anche in uno solo dei Paesi membri, se ritenuta fondata, porta infatti al conseguente rifiuto del marchio comunitario nel suo complesso. I marchi nazionali anteriori possono costituire diritti anteriori rispetto a un marchio comunitario e viceversa: l’ufficio non esamina ex officio tali diritti anteriori ma sarà il titolare del diritto anteriore a dover sollevare la questione, presentando un’opposizione entro tre mesi dalla pubblicazione della domanda del marchio comunitario oppure depositando una domanda di dichiarazione di nullità basata su cause relative di nullità. IL MARCHIO INTERNAZIONALE Marchio internazionale: i titolari di un marchio italiano o comunitario, registrati o allo stato di domanda, possono estenderne la tutela nel territorio di uno o più Paesi europei ed extraeuropei appartenenti alla cosiddetta Unione di Madrid, costituita dai Paesi aderenti alla convenzione in base a due trattati (l’Accordo e il Protocollo di Madrid), presentando un’unica domanda di registrazione internazionale del marchio, secondo la procedura amministrata dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale di Ginevra (OMPI o WIPO).
I diritti nascenti dal deposito del marchio in Italia sono validi esclusivamente all’interno del territorio nazionale Questa procedura, che presuppone obbligatoriamente un marchio di “base” depositato o registrato, consente quindi di registrare lo stesso marchio nei Paesi aderenti all’Unione di Madrid. È possibile altresì designare la Comunità Europea nell’ambito di una domanda di registrazione di marchio internazionale: in tal
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/ DOSSIER /
Oltre alla protezione nel nostro Paese, è possibile depositare un marchio anche all’estero caso l’OMPI, dopo aver trattato la domanda, la trasmette all’UAMI che provvede ad esaminarla conformemente alle condizioni stabilite nei regolamenti sui marchi comunitari. Ciò equivale dunque, a tutti gli effetti, a presentare direttamente una domanda di registrazione di un marchio comunitario. I vantaggi connessi alla procedura internazionale consistono nella presentazione di una sola domanda di registrazione, redatta in un’unica lingua (francese, inglese o spagnolo), nel pagamento di un’unica serie di tasse (le tasse internazionali devono essere versate in franchi svizzeri) e da una scadenza unica del marchio in tutti i Paesi designati. Un altro vantaggio consiste nell’autonomia delle singole designazioni, grazie alla quale un’eventuale contestazione alla validità del marchio, in uno dei Paesi designati, non pregiudica la protezione del marchio stesso negli altri Paesi designati, diversamente da quanto avviene nel caso del marchio comunitario. Il marchio internazionale ha una validità di dieci anni decorrenti dalla data di concessione e può essere rinnovato per periodi decennali. La domanda di registrazione o di rinnovo di un marchio internazionale, a differenza di quanto previsto per il marchio comunitario, può essere depositata presso le Camere di commercio oppure direttamente presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi a mezzo raccomandata a/r; l’unica modalità di deposito attualmente esistente per il marchio internazionale è quella cartacea, utilizzando l’apposita modulistica disponibile sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale di Ginevra. L’UIBM trasmette quindi la domanda a tale Organizzazione che provvede all’esame for-
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male. L’esame sostanziale del marchio spetta invece agli Uffici marchi dei singoli Paesi designati, in conformità alle rispettive normative nazionali. È importare ricordare che è prevista la possibilità di effettuare un’estensione territoriale posteriore, al fine cioè di estendere il marchio internazionale, in un secondo tempo, ad altri Paesi non designati nella prima domanda di deposito internazionale: in tal caso, però, la durata della protezione di un’estensione posteriore viene fatta coincidere con la durata della protezione del primo deposito internazionale, in modo da avere un’unica data di scadenza del marchio internazionale. L’estinzione può avvenire per tali ragioni: • in seguito all’accertamento di vizi che ne determinano la nullità; • per decadenza a causa della sua c.d. “volgarizzazione” per perdita della sua capacità distintiva (pensiamo al marchio Biro per penne a sfera o Rimmel per il mascara o Scoch per il nastro adesivo); • per illiceità sopravvenuta per sopravvenuta capacità di ingannare il pubblico, soprattutto sulla provenienza dei prodotti o sulle loro qualità; • per non uso effettivo.
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È lo strumento che il legislatore ha introdotto con lo scopo di intercettare e segnalare lo stato di crisi della Società
CODICE DELLA CRISI E DELL’INSOLVENZA: UN SISTEMA DI MONITORAGGIO IN OTTICA FORWARD-LOOKING In questo periodo eccezionale il legislatore ha previsto una normativa transitoria per evitare che un elevatissimo numero di imprese performanti siano costrette alla messa in liquidazione
di Daniele Petrillo - Analista finanziario presso Ratinglab S.r.l di Vimercate
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/ N U O V E S T R AT E G I E /
Il Codice della Crisi e dell’Insolvenza ha demandato al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (di seguito “CNDCEC”) il compito di valutare la sussistenza di uno stato di crisi dell’impresa. A causa della pandemia da Sars-Cov2 l’entrata in vigore del Codice è stata posticipata al 1° settembre 2021 ad opera del c.d. Decreto “Liquidità”. L’art 13 co.1 ritiene sintomatico di uno stato di crisi rilevante per la sua segnalazione l’evidenza di almeno uno dei seguenti casi: • non sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi (sistema degli indici di cui alla delega art.13 co.2); • assenza di prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso per cause diverse da probabili insolvenze (art. 13, co.1); • ritardi nei pagamenti reiterati e significativi (art. 13, co.1; art. 24); IL MODELLO - SISTEMA DEGLI INDICI DI CUI ALLA DELEGA ART.13 C.2 Il CNDCEC, avvalendosi del supporto di Cerved per le elaborazioni e i test, ha elaborato un modello, in forza della delega dell’art.13 co.2 del Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Nella costruzione del sistema degli indici ha adottato un approccio di tipo sequenziale. Si presume che sussista una ra-
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/ N U O V E S T R AT E G I E /
gionevole presunzione dello stato di crisi qualora la società presenti un patrimonio netto negativo. Qualora il patrimonio netto sia positivo si verifica il Debt Service Coverage Ratio a 6 mesi (di seguito “DSCR”). Qualora quest’ultimo risulti inferiore a 1 si presume che sussista una ragionevole presunzione dello stato di crisi. Qualora il DSCR non sia disponibile o sia inattendibile si passa alla valutazione di opportuni indici settoriali. Questi ultimi presentano diversi valori critici in relazione all’attività imprenditoriale svolta cui valutati unitariamente, fanno ragionevolmente presumere la sussistenza di uno stato di crisi dell’impresa. La tabella (pagina 39) riporta gli indicatori selezionati e il valore delle soglie di allerta individuate in base all’attività svolta. I segnali di sostenibilità degli oneri finanziari e di indebitamento tributario-previdenziale sono accesi, cioè rilevano una situazione di criticità, in caso di valori maggiori o uguali rispetto al valore soglia. I restanti indici si dicono “accesi” in caso di valori minori o uguali rispetto al valore critico (o c.d. threshold di alert). Dall’analisi condotta nel documento del CNDCEC (2) si evince che il tasso di default aumenta significativamente rispetto al tasso di default medio campionario qualora almeno tre segnali risultino accesi. Tuttavia, per riscontrare una situazione prossima all’insolvenza occorre l’accensione di tutti i segnali. In presenza della ragionevole presunzione dello stato di crisi è fatto obbligo, all’organo di controllo societario, al revisore contabile e alla società di revisione, ciascuno nell’ambito delle proprie fun-
zioni, di segnalazione tempestiva all’organo amministrativo. In caso di mancata o insoddisfacente risposta da parte dell’amministrazione, la società è indirizzata agli Organismi di composizione della crisi (Ocri) istituiti presso le Camere di commercio che possono assistere l’impresa nella ricerca di una soluzione (3). Il nuovo codice della crisi prevede che anche i creditori pubblici qualificati, come l’AdE e lNPS assolvano l’obbligo di segnalazione. Tale obbligo, in forza dei recenti decreti, è stato rimandato di un anno(4).
2. Consultabile sul sito https://commercialisti.it/procedureconcorsuali 3. Per un approfondimento si consulti https://www.lavoce.info/ archives/72790/procedure-di-allerta-troppe-imprese-a-rischio-conla-crisi-da-covid/ 4. https://www.mkt.it/analisi-di-bilancio/proroga-codice-crisidimpresa/
NOTE SULL’AUTORE Daniele Petrillo è analista finanziario presso Ratinglab S.r.l di Vimercate (MB). Ha conseguito la laurea magistrale in Economia e Finanza presso l’Università degli Studi di Milano - Bicocca. I suoi principali interessi di ricerca riguardano i modelli di rating, l’analisi dei benchmark e l’economia delle crisi d’impresa.
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/ N U O V E S T R AT E G I E /
SIGNIFICATO DEGLI INDICI E CONSIDERAZIONI FINALI Rappresenta pregiudizio della continuità aziendale un Patrimonio Netto negativo o sotto il limite legale. In questo periodo eccezionale il legislatore ha previsto una normativa transitoria per evitare che un elevatissimo numero di imprese performanti siano costrette alla messa in liquidazione. La legge di Bilancio 2021, al fine della protezione del capitale sociale, ha disposto la possibilità di “sterilizzare” la perdita risultante in bilancio relativa all’esercizio 2020. In questo modo le imprese hanno 5 anni per riassorbire tale perdita. IL DSCR esprime la capacità per l’impresa di generare flussi sufficienti per il servizio del debito. L’orizzonte temporale breve (sei mesi) è il risultato del trade-off tra attendibilità del dato e tempestività nella segnalazione. Questo indicatore rende concreta la visione forward-looking, voluta dal legislatore, in grado di fornire una previsione dell’andamento futuro dell’azienda. Il documento presenta due metodologie per il calcolo del DSCR basate sul budget di tesoreria. Per le imprese, appare, quindi, sempre più imprescindibile l’adozione di accurati sistemi di gestione. Come precisato precedentemente, esiste la possibilità che il DSCR non sia disponibile o sia inattendibile. In questo caso si adotta il sistema degli indici settoriali. L’analisi del CNDCEC ha condotto alla selezione di cinque indicatori che appartengono a differenti categorie (copertura finanziaria, solidità, liquidità e redditività). L’accensione dei segnali permette di rilevare la presenza di squilibri gestionali di carattere reddituale, patrimoniale e finanziario. L’introduzione del Codice della crisi intende aprire la strada verso una cultura aziendale orientata al monitoraggio. L’analisi dei bilanci periodali, l’attenzione verso i ritardi nei pagamenti nei rapporti commerciali, la predisposizione di sistemi di controllo di gestione che siano in grado di cogliere le necessità finanziarie di breve periodo, l’analisi della Centrale Rischi diventano, in questo contesto, l’unico modo per segnalare in anticipo la presenza di criticità e porvi rimedio prima che sia troppo tardi.
IN EVIDENZA In presenza della ragionevole presunzione dello stato di crisi è fatto obbligo di segnalazione tempestiva all’organo amministrativo La legge di Bilancio 2021, al fine della protezione del capitale sociale, ha disposto la possibilità di “sterilizzare” la perdita risultante in bilancio relativa all’esercizio 2020. In questo modo le imprese hanno 5 anni per riassorbire tale perdita L’introduzione del Codice della crisi intende aprire la strada verso una cultura aziendale orientata al monitoraggio
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/ LE SCHEDE /
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.
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Igi&Co
pag. 44
Primigi
pag. 43
La Filetteria Italiana
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Primadonna
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Magnaki
* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor
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/ LE SCHEDE /
CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI
FOOD & BEVERAGE
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 7 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 50 A 100 BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ADETTI DA 1 A 3 UBICAZIONE OTTIMALE:
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200 <35.000 ABITANTI CENTRO
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ FATTURATO MEDIO ANNUO: € 5.000/MQ
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 240.000 € FATTURATO MEDIO ANNUO:
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
La Filetteria Italiana è l’unione perfetta tra eleganza e ricercatezza: un vero è proprio viaggio nel mondo della carne. La selezione di carni pregiate è il fiore all’occhiello del brand, un mix di sapori che conquista tutti i palati. Il Format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/gestionale, marketing/comunicazione/ gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
COSA CHIEDIAMO
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it
1.000.000€
FEE D’INGRESSO:
20.000 €, VIENE DATA LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
ROYALTY:
5%
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.lafiletteriaitaliana.it/
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/ LE SCHEDE /
FOOD & BEVERAGE
ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO
Ragione sociale: Sun Tzu Srl - Indirizzo: Via Aurelio Saffi 21, 20123 Milano - Anno di fondazione: 2019 - Anno partenza franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 4 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0
Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): BACINO DI UTENZA: UBICAZIONE OTTIMALE:
150-200
SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 250
<35.000 ABITANTI CENTRO
BACINO DI UTENZA:
DA 10.000 A 50.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO 8 (5FT/3PT) PIÙ IL TITOLARE (COMPRESO IL TITOLARE):
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): DA 1 A 3
ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA
INVESTIMENTO INIZIALE DA: 245.000 €
INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO: 800.000 €
FATTURATO MEDIO ANNUO: € 4.800/MQ
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO
Magnakì rappresenta l’evoluzione del classico sushi, con una proposta innovativa, giovane e accattivante. Seguendo quella che è la moda del momento, in un mercato in forte crescita ed espansione. Il format offre: aiuto sull’individuazione sul territorio di nuovi punti vendita, formazione del personale, fornitura delle materie prime selezionate, piattaforma logistica/ gestionale, marketing/comunicazione/gestione dei social per l’affiliato. Tutto ciò per facilitare la gestione del punto vendita per l’affiliato.
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO
FIDEJUSSIONE BANCARIA:
€ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
30.000€ VIENE DATO LA POSSIBILITÀ DI RATEIZZARE LA FEE D’INGRESSO
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTY:
5%
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
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Nome referente: Edoardo Rosso Tel: 02-82397037 e-mail: edoardo.rosso@maggiori.group Web: https://www.magnaki.it/
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COSA CHIEDIAMO
Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it
/ LE SCHEDE /
SCARPE DA DONNA, BORSE ED ACCESSORI Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 165 - Punti vendita affiliati: 231 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 396
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 (+40 PER DEPOSITO) BACINO DI UTENZA:
DA 35.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI
PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3/4 FULL TIME (COMPRESO IL TITOLARE): EQUIVALENTI
Non lasciare questo spazio ai tuoi concorrenti. Non perdere tempo, fai trovare il tuo marchio.
ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: COSTO ARREDI 400-500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY)* RIFERIMENTO ALLA SUPERFICIE ESPOSITIVA DELL’AREA VENDITA FATTURATO MEDIO ANNUO: DA € 6.000 A 10.000 AL MQ DI VENDITA
Entra anche tu a far parte dei protagonisti de
COSA OFFRIAMO Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dell’ufficio progettazione Primadonna S.p.A. Formula commerciale conto/ vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale di 2 settimane, riassortimento merce settimanale.
Contattaci a marketing@azfranchising.it
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NO
ROYALTY:
NO
ZONA IN ESCLUSIVA:
DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
6
Tel. 080-3751575/800-141207 Fax: 080-3756049 e-mail:franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection Web: www.primadonnacollection.com
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/ E LA V EPNRTOI P/O S TA /
Il 14-15 Settembre in una nuova inedita location a Milano il Superstudio Maxi
RITORNA MAPIC ITALY 2021 Intervista a Francesco Pupillo, Deputy Director MAPIC: “la prossima edizione di MAPIC Italy sarà ricca di novità ma la nostra principale ambizione quest’anno è poter permettere alla community di ritrovarsi ed accelerare la ripartenza “Emozioni” è il termine più appropriato per descrivere questo momento. Arriviamo da 15 mesi estremamente turbolenti che hanno profondamente colpito non solo il settore retail ma, più in generale, le nostre economie a livello globale. Finalmente adesso iniziamo a intravedere l’uscita dalla situazione di crisi sanitaria e la ripresa di quasi tutte le attività. E’ pertanto una grande emozione poter affermare che MAPIC Italy tornerà quest’anno a tenersi in forma “fisica” dopo la cancellazione dell’edizione dello scorso anno”. A dichiararlo è Francesco Pupillo, Deputy Director MAPIC. “Ci sono certo molti punti di domanda sulle tracce che questi 15 mesi lasceranno sul nostro settore e più in generale su come esso evolverà nel mondo post covid. Quanto emerge dai primi dati ed ana-
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lisi è che il consumatore mostra un chiaro bisogno di socialità, di tornare a frequentare i luoghi dello shopping dell’intrattenimento, della cultura e della ristorazione. Luoghi che probabilmente continueranno ad evolvere seguendo l’onda lunga del cambiamento che era iniziata già prima della pandemia e che la pandemia ha accelerato. La prossima edizione di MAPIC Italy sarà ricca di novità ma la nostra principale ambizione quest’anno è poter permettere alla community di ritrovarsi ed accelerare la ripartenza. Crediamo che il settore mostri chiara la necessità di un momento per ritrovarsi e ripartire. Un momento che permetta agli operatori di discutere delle nuove sfide di questo nuovo mondo post Covid e dei modelli di business più adatti per affrontarli”.
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Quali sono le prossime sfide e opportunità per rivenditori e proprietari ? “Le sfide che attendono gli operatori sono innumerevoli. La crisi sanitaria ha accelerato in maniera importante una serie di cambiamenti che erano già in atto negli ultimi anni ed obbligherà tutti i player del mercato ad adattare le proprie strategie e processi operativi. I retailer continueranno ad ottimizzare la propria presenza nei siti dello shopping dell’intrattenimento, proponendo concept sempre più “esperienziali” e meno immediatamente legati alle nozioni di prezzo e prodotto. Quasi tutti hanno oramai realizzato l’integrazione tra canale fisico e canale digitale. Le propietà accelereranno la trasformazione dei propri siti in destinazioni nuove, che rispondano al bisogno di esperienza e socialtà del consumatore. I nuovi asset saranno sempre più “mixed-use” per offrire all’utilizzatore una gamma completa di servizi legati alle necessità della vita quotidiana, quindi certo retail, ma non solo. I nuovi luoghi dovranno fornire soluzioni che permettano al consumatore di vivere, lavorare, condividere momenti piacevoli con famiglia e amici, beneficiare di servizi alla persona. Diviene pertano essenziale per le proprietà mantenere un contatto costante con tutti i tenant ed identificare i nuovi concept che permetteranno di completare la trasformazione degli asset in veri poli sociali. Per i tenant diviene fondamentale l’identificazione delle destinazioni più idonee per ottimizare la propria presenza nel canale fisico. La sfida principale da affrontare per entrambi sarà certamente la definizione di nuovi modelli di business più flessibili e probabilmente differenti dai tradizionali modelli di leasing, per permettere di integrare la dimensione “esperienza” all’interno delle nuove destinazioni e la loro sostenibilità sul lungo termine. MAPIC ITALY si propone come momento di riflessione ed incontro per accelerare queste trasformazioni”. MAPIC Italy proporrà un format rinnovato, ambizioso e proiettato verso il futuro. Quali le novità. Qualche anticipazione sulle presenze importanti e sugli appuntamenti in programma? “MAPIC Italy si propone quest’anno come piattaforma di business per rispondere alle importanti trasformazioni in atto nel settore retail, food e leisure
Francesco Pupillo, Deputy Director MAPIC
e per accompagnare i player del mercato nel nuovo mondo post Covid. La risposta da parte della community è stata importante: a circa tre mesi dall’evento abbiamo l’80% della zona espositiva già confermato con la presenza dei principali player del mercato oltre alla presenza già confermata di un centinaio di brand. Siamo fiduciosi quindi sulla qualità dell’evento che si terrà in Settembre anche in un anno così particolare, che ha visto processi decisionali più lunghi legati all’evoluzione della situazione sanitaria. Il programma dell’edizione 2021 di MAPIC Italy avrà come tema centrale “People and places: a new chapter” che sarà anche il tema centrale di MAPIC Cannes e mira a esplorare in che maniera i siti e le destinazioni dello shopping evolvono per rispondere alle mutate esigenza dei consumatori trasformandosi in nuovi poli di socialità. A questo proposito avremo, all’interno del programma, dei focus dedicati all’integrazione dei concept food e leisure all’interno delle location urbane e commerciali, con un’attenzione particolare dedicata ai nuovi modelli di business per facilitare tale integrazione. L’apertura del programma proporrà una sessione piuttosto “nuova” per la platea di MAPIC Italy. Parleremo infatti delle asset class emergenti che stanno
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trasformando le nostre città, con un focus su living, hospitality, entertainment, oltre che sulla trasformazione di siti retail in hotspots logistici. Avremo poi un focus sull’innovazione, con l’obiettivo di presentare le nuove strategie e soluzioni omnicanale e collaborative quali elementi differenzianti di successo. Un’altra novità di quest’anno saranno due sessioni dedicate a etica, sostenibilità ed economia circolare, con analisi di casi virtuosi sia dal lato retail concept che gestione di siti. Coma d’abitudine avremo poi la sessione plenaria di analisi dell’evoluzione del mercato immobiliare commerciale in Italia co-organizzata con i notri partners del CNCC. Per finire, l’ultima importante novità, legata non solamente ai due giorni dell’evento fisico a Milano, è il lancio della nuovissima MAPIC Digital Platform. La piattaforma digitale MAPIC, on line a partire da fine Maggio, permetterà a tutti i partecipanti ai nostri eventi fisici (MAPIC Italy e MAPIC Cannes) di avere accesso tutto l’anno alla community dei partecipanti MAPIC in modo da poter creare relazioni di business non solo durante i due/tre giorni dei nostri eventi fisici. L’accesso alla piattaforma sarà possibile anche per coloro che non potranno partecipare fisicamente ai nostri eventi attraverso l’acquisto di un digital pass annuale e permetterà loro di aver accesso alla ritrasmissione delle sessioni che si terranno durante i nostri eventi. L’accesso alla piattaforma permetterà inoltre di aver accesso ad un programma mensile di conferenze digitali su tematiche chiave del settore oltre che ad eventi di matchmaking mirati riservati ad una audience limitata. Infine, tutta una serie di studi e ricerche di mercato saranno accessibili ai partecipanti alla piattaforma”. I settori principali che vengono rappresentati a Mapic Italy sono stati quelli più compiti dalla pandemia. Quale futuro per tutte le aziende italiane del retail, del cibo e del tempo libero riunite a Mapic? “I settori retail, ristorazione e intrattenimento sono certamente stati tra i più colpiti dalla pandemia, che ha generato forti tensioni in particolare su aziende che erano già in leggera difficoltà prima della crisi sanitaria. Ciononostante, le prospettive di ripresa
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futura sono certamente positive come testimoniano le cifre che hanno seguito le varie fasi di riapertura delle attività. Secondo l’osservatorio del CNCC le vendite all’interno dei centri commerciali nelle ultime due settimane di Maggio hanno segnato una progressione importante (+30%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed una leggera flessione rispetto al 2019. Questi numeri testimoniano il forte bisogno di socialtà del consumatore. La quota parte delle vendite online sul totale è certamente aumentata, anche a livello globale, ma è oramai certo che le vendite digitali non sostituiranno quelle fisiche. Credo che nel prossimo futuro si affermerà sempre più la complementarità tra i canali fisico e digitale, con una crescita della presenza nel fisico di concept focalizzati sull’esperienza del consumatore (in particolare nel settore food ed intrattenimento) a discapito di concept più tradizionali. Al tempo stesso ci sarà certamente una crescita delle vendite online, cosa che porterà diversi brand a effettuare scelte di ottimizzazione della presenza fisica, con probabili rilocalizzazioni di punti vendita ed, al tempo stesso, investimenti importanti in logistica e digitalizzazione per lo sviluppo delle vendite online”. Mapic Italy può essere considerata la prima occasione importante per rilanciare le industrie del tempo libero e della ristorazione per rimodellare le destinazioni esperienziali? “Assolutamente! Pensiamo che MAPIC ITALY possa davvero essere l’occasione per accelerare la ripartenza del settore e la risposta della community nelle ultime settimane è stata straordinaria. A seguito del miglioramento della situazione sanitaria e del recente allentamento delle misure governative gli operatori hanno confermanto numerosi la propria presenza all’evento, con una presenza importante degli operatori del tempo libero e della ristorazione. Il processo di trasformazione dei siti tradizionali dello shopping in nuove destinazioni esperenziali puo’ certamente trovare in MAPIC Italy un’occasione unica per permettere a proprietà e sviluppatori di identificare i concept e gli operatori che permetteranno loro di completare tale trasformazione”.
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“Mettersi in proprio” non è appannaggio solo di chi ha enormi capitali
GIOVANI E FRANCHISING: L’OCCASIONE DI UNA VITA La prossima potrebbe essere la Franchising Generation. Il sistema offre una gamma enorme di proposte di affiliazione in ogni ambito produttivo - dalla ristorazione all’abbigliamento, dai servizi alle consulenze per i giovani che aspirano a lavorare in modo indipendente di Ugo Perugini - Giornalista e Blogger
Spesso sentiamo dire che i giovani italiani non hanno le idee chiare circa il loro futuro. Al di là della crisi attuale causata dalla pandemia, il motivo del loro disorientamento è più che comprensibile, vista la rapida trasformazione, tecnologica e sociale, che negli ultimi anni ha generato crescenti incertezze e ha modificato, talora in modo radicale, il mondo del lavoro, sempre più flessibile e, purtroppo, anche precario.
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Il mito del posto fisso sembra tramontato, ma è sempre duro a morire Il lavoro dipendente non è più sicuro come un tempo. Sono sempre meno i contratti a tempo indeterminato garantiti per la vita. Il lavoro cambia rapidamente in funzione del progresso tecnologico e scientifico. Molte attività nei prossimi anni spariranno, altre prenderanno il loro posto, proprio grazie alle tecnologie. Per fortuna, la mentalità dei giovani, anche per merito dei cosiddetti nativi digitali, sta cambiando. Da questi ultimi, soprattutto, arrivano idee nuove, maggiore spirito d’iniziativa, creatività, curiosità e ambizione. Questo atteggiamento li porta a scelte drastiche, come andarsene all’estero (la fuga dei cervelli negli ultimi otto anni è aumentata di oltre il 40%!). Oppure a rifiutare certi lavori da dipendenti perché poco stimolati dalle prospettive che offrono e – dato il loro maggiore livello di preparazione professionale – consapevoli di poter pretendere di meglio. Molti di loro si orientano quindi sempre di più verso attività autonome, in cui possano essere finalmente padroni della propria vita.
In Italia è carente una cultura d’impresa Qui, però, si trovano ad affrontare problemi di natura psicologica, oltre che pratica. In Italia non c’è mai stata una seria cultura d’impresa. Si pensa ancora che l’imprenditoria sia appannaggio solo delle grandi famiglie industriali mentre creare un’impresa è possibile per chiunque abbia un’idea valida, un certo spirito innovativo e la necessaria determinazione. La mentalità imprenditoriale (EM, Entrepreneurial Mindset, come la definiscono negli USA) può e deve essere coltivata fin da giovani, a cominciare dalla scuola primaria. E’ un atteggiamento, un approccio al pensiero finalizzato all’innovazione, che sa porsi domande critiche, che persegue un miglioramento continuo, che sa operare con agilità, senza autocompiacimento ma con orgoglio e senso di responsabilità, e che è in grado di affrontare i rischi e anche eventuali fallimenti. Pastoie burocratiche e fiscali Un giovane che voglia avviare oggi una nuova iniziativa imprenditoriale nel nostro Paese si trova ad affrontare anche enormi problemi pratici: adempimenti e oneri burocratici macchinosi, normative fiscali complesse (aspetti che l’Europa da tempo ci chiede di modificare). Inoltre, se non ce la fa da solo, sarà obbligato nella fase di avviamento del suo progetto a coinvolgere professionalità diverse in grado di fornirgli i servizi e le consulenze necessarie. Non parliamo poi del problema fondamentale dei capitali da investire. Sappiamo bene che in Italia il volume di investimenti in capitali di rischio, essenziale per lanciare le imprese nella fase iniziale del loro ciclo di vita, è sempre stato contenuto, se confrontato con quello di altri Paesi europei. Questa è anche la ragione per cui la crescita economica da noi stenta a decollare: se non si dà spazio e credito all’imprenditorialità, le possibilità di creare ricchezza e occupazione si riducono di conseguenza. Il fenomeno delle start up Nonostante tutto, lo spirito imprenditoriale, che poi si traduce nel desiderio di mettersi in proprio,
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trova il modo di svilupparsi egualmente. Ne è una evidente testimonianza l’aumento delle start up. Ma anche in questo ambito non sono tutte rose e fiori. Queste imprese, infatti – al di fuori del contingente problema della pandemia – registrano un elevatissimo tasso di mortalità (su 100 solo 8 sopravvivono al fallimento). Molto meglio funzionano le start up innovative, ma si tratta di un settore di nicchia con imprese ad alto contenuto tecnologico, quindi riservate a specifici ambiti e professionalità. Qui, il tasso di mortalità è molto inferiore (il 90% è destinata a sopravvivere) ma occorre tenere conto che sono favorite da particolari aiuti economici previsti dallo Stato (finanziamenti agevolati) e supportate da numerose iniziative: pensiamo agli incubatori (hub) che offrono strutture, servizi, competenze necessarie a sviluppare le idee di business, e varie attività di tutoraggio. Gli aiuti dall’Europa Next Generation EU, che viene semplificato con il termine Recovery Plan, come noto, è un fondo per il sostegno finanziario degli stati membri dell’Unione Europea colpiti dalla pandemia ma nel suo titolo porta chiaramente l’indicazione che le politiche da adottare dovrebbero rivolgersi soprattutto alle prossime generazioni. Ci auguriamo che i provvedimenti che verranno adottati nei prossimi mesi vadano decisamente in questa direzione. Pochi Paesi hanno bisogno quanto l’Italia di nuove opportunità di occupazione, crescita, e innovazione del sistema. Tutti elementi fortemente legati alla nascita di nuove imprese. Ma fino a quando gli incentivi impliciti nel sistema favoriranno le rendite di posizione e certi privilegi accumulati in passato, sarà difficile riuscirci. Franchising: una soluzione win/win Secondo gli esperti, il franchising è destinato ad essere uno dei motori propulsivi più importanti per superare la crisi post pandemia. E questa considerazione vale indistintamente per i franchisor e per i franchisee. Il rapporto di partnership tra le due parti in gioco è un modello vincente perché consente di far
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convivere l’organizzazione aziendale delle grandi imprese, che possono sviluppare e tutelare il proprio brand, la propria cultura d’impresa, la propria etica, avvalendosi della flessibilità e delle capillarità delle microimprese franchisee. Quindi, gli imprenditori che sono pronti per la ripresa, hanno la possibilità di sviluppare la propria attività attraverso la carta vincente del franchising, condividendo la propria esperienza e il proprio modello di business con chiunque desideri aprire un punto vendita affiliato, creando indirettamente nuovi posti di lavoro. Considerato il numero di persone che durante la pandemia ha perso il lavoro o proviene da esperienze fallimentari della propria azienda (945.000 unità, giovani e donne in particolare), non mancheranno di certo le opportunità lavorative. Un modello di business collaudato La proposta di affiliazione, oltre ad assicurare un modello di business collaudato, permette ai fran-
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re la propria attività, sfruttando il trend di ripresa che già si intravede, espandendosi sul mercato con sicurezza, creando propri format di franchising, rapidamente e a costi molto più ridotti che se decidessero di aprire proprie filiali. Questo modello di business win/win aiuta quindi l’occupazione e l’imprenditoria, e si rivolge a tutti, ma in particolare ai giovani, delusi di non riuscire a trovare un’occupazione adeguata e intenzionati a mettersi alla prova come imprenditori. Un dato, per finire, a conferma di questa tendenza. Secondo un recente rapporto di Assofranchising, quasi il 90% dei franchisee ha un’età compresa tra i 25 e i 45 anni ed uno su quattro ha un’età compresa tra i 25 e i 35 anni. Allora, cosa aspettano i giovani?
IN EVIDENZA
chisee di iniziare una attività imprenditoriale richiedendo un investimento modesto, a fronte di un livello di rischio molto contenuto, avendo alle spalle un franchisor che ha già sperimentato con successo il proprio business concept nel mercato. Il franchisee, anche quello meno esperto, potrà quindi acquisire un know-how importante, sfruttare i benefici derivanti dalle economie di scala, usufruire di promozioni e pubblicità da parte della casa madre e una assistenza manageriale e amministrativa, che si articola nel tempo anche attraverso corsi di aggiornamento e formazione. L’irresistibile ascesa del franchising tra i giovani Il franchising è un settore in netta crescita perché, come abbiamo detto, utilizza un sistema vincente. Questo vale anche per le imprese che già operano sul mercato con un marchio conosciuto. In questo modo, infatti, è data loro la possibilità di sviluppa-
Creare un’impresa è possibile per chiunque abbia un’idea valida, un certo spirito innovativo e la necessaria determinazione; Se non si dà spazio e credito all’imprenditorialità, le possibilità di creare ricchezza e occupazione si riducono di conseguenza; Secondo gli esperti, il franchising è destinato ad essere uno dei motori propulsivi più importanti per superare la crisi post pandemia. E questa considerazione vale indistintamente per i franchisor e per i franchisee; Questo modello di business win/win aiuta l’occupazione e l’imprenditoria, e si rivolge a tutti, ma in particolare ai giovani, delusi di non riuscire a trovare un’occupazione adeguata e intenzionati a mettersi alla prova come imprenditori.
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Per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro copre fino al 90% delle spese totali ammissibili
IL CREDITO DI IMPOSTA R&S: UN VANTAGGIO FISCALE E’ un incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico che vuole sostenere la creazione (o lo sviluppo) di piccole imprese composte in prevalenza o totalmente da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure da donne di tutte le età Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo “Ogni giorno ci chiediamo - Come possiamo rendere felice questo cliente? Come possiamo farlo proseguendo lungo la strada dell’innovazione? - Ce lo domandiamo perché, altrimenti, lo farà qualcun altro.” (Bill Gates). Parafrasando un visionario come Bill Gates, ma potremmo citarne a migliaia nella storia dell’uomo moderno, non possiamo che accettare ed esplicitare una prima grande, fondamentale, milestone della nostra vita, come uomini ma anche come imprenditori: l’innovazione, l’invenzione, la ricerca della soluzione, è insita nell’istinto dell’uomo.
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Per sopravvivenza, fisica e di business. La stessa Enciclopedia Treccani, come incipit, ci ricorda cosa è l’innovazione, e cioè “… (quel) complesso di attività creative intraprese in modo sistematico sia per accrescere l’insieme delle conoscenze (ivi comprese quelle relative all’essere umano, alla cultura e alla società), sia per utilizzare tali conoscenze per nuove applicazioni. Con r&s (anche r&d, research and development) dal punto di vista del produttore di mercato ci si riferisce a quelle attività realizzate con il proposito di scoprire o sviluppare nuovi prodotti, incluse versioni migliorate di prodotti esistenti, o la scoperta e l’implementazione di nuovi o più efficienti processi di produzione.” I recenti progressi nei nuovi settori (biotecnologie, tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, nuovi materiali) sono stati possibili anche per la crescente integrazione tra scienza e tecnologia. I nuovi dispositivi e tecniche incorporano quantità sempre maggiori di sapere scientifico; allo stesso tempo il lavoro di r. si avvale di potenti strumenti, messi a punto con sofisticate tecnologie che consentono di studiare i fenomeni naturali a livelli di analisi precedentemente irraggiungibili (si pensi al microscopio elettronico, al ciclotrone, alla risonanza magnetica nucleare, ai calcolatori veloci). La stessa Unione Europea riconosce il carattere
extra-ordinario di queste attività: sin dall’inizio degli anni 1980, fino all’affermarsi della globalizzazione alla fine degli anni 1990, la competizione sui mercati dei prodotti tecnologicamente avanzati si è fatta più acuta, soprattutto per la concorrenza esercitata dai Paesi emergenti. Questo inasprimento della competizione internazionale ha obbligato i Paesi dell’Unione Europea (UE) a intensificare la cooperazione nel campo della ricerca. Le politiche industriali della UE dalla fine degli anni 1990 pongono in primo piano la conoscenza per rafforzare la crescita, la competitività e l’occupazione, dando nuovo impulso alla r. e allo s. tecnologico della Unione, nonché ai programmi di istruzione e formazione che incentivano sia la mobilità transnazionale dei giovani sia la società dell’informazione. Nel 1984 la Comunità Europea ha lanciato il primo Programma quadro di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica con l’obiettivo di stimolare e consolidare la capacità competitiva del sistema industriale europeo, favorendo una maggiore armonizzazione delle politiche nazionali e costituendo un supporto scientifico delle successive politiche dell’Unione Europea. Il ruolo dei governi nel finanziamento del settore r&s ha subito una importante trasformazione. Infatti, da una incentivazione di carattere genera-
CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388
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le e istituzionale (finanziamento “a pioggia”), si è passati al sostegno pubblico di specifici progetti particolarmente rilevanti per la soluzione di problemi socioeconomici, con l’obiettivo di mantenere la competitività e stimolare lo sviluppo economico. A partire dagli anni 2000, inoltre, molti enti pubblici di ricerca, in primis le università, hanno intensificato la collaborazione con le imprese sfruttando i risultati derivanti dalle attività congiunte di r&s. L’indicatore più usato per il confronto internazionale delle risorse destinate a r&s è rappresentato dalla percentuale di spesa per r&s rispetto al Prodotto Interno Lordo (➔ PIL) di ciascun Paese, e cioè dalla quota della ricchezza prodotta che viene investita nell’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche. Da qui, l’implementazione di queste linee guida europee, ha portato (obbligato?) i Governi nazionali ad attuare politiche attive di sostegno a queste attività; in Italia, il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico - ha fortemente finanziato e rimodulato diverse misure in tal senso, tra cui, la più importante e significativa: il Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design. Questa misura si pone l’obiettivo di stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica per sostenere la competitività delle imprese e per favorirne i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale.
La misura prevede 3 grandi macroaree racchiuse nell’attività R&S: •
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Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico; Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati; Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale.
Per ciascuna macroarea, il credito d’imposta prevede una data % che analizzeremo a breve. Questo “vantaggio fiscale” (appunto, un “credito” sulle imposte) è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione. La base di calcolo del credito d’imposta deve essere assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili. Nel rispetto dei massimali indicati, e a condizione della separazione analitica dei progetti e delle spese ammissibili pertinenti alle diverse tipologie di attività, è possibile applicare il beneficio anche per più attività ammissibili nello stesso periodo d’imposta. Quali sono i soggetti che possono usufruire di questa opportunità? Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura
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giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive. La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Come si può accedere a questa misura? Il credito si applica alle spese in Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design sostenute nel periodo di imposta preso in esame (quest’anno, per i bilanci approvati entro il 30/06/2021, il periodo di riferimento è l’esercizio contabile 2020). Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro. Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte. Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale. La comunicazione è richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative. La Legge n. 178/2020 (art. 1, c. 1064) - Incremento misura del credito d’imposta ha, fortunatamente ed in un quadro strategico e contingente,
aumentato le % del credito di imposta riferite alle diverse attività di R&S sopra citate, specificatamente: Tipologia credito Ricerca e sviluppo • 2020 12% (max 4 Ml€) • 2021 20% (max 4 Ml€) Innovazione tecnologica • 2020 6% (max 1,5 Ml€) • 2021 10% (max 2 Ml€) Design e ideazione estetica • 2020 6% (max 1,5 Ml€) • 2021 10% (max 2 Ml€) Innovazione tecnologica per transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 • 2020 10% (max 1,5 Ml€) • 2021 15% (max 2 Ml€)
Le opportunità ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.
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Essendo le piattaforme social in continua evoluzione può essere interessante per i brand esplorare nuove strade
IL TARGET DI COMUNICAZIONE NEI SOCIAL Oggi il target, i consumatori che si ritengono chiave per il proprio business, devono essere raggiunti nel modo più diretto possibile, e attraverso i social network, gli strumenti a disposizione ci sono, è importante però saperli utilizzare di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment
La nostalgia fa spesso vivere di ricordi che prescindono dagli aspetti più negativi. Di conseguenza accade che, quasi per magia, tutto quello che è passato è meglio del presente. Ma è realmente così. Nel mondo professionale, i social network, il moltiplicarsi delle vie di comunicazione, l’evoluzione tecnologica, ha abbassato
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tutte le barriere, creando molti nuovi lavori e rendendone possibili alcuni che solo 5 o 10 anni fa erano appannaggio solo di chi aveva un budget cospicuo da investire. L’accessibilità ha però creato un affollamento che impone, a chi vuole comunicare, di essere chirurgico nel raggiungere il proprio target.
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GENERE O donne, o uomini o un mix di entrambi. Tuttavia i social non consentono di bilanciare una percentuale (ad esempio 40% donne e 60% uomini), per cui diviene molto importante il passaggio successivo, ovvero l’identificazione dei possibili interessi del target. Se identifichiamo negli interessi, makeup e profumo, probabilmente la percentuale di donne sarà superiore a quella degli uomini. Sì, oggi il target, i consumatori che si ritengono chiave per il proprio business, devono essere raggiunti nel modo più diretto possibile, e attraverso i social network, gli strumenti a disposizione ci sono, è importante però saperli utilizzare. Prendiamo Facebook e Instagram. Con l’ausilio di Business Manager, di cui abbiamo scritto qualche numero fa, è possibile raggiungere nel dettaglio le persone a cui vogliamo parlare e a cui vogliamo “raccontare” la storia del nostro prodotto o servizio. Vediamo allora i passaggi fondamentali da affrontare (che comunque partono tutti da un’identificazione precisa a priori del target, indipendentemente dal mezzo utilizzato). AREA GEOGRAFICA Su Facebook/instagram il primo step (bypassiamo ogni discorso sul contenuto per esigenza di spazio) è quello di capire dove vive il target a cui si vuole parlare. Può essere una zona della città, una regione, o l’Italia intera (se non addirittura l’estero). Si deve essere consapevoli però che in base al budget stanziato, maggiore è l’area geografica, minore è la copertura. Quindi investire 100 euro in una promozione diretta all’Italia intera, non ha molto senso.
INTERESSI E’ la chiave di tutto. Identificare gli interessi del proprio target (compatibilmente con quelli presenti su Facebook), restringendoli attraverso le alternative consente di giungere agli stili di vita e ai “gusti” del target. Attenzione però a non restringerlo troppo perché i costi contatto/risultato potrebbero salire e non garantire i risultati desiderati. ALTERNATIVE E TENTATIVI Nessuna campagna promozionale può essere perfetta nemmeno se si è a conoscenza di ogni singola persona del target. Per questa ragione è consigliabile fare partire più promozioni con diverse alternative di target. Così come è importante monitorare, nel caso la promozione partisse sia su Instagram e Facebook, l’andamento su ognuno dei social. Le promo sui social sono uno strumento molto potente per raggiungere il proprio target, ma proprio per la facilità con cui attuarle vanno attentamente ponderate.
ETÀ Facebook e Instagram consentono di coprire un’età che arriva fino ai 65+. E’ chiaro che, sebbene anche gli ultrasessantenni siano ormai dotati di smartphone e iscritti ai social network, l’età fino ai 50 è la più reattiva e propensa a utilizzarli abitualmente.
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I VANTAGGI DEL 3D PER LE AZIENDE Questa tecnologia interattiva esprime il suo potenziale offrendo a imprese e manager delle soluzioni in grado di stimolare e agevolare la relazione con una clientela sempre più proattiva attraverso soluzioni innovative e all’avanguardia. Come funziona e perché conviene alle aziende realizzare il proprio progetto in 3D
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Portare il coinvolgimento e l’interazione tipica del mondo dei videogames all’interno dei processi e delle dinamiche aziendali è uno degli obiettivi di SHOWin3D, la piattaforma tecnologica sviluppata da Shin Software Srl, in grado di rivoluzionare i meccanismi relazionali tra cliente e prodotto attraverso applicazioni 3D interattive fotorealistiche accessibili da tutti i dispositivi consumer (Pc, smartphones e tablet). Da un punto di vista tecnologico, il perdurare di un clima di incertezze dovuto alla pandemia Covid-19 ha accelerato notevolmente il processo di digitalizzazione. Secondo una ricerca condotta da McKinsey a luglio 2020, per analizzare l’impatto del virus sulle dinamiche di digital transformation, la domanda di contenuti digitali e virtuali ha subìto a livello globale un’accelerazione di sette anni. Sotto il profilo personale l’impatto della pandamia ci ha reso consapevoli del fatto che molti aspetti della nostra vita e molte abitudini sarebbero dovute cambiare, improvvisamente, e con una velocità e dei risvolti che non avremmo mai immaginato. In poco tempo abbiamo assistito alla cancellazione di importanti manifestazioni fieristiche vitali e cruciali per molti settori, eventi che erano da sempre fonte di commesse, ordini e opportunità. In poco tempo ci siamo ritrovati in stato di lockdown nazionale con il divieto di aggregazione e quindi del tutto impossibilitati ad accedere a punti vendita. Se per molte attività il telelavoro ha di fatto rappresentato una temporanea soluzione allo stato di necessità, ci si è presto resi conto che un ampio cluster di operatori di mercato non ha potuto di fatto beneficiare di questi servizi, ed è il caso di tutti quegli attori che si sono ritrovati depauperati dell’opportunità di dialogare con la clientela. I tempi stanno cambiando e, di riflesso, il modo in cui il pubblico si relaziona col mondo del business. Stanno cambiando le attese e le aspettative, i modi di dialogare e gli strumenti operativi. Ed è in questo contesto che la tecnologia 3D interattiva esprime il suo potenziale offrendo a imprese e manager delle soluzioni in grado di stimolare e agevolare la relazione con una
IN EVIDENZA •
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Avere uno showroom virtuale significa accogliere il cliente 365 giorni all’anno, senza code, mascherine o limiti di capienza. Con un catalogo 3D interattivo basta un semplice click per interagire con accessori e finiture, consultare prezzi e schede tecniche e definire il prodotto rispondente a tutto e per tutto ai propri bisogni. La Realtà Aumentata offre all’utente l’opportunità di “vivere” in uno spazio fisico reale la resa delle diverse configurazioni di prodotto virtuali vagliandone la bontà e la rispondenza ai propri bisogni.
clientela sempre più proattiva attraverso tre soluzioni innovative e all’avanguardia messe in atto proprio da Shin Software Srl. 1. SHOWROOM virtuale: la digitalizzazione di uno spazio per creare momenti di incontro con i propri consumatori. I VANTAGGI PER LE AZIENDE DI UNO SHOWROOM VIRTUALE Sebbene la digitalizzazione di uno showroom sia in grado di annullare le distanze non annulla il valore del luogo fisico, anzi lo trasforma. Avere uno showroom virtuale significa poter accogliere il cliente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 senza code, mascherine o limiti di capienza. Con queste premesse, la visita nel punto vendita fisico diventa un momento di verifica delle aspettative create dall’esperienza digitale (moment of truth) e una preziosa opportunità per azioni di upselling/crosselling.
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2. CATALOGO 3D: l’opportunità di mostrare in un’unica applicazione la collezione completa dei propri prodotti o servizi.
3. ESPERIENZE AR: l’occasione di poter contestualizzare un oggetto digitale nel mondo fisico.
I VANTAGGI DEL CATALOGO 3D Avere tutta la propria collezione di prodotti in un’unica applicazione è, a tutti gli effetti, il modo più efficace per dialogare con un consumatore sempre più evoluto. Come in molti altri contesti (soprattutto web), l’utente non è più un mero fruitore di contenuti, anzi reclama a gran voce la possibilità di esserne creatore. Un catalogo 3D interattivo trova la sua naturale evoluzione nel configuratore 3d, in cui, con un semplice click, è possibile interagire con accessori e finiture, consultare prezzi e schede tecniche e definire il prodotto rispondente in tutto e per tutto ai propri bisogni.
I VANTAGGI DELL’ESPERIENZA AR Tra i benefici offerti dalla fruizione dei contenuti in Realtà Aumentata (AR) troviamo l’opportunità di poter effettuare delle accurate e meticolose valutazioni pre-acquisto. L’utente può liberamente sperimentare nel mondo reale la resa delle diverse configurazioni di prodotto virtuali vagliandone la bontà e la rispondenza ai propri bisogni. Ricerche di mercato mostrano che questa validazione si traduce in una propensione all’acquisto 11 volte maggiore rispetto a soluzioni tradizionali con un calo dei resi post vendita pari al 22%. Per maggiori informazioni: www.showin3d.com
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Box della Salute è il primo sistema integrato multi-diagnostico per misurare la salute degli individui. Permette di svolgere diversi check-up in un unico luogo per la prevenzione e il monitoraggio della salute resa accessibile grazie a dati validi, sicuri, veloci e di facile interpretazione grazie anche al servizio di telemedicina. Pensato per: GDO, retail, aereoporti, università, studi medici, farmacie, stazioni e centri commerciali.
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Vinceranno le aziende che sapranno superare la velocità del mercato
LA STRATEGIA PER ATTIRARE CLIENTI, VENDERE E FIDELIZZARE In uno scenario complesso e altamente competitivo è necessario ridefinire il modo di affrontare il mercato. Quali sono i fattori che portano l’azienda al successo e quali strategie usare “I fattori che portano le aziende al successo sono diversi, tra questi ci sono il team di management, l’organizzazione aziendale, la capitalizzazione e l’execution, ma per prima cosa viene la strategia. Tutto parte dal verificare che determinati segmenti di potenziali clienti abbiano una determinata esigenza, o uno specifico problema, che l’azienda o la startup ritengono di risolvere meglio di come fanno i competitor diretti e/o indiretti oppure in maniera totalmente nuova. Quindi, la strategia parte sempre dal mercato. Su questa base si progetta il valore offerto dall’azienda nel suo complesso, oppure di una linea di prodotti o servizi”. Ad affermarlo è Andrea Cinosi,
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Fondatore di Assolow cost e Presidente dal 2008 al 20013 ed ora Founder e CEO di Andrea Cinosi & Partners, azienda che aiuta le imprese e startup a competere con successo sul mercato. In questa intervista chiarisce come guadagnare vantaggio competitivo e crescere con l’obiettivo di far aumentare il fatturato. Cosa ha significato nella sua esperienza professionale essere Presidente di Assolowcost? E’ stato un onore essere nominato al vertice di un’organizzazione fondata da multinazionali che hanno saputo esprimere elevati livelli di innovazione e allo stesso tempo è stata una grande
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occasione d’apprendimento e di crescita professionale. Tra le aziende che facevano parte dell’associazione posso citare IKEA, Ryanair, Decathlon, Ing Direct, Bravofly, Genertel, Genialloyd, Quixa, Dialogo e molte altre. Lavorare accanto a questi brand mi ha insegnato molto ma attenzione, ritengo importante fare una precisazione. Per quanto l’espressione low cost venga spesso interpretata come una diminutio dai consumatori, la verità lato management è ben diversa. Low Cost significa ottenere la massima ottimizzazione del valore offerto rispetto al prezzo. Pensi che a volte organizzavamo aperitivi con speech in roof garden di hotel a Milano e in un’occasione invitai il CEO di Porsche Consulting, la società di consulenza che aveva trainato Porsche fuori dalla crisi degli anni 70, che spiegò perché Porsche poteva essere considerata la marca low cost tra le sportive di lusso. Questa consapevolezza mi ha portato ad elaborare un nuovo modello di consulenza, basato anche su quanto emerge dai modelli della new economy, che consente di applicare i principi adottati dalle aziende citatea qualsiasi brand indipendentemente dal posizionamento di prezzo e quindi anche alle marche premium. Qual è la strategia per creare valore e poi per attirare clienti, vendere, fidelizzare e viralizzare? “Questi due aspetti costituiscono la parte più importante della strategia: l’ipotesi sul valore e l’ipotesi sulla crescita. Le chiamo ipotesi perché vanno considerate come tali fintanto che i numeri non abbiano dimostrato la loro correttezza. Per disegnare la strategia utilizzo Value Model Canvas, un adattamento del Business Canvas da me elaborato, e la Matrice di valore con la quale si costruisce il Value Mix. Il Value Model Canvas è un documento dinamico composto da: • un framework che contiene le informazioni di sintesi divise in 10 riquadri; • documenti a supporto che siano in gradi di indicare le ragioni delle scelte strategiche indicate in ognuno dei riquadri. I riquadri del Value Model sono 10 (anziché 9) perché nell’ambito dei canali di relazione con i
Andrea Cinosi Founder e CEO di Andrea Cinosi & Partners
clienti ritengo opportuno distinguere i canali di traction dai canali di supporto. Ma la differenza fondamentale che spesso passa inosservata è che nel riquadro centrale non è previsto l’inserimento della Value Proposition ma del Value Mix”. Qual è la differenza tra Value Proposition e Value Mix? “La Value Proposition è l’enunciazione di una serie di “ragioni” per cui i segmenti di clientela individuati dovrebbero comprare i prodotti o servizi offerti. Tra queste ragioni la più rilevante viene spesso utilizzata come Unique Value Proposition e come elemento che posiziona la marca. Tutto ciò è perfetto in comunicazione ma non nella definizione della strategia aziendale. Quando si disegna la strategia è invece importante capire: 1. quali sono le Dimensioni di Valore che incidono sul valore percepito e dunque sull’intenzione d’acquisto in un determinato mercato; 2. in che modo i competitor diretti e indiretti soddisfano le Dimensioni di valore individuate; 3. in che modo l’azienda intende soddisfare le Dimensioni di valore individuate. Ciò consente di ottenere un doppio obiettivo:
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trovarsi in posizione di vantaggio competitivo nei confronti dei competitor diretti e indiretti (Competitive Value); offrire un prodotto o servizio che sia allineato alle esigenze dei clienti (Customer Value Fit)”.
Come si progetta il Value Mix? “Per la costruzione del Value Mix è importante considerare i fattori che influenzano il valore percepito. Questi fattori sono cambiati a partire dalla rivoluzione industriale ed oggi si può parlare di Mix di Valore facendo riferimento a tutti gli elementi che influenzano la decisione d’acquisto e che sono sotto il controllo dell’azienda. Ho diviso questi fattori in Assi e Dimensioni di Valore (vedi tabella 1). Dopo aver individuato le Dimensioni di Valore
rilevanti per un determinato settore si può comporre la Matrice di Valore che riporta nella prima colonna le Dimensioni di Valore e nella prima riga i Competitor e l’azienda (o startup). La seconda colonna contiene il Customer Score, ossia il valore assegnato dal cliente in una scala da 1 a 5 o da 1 a 7 rispetto all’importanza che per lui riveste quella specifica dimensione. (vedi tabella 2). Questo modello è più analitico rispetto al Value Proposition Canvas in quanto le Dimensioni di Valore contengono in sé tanto la mappa del valore quanto riduttori di difficoltà e generatori di vantaggi. Inoltre permette di confrontarsi con i competitor in maniera puntuale rispetto alle Dimensioni di Valore core del settore. Un’evoluzione di questo modello è applicabile al Platform Design, ossia alla costruzione del Value Mix per modelli di business multi sided. In questo caso non ci Tabella 1.
ASSI DI VALORE prezzo
Valore Tecnico
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DIMENSIONE DI VALORE
Sono Dimensioni di Valore relative alla qualità della materia prima, al processo di lavorazione e ad ulteriori caratteristiche tecniche del prodotto o del servizio. Se si trattasse di abbigliamento faremmo riferimento alla qualità del tessuto, alla qualità delle rifiniture, ai trattamenti specifici dei tessuti, al contenuto di design, ecc.
Valore di fruizione (benefit)
Sono Dimensioni di Valore che indicano i benefit derivanti dal valore tecnico. Ad esempio la resistenza al logorio e ai lavaggi, l’eventuale grado di impermeabilità, il contenuto moda, ecc.
Livello di servizio
Sono Dimensioni di Valore non ascrivibili direttamente al prodotto primario come, ad esempio, il numero di camerini disponibili (in relazione ai mq.), la durata media dell’attesa alle casse, la disponibilità di commessi a cui chiedere informazioni (in relazione ai mq.), la disponibilità di servizi di sartoria, la disponibilità di parcheggio, la raggiungibilità, ecc.
Customer Experience Offline
Sono Dimensioni di Valore relative all’Esperienza di acquisto nel punto vendita fisico. In sostanza tutti gli aspetti che rientrano nel neuromarketing come il concept del punto vendita, l’arredamento, il music design, il light design, l’aroma design, la disponibilità di specchi con realtà aumentata, i percorsi, ecc. In questo ambito vanno anche considerate l’ampiezza di gamma, la profondità di gamma e il tasso di rotazione delle collezioni.
Customer Experience Online
Sono Dimensioni di Valore relative all’esperienza d’acquisto online in cui rientrano tutti gli aspetti della User Experience (Accessibilità; Estetica; Utility; Usability) e tutti gli aspetti della User Interface.
Brand Experience
Sono Dimensioni di Valore relative all’immagine e ai valori del brand. Riguardano il posizionamento del marchio, la reputation, i feedback, il desiderio di appartenenza e in alcuni casi anche di ostentazione. Ne fanno parte anche i valori di responsabilità sociale del brand.
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Tabella 2.
si deve chiedere solo cosa l’azienda può offrire ai segmenti di clienti individuati ma piuttosto quali sono i possibili scambi di valore (transazioni) tra tutte le entità presenti nell’ecosistema che la piattaforma può facilitare. Questo approccio è in grado di amplificare il valore offerto e di creare un vantaggio competitivo più solido”. La tecnologia, oggi, come non mai, che ruolo ha all’interno di una azienda? “La tecnologia è fondamentale tanto che non dovrebbe più essere considerata come un semplice strumento di supporto della Value Chain ma dovrebbe rappresentare il telaio sul quale si snoda l’intero modello di business. Ma in Italia il vero problema è di natura culturale. Mentre molte aziende sono ancora impegnate ad adottare quella che credono essere l’ultima frontiera dell’innovazione tecnologica, ossia lo sviluppo di nuove tecnologie volte a migliorare l’efficienza e la produttività aziendale, aspetti che rappresentavano appieno l’Industria 4.0, siamo già entrati nell’era dell’Industria 5.0. Un’evoluzione dirompente. La differenza tra evoluzione lineare ed evoluzione dirompente consiste nel fatto che la prima porta ad un incremento delle prestazioni in maniera lineare. Ad esempio, una batteria per auto elettrica che consente un’autonomia di 400 km, grazie all’innovazione lineare, potrebbe arrivare a garantire un’autonomia di 500 km. Un’innovazione mi-
gliorativa ma che non sconvolge gli equilibri del settore. L’innovazione dirompente è invece quella che cambia le regole del gioco introducendo il sistema in un nuovo paradigma. Per capire meglio, il termine Industria 5.0 si riferisce all’utilizzo di macchine basate su intelligenza artificiale capaci di apprendere da sole (machine learning) e all’impiego di persone che lavorano a fianco di cobot (robot concepiti per interagire fisicamente con l’uomo in uno spazio di lavoro) che vengono programmati per aiutare gli esseri umani a lavorare più velocemente e meglio sfruttando tecnologie avanzate come Internet of Things (IoT) e big data. L’Industria 5.0 mira a fondere le capacità di apprendimento ed esecuzione di macchine basate su intelligenza artificiale con le capacità di elaborazione cognitiva tipiche dell’intelligenza umana. Il tutto con l’obiettivo di ottimizzare costi, tempi e risultati. E non si tratta di un futuro ipotetico, tutto ciò è già diventato reale. Le PMI italiane dovrebbero tener presente che chi rimane indietro da questo punto di vista, difficilmente riuscirà a recuperare competitività”. Quali sono, oggi, le esigenze dei nuovi consumatori. Che ruolo gioca la sicurezza e il benessere? “Sicurezza e benessere sono fattori che incidono in maniera importante sulle esigenze dei consumatori. Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi vent’anni abbiamo assistito al crollo delle torri gemelle, alla crescita della globalizzazione con tutto ciò che ha comportato, alla crisi del 2008, all’affermarsi dei colossi del web, alla crescita della tecnologia, dell’automazione e della robotica ed infine, come se non bastasse, è arrivata la pandemia. Questi profondi mutamenti hanno inciso in maniera importante sull’evoluzione delle professioni, sulla perdita di posti di lavoro e sulla percezione di sicurezza dei consumatori rispetto a sé e alla propria famiglia. Tutto ciò ha portato ad una revisione delle scelte d’acquisto. Oggi una parte importante della società ha rivisto alcune priorità in base a nuovi valori ed il futuro vedrà ulteriori cambiamenti. Vinceranno le aziende che sapranno pareggiare e possibilmente superare la velocità del mercato”.
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CVS PHARMACY: DA SEMPLICE NEGOZIO A CENTRO INTEGRATO DI ASSISTENZA di Fabrizio Valente - Founder e Amministratore di Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Il caso CVS Pharmacy negli Stati Uniti è un esempio di nuovo concept con area ambulatorio, servizi a 360° e lo sviluppo del CRM per facilitare la prevenzione e la cura dei clienti
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CVS Pharmacy è la seconda più importante catena di farmacie negli Stati Uniti dopo Walgreens. La sua mission è di aiutare ogni giorno i clienti a migliorare la propria salute grazie al focus sui servizi e a un approccio customer-centric. Dal 2018, grazie all’acquisizione della compagnia assicurativa sanitaria Aetna, che vale 70 miliardi di dollari, CVS ha completato la sua offerta di servizi a 360°. Servizio 360° Nel 2019, continuando il suo percorso di innovazione, apre il primo Health Hub, un nuovo concept che si focalizza sulla prevenzione e sulla gestione delle malattie croniche, integrando la vendita dei prodotti all’offerta di servizi, a cui è dedicato il 20% dello spazio, con l’integrazione di una clinica e un laboratorio per analisi del sangue e screening preventivi. Nell’assortimento dei prodotti in vendita si è voluto offrire maggiore servizio, includendo categorie per disturbi o malattie meno frequenti, come ad esempio per l’apnea del sonno e per il diabete. In questi centri integrati sono presenti dei ‘concierge’ che indirizzano i clienti verso specialisti (es. nutrizionisti, medici specializzati, ecc.) in grado di soddisfare al meglio le varie esigenze specifiche, offrendo quindi un servizio di consulenza e assistenza personalizzata a 360°, dall’insonnia all’attività fisica. Smart Tech La disponibilità di numerosi dati e informazioni su ciascun cliente consente a CVS di sviluppare un approccio basato su proattività, integrazione e servizio personalizzato.
Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 16, di Kiki Lab – Ebeltoft Group CVS Health Hub - USA La farmacia dei servizi CVS, un nuovo concept con area ambulatorio, servizi a 360° e lo sviluppo del CRM per facilitare la prevenzione e la cura dei clienti Area chiave Omni Experience Tendenze complementari Servizio 360 Smart Tech Info chiave • Farmacia integrata omni-canale • 2019: lancio nuovo concept • 20% dello spazio dedicato ai servizi • 2020: 100 farmacie • 2021 (piano): 1.500 farmacie CVS Pharmacy • 1963: inizio attività e prima apertura • 10.000 farmacie
• 2018: acquisizione compagnia assicurativa sanitaria Aetna
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Innanzitutto, gli hub sanitari sfruttano i dati dei clienti provenienti da diversi canali e touch point per definire la migliore attività da proporre in ogni momento di contatto con il cliente, consigliando ad esempio il periodo più adatto per sottoporsi a un esame o per adottare una nuova tecnica nella gestione di una condizione cronica. Il negozio è perfettamente integrato con l’online e questo consente di gestire le prescrizioni in un’unica app. Inoltre, la condivisione dei dati dei clienti assicurativi e la loro suddivisione in fasce di rischio consente di investire in modo mirato nei punti di contatto fisici. Gli strumenti digitali e i dati a disposizione vengono trattati in modo efficace e strategico per guidare la strategia aziendale, educare i clienti e semplificarne l’esperienza di acquisto. Anche la selezione delle location Health Hub e il piano di espansione vengono definiti in modo strategico e preciso, dal momento che l’azienda sfrutta i dati di Aetna relativi alle condizioni di salute dei suoi clienti assicurativi per decidere le location più adatte e che possono generare maggiore traffico. Commento finale Kiki Lab Il concept di Health Hub fa evolvere il posizionamento di CVS da semplice negozio a centro integrato di assistenza, servizi, prodotti e anche community attiva, sia per quanto riguarda la cura e assistenza sanitaria sia per la prevenzione. La mission CVS si traduce in una costante education dei clienti, grazie anche a un team di farmacisti,
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infermieri, terapisti e consulenti presenti in un unico spazio e in grado di offrire soluzioni ai diversi problemi di salute. L’uso evoluto di tecnologie e digital consente un elevato grado di personalizzazione nei consigli, anche a livello preventivo e nelle situazioni di clienti con problematiche poco comuni.
Sfida: rispettare in modo etico non solo la privacy dei clienti, ma anche i consigli da fornire, alla luce dell’ingente mole di informazioni disponibili.
Il principale evento dedicato al settore Retail Real Estate in Italia 14 - 15 settembre Superstudio Maxi Milan, Italia
Disegniamo insieme i nuovi luoghi di vita e le destinazioni dello shopping di domani! L’evento immancabile dedicato agli operatori del mercato immobiliare commerciale italiano, ai retailers, alle catene di ristorazione, agli operatori dell’intrattenimento e del settore digitale ritorna nel 2021 con una nuova ampia offerta di siti e retail concept per creare nuove esperienze e nuove destinazioni sociali.
Ci vediamo a fine maggio per l’apertura della piattaforma digitale! mapic-italy.it
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Ogni azienda ne può “costruire” uno che, a livello strategico e operativo, sia finalizzato al raggiungimento dei suoi obiettivi
L’EVENTO DIGITALE COME LEVA DI MARKETING Le aziende e i brand hanno dovuto fare i conti con un panorama sociale profondamente mutato, che ha riscritto le regole e il modo di vivere le abitudini del consumatore Stefania Giuseppetti Gli eventi hanno da sempre costituito momenti di grande interesse e coinvolgimento, caratterizzando la nostra storia e la nostra evoluzione. Il fenomeno che essi rappresentano ha assunto una dimensione sempre più rilevante, fino ad arrivare ad essere utilizzato come leva di marketing. Nelle loro molteplici varianti - istituzionali o di prodotto, esclusivi o di massa, culturali o per il business - gli eventi rappresentano lo strumen-
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to di comunicazione che meglio si adatta alle esigenze di imprese ed enti che intendono lanciare un nuovo prodotto, promuovere un servizio o un’idea, per trasformare i valori e l’immagine in una User Experience concreta e indimenticabile. NUOVE SOLUZIONI, NUOVI LUOGHI E NUOVI SPAZI D’INCONTRO Il 2020, caratterizzato dalla pandemia, ha sconvolto tutto ciò che davamo per scontato: ha cambiato il modo in cui viviamo, lavoriamo, impariamo, facciamo acquisti e giochiamo; ha cambiato il come e il dove sperimentiamo le cose e ci ha costretto a ricorrere a nuove soluzioni, nuovi luoghi e nuovi spazi d’incontro e, soprattutto, nuove esperienze. Pertanto, le aziende e i brand hanno dovuto fare i conti con un panorama sociale profondamente mutato, che ha riscritto le regole e il modo di vivere le abitudini del consumatore. Con l’obbligo del distanziamento sociale, dell’isolamento e la conseguente sospensione delle normali attività, anche l’approccio agli eventi ha subito mutazioni radicali, che hanno dato inizio ad una nuova era, fatta di esperienze virtuali e ibride. I consumi digitali hanno avuto grandi implicazioni sulle nostre abitudini: abbiamo imparato ad interagire con il mondo attraverso uno schermo e tutte quelle piattaforme che già dominavano la vita quotidiana di ognuno di noi, hanno riconfigurato i modelli di business e i comportamenti di consumo. Le relazioni tra i gruppi umani si sono trasferite online, e online sono stati condivisi gli interessi comuni, il sapere, il desiderio di apprendere, il lavoro e soprattutto la voglia di divertirsi. COME CAMBIA L’INDUSTRIA DEL MARKETING Di fronte a tale cambiamento e lontano dagli spazi fisici, l’industria del marketing è stata capace di sfruttare questa opportunità reinventando la partecipazione del pubblico negli eventi digitali. Lo spazio è diventato virtuale e la piattaforma online ha costituito il ‘perimetro liquido’ dell’evento all’interno del quale partecipa il suo pubblico. Non ci sono format vincolanti: ogni azienda può “costruire” un evento digitale che, a livello strategico e operativo, sia finalizzato al raggiungimento dei suoi obiettivi.
Amazon ha lanciato visite turistiche virtuali attraverso la sua piattaforma Amazon Explore
Amazon ha lanciato visite turistiche virtuali attraverso la sua piattaforma Amazon Explore. I produttori cinesi di veicoli elettrici NIO e Tesla hanno spostato le vendite dai negozi offline al mondo virtuale, scegliendo il live streaming dopo averlo utilizzato mentre i concessionari erano chiusi. Anche l’industria della moda ha dimostrato come la tecnologia sia riuscita a supportare le strategie di comunicazione laddove non è stato possibile avvalersi dell’esperienza fisica. Discord, app nata per gli appassionati di videogiochi, è ormai “il tuo posto per parlare”. Che tu faccia parte di un club scolastico, gruppo di gamer, comunità artistica mondiale, o semplicemente di un piccolo gruppo di amici che vuole passare il tempo assieme, Discord rende più facile chiacchierare ogni giorno e ritrovarsi più spesso.
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Di recente, Spotify ha aggiunto il calendario degli eventi virtuali alla sua app, per consentire la visione di performance live in streaming. Inoltre, con la funzionalità “Group Session”, Spotify consente agli utenti di ascoltare la musica in tempo reale insieme ai propri amici. Allo stesso modo YouTube e Twitch lo hanno fatto con i video, come ad esempio quello del rapper americano Travis Scott, che nello scorso anno si è esibito in concerto nell’evento Astronomical su Fortnite, il popolare videogame, attirando 12 milioni di persone. Così, dopo la sospensione delle manifestazioni dal vivo, i concerti, le anteprime di film, gli spettacoli teatrali, i contenuti formativi, le mostre e le sfilate di moda, tornano ad emozionarci online, per offrire un’esperienza magica e irripetibile senza confini spaziali né temporali. Secondo la società di rilevazione Nielsen, la propensione dei fan a pagare un biglietto per ascoltare un concerto in streaming è passata dal 28% di luglio 2020 al 50% dello scorso novembre.
L’industria della moda ha dimostrato come la tecnologia sia riuscita a supportare le strategie di comunicazione laddove non è stato possibile avvalersi dell’esperienza fisica
I produttori cinesi di veicoli elettrici NIO e Tesla hanno spostato le vendite dai negozi offline al mondo virtuale, scegliendo il live streaming dopo averlo utilizzato mentre i concessionari erano chiusi.
SIA IN PRESENZA, SIA ONLINE, GLI EVENTI RESTERANNO IL MEZZO PIÙ NATURALE PER AVVICINARE LE PERSONE L’intrattenimento è una potente fonte di ispirazione creativa. Sia in presenza, sia online, gli eventi resteranno il mezzo più naturale per avvicinare le persone, nonostante le distanze, ed emozionarle con interessi affini e complementari, offrendo emozioni memorabili. Performance dal vivo, socializzazione e ambienti virtuali continueranno a fondersi e le piattaforme esistenti si stanno già preparando.
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Quando poi avremo la possibilità di indossare delle lenti a realtà aumentata, si aprirà ai nostri occhi un mondo di esperienze inimmaginabili. Come i chirurghi che, rispetto a dove si trova il loro paziente, riescono ad operare in lontananza indossando guanti e occhiali speciali.
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La pandemia ha reso le imprese più vulnerabili al rischio di infiltrazioni criminali
IMPRESE VITTIME DEL COVID E DELLA CRIMINALITÀ Il sospetto che tra gli effetti dell’emergenza economica innescata da quella sanitaria prodotta dalla pandemia Covid vi fosse anche un significativo rischio di un incremento di attività di riciclaggio di denaro e di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali nel nostro tessuto economicoproduttivo era emerso con tutta la sua forza sin dai primi mesi di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising
Che la criminalità organizzata (le c.d. “mafie”) si sia introdotta nell’economia non è una novità. Da decenni i rapporti ufficiali dell’antimafia, le dichiarazioni di magistrati e ministri, ma anche ricerche e indagini specifiche, riportano il collegamento tra economia e mafie, ma anche tra franchising e criminalità. Chi scrive è autore di numerosi interventi sul tema “Franchising & Mafia” pubblicati negli anni a raccolta e assemblaggio di dati ufficiali e notizie di cronaca nazionale.
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Con la crisi economica innescata dalla crisi sanitaria, le imprese si sono ulteriormente indebolite e sono diventate facili vittime di un ulteriore aumento di questa infiltrazione. Già a febbraio 2021 Cerved aveva elaborato alcuni dati per una verifica individuando che effettivamente risultavano essere presenti non pochi “strani” cambi di titolare effettivo effettuati nel corso dell’emergenza sanitaria, con una maggiore incidenza del fenomeno in Campania e in Lazio, mentre i settori più interessati erano l’autonoleggio, la distribuzione carburanti e i giochi e le scommesse. Non solo, ma già in precedenza la Banca d’Italia aveva fatto osservare che, a causa della pandemia, nel 2020 il numero di segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dalla Uif (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia) era risultato forte crescita (+7%), con un aumento particolarmente marcato nel secondo semestre dell’anno (+10,3%). La crescita delle operazioni sospette era stata trainata dalle segnalazioni per riciclaggio (+11,1%), che hanno sfiorato quota 60 mila, compensando le minori segnalazioni relative al finanziamento del terrorismo e alla voluntary disclosure.
Criminalità e Covid-19 hanno stravolto 50 mila società. Nel 2020 risultano in aumento le segnalazioni di riciclaggio (+11,1%).
Un alert di rischio molto forte per la Guardia di Finanza tanto da far predisporre uno specifico progetto di analisi denominato «Imprese criminali», inizialmente riguardante la provincia di Milano e poi da estendere al resto della regione Lombardia e pronto per essere ampliato ad altre aree del paese. Nel corso di una recente audizione alla Camera dei Deputati, il comandante generale Giuseppe Zafarana ha specificato come «anche le filiere che hanno subito le perdite maggiori, come quella della ristorazione del settore alberghiero e, più in generale, dell’offerta turistica, sono stati oggetto di tentativi di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali. Le mafie, infatti», ha aggiunto, «grazie alle ingenti disponibilità di contante possono presentarsi all’imprenditore in crisi con il volto rassicurante di
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chi presta denaro, ma con l’obiettivo di impossessarsi delle aziende nel medio termine». Ecco quindi che “scorrendo l’elenco dei cambi si scopre che circa 2 mila persone in Italia, controllano quasi 20 aziende a testa e che in oltre 100 imprese ci sono solo 28 soggetti che controllano più del 25% della società” (Fonte: Italia Oggi, 26.05.2021). Per comprendere le reali dimensioni del fenomeno, la Fondazione Pirelli riportava, in un articolo dal titolo “Gli interessi mafiosi per approfittare dell’emergenza Covid, comprare imprese in crisi e fare affari ai danni della salute” del 30.11.2020, un dato impressionante che rivelava il clamoroso peso economico di ‘ndrangheta, camorra e “cosa nostra” siciliana: 500 miliardi di euro. Questo l’importo investito per ripulire il denaro criminale in un’infinità di investimenti in mezzo mondo. Il dato è emerso dall’indagine della DDA (la Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria su un esponente della criminalità con robusti legami con le ‘ndrine locali e relazioni internazionali, soprattutto nei paradisi bancari e fiscali (da “La Stampa”, 28.11.2020). Per avere un metro di paragone, 500 miliardi sono circa il 30 per cento del PIL nazionale annuo, ma anche più del doppio delle somme messe a disposizione per l’Italia dal Recovery Fund della Ue, ma anche “l’equivalente, più o meno, della
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Registrate in dieci mesi 14 mila compravendite di quote societarie anomale per un valore di oltre 23 mld
capitalizzazione (cioè del valore delle azioni) delle prime 25 società quotate alla Borsa di Milano (Enel, Eni, Banca intesa, Fca, Poste, etc.). Paragoni sono, naturalmente, un’approssimazione scientificamente non rigorosa. Ma servono, comunque, per dare ai lettori l’idea di una terribile, drammatica forza economica che le mafie continuano ad accumulare grazie alle loro attività illegali (droga, traffici di esseri umani, armi, riciclaggio di rifiuti inquinanti, scommesse clandestine, speculazioni su appalti e servizi pubblici, etc.) e i cui proventi reinvestono anche in attività apparentemente lecite, stravolgendo i mercati, gli affari legali, le attività delle imprese regolari, il funzionamento delle pubbliche amministrazioni. In sintesi: 500 miliardi di ‘ndrangheta, camorra e mafia siciliana per danneggiare la nostra vita e il nostro lavoro, l’ambiente in cui viviamo, la salute, il futuro dei nostri figli. Ricchezza abnorme di mafia per morire di mafia” (Fondazione Pirelli).
/ FINANZA E LEGALE /
In sintesi, “l’emergenza sanitaria Covid-19 ha prodotto effetti “devastanti” sulla salute delle persone ma anche sulla tenuta del sistema economico, generando una situazione che offre opportunità di espansione alla criminalità organizzata nel suo complesso. Questa la premessa della Relazione semestrale al Parlamento sull’attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) relativa al I semestre 2020. Da qui la necessità di monitorare l’evoluzione della situazione cercando di intercettare i segnali sintomo dei tentativi delle organizzazioni mafiose di “rilevare” le imprese in difficoltà finanziaria, praticando una sorta di “welfare criminale” tramite forme di assistenzialismo a privati e imprese in difficoltà come strumento per incrementare il consenso sociale e il controllo del territorio” (pagina web del Ministero dell’Interno al 24.02.2021). Considerando che “per la criminalità organizzata all’indomani della pandemia i settori che rappresentano un investimento sono quello della ristorazione, la logistica, l’imballaggio, i magazzini merci, il distacco di lavoratori a bassa qualifica, l’intrattenimento con attenzione ai locali del centro città, l’edilizia, il commercio di noleggio di macchinari, carburanti, metalli ferrosi, le attività di giochi, le società che intercettano fondi pubblici e agevolazioni” (Italia Oggi, 26.05.2021), in questo contesto, in questo scenario, non è facile operare nel mercato con una concorrenza sicuramente sleale, non è facile essere franchisor, creare una rete, essere concorrenziali, come non è facile aderire con sicurezza ad una rete di franchising che (come appurato in tanti fatti di cronaca e in ufficiali ricerche e indagini) potrebbe essere gestita (perché acquisita), ma anche creata, da organizzazioni illegali e apparentemente innocue o solide e non è casuale, pertanto, che in molte nazioni la normativa sul franchising prevede una più ampia trasparenza sui manager che gestiscono e guidano le reti di franchising fornendo importanti dettagli sicuramente utili, pur non sufficienti, ma che certamente costituiscono un importante filtro selettivo. Una disposizione che fu riportata nella originaria proposta di riforma della normativa sul franchising promossa dalla associazione IREF Italia (non più operativa), in collaborazione con
AZ Franchising e ANCommercialisti e che fu palesemente (e convenientemente) osteggiata da chi avrà avuto interesse ad osteggiarla. Certamente l’applicazione della legge e delle norme di informazione precontrattuale possono essere uno strumento idoneo alla funzione di selezione per una adesione consapevole, ma, pur senza garanzie di risultati, l’assistenza di un professionista specializzato diventa ancor più stringente e determinante, perché l’adesione ad una rete di franchising è un investimento finanziario (spesso una scelta di vita) e attualmente non esiste un vero e proprio “prospetto informativo” particolarmente dettagliato come quelli obbligatori con gli investimenti finanziari in titoli, fondi comuni, ecc., ad oggi unico punto di riferimento continua ad essere la L.129/2004 integrabile con quanto oggetto di sentenze giurisprudenziali, con quanto ci suggeriscono i provvedimenti AGCM e con quanto di conoscenza professionale di un consulente veramente specializzato.
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Il tuo spot al cinema. Tratto da un’emozione vera.
In merito è intervenuta la Corte di Giustizia
LA CONTRAFFAZIONE DI MARCHIO E LA RESPONSABILITÀ DI GESTORI DI MARKET PLACE Fino a che punto i gestori di un mercato online che agiscono anche come distributori possono spingersi nel rendere servizi ai venditori, senza che essi si traducano per il gestore stesso in una responsabilità diretta per violazione di marchi registrati… Avv. Alessandra Sonnati - Avv. Dario Paschetta Frignani Virano e Associati
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La questione della responsabilità dei gestori dei marketplace online rispetto ad annunci di vendita recanti segni identici o simili a marchi registrati di terzi senza la loro autorizzazione da parte di utilizzatori della piattaforma è destinata ad arricchirsi di nuovo capitolo. È notizia di queste settimane, infatti, che nel mese di marzo del 2021 il Tribunale distrettuale del Gran Ducato del Lussemburgo, nell’ambito di un procedimento che vede contrapposti Louboutin - titolare del famoso marchio rosso (Pantone 18- 1663TP) - contro alcune entità del gruppo Amazon, ha presentato una serie di questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (C-148/21). Per meglio inquadrare la situazione è opportuno premettere che - in base ai principi elaborati dalla giurisprudenza - la vendita, l’offerta in vendita o la pubblicità di prodotti di lusso o di prestigio da parte di un terzo su internet, ed in particolare attraverso un mercato online, senza il consenso del titolare del marchio può costituire ipotesi di contraffazione qualora i prodotti siano distribuiti all’interno di un sistema di distribuzione selettiva teso a preservare l’aura di lusso e/o di prestigio dei
prodotti e del relativo marchio. Quando poi l’offerta in vendita è fatta da un soggetto non appartenente alla rete, l’attività di rivendita di quest’ultimo deve essere tale da ledere l’aura di lusso e/o prestigio del suddetto marchio. Quando i prodotti sono venduti tramite piattaforme on line di terzi si pone allora il problema di verificare se e a quali condizioni i gestori della piattaforma on line attraverso la quale vengono venduti i beni possano essere anch’essi ritenuti responsabili della contraffazione di marchio attuata con gli annunci di vendita. In passato la Corte di Giustizia aveva stabilito che in un mercato online amministrato da un gestore “puro”, ossia da un soggetto che gestisce la piattaforma senza svolgere anch’egli attività di distributore o venditore, gli annunci di vendita non configuravano un’ipotesi di contraffazione direttamente ascrivibile al gestore del mercato in quanto tali annunci non fanno parte della comunicazione commerciale del gestore e, inoltre, che il gestore non è co-responsabile per gli illeciti annunci salvo il caso in cui, informato dal titolare del marchio dell’illecito posto in essere dall’utilizzatore, non si attivi tempestivamente per l’eliminazione di detti annunci (vedi il caso L’Oreal vs eBay). L’odierno rinvio pregiudiziale si preannuncia di particolare interesse perché si chiede ora alla Corte di Giustizia di chiarire se le regole sopra esposte debbano essere trasposte “sic et simpliciter” anche al caso in cui il gestore del mercato online non sia “puro”, ma assuma connotati “ibridi” come accade per Amazon, ossia nel caso in cui il gestore non si limiti ad amministrare una piattaforma virtuale in cui terzi promuovono e rivendono prodotti, ma agisca anch’egli come distributore per gli stessi prodotti. A giudizio del sig. Louboutin le posizioni dei gestori di market place “puri” ed “ibridi” sarebbero diverse perché Amazon, appartenente alla seconda categoria, non si limita ad offrire un servizio neutro come fa eBay, ma tutta la sua comunicazione commerciale è incentrata essenzialmente sulla sua qualità di distributore di prodotti messi in vendita sui suoi siti. Tutti i prodotti offerti in vendita nella
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piattaforma di Amazon, infatti, appaiono in una unica visualizzazione in cui è oggettivamente difficile capire quando l’offerta proviene da Amazon o da un utilizzatore della piattaforma, questo perché tutte le offerte sono presentate in modo uniforme e sono tutte caratterizzate dalla presenza dominante del marchio del distributore Amazon. Pertanto Amazon non dovrebbe essere considerato un gestore di mercato online nel senso inteso dalla Corte di Giustizia nel caso L’Oreal vs. eBay, bensì un distributore direttamente responsabile del contenuto di tutti gli annunci pubblicati sulla sua piattaforma, poiché l’amalgama di vendite proprie e vendite di terzi creerebbe - nella percezione dell’internauta mediamente attento - l’impressione che tutti i prodotti venduti sui siti Amazon provengono da quest’ultima, o quanto meno che gli annunci di terzi siano parte integrante della comunicazione commerciale del gestore della piattaforma. Come prevedibile sul punto la posizione di Amazon è diametralmente opposta, dato che in sostanza sostiene che - in qualità di gestore di un mercato online - essa non può incorrere in responsabilità per gli usi fatti dai venditori che si avvalgono della sua piattaforma.
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Le modalità di funzionamento del proprio mercato non sarebbero diverse di quelle di altri mercati ed in ogni caso ritiene che l’imputabilità dell’uso del marchio da parte di un gestore di un mercato online debba essere esaminata indipendentemente dall’analisi dell’eventuale ruolo attivo nella distribuzione assunto dal gestore. Pertanto nel caso di specie devono trovare applicazione gli stessi principi di diritto espressi dalla Corte di Giustizia nel caso L’Oreal vs. eBay. Questo anche perché secondo Amazon i consumatori che navigano sui suoi siti sono perfettamente in grado di non equiparare sistematicamente i prodotti e i marchi di venditori terzi a quelli del gestore del mercato. Il caso sottoposto alla Corte di Giustizia costituisce, quindi, l’occasione per chiarire la spinosa questione di fino a che punto i gestori di un mercato online che agiscono anche come distributori possono spingersi nel rendere servizi ai venditori, senza che essi si traducano per il gestore stesso in una responsabilità diretta per violazione di marchi registrati.
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RACCONTI IN GIR O. 1 4 “V IAGGI” D I SC R IT T U R A COLLET T IVA CON AU TOR I DA I 1 0 A I 90 A N N I Curatore: Fabrizio Valente Editore: Compagnia Editoriale Aliberti Pagine: 94 / Prezzo: € 15,00
“Adoro il collettivo, la creatività di gruppo, l’integrazione che diventa interazione e amo la sperimentazione. Provate a immaginare quanta gioia mi abbia raggiunto nell’apprendere di quest’idea di Fabrizio, per nulla bislacca (forse meglio dire magicamente bislacca), di scrittura collettiva. Ciò che ho percepito è la conferma che la vera meraviglia possa nascere solo dal branco, che il caos è bellezza, che l’interazione è potenza”. Da Il branco, prefazione di Oscar Farinetti 14 micro-racconti scritti da gruppi di 7-8 persone, in cui ciascuna conosce solo il titolo e le ultime tre righe scritte dall’autore precedente. 90 persone, fra i 10 e i 90 anni, hanno fatto viaggiare i racconti in 4 continenti, fra oltre 30 città. Storie brevissime, lampi che alternano poesia e horror, musica e viaggi. Con una nota sul metodo e nuovi incipit per stimolare lettrici e lettori a realizzare nuovi progetti simili.
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In questo libro, condensando venticinque anni di studi e ragionamenti, si racconta la nascita e la diffusione di dieci tra le invenzioni più affascinanti della storia. Troverete quindi la genesi della stampante 3D, che cambierà il processo di produzione e vendita delle merci riportando al centro il valore umano della manifattura, e della selce, la madre di tutte le tecnologie, il naturale che diventa artificiale, l’origine della nostra umanità. Parleremo poi del freno, il controcampo della velocità, indispensabile per accompagnare l’umanità nell’epoca moderna, della macchina per il caffè, che ha innescato l’ascesa della borghesia dando vita a nuove forme di democrazia culturale, della penna a sfera, che ci permette di riflettere sul ritorno della cultura orale e sul futuro della scrittura, e della lavatrice, uno degli strumenti più importanti per l’emancipazione femminile. Faremo quindi un salto nel futuro raccontando la barra di Google, la più grande rivoluzione culturale dopo la stampa di Gutenberg, e il telecomando, simbolo del potere familiare. Come escludere poi lo smartphone, vero paradigma della nostra contemporaneità, e Wikipedia, il più importante progetto collettivo della storia della cultura, il cui funzionamento ci permette di capire come la nostra specie stia cambiando per sempre. IMMAGI N I VS PA R OLE - Scrivere e progettare il messaggio pubblicitario Autore: Davide Bertozzi Editore: Hoepli Uscita: 9 aprile 2021 Pagine: 144 / Prezzo: € 16,90
Un libro per allenare la creatività e progettare una comunicazione efficace, corretta e precisa. Immagini vs parole pone la lente di ingrandimento sulla scrittura pubblicitaria e sul visual design, sulla forma e sul contenuto dei messaggi che usiamo per comunicare, emozionare, vendere. Una vera palestra di allenamento per copywriter, art director, social media manager e direttori creativi che potranno apprendere come organizzare testi e immagini con gusto e consapevolezza, senza ricorrere a trucchetti o formule magiche, ma applicando metodi empirici sperimentati sul campo e maturati in anni di lavoro. In questo percorso corredato da immagini, attraverso le a volte esilaranti strade dell’advertising e gli impervi sentieri del content design, teoria e tecnica si incontrano per offrire spunti creativi e nuove idee.
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APPUNTI RETAIL In questo numero: per gestire ovunque e in qualsiasi momento della giornata le carte di credito, monitorare le spese, consultare i movimenti puoi scaricare Nexi Pay. Invece se vuoi in qualsiasi momento tenere traccia delle spese e raggiungere gli obiettivi di risparmio in modo semplice e divertente è nata BudJet, l’app di Moneyfarm.
NOVITÀ DI WHATSAPP SUGLI AUDIO Di recente c’è stato un grande aggiornamento su WhatsApp. Accanto ai messaggi vocali è spuntata una nuova funzione. Dopo mesi di test sulla versione Beta, l’applicazione ha deciso di implementare uno strumento capace di velocizzare i messaggi vocali. Ci sono tre velocità a disposizione: 1X (normale), 1,5X e 2X. La funzione è disponibile sia su Android che iPhone.
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NEXI PAY, TUTTE LE CARTE DISPONIBILI SULLO SMARTPHONE Nexi Pay è una app che permette di gestire ovunque e in qualsiasi momento della giornata le carte di credito. Con l’app si possono monitorare le spese, consultare i movimenti, controllare il totale delle spese o filtrale per esercente e categoria, ricevere le notifiche di sicurezza e verificare la spesa totale settimanale e mensile. Si possono anche gestire le carte, pagare gli acquisti e rateizzare i pagamenti.
4,4/5 BUDJET, TIENI TRACCIA DELLE TUE SPESE BudJet è l’app di Moneyfarm che permette di tenere traccia delle spese e di raggiungere gli obiettivi di risparmio in modo semplice e divertente. L’ interfaccia grafica è facile e intuitiva. BudJet aiuta a prendere il controllo dei risparmi fin dalle piccole spese di ogni giorno e diventare più autonomo anche nelle scelte importanti come quella di un investimento finanziario.
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SIGNAL, APP DI COMUNICAZIONE Signal è una app per comunicare in modo gratuito e istantaneo. Con l’App si possono inviare e ricevere messaggi, partecipare a chiamate vocali o a videochiamate in HD e scoprire tante funzioni per restare sempre connesso. Signal applica una tecnologia avanzata per proteggere la privacy così da poter condividere in totale serenità. L’app ha diverse funzionalità integrate come quella per l’editing di immagini per disegnare, ritagliare e capovolgere le foto da inviare.
LIFE360 - LOCALIZZATORE PER LA FAMIGLIA Life360 - Localizzatore per la famiglia è una app di localizzazione accurata ed efficace. Offre diverse funzioni, come i Gruppi Life360 e Luoghi Life360 e permette di: vedere la posizione dei membri della famiglia su una mappa privata, scegliere se condividere la posizione, chattare con due o tutte le persone in ogni gruppo, ricevere un avviso quando un determinato membro della famiglia raggiunge una destinazione e rintracciare un telefono smarrito o rubato.
4,4/5
VOLUME SCHEDULER PER PIANIFICARE I LIVELLI DI VOLUME Volume Scheduler è una app scaricabile su Google Play Store che permette di regolare i livelli di volume dello smartphone. Con l’App è possibile pianificare che il volume del dispositivo vada a zero durante una riunione di lavoro mattutina per poi alzarsi nuovamente al termine senza un’operazione manuale da parte vostra. Pianificando gli orari si evita di lasciare il telefono silenzioso per distrazione.
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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.
PULITO PIÙ www.pulitopiu.com Pulito più è un franchising nel settore dei servizi, nello specifico è una impresa di pulizie. Sul sito c’è una pagina dedicata al franchising dove dopo una introduzione sono brevemente spiegati i punti di forza del brand. La sezione è bocciata perché non sono indicate informazioni essenziali come: ammontare dei costi e descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi. Semaforo rosso.
I LOVE POKE https://ilovepoke.it/franchising/ I Love Poke è una catena italiana di fast-food dedicata al mondo del poke. Nella sezione sottostante al bottone “franchising” sul sito ufficiale del brand non ci sono informazioni in merito allo sviluppo. È presente un form di informazioni generico. Per noi è bocciato in quanto è molto importante fornire delle informazioni chiare per ricevere leads profilati e realmente interessati.
UPIM https://www.upim.com/franchising.html La landing page dedicata al progetto franchising di Upim è strutturata in maniera semplice e chiara con una scheda che riassume in punti la formula franchising, le caratteristiche del punto vendita e le condizioni contrattuali. C’è anche la possibilità di scaricare una brochure e contattare l’azienda. Per noi è promossa.
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EUROMASTER www.euromaster-pneumatici.it L’offerta Euromaster si rivolge agli operatori del mondo del pneumatico e della manutenzione auto. Sul sito, nella pagina dedicata al franchising, c’è un paragrafo dedicato a “come diventare affiliati euromaster” ma di fatto non ci sono le informazioni utili. La sezione necessita delle integrazioni, per noi è bocciata.
VAPORART® www.vaporart.it Nella pagina web dedicata a chi desidera aprire un franchising di sigarette elettroniche VaporArt® ci sono poche informazioni utili. Pur essendo una landing dedicata per contattare il brand si viene rimandati sul sito ufficiale. Sarebbe invece utile avere subito un form per richiedere informazioni. La sezione purtroppo è bocciata.
AWAY https://www.awayshoes.com/franchising AwAy è una società specilizzata nella creazione di calzature, pelletteria e total look donna. Sul sito c’è una pagina su come aprire la Boutique in Franchising. Qui ci sono diverse informazioni utili come: cosa offriamo, cosa serve e chi è l’affiliato ideale. Andrebbero approfonditi alcuni punti come a quanto ammonta l’investimento iniziale. Per ora rimandato.
• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere
• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile
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IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING Asset management La gestione strategica degli investimenti.
Gross Leasable Area (GLA) La superficie lorda locabile in un centro commerciale.
Bacino d’utenza Numero di persone (espresse solitamente in migliaia) che rappresenteranno gli utenti del punto vendita in franchising in apertura. In base a questo numero si può ipotizzare la rendita economica dell’affiliato e studiare una strategia per migliorarla.
Know-how Insieme delle conoscenze tecniche e commerciali relative alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di un servizio.
Benchmark Il valore di riferimento e confronto per un determinato parametro. Break even point (punto di pareggio) Valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo diriferimento senza profitti né perdite. Brevetto Attestato amministrativo della paternità di un’invenzione e del diritto esclusivo di godere degli utili economici che ne derivano. Esso determina anche la possibilità per il detentore del brevetto di impedirne la riproduzione e l’utilizzo per un tempo determinato. Comodato Contratto con cui una persona concede a un’altra l’uso gratuito di un bene per un periodo determinato. Corner Zona di un locale commerciale adibita a spazio di esposizione e vendita di un prodotto che il franchisor concede all’affiliato. Diritto d’entrata (fee d’ingresso) Compenso corrisposto dal franchisee al franchisor a fondo perduto o a titolo di cauzione per contribuire alle spese organizzative volte alla realizzazione del programma franchising. Fatturato Il totale delle vendite effettuate, al netto dell’iva, risultante dal registro dei corrispettivi. Formazione Trasferimento di specifiche conoscenze relative alla formula mediante corsi o sessioni svolte in via diretta in aula o tramite strumenti informatici/multimediali. Franchisee (o affiliato) Imprenditore che, per mezzo di un contratto, aderisce al sistema di franchising impegnandosi a gestire il proprio punto vendita secondo precise clausole. Franchising (o affiliazione commerciale) Contratto, regolamentato dalla legge n.129/2004, che si impernia sulla collaborazione continuativa tra il franchisor, che dispone di una profonda esperienza in un determinato settore (industriale, commerciale, di servizi) e il franchisee, imprenditore indipendente che auspica di aumentare il giro d’affari e la redditività della sua azienda. Franchisor (o affiliante) Imprenditore che ha messo a punto il sistema di distribuzione (franchising) e che, cedendo ad altri il suo know-how, si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.
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Location L’ubicazione di un punto di vendita Manuale operativo Insieme di tutte le nozioni fondamentali del progetto franchising che il franchisor trasferisce al suo affiliato in sede di stipula del contratto. Master Franchisee Si tratta di un franchisee che ha ottenuto per contratto il diritto di stipulare contratti di sub-franchising nella zona in cui ha l’esclusiva, assumendosi in proprio la responsabilità per lo sviluppo, l’amministrazione e il controllo della rete di affiliati così costituita. Punto pilota Denominazione attribuita a un punto di vendita di prova di proprietà del franchisor che serve a sperimentare il programma di franchising prima della sua attuazione pratica. Il ricorso all’unità pilota diventa indispensabile nel franchising estero, specialmente quando il franchisor abbia scarsa conoscenza del nuovo mercato e dei suoi usi e costumi. Purpose È la risultante dei valori e della storia aziendale, la ragione d’essere di una azienda ed è determinato da quello che l’azienda vorrebbe realmente essere Ritorno sull’investimento (R.O.I.) Nel sistema franchising esso indica la redditività del capitale investito dal franchisee. Si calcola sottraendo al risultato operativo il totale degli investimenti. Royalty Compenso proporzionale all’attività svolta dal franchisee e versato al franchisor per remunerarlo di tutti i servizi resi, compresi di diritti all’insegna e al marchio. Ritorno sulle Vendite (R.O.S) Nel sistema franchising esso indica il risultato operativo
medio per unità di ricavo ed è utilizzato per valutare l’efficienza operativa di una società. Si calcola dividendo l’utile netto (al lordo di interessi e imposte) per le vendite. Sell in
Insieme delle operazioni che il franchisor mette in atto per fornire i prodotti ai propri franchisee. Sell out
Operazioni di vendita dei prodotti ai clienti finali da parte dei franchisee. Stock
Assortimento
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MENSILE - ANNO XXIII - N. 07/08 LUGLIO AGOSTO 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: marketing@azfranchising.it UFFICIO ABBONAMENTI amministrazione@wmcapital.it STAMPA Pixartprinting S.p.A. via 1° Maggio, n.8, 30020 Quarto d’Altino (VE), Italia DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE WM Capital S.p.A
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