AZ FRANCHISING - NOVEMBRE/DICEMBRE 2020

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MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 26/11/2020

FINANZIAMENTI

COMUNICAZIONE

FINANZA & LEGALE

FINO A 200 MILA EURO PER LE IMPRESE DEL MEZZOGIORNO

LO SVILUPPO DEI MODELLI DI BUSINESS LEGATI AL SOCIALNETWORKING

TUTTE LE INDICAZIONI E I CONSIGLI SU COME PROTEGGERE LA PROPRIA RETE DI BUSINESS

www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 11/12 novembre/dicembre 2020 anno XXII

STRATEGIE DI RIPARTENZA RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ



EDITORIALE “Un giorno la vita mi ha colpito talmente forte che ho imparato a resistere”. (Dolores Ibárruri)

Resistenza è la parola di questo mese. Mese che ci traghetta verso un nuovo anno. L’anno che sta per concludersi è stato abbastanza complesso. Immaginiamo di entrare in una foresta di notte. Sicuramente ci assale la paura, paura che nasce quando non si sa a cosa si va incontro. Quale direzione prendere… In questo particolare momento storico è abbastanza difficile parlare di certezze. Ma se pensiamo ad una start up, ad una azienda che sta per nascere il compito dell’imprenditore è investire per avere, poi, dei tempi di risposta. Allora, secondo noi, questo è il momento che stiamo vivendo. Tenacia, intraprendenza, creatività e soprattutto resistenza sono le parole che ci devono accompagnare perché siamo in presenza di una guerra, della guerra 2.0, che non vede tutto contro tutti, ma tutti con tutto. E allora questo ci riporta al concetto di aggregazione, che, oggi, più che mai, è attuale perché le aziende che hanno saputo aggregarsi, sfruttando la forza dei più grandi, in questo momento non sono ferme, vittime dello spettro che continua ad aleggiare, ma continuano il loro piano di sviluppo. Certo… non hanno accelerato, ma non si sono fermate. Il franchising, fatto bene, è una collaborazione inclusiva tra grandi (franchisor) e piccole aziende (franchisee), alla ricerca, oggi, anche di un profitto sostenibile. Altro concetto sul quale è necessario porre l’attenzione. In questo sforzo collettivo ognuno è tenuto a fare la propria parte e non si può certo chiamare fuori chi si occupa di franchising. Le reti di affiliazione hanno infatti un impatto importante sull’economia nazionale, sui singoli settori, sulla produzione e sulla distribuzione di prodotti, sull’erogazione di servizi, sull’occupazione e sul benessere economico delle persone, sui consumatori e sui consumi, sulla società nel suo quotidiano evolversi. Più che mai quindi viene alla luce l’importanza dell’aggregazione che aiuta a fare business e creare una ottimizzazione della filiera. Oggi, è necessario ripensare al concetto di azienda perché piccolo e bello non funziona più ma sorge l’esigenza di essere grande e bello perché collegandosi ad una rete si riesce ad essere autonomi, ma con la forza di un grande gruppo che può investire in ricerca, ingegnerizzazione, modalità nuove per rispondere sia ad un mercato sempre più mutevole, ma anche pronti ad avere strumenti per affrontare le tempeste. Entrare in rete, avere un piano ben preciso, diventa fondamentale per lo sviluppo economico. All’interno di questo scenario, quindi, la sfida sta nel capire le potenzialità della propria azienda non solo dal punto di vista economico, ma anche proprio dal punto di vista della capacità operativa per incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti. Nel sistema franchising ciò si traduce in comportamenti pratici di immediata applicabilità. Dare spazio a quelle imprese che hanno una visione di lungo periodo del business e che intendono raggiungere i propri risultati economici insieme al gruppo. Si tratta solo di cominciare un processo che ha una strada ben precisa. Adesso sicuramente non ci fa più paura entrare in quella foresta e neppure di notte con il buio. Perché? Perché abbiamo tracciato una mappatura che ci permette di seguire la nostra direzione e uscirne fuori.

Fabio Pasquali Direttore responsabile


Novembre/Dicembre 2020

FOCUS

NEW CONCEPT

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PMI: quale futuro…

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Lo showroom dei campioni

COMUNICAZIONE

70

Le aziende si adeguano seguendo i nuovi trend della comunicazione

FINANZA & LEGALE

SPECIALE

74

Come proteggere la Rete

30 La parola ai protagonisti di “AZ Franchising Experience” ESTERO

NOTE LEGALI

82

Il decalogo per aspiranti franchisees

LA PROPOSTA

28

Apri un franchising iDO

42 Franchising: come funziona a Malta EVENTI 54

2

RUBRICHE

MAPIC 2020: pronto a cambiare le regole…

MARKETING

4

New entry

58 L’ascesa dello streaming commerce FINANZIAMENTI

6

News

14

News comunicazione

46

Le schede

60

Invitalia: Io resto al Sud!

86

Segnalibro

TECH RETAIL

90

Appunti retail

64

E-commerce: i nuovi trend dei consumi digitali in Italia

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Up&Down


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CNCC: ROBERTO ZOIA NOMINATO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PER IL TRIENNIO 2020-2023 L’Assemblea del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) ha scelto all’unanimità Roberto Zoia come Presidente per guidare l’Associazione nel triennio 2020-2023. Roberto Zoia, Direttore Sviluppo e Gestione Patrimonio di IGD SIIQ, sarà affiancato alla guida del CNCC da altri quattro membri dell’Ufficio di Presidenza: Luca Lucaroni (Eurocommercial Properties) ricoprirà la carica di Vice Presidente vicario, Marco De Vincenzi (Klepierre) quella di Responsabile Finanza e Tesoreria, Roberto Bramati (Spazio Futuro Group) e Renato Cavalli (Prassicoop) saranno Vice Presidenti. Oltre all’Ufficio di Presidenza, i soci hanno eletto anche i 32 membri del Consiglio Direttivo in rappresentanza delle sei categorie di aziende associate.

Roberto Zoia

SICILIA OUTLET VILLAGE DÀ IL BENVENUTO A SALVATORE FERRAGAMO Salvatore Ferragamo aprirà al pubblico, all’interno di Sicilia Outlet Village, la prima boutique monobrand in Sicilia, nonché l’unica in tutto il Sud Italia. Salvatore Ferragamo ha scelto Sicilia Outlet Village perché, grazie alla sua posizione strategica, nel cuore della Sicilia, a 75 minuti da Palermo e a soli 40 minuti da Catania, il Luxury Outlet è diventato una vera e propria “shopping tourism destination”. Posizionato direttamente sull’autostrada Catania-Palermo, Sicilia Outlet Village negli anni ha conquistato sempre più la fiducia della clientela residente ed è entrato negli itinerari di viaggio dei turisti europei ed extra-europei.

TECNOLOGIA E PENSIERO CREATIVO: LA NUOVA SFIDA DI NESTLÉ Un nuovo spazio realizzato per accelerare l’innovazione del business e favorire il co-working e la condivisione. Con questo obiettivo Nestlé Italia ha inaugurato, presso la sede centrale di Assago, l’Innovation Garden. La nuova area fa parte del polo Innovation&Digital Centre di Nestlé, un ambiente di 400 mq che, nel suo insieme, è stato realizzato per far evolvere il business in chiave digitale e di innovazione di pensiero. Questo polo, oltre all’Innovation Garden, si compone del Virtual Shopper Centre e della Digital Room. Il Virtual Shopper Centre permette di sviluppare e condividere le strategie commerciali con i clienti. La Digital Room consentirà ai team di sviluppare internamente competenze digitali sempre più approfondite e specifiche.

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QSR PLATFORM SCA PER LA RISTORAZIONE VELOCE QSRP è una piattaforma operante nel mercato della Ristorazione Veloce in grado di offrire ai propri clienti eccellenti esperienze di consumo attraverso il suo network composto da oltre 1000 ristoranti presenti in 7 diversi paesi in Europa e dove lavorano complessivamente 6000 dipendenti. L’offerta ristorativa garantisce orgogliosamente proposte diverse e multiculturali: dai classici hamburger americani di Burger King, a quelli della tradizione belga di Quick, dalla carne Halal dei tacos alla francese di O’Tacos, fino al pesce servito nei ristoranti NORDSEE e Go! Fish. “La chiave del successo del Gruppo - ha dichiarato Alessandro Preda CEO di QSRP Group - risiede nella nostra capacità di integrare concetti di cibo che rappresentano culture diverse e differenti proposte culinarie sotto un’unica piattaforma, preservando allo stesso tempo l’identità di ogni singola brand”.

Alessandro Preda

ARRIVA KING C. GILLETTE: IL PRIMO BRAND DI CASA GILLETTE Gillette, brand di punta di Procter&Gamble, mette a frutto oltre 115 anni di esperienza e innovazione nella cura della barba, ogni giorno comprovata dal rituale di rasatura di 750 milioni di uomini nel mondo, lanciando un nuovo marchio che porta il nome del suo fondatore: King C. Gillette - una gamma sia di strumenti di rasatura che di prodotti per il grooming, perfetto per rispondere al 100% alle esigenze dell’uomo con la barba, in fatto di cura, stile e perfezione dei risultati. Il fondatore del marchio, King C. Gillette, dopo aver rivoluzionato l’esperienza della rasatura affrancandola dalla totale dipendenza dei barbieri, firma oggi la sua seconda rivoluzione nella toilette maschile, offrendo i più alti standard e le migliori opzioni possibili per i rituali di cura maschile della barba.

KENTUCKY FRIED CHICKEN IN ARRIVO NEL CAPOLUOGO SICILIANO La Sicilia si conferma regione strategica per lo sviluppo di Kentucky Fried Chicken. È il quinto ristorante nell’isola, il primo nel capoluogo. Il ristorante di Palermo sarà il primo in Sicilia a proporre il nuovo modo di ordinare i prodotti KFC nel ristorante attraverso i chioschi, che consentono una scelta comoda e sicura del menu da gustare. Una delle nuove caratteristiche dell’esperienza da KFC, da vivere in piena sicurezza e relax con gli amici o la famiglia. Il nuovo ristorante offrirà 170 posti a sedere distribuiti fra sala e un accogliente dehors. Nel locale saranno disponibili punti di ricarica dei device elettronici.

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News. NUOVO STORE PER CARPISA e GO CARPISA E PARTNERSHIP CON HELBIZ Carpisa ha inaugurato un nuovo megastore nel cuore di Milano. Il nuovo concept store ha uno spazio espositivo di 300 metri quadrati e 5 vetrine su una delle piazze più importanti della città, si estende su due piani e presenta un design pulito e moderno in linea con gli altri negozi a marchio Carpisa e Go Carpisa. La struttura e l’arredamento trasmettono in modo preciso il linguaggio, lo stile e l’identità del brand. Ma le novità non finiscono qui: lo store di Milano Cordusio sarà infatti il trampolino di lancio di un altro progetto che vede coinvolti Go Carpisa e Helbiz, società americana che ha portato per la prima volta la micro-mobilità in sharing in Italia. Helbiz e Go Carpisa, guidati dalla stessa volontà di innovazione e di cambiamento hanno quindi deciso di unire le forze per sviluppare un progetto per incentivare la micro-mobilità urbana: Urban. Smart. Green.

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INAUGURATO UN NUOVO EUROSPAR A LONIGO

RE/MAX ITALIA DÀ VITA A PROMORE L’acquisto di una casa, che si tratti di una nuova costruzione o di un immobile già esistente, è sempre e imprescindibilmente collegato a quello di arredi e finiture, con una spesa media ad ambiente di 4.500€. Un mercato vastissimo che dà vita a una filiera, quella dell’abitare, caratterizzata da un elevato numero di compratori e di venditori. Proprio per rispondere alle esigenze di questa utenza, RE/MAX Italia, gruppo immobiliare in franchising guidato da Dario Castiglia, in collaborazione con il concept store PRESSO, ha dato vita a PromoRE, la prima piattaforma in Europa che collega domanda e offerta interna al cosiddetto “sistema casa”, ovvero gli acquirenti di immobili residenziali e commerciali con l’industria e la distribuzione di arredi, beni e servizi. Un progetto unico sul mercato presentato in anteprima ad una ristretta selezione di Merchant del settore durante un esclusivo evento organizzato sul scenografico rooftop del building RE/MAX Italia di Milano.

Favorire la crescita economica e sociale rilevando un punto vendita profondamente radicato sul territorio e garantire un futuro lavorativo a 37 persone: sono questi gli elementi principali alla base del nuovo punto vendita a insegna Eurospar di Viale Della Vittoria 14 che Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per Triveneto ed Emilia Romagna, ha inaugurato dopo averlo rilevato dalla catena Simply (ex Auchan). In questa acquisizione, come in molte aperture di Despar, ha avuto un ruolo centrale anche la riqualificazione degli spazi: il punto vendita è stato in parte ristrutturato e sono state inserite soluzioni a basso impatto ambientale come nuovi banchi refrigerati e una illuminazione a led a basso consumo energetico.


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IL BOX DELLA SALUTE DIVENTA UNA CLINICA MOBILE: SCREENING SUI PRINCIPALI SISTEMI DI TRASPORTO WM Capital S.p.A., società quotata su AIM Italia, specializzata nel Business Format Franchising che si occupa della commercializzazione e distribuzione in esclusiva per l’Italia del Box della Salute, comunica che il 28 settembre 2020 è stata depositata una domanda di brevetto internazionale, quindi valida anche in Italia, in cui è descritta una nuova soluzione tecnica del Box della Salute che ne permette l’uso anche su sistemi di trasporto aerei, marittimi e ferroviari. Grazie alla piattaforma presente all’interno del Box della Salute, certificata come dispositivo medico, è possibile collegarsi con il medico da remoto, anche da aeromobili, navi e treni, usufruendo di un consulto immediato oltre che di un referto valido nel rispetto della normativa sulla privacy grazie ad una trasmissione dei dati in tempo reale, veloce e sicura.

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PIQUADRO E GOOGLE GLASSES UNA PARTNERSHIP DI SUCCESSO Gli occhiali digitali di Google sono stati per la prima volta utilizzati a luglio durante la Digital Fashion Week di Milano per presentare le collezioni Piquadro primavera-estate 2021 in real time. Successivamente sono partite, in contemporanea, la campagna vendite e un progetto pilota che coinvolgeva 6 mono-brad. La forza vendita in showroom e il personale dei negozi sono stati dotati di Google Glasses sui quali è caricato un software, ideato da Piquadro e Bandyer, che permette di fare video-chiamate e di mostrare alla clientela i prodotti esposti. Con una semplice chiamata da cellulare il cliente può fare un tour virtuale del negozio o dello showroom e, grazie agli occhiali digitali indossati dal personale di vendita, vedere i prodotti sul suo smartphone o sul suo computer proprio come se fosse al suo posto.

BEST BRANDS ITALIA TORNA A MARZO 2021 PER FOTOGRAFARE LE PERFORMANCE DELLE MARCHE NELL’ANNO DEL COVID Best Brands Italia si allinea con le altre edizioni internazionali, presenti in Germania, Francia, Belgio, Cina, Russia, spostando il suo calendario da novembre 2020 a marzo 2021. In questo modo il ranking che prevede sia un’analisi dell’andamento economico sia un’approfondita serie di interviste ai consumatori, ci darà una fotografia della salute delle marche a fine 2020, un anno sicuramente particolare che ci darà spunto per valutazioni aggiuntive oltre a quelle che normalmente condividiamo. Molti i vantaggi della nuova data che permette un prezioso confronto internazionale senza gap temporali e, ancora più importante i dati e le interviste, su cui GfK basa le classifiche, si collocheranno ad anno solare appena concluso, consentendo, da qui in avanti, anche alle aziende una più agevole e coordinata possibilità di raffronto e analisi dei risultati. Quindi l’edizione di marzo 2021 fotograferà “testa e cuore” delle marche misurati a conclusione dei 12 mesi del 2020.


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ENGEL & VÖLKERS: PRIMO MARKET REPORT RETAIL Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia presentano il primo Market Report Retail, una ricerca di mercato che offre un‘analisi immobiliare, economica e sociale di 25 indirizzi della città meneghina e altrettante vie commerciali dislocate fra Bergamo, Monza e Brescia. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti fissi per gli operatori del mercato Retail Real Estate, per i Retailer e per tutti coloro che si domandano cosa si celi dietro la vetrina di un negozio a Milano e in Lombardia. Lo studio è stato prodotto e realizzato internamente all’ufficio di E&VC Milano Commercial sulla base di valutazioni, dati economici, footfall e presenze, rilevati all’alba della Crisi da Covid.

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BRICOFER GROUP S.P.A. INAUGURA A PERUGIA IL PRIMO MULTI DEPARTMENT STORE

CONSUMI CHE REGGONO LA CRISI: CURA DI SÉ E RICERCA DEL BENESSERE

Il marchio storico italiano del fai da te arricchisce l’esperienza dei clienti trasformando il punto vendita Self, in prossimità del centro di Perugia, nel primo negozio Bricofer multi – categoria per rendere sempre più performante l’esperienza di acquisto e rispondere agli stravolgimenti del periodo in termini di: aspettative, assistenza e convenienza. Il nuovo store disporrà di una varietà assortimentale unica, figlia di una nuova strategia di ‘category-management’ incentrata sulla complementarietà e sulle promozioni cross-category. Pensato per essere un riferimento anche per le famiglie, Bricofer Perugia, offrirà in un’unica soluzione tutti i prodotti che avrebbero richiesto successive shop expedition. Ai tradizionali settori Do it Yourself si affiancheranno, infatti, il settore personale care, detergenza per la casa; Pet; Elettrodomestici (da incasso e libero posizionamento) e alimentare: vere novità del nuovo corso intrapreso.

Prodotti di profumeria e di automedicazione, articoli per lo sport e piccoli elettrodomestici: sono alcune delle merceologie del largo consumo che hanno retto meglio alla contrazione del budget destinato dagli italiani all’acquisto di beni e prodotti non alimentari. A rivelarlo è l’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy, il più ampio e strutturato report annuale che monitora la struttura e l’evoluzione di 13 comparti non alimentari, grazie all’analisi micro e macro economica svolta da REF Ricerche, alle previsioni delle vendite per canale e alla ricerca sul punto di vista del consumatore svolte da Metrica/TradeLab. Tra i 13 comparti analizzati, a mostrare una maggiore vivacità sono stati quelli legati al benessere personale.



IL SUSHI ARRIVA A DOMICILIO

GIADA APRE AL FRANCHISING

ARRIVA A MILANO IL MITICO PANINO “MOO”

Il delivery ha messo il vento in poppa ai conti di This is not a sushi bar. La catena milanese da 4 locali a gestione diretta punta a chiudere l’anno a 2,2 milioni di ricavi contro 1,9 milioni del 2019, quando peraltro gestiva uno store in più. E il segreto, racconta il dg Emanuele Scalera, sta tutto nello sviluppo delle consegne a domicilio. “Oggi generano il 90% del nostro fatturato complessivo. Durante il lockdown, l’aumento è stato esponenziale”, precisa Scalera. Il successo del modello di business impostato su piccoli locali da una decina di coperti e ad alta focalizzazione nel delivery ha spinto la società This is not, a cui appartiene il marchio, a lanciare un piano triennale da 100 aperture di franchising trovando un partner in Wm Capital, con cui ha raggiunto un accordo che, precisa Scalera: “Non comporta né un ingresso di Wm Capital nel nostro capitale né la creazione di una newco per il franchising. Loro ci accompagneranno nello sviluppo della rete, come partner tecnici, ottenendo in cambio una fee”.

Giada mira a una strategia retail per lo sviluppo futuro. Il brand controllato da Redstonegroup, holding guidata dal presidente Yizheng Zhao, ha confermato la ripresa internazionale, a cominciare dalla Cina, dove sono presenti 65 negozi: “Il mercato, avendo attraversato prima di noi il virus, è in espansione. Ma è ancora difficile un riscontro nelle capitali d’Europa, dove non ci sono turisti”, ha dichiarato Fiorenzo Schincaglia, direttore generale di Giada. “La strategia è quella di svilupparsi senza frammentare il marchio. Per questo cerchiamo dei partner per il modello franchising. Il canale retail dovrebbe crescere anche negli Stati Uniti; dopo l’ opening di un negozio a Boston, vorremmo aprirne uno a New York”.

È nata una nuova catena street food. Con due corner all’attivo, in piazza Argentina e in via Paolo Sarpi, sbarca a Milano Xmoo, il brand con oltre 6.000 punti vendita in Cina. La mission è portare in Italia il Moo, il tradizionale panino, la cui ricetta risale addirittura alla dinastia Qin e al suo esercito di terracotta. Si tratta di un pane fatto con una particolare pasta a sfoglia ripieno di carne di maiale o manzo, preparata con lunghe cotture, come si fa per lo stufato. «Usiamo farine dell’Unione Europea e carni 100% italiane racconta la project leader Michelle Gao per un piatto sano e nutriente, gustoso e al tempo stesso energetico. La strategia commerciale prevede un’espansione in franchising. Sono già in cantiere infatti altre tre aperture.

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News Comunicazione. LA “BUONA SPESA” DI MD SI CONQUISTA SU RAI 1 La “Buona Spesa” si conquista da oggi anche su Rai 1: l’insegna italiana MD rafforza infatti il suo sodalizio con Antonella Clerici, testimonial del marchio dal 2017, accompagnando la conduttrice nella sua nuova avventura professionale in Rai – È sempre mezzogiorno! – e mettendo in palio ogni giorno buoni spesa da 150 e 250 euro spendibili in tutti i punti vendita MD aderenti, cui si somma un super premio - che può arrivare a toccare i 30 mila euro - da conquistare su più puntate. Una scelta, quella di affiancare la Clerici, anzitutto valoriale, che permette ad MD di promuoversi come l’insegna italiana vicina al suo territorio e ai valori della “Buona Spesa”. Genuinità, rispetto dei territori e delle materie prime, attenzione alle persone e alle loro esigenze, con gesti concreti e quotidiani.

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101CAFFE’ VINCE IL PREMIO “IL MIO PRODOTTO DEL CUORE 2020-2021” Il progetto “Il Mio Prodotto del Cuore” ha debuttato in Italia nel 2018. Si tratta della versione italiana del prestigioso “Best Product of the Year”, già presente da alcuni anni in Francia, Germania, Spagna, Olanda e Belgio, basato sull’indagine di gradimento nei confronti dei prodotti più apprezzati dai consumatori. Come per il rinomato premio “Insegna dell’Anno”, il concorso si basa su elementi di valutazione che contano di più per i consumatori, come il rapporto qualità-prezzo, la presentazione dei prodotti a scaffale, la frequenza di acquisto e, molto importante, l’intenzione di raccomandare il prodotto ad altri, fattori sui quali 101CAFFE’ dedica molta attenzione, poichè la filosofia del marchio è come prima regola: soddisfare il “Re Cliente”.

M-CUBE TRA LE IMPRESE VINCENTI 2020 DI INTESA SANPAOLO Un altro traguardo prestigioso per il Gruppo M-Cube, specializzato in servizi digitali per l’in-store digital engagement, che è stato inserito nella selezione delle Imprese Vincenti 2020 di Intesa Sanpaolo, la seconda edizione del programma che valorizza le eccellenze italiane attraverso un digital tour che tocca le principali regioni del nostro Paese. L’edizione 2020 di Imprese Vincenti ha visto la selezione di 120 aziende, piccole e medie imprese che hanno arricchito il proprio bagaglio di esperienze con strumenti utili per rafforzare i propri percorsi di crescita e stringere nuovi rapporti in settori e territori prossimi fra loro.


PIZZERIA IQUINTILI NOVITÀ DELL’ANNO 2020 E 18ESIMO POSTO NELLA 50 TOP PIZZA Straordinario risultato raggiunto dalla Pizzeria IQuintili del Maestro Marco Quintili quello annunciato nella serata del 29 settembre in diretta streaming dall’organizzazione di 50 Top Pizza, popolare magazine dedicato all’arte bianca che con i suoi ispettori sparsi in tutta europa stila la più prestigiosa classifica con pizzerie da tutti gli angoli del Vecchio Continente. La Pizzeria IQuintili ha conquistato un 18esimo posto tra le migliori pizzerie, tra le primissime che realizzano la “contemporanea napoletana” e 4ª classifica tra quelle della Capitale di cui è l’unica in crescita nella speciale graduatoria. Un grande orgoglio per il maestro Marco Quintili, che ha anche ricevuto il premio speciale Pizzeria Novità dell’anno 2020 essendo la Pizzeria IQuintili la migliore delle nuove realtà entrate nell’Olimpo della 50 Top Pizza.

ARRIVA ONLINE GRATUITAMENTE IL DOCUMENTARIO “IL FATTORE UMANO. LO SPIRITO DEL LAVORO” Ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma 2018, ha girato per mesi l’Italia dei festival, dei cineforum, dei circoli promossi dalle associazioni del Terzo Settore. Durante il lockdown è stato proposto su TV2000. Ora “Il fattore umano. Lo spirito del lavoro”, il documentario del regista milanese Giacomo Gatti sulle imprese di eccellenza italiane, è disponibile gratuitamente online al link https://fattoreumano.inaz.it/ visione-film. Nel film, prodotto da Inaz – Osservatorio Imprese Lavoro in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo, si racconta un’Italia che quasi mai arriva sul palcoscenico mediatico: un’Italia dove il lavoro non è solo profitto (o peggio, sfruttamento), ma motore di sviluppo, cultura, creatività. Un’Italia fatta di imprese che credono nel futuro, operano con passione, sono attente alle persone e condividono un senso di responsabilità verso la società.

RISPARMIO CASA SCENDE IN CAMPO INSIEME AD AC MILAN COME OFFICIAL PARTNER Risparmio Casa, la catena italiana dedicata ai prodotti per la cura della casa e della persona, sarà official partner di AC Milan fino al 30 giugno 2021. Il brand è sceso in campo insieme ai rossoneri nella partita di domenica 4 ottobre, celebrando con una vittoria il nuovo accordo. Il match disputato a San Siro, con protagonista Risparmio Casa a bordo campo, ha visto trionfare il Milan con un deciso 3 – 0 sulla Spezia, grazie alle prime reti stagionali di Leão, doppietta, e di Theo Hernández. Forte attenzione alla qualità del lavoro, cura scrupolosa del proprio target di riferimento, insieme all’impegno, la passione e l’energia: sono solo alcuni dei valori positivi condivisi nell’ambito della partnership tra AC Milan e Risparmio Casa.

Marco Quintili

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Bar e ristoranti, viaggi e turismo e benessere e cura della persona: tre settori vulnerabili

PMI: QUALE FUTURO‌ Le norme sul distanziamento fisico hanno imposto dei cambiamenti importanti nelle modalità di lavoro. Avere la capacità di innovare, offrendo servizi nuovi, e seguire le richieste del mercato in tempi rapidi potrebbe fare la differenza nel corso del nuovo anno

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F

atti e numeri. Questi i due elementi sui quali si scontra l’economia e lo sviluppo del nostro Paese in questo momento così complesso. Per ripartire, sicuramente, sarà necessario concentrarsi di più sulla sicurezza del cliente, offrire possibilità di pagamento dilazionate o condizioni vantaggiose per incentivare gli acquisti, ampliare la gamma di prodotti e favorire delivery e commercio elettronico, anche con soluzioni innovative quali il pagamento senza casse. La sostenibilità sarà un fattore di scelta cruciale da parte dei consumatori, e la mobilità elettrica probabilmente beneficerà di questa nuova tendenza. Repower, gruppo svizzero attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, ha affidato al Sole24 ORE e Infodata, il progetto di datajournalism del Sole 24 Ore che analizza proprio i fatti attraverso i numeri, una ricerca “PMI. La ripresa post-Covid in 8 focus” in cui vengono indagati 8 settori chiave del nostro tessuto imprenditoriale attraverso altrettanti focus dettagliati. Noi ne abbiamo presi in considerazione tre: bar e ristoranti, benessere a cura della persona e viaggi e turismo. Sicuramente i più vulnerabili in questo particolare momento storico.

BAR E RISTORANTI. UN SETTORE IN SOFFERENZA

Ristoranti e bar sono talmente parte integrante

della tradizione e della cultura italiana che ne sono diventati i simboli stessi. Il cibo, il caffè, il bere - e tutta la socialità collegata - ci rendono riconoscibili ovunque nel mondo. Dietro alle quinte c’è un settore da 60 miliardi di euro di fatturato annuo, diviso in 285mila imprese che danno lavoro a un milione e 200mila persone, tra i più giovani della forza lavoro nazionale, e fornisce un impatto diretto sul Pil dell’1,4%. Il turnover delle imprese del settore è elevato: dopo cinque anni, circa la metà dei ristoranti e dei bar costituiti come società di capitale è ancora in attività. Tale percentuale si riduce a poco più del 40% quando si parla di ditte individuali. In rapporto ai territori, la distribuzione di pubblici esercizi vede il primato in Valle d’Aosta, con 8,9 locali ogni 1.000 abitanti, seguita dalla Liguria con 8,3 e dalla Sardegna con 6,8. All’altro capo della classifica si trovano le regioni del Sud, con Basilicata, Puglia e Sicilia a chiudere il gruppo. I bar rappresentano il 44,5% del totale e sono presenti nel 91% dei comuni italiani, con punte di capillarità in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna. IL NOSTRO RAPPORTO CON IL CIBO STA CAMBIANDO

L’arena competitiva del settore food and beverage, come plasticamente mostrato durante l’emergenza

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coronavirus, si divide tra il consumo domestico, con i propri canali di distribuzione (supermercati, negozi, e-commerce, etc…) e quello dei pubblici esercizi. Al calare dell’una cresce necessariamente l’altra poiché il consumo totale, perlomeno in volume, è stabile rispetto al ciclo economico. Perciò, capirne le dinamiche complessive aiuta ad adattare l’offerta. Le preferenze dei clienti si stanno sofisticando, per cause legate a problemi alimentari, ma anche per motivi etici o di benessere. Secondo il sondaggio di Statista “Food and Hot Drinks in Italy 2019”, tra i

giovani con meno di 30 anni il 36% segue una regola nutrizionale, contro il 24% degli over 60. Il 13% ricorre a diete con ridotto apporto di carboidrati, il 5% gluten-free e il 9% senza lattosio, mentre è vegano o vegetariano il 4% della popolazione. Tra questi ultimi, tuttavia, la percentuale quasi raddoppia nella nuova generazione di consumatori. Ben tre quarti della popolazione, inoltre, cerca di evitare l’assunzione di determinati cibi o ingredienti nelle preparazioni consumate: conservanti o aromi naturali in primis, ma anche grassi, zuccheri e dol-

IL DECALOGO DELLA RIPARTENZA – bar e ristoranti 1. Puntare sulla clientela conosciuta e fidelizzata, coinvolgendola con attenzioni esclusive, raccogliendone i dati e profilandola per comunicazioni mirate. 2. Ottimizzare gli spazi disponibili e approfittare della disponibilità dei comuni a concedere ampliamenti nello sfruttamento del suolo pubblico, in modo da non perdere eventuali quote di domanda. 3. Tenere sotto controllo tutti i costi aziendali, da quelli del personale a quelli delle utenze, dai servizi alle materie prime, pianificando con attenzione i bisogni dei prossimi mesi. 4. Investire nella sicurezza, sia adottando misure visibili ed efficaci sia attraverso una adeguata comunicazione. 5. Costruire o far crescere la comunità digitale dei propri clienti, in modo da preservare sia gli aspetti di appartenenza al luogo sia i contatti ridotti dal distanziamento fisico.

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6. La pianificazione riveste un ruolo centrale. Ad esempio, ipotizzare di rivedere i menù per ridurre i tempi di attesa al tavolo e favorire la rotazione della clientela. 7. Sviluppare o potenziare l’offerta di delivery, anche con iniziative dedicate. 8. Saper innovare la propria proposta di offerta, immaginando nuove soluzioni e nuovi servizi che contribuiscano anche al posizionamento della propria immagine. 9. Essere flessibili: comprendere i cambiamenti della clientela che si possono registrare e modificare di continuo la propria strategia in tempi rapidi. 10. Sperimentare nuove possibili fonti di ricavi, da una diversificazione degli input della produzione (dagli spazi alle competenze) fino a, anche solo temporanee, diverse forme di presenza nei canali distributivi (a casa, con esperienze dedicate, con offerte tematiche, etc…)


cificanti sono sulla lista nera per oltre tre italiani su dieci. Un indicatore della tendenza in atto viene dal successo del biologico: secondo Ismea in Italia già oltre il 15% della superficie agricola è dedicata a questa tipologia di coltivazioni (due milioni di ettari in tutto). Il valore del mercato dell’organic food è pari a 2,5 miliardi di euro. I TERRITORI E I TREND IN ATTO

I fenomeni emergenti del settore sono principal-

*** IN EVIDENZA BAR E RISTORANTI •

Tra bar e ristoranti si sommano 285mila imprese, le quali danno lavoro a 1milione e 200mila persone, generando 60 miliardi di fatturato all’anno.

Sono 5,4 milioni gli italiani che iniziano la propria giornata facendo colazione al bar. A pranzo, nei giorni feriali, una persona su tre rimane a casa e solo il 10% mangia fuori tutti i giorni. A cena, infine, lo scontrino medio è tra i 10 e i 20 euro a testa per il 43% dei clienti.

Le norme sul distanziamento fisico hanno imposto dei cambiamenti importanti nelle modalità di lavoro e di gestione degli spazi, con riflessi sui costi.

A causa della crisi economica innescata dalla Covid-19, la spesa complessiva dei consumatori si è ridotta in modo significativo.

Ottimizzare gli spazi esistenti, ampliarsi se possibile e garantire un maggior turnover di clienti potrebbe rivelarsi una esigenza non differibile.

Avere la capacità di innovare, offrendo servizi nuovi, e seguire le richieste del mercato in tempi rapidi potrebbe fare la differenza nel corso del nuovo anno.

La percezione dell’immagine della propria attività è un fattore chiave su cui investire: comunicare valori socialmente condivisi, come la sostenibilità, orienta i consumatori e favorisce la scelta.

mente rintracciabili negli home restaurants, nelle dark kitchen, nel rilancio dello street food (nonostante la pandemia che lo ha fermato all’inizio della propria stagione), nel possibile successo nel medio periodo delle catene di coffe shop, come Starbucks, e infine nella food delivery. Quest’ultima tendenza durante il lockdown ha coinvolto un numero sempre maggiore di italiani. Secondo un’indagine dell’osservatorio Just Eat, in questi ultimi mesi più di un terzo dei nuovi clienti del popolare servizio ha acquistato cibo tramite questo canale per la prima volta in assoluto. In forte crescita risultano anche i pagamenti digitali, forzati in un periodo di necessità di consegne contactless. Prima della crisi innescata dalla Covid-19, il giro d’affari del settore era previsto in crescita, dal 2018 al 2024, del 2,4% medio annuo per i ristoranti e dell’1,7% per i servizi di bar e catering. Ora, tuttavia, viene tutto rimesso in discussione. TAVOLI VUOTI: COME RIEMPIRLI

Con il lockdown, a partire dal mese di marzo 2020 lo scenario è drasticamente mutato. La chiusura di tutti i bar e i ristoranti non solo ha imposto una perdita temporanea e molto significativa di fatturato, ma anche e soprattutto dei cambiamenti nel contesto e nelle abitudini del consumo che potrebbero avere effetti assai più duraturi. Si pensi allo smart working: se fino a febbraio il lavoro da casa ha interessato un limitato numero di persone, sarà difficile immaginare che, pur quando il coronavirus dovesse essere debellato, si tornerà esattamente alla situazione precedente. È lecito attendersi, ad esem-

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pio, che con un incremento di giornate di lavoro dalla propria abitazione si ridurrà quasi proporzionalmente il numero di colazioni e di pranzi fuori casa. Un altro fattore è legato alle misure richieste di distanziamento fisico. La sicurezza emerge come un fattore determinante nella scelta da parte dei consumatori: quelli più attenti potrebbero non volere frequentare locali pubblici, almeno quelli dei quali non hanno una conoscenza diretta e affermata nel tempo. Infine l’emergenza Covid-19 è ancora in essere e non si sa cosa accadrà. Le imprese si interrogano sul futuro: dal delivery ai menù, le sfide per la sicurezza dei clienti. Nel breve periodo è possibile che la clientela si orienti maggiormente verso soluzioni conosciute (se reputate sicure) piuttosto che sperimentare nuove realtà. La percezione di sicurezza è sicuramente un fattore determinante per garantire il ritorno alla normalità e alle abitudini

dei clienti. Per questo il personale che è a contatto con loro potrebbe avere bisogno di una formazione adatta alla comunicazione che riguarda proprio questo elemento. Mettere in discussione l’approccio tradizionale dell’attività per come si è sempre svolta, se non più redditizia, potrebbe diventare presto una necessità alla quale arrivare preparati. Uguale attenzione va posta sui costi, a cominciare da quelli fissi che possono subire delle oscillazioni legate alla situazione economica, puntando ad ottimizzare tutte le risorse necessarie allo svolgimento dell’attività. Per gli esercizi che fanno leva su una clientela abituale e affezionata, sviluppare o potenziare la propria community digitale potrebbe compensare in parte quella perdita di contatto sociale imposta dalle misure di distanziamento che spesso, più che il consumo, è il motivo principale della frequentazione.

L’IDENTIKIT DEL TURISMO

ronavirus nel nostro Paese. Quello dell’alloggio turistico complessivamente considerato è uno dei comparti che ha avuto la maggior crescita del numero di imprese attive dal 2013 al 2019, con quasi +30%. L’allargamento progressivo della arena competitiva ha visto tuttavia, a fronte di un

Un settore in lenta ma costante trasformazione, con una forte frammentazione dell’offerta ma anche con eccellenze capaci di soddisfare la crescente domanda internazionale: così apparivano gli alberghi italiani alla vigilia dell’arrivo del co-

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*** IN EVIDENZA VIAGGI E TURISMO •

Il settore alberghiero è stabile dal 2013, mentre l’arena competitiva si è allargata con il forte aumento della concorrenza di affitti turistici e B&B.

Gli hotel, complessivamente considerati, si sono spostati verso soluzioni di maggiore qualità.

Sono tedeschi i visitatori stranieri più numerosi nel 2019, mentre quelli dagli Stati Uniti sono cresciuti maggiormente rispetto all’anno precedente.

Gli stabilimenti balneari sono stati molto colpiti dalle misure sanitarie restrittive e hanno subito un grave impatto sui ricavi

Il ritorno a valori di mercato pre Covid-19 potrebbe giungere soltanto nel 2023. Nel frattempo, la perdita cumulata per il settore turistico è stimata essere di 82 miliardi di euro.

Controllo e pianificazione dei costi, spinta verso la qualità, innovazione e sostenibilità potrebbero essere i driver del necessario cambiamento in questa fase.

Le aggregazioni tra operatori potrebbero permettere di valorizzare meglio sia l’identità territoriale che quella di brand, migliorando l’efficienza e la qualità della proposta commerciale.

numero pressoché stabile di strutture alberghiere (attorno alle 32mila unità), una vera e propria esplosione del settore extra-alberghiero, con un +48% tra il 2013 e il 2018, sfruttando le possibilità offerte dal successo mondiale le piattaforme digitali di intermediazione, quale ad esempio AirBnB. Secondo i dati Istat, durante lo stesso periodo, l’offerta degli hotel si è spostata verso proposte di maggiore qualità. L’incremento di 4,5 e più stelle ha compensato quasi perfettamente la forte riduzione delle strutture a 1 e 2 stelle. UN TURISMO DI TERRITORI

La regione con il maggior numero di hotel è il Trentino – Alto Adige. In un territorio relativamente piccolo, grazie alla capillarità della presenza delle strutture (con 5.530 attività), il ventaglio di soluzioni offerte è particolarmente ampio. Al secondo posto si trova l’Emilia- Romagna (4.288) e, al terzo gradino del podio, il Veneto (2.975). Sempre a livello regionale è il Veneto, seguito dal Lazio, ad offrire il maggior numero di camere di hotel a cinque stelle, mentre tra i quattro stelle è la Lombardia ad avere l’offerta più vasta. Secondo la tradizionale classifica del Sole 24 ORE sulla qualità della vita in Italia, è Taranto la provincia dove è maggiore il fenomeno della spinta verso soluzioni alberghiere di più alta qualità. Nella città pugliese e nelle località turistiche vicine, la media del numero di stelle degli hotel è di 3,9. Al secondo posto vi è Cagliari, seguita da Siracusa. In linea generale, in tutto il centro-sud e nelle isole appare più evidente come il turismo alberghiero intercetti una domanda di qualità elevata,

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lasciando invece a il resto ad alloggi privati, campeggi e B&B. Secondo i dati raccolti da Gabetti, tra le città capoluogo di regione quella che ha registrato il maggiore tasso di occupazione delle camere nel 2019 è stata Firenze (75,4%), mentre la tariffa media giornaliera più alta spetta a Venezia con 347€ per notte, seguita da Firenze (179€), Roma (154€) e Milano (149€). A livello globale, il settore alberghiero nel 2018 era arrivato a valere circa 600 miliardi di dollari, in aumento del 28% dal 2014. Nel 2019, in Italia erano presenti soltanto 25 catene di hotel con più di 10 alberghi. Tra queste, poco meno del 60% sono aziende italiane mentre le restanti fanno parte di gruppi internazionali. GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA

La Covid-19 ha colpito duramente il settore, lasciando agli operatori tante incertezze. La causa è duplice: da un lato la crisi economica in atto, che si annuncia più pesante di quella del 2008, comporterà una riduzione delle capacità di spesa; dall’altro le abitudini mutate dei consumatori potrebbero consolidarsi in una nuova normalità. Le previsioni di crescita per l’Italia, elaborate prima dello scoppio della pandemia, prevedevano un tasso annuo medio del giro d’affari pari a

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+1,9% fino al 2024. Tuttavia, nel solo periodo tra marzo e aprile, il 38% delle imprese dell’ospitalità dichiara di non aver avuto alcun fatturato, mentre un ulteriore 52% afferma che il giro d’affari si è ridotto della metà o più. Secondo le stime di Cna di aprile, l’impatto sul turismo vedeva una perdita tendenziale nel 2020 di 15,6 miliardi di euro nel primo trimestre e di ulteriori 25 miliardi nel secondo. In particolare, il settore dell’alloggio (che comprende, oltre alle attività alberghiere in senso stretto, anche quelle extraalberghiere) nel primo semestre dell’anno vedrebbe una riduzione dei ricavi di 13 miliardi di euro. La diminuzione della spesa complessiva dei clienti nel 2020 sarebbe, secondo la stima di Confcommercio fatta a fine aprile, di 13.346 milioni di euro. Cerved a marzo 2020 prevedeva che il settore alberghiero a fine 2020 potrebbe registrare -37,5% nel miglior scenario possibile tra quelli considerati e -73,3% in quello peggiore. Ha inoltre stimato l’impatto a livello regionale del coronavirus per l’intero settore turistico e dei trasporti: ebbene, considerando un valore mediano tra gli scenari considerati, la regione maggiormente colpita sarebbe la Sardegna, con una perdita che sfiora il 40% dei ricavi. L’Agenzia nazionale del turismo prevede quest’anno una contrazione negli arrivi interna-


IL DECALOGO DELLA RIPARTENZA – viaggi e turismo 1. Non solo garantire la sicurezza effettiva dei clienti, ma anche farla percepire loro, sia prima che durante e dopo il viaggio. 2. Pianificare bene i costi e il proprio business plan sia nel breve che nel medio periodo, andando a ottimizzare e rendere più efficienti le spese fisse, come quelle legate alle forniture. 3. Considerare aggregazioni (da accordi di partnership a vere e proprie fusioni) per ridurre i costi, ottimizzare le attività operative e migliorare la proposizione di valore. 4. Mantenere elevati i ricavi medi per cliente, ad esempio cercando di incrementare la durata della permanenza, per garantirsi flussi di liquidità (particolarmente importanti in periodi in cui è atteso un aumento delle richieste di flessibilità). 5. Considerare una diversificazione e riconversione dell’offerta (es: proposte di tipo turistico-residenziali), se le strutture e il contesto lo permettono.

zionali di 31 milioni di persone, con 108 milioni di notti trascorse in Italia in meno e una spesa di -20,9 miliardi di euro. La situazione è prevista tornare ai livelli base pre-Covid-19 soltanto nel 2023. Considerando anche il mercato domestico, fino ad allora, lo scenario più probabile prevede una perdita che sfiora gli 82 miliardi di euro.

6. Rimanere informati e approfittare tempestivamente delle opportunità offerte sia dal settore pubblico che privato. 7. Almeno nel breve periodo ipotizzare di puntare su identità locale, territori e prossimità, caratterizzandosi inoltre come una proposta specifica per il proprio target principale. 8. Considerare di intercettare una clientela più “alta”, disponibile a continuare a spendere a fronte di maggiori servizi e contenuti esperienziali. 9. Puntare sull’innovazione, soprattutto in termini di sostenibilità: punti di ricarica per auto elettriche, riduzione e monitoraggio dei consumi energetici attraverso la tecnologia, offerte che includano la mobilità soft, ad esempio biciclette. 10. Individuare vantaggi competitivi da inserire nella propria offerta rispetto ai concorrenti, ad esempio intercettando bisogni, anche nuovi: continuità tra vacanza e remote working, connettività, design e benessere.

di attività, potrebbe portare ulteriori difficoltà e costi ai gestori. Nel breve periodo, quindi, un primo driver di cambiamento potrebbe essere dato dalla flessibilità richiesta dai viaggiatori, che fino all’ultimo non sapranno se le condizioni (sanitarie ed economiche in primis) permetteranno loro di confermare i soggiorni.

HOSPITALITY AL BIVIO

In un quadro globale di forte incertezza, un settore particolarmente ciclico come quello degli alberghi è destinato a subire più di altri il peso della crisi. Affidarsi al mercato domestico potrebbe dunque essere una soluzione nel breve periodo. I costi operativi, tuttavia, potrebbero essere maggiori, spinti dalle necessità di adesione alle policy sanitarie previste e un differente – e limitato – uso degli spazi per garantire il distanziamento fisico. In questo senso si potrebbe imporre una ancor più attenta pianificazione delle risorse impiegate e dei costi associati, pur dovendo garantire alti standard di qualità. L’accento sulla sicurezza impone anche di ripensare la formula degli ostelli, che in questi anni avevano incrementato la loro penetrazione in Italia arrivando a 660 strutture nel 2018. La condivisione di spazi, tipica per questa tipologia

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SALUTE E CURA DELLA PERSONA: LA FOTOGRAFIA DI UN SETTORE STABILE

Le imprese operanti nel settore dell’health and wellness in Italia sono 54mila e occupano 479mila addetti. Il contributo diretto al Pil è dell’1,2%. Il fatturato complessivo del settore considerato è passato da 42 miliardi di euro del 2013 ai circa 50 stimati per fine 2019. Il fatturato medio per impresa è di circa 809mila euro, con un margine operativo lordo di 144mila. L’incidenza dei costi sul valore della produzione è pari al 56%. Con una delle popolazioni più anziane al mondo e una delle più lunghe aspettative di vita alla nascita, l’Italia ha tuttavia una spesa media in linea con quella degli altri Paesi dell’Ocse. GLI STILI DI VITA

Gli stili di vita degli italiani sono ancora condizionati da fattori di rischio che incidono su ampie fasce di cittadini. Sebbene in diminuzione dal 2001, quando erano il 23,7% della popolazione, l’Istat ha rilevato che lo scorso anno il 18,4% degli italiani si dichiarava fumatore. Il numero medio di sigarette consumate al giorno, però, è sceso da 15 a 11. Tuttavia, nello stesso periodo, è aumentata la quota di popolazione obesa: era l’8,5% del totale 18 anni fa, è diventata il 10,9% nel 2019. Le malattie colpiscono in modo deciso la popolazione più anziana: solo il 26% degli ultrasettantacinquenni si dichiara in buona salute e non è affetto da alcuna malattia cronica. Complessiva-

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mente questa percentuale cresce fino al 68,9% sul totale della popolazione. Il ricorso all’assunzione di farmaci è conseguentemente frequente: l’indagine sugli aspetti della vita quotidiana dell’Istat ha chiesto ad un campione di italiani se negli ultimi due giorni abbiano assunto qualche tipo di medicina: ebbene, il 43% del totale ha dichiarato di averlo fatto. LE SPESE DELLA FAMIGLIA

La spesa media complessiva annuale per la salute di ogni famiglia è di 1.486 euro per nucleo. Tra queste, il 39% è impiegato per l’acquisto di prodotti farmaceutici e un ulteriore 37% per servizi medici e dentistici. Complessivamente, dal 2000 al 2018, l’intera spesa è aumentata dal 23%. La spesa farmaceutica privata pro capite più elevata si registra in Liguria, quella più bassa nel Friuli-Venezia Giulia. Complessivamente considerata, questa è aumentata dai 19,5 miliardi di euro del 2011 ai 22,4 del 2018. Lo scontrino totale per integratori (dalle vitamine ai prodotti skin-care) presso le farmacie ha superato, nel periodo pre-covid, i 3 miliardi di euro all’anno. Sempre a proposito di farmacie, dal 2017 al 2020 il numero di queste è cresciuto del 5,9% in Italia, sfiorando quest’anno i 20mila esercizi. L’incremento maggiore si è avuto nelle province di Monza e Brianza, Ragusa e Lodi. Solo in quelle piemontesi di Biella e di Verbano-Cusio-Ossola si è registrata una diminuzione. In crescita anche le parafarma-


IL DECALOGO DELLA RIPARTENZA – benessere e cura della persona 1. Per le imprese del wellness diventa centrale comunicare la sicurezza senza però trascurare gli aspetti legati alla piacevolezza e al relax dei trattamenti. In questo senso potrebbe aiutare la formazione specifica agli operatori coinvolti. 2. Puntare sulle offerte di pacchetti esperienziali per spa e centri benessere, oltre che del solo servizio, permette di catturare la domanda dei millennial. Avvicinare il posizionamento del proprio brand al campo della sostenibilità, in modo da innescare una identificazione valoriale da parte del cliente che lo spinga a tornare ad usare i servizi offerti. 3. Proposte specifiche per target tradizionalmente meno interessati, ad esempio quello maschile, potrebbe permettere di catturare una quota incrementale di pubblico. 4. Il digitale e in particolare la costruzione di comunità profilate attorno alla propria attività, con cui entrare in contatto, comunicare e proporre offerte di supporto e consulenza, anche a distanza, potrebbero essere delle scelte vincenti per la fidelizzazione di una ancora più ampia base di clienti. 5. Per ovviare alla crisi economica dei centri benessere che si prevede all’orizzonte, si potrebbero studiare offerte dedicate, anche

ad esempio con abbonamento ricorrente, che permettano di fidelizzare la clientela immaginando costi unitari inferiori ma gli stessi ricavi complessivi per cliente. Presentarsi con un servizio innovativo come la presenza di punti di ricarica per auto elettriche può rappresentare una leva importante per catturare l’attenzione di coloro che sono più attenti alle tematiche della sostenibilità. 6. Per il wellness business allargare ulteriormente i propri ricavi, ad esempio con merchandising, prodotti, servizi a domicilio. 7. Per le residenze assistenziali attrezzarsi per gestire una domanda attenta alle tematiche di sostenibilità, crescente nell’opinione pubblica. 8. Le farmacie posso ulteriormente saldare il legame di fiducia con la clientela stabile e fare leva su questo per le necessità post-Covid. 9. Gestire in modo ottimale le risorse fisse per cliniche e ambulatori medici aiuta a non perdere la domanda e a organizzare l’attività in modo flessibile. 10. La spinta data dal digitale nelle abitudini degli italiani è irreversibile e potrebbe anche coinvolgere la medicina e la salute, con investimenti non solo nel backend gestionale, ma anche nell’offerta diretta di servizi a distanza.

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cie: queste ultime, circa 6.600, sono cresciute nello stesso periodo del 9,5%. IL VALORE DEL BENESSERE

Secondo il Global Wellness Institute la spesa mondiale complessiva per il personal care, i trattamenti di bellezza e anti-età supera i mille miliardi di dollari. Quella per il fitness sfiora i 600 milioni mentre 175 milioni sono impiegati in spa e terme. L’Italia si posiziona al quinto posto mondiale in questo mercato superata solo da Cina, Giappone, Germania e Russia. OPERATIVITÀ GARANTITA ANCHE DURANTE LA PANDEMIA

Con l’arrivo in Italia della Covid-19 i business legati al benessere non medico si sono fermati mentre le farmacie e tutti i negozi del commercio di prodotti sanitari hanno continuato le loro attività, pur in momenti di incertezza. La richiesta di dispositivi di protezione individuale è schizzata, soprattutto per quanto riguarda mascherine protettive e soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani. Secondo i dati di Iqvia, le vendite di mascherine hanno iniziato a crescere a fine gennaio, passando in una settimana da un fatturato di 42 mila euro a 180 mila euro. In quelle seguenti, ul-

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teriori aumenti hanno fatto lievitare la cifra a 385 mila euro in soli sette giorni, 12 volte più della media del periodo. Diverse industrie, ad esempio quelle degli spiriti, hanno temporaneamente convertito la produzione per fornire liquidi e gel disinfettanti al fine di soddisfare il picco della domanda. Le prestazioni mediche e chirurgiche sono state rinviate, a parte quelle strettamente necessarie, e con la lenta ripresa delle attività in tutti questi settori i costi per fornire al personale ulteriori e aggiuntivi dispositivi di protezione sono aumentati. Poiché la domanda di salute ha una componente che non è legata al ciclo economico e che può essere considerata tra i beni e servizi la cui spesa è fondamentale, a parte shock temporanei è ipotizzabile che questa ritorni a livelli di normalità nel giro di poco tempo. HEALTH & WELLNESS

Per i centri benessere, le spa e le terme, i principali problemi all’orizzonte riguardano le regole sanitarie. La limitazione degli spazi, i vincoli al contatto personale, l’obbligo dei dispositivi potrebbe da un lato aumentare i costi e dall’altro scoraggiare coloro che approcciano questa tipologia di servizi per motivi di puro relax. Sempre per queste imprese, la situazione economica avversa che


si prospetta nei prossimi mesi potrebbe inoltre far diminuire questa tipologia di spesa dai conti delle famiglie italiane, almeno per quelle con redditi medi o bassi. Un secondo fattore che può incidere sul mercato potrebbe essere determinato dall’aumento dello smart working. Il lavoro da casa da un lato incrementa il tempo speso nella propria abitazione, ma dall’altro potrebbe liberare delle

*** IN EVIDENZA BENESSERE E CURA DELLA PERSONA •

Ogni anno ciascuna famiglia spende in media 1.500 euro per spese legate alla salute. Tra queste, le categorie più importanti sono i farmaci e i servizi medici e dentistici.

Il numero di farmacie e parafarmacie è in aumento. In tre anni sono stati aperti 1.651 nuovi esercizi.

La crescente attenzione verso le tematiche legate ai cambiamenti climatici potrebbe far crescere la domanda di servizi attenti alla sostenibilità.

Mentre durante la pandemia si sono bloccati i settori legati al wellness, tutti quelli coinvolti nella gestione della salute hanno continuato a lavorare senza soluzione di continuità.

Le prestazioni mediche o sanitarie non urgenti sono state rinviate e l’impossibilità di effettuare acquisti ha inciso sugli incassi correnti durante il lockdown. Tuttavia, il settore della salute non risente in modo significativo del ciclo economico.

Il 2020 non è stato un anno di crescita per le farmacie. In calo i ricavi da farmaci da banco e prodotti non medicinali durante marzo e aprile. Tuttavia, le prime stime indicano che già dal 2021 si tornerebbe al livello dello scorso anno. Il digitale sarà uno dei fattori chiave di sviluppo del settore, sia attraverso la fornitura diretta di servizi, consulenza e supporto a domicilio, sia attraverso la costruzione di brand community.

ore (quelle del viaggio verso l’ufficio, ad esempio) per dedicarle ad altre attività. Infine, il mercato dei servizi esperienziali (legati al soddisfacimento di bisogni principalmente emozionali), trainato dalla domanda dei millennial, la generazione dei nati tra il 1980 e il 1995, che nel frattempo diventano maturi e acquisiscono maggiori disponibilità di spesa, potrebbe giocare un ruolo determinante nella ridefinizione delle strategie, di target e di comunicazione, per i servizi termali, le spa e i centri per il benessere personale. L’ARRIVO DEL DIGITALE

Per l’intero settore, infine, il digitale potrebbe giocare un ruolo ancora maggiore su diversi fronti: con un forte impulso alla tecnologia per la gestione del paziente e la telemedicina o l’assistenza ambulatoriale remota (si pensi ad esempio alle potenzialità in termini di scambio immediato di dati tra strutture sanitarie) sperimentata con successo durante il lockdown, ma anche attraverso il contatto continuo con i clienti tramite iniziative di marketing, quali supporto e fornitura di wellness at home, come già sperimentato da diverse realtà

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Tutto lo stile e il comfort delle collezioni nel settore kids e l’esperienza e la serietà di Miniconf

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è un marchio di proprietà di Miniconf spa, realtà leader nel settore kids da oltre 47 anni. Dagli anni ‘70 ad oggi, le capacità di progettazione, stile, produzione e commercializzazione dell’azienda si sono moltiplicate: dall’Italia, all’estero, dal dettagliante, all’ingrosso, al negozio monomarca, sino alle grandi catene multimarca. Tutto ciò ha reso Miniconf una delle

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realtà più significative del settore, grazie ai suoi brand Sarabanda, Minibanda, iDO e Dodipetto e anche grazie alla sua attenzione alla qualità, durabilità e sostenibilità nei confronti dell’ambiente. Da sempre, gli elementi su cui Miniconf punta sono un team di stilisti italiani interno all’azienda, in grado di creare un design unico dei propri brand, una distribuzione multicanale, l’attenzione


/ L A P R O P O S TA /

alle nuove tecnologie. Al centro di ogni attività Miniconf mette da sempre i bambini, in accordo con il claim: “I bambini ci ispirano, i valori ci guidano”. OTTIMO RAPPORTO QUALITA/PREZZO

Il brand iDO nasce nel 2011 dalla volontà dell’imprenditore di cogliere l’opportunità di lanciare un marchio di tendenza, easy to wear, in grado di interpretare le richieste del mercato multicanale. Oggi, la linea abbigliamento iDO veste bambini e bambine da zero a sedici anni con una linea dedicata al newborn 0-18 mesi, iDO mini. Le collezioni propongono capi trendy, che accompagnano i bambini in ogni momento della loro giornata, caratterizzati da un ottimo rapporto qualità/prezzo, fit perfetto per i ragazzi e grande coordinabilità, uno dei punti di forza della collezione. CONTINUI INVESTIMENTI NELLO SVILUPPO DELLA RETE

stione degli stock. Nell’ultimo periodo sono stati attivati servizi di digitalizzazione del processo di vendita attraverso strumenti quali WhatsApp, il potenziamento dei social dei punti vendita, i cataloghi di collezione scaricabili tramite QR code: tutto questo ha permesso di velocizzare il servizio, garantendo maggiore tutela del consumatore e ottimizzando allo stesso tempo il sellout. CARATTERISTICHE DELL’AFFILIATO

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/ SPECIALE /

Valorizzare l’esperienza per sviluppare nuovi business

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Fabio Pasquali, CEO WM Capital e direttore di AZ Franchising

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iamo nell’era del cliente: per i franchisor il primo cliente è il franchisee che a sua volta si rivolge al consumatore finale e sommersi da inesauribili fonti di informazioni, i clienti si aspettano un rapido accesso al contenuto più rilevante per le proprie esigenze nell’ambito dell’attività svolta e la possibilità di accedervi ovunque e in qualsiasi momento nel formato e nel dispositivo preferiti. Attirare, acquisire e fidelizzare sono solo alcuni degli obiettivi raggiunti da “AZ Franchising Experience”, l’evento on line organizzato da WM Capital, uno spazio virtuale costruito grazie alle più sofisticate tec-


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nologie di comunicazione e videocomunicazione presenti sul mercato, che ha favorito l’incontro tra operatori professionali, franchisor, franchisee e potenziali tali, aziende della filiera. E noi di AZ Franchising, a conclusione dell’Evento, abbiamo voluto dare la parola proprio ai protagonisti, le aziende che hanno partecipato cercando di capire le loro esigenze perché, soprattutto in questo momento storico, è fondamentale far leva e concentrarsi sul marketing dell’ascolto del cliente. Quindi sapere cosa è importante per i nostri clienti e soddisfare le loro esigenze. “E su questo concetto vogliamo soffermarci – afferma Fabio Pasquali, Amministratore Delegato di WM Capital, società editrice di AZ Franchising - per far leva sui brand. Questo sicuramente determina il successo dell’azienda e delle persone che ci lavorano”. Abbiamo chiesto ai nostri protagonisti che tipo di esperienza hanno vissuto partecipando ad “AZ Franchising Experience” e se l’evoluzione e l’accelerazione della tecnologia in merito agli eventi on line sia una moda passeggera o è destinata a consolidarsi e a svilupparsi ancora di più nel tempo. Ecco le risposte.

realtà lavorative, principalmente quando queste altre realtà sono in crescita come la nostra. Il nostro settore poi sta crescendo in maniera esponenziale, anche le affiliazioni vanno di pari passo e tutti gli input vanno tenuti in considerazione per rimanere nel mercato. In merito all’evoluzione della tecnologia penso che il periodo storico non lascia, a breve, speranze di mobilità facilitata, pertanto, l’on line dovrà essere un mezzo da implementare non solo per la vendita del franchising, ma anche sul piano formativo. In questa ottica durante il periodo del lockdown abbiamo ideato una formula “Office Less”, cioè senza ufficio, pensata proprio nell’ottica del lavoro on line, ponendoci in una posizione di mercato che è unica nel suo genere fra tutti i nostri competitore del settore”.

RISPONDE Luca Briaschi, Marketing Manager Anytime Fitness

RISPONDE Stefano Gismondi, CEO Adiura “Una partecipazione interessante, soprattutto sotto il piano di confronto con altre realtà imprenditoriali. A volte non si impara solo dai competitor, ma si possono mutuare spunti interessanti da altre

“È stato un grande piacere potervi partecipare! Un’ottima occasione di confronto, attraverso la quale condividere l’impegno e la dedizione che stiamo dedicando alla gestione di questo periodo complicato. Spunti e dibattiti interessanti dai quali sono certo che ognuno di noi si sia portato a casa qualcosa di importante per le sfide professionali future. Valuto, inoltre, che la tecnologia sia certamente destinata a ritagliarsi uno spazio sempre più importante nella nostra quotidianità e nella vita professionale di ognuno di noi. Sono altrettanto

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convinto che non potrà mai sostituire del tutto l’empatia del rapporto umano ma, se gestita in maniera equilibrata, rappresenterà un valore aggiunto al quale non potremo più rinunciare”.

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RISPONDE Ivan Sarcina, CEO FourB SpA “Partecipare a AZ Franchising Experience è stato senz’altro molto interessante, i contenuti condivisi e i punti di vista di personalità di alto spessore hanno certamente rappresentato un arricchimento ed offerto un punto di vista. L’evoluzione e l’accelerazione della tecnologia in merito agli eventi online è una moda tutt’altro che passeggera e sicuramente destinata a svilupparsi e a consolidarsi maggiormente nel tempo. Questo non significa che la modalità digitale andrà a sostituire gli eventi “fisici”, bensì si completeranno vicendevolmente, fino a diventare complementari. In questo modo si riusciranno ad unire la rapidità e la possibilità di accedere a contenuti ovunque si voglia, con la coinvolgente esperienza sensoriale che soltanto la presenza fisica permette di percepire. In questo modo l’esperienza della fisicità e quella relativa al digitale potranno incontrarsi a metà strada per poter essere una reciproca opportunità”.

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RISPONDE Marco Speretta, Amministratore Delegato Gabetti Franchising, Grimaldi Immobiliare e Professionecasa “Partecipare a un evento ben strutturato nonostante la distanza e le modalità di fruizione diverse da quelle a cui siamo abituati, è stata senz’altro un’esperienza positiva e interessante, a partire dal livello dei contenuti, alla modalità di interazione, agli interventi e al confronto con gli altri relatori. Digitalizzare gli incontri e gli eventi in questo modo è l’unica soluzione per continuare a lavorare viste le difficoltà di questo periodo d’emergenza. Oggi, gli eventi online sono una scelta obbligata, ma domani rappresenteranno una concreta alternativa alle modalità tradizionali, soprattutto per le aziende. Se mettiamo sul piatto della bilancia i pro e i contro degli eventi online, a mio avviso i pro hanno maggior peso. Per il ruolo che ricopro spesso partecipo a più eventi al giorno, talvolta organizzati in sedi lontane tra loro. Con questa nuova modalità è possibile partecipare a più eventi in una giornata, un vantaggio in termini di tempo e organizzazione, senza contare l’impatto positivo sull’ambiente che si ha perché si limitano gli spostamenti. Un altro vantaggio non trascurabile è dato dalla facilità di accedere agli eventi, le nuove piattaforme e i social network consentono di partecipare a chiunque


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abbia un pc o uno smartphone con connessione a internet, questo moltiplica l’opportunità di raggiungere un numero più vasto di persone”.

RISPONDE Pietro Nicastro, CEO & Founder di Lowen-com Srl Löwengrube

RISPONDE Paolo Scocco, Head of Franchising & b2b Helbiz “Sicuramente è stata un’esperienza molto interessante, che mi ha dato la possibilità di confrontarmi con diversi professionisti del settore ed è stata anche un’occasione per poter illustrare la nostra formula di franchising, la prima al mondo del settore della micromobilità elettrica. In merito all’accelerazione dei processi tecnologici non penso sia un trend passeggero ma destinato a restare, come ho imparato nei miei 10 anni di vita negli Stati Uniti dove gli eventi digitali sono all’ordine del giorno. In ogni caso personalmente sono un grande sostenitore degli eventi fisici e del contatto tra le persone perché l’esperienza che si vive in questi momenti è diversa, mi rendo conto che in questo particolare periodo storico gli eventi digitali rappresentano una buona soluzione (in alcuni casi) per continuare a fare business. Credo che in futuro ci sarà una situazione ibrida in cui ci saranno eventi digitali e fisici coesisteranno”.

“È sempre molto interessante avere la possibilità di condividere la propria esperienza e soprattutto di conoscere ciò che accade anche nelle altre imprese, confronti come questo possono essere fonte di spunti e riflessioni importanti. La situazione incerta e in continua evoluzione che stiamo attraversando ci coinvolge tutti, allo stesso modo, ma tutti siamo portati a rispondere e a reagire in maniera diversa. In una rete franchising casa madre, ad oggi, svolge un ruolo ancora più cruciale: mai come ora deve avere non solo la capacità di supporto, ma anche di legante. La mia azienda, Löwengrube, in controtendenza, continua ad investire significativamente in nuove aperture ed anche rafforzando l’area marketing e comunicazione con nuove figure ed azioni mirate. Tutto ciò ci sta dando ragione: anche la mia realtà ovviamente sta soffrendo, ma in maniera limitata rispetto alla situazione del mercato. Ecco che, se l’unione fa la forza, la rete così unita sarà in grado di rafforzarsi e non di indebolirsi. In merito alla tecnologia penso negli ultimi anni si è assistito ad una rapida evoluzione. È stato estremamente lungimirante aver investito in strumenti e risorse dedicate alla digitalizzazione dei servizi destinati ai nostri clienti, migliorando ulteriormente la loro esperienza nel mondo Löwengrube grazie ai vantaggi dell’online, quali il risparmio di tempo, la possibilità di ordinare da casa e molti altri.

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RISPONDE Antonio Viola, President & CEO Mammina pizzeria e cucina genuina

RISPONDE Denis Camilotto, Responsabile Retail Italia MiniConf - iDO “Ho trovato interessante la partecipazione ad entrambe le fasi: ospite e pubblico. Come ospite è stato importante sia capire e valutare come altre realtà dello stesso settore si stanno muovendo per promuovere lo sviluppo del proprio brand, sia la possibilità di confrontarci su aspetti che la situazione del mercato ad oggi sta imponendo a tutti e di verificare che nonostante la diversità dei brand abbiamo idee comuni. Come pubblico è stato stimolante capire la varietà di mercato e le opportunità che vi sono e che si stanno creando nei diversi settori. Le trasformazioni tecnologiche che stiamo vivendo non penso che sia una moda di passaggio, ma che il mercato si stia adeguando alle abitudini dei consumatori: più andremo avanti più la tecnologia farà parte del nostro sistema perché presente in tutte le realtà. Fondamentale sarebbe capire quanto questa sia realmente necessaria al mercato di riferimento e non cavalcarla solo per adeguarsi ad una moda. Non va dimenticato che la tecnologia è sempre al servizio delle persone quindi l’aspetto fondamentale rimane sempre l’essere umano e i suoi bisogni”.

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“La partecipazione è stata molto interessante, ho seguito tutta l’experience non solo quella dedicata al food. È stata un’occasione di arricchimento oltre ad avere la possibilità di presentare il nostro progetto di franchising ed i due format il full service “Mammina pizzeria e cucina genuina” e quello rapido “Mammina pizza & fries”. Inoltre, presto molta attenzione alla tecnologia, la mia carriera è iniziata ed ha proseguito lungamente proprio nel settore tecnologico e lavorando in diversi paesi del mondo per me le videoconferenze erano e sono un modello comunicativo standard. Credo che oggi più che mai sarà destinata a consolidarsi come mezzo di comunicazione però mi piace pensare che gli eventi in presenza ci saranno sempre proprio al fine di traferire maggiore umanità ed empatia che lo “schermo” non riesce ancora a trasmettere. Ringrazio la vostra testata per avermi dato l’occasione di partecipare”.


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RISPONDE Fabrizio Brogi, Presidente NAU!

RISPONDE Raffaello Pellegrini, CEO NaturHouse Italia “È sempre molto interessante confrontarsi con altri franchisor soprattutto quando il “tavolo” viene moderato con arguta ed educata sapienza da un guru del franchising italico come Fabio Pasquali. Ma la vera domanda è se il mio contributo sia risultato più o meno interessante per l’uditorio e se in qualche modo possa aver aiutato a convincere qualcuno ad abbracciare quella fantastica formula di “imprenditorialità assistita” chiamata franchising. In merito alla tecnologia spero tanto che sia passeggera, spero ci sia solo per questa terribile pandemia, che mi auguro possa al più presto diventare solo un brutto ricordo. Quello che di certo rimarrà invece saranno i cambiamenti sia a livello di gestione aziendale che di abitudini di consumo, eredità del periodo di lockdown, che hanno fatto scoprire alle aziende come ottimizzare le risorse ed ai consumatori analogici come diventare digitali. Tra i lasciti che reputo più interessanti proprio quello degli eventi online e dell’utilizzo dei meeting aziendali remoti in tutte le sfaccettature, che prevedo che in futuro saranno talmente frequenti da creare la necessità di avere a disposizione un io digitale sempre perfettamente sbarbato e incravattato”.

“È stata un’esperienza nuova e decisamente stimolante. Siamo in una nuova era, dove la presenza virtuale ha sostituito quella fisica, proprio per questo ho trovato questa nuova tipologia di incontro sorprendentemente piacevole, diretta ed interessante, anche grazie all’ottima organizzazione. Credo che in questo momento, il digitale, sia stata la soluzione che ha risposto alla necessità di tornare ad incontrarsi e a “fare business” concretamente, ma sono anche convinto che sia la spinta che ci porterà verso il futuro, ad una nuova generazione di eventi. Eventi che saranno in grado di far accomodare nella stessa “stanza” persone di tutto il mondo. Sì, credo che questa situazione ci stia insegnando come poter semplificare il nostro futuro”.

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RISPONDE Luciano Caracci, Responsabile Sviluppo Franchising Italia Piazza Italia

RISPONDE Saverio Bufi, Direttore commerciale e marketing NoiEnergia srl

“Non è la prima volta che mi trovo a essere scelto come speaker di eventi, in particolare di marketing e vendita. Certamente essere dal vivo è tutta un’altra cosa, ma partecipare all’AZ Franchising Experience è stata comunque un’occasione, per me, di confrontarmi con un pubblico nuovo interessato alle opportunità che investire in un progetto di franchising riserva, che non ha lesinato domande molto interessanti dimostrando piena competenza sull’argomento. Per cui la mia esperienza è stata decisamente positiva. Penso che sicuramente la tecnologia dia un grande aiuto, soprattutto quando pensiamo a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, non hanno la possibilità di muoversi per partecipare a corsi o seminari di formazione. Ripeto, essere dal vivo è tutta un’altra cosa, soprattutto per le opportunità di costruire relazioni ed espandere il proprio network. Per cui, secondo me, gli eventi online continueranno sì a svilupparsi, ma non sostituiranno mai gli eventi dal vivo”.

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“Certamente il Covid sta incidendo in maniera determinante sulle nostre abitudini personali e lavorative. La nuova esigenze che limita i contatti personali ha velocizzato l’utilizzo dei sistemi digitali di incontro che debbo dire, con assoluta sorpresa, li trovo estremamente efficaci. Tecnicamente garantiscono una attenzione al relatore più ampia e tutto sommato anche l’interattività risulta ottimale. Nel tempo saremo tutti più abituati a questa nuova forma di contatto e come di consueto Az Franchising è molto attenta ad interpretare velocemente le nuove linee di comunicazione ed esigenze di mercato. In merito al futuro della comunicazione online, non c’è dubbio che sarà oggetto di una notevole evoluzione. L’abbattimento dei costi e la semplicità organizzativa che garantiscono è enorme, e coinvolgerà tutti i settori. Anche nella nostra Azienda è evidente il salto organizzativo, tutti gli uffici si


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stanno attrezzando per l’utilizzo preferenziale delle call conference e video, e imbattersi in colleghi impegnati in webinar è sempre più frequente. Di certo la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione delle imprese, e quello che sarebbe accaduto in tre anni è già straordinariamente qui!”.

RISPONDE Gianluca Casciello, Marketing Communication Assistant Piazza Italia “Confrontarsi con altri Retailer all’AZ Franchising Experience è stato interessate e al tempo stesso motivante. Il confronto è alla base della crescita e dello sviluppo per i modelli di business e dei metodi di gestione. Credo che, l’accelerazione tecnologica per gli eventi on-line, sia diventata in poco tempo “realtà”. Un fenomeno così veloce come forse non abbiamo mai visto e al quale di sicuro dovremo abituarci. Al tempo stesso, penso e spero, che gli eventi off-line riprendano il giusto posto nella vita quotidiana di ognuno di noi. Abbiamo bisogno non solo di partecipare agli eventi, ma di viverli a pieno”.

RISPONDE Riccardo Pelosi, Responsabile Brand Executive Director Plan Buy® “Personalmente è stata un’opportunità per confrontarsi con i player del settore e anche per scambiarsi pareri sulla situazione del mercato, le sue dinamiche e l’orientamento di chi vi opera e degli utenti finali del prodotto casa. In merito al

modo di comunicare penso che in realtà la tecnologia (cloud, videomeeting, rete, ecc…) esiste da tempo ed è super efficiente, tuttavia non è stata mai sfruttata a fondo a causa di barriere culturali e delle diverse abitudini sociali. Tutti si sono accorti della praticità e dell’utilità di accorciare i tempi, le distanze e di riunire persone grazie alla rete, eliminando qualsiasi rischio per la salute. La pandemia è un impulso che ha impresso un boost inarrestabile”.

RISPONDE Anna Massimo, Franchising Manager Portobello S.p.A. “Ringrazio per la domanda e, nel farmi portavoce del Gruppo Portobello, colgo l’occasione per esprimere tutto il nostro apprezzamento per l’organizzazione ottimale di AZ Franchising Experience che mi ha reso partecipe il 29 Settembre scorso. Avere la possibilità di incontrare, anche in modalità virtuale, altri esperti del settore franchising è sempre un’occasione importante che arricchisce i partecipanti sia da un punto di vista

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risparmio di tempo e denaro e quindi di produttività ma anche di sostenibilità. Ad ogni modo, ritengo altresì importante il mantenimento delle relazioni interpersonali “dal vivo” che permettono l’interazione sociale intesa nel senso più classico del termine. Sono fiduciosa dunque che nel prossimo futuro, superata la fase di emergenza sanitaria, si troverà l’equilibrio ottimale per l’utilizzo di questi ottimi strumenti di lavoro”.

professionale che personale. In queste circostanze, infatti, le aziende partecipanti raccontano le proprie esperienze peculiari, i percorsi di crescita, i traguardi raggiunti e i progetti futuri, ma anche le complessità che si riscontrano in un settore in continua evoluzione. È proprio in quest’ottica che eventi come AZ Franchising Experience sono di fondamentale importanza per l’accrescimento del know-how delle aziende partecipanti e per il potenziamento congiunto di tutto il settore. Nel corso del mio intervento ho avuto la possibilità di presentare Portobello S.p.A., Società quotata presso Borsa Italiana, con un fatturato nell’anno 2019 di 46 milioni di euro, e le straordinarie opportunità e le garanzie di affiliazione che offre nel quadro del progetto di espansione della propria rete franchising. Il miglioramento delle prestazioni degli eventi online – e più in generale l’evoluzione delle tecnologie della comunicazione – erano già in atto da tempo. L’attuale emergenza sanitaria ha poi certamente accelerato tale processo che ha visto un aumento della quantità e della qualità degli strumenti disponibili e dunque delle modalità di fruizione degli stessi. Tali modalità di incontro, ormai ampiamente diffuse ma che fino a qualche anno fa erano appannaggio di pochi, hanno permesso alle aziende e ai professionisti di dare continuità alle proprie attività durante i mesi di chiusura. Trovo inoltre che ciò rappresenti un’opportunità senza precedenti in termini di

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RISPONDE Dario Castiglia, CEO & Founder RE/MAX Italia “Ho preso parte con entusiasmo a questa importante iniziativa digitale. Un momento molto ben organizzato, in cui le più avanzate tecnologie di videocomunicazione messe a disposizione dei player intervenuti e dei fruitori hanno consentito l’incontro tra numerose aziende della filiera, nonché operatori, franchisor, franchisee e potenziali tali. Inoltre, trovo sempre molto interessante l’opportunità di confrontarsi con altri protagonisti del settore, condividendo esperienze e idee innovative che diventano spunti di riflessione per tutto il comparto. In occasione del mio intervento ad AZ Franchi-


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sing Experience, in particolare, ho parlato con piacere di customer experience, che in RE/MAX rappresenta da sempre una priorità. Clienti acquirenti o venditori, con esigenze di affitto o compravendita, sia nel residenziale sia nel commerciale o nel lusso, si avvalgono tramite i consulenti immobiliari RE/MAX delle migliori infrastrutture e di servizi tecnologicamente all’avanguardia. Ogni novità che lanciamo sul mercato e che passa attraverso i nostri affiliati, è pensata per semplificare e migliorare l’attività di tutta la filiera. Il nostro modello internazionale di business, pur avendo alle spalle quasi cinquant’anni di storia (e venticinque in Italia il prossimo anno), si conferma infatti estremamente attuale ed efficace, grazie alla formula win-win in cui vincono tutte le parti in campo: i Broker titolari delle Agenzie, gli Agenti e i clienti. Vincono infine i partner commerciali e gli stakeholder con cui il Gruppo si interfaccia e stringe per conto della rete proficue collaborazioni e partnership, sia a livello nazionale sia internazionale, grazie alla capillare presenza in oltre 115 Paesi con 130 mila consulenti in 8.300 agenzie. Sicuramente l’evoluzione e l’accelerazione della tecnologia in merito agli eventi online a cui abbiamo assistito in questi mesi non sarà solo una moda passeggera dettata dalle attuali circostanze, ma si consoliderà quale elemento strategico di una nuova normalità ibrida, in cui reale e digitale saranno sempre più integrati in eventi “phygital”. Per RE/MAX, che da sempre si distingue nel panorama immobiliare quale gruppo altamente all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, gli eventi digitali non sono una novità. A giugno si è svolta, infatti, la nostra prima Convention Nazionale in versione digitale, a cui hanno preso parte oltre 3.000 affiliati, collegati da tutta Italia. Grande partecipazione anche per la Convention in diretta digitale dedicata alle agenzie, che si è svolta poche settimane fa con interventi live di relatori esterni e oltre 360 strutture collegate. Proprio nell’ottica di un futuro sempre più “ibrido”, stiamo sviluppando una piattaforma proprietaria, per rendere i nostri eventi online sempre più personalizzati e interattivi. Una vera e propria casa virtuale che anche in futuro consentirà a chi non potrà essere presente fisicamente ai nostri eventi, di sentirsi ugualmente protagonista. Siamo convinti che la “nuova corsa” al digital rappresenti una grande opportunità. La digitalizzazione dei processi è una necessità e fa

parte del nostro quotidiano, ormai in tutti i settori. L’adozione e il giusto uso della tecnologia rompe le abitudini e fa uscire dalla propria comfort zone, generando efficienza ed economie di scala, sia per la rete, sia per il cliente finale. Un percorso che in RE/MAX è iniziato da tempo e che la crisi sanitaria ha notevolmente accelerato. Tra i nostri asset abbiamo infatti la customer experience abbinata alla tecnologia. Proprio grazie alla nostra vocazione fortemente hi-tech, durante il lockdown abbiamo lavorato da casa investendo sulla formazione del nostro network con un intenso programma di training. Inoltre, abbiamo dotato la rete di strumenti tecnologici in grado di agevolare la relazione col cliente in tutte le fasi della trattativa: da un primo screening delle proposte attraverso i virtual tour fino alla firma grafometrica. A fronte delle attuali normative in fatto di distanziamento sociale, gli agenti immobiliari altamente skillati, professionali e dotati delle ultime tecnologie ricopriranno un ruolo sempre più fondamentale e saranno percepiti dai consumatori non più solo come professionisti a cui affidarsi, ma anche come facilitatori del processo di vendita/acquisto e attori protagonisti di tutta la filiera”.

RISPONDE Franco Manna, Presidente Sebeto S.p.A. Rossopomodoro “Intervenire a un incontro, seppur on Line, sull’argomento franchising è sempre un momento importante di confronto. Il franchising, soprattutto nella ristorazione è una grande opportunità sia per i brand sia per i franchisee, ma a patto che ci sia una morale e delle regole che vanno sempre tenute da conto. Di base il franchising è un acceleratore per la notorietà di un marchio, ma può essere anche un moltiplicatore di insuccessi e quindi del declino del marchio stesso. Ecco perché il confronto, lo stabilire le regole con gli altri operatori è sempre

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RISPONDE Emanuele Fedeli, CEO Sbabampoint

indispensabile. La mia personale esperienza è stata interessante soprattutto in questo momento dove il mercato della ristorazione sta cambiando e le discussioni su nuovi problemi/opportunità, pensiamo al delivery, diventano fondamentali, da approfondire e poi da trasmettere ai nostri associati! In merito all’evoluzione veloce della tecnologia la storia ci mostra come spesso questo tipo di cambiamento è “senza ritorno”. Ovviamente oggi le difficoltà o addirittura l’impossibilità agli spostamenti hanno dato un’accelerata a queste riunioni e confronti via Web, ma la funzionalità dei sistemi e la naturalezza delle discussioni ha di fatto realizzato il sogno della fantascienza dei decenni scorsi: una sorta di trasferimento di materia. Come rinunciare in futuro alla possibilità di confronto senza dover affrontare noiosi viaggi e senza perdere ore e ore di lavoro? Quindi non penso che questi incontri con questa modalità siano legati a una moda passeggera. Ovviamente queste modalità di incontro saranno utili per moltiplicare i momenti di confronto, intensificando i momenti di scambio di esperienze e gli incontri e i confronti in presenza saranno viceversa dei momenti limitati a incontri più rari ma fondamentali per conoscersi e socializzare”.

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“Partecipare a AZ Franchising Experience è stata una esperienza importante che mi ha permesso non solo di condividere il nostro progetto, ma soprattutto di imparare dalle esperienze degli altri partecipanti, confrontarmi con le loro idee e soluzioni, sentirmi parte di un gruppo di operatori open-mind e positivi, con una vision chiara e definita. Per me l’uso della tecnologia dipende dalla tipologia dell’evento e dalla “reliability” dell’organizzatore. In questo caso, una academy che permette non solo di venire a conoscenza di determinati progetti, ma di interagire e di imparare dalle esperienze altrui. Molto positivo anche il metodo a sessioni, con un moderatore capace, esperto ed interattivo”.


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RISPONDE Massimo Gualerzi, Co Founder e Direttore Scientifico The Longevity Suite “Ho trovato la partecipazione molto interessante in quanto, oltre ad avere avuto la possibilità di esporre il nostro modello scientifico e di business c’è stato il confronto con società leader del settore con le quali scambiare e trarre informazioni. Credo che molte abitudini di questo tempo ce le porteremo per molti anni, tra le tante ritengo che questa sia davvero utile, in quanto anche senza “perder” intere giornate con spostamenti e logistica, si può interagire ed arrivare a tantissime persone. Direi che nel futuro vedo un giusto mix della presenza fisica e della conferenza eseguita on line”.

RISPONDE Emanuele Camoni, Responsabile Sviluppo Kasanova S.p.A. “Ho trovato stimolante poter essere inserito in uno slot dedicato alle start up perché Kasanova è innanzitutto innovazione. Nonostante infatti la storicità dell’azienda non perdiamo il nostro DNA votato al cambiamento, alla ricerca di ciò che chiede il mercato. In merito all’accelerazione della tecnologia credo che ormai sia stato tracciato un solco da cui non si potrà prescindere per il futuro; lo dico con una connotazione positiva perché la tecnologia ci permetterà di assistere ad eventi sempre più curati massimizzando il tempo a disposizione di ognuno di noi. Ovviamente il calore e l’enfasi di un evento live non si potrà replicare, ma se saremo bravi a cogliere gli aspetti importanti anche a distanza potremo recepire molte più informazioni che in passato”.

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L’importanza di un contratto di franchising ben strutturato diventa cruciale

FRANCHISING: COME FUNZIONA A MALTA I formati di franchising più diffusi sono: Single Unit Franchise, in cui il franchisee opera un unico punto vendita; Area Franchise, che consente al franchisee di operare in un’intera area geografica; Master Franchise, che non solo consente al franchisee di operaree in un’intera area geografica, ma anche di stipulare accordi di sub-franchising di Federico Vasoli*

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siste un paese membro dell’Unione Europea, che si affaccia sul Mediterraneo, con una ricchissima cultura che spazia da siti preistorici a ville romane, a palazzi e chiese barocche e molto altro, dove la colazione e generosa, amichevole, legata alle tradizioni e talvolta si sente minacciata dall’eccessivo influsso di stranieri, dove il cibo è buono, il clima soleggiato, il traffico intenso, il tifo calcistico e politico acceso. No, non è l’Italia: a Malta l’inglese è una delle due lingue ufficiali e pre-pandemia i tassi di crescita del PIL erano imponenti (cinque o sei volte quelli italiani) e costantemente i migliori dell’UE, la disoccupazione bassa, l’inflazione livelli sani, le maggioranze di governo chiare, la linea area nazionale apriva nuove rotte regionali e molti altri aspetti destano invidia nel lettore residente in Italia, al netto delle tante eccellenze che caratterizzano il Bel Paese e dell’impossibilità di paragonare un arcipelago di 300km2, mezzo milione di abitanti e 14 miliardi di euro di PIL (sette volte in meno di quello della sola città di Milano). Se è vero che Malta oggi vanta il triste primato di essere il Paese europeo con la più alta mortalità da Covid-19, a causa della riapertura dei flussi turistici in entrata e in uscita (il turismo conta circa un quarto del PIL maltese), è vero anche che durante la prima fase della pandemia, quella più acuta dei primi mesi del 2020, la nazione ha saputo gestire molto bene l’emergenza e ad oggi sembrerebbe pronta a rimettersi in carreggiata, a differenza di Paesi più grandi, dove le partigianerie politiche, i giochi di palazzo, l’egoismo e l’isteria individuali e di gruppo hanno una maggiore consistenza, perlomeno numerica. Malta è del resto fortemente influenzata da una cultura pragmatica di origine anglosassone, essendo stata colonia britannica (e, a livello squisitamente aneddotico, dopo la seconda guerra mondiale, si ipotizzò persino un ingresso di Malta a pieno titolo nel Regno Unito, cosa che non si materializzò e il Paese divenne per la prima volta nella propria storia indipendente nel 1965) ed essendo tuttora paese membro del Commonwealth. L’influenza inglese si avverte anche nel diritto, visto che, ancorché Malta sia un paese di Civil

Law, numerosi sono gli istituti di Common Law, quindi di origine appunto inglese che fanno parte integrante dell’ordinamento. Il caso più significativo è rappresentato dall’istituto del trust, per il quale persino il codice civile, di derivazione napoleonica, è stato modificato nella parte relativa alle obbligazioni. Giova citare l’esempio del trust, perché esso consente di rimarcare la completezza dell’ordinamento maltese. Negli altri paesi di Civil Law, per rimanere nell’esempio, ancorché il trust venga riconosciuto, esso lo è solo in tanto quanto l’ordinamento in questione sia firmatario della Convenzione dell’Aja del 1986 sul tema e non in quanto Istituto facente parte organica del sistema stesso. Un simile ragionamento vale per il diritto societario, che funziona in maniera assai simile a quanto accade in Inghilterra, Singapore, Hong Kong e molti altri paesi di Common Law. Questo aspetto è molto importante per la disciplina del franchising a Malta, poiché a tale strumento non può prescindere da un’organizzazione societaria anche semplice sul posto, che quindi seguirà regole più simili a quelle di Common Law, che non quelle di altri paesi di Civil Law, come ad esempio l’Italia o la Svizzera. Il diritto maltese non regolamenta in maniera tipica il contratto e l’attività di franchising, che tuttavia viene considerata dalla giurisprudenza, dalla dottrina e dagli operatori secondo la classica definizione di “un’attività d’impresa consistente nella pratica di utilizzare il modello di business di un altro soggetto (franchisor), il quale garantisce all’imprenditore (franchisee) il diritto di vendere un bene o un servizio conformemente ai sistemi, procedure, proprietà intellettuale e industriale e struttura del franchisor”. Normalmente l’attività di franchising viene svolta come segue: • Il franchisor vende il modello di business a franchisee indipendenti, tipicamente in più Paesi. • I franchisee costituiscono il network di franchising e corrispondono una somma di denaro al franchisor. • Il franchisee segue le regole fissate dal franchisor, il quale a sua volta offre la propria assistenza.

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Considerazione della struttura economica di Malta, dove poche sono le grandi imprese locali, mentre moltissimi sono i turisti e i viaggiatori d’affari che si recano nel Paese, è assai più probabile che il franchisee sia maltese, rispetto al franchisor. Può peraltro verificarsi, per altri motivi, per esempio di convenienza logistica, fiscale, linguistica e altro che il franchisor sia un soggetto di diritto maltese, fermo restando che tutto questo avvenga in ottemperanza delle norme locali, del paese di origine e internazionali, soprattutto con riferimento a misure antiriciclaggio e di cosiddetto base-erosion and profit-shifting (“BEPS”). Valgono in entrambi casi le medesime considerazioni in materia di diritto societario e dei contratti. Considerata l’ampiezza e la vaghezza giuridica della definizione comunemente accettata, ma, è opportuno ribadirlo, non fissata da alcuna norma, l’importanza di un contratto di franchising ben strutturato valido ed efficace, di semplice interpretazione per il giudice o l’arbitro, in piena osservanza del diritto locale, diventa cruciale. Stante l’assenza di normazione specifica, la forma e il contenuto del contratto di franchising sono pertanto liberi, ma è evidentemente assai consigliabile la forma scritta, senza necessità di registrazione. Altrettanto, in assenza di normativa settoriale, al contratto di franchising maltese si applicano le rego-

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le generali della teoria dei contratti, del tutto simili a quelle alle quali si è abituati in ordinamenti di Civil Law, soprattutto più vicine al modello francese. Pur in mancanza di una legge specifica, si possono distinguere tra vari tipi di rapporto di franchising: • Franchising di beni e/o servizi: il franchisor consente al franchisee la vendita dei beni e/o servizi realizzati dal primo utilizzandone il marchio. • Franchising di business format: si tratta del tipo più diffuso, che comprende non solo la licenza di un prodotto o un servizio, ma anche, come da definizione data sopra, il metodo per svolgere l’attività. Quando ci si riferisce al franchising, tendenzialmente questo è il rapporto che si ha in mente, in cui oltre a beni e servizi il franchisee acquisisce marchi, strategie di vendita, manuali operativi, sistemi di controllo qualità, standard e altro. Da non confondersi con il franchising è il contratto di licensing, in cui il titolare dei diritti di proprietà intellettuale e industriale li concede al licenziatario, senza però specificare la metodologia da applicare al business di quest’ultimo, pur naturalmente includendo garanzie e limitazioni. Altrettanto, non va confuso con il franchising il contratto di distribuzione, dove il distributore acquista e poi rivende i prodotti del soggetto pro-


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ponente, il quale può fornire indicazioni, ma non imporre un preciso modello di business al distributore. I formati di franchising più diffusi sono: • Single Unit Franchise (il più utilizzato a Malta, considerate le dimensioni del mercato locale), con cui il franchisee opera un unico punto vendita; • Area Franchise, che consente al franchisee di operare in un’intera area geografica; • Master Franchise, che non solo consente al franchisee di operare in un’intera area geografica, ma anche di stipulare accordi di sub-franchising. Quale che sia il contenuto dell’accordo, quasi sempre franchisor e anche franchisee sono persone giuridiche. Ferma restando l’importanza del contratto, mai abbastanza richiamata, il diritto dei contratti risulta comunque, come già accennato, nel suo impianto simile a quello dei Paesi di Civil Law, per cui merita invece un breve cenno la struttura societaria. Per limitare la responsabilità patrimoniale delle parti contrattuali, è lapalissiano che sia opportuno operare tramite l’utilizzo di società. A Malta, la forma più utilizzata, e non solo nell’ambito del franchising, è quella della Limited Liability Company (“Limited”), con capitale sociale minimo 1.164,69 € (per convenzione 1.200,00 €, di cui almeno 250,00 interamente versati). La Limited deve dotarsi di un company secretary locale dotato di licenza, figura ignota negli ordinamenti di Civil Law, e preposta alle pratiche di bassa amministrazione della società, ossia non all’indirizzo e alla gestione della stessa, bensì semplicemente alla preparazione di verbali e adempimenti. È inoltre opportuno che l’amministratore o gli amministratori, intesi nel senso italiano del termine, ossia i soggetti che prendono le decisioni per la società e che possono anche essere persone giuridiche, siano qualificati e residenti a Malta. Particolare attenzione va posta all’aspetto fiscale. Malta viene troppo spesso proposta e percepita erroneamente da questo punto di vista. Il Paese offre meccanismi perfettamente legali e approvati in sede OCSE e di trattati di adesione all’UE che consentono la massimizzazione dei profitti.

La tematica merita in altra sede un ben più vasto approfondimento, dato che le ramificazioni sono particolarmente significative: dagli adempimenti nei Paesi dei soci – anche alla luce dei vari accordi contro la doppia imposizione in vigore e della normativa antielusione –, alla struttura (sovente “twotier”, ossia con holding e trading – in altre parole, holding detenuta dai soci che a propria volta detiene il 100% delle quote della società operativa, franchisor o franchisee che sia, a determinate condizioni ed eventualmente in ordinamenti diversi), all’operatività bancaria. Con strutture più complesse tipiche di Malta, poi, quali cell companies e l’utilizzo di trust, può consentire maggiore tutela in termini di protezione degli asset, segregazione patrimoniale e molto altro, ciò che può essere opportuno per operazioni più consistenti, rischiose o destinate a durare nel tempo e che per esempio passino agli eredi dei soci. Attenzione inoltre al controllo dei costi, come sempre in un ordinamento non noto anche se il requisito di capitale minimo è più basso che in molti altri ordinamenti, così come i livelli salariali. In conclusione, Malta, pre-pandemia, attraeva in turisti quattro volte la propria popolazione, entrambi i numeri in costante aumento, e vantava i tassi di crescita del PIL più elevati d’Europa, a fronte però di una scarsa offerta di beni e servizi per una comunità sempre più multiculturale e multietnica, soprattutto nella fascia alta. È probabile che Malta si riprenda più rapidamente di altri Paesi europei e che le dinamiche interrotte dal Covid-19 riprendano con vigore, il che apre le porte soprattutto a franchisee, ma anche a franchisor, pronti a soddisfare la domanda di beni e servizi rimasta sinora insoddisfatta, il tutto con i vantaggi economici, logistici, linguistici, regolatori e in parte fiscali che il Paese offre. * Federico Vasoli ( JD) - managing partner - avvocato (Italy - Malta, EU) • luât sú (Vietnam) dMTV - International legal and tax guidance Innovative by tradition. www.dmtvglobal.com Singapore • Malta • Hanoi • Ho Chi Minh City

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/ LE SCHEDE /

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

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Helbiz

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Portobello

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Igi&Co

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Primigi

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Mammina

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Primadonna Collection

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NaturHouse

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RE/MAX

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Piazza Italia

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Longevity

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Piazza Italia Kids

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor


/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

SERVIZI DICORPO, NOLEGGIO PROFUMI PER IL PROFUMATORIsociale: AMBIENTE, COSMETICI LA Ragione Helbiz Italia Srl - Indirizzo: Milano,PER via Amedeo d’Aosta n.5 DEL - Capitale Sociale Euro 120.000,00 - C.F., CURA CORPO E DEL VISO

P.IVA 10512880963 - N. iscrizione registro imprese di Milano: MIRagione – 2537054 - Anno di fondazione: - Annovia partenza sociale: Aymara Italia srl 2017 - Indirizzo: Ghivizfranchising: 2020 -Capezzano Location gestite direttamente (Italia): 6 zani, 61 – 55041 Pianore (LU) - Anno di fon- dazione: Location gestite (estero): 7 1995 - direttamente Anno partenza franchising: 2010 - Punti vendita diretti: 6 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti ven dita diretti (estero): 1 - Punti vendita affiliati (estero): 2

CALZATURE, ABBIGLIAMENTO CALZATURE E ACCESSORI ED ACCESSORI Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa Indirizzo: Via Menocchia, 27 -63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160 152

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA COSA CERCHIAMO DEL MAGAZZINO (IN MQ): DA 80 A 180 MQ SUPERFICIE 30MQ PUNTO VENDITA: A SECONDA DELLAMEDIA FLOTTA

SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):

DA 50 A 100

BACINO D’UTENZA:

DA 10MILA A 50MILA ABITANTI

50.000 ABITANTI (MINIMO) BACINO D’UTENZA: BACINO DI UTENZA: A PARTIRE DA 40.000 ABITANTI CENTRO STORICO, ZONA UBICAZIONE OTTIMALE: COMMERCIALE ALTA PEDOUBICAZIONE OTTIMALE: CITTÀ NABILITÀ TURISTICHE, CITTÀ D’ARTE, CITTÀ CAPOLUOGO DI PROVINCIA NON RICHIESTA ESPERIENZA NEL SETTORE:

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

ADDETTI DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 5.000/MQ

PERSONALE RICHIESTO 1/2 PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): (COMPRESO IL TITOLARE):DA 3 A 5 FIGURE A SECONDA DELLA FLOTTA ¤75.000 – ¤80.000 INVESTIMENTO INIZIALE: (ARREDAMENTO ¤1200 AL ESPERIENZA NEL SETTORE: NON NECESSARIA MQ; PROGETTAZIONE E ALLESTIMENTO ¤6000; FORNITURA MERCE INIZIALE INVESTIMENTO INIZIALE DA: 40.000€ + ADATTAMENTO DEPOSITO ¤25.000) 200.000 FATTURATO MEDIO ANNUO: FATTURATO MEDIO MENSILE: DA 19.000€ A 45.000€ A SECONDA DELLA FLOTTA

COSA OFFRIAMO COSA OFFRIAMO Prodotti cosmetici per il viso, il corpo e profumatori per casa realizzati con ingredienti e dalle preCilarivolgiamo a imprenditori locali nel naturali settore della sharing stazioni eeccellenti. Erbario Toscano offre nella economy partner desiderosi di mettersi in supporto un gioco con scelta della location, progettazione, allestimento e arun business green, allegro, divertente e sostenibile. Offriamo redamento del punto vendita; formazione del personale tutta l’assistenza e la tecnologia indispensabile per gestire al pre-apertura, assistenza commerciale e visual merchanmeglio una flotta che varia da 100 fino a 200 monopattini. dising per tutta le durata del contratto. Attività di direct marketing coordinata con invio di newsletter ai clienti fidelizzati. Materiale POP e campagne istituzionali. COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO: FEE D’INGRESSO:

COSA CHIEDIAMO 40.000€ (FLOTTA 100 MONOPATTINI); 60.000€ (FLOTTA DA 150 MONOPATTINI); 80.000€ NO (FLOTTA DA 200 MONOPATTINI)

NO ROYALTY: ROYALTIES: 8% (100 MONOPATTINI); 10% (150 MONOPATTINI); ANNI DURATA DEL CONTRATTO 12% (2003MONOPATTINI) (IN ANNI):

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’ope ning del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

¤ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

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DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

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3

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COSA OFFRIAMO

Ufficio sviluppo Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it

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/ LE SCHEDE /

Monazione : 1994

/ LE SCHEDE /

RETAIL LIBRI SERVIZI DI RISTORAZIONE

NUTRIZIONE E DIETETICA

Ragione sociale: Sociale Waterfront : Mondadori spa - Via Indirizzo : Via Ragione SrlRetail - Indirizzo: Partenope, A. 80121 Mondadori, 20090 (MI)2014 - Anno di partenza 15 Napoli -1 Anno di Segrate fondazione: - Anno partenza del franchising: 1998 - diretti: Punti vendita diretti: 31 franchising: 2020ottobre - Punti vendita 4 Punti vendita affiliati: 550 - Punti vendita Bookclub: 20

Ragione sociale Naturhouse S.r.l. - Indirizzo: Sede legale Via F. Fellini, 6 - 44122 Ferrara - Anno di fondazione attività: 1986 - Anno di partenza franchising: 1997 - Punti vendita diretti: 17 52 - Punti vendita affiliati: 384 418 - Punti vendita affiliati all’estero: 1500 1.688 - Punti vendita diretti all’estero: 200

COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO FORMAT MAMMINA PIZZA&FRIES 85/150 MQ PUNTO VENDITA: SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 70 100 AA PARTIRE DA 15.000 BACINO D’UTENZA: ABITANTI BACINO DI UTENZA: A PARTIRE DA 50.000 ABITANTI CENTRI STORICI CITTADINI/ UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRI COMMERCIALI UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRI COMMERCIALI E PRINCIPALI VIE COMMERCIALI NON NECESSARIA ESPERIENZA NEL SETTORE:

NTI;

O A

VEND DA S LIQUID

Ragione s zucchelli, fondazion chising: 2 diretti: 91 vendita a

COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:

A PARTIRE DA 20

BACINO D’UTENZA:

ALMENO 5.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

ZONA COMMERCIALE ALTA PEDONABILITÀ

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

ESPERIENZA NEL SETTORE: NON¤NECESSARIA 70.000/100.000 INVESTIMENTO INIZIALE:

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

1/2

INVESTIMENTO INIZIALE DA: 100.000€ ¤ 400.000/500.000 FATTURATO MEDIO ANNUO:

INVESTIMENTO INIZIALE:

A PARTIRE DA ¤ 10.000

ESPERIEN

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 120.000/360.000

PERSONA (COMPRES

PERSONALE RICHIESTO PERSONALE (COMPRESO IL RICHIESTO TITOLARE): 5 (COMPRESO IL TITOLARE):

IA; ¤ ARE 400/

/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

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FATTURATO MEDIO ANNUO: 500.000€

PUNTO VE

BACINO D

UBICAZIO

FORMAT E CUCINA COSAPIZZERIA OFFRIAMO

NE

SUPERFICIE MEDIA DEL - Progetto chiavi in mano PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 200 A 300

COSA CHIEDIAMO

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 8 FEE D’INGRESSO:

¤ 20.000

COSA CHIEDAMO

ESPERIENZA NEL SETTORE: GRADITA 1% ROYALTY: INVESTIMENTO INIZIALE DA: 300.000€

FEE D’INGRESSO:

NO (C’È SOLO UN CANONE ANNUALE DI AFFILIAZIONE DI ¤ 600)

ROYALTY:

NO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

6+3 ANNI DURATA DEL CONTRATTO FATTURATO (IN ANNI): MEDIO ANNUO: 900.000€

COSA OFFRIAMO Mammina nelle sue due declinazioni, format ristorazione rapida e pizzeria e cucina genuina è il luogo dove riscoprire i sapori genuini della cucina di casa, o meglio, della casa di una mamma napoletana. Offriamo una formazione completa da Academy, software gestionali e di controllo, la selezione dei Dario De Giacomo Leonardo Gazza migliori prodotti e fornitori per un servizio ottimale a benefiTel. 335.6883151 dario.degiacomo@mondadori.it cio di affiliati e clienti finali. email: leonardo.gazza@mondadori.it web: www.mondadoriretail.com web: www.mondadoriretail.com

Raffaello Pellegrini Num. verde: 800 090 532 / Fax: 0532-906699 e-mail: franchising@naturhouse.it web: www.naturhouse.it

FEE D’INGRESSO: 25.000€ (FORMULA MAMMINA PIZZA&FRIES); 40.000€ (PIZZERIA CON CUCINA) 5% DEL FATTURATO NETTO

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

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FEE D’ING

COSA CHIEDIAMO

ROYALTIES:

FATTURAT

Investimento iniziale minimo, alta redditività, know how gestionale consolidato e di successo, formazione pre-apertura e assistenza commerciale continuativa, prodotti esclusivi con zona in esclusiva, settore in crescita esponenziale.

UBICAZIONE OTTIMALE: PRINCIPALI VIE COMMERCIALI, CENTRO CITTÀ, LOCALITÀ TURISTICHE

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COSA OFFRIAMO

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ROYALTY:

DURATA D (IN ANNI)

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CHEDE /

CA VISTA, VISTA, ATTO, TTO, Sede lefondazioESSORI ESSORI

ABBIGLIAMENTO VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto CampanoACCESSORI di Nola, Lotto D1 LIQUIDI E SOLUZIONI, - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993

ing: 1997 iati: 418 Maz.ee P.P.406 Mazvendita -Anno Annodi di adel delfranfrannti vendita ti vendita 55- -Punti Punti 0

ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI

PUNTO VENDITA:

DA 300 A 1.200

BACINO D’UTENZA:

DA 20.000 ABITANTI IN SU

E ALTA

UBICAZIONE OTTIMALE: PUNTO VENDITA:

MINIMO) INIMO)

BACINO D’UTENZA: ESPERIENZA NEL SETTORE:

CITTÀ CITTÀ CIALIDI DI CIALI IMENSIONI MENSIONI

UBICAZIONE OTTIMALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

CENTRI STORICI DI CITTÀ IN BASE AL BUDGET O CENTRI COMMERCIALI DI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI

INVESTIMENTO INIZIALE: ESPERIENZA NEL SETTORE:

2 2 300/MQ PERARREDI GLI ARREDI ¤ 280/M € 300/M PER E LUCI NON RICHIESTA

FATTURATO MEDIO ANNUO: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

€ DA € 2.000 2.800 A € 3.500 AL M ¤ 3.500/MQ 4

2

¤ 100.000 COSA OFFRIAMO OFFRIAMO

INVESTIMENTO INIZIALE: COSA

FATTURATO MEDIO ANNUO:

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PUNTO VENDITA:

150/250 MQ

BACINO D’UTENZA:

20.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND ALONE/CENTRO STORICO

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

2 + TITOLARE

INVESTIMENTO INIZIALE:

Q2 PER ARREDI E LUCI 280/MQ € 300/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

DA € 2.000 2.800 A € AL 3.500 € 3.000/3.500 MQAL M2

UBICA

ESPER

PERSO (COMP

INVES

FATTU

DA ¤ 5.000 A ¤ 10.000

Formula conto vendita con AL Margine Fisso e garantito MQ, IN RAPPORTO ALL’UBICAZIONE PV E in ogni fase commerciale e reso totale delleDEL rimanenze DEL BACINO DI UTENZA finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettagliato e relativo progetto strutturale. Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. COSA OFFRIAMO Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali. Un supporto ampio che va dalla comunicazione e marketing, alla ricerca del personale e alla formazione. InCOSA CHIEDIAMO COSA CHIEDIAMO vestiamo il 5% del fatturato sulle persone nel nostro centro di formazione, dove organizziamo corsi mirati NON RICHIESTA FEE D’INGRESSO: a formare dei venditori completi, preparati ed entusiasti. Il mix della formazione prevede sia delle giornate in NON RICHIESTE ROYALTY: aula, con approfondimenti specifici e tecniche di vendi DURATA DEL CONTRATTO 5 5 ANNIi RINNOVABILI ta, che giornate in negozio, dove neo assunti vengono (IN ANNI): affiancati dai più esperti. Inoltre mettiamo a disposi zione un supporto dedicato per scegliere la miglior location.

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PUNTO

BACIN

CENTROMQ COMM.LE/PARCO COMM.LE/ 80/100 STAND ALONE/CENTRO STORICO 70.000 ABITANTI (MINIMO) NON RICHIESTA

000 00 TO O know EL PVEhow E L PV ne pre-aENZA NZA

Ragion Km 5,2 chising affiliat

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO DA 20.000 ABITANTI IN SU

ANTI

S

Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - Punti vendita diretti con reparto kids: 150 - Punti vendita affiliati con reparto kids: 103 106 - Punti vendita affiliati all’estero con reparto kids: 39 40

- 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: via S. e P. Mazdiretti: 161 161 160 -- Punti Punti vendita vendita affiliati affiliati in in Italia: Italia: 126 83 - Punti zucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) 125 - Anno di vendita affiliati all’estero: 48 55 fondazione attività: 2004 50 - Anno di partenza del franchising: 2007 - Punti vendita totali: 167 - Punti vendita COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO diretti: 91 - Punti vendita affiliati in Italia: 60 - Punti vendita all’estero: 16

00

/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

COSA OFFRIAMO Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettaglia to e relativo progetto strutturale.Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.

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COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTY:

NON RICHIESTE

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5 RINNOVABILI

FEE D

ROYAL

COSA CHIEDIAMO

ZONA

FEE D’INGRESSO:

¤ 10.000

CONT NAZIO

Tel. ROYALTY:

+39 081.3123111 / Fax: 5% +39 081.3123022 Tel. +39 081.3124000 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it info@franchising@piazzaitalia.it e-mail: 5, RINNOVABILE DURATA DEL CONTRATTO e-mail: l.caracci@piazzaitalia.it email: l.caracci@piazzaitalia.it A SCADENZA SENZA (IN ANNI): web:www.piazzaitalia.it www.piazzaitalia.it web:

6699

ZA A

DURA ANNI)

Tel. +39 081-3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it

ULTERIORI COSTI

Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it

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/ LE SCHEDE /

/ LE SCHEDE /

NEGOZI AL DETTAGLIO DI CASALINGHI, ELETTRONICA E GIFT, TESSILE E ABBIGLIAMENTO, CURA DELLA CASA E DELLA PERSONA

ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa - Indirizzo : via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (Ap) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37

Ragione sociale: PORTOBELLO SPA - Indirizzo: Sede Legale: Via Alessandro Torlonia 4/B – 00161 Roma - Anno di fondazione: 2016 - Anno partenza franchising: 2020 - Punti vendita diretti: 14 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita diretti (estero): 0 - Punti vendita affiliati (estero): 0.

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): SUPERFICIE MINIMA DI 250MQ

PUNTO VENDITA:

DA 100 A 250 MQ

BACINO D’UTENZA:

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE:

DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO:

¤ 4.800/MQ

BACINO DI UTENZA: TRA I 75.000 E I 100.000 ABITANTI UBICAZIONE OTTIMALE:

ZONE RESIDENZIALI E DI PASSAGGIO, ANCHE ALL’INTERNO DI UN CENTRO COMMERCIALE

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 4 RISORSE (3 PERSONE FULL TIME E 1 IN PART TIME VERTICALE) ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 97.500

Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader internazionale in tv, radio, stampa, web, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA OFFRIAMO Affidabilità di un’azienda quotata AIM, conto vendita con margine garantito, automatizzazione dello stock rotation, elevatissimo know-how, assistenza pre-post apertura, affiancamento per progettazione e allestimento del punto vendita, esclusiva territoriale, software gestionale gratuito, visibilità grazie alla comunicazione istituzionale a livello nazionale e azioni di Direct Marketing. Esperienza d’acquisto di alto valore.

COSA CHIEDIAMO

COSA CHIEDIAMO 20.000€

¤ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NON RICHIESTA

ROYALTIES:

NON RICHIESTE

ROYALTIES: 0

DURATA CONTRATTO (IN ANNI):

6

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Anna Massimo +39 349 2717044 email: franchising@portobello-club.com web: www.portobelloclub.it

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FIDEJUSSIONE BANCARIA:

FIDEJUSSIONE BANCARIA: 150.000€

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

Entra

COSA OFFRIAMO

FATTURATO MEDIO ANNUO: € 3.000/MQ

FEE D’INGRESSO:

Non a No tro

Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it

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Cont


/ / L LE E S SC CH HE ED DE E / /

URE URE URE EE UREE E 4 ANNI 14 ANNI 4 ANNI 14 ANNI

/ L E S CH ED E / / // L LLE EE S SSC CCH HHE EED DDE EE / //

/ / L LE E S SC CH HE ED DE E / /

FRANCHISING IMMOBILIARE ABBIGLIAMENTO ABBIGLIAMENTO E E CALZATURE CALZATURE BAMBINO BAMBINO

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zo: zzo:PalazPalazzo: zzo:PalazPalazNola, Nola,LotLotNola, LotNola, Lote attività: ne attività: e attività: ne attività: nov. 2011 s: nov. 2011 nov. 2011 s: nov.ven2011 Punti Punti venPunti venPunti venta affiliati dita affiliati ta affiliati dita affiliati

Categoria: FRANCHISING IMMOBILIARE - Ragione sociale: PROXIMMsociale: SPA – RE/MAX ITALIA - Indirizzo: VIA IMAC VITTORIO Ragione Reda Retail S.p.a. - Gruppo Spa Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa -LOCCHI Indirizzo : via MILANO Menocchia, 27 di- fondazione: 63062 - Montefiore 3 – 20156 - Anno 1973 DEN- Indirizzo : via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (Ap) Anno di fondazione attività: 1976 Anno VER, COLORADO – 1996 ITALIA - Anno partenza franchidell’Aso (Ap) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza franchising: 2008 1 -- Punti Punti vendita venditaaffiliati: diretti: sing: 1996 - Punti vendita diretti: + di partenza franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3450 - Punti vendita affiliati: - Punti vendita IN ITALIA - Punti vendita373 diretti (estero): Punti affiliati vendita 3 - Punti vendita affiliati: 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37 affiliati (estero): 8.400 NEL MONDO all’estero: 37

Ragione Ragionesociale: sociale:PRIMADONNA PRIMADONNASPA SPA- Indirizzo: - Indirizzo:S.P. S.P.231 231 Ragione sociale: SPA S.P. Ragione sociale:PRIMADONNA PRIMADONNA SPA- Indirizzo: - Indirizzo: S.P.231 231 Km Km5,2 5,270032 70032Bitonto Bitonto(Ba) (Ba)- -Anno Annodidipartenza partenzadel delfranfranKm 5,2 70032 Bitonto (Ba) - -Anno didipartenza del franKm 5,2 70032 Bitonto (Ba) Anno partenza del franchising: - Punti 165 155 chising:2006 2006- -Punti Puntivendita venditadiretti: diretti:152 152 - Puntivendita vendita 153 chising: 2006 152 155- Punti chising:241 2006- -Punti Puntivendita venditadiretti: diretti: 152 - Puntivendita vendita affiliati: 393 affiliati: 231 241- -Punti PuntiVendita Venditatotali: totali: 393 Punti vendita Italia: 312 - 153 Punti vendita este225 226 379 380 affiliati: affiliati:241 241- -Punti PuntiVendita Venditatotali: totali:393 393 225 226 379 380 ro: 84 - Punti totali: 396

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/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO E ESTETICA/ ANTIAGE CALZATURE BAMBINO Ragione sociale: - Indirizzo: di S.p.a. - GruppoBastioni IMAC Spa Ragione sociale: LONGEVITY Reda Retail SRL -Porta Indirizzo via20122 Menocchia, - 63062 - Montefiore Nuova: 21, Milano - 27 Anno di fondazione: 2019 dell’Aso (Ap) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno - Anno partenza franchising: 2019 - Punti vendita diretti: 6 di partenza 2008vendita - Punti vendita diretti: - Punti venditafranchising: affiliati: 5 - Punti diretti (estero): 03 - Punti vendita Punti vendita affiliatiaffiliati: (estero):373 0. - Punti vendita affiliati all’estero: 37

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/ EVENTI /

Si svolgerà interamente online tramite la nuova piattaforma MAPIC Digital

MAPIC 2020: PRONTO A CAMBIARE LE REGOLE… Intervista a Nathalie Depetro, direttrice di Mapic: “Il programma è stato adattato alla nostra nuova realtà. MAPIC Digital riunirà la comunità internazionale del settore immobiliare al dettaglio e gli specialisti del tempo libero per fare rete, tenere riunioni di lavoro virtuali, accedere a conferenze online”

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/ EVENTI /

rappresentanti del settore Retail si incontreranno per discutere le sfide di oggi e le soluzioni del futuro. MAPIC DIGITAL riunirà la comunità internazionale del settore immobiliare commerciale e gli operatori dell’intrattenimento per fare meeting virtuali, accedere a analisi, ricerche, e scoprire nuovi progetti di rigenerazione urbana…”. Cosa rappresenta l’appuntamento annuale di Mapic Cannes nel mondo del retail?

“MAPIC è l’evento leader mondiale nel settore retail. Riunisce i principali attori internazionali del settore per progettare le destinazioni future per lo shopping di domani. A causa della pandemia Covid-19, MAPIC 2020 si svolgerà interamente online tramite la nuova piattaforma MAPIC Digital. LeisurUp 2020, il nuovo evento B2B internazionale per i professionisti del tempo libero, programmato per svolgersi insieme a MAPIC, sarà anche online al 100% come parte di MAPIC Digital”. Nathalie Depetro, direttrice di Mapic

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uesta 26a edizione di MAPIC sarà una versione digitale a causa della pandemia di Covid-19. “La piattaforma ha avuto un impatto enorme sui Retailer e sulle abitudini di acquisto dei consumatori in tutto il mondo. Ora più che mai – afferma Nathalie Depetro, direttrice di Mapic – i

Quali saranno i temi principali di quest’anno?

“Intitolato ‘Adottare un modello di business Retail collaborativo: pronto a cambiare le regole?’ Il programma ha un nuovo formato per adattarsi alla nuova realtà. Si concentrerà sulla collaborazione, la creazione di nuovi modelli di business, la sostenibilità, il tempo libero, la condivisione dei dati e tutti

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/ EVENTI /

gli elementi che ridefiniscono il panorama urbano e commerciale, con una tendenza verso atteggiamenti meno proprietari e più condivisione e lavoro insieme per un obiettivo comune. Il servizio di ristorazione e il tempo libero giocano un ruolo centrale nell’arricchimento e nell’estensione dell’esperienza dei visitatori nei centri commerciali e negli spazi abitativi. Attività sportive, eventi di marca, giochi e attività culturali sono tutti ottimi modi per aiutare i consumatori a vivere un’esperienza che non potrebbero vivere a casa. Il programma conferenze vedrà protagonisti i principali attori di questi settori come Winston Fisher, CEO di Area15 (Stati Uniti), un complesso commerciale a Las Vegas che offre principalmente intrattenimento e attività immersive, Joao Cepeda, Presidente e Direttore Creativo di Time Out Market (Portogallo) e Alistair Gosling, fondatore e CEO di Extreme International (Regno Unito), azienda leader nella creazione di destinazioni per lo sport, il tempo libero e l’intrattenimento”. Qualche anticipazione sulle presenze importanti?

“MAPIC presenterà un’eccezionale line-up di relatori di alto livello per discutere del futuro del settore. Gli stili di vita sono cambiati radicalmente negli ultimi anni e anche lo sviluppo

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Retail deve adattarsi ai nuovi modelli urbani che mescolano lavoro, vita, tempo libero e spazi commerciali. Da un modello di Retail collaborativo attraverso nuove abitudini di consumo, tempo libero e ristoranti, alla ridefinizione del panorama urbano e al dettaglio, i relatori affronteranno tutti i principali argomenti nel settore immobiliare, della distribuzione e del tempo libero. Questi alcuni dei partecipanti: Fabrice Bansay, CEO, Apsys (Francia); Matthijs Storm, CEO, Wereldhave (Paesi Bassi); Joanna Fisher, amministratore delegato Center Management, membro del consiglio di ammini-strazione ECE (Germania); Roberto Zoia, Presidente, CNCC Italia (Italia); Joao Cepeda, Presidente e Direttore Creativo, Time Out Market (Portogallo); Winston Fisher, CEO, Area15 (USA); Enrique Martinez, amministratore delegato, Fnac Darty (Francia); Ian Sandford, Direttore, Eurofund Group (Spagna); Teri Schindler, CMO, Harves (USA); Matthew Thompson, responsabile della strategia di vendita al dettaglio, Colliers International (Regno Unito); Stefano Nigro, Direttore Dipartimento FDI ITA - Italian Trade Agency Global Sponsor di Mapic Digital (Italia)”.



/ MARKETING /

È la creazione di video secondo un palinsesto per la vendita di un prodotto o di un servizio

L’ASCESA DELLO STREAMING COMMERCE È una importante opportunità per le aziende per promuovere servizi e prodotti, ma è importante pensarlo sia strategicamente che nella realizzazione

di Mattia Nicoletti*

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/ MARKETING /

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o schermo è l’oggetto che più di ogni altro negli ultimi anni è stato presente nelle nostre vite. Uno studio di Deloitte afferma infatti che in media ogni persona ha 7 schermi a cui può accedere per fruire contenuti di diverso tipo. D’altra parte nel mondo delle immagini, dove video e fotografie sono presenti in ogni dove uno schermo a portata di mano è sempre più un “obbligo”. Fatta questa premessa, superando discorsi e critiche sull’abuso tecnologico, anche per le aziende lo schermo è lo strumento ideale per veicolare un messaggio. Per tale ragione molti marchi stanno sviluppando strategie di streaming commerce per indurre all’acquisto online ed offline. Lo streaming commerce è la creazione di video secondo un palinsesto per la vendita di un prodotto o di un servizio. Come un canale televisivo dedicato. Che differenza c’è da Facebook e Instagram? Che ha un palinsesto di contenuti coerente e seriale. Cosa è necessario per iniziare a fare streaming commerce? Ecco alcune indicazioni. Spazio alla creatività

Fare streaming commerce non significa fare una televendita. O almeno non nella classica accezione del termine. Perché è vero che è un’occasione per promuovere il brand, i prodotti, i servizi, però non bisogna dimenticare di condividere del valore con chi guarda. Di conseguenza è importante pensare a un contenuto che sia da un punto di vista seriale e dall’altro anche di intrattenimento. Facciamo alcuni semplici esempi. Un’azienda che vende abbigliamento può decidere di coinvolgere una personal shopper che in ogni video episodio propone un look con uno o più item del brand. Chi vende prodotti per la casa può realizzare dei tutorial con dei tecnici per risolvere alcuni “problemi” quotidiani che si possono incontrare nelle dimore di tutti, oppure fare delle lezioni brevi di interior design. È necessario comunque pensare a contenuti brevi. Al termine del video si può indicare il link al sito web dove trovare i prodotti presenti nel video (nel caso sia disponibile un sito eCommerce). Il “nostro” canale

La scelta del canale da utilizzare può essere Instagram Tv o Facebook (per non andare troppo nel

complesso), o altrimenti è possibile caricare i video su una sezione ad hoc del sito aziendale per poi condividerlo sui social. La tecnologia ci viene incontro

Solo qualche anno fa per realizzare un video di qualità sarebbe stata necessaria una tecnologia costosa. Oggi con i debiti accorgimenti uno smartphone di nuova generazione è sufficiente. I debiti accorgimenti sono l’utilizzo delle luci, il montaggio, la grafica e chiaramente chi conosce il linguaggio televisivo. Anche se brevi i video devono raccontare una storia e per farlo bisogna avere assolutamente in mente cosa girare e come girarlo. Questo per sottolineare che la semplicità nel fare un video non significa che sia semplice realizzarlo professionalmente. Iniziare, continuare, perseverare

Molto spesso le aspettative di pubblico, quando si intraprendono progetti di questo tipo, sono molto alte. Non sempre però i primi video (salvo che non siano spinti da una campagna promozionale o da influencer) raggiungono i risultati voluti. Non bisogna però demordere e soprattutto è necessario rispettare la periodicità: se ogni lunedì viene messo “in onda” un video, rispettare la scadenza è un atto dovuto, e segno di professionalità. Lo streaming commerce è un’opportunità, ma è importante pensarlo sia strategicamente che nella realizzazione. *Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment

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Copre fino al 100% delle spese con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente che può arrivare fino a 200.000 euro

INVITALIA: IO RESTO AL SUD! È l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017 Dott.ssa Francesca Paleari*

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/ FINANZIAMENTI /

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n una situazione oramai di stallo dell’economia, con l’incertezza Covid che primeggia tra gli operatori del settore, non è certo facile pensare a nuovi investimenti o addirittura a creare nuovi business. Oggi, però, analizziamo insieme una grande opportunità rivolta a tanti giovani del mezzogiorno che non hanno ancora perso la voglia di intraprendere, nonostante tutto. “Resto al Sud” è l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017. Questa misura è finanziata e gestita da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. Mission di Invitalia è dare impulso alla crescita economica del Paese, puntando sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione, ed impegnandosi nel rilancio delle aree di crisi, soprattutto nel Mezzogiorno. Gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e le startup innovative. Finanzia i progetti grandi e piccoli, rivolgendosi agli imprenditori con concreti piani di sviluppo, soprattutto nei settori innovativi e ad alto valore aggiunto. Offre servizi alla Pubblica Amministrazione per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali e per la valorizzazione dei beni culturali. È Centrale di Committenza e Stazione

Appaltante per la realizzazione di interventi strategici sul territorio. La vision di Invitalia è stata centrata in pieno, basti vedere alcuni “numbers”: Dati aggiornati al 1 settembre 2020 • 169 Grandi investimenti finanziati • 1.024 Startup innovative finanziate • 4 mld Investimenti attivati con l’Autoimpiego Focalizzandoci sul bando RESTO AL SUD, specificatamente, gli incentivi previsti sono: • 15.000 euro per le attività svolte in forma di ditta individuale o di libera professione esercitata in forma individuale; • 10.000 euro per ogni socio, fino ad un massimo di 40.000 euro, per le attività esercitate in forma societaria. È possibile ricevere il contributo a condizione di aver completato il programma di spesa ammesso alle agevolazioni e di essere in regola con il pagamento delle rate del finanziamento bancario e con gli adempimenti previsti dalla normativa. Buone notizie anche in riferimento al recente Decreto Rilancio: • per le sole imprese esercitate in forma individuale (con un solo soggetto proponente) il massimale di spesa è stato elevato a 60.000 euro; • per tutte le iniziative imprenditoriali il nuovo mix di agevolazioni, sempre pari al 100% del

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/ FINANZIAMENTI /

programma di spesa ammesso, prevede il 50% di contributo a fondo perduto e il 50% di finanziamento bancario agevolato. Queste novità si applicano alle domande presentate dopo il 19 luglio 2020. Nello specifico, vediamo i “numbers” (altrettanto positivi) di questo bando: Dati aggiornati al 31 agosto 2020 • 6.215 Iniziative finanziate • 202 mln Agevolazioni concesse • 23.029 Posti di lavoro creati Resto al Sud sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 45 anni. Vediamo nel concreto cosa finanzia: • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; • fornitura di servizi alle imprese e alle persone; • turismo;

• attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria). Sono escluse le attività agricole e il commercio. Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro. Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo. Come funzionano le agevolazioni Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono cosi composte: • 50% di contributo a fondo perduto; • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia. Questo nuovo mix di agevolazioni si applica alle domande presentate dopo il 19 luglio 2020. Nota di merito (lodevole): a partire dal’11 aprile 2020, anche per le imprese Resto al Sud con sede in Abruzzo e nei comuni del cratere sismico della regione Marche, il finanziamento bancario

FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/ agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Francesca Paleari

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Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388


/ FINANZIAMENTI /

*** IN EVIDENZA

Resto al Sud sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 45 anni Cosa finanzia • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura • fornitura di servizi alle imprese e alle persone • turismo • attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)

zionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio; • non abbiano un lavoro a tempo indeterminato e si impegnino a non averlo per tutta la durata del finanziamento. L’incentivo si rivolge a: • imprese costituite dopo il 21/06/2017; • imprese costituende (la costituzione deve avvenire entro 60 giorni - o 120 giorni in caso di residenza all’estero - dall’esito positivo dell’istruttoria). Questa è una grande opportunità per una parte del paese che è ricca di risorse umane e professionalità, e dove l’eventuale disponibilità di contributi può fare la differenza. Obiettivo Sviluppo c’è. * Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

Resto al Sud copre fino al 100% delle spese potrà essere direttamente coperto dalla garanzia del Fondo per le PMI, senza che sia necessario l’intervento di un Confidi autorizzato e con un conseguente vantaggio per i beneficiari in termini di costi e tempo. Le agevolazioni sono rivolte agli under 46 che al momento della presentazione della domanda sono residenti nelle regioni del mezzogiorno precedentemente elencate, o nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria), oppure che trasferiscano la residenza nelle suddette aree entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria. Ulteriori requisiti richiesti: • non siano già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017; • non abbiano ricevuto altre agevolazioni na-

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Non solo le consegne, ma anche i pagamenti diventano contactless

E-COMMERCE: I NUOVI TREND DEI CONSUMI DIGITALI IN ITALIA Il consolidamento di abitudini di consumo sempre piĂš ibride, tra canali fisici e digitali, e la tendenza a preferire modalitĂ di acquisto e di pagamento contactless, mette di fronte le imprese italiane alla necessaria implementazione di tecnologie

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L’

accelerazione impressa dalla pandemia all’eCommerce non si è arrestata anche dopo il lockdown. Il periodo successivo, in particolare, ha visto crescere la frequenza all’acquisto online da parte degli utenti del 79%. La consegna contactless - a casa come in ufficio - resta ancora quella preferita da oltre il 93% degli utenti. Appare invece più improbabile una ripresa nel breve termine della frequenza del ritiro dei prodotti fuori casa (e-grocery escluso). Complessivamente i volumi di transazioni online negli ultimi 12 mesi sono cresciuti del 15,4%, il 7% solo nel lockdown, con la richiesta di prodotto aumentata del 10%. Uno scenario che ha visto alcuni servizi di eCommerce gestire una domanda 10 volte superiore nella fase Covid, generando nel 25% dei casi problemi nella logistica, con carenza di prodotti disponibili (26%) e un 18% di casi in cui non è stato possibile recapitare la merce. Sono queste le principali evidenze emerse in occasione dell’edizione speciale di Netcomm Forum Live, in collaborazione con NetStyle e Tuttofood Milano. “Il consolidamento di abitudini di consumo sempre più ibride, tra canali fisici e digitali, e la tendenza a preferire modalità di acquisto e di pagamento contactless, mette di fronte le imprese italiane alla necessaria implementazione di tecnologie. Commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm Tra i principali ostacoli legati allo sviluppo dell’e-

Commerce da parte di retailer medio-piccoli si trovano problemi legati ai costi troppo elevati di gestione (32%), difficoltà nel gestire gli aspetti inerenti la logistica (28%) e mancanza di competenze in materia di eCommerce (28%).” Per quanto riguarda invece il ricorso ai marketplace, secondo Netcomm, gli elementi critici vedono al 34% la non convenienza rispetto al posizionamento del prezzo, problemi legati alla gestione della logistica e commissioni sulle tassazioni molto elevate: “L’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese italiane è ancora lontana dalla media europea - continua Liscia - è necessario sfruttare e dare valore allo sforzo che il Sistema Italia dovrà fare a livello di investimenti orientati alle infrastrutture digitali, con l’obiettivo di contrastare il digital divide e fornire alle imprese quelle condizioni necessarie per proseguire lungo la loro necessaria conversione tecnologica.” L’ESPERIENZA DI ACQUISTO ONLINE È MOLTO SODDISFACENTE

Nonostante alcune difficoltà, dovute a un’improvvisa crescita della domanda, il tasso di soddisfazione dell’esperienza di acquisto è rimasto elevato, anzi, con un incremento sia nel periodo del lockdown che in quello attuale: a settembre si è registrato un gradimento da parte dei consumatori

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COSA È CAMBIATO NEL 2020 Nel 2020 gli acquisti online in Italia valgono 30,6 miliardi di euro (-3% rispetto al 2019). Nell’anno del lockdown crescono gli acquisti di prodotto (+31%) ma calano fortemente i servizi (-47%). Gli acquisti di prodotto segnano l’incremento annuo più alto di sempre (+5,5 miliardi di euro) e raggiungono quota 23,4 miliardi di euro. In valore assoluto i tre comparti che contribuiscono maggiormente

alla crescita sono Food&Grocery (+1,1 miliardi di euro), Informatica ed elettronica di consumo (+1 miliardo) e Abbigliamento (+700 milioni). Gli acquisti di servizi, in forte crisi soprattutto a causa del blocco del settore Turismo e trasporti (-56%), calano fino a 7,2 miliardi di euro. In controtendenza le Assicurazioni che crescono del +6% e si assestano a 1,6 miliardi di euro.

CAMBIANO I METODI DI PAGAMENTO ANCHE E SOPRATTUTTO IN NEGOZIO

I VOLUMI DI TRANSAZIONI ON-LINE SONO CRESCIUTI DEL 15,4% NEGLI ULTIMI 12 MESI. DURANTE IL LOCKWOWN SONO CRESCIUTI DEL +7% (+10% NEI PRODOTTI) CON UNA STIMA DI +8% A VALORE

online dell’8,5 in una scala da 1 a 10. Archiviati i problemi di consegna, gli eShopper italiani continuano a esplorare nuove categorie di acquisto online: il 36,4% (+1,8% rispetto ad aprile)

ha pensato di acquistare online prodotti che prima aveva sempre comprato in negozio; il 25% (23,3% ad aprile) ha fatto la spesa online; tuttavia, il 42% dei consumatori digitali ritiene che i prezzi siano più alti (erano il 28% ad aprile). CONSEGNE E PAGAMENTI CONTACTLESS GUIDANO LA NUOVA NORMALITÀ DEI CONSUMI DEGLI ITALIANI

Non solo le consegne, ma anche i pagamenti diventano contactless: già durante il lockdown molti negozi di vicinato hanno aumentato l’uso dei pagamenti digitali, con i commercianti spinti dalla necessità di assicurare il distanziamento fisico. Carte di credito, prepagate e bancomat sono usate più di prima da circa il 15-19% degli acquirenti, così come buoni sconto digitali (14% circa) e app su smartphone (14,7%). Viceversa, il contante è utilizzato da quasi il 30%. Un cambiamento nelle abitudini di acquisto e pagamento che vede il 53% degli eShopper chiedere ai negozi tradizionali di quartiere di sfruttare questo momento per cambiare in maniera

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permanente, adottando nuove forme di vendita e di dialogo, procedendo all’integrazione dei canali digitali e fisici ed eliminando il contante. Il 49% degli utenti vorrebbe infatti ordinare i prodotti a distanza e riceverli direttamente a casa; il 43% ritirare rapidamente nello store la merce comprata online e il 33% pagare solo con carte/smartphone. Una domanda di cambiamento che si scontra con un contesto dove, secondo Netcomm, su circa 280 insegne di diversi settori, solo il 79% possiede un canale eCommerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online. FASHION E ACQUISTI DIGITALI

Secondo una ricerca di Nextplora per Netcomm, le persone con maggiore confidenza digitale, dopo l’esperienza del lockdown, continuano a ricorrere maggiormente agli acquisti online di moda a scapito dei negozi tradizionali: in particolare, sono aumentati coloro che si informano e acquistano online, passando dal 18% al 24% negli utenti low digital, e dal 28% al 38% negli utenti high digital. Gli altri consumatori dimostrano invece una tendenza al ritorno al negozio, dai quali però si attendono nuove esperienze e nuovi servizi come quelli sperimentati online.

IL RUOLO DEI TOUCH POINT

Molto interessante è il ruolo dei touch point diretti della marca, che amplificano il percepito valoriale del brand negli utenti che li consultano durante il loro customer journey. Questi utenti, infatti, associano con maggior forza la capacità di essere alla moda, al passo coi tempi e affidabili ai brand con i quali interagiscono direttamente. TEMATICHE IN PRIMA LINEA: SOSTENIBILITÀ, INCLUSIONE SOCIALE E SAPER EMOZIONARE

Merita poi un approfondimento l’analisi del livello di digitalizzazione degli utenti con le loro aspettative verso la marca: se i cosiddetti utenti low digital si aspettano in primis un’attenzione a promozioni e sconti, gli high digital chiedono alle marche di essere attente a tematiche quali la sostenibilità, l’inclusione sociale e il saper emozionare. “Questa necessità di avere una relazione di partecipazione e condivisione con la marca è in linea con le nuove forme di umanizzazione del digitale che stanno emergendo, ad esempio, in Asia, dove il live streaming commerce sta diventando una modalità di shopping altamente apprezzata.” - commenta Roberto Liscia.

*** IN EVIDENZA

• Il distanziamento sociale cambia le abitudini dei consumatori online: il 93% preferisce consegne contactless. • Dopo il lockdown la frequenza di acquisto da parte degli utenti cresce del 79%. • Costi troppo elevati di gestione, complessità legate alla logistica e mancanza di competenze sono i principali ostacoli allo sviluppo di canali eCommerce per le aziende italiane. • Nel fashion i consumatori più digitali richiedono una maggiore attenzione della marca alla sostenibilità e all’inclusione sociale.

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/ NEW CONCEPT /

LO SHOWROOM DEI CAMPIONI Il caso Saint-Maclou a Parigi in Francia, una catena ormai storica nel settore dell’arredo, è un esempio di come il demodé si può rinnovare generando di nuovo un forte interesse verso i propri prodotti di Fabrizio Valente*

S

aint-Maclou è una catena francese ormai storica nel settore dell’arredo, con un assortimento che include varie tipologie di pavimenti, tessuti per la casa e per i mobili e vari accessori.

Downsizing

Per poter aprire una location in un quartiere più centrale l’azienda ha deciso di creare uno showro-

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om senza stock: in negozio sono presenti solo campioni, i prodotti vengono consegnati a domicilio in pochi giorni. Un approccio ormai consolidato nel retail che Saint Maclou sviluppa al meglio grazie a un ecosistema digitale che aiuta i clienti a costruire il proprio progetto. Grazie a schermi che utilizzano la realtà virtuale, ogni prodotto selezionato può essere visualizzato nella propria stanza e l’intero pro-


/ NEW CONCEPT /

Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 15, di Kiki Lab – Ebeltoft Group Saint-Maclou – Francia, Parigi Un brand storico, rispettabile ma un po’ demodé si rinnova aprendo un piccolo showroom nel centro di Parigi, senza prodotti, ma con tutti i campioni e i servizi che consento di scegliere con comodità. Area chiave Omni experience Tendenze complementari Downsizing Info chiave • Showroom di arredamento • 150 mq

cesso è assistito da un esperto e supportato da vari servizi: coach di arredamento, prodotti su misura, consegna e installazione. Con questo showroom Saint-Maclou, da insegna storica affidabile e tradizionale, ha generato una forte modernizzazione della propria immagine. Le tecnologie consentono ormai delle simulazioni molto realistiche e permettono ai clienti di scegliere anche senza l’esperienza diretta del prodotto finale. Con il grande vantaggio della comodità di uno spazio accogliente e di un servizio professionale. Sfida: mantenere elevati i livelli di servizi e veloci i tempi di consegna. *Founder e AD di Kiki Lab – Ebeltoft Italy

Saint-Maclou • 1963: prima apertura • 143 negozi in Francia • 1.500 mq superficie media • 1.500 collaboratori

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/ COMUNICAZIONE /

Oggi è davvero possibile interagire one-to-one fino in fondo, sapere come i consumatori percepiscono la marca e come ne parlano

LE AZIENDE SI ADEGUANO SEGUENDO I NUOVI TREND DELLA COMUNICAZIONE Senza piĂš quelle barriere che separavano i consumatori dai produttori i modelli tradizionali hanno lasciato spazio allo sviluppo di modelli di business legati al socialnetworking e ai canali interattivi orizzontali di Stefania Giuseppetti

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/ COMUNICAZIONE /

N

onostante le modalità di comunicazione delle aziende siano in continua trasformazione, i trend autunno-inverno 2020 confermano una tendenza verso la conversazione e l’interazione umana. Le attività di marketing insistono sulla necessità di trasformare pure relazioni di scambio in relazioni durature, in cui il cliente non è considerato come semplice consumatore, ma come persona. Il target non è più considerato come una massa omogenea, ma come un gruppo di persone eterogeneo, formato da singoli individui che hanno esigenze diverse tra loro, ma tutti interessati all’acquisto degli stessi prodotti o servizi. I clienti, infatti, non sono tutti uguali, ognuno di loro trasmette desideri, motivazioni, emozioni, atteggiamenti. E allora l’impresa si mette nei loro panni e comunica con una voce umana, pensa, sogna, lavora, gioca, ride, scherza e conversa alla pari con i propri acquirenti ideali. In questo contesto nasce la figura delle “Buyer Persona,” o “Customer Avatar”, ovvero degli utenti “artificiali”, che verosimilmente riflettono i diversi tipi di clienti reali, con lo scopo di rendere l’offerta migliore. Essi sono dei prototipi realistici di consumatori, con tanto di biografia e di caratteristiche individuali, e rappresentano i destinatari di tutte le azioni di marketing. Attraverso gli strumenti ‘below the web’ (come ad esempio i newsgroup, i forum, le mailing list o le chat), che sfruttano il concetto di community, le “Personas” possono perseguire l’obiettivo di un miglioramento continuo delle relazioni Human to Human (H2H). Indipendentemente dal tipo di cliente, business o consumer che sia, sarà sempre una persona a contattare l’azienda, e se l’azienda non sarà in grado di fornire risposte adeguate, la persona cercherà la risposta altrove. Il sogno dei brand manager di conoscere uno per uno il proprio target si è avverato. Oggi è davvero possibile interagire one-to-one fino in fondo, sapere come i consumatori percepiscono la marca e come ne parlano. La nascita di questo nuovo approccio “H2H” è stata facilitata dall’era digitale che, attraverso gli ambienti social, ha favorito la

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conoscenza vera dei consumatori, che ogni giorno conversano, ascoltano, contestano e santificano. Senza più quelle barriere che separavano i consumatori dai produttori, i modelli tradizionali hanno lasciato spazio allo sviluppo di modelli di business legati al socialnetworking e ai ‘canali interattivi orizzontali’ - quelli in cui lo scambio è

*** IN EVIDENZA

• I clienti non sono tutti uguali, ognuno di loro trasmette desideri, motivazioni, emozioni, atteggiamenti • Nasce il “Buyer Persona,” o “Customer Avatar”, utenti “artificiali”, che riflettono i diversi tipi di clienti reali, con lo scopo di rendere l’offerta migliore • Se in passato si cercava di attrarre il cliente migliore, ora si cerca di migliorare la relazione con quello già acquisito, riuscendo ad anticipare le sue esigenze • Per le aziende la presenza sul ‘social web’ vale ben poco se non è sostenuta da una strategia basata sul coinvolgimento delle persone

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reciproco, in cui le persone possono intervenire sia in veste di destinatari, sia in veste di emittente - sempre più caratterizzati da una forte partecipazione, spesso vissuta in tempo reale, e da una diffusa condivisione unita a uno stile informale. Se in passato si cercava di attrarre il cliente migliore, ora si cerca di migliorare la relazione con quello già acquisito, riuscendo ad anticipare le sue esigenze, o meglio ancora stimolare la nascita di nuovi bisogni, per poi poterli prontamente soddisfare. Per le aziende la presenza sul ‘social web’ vale ben poco se non è sostenuta da una strategia basata sul coinvolgimento delle persone. La differenza tra una pagina con migliaia di utenti, e una con una manciata di contatti è reale solo se quel ‘numerino’ interagisce, discute e partecipa quotidianamente. L’interazione deve basarsi sulla consapevolezza che il social web è uno spazio non controllabile e spesso usato come canale di comparazione. Non serve collezionare utenti, ma investire su di loro, perché il vero valore non è il ‘numerino’, ma è quanto quel ‘numerino’ è coinvolto e interagisce. Ed è così che, attraverso le relazioni personali, la “reputazione” e la “fiducia” si trasformano in un vero e proprio valore economico.



Il successo della rete passa anche dal suo mantenimento e dalla sua tutela

COME PROTEGGERE LA RETE

È una attività che può risultare fondamentale e vitale per la sua solidità e per la sua tutela. Si tratta di una attività che inizia sin dalla progettazione, prosegue nel corso della creazione, si esplica per tutta la fase di sviluppo e rimane costantemente presente nella fase di gestione di Mirco Comparini

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È

stato uno dei temi dibattuti nel corso di AZ Franchising Experience 2020 durante la tavola rotonda “Contratto e regole per costruire una rete di successo”. Infatti, il successo, dando per scontata la validità della formula e l’apprezzamento della stessa, passa anche e soprattutto dal mantenimento della rete, dalla sua tutela, pertanto, dalla sua protezione. La protezione di una rete non la si attua e non la si ottiene solo con un “buon contratto” in quanto non certifica certo un “buon sistema di franchising”. Si tratta di un tema molto vasto, ma una sintesi è possibile.

Le componenti per un “sistema protezione”

In una fase di progettazione (ma anche con rete “in opera”), una delle attività aziendali o consulenziali raramente attuate è l’organizzazione di quello che chi scrive chiama il “sistema protezione” di un sistema franchising. È un vero e proprio piano organizzativo concentrato su specifiche criticità normalmente presenti in tutti i sistemi di franchising. Uno dei primi elementi da analizzare è la scelta contrattuale strettamente legata alla tipologia di business che si intende replicare e alla tipologia di rapporti da avviare con gli aderenti. Non è detto che il contratto di franchising sia l’unica possibilità per la creazione di una rete commerciale e, nel caso, la puntuale analisi e la conseguente scelta delle varie alternative può certamente costituire una attivi-

tà di protezione rispetto ai vari obblighi/doveri che andranno a caratterizzare il rapporto e rispetto alle normative vigenti che regolamentano il rapporto contrattuale scelto. Nell’ipotesi in cui la scelta sia effettivamente indirizzata verso il franchising, occorrerà, ovviamente, applicare la normativa vigente, ma si dovrà prendere in considerazione anche quanto giunto nel tempo dalla giurisprudenza (cercando anche di prevenire il più possibile proprio da sfumature emergenti dalle varie sentenze), così come quanto giunto da importanti provvedimenti emanati nel tempo dall’AGCM, che si collocano al centro della materia “pubblicità ingannevole” (non afferenti al prodotto/servizio oggetto di franchising, ma ad aspetti fondamentali della struttura della comunicazione rivolta alla pubblicizzazione del sistema di franchising nella fase precontrattuale e alle modalità e alle informazioni fornite per l’“ottenimento” di adesioni). Tener conto di questi aspetti comporta la necessità di porre particolare attenzione, sia alla fase precontrattuale, sia alla fase di costruzione, ma a quella di gestione “in continuità” del sistema di franchising. Occorrerà codificare e impostare (o aggiornare) la comunicazione con la quale si intende ottenere adesioni, ma anche costruire una organizzazione gestionale che consenta di fornire effettivamente all’aderente/affiliato ciò che la norma prevede in termini di formazione, assistenza, aggiornamen-

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*** IN EVIDENZA

“Sistema protezione” del franchising: è un vero e proprio piano organizzativo concentrato su specifiche criticità normalmente presenti in tutti i sistemi di franchising • Uno dei primi elementi da analizzare è la scelta contrattuale • Occorrerà codificare e impostare (o aggiornare) la comunicazione con la quale si intende ottenere adesioni • Ulteriore elemento soggetto a decisione è una ipotesi di Business Plan • Importantissimo, inoltre, è prevedere e attivare una metodologia operativa che consenta di aver la certezza che la consegna delle informazioni precontrattuali (tutte) sia giuridicamente valida • Altro tema di particolare importanza è la presenza del know how in un sistema di franchising ed il trasferimento obbligatorio dal franchisor al franchisee

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to, documentazione, condivisione, ecc., ma anche ciò che la norma non cita (esempio informazioni oggetto di provvedimenti AGCM). Per i franchisor “start up”, ancor prima di giungere alla fase di comunicazione, occorrerà aver percorso, con una attività documentabile e comprovabile, la fase di sperimentazione della formula commerciale, una delle fasi più trascurate e che, invece, non solo in termini di legge, ma anche in termini aziendali, costituisce la fase più importante in termini di costruzione, ma anche e soprattutto, in termini di comprensione del modello di business. Importante, quindi, valutare come strutturare la comunicazione in fase precontrattuale, con delle mere e semplici (e anche “patinate”) brochure (assolutamente sconsigliabile) o strutturare un vero e proprio “plico” che costituisca un formale Documento di Informazione Precontrattuale (DIP), pur non ufficialmente previsto dalla norma. Opportuno anche inserire informazioni ulteriori e più complete e dettagliate rispetto a quelle previste dalla norma nazionale, magari attingendo alle informazioni previste da norme straniere, rispettando, quindi, anche quanto indicato dalla giurisprudenza e dai provvedimenti in materia di pubblicità ingannevole. Una tale impostazione consentirà di documentare con più efficacia la buona fede contrattuale del franchisor. Ulteriore elemento soggetto a decisione e, in caso positivo, da “calibrare” nel momento in cui lo si prevede e, quindi, lo si espone nella fase precontrattuale, è un’ipotesi di Business Plan. Tale importante documento costituisce un momento alquanto delicato nell’informazione precontrattuale, nelle aspettative, nelle promesse e nei fraintendimenti che lo stesso può generare. Importantissimo, inoltre, è prevedere e attivare una metodologia operativa che consenta di aver la certezza che la consegna delle informazioni precontrattuali (tutte) sia giuridicamente valida. Sin dalla introduzione della norma del 2004 moltissimi franchisor si sono limitati e ancora oggi molti si limitano ad inserire una clausola all’interno del contratto con la quale, per mezzo della sottoscrizione dello stesso, veniva affermato che il


franchisee aveva ricevuto le informazioni precontrattuali previste dalla norma nel rispetto dei termini della stessa e in forma completa. Si tratta di una procedura che chi scrive ha sempre ritenuto essere non idonea a soddisfare la ratio della norma, gli obiettivi e le tutele necessarie per le parti, ma direi anche “opportune”. Ciò, fino a quando, nel 2014, il Tribunale di Trento ha confermato essere, appunto, una procedura non idonea: “Si deve, inoltre, escludere che la sottoscrizione della clausola precostituita e prestampata contenuta nell’art.11 del contratto («l’affiliato conferma di aver ricevuto nei termini stabiliti copia del presente contratto corredata da tutti i documenti previsti dalla legge di cui al presente articolo») possa costituire una idonea confessione stragiudiziale in merito alla consegna di tale specifica e plurima documentazione.”. Altro tema di particolare importanza, seppur una recente Sentenza della Cassazione potrebbe generare smarrimento rispetto al consolidato orientamento della giurisprudenza, è la presenza del know how in un sistema di franchising ed il trasferimento obbligatorio dal franchisor al franchisee, elemento ritenuto come essenziale per l’esistenza stessa di un sistema di franchising. Vi è differenza tra “presenza/esistenza” e “trasferimento”. La seconda caratteristica non potrà mai avvenire in assenza della prima, ovviamente, ma potremmo essere comunque in presenza di un

trasferimento di know how però non così “consistente” e ben strutturato. Il tema know how è amplissimo, come ben noto. Per motivi di spazio, diamo per scontata la presenza nei sistemi di franchising (ma, purtroppo, non è proprio così scontata e certa) e ci concentriamo sul trasferimento. Per mettere in sicurezza tale elemento esistono almeno (come minimo, ma non bastano) due modalità delle quali abbiamo parlato spesso sulle colonne di AZ Franchising: la forma scritta (il manuale operativo, in primis) e la forma orale (la formazione iniziale e continua). La forma scritta. La consistenza del M.O. può risultare facilmente individuabile essendo un documento fisicamente tangibile. Ovvio che l’importanza stia nel contenuto e molti possono testimoniare la trasandatezza e la trascuratezza, ma anche la più innocente inconsistenza, di molti M.O.. Il confronto tra la documentazione di moltissime reti italiane con quelle straniere è la miglior prova documentale di tale gap e, infine, una telecamera nascosta potrebbe testimoniare la reazione di franchisor (potenziali e avviati) nel momento in cui sottoponi loro un esempio di M.O. di rete straniere, anche non conosciuta. La forma orale. I parametri sono e possono essere molti e diversi e occorre verificarli uno a uno, sia per quelli iniziali, sia per quelli continuativi. Un primo parametro è la durata di tali corsi, ma

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sono importanti anche la quantità e la tipologia di temi oggetto di corsi, il quantitativo di quelli obbligatori rispetto ai facoltativi, così come per gli strumenti adottati nell’erogazione, la frequenza (includendo la tipologia, i temi, ecc.) degli aggiornamenti in vigenza di contratto, le modalità di intervento per situazioni straordinarie, ecc.. Ci sono anche aspetti fondamentali molto utili alla protezione e che integrano sostanzialmente l’impostazione strutturale dei corsi: la prova dell’erogazione e la prova della partecipazione. Si ritiene intuibile, quindi, gestire questo settore con particolare cura e anche con le necessarie “formalità”. Oltre a tematiche che interessano sia la fase di costruzione/impostazione, sia quella di gestione, ce ne sono alcune che, invece, si manifestano solo in corso di vigenza dei rapporti contrattuali. È il caso dell’assistenza tecnica o commerciale, dei controlli, del supporto, della gestione di problematiche specifiche di uno o più affiliati, del supporto marketing/advertising, delle analisi sulla redditività dei singoli affiliati e l’indirizzo a miglioramenti gestionali, ecc., ecc.. È un panorama vastissimo che costituisce il motore dell’attività oggetto di franchising e che, quindi, rappresenta la vera, la sostanziale, la determinante essenza dei rapporti contrattuali tra il ruolo di franchisor e quello di franchisee. Impossibile descrivere in

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sintesi tali elementi, ma è facile immaginare, ad esempio, che la presenza di standard gestionali opportunamente richiesti contrattualmente (elemento di protezione a differenza di quanto pensino in molti) debba prevedere criteri, modalità e forme di controllo e di valutazione del modello di business che consentano di far mantenere all’affiliato (anche nel rispetto delle regole contrattuali) lo standard con il quale si ritiene debba essere gestita l’attività per fornire quella necessaria redditività (elementi che devono essere preanalizzati in fase di sperimentazione), ma anche per la tutela del marchio, dell’immagine, della reputazione, ecc.. Logico e conseguente, quindi, impostare tutte le procedure (in termini formali, documentali, con idonee risorse umane, ecc.) per l’attuazione di una tale attività che consenta di fornire prova dell’assistenza e del supporto prestato all’affiliato nel rispetto della collaborazione cooperativistica tipica del contratto di franchising. A questo punto, seppur quanto sopra costituisca una descrizione certamente non esaustiva, possiamo passare a citare l’elemento formale e giuridico per eccellenza: il contratto. Un “buon contratto” non garantisce un “buon sistema di franchising” e viceversa. In troppi ritengono che tutto si risolva o si possa risolvere con un “buon contratto” (cioè, presenza


di formalità), ma integrando tale richiesta con un “che sia un contratto semplice” (di norma significa di pochissime pagine, per risparmiare o “per vendere meglio”), non prendendo in considerazione neanche minimamente il contenuto del proprio modello di business, la sua redditività, la sua replicabilità, le sue regole, ecc. (assenza di sostanza). È una frequente realtà alla quale in molti possono trovarsi innanzi e che risulta essere assolutamente e completamente infondata, sia in termini legali, sia in termini aziendali. Preliminarmente il contratto deve essere strutturato in forma e sostanza coerente con l’impostazione dell’intero sistema di franchising e, in primis, del Manuale Operativo (ma non solo), il quale non può essere certo carente di informazioni operative e per l’intera gestione dell’attività persino per l’intero ciclo di vita dell’attività (dall’apertura alla possibile chiusura). Esempio, è inutile che il contratto citi forme di assistenza e controllo sull’attività dell’affiliato con penali per quello inadempiente, se queste attività poste a carico del franchisor sono superficiali, sporadiche o, esempio, solo a distanza, ma è anche dannoso che questa casistica e questo aspetto gestionale non sia previsto, citato e regolamentato, sia nel sistema di franchising, sia nel contratto, nonché nel M.O.. Altro esempio. Assurdo e strategicamente errato non regolamentare contrattualmente da subito l’ipotesi di possibile subingresso del punto vendita. Gli esempi possono essere moltissimi e, proprio per questo, un contratto di franchising non può e non deve essere di poche pagine, come ben sanno e ben hanno metabolizzato in paesi più “maturi”. Infine, giusto per dare un senso di completezza al ciclo “protezione di una rete”, è obbligo citare l’importanza di ottenere una “certificazione della rete”, attualmente rilasciata in Italia solo dall’organismo Bureau Veritas. Si tratta di una procedura che, sulla base di un protocollo preliminarmente definito, analizza e controlla tutte le caratteristiche del sistema di franchising e fornisce la certificazione dell’effettiva presenza e dell’effettiva gestione con specifici metodi e elementi, inclusi quelli legali. L’importanza di tale documento, ol-

tre a costituire un vantaggio competitivo sul mercato e verso i molti stakeholders, può costituire una consistente prova della valida impostazione e gestione aziendale del sistema di franchising in quanto un soggetto terzo, indipendente e autonomo dal franchisor e che svolge la professione di “ente certificatore” in tutto il mondo, fornisce una attestazione che una serie di elementi e caratteristiche sono ben impostate, ben presenti e attuate all’interno del sistema, costruendo un importante barriera ad eventuali “attacchi legali” da parte di franchisee, non rimuovendo, ovviamente, casi di altre tipologie di inadempienze. Conclusioni

Acquisire e metabolizzare un concetto di carattere professionale: prevenire è meglio che curare. È un concetto professionale alquanto semplice che, reso noto dal settore sanitario, da sempre vige (dovrebbe) anche nel settore giuridico-legale, ma anche imprenditoriale. È una filosofia operativa, un criterio con il quale affrontare, nel rispetto dell’imprevedibile e dell’imponderabile, le varie fasi di un percorso impegnativo, rischioso (il rischio di impresa proprio e il rischio di impresa altrui). Nel caso specifico, si tratta di un concetto che qualsiasi consulente esterno all’impresa dovrebbe fornire, anche andando contro a specifiche volontà del committente l’incarico, senza adattarsi alle volontà di imprenditori che cercano scorciatoie impervie.

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Prima di affiliarsi e quindi scegliere il proprio franchising i potenziali affiliati dovrebbero (almeno) porsi delle domande

IL DECALOGO PER ASPIRANTI FRANCHISEES Gli aspiranti affiliati dovrebbero però avere ben chiaro in mente che lo svolgimento di un’attività commerciale comporta dei rischi e che l’affiliato, come in ogni attività di impresa, assume su di sé il relativo rischio imprenditoriale. Le 10 regole d’oro

di Alessandra Sonnati*

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I

n momenti di incertezza come quello attuale il franchising continua ad essere un valido strumento per chi è alla ricerca di possibilità di impiego alternative. Gli aspiranti affiliati dovrebbero però avere ben chiaro in mente che lo svolgimento di un’attività commerciale – anche se svolta all’interno di una rete in franchising – comporta dei rischi e che l’affiliato, come in ogni attività di impresa, assume su di sé il relativo rischio imprenditoriale. Qui di seguito abbiamo redatto una sorta di decalogo per aspiranti franchisees, con le domande che gli aspiranti affiliati dovrebbero (almeno) porsi prima di scegliere un franchising.

1. Cosa prevede la normativa sul franchising? Per chiunque voglia intraprendere un’attività in franchising è fondamentale conoscere la normativa di riferimento.

3. Quali sono i requisiti richiesti ai potenziali affiliati?

In Italia il franchising è regolato dalla legge 129/2004, che definisce il contratto di franchising, regola i contenuti minimi del contratto e prevede specifici obblighi di informativa in capo all’affiliante. Le previsioni di cui alla legge sul franchising dovranno poi essere integrate con la specifica normativa che regolamenta il settore di riferimento.

Per poter confermare il proprio interesse e per poter valutare se l’attività proposta risponde alle proprie esigenze, sarà opportuno conoscere quali sono i requisiti richiesti ai potenziali affiliati, in termini di esperienza, capacità finanziaria, titoli di studio, ecc. e come si svolgerà il processo di selezione.

2. Quali costi comporta l’avvio di un’attività?

Sempre in via preliminare, sarà poi importante sapere se nella propria città esistono dei punti vendita affiliati alla catena individuata e in che zone. Ciò consentirà di effettuare una prima valutazione sulle prospettive di successo ed eventualmente di visitare i punti vendita affiliati.

Tra i costi necessari per avviare l’attività rientrano sicuramente i costi relativi agli investimenti specifici alla relazione contrattuale (come nel caso degli arredi, delle attrezzature o dei macchinari necessari allo svolgimento dell’attività oggetto del franchising). Ci sono però anche tutta una serie di costi che non dipendono dall’affiliante, ma che l’aspirate affiliato dovrà comunque sostenere, al pari di chiunque si accinga ad avviare un’attività autonoma. Mi riferisco ad esempio ai costi per l’eventuale costituzione della società, all’ottenimento dei permessi o delle licenze necessarie, quelli relativi al personale di cui necessiterà, ai costi dei consulenti (commercialisti, consulenti del lavoro) e altro. Altri costi ancora varieranno invece in relazione alle condizioni soggettive dell’aspirante affiliato: se esso è proprietario dei locali che utilizzerà per lo svolgimento dell’attività o se li deve prendere in locazione; se saranno necessarie opere di ristrutturazione, se dispone delle risorse economiche necessarie o e dovrà chiedere un finanziamento e così via.

4. Nella mia città ci sono già dei punti vendita affiliati?

5. Ho valutato il contratto che mi è stato proposto?

Il rapporto di franchising passa attraverso una fase pre-contrattuale articolata e legislativamente regolata. La legge sul franchising disciplina infatti quali sono le informazioni che devono essere fornite all’aspirante affiliato, prevedendo che il contratto e le informazioni vengano fornite all’aspirante affiliato almeno 30 giorni prima della stipulazione del contratto. Tale termine è stato pensato proprio per dare all’aspirante affiliato il tempo per acquisire piena conoscenza del contratto e del contenuto dei reciproci obblighi. Fondamentale sarà quindi valutare bene il contratto proposto, avendo ben chiaro quelle che sono le proprie aspettative. Importante sarà analizzare in dettaglio le singole clausole

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del contratto, con l’aiuto di un consulente o di un esperto di propria fiducia. 6. Ho valutato il contenuto dell’informativa pre-contrattuale?

Altrettanto fondamentale sarà valutare il contenuto dell’informativa precontrattuale. L’art. 4 prevede che l’affiliante, unitamente al contratto, debba consegnare all’aspirante affiliato anche le seguenti informazioni: a. principali dati relativi all’affiliante; b. indicazione dei marchi utilizzati nel sistema, con gli estremi della registrazione o della licenza concessa all’affiliante dal terzo; c. sintetica illustrazione degli elementi caratterizzanti l’attività; d. lista dei punti in affiliazione e diretti operanti nel sistema; e. indicazione della variazione, anno per anno, del numero degli affiliati con relativa ubicazione negli ultimi tre anni; f. eventuale indicazione dei procedimenti giudiziari o arbitrali promossi nei confronti dell’affiliante e conclusisi negli ultimi tre anni relativamente al sistema di affiliazione commerciale. Come è agevole desumere, si tratta di una serie di informazioni che, se lette complessivamente, consentono di poter valutare l’andamento della rete, la sua affidabilità, il grado di litigiosità, e così via. 7. Devo farmi consegnare un business plan?

Il business plan non è ricompreso tra le informazioni che l’affiliante è tenuto a fornire all’aspirante affiliato. Nella prassi tuttavia è abbastanza frequente che l’affiliante consegni all’affiliato un business plan, o che sia l’aspirante affiliato a richiederlo. Se viene fornito un business plan, sarà senz’altro utile sottoporlo ad un consulente di propria fiducia, tendo tuttavia a mente che i risultati di qualsiasi attività economica sono variabili in relazione a molteplici fattori quali, ad esempio, la situazione economica generale, il territorio, l’organizzazione e le capacità imprenditoriali dell’affiliato stesso. 8. Quali informazioni aggiuntive è bene chiedere?

Il primo consiglio è quello di chiedere il maggior numero di informazioni possibili sull’affiliante: grazie infatti alla lettura di dati quali l’anno di fondazione, l’anno di inizio della formula in fran-

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chising, il capitale sociale attuale, i soci e i bilanci della società, al potenziale affiliato sarà possibile valutare la solidità (anche finanziaria) dell’affiliante. Un altro consiglio è quello di chiedere, nel caso in cui non venissero forniti, i recapiti degli affiliati già operanti nel sistema, al fine di contattarli onde acquisire le informazioni che possono servire a controllare la veridicità delle informazioni ricevute dall’affiliante. L’aspirante affiliato potrà inoltre chiedere all’affiliante quei dati che comprovino che la formula commerciale propostagli è stata sottoposta alla sperimentazione. 9. Che tipo di formazione mi viene offerta?

Un altro elemento utile è rappresentato dal tipo di formazione proposto dall’affiliante, soprattutto se l’aspirante affiliato non ha esperienza nel settore. 10. Quali sono i corrispettivi richiesti dall’affiliante?

Infine, è opportuno considerare quali sono i corrispettivi richiesti dall’affiliante non solo in termini di royalties, ma (soprattutto) gli altri corrispettivi contrattualmente dovuti ad esempio per la promozione e pubblicità da parte dell’affiliante, per i servizi prestati dall’affiliante (per la formazione, per la consulenza e così via) e valutare attentamente il prezzo di cessione dei beni. *Avvocato - Frignani e Associati Studio Legale



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L’INTERRE GN O Una terza via p er l’ It a lia e l’ E u ro p a Autore: Gustavo Piga Editore: Hoepli Pagine: 192 Prezzo: € 19,90 Una narrazione brillante e originale di quella che si è dimostrata essere la più grave e prolungata crisi economica del nostro Paese, proprio durante gli anni di avvio del grande progetto europeo della moneta unica. L’Europa è sotto assedio? O questa sua estrema fragilità è semplicemente interna? Nel giro di poco più di un decennio due crisi, una economica e l’altra sanitaria, ambedue globali, hanno scosso le fondamenta del Vecchio Continente ben di più di quelle delle altre nazioni. Forse perché nazione ancora non è, l’Unione europea è percorsa da fremiti opposti, che la tirano in opposte direzioni: da un lato i sovranisti anti-euro, dall’altro gli unionisti cosmopoliti. A ben vedere non è una storia nuova: la storia della costruzione di federazioni di stati diversi che cercano di unirsi insegna che questi periodi instabili di interregno sono sempre esistiti, e l’esito finale non è mai possibile darlo per scontato. Attraverso un registro “metaforico” che agevola la comprensione di alcuni temi teorici o tecnici, L’interregno ripercorre questo decennio europeo, denso di conflitti mai sopiti che riemergono all’orizzonte, suggerendo una terza via, l’unica, capace forse di mettere in salvo l’Europa e la sua agognata pacificazione. Una via che mette al centro della soluzione (e non del problema) il nostro Paese: perché – come dimostra il libro - non ci può essere Europa senza Italia. MANAGER PE R FE D E . La favo la m ia Autore: Umile Molino Editore: Le Lettere Pagine: 136 Prezzo: € 14,50 Quasi fosse un romanzo, Manager per fede racchiude in sé una preziosa esperienza di vita e utili consigli sulla gestione delle risorse umane e sui segreti della vendita. Ti mostrerà l’essenza più intima e la precisa impronta del vero Leader, che non è mai mosso dal freddo calcolo o dal puro interesse, ma dalla vera passione e dal sincero desiderio di aiutare gli altri. Sei davvero interessato a conquistare il tuo prossimo? Questo libro ti indicherà la strada migliore da percorrere per realizzare il tuo sogno. Conoscerai i segreti di una buona trattativa, qualunque sia il prodotto o il servizio che proponi. Le fonti che hanno ispirato l’autore non derivano dalla lettura di opere su comunicazione e marketing, ma al contrario nascono dai marciapiedi della vendita.

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BRAND AC T IV ISM Dal purp o s e a ll’a zio n e Autore: Philip Kotler - Christian Sarkar Editore: Hoepli Pagine: 224 Prezzo: € 24,90 Il purpose è il nuovo concetto del marketing e Brand Activism è il testo di riferimento per capire quali strategie le imprese sono chiamate a mettere in atto per trasformare i valori del bene comune e della sostenibilità da semplici slogan a realtà. Questo libro, scritto a quattro mani da Philip Kotler e da Christian Sarkar, spiega alle aziende come passare dall’assunzione di responsabilità sociale (il purpose del sottotitolo) all’azione (per generare valore) e dall’azione al racconto. I capitoli del volume analizzano il Brand Activism andando in profondità: si parte dalla sua definizione e, passando attraverso diverse prospettive (CEO, impiegati, clienti), si arriva alla definizione di una strategia. Completano questa analisi alcune “voci dal fronte”, testimonianze dirette di cosa voglia dire fare Brand Activism oggi. Paolo Iabichino – direttore creativo e fondatore dell’Osservatorio Civic Brands, con Ipsos Italia - nella Prefazione contestualizza in chiave temporale il percorso della comunicazione e del marketing verso il purpose e auspica un quanto mai veloce passaggio all’azione come sfida principale del futuro per le imprese. S UPERT HIN KIN G Il grand e lib ro d ei m o d elli m en t a li Autore: Gabriel Weinberg - Lauren Mccann Editore: Hoepli Pagine: 352 Prezzo: € 24,90 SuperThinking è una divertente guida illustrata a ogni modello mentale di cui si possa mai aver bisogno per risolvere problemi, prevedere eventi e prendere decisioni. Ecco solo alcuni esempi dei modelli mentali presenti nel libro per attivare schemi e scorciatoie per ridurre la complessità e separare le buone idee da quelle cattive. • Quando la lista delle cose da fare è diventata troppo lunga, è necessaria la Matrice decisionale di Eisenhower per stabilire le giuste priorità. • Il modello dei 5 Perché per capire meglio le motivazioni altrui o per trovare la causa di fondo di un problema. • Prima di convincersi che qualcuno sta cercando di sabotare un progetto, provare con il Rasoio di Hanlon per scoprire se c’è una spiegazione alternativa. • Applicare le Funzioni costrittive, come le riunioni in piedi o le scadenze, per preparare il terreno in vista dei cambiamenti che si desiderano. • Per chi deve prendere una decisione difficile o vuole capire una situazione complessa, SuperThinking è una risorsa preziosa per fare le scelte giuste e sviluppare idee intelligenti grazie a nuovi modelli mentali.

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APPUNTI RETAIL In questo numero: Per accedere più rapidamente e in sicurezza alle funzioni di navigazione, multimedia e comunicazione l’app Alexa ha introdotto una modalità “auto” con comandi semplici ed intuitivi. Da Messenger sarà possibile contattare direttamente un utente Instagram senza possedere alcun account di quest’ultima piattaforma perché è nata un’unica app di messaggistica per entrambe le piattaforme. Inoltre, per la formazione c’è una piattaforma di apprendimento online con oltre 130.000 corsi video tenuti da insegnanti esperti. Si chiama Udemy.

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WHATSAPP BUSINESS, IN ARRIVO GLI ACQUISTI IN-APP “La pandemia che stiamo vivendo ha dimostrato chiaramente che le aziende hanno bisogno di metodi alternativi per interagire con i clienti e concludere le vendite in modo veloce ed efficiente. A tal proposito, WhatsApp si è rivelata una risorsa utile ed efficace, e ogni giorno oltre 175 milioni di persone inviano messaggi ad account WhatsApp Business. Una nostra ricerca ha rivelato che i clienti preferiscono inviare un messaggio alle attività per ottenere assistenza e sono più propensi a completare l’ordine quando questa opzione è disponibile” si legge nell’articolo pubblicato sul blog aziendale di WhatsApp (Facebook). I programmatori stanno lavorando a nuove funzionalità per visualizzare i prodotti disponibili e completare l’acquisto direttamente dalla chat. Speriamo di utilizzarle presto!.

AMAZON AGGIUNGE LA NUOVA MODALITÀ AUTO ALL’APP ALEXA Amazon ha deciso di aggiornare la sua app Alexa introducendo una modalità “auto” con comandi semplici ed intuitivi per accedere più rapidamente e in sicurezza alle funzioni di navigazione, multimedia e comunicazione. La nuova modalità auto sarà disponibile per gli utenti degli Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, India, Italia, Spagna, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda nelle prossime settimane.

È NATA LA NUOVA APP SOLIDALE “AIL EVENTI” L’Associazione italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma ha affidato ad Almaviva la realizzazione della nuova applicazione mobile per un accesso diretto al mondo associativo. Nasce così Ail Eventi, un’iniziativa che coniuga innovazione, tecnologia e solidarietà. L’applicazione è già disponibile negli store digitali.

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MESSENGER E INSTAGRAM SEMPRE PIÙ UNITE Presto si potrà utilizzare un’unica app di messaggistica per entrambe le piattaforme. Questa possibilità permetterà agli utenti di non dover necessariamente scaricare due applicazioni. Per esempio da Messenger sarà possibile contattare direttamente un utente Instagram senza possedere alcun account di quest’ultima piattaforma.

4,4/5 UDEMY, PIATTAFORMA DI APPRENDIMENTO Udemy è una piattaforma di apprendimento online con oltre 130.000 corsi video tenuti da insegnanti esperti. Sono disponibili corsi su moltissimi argomenti, dai linguaggi di programmazione come Java a lezioni per lo sviluppo personale in progettazione, disegno, scrittura e yoga. Udemy offre sia corsi gratuiti che a pagamento dai costi comunque moderati.

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IDEE E POTENZA DELLE IMMAGINI, QUESTO È PINTEREST Pinterest è una gallery di immagini che ti aiuta a scoprire e “salvare” idee. Ogni giorno, milioni di persone nel mondo usano la app Pinterest per cercare ispirazioni di design e arredamento, consigli per il fitness e molto altro. Durante la pandemia da Covid-19 l’app ha seguito una policy molto severa sulla condivisione di messaggi relativi alla situazione, l’azienda ha seguito le indicazioni del Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti per capire quando fosse il caso di agevolare i contenuti che riguardassero le mascherine e quando invece frenarli.

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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate. PIZZALONGA AWAY www.pizzalongaway.it/franchising Pizzalonga away è una catena di pizzerie da asporto nata nel 2004. Sul sito ufficiale del brand c’è una pagina dedicata a sta cercando informazioni per avviare un punto vendita Pizzalonga away con la modalità del franchising. Il brand è molto attento alla selezione del potenziale affiliato e indica i valori che devono contraddistinguere il potenziale franchisee: gestione, fedeltà e passione. La sezione è bocciata perché non si trovano informazioni utili per chi vuole avere maggiori informazioni circa le condizioni di affiliazione. OLMAR POINT www.o l mar 1 957. i t/f ra nchi si ng Il brand nella sezione del sito dedicata al progetto franchising indica 10 punti o meglio step per aprire un Olmar Point: studio di fattibilità, la location, fotografie, sopralluogo, progettazione, adeguamenti, consegna degli arredi, formazione, inaugurazione, assistenza e supporto. Bella l’idea di dividere in punti chiave ma è utile approfondire alcuni aspetti con il potenziale franchisee già in sede della raccolta del leads. Il form di raccolta informazioni è completo e utile per profilare già il contatto raccolto. Con qualche approfondimento, la sezione sarebbe sicuramente promossa, ma per ora è rimandata.

• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile

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MENSILE - ANNO XXII - N. 11/12 NOVEMBRE/DICEMBRE 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: info@azfranchising.com UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@azfranchising.it STAMPA Pixartprinting S.p.A. via 1° Maggio, n.8, 30020 Quarto d’Altino (VE), Italia DISTRIBUTORE PER L’ITALIA MEPE – Distribuzione Editoriale S.p.A. Via E. Bugatti, 15 20142 Milano MI IMPAGINAZIONE Adasto - www.adasto.com

Hanno collaborato con noi: Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Alessandra Sonnati, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente, Francesca Paleari, Federico Vasoli




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