2017
ANNO: XIX
€
5.00
GIUGNO NUMERO: 06
ESCLUSIVA
42
MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA
COME RICONOSCERE LE RETI DI SUCCESSO. LE CINQUE LEVE DI AZ.
OCCHIO ALLA LEGGE
74
QUANT’È DAVVERO IMPORTANTE IL KNOW-HOW?
NOTE LEGALI
82
FRANCHISOR/FRANCHISEE: ATTENZIONE A WHATSAPP
WWW.AZFRANCHISING.COM
YAMAMAY, LA MIA FAMIGLIA, IL MIO MONDO
LA VITA PRIVATA, QUELLA PROFESSIONALE, I SUCCESSI E I TRAGUARDI DI BARBARA CIMMINO. LA RESPONSABILE DEL COMPARTO DI RICERCA E SVILUPPO DI INTICOM RACCONTA DAL DI DENTRO UNO DEI BRAND ITALIANI PIÙ CONOSCIUTI AL MONDO.
EDITORIALE «Può darsi non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla». Martin Luther King
Storie di successo, di sacrifici coronati dal raggiungimento di grandi traguardi, di intuizioni e di svolte. È quello che ci piace raccontare da sempre nelle pagine di AZ Franchising perché pensiamo che possano essere da stimolo per i tanti piccoli imprenditori che saranno i grandi protagonisti del domani. La storia di Yamamay, che conosciamo bene avendo avuto la fortuna e l’onore di raccontarla fin dagli esordi di piccola azienda con una manciata di dipendenti, ci insegna che vincenti si nasce. E non per qualche disegno divino, ma perché si hanno nel DNA quegli elementi di innovazione, di apertura alle sfide del domani, di flessibilità e sguardo periferico che serviranno per superare un passo alla volta tutti i vari step di crescita. Potrete leggere nelle parole di Barbara Cimmino, responsabile del settore di Ricerca e sviluppo del marchio e sorella di quel Gianluigi che nel 2001 fondò Yamamay con il marito di lei Francesco Pinto, il desiderio di dare sempre tutto per la famiglia e l’azienda, l’attenzione verso i dettagli, il desiderio di lanciarsi in nuove sfide senza mai perdere di vista le radici. Potete leggerci i valori, quindi. Perché un’azienda senza valori ha poco da dire e poco da insegnare. Soprattutto in un’azienda in franchising dove le esigenze a cui bisogna dare risposta non sono solo quelle dei clienti finali, ma anche degli affiliati. Valori ma anche originalità. Con la grande crisi ormai alle spalle, ci siamo lasciati dietro anche un sistema imprenditoriale che viveva grazie al “copia-incolla” dell’idea di successo “perché i consumatori spendono comunque”. L’era di internet ha cambiato per sempre le dinamiche di consumo e, anche con qualche euro in più in tasca rispetto al recente passato, ormai il consumatore i soldi li dà solo a quell’azienda che lo saprà conquistare con le sue innovazioni, con la sua lettura attenta dei trend, con la sua voglia, perché no, di saper cambiare e adattarsi. Com’è successo a un’altra realtà storica italiana, la IMAC Spa. Che da grande produttrice di scarpe qual era e qual è, non ha avuto timore di puntare sul retail con Igi&Co e con Primigi, che acquisì nel 2001 per entrare nel mondo del bambino. Il mercato sarà sempre più appannaggio di quelle imprese, come quelle che abbiamo appena citato, che intravedono l’occasione e vanno a prendersela. Con i piedi ben piantati a terra, ma vanno a prendersela, anche se ciò comporta abbandonare zone di confort o posizioni privilegiate. E intanto gli orizzonti si allargano, le aziende italiane del retail hanno necessità di crescere all’estero e di cercare master e investitori che sempre più spesso chiedono un ruolo operativo. Così la catena del valore si allarga, le strutture organizzative interne vanno modificate e i vecchi modelli accantonati. È qui che la frase di Martin Luther King entra in campo e illumina la strada maestra per l’imprenditore moderno: avere la forza di cambiare, di modificare, di correggere. Insomma, di migliorarsi sempre.
Fabio Pasquali Direttore responsabile f.pasquali@azfranchising.it
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AZ FRANCHISING
GIUGNO 2017 NEW ENTRY
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NEWS
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NEWS COMUNICAZIONE
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IL PERSONAGGIO
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Barbara Cimmino “Da una stanza al mondo. Così ho visto crescere Yamamay. E i miei figli”
LE PROPOSTE
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La nuova frontiera del libro secondo Mondadori Retail
PAROLA ALL’AFFILIATO
26
AW LAB, un marchio giovane per un giovane imprenditore
30
… E alla fine arriva Primigi
FOCUS
34
Pet business, se la tua idea imprenditoriale cammina su quattro zampe
ESCLUSIVA
42
Come riconoscere un franchising vincente? Le 5 leve ideate e registrate da AZ Franchising
LE SCHEDE
46
TREND MERCATI ESTERI
56
Medio Oriente e Asia, dove e perché aprire in franchising
TECH & RETAIL
61
Connessi e integrati: ecco i nuovi consumatori
66
Questi virus vi faranno piangere
COMUNICAZIONE
70
Tutte le tendenze in un logo
OCCHIO ALLA LEGGE
74
Ma è così importante il “saper fare”?
NOTE LEGALI
78
Siamo davvero preparati per fare franchising?
82
L’affiliato è libero di criticare la casa madre? Sì, ma…
85
Vince la libertà di espressione. Ma ad alcune condizioni
AGENDA
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APPUNTI RETAIL
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UP&DOWN
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/ I L P E R S O N AG G I O /
“
Barbara Cimmino, 48 anni, una vita nell’azienda di intimo
DA UNA STANZA AL MONDO. COSÌ HO VISTO CRESCERE YAMAMAY. E I MIEI FIGLI
”
Gli inizi da zero, le scelte difficili, l’esempio del padre Luciano e le nuove sfide globali e della tecnologia. La responsabile del comparto Ricerca e Sviluppo racconta dal di dentro la storia di una delle aziende italiane più conosciute al mondo
Quello che ti rimane dopo oltre un’ora di intervista con Barbara Cimmino è la sensazione che sia quasi riduttivo partire dal suo ruolo aziendale: responsabile del comparto di ricerca e sviluppo, qualità e collezioni continuative di Inticom, azienda proprietaria della rete di negozi di intimo Yamamay. D’altronde come fare a catalogare, incasellare e regimentare una che non è solo manager e imprenditrice, ma anche figlia cresciuta con l’esempio del padre Luciano? Che non è solo rappresentante di una delle aziende italiane più conosciute al mondo, ma anche mamma di tre figli e moglie innamorata? “Sono una donna” esclama con quel tono di chi dietro un’affermazione apparentemente didascalica ci vede tante vite di mogli e mamme, come lei, divise fra casa e lavoro. E di chi scorge i segni di un mutamento della società italiana. “Le donne stanno prendendo consapevolezza che non devono trasformarsi in maschi per far carriera. E gli imprenditori stanno iniziando ad apprezzarle
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non solo per alcune delle loro caratteristiche peculiari, come la capacità di essere multitasking, ma nella loro globalità di mamme che hanno necessità particolari e diverse rispetto ai colleghi uomini”. Quarantotto anni (“non sono una di quelle a cui dà fastidio indicare la propria età”), a 32 trasferitesi da Napoli a Gallarate, nel varesino, Barbara Cimmino ritorna con la mente a quei giorni del 2001, quando il fratello Gianluigi e il marito Francesco Pinto danno vita al marchio Yamamay, prendendo il nome da una farfalla tipica di un arcipelago del Giappone decantata da molti scrittori per la sua bellezza. “Oggi è di moda parlare di startup, ma allora lo eravamo davvero. Rido quando penso che oggi contiamo 2mila dipendenti e che allora i 3/4 nostri collaboratori entravano tutti in una stanza. Tutto parte un’idea di mio fratello - amministratore delegato dal 2012 - e spinti dall’esempio di nostro padre che ci ha sempre spronato a evolverci. Basti pensare a che cosa ha fatto lui
/ I L P E R S O N AG G I O /
con Original Marines, quando intuì i cambiamenti dell’abbigliamento spostandosi da un’attività principalmente all’ingrosso alla vendita al dettaglio, con la costituzione di una rete franchising”.
Correva l’anno 2001 Barbara Cimmino, in qualità di madre le sembra azzardato considerare Yamamay come un bambino?
“Assolutamente no. E non solo Yamamay. Anche i prodotti che vendiamo li considero alla stregua di figli che vanno coccolati, curati, allevati fino a che non sono capaci di sbrigarseli da soli. Fuor di metafora, di vendersi da soli”. Un bambino vive varie tappe di crescita. Così l’azienda?
“Direi che si sovrappongono perfettamente. Come un bambino a 3 anni possiede già un carattere e una personalità ben formata, così Yamamay - ma credo che il discorso valga per tutte le altre - si è data un assetto pressoché definitivo nei primi 36-48 mesi. La struttura che ci ha permesso di arrivare a 100 punti vendita è infatti quella che ci ha guidato fino alla soglia dei 500 circa 8 anni dopo. A quel punto Yamamay ha dovuto operare un ulteriore scatto di crescita. Che è significato dotarsi di una struttura più internazionale, votata allo sviluppo in nuovi mercati. Ma ribadisco un punto: così come nel caso di un figlio da educare, anche nel caso di un’azienda se sbagli nei primi anni di vita dopo è arduo recuperare e rischi di trovarti per le mani una realtà già compromessa. Ritengo fondamentale per governare la complessità di questi anni di fortissima accelerazione sociale e tecnologica, ancorare l’azione dell’imprenditore (e quindi dell’impresa) a valori chiari e condivisi. Solo in questo modo l’organizzazione conosce costantemente la direzione da seguire e diventa naturale essere allineati verso il raggiungimento di uno scopo comune. L’attenzione al cliente, al prodotto, all’ambiente rappresentano alcuni valori non negoziabili per Yamamay”.
BARBARA CIMMINO
La mattina, quando si sveglia…
“… Il mio primo pensiero va a questa comunità che è Yamamay. Dipendenti, collaboratori, affiliati, tutte persone verso le quali cerco di essere la più empatica possibile. Vede, rispetto a qualche decennio fa l’imprenditore deve fare uno sforzo in più, quello di condividere le informazioni e collaborare con la propria squadra. Dare l’esempio a tutti i propri dipendenti con la propria dedizione e con un maggiore spirito di
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/ I L P E R S O N AG G I O /
mamay, quello più grande è la rapidità nelle decisioni e la perfetta distribuzione delle competenze fra tutti i componenti del nucleo famigliare. Dall’altra parte, soprattutto quando cresce tanto, una realtà aziendale di stampo famigliare deve sapere quando e come affidare a una personalità esterna, pur avendo respirato l’aria di famiglia, al quale affidare responsabilità e mansioni adatte a far fare uno scatto a tutti”.
LE NUOVE TECNOLOGIE Nel frattempo la rivoluzione digitale ha sconvolto un po’ tutto.
collaborazione e condivisione permette all’azienda di essere più forte. L’imprenditore non si deve limitare solo a pagare lo stipendio”. Lei ha lavorato per molti anni come responsabile della formazione per Inticom-Yamamay? I motivi di questa scelta?
“Per sei anni ho seguito ogni aspetto formativo che considero ancora oggi centrale per un’azienda come la nostra che commercializza prodotti così complessi. E considero la creazione dell’Academy un fiore all’occhiello. Ha formato tante generazioni di affiliati che è bello rincontrare dopo anni ancora legati a quest’azienda e ai suoi valori. Con il tempo l’Academy si è ingrandita e oggi è rivolta sia al personale interno che agli affiliati, con lezioni in aula e on the job su varie materie, dalle tecniche di comunicazione e vendita, alle letture delle stampe commerciali, dalla merceologia ed il prodotto fino al visual merchandising e all’informatica del punto vendita”. Lei ripete spesso dell’importanza della famiglia, anche in ambito aziendale. Qual è la forza di una società da famiglia rispetto alle altre?
“Delle aziende familiari si rilevano spesso le criticità, che ovviamente non mancano. Ma se devo pescare fra i tanti vantaggi della gestione famigliare di Ya-
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“Già. Ha costretto tutti a pensare e ad agire in modo veloce, dai processi all’organizzazione aziendale. Consideri che sono nata nel 1969, che ho iniziato a lavorare con il telex e pensi allo shock nel doversi adattare alle nuove tecnologie. Rispetto a queste credo che i nati negli anni 70, come mio fratello Gianluigi, si siano adattati meglio”. Perché?
“Per una ragione di filosofia di vita, credo. Io vivo tanto nel passato e, quasi per compensare ciò, ho alle volte degli slanci in un futuro lontano. Gianluigi condivide con gli altri nati negli anni 70 la tendenza a vivere molto il presente, capendolo, studiandolo, intuendone i leggeri cambiamenti da tradurre nelle politiche aziendali. Aggiungo che vi è una tale proliferazione di nuove tecnologie e nuovi modi di utilizzare informazioni e connessioni tra le aziende che il modo più moderno