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4.1 Agricoltura

Agricoltura e Verde

4.1 Agricoltura LA SITUAZIONE OGGI

L’agricoltura104 è una componente importante del PIL italiano: il valore aggiunto del settore è di 31,3 mld di euro nel 2020, ed è il più alto in Europa, infatti supera i 30,2 mld di euro della Francia e i 29,3 mld di euro della Spagna104 .

In termini di emissioni di CO2, però, l’agricoltura in Europa rappresenta, in media, solo il 2,3% delle emissioni totali. In Italia, l’incidenza è dell’1,7%, pari a meno della metà della quota olandese105. Questo per dire che i buoni risultati dell’agricoltura italiana, migliori della media dell’UE, consentono di evitare misure stringenti volte alla drastica riduzione delle emissioni di CO2 e suggeriscono di porre l’attenzione sulle concrete opportunità che esistono al fine di fare leva sulla sostenibilità ambientale per migliorare ulteriormente le condizioni economiche e strutturali delle aziende agricole nella loro più ampia accezione.

Come mostra il diagramma a seguire, le principali cause di tutte le emissioni inquinanti nell’agricoltura e nell’allevamento sono gli effluenti degli allevamenti (ovvero la fermentazione enterica106 dei ruminanti e la

104Fonte: Istat 2020 105Fonte: IEA (International Energy Agency) 106La fermentazione enterica è il processo che nello stomaco degli animali ruminanti scompone i carboidrati in molecole semplici che possono essere digerite

Il metano è prodotto dalla fermentazione enterica durante la digestione degli animali. Fonte: FAO

gestione delle deiezioni) e l’utilizzo di fertilizzanti sui suoli agricoli.

Le attività agricole e le emissioni di gas serra

Fonte: Rapporto “Focus sulle emissioni da agricoltura e allevamento” di ISPRA

Fermentazione enterica

Suoli agricoli

Gestione delle deiezioni

Coltivazione del riso

Applicazione di urea e calce

Combustione delle stoppie

In particolare, sia gli effluenti degli allevamenti sia l’utilizzo dei fertilizzanti causano grande produzione di ammoniaca. Infatti, le emissioni di ammoniaca del settore agricolo rappresentano più del 90% delle sue emissioni nazionali 107. Una volta liberata in atmosfera, l’ammoniaca si lega con altri elementi per diventare “particolato secondario”, o più comunemente chiamato polvere sottile. Se si considera il complesso di particolati primari (ovvero le polveri sottili emesse direttamente dalle auto e dalla combustione della legna) e secondari, l’agricoltura è il secondo responsabile di questo tipo di inquinamento (15%), dopo il riscaldamento (38%), ma prima di industria (11%) e trasporti(9%)108 .

Le emissioni derivanti dall’inefficiente gestione delle deiezioni possono essere ridotte intervenendo sui processi di stoccaggio e distribuzione degli effluenti. Per fare ciò, molti studi concordano che la principale soluzione sia la digestione anaerobica109, ovvero la trasformazione degli effluenti in biogas. Per questo, è necessario costruire nuovi impianti e riconvertire e migliorare l’efficienza di quelli già esistenti. Oltre che ridurre le emissioni, le azioni di produzione di biogas e di biometano permetteranno anche di migliorare l’efficienza energetica delle strutture agricole e zootecniche.

Migliorare le performances produttive degli allevamenti, oltre che essere una priorità per lo sviluppo economico del settore, può essere uno strumento per ridurre le emissioni naturali di metano. Infatti, è dimostrato scientificamente che il livello di emissioni per litro di latte è inversamente proporzionale alla produttività del singolo capo, ed è in tale direzione che occorre agire110 .

In termini di emissioni complessive, l’inquinamento dei suoli è responsabile per il 27% delle emissioni. Per ridurle, è necessario intervenire sulla quantità e sulla qualità dei fertilizzanti e sfruttare in maniera più efficiente le strutture agricole e zootecniche andando verso il modello “suolo per coltivare e tetto per produrre energia”111 .

Le nostre proposte sono incentrate sull’adozione di principi di sostenibilità e di strumenti di ultima generazione per aumentare l’efficienza e la competitività del settore e limitarne l’impatto ambientale.

LINEE GUIDA GIÀ ESISTENTI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEL SETTORE AGRICOLO:

• Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca: previste azioni per la gestione dell’azoto, strategie di alimentazione del bestiame, tecniche di stoccaggio e di spandimento del letame a basse emissioni, sistemi di stabulazione e limitazione delle emissioni derivanti dall’impiego di fertilizzanti minerali. • Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027: tra le misure previste dalla PAC per il miglioramento dell’ambiente, c’è il rafforzamento delle condizionalità con pagamenti subordinati a requisiti ambientali più rigorosi, sostegni al reddito degli agricoltori, misure di mercato per regimi ecologici ad impatto positivo e pagamenti per gli impegni ambientali e climatici1 .

1 Fonte: PNIEC

109Fonte: NextVille - Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica 110 Fonte: Ricerca “ Connecting the animal genome, gastrointestinal microbiomes and nutrition to improve digestion efficiency and the environmental impacts of ruminant livestock production” della Commissione Europea 111 Fonte: Demain di C.Dion e M.Laurent (2015)

Proposta 4.1.1 Più impianti per la produzione di biogas e biometano nelle zone con alta concentrazione di allevamenti. Questa proposta rientra nel Piano di Investimento per i nuovi Impianti di recupero dei rifiuti, sviluppata nel Capitolo 5 dedicata all’economia circolare. Il sostegno agli impianti biogas deve però essere visto nel contesto di una azione generale per aumentare la sostenibilità della zootecnia che permetta alle aziende agricole, singole o consorziate, di investire in modo coordinato negli adeguamenti necessari per consentire una gestione corretta delle deiezioni, il corretto recupero e riutilizzo dei sottoprodotti e l’autoproduzione energetica.

Proposta 4.1.2 Stimolare la ricerca per ridurre l’inquinamento dei suoli agricoli causato dai fertilizzanti chimici. Il Piano di Azione Nazionale, che è in attesa di approvazione, porta un’attenzione particolare sull’uso dei fertilizzanti chimici. Occorre puntare con decisione sulla diffusione della fertilizzazione di precisione, favorendo con adeguati interventi di sostegno gli strumenti che le conoscenze scientifiche e tecniche mettono già a disposizione all’agricoltura 4.0 (sensori in campo o applicati direttamente sulle macchine agricole, utilizzo delle informazioni satellitare, droni, ecc). La diffusione degli impianti di produzione di biogas legati direttamente alle aziende agricole aumenterebbe la disponibilità di digestato, un fertilizzante organico con caratteristiche agronomiche molto positive e distribuibile con tecniche ad alta efficienza e con basse emissioni in atmosfera. Infine, occorre favorire la ricerca genetica di piante sempre più efficienti nell’utilizzo dei fertilizzanti, usando anche le moderne tecnologie TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che la scienza ha messo a disposizione per l’aumento della produttività coniugata con la sostenibilità (produrre di più con meno risorse?)112 .

Proposta 4.1.3 Estensione del Superbonus 110% per la creazione di parchi agri-solari113 . Proponiamo di modernizzare i tetti degli edifici per un uso produttivo nei settori agricoli, zootecnici e agro-industriali, aumentando in tal modo la sostenibilità, la resilienza, la transizione verde e l’efficienza energetica del settore. Per raggiungere questo obiettivo proponiamo di estendere il Superbonus al 110% per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti delle strutture agricole e zootecniche, sfruttando così a pieno gli edifici di produzione e convertendo il settore verso l’autoconsumo di energie rinnovabili dando al contempo piena attuazione della Legge 257/92 (in materia di eliminazione dell’amianto) e del DLGS 257/2006 (in materia di protezione dei lavoratori dalle esposizioni all’amianto).

112 Manifesto “Prima i Geni” 113 Questa proposta è ripresa dalle schede tecniche della missione M2 Rivoluzione verde della bozza di PNRR fatta circolare ad inizio marzo 2021. La scheda tecnica prevede che entro il 2026, 13,250m2 di superficie saranno ricoperti di pannelli fotovoltaici, per un produzione di energia da pannelli solari pari a 1,300-1,400 GWh che aumenterebbero del 5% l’energia solare prodotta in Italia

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