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«Meglio una chiamata di troppo che una in meno»

Anziani e

Truffe

Stefania Hubmann

Consigli e raccomandazioni in una serie di incontri organizzati in collaborazione con la Polizia cantonale

Richiamare l’attenzione delle persone anziane sulle truffe con consigli mirati senza spaventarle. È questo l’obiettivo di una serie di incontri promossi congiuntamente da cinque organizzazioni attive a favore degli anziani in collaborazione con la Polizia cantonale. In particolare la cosiddetta «truffa del falso nipote» è sempre d’attualità, come dimostrano gli arresti avvenuti nel Luganese lo scorso autunno. Poter visualizzare suggerimenti pratici e porre domande anche su altri tipi di reati –dai furti in casa ai borseggi alle truffe online – è un valido aiuto per evitare di ritrovarsi vittime di comportamenti criminali. Soprattutto nei casi di truffe telefoniche, oltre a essere diffidenti, è importante confidarsi con i familiari o altre persone di fiducia e avvisare subito la polizia. «Meglio una chiamata di troppo che una in meno» conferma il sergente maggiore Patrick Cruchon del Servizio comunicazione media e prevenzione della Polizia cantonale che conduce gli incontri informativi in tutto il Ticino.

Sempre attente ai bisogni delle fasce di popolazione della terza e quarta età, alcune associazioni come Pro Senectute Ticino e Moesano, GenerazionePiù (Anziani-OCST) e ATTE avevano già promosso iniziative di questo genere. Ora però, coinvolgendo anche AILA-OIL (Associazione italiana di Lugano per gli anziani, Associazione ospedale italiano di Lugano) e Generazioni & Sinergie, si è voluto unire le forze per coordinare e rafforzare questa azione di prevenzione. La collaborazione con la Polizia cantonale permette inoltre di avere accesso a una maggiore documentazione a carattere preventivo, come spiega Laura Tarchini, responsabile della comunicazione di Pro Senectute Ticino e Moesano. «Questo materiale – precisa al riguardo – sarà utile per sensibilizzare sia l’utenza (alcuni volantini saranno distribuiti tramite i nostri servizi) che il personale, in modo da essere sempre più attenti e all’ascolto di eventuali disagi in tal senso. La fragilità non è infatti l’unico problema. Le persone anziane vivono sovente in una condizione di solitudine, per cui il contatto con chi consegna il pasto a domicilio o effettua un altro tipo di visita può rivelarsi prezioso per confidare le proprie preoccupazioni o semplicemente segnalare eventi insoliti».

Telefonate inquietanti che annunciano incidenti o malattie di parenti o amici, chiedendo denaro in contanti per risolvere il problema, devono sempre far sorgere più di un dubbio! La prevenzione è un punto centrale anche per la Polizia che conta sulle tempestive segnalazioni di questi e altri episodi per poter fermare i malviventi. «Questi ultimi – spiega Patrick Cruchon – fanno leva sulle emozioni, sul senso di colpa e sul legame familiare per mettere pressione sulla persona anziana. Non agiscono a caso o sporadicamente. Dai nomi di battesimo a un unico nominativo nelle rubriche o sui campanelli (nel caso dei furti), raccolgono indicazioni molto utili, effettuando poi innumerevoli chiamate». Come reagire a queste sollecitazioni scaltre e insistenti? Risponde il rappresentante della Polizia cantonale: «I consigli sono improntati alla diffidenza, alla prudenza. Se si finisce per dar seguito alla chiamata, è sempre meglio avvisare una persona di fiducia e in ogni caso mai consegnare denaro o oggetti di valore (gioielli) a persone sconosciute che possono anche spacciarsi per poliziotti in borghese o altri funzionari. Nessuna informazione deve essere fornita nemmeno sui propri averi, siano essi presenti in casa o depositati in banca». La maggior parte di queste truffe è messa a segno telefonicamente. «Un numero di telefono estero o sconosciuto deve già far scattare un campanello d’allarme di fronte a questo genere di richieste. È però vero che i metodi dei truffatori sono sempre più subdoli, giungendo a camuffare il numero da cui parte la chiamata. Le tattiche evolvono ve- locemente, per cui non abbiamo liste esaustive di situazioni da evitare, ma piuttosto consigli appunto di accortezza da mettere in pratica in più ambiti». Bisogna pure astenersi dall’effettuare versamenti bancari a persone sconosciute o dall’accogliere al domicilio artigiani o funzionari la cui visita non è prevista. Per informazioni più dettagliate sulle diverse tipologie di crimine è a disposizione il sito di Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC, www.skppsc.ch ), servizio intercantonale specializzato con sede a Berna. Questo centro di competenza nazionale è gestito da una commissione della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia. Patrick Cruchon consiglia di consultarlo, perché offre informazioni dettagliate nelle tre lingue ufficiali suddivise per tematiche. Sull’attività di PSC precisa: «I progetti e le campagne, accompagnati da materiale informativo che resta a disposizione presso gli sportelli delle polizie, sono promossi in funzione dei fenomeni criminali rilevati nella so- cietà e di quelli che influiscono maggiormente sul senso di sicurezza della popolazione».

Un ambito molto a rischio non solo per gli anziani è l’utilizzo di Internet. La parola d’ordine dell’esperto qui è: «Mai cliccare link sconosciuti!» Patrick Cruchon segnala al riguardo un sito di prevenzione dedicato in modo specifico alle truffe online: www.s-u-

I prossimi incontri p-e-r.ch. Il portale ripete quale sia il comportamento base da tenere: «Non abbassate mai la guardia e usate sempre il buonsenso». Sono poi presentate le tipologie più diffuse di cibercriminalità sotto forma di e-mail e messaggi. Tipologie che riguardano pacchi in arrivo, aggiornamento dei dati, possesso di registrazioni pornografiche, opportunità di investimento, servizio postale e vincite. Oltre a non cadere nel tranello con il fatidico «click», bisogna pure astenersi dal fornire dati personali.

Mendrisio – 9 febbraio, 14.00, sala del Consiglio Comunale (via Municipio 13).

Biasca – 16 febbraio, 14.00, Centro diurno ATTE (via A. Giovannini 24).

Lugano – 16 marzo, 14.00, Salone OCST (via S. Balestra 19).

Ascona – 9 marzo, 14.00, Centro diurno Pro Senectute (via Ferrera 24).

Val Mara – 30 marzo, 14.00, sala del Consiglio Comunale di Melano (via Cantonale 89).

Lo scorso novembre nel Luganese sono avvenuti diversi arresti nell’ambito delle truffe telefoniche stile «falso nipote». Ciò conferma da una lato come questa attività fraudolenta sia purtroppo sempre in auge, ma dall’altro anche la possibilità di intercettare gli autori del crimine. Grazie alla segnalazione di un congiunto e al lavoro investigativo della Polizia cantonale e di quella della Città di Lugano si è potuto intervenire tempestivamente. Questo a dimostrazione di quanto affermato in precedenza dal sergente maggiore Cruchon, vale a dire di non esitare a segnalare comportamenti sospetti anche quando la truffa non è stata consumata.

Nel 2022 le truffe andate a segno nel nostro cantone sono state 22, in netto aumento rispetto agli anni precedenti; i tentativi invece sono stimati annualmente fra i 200 e i 300. Per informarsi e chiedere consigli, gli incontri organizzati dai cinque enti che si focalizzano sui bisogni degli anziani rappresentano un’ottima opportunità. Dopo quello inaugurale, svoltosi a Bellinzona, ne sono previsti altri cinque ripartiti su tutto il territorio cantonale. L’intenzione delle associazioni promotrici e della Polizia cantonale è di continuare la sensibilizzazione sul tema anche in futuro attraverso un percorso attualizzato. L’unione delle forze fra i diversi enti dovrebbe poi estendersi ad altri ambiti di particolare interesse per la popolazione anziana.

In arrivo la due ruote ecologica da Guinness

Motori ◆

Si chiama

Mario Alberto Cucchi

SEAT MÓ

Dalla pista alla strada. È una Seat anzi un Seat. Proprio così: non si tratta di un’automobile prodotta dal Costruttore spagnolo bensì di uno scooter. Si chiama SEAT MÓ 125 Performance ed è elettrico. A fine 2022 un prototipo di questa due ruote ecologica è entrato nel Guinness dei primati e ora arriva in produzione.

Sul circuito internazionale di Zuera (Saragozza, Spagna), un team è riuscito a battere due titoli Guinness World Records™ in 48 ore consecutive, per concludere un anno di lavoro di sviluppo e test dello scooter, che hanno incluso anche la preparazione al tentativo di record. Uno in squadra e uno con un solo pilota per una percorrenza totale di ben 2588 chilometri in 48 ore, più o meno l’equivalente della distanza tra Barcellona e Helsinki (Finlandia) in linea retta. Ce lo racconta in esclusiva il protagonista della prova in solitaria: Valerio Boni.

Giornalista e scrittore, Valerio Boni (nella foto durante la sfida) ha iniziato la sua attività professionale alla fine degli anni Settanta. Ha quindi assistito da una posizione privilegiata alla trasformazione del mondo a due

125 Performance, ed

e quattro ruote che ci ha portato sino alla mobilità elettrica di oggi. Fisico atletico e occhi pronti sempre a raccogliere nuove sfide, Boni ha la capacità di trasformare i suoi sogni in realtà.

La sfida era importante: percorrere il maggior numero di chilometri possibile in 24 ore guidando una due ruote alimentata in modo esclusivamente elettrico. «Inizialmente – racconta Boni – pensavo di cimentarmi in una pista ad anello. Un po’ più semplice. Gli uomini Seat mi hanno, invece, proposto un circuito lungo al limite del miglio, ovvero circa un chilometro e seicento metri. Zuera è il circuito di kart più lungo al mondo. Non mancano curve tornanti e rettilinei». Boni è entrato nel Guinness percorrendo 1158 chilometri in 24 ore di corsa in solitaria, con brevi soste per cambiare la batteria poco più di ogni ora e qualche occasionale pausa da poche decine di minuti. «La sfida è stata possibile grazie al fatto che sullo scooter Seat si può cambiare il pacco batterie in circa dieci secondi. Basta sfilarlo: ha addirittura le ruote e diventa un trolley. Mi fermavo al volo, mi cambiavano la batteria in dieci secondi e ripar- è

Uno Scooter Elettrico Da Record Del Mondo

tivo. La temperatura lo scorso ottobre non era male, meglio che i 40° gradi di agosto, ma faceva comunque molto caldo. Ogni sei ore mi fermavo per mangiare, bere e lasciare che un fisioterapista si prendesse cura del mio corpo per una ventina di minuti» spiega Boni. «La sfida è cominciata verso mezzogiorno ed è terminata 24 ore dopo». Notte compresa: «Non mi sono mai fermato ma non ho neppure patito il sonno, solo un po’ di umidità la notte». In merito a un eventuale momento più duro, afferma che non ce n’è stato «ma dopo aver viaggiato tutta la notte solo con la luce dei fari del mezzo e di due fotoelettriche che illuminavano parzialmente la pista, al mattino con il ritorno della luce sembrava di girare su un circuito diverso, tutti i riferimenti erano cambiati». La sua esperienza gli ha sicuramente permesso – dopo mille chilometri – di capire a fondo il SEAT

MÓ: «Guidavo la versione performance che all’epoca era un prototipo e che è stata presentata in questi giorni a Barcellona. I freni a marghe- rita erano della spagnola Galfer, l’ammortizzatore di Holins, e la forcella anteriore rivista con idraulica e componenti di Andreani. Insomma un equipaggiamento professionale. Ho apprezzato il motore elettrico che ha prestazioni simili a quelle di un classico scooter con motore termico e addirittura superiori in accelerazione. Tre le modalità di guida, eco, city e sport. Io non ho mai usato la sport perché l’autonomia ne risente. L’eco poteva essere buona per la durata della batteria ma sul rettilineo è limitato a poco più di 70, il city è stato il compromesso migliore. Raggiungevo gli 80 sul rettilineo principale, poi curva in pieno e cominciava il tratto guidato. Insomma mi sono divertito. Autonomia teorica superiore ai 70 chilometri, per l’uso in pista in un’ora ne percorrevo 55 prima di fermarmi». In conclusione, per Boni le due ruote elettriche «non ti penalizzano in alcun modo. Se hai la certezza di avere l’energia a disposizione, la guida è divertente e nell’uso in città e nell’hinterland va davvero benissimo». Dalla pista alla strada. Oggi SEAT MÓ è in vendita.

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