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Snowkite, quando gli sci… spiccano il volo

Adrenalina ◆ Un’attività sportiva che necessita di pochi elementi: oltre al vento a una vela e a una superficie innevata tutto quello che serve è solo un pizzico di coraggio Moreno Invernizzi

I suoi «genitori» sono il kite surf – lo sport velico nato a fine anni Novanta come alternativa al surf classico – e, scontato dirlo, lo sci. All’anagrafe si chiama snowkite, sport relativamente giovane, ma che in pochissimo tempo ha guadagnato una grande popolarità a livello internazionale.

Il nostro Paese è una meta gettonata per i cultori di questa disciplina, come dimostrano le quasi 200 «piazze» ivi dedicate

Uno sport relativamente giovane, si diceva, perché, appunto, il discendente diretto del kite surf ci ha messo una decina d’anni circa a uscire dall’acqua per… approdare sulla terra ferma (o, meglio, la neve), conoscendo altrettanto successo, se non ancora maggiore. Anche alle nostre latitudini. Sviluppatosi in particolare a cavallo delle Alpi, soprattutto in Francia, lo snowkite ha infatti messo radici (ma solo metaforiche, visto che chi lo pratica si sposta, e anche di parecchio) pure in Svizzera. Cominciando in particolare dall’Engadina: tra i primi «spot » svizzeri per la pratica di questo sport vanno sicuramente citati il lago di Silvaplana e il passo del Bernina.

Che il nostro Paese sia una meta molto gettonata per i cultori dello snowkite lo si capisce anche dall’elenco delle «piazze» ideali pubblicato nel sito internet dedicato ai cultori di questo passatempo www.letskite.ch: delle quasi duecento catalogate (197 per la precisione, aggiornate a fine gennaio), quasi tre quarti (143) si trovano infatti su territorio svizzero, mentre le altre sono ripartite tra Francia (24), Norvegia (19) e Canada (11). Restringendo il campo al Ticino e all’area a ridosso dei suoi confini geografici, il sito riporta l’area del passo del San Gottardo, quella del passo del Lucomagno, quella del Sempione e quella del San Bernardino. Proprio qui, nel 2020, Mattia Carrocciu, pioniere dello snowkite in Svizzera, ha deciso di piazzare il campo-base per la pratica di questa attività, proponendo una sorta di «snowkite experience » rivolta a chi vuole avvicinarsi a questa disciplina. «L’idea è nata un po’ per gioco, un po’ per necessità – racconta lui stesso –. Sono sempre stato un grande appassionato di kite surf (tema e sport che tratteremo in una delle prossime “puntate” di Adrenalina, ndr), e per praticarlo sono spesso e volentieri all’estero. La pandemia di coronavirus ha però limitato un po’ tutto e tutti: confini chiusi e viaggi all’estero praticamente azzerati, almeno durante la fase acuta. A quel punto, per non stare con le mani in mano, ho cercato un’alternativa. E l’ho appunto trovata con lo snowkite. Diciamo che il passaggio… alla neve è venuto in modo quasi naturale: in fondo ciò che ho fatto è stato unire le mie due grandi passioni visto che sono anche maestro di sci, con tanto di brevetto G+S. Ho messo in gioco le mie capacità e le mie conoscenze di kite, inizialmente per imparare in prima persona questa disciplina tutto sommato nuova, e in un secondo tempo per offrire l’opportunità di provarla a tutti gli interessati, dando vita all’associazione Snowkite San Bernardino. All’inizio era una cosa per “pochi intimi”, ossia limitata al classico gruppo di amici che si ritrova per praticare assieme un’attività all’aria aperta. Ma le cose sono ben presto cambiate; praticamente fin da subito l’interesse riscontrato è stato notevole: in parecchi hanno deciso di cimentarsi con la vela, l’“aquilone” con gli sci ai piedi. Al punto che è pure nata l’idea per creare una vera e propria scuola di snowkite: il potenziale c’è, eccome!». In generale, per la pratica dello snowkite bastano pochi ingredienti: una superficie innevata (o ghiacciata) e un pizzico di vento. Oltre, ovviamente, a una vela, che nel gergo tecnico viene anche chiamata «aquilone». In questo senso, il passo del San Bernardino, da sempre rinomato per il vento che soffia nella zona, presenta tutte le caratteristiche ideali per questo sport. A fare da sfondo al tutto, poi, è la stupenda cornice alpina che contorna il «terreno di pratica» col Pizzo Uccello dalla sua caratteristica conformazione che richiama quella di imponenti catene montuose. E, non da ultimo, i suoi ampi spazi permettono di godere al massimo del potenziale di questo sport, praticandolo in tutta sicurezza.

Quali sono invece le conoscenze tecniche o i requisiti fisici per poter praticare questo sport? Non molti: lo snowkite è una disciplina fondamentalmente facile da imparare e da praticare. L’unico requisito richiesto per cimentarsi con la vela sui pendii innevati è infatti quello di una buona padronanza degli sci o dello snowboard (perché, appunto, lo si può praticare tanto con gli sci classici quanto con la tavola da snowboard). Il resto ce lo mette la natura. «Basta un po’ di vento, ma anche meno rispetto a quanto ne necessiti la pratica del kite surfing – tiene a sottolineare il nostro interlocutore –. Ragion per cui anche fisi- camente non occorre una particolare predisposizione o una specifica preparazione. Proprio per questo la fascia di età in cui lo si può praticare è assai ampia».

E pericoli, ce ne sono? «Fino a 4-5 anni fa qualche rischio di incidenti, seppur relativo, sussisteva. Finché ci si spostava su una superficie piana, senza ostacoli, come può essere un lago ghiacciato, di problemi non ve n’erano; quando però si andava da un punto all’altro su un terreno, coprendo parecchi metri di dislivello, c’era un certo rischio di essere strappati verso l’alto da un’improvvisa folata di vento. Con il tempo la tecnologia, e in particolare quella della costruzione delle vele, ha fatto importanti progressi, rendendo lo snowkite uno sport altamente sicuro e per tutti: in caso di raffiche violente, si attiva uno speciale sistema di sicurezza che fa richiudere la vela “a pacchetto”, di modo che non tiri più». Non tutti gli snowkiter, a ogni buon conto, prendono… il volo: «Chi non vuole, può restarsene tranquillamente con gli sci piantati per terra, ma c’è anche chi preferisce librarsi nell’aria, cullato dal vento: ognuno può scegliere il tipo di pratica che più gli si addice. Basta sostituire la vela con una più grande e il gioco è fatto».

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