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Identità di genere, superare i pregiudizi

Generando ◆ Tra le tante iniziative proposte dalla rassegna anche un workshop dedicato agli insegnanti, ce ne parla Nicolò Osterwalder presidente della Commissione per l’educazione affettiva e l’orientamento sessuale

Guido Grilli

Dici sesso e ti si apre un mondo, il più delle volte complicato. Come affrontare in classe con competenza il tema dell’identità sessuale – sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale e ruolo di genere? Come abbattere stereotipi e pregiudizi a favore dell’inclusione sociale di tutte le persone? Dapprima serve formare e informare gli insegnanti. È quanto si propongono di raggiungere due workshop in agenda i prossimi 10 e 17 maggio a Trevano, rivolti proprio a chi si trova al fronte, docenti delle scuole dell’obbligo, superiori e professionali. Ne parliamo con Nicolò Osterwalder, presidente della Commissione per l’educazione affettiva e l’orientamento sessuale nella scuola (CEAS) della Svizzera italiana, docente ed esperto di scienze naturali per la scuola dell’obbligo, che unitamente al Servizio per le pari opportunità promuoverà le due proposte formative nell’ambito della rassegna Generando (www.generando.ch).

Con quali obiettivi? «Attualmente su queste tematiche non esistono giornate specifiche nella formazione didattica di base dei docenti. Pertanto, quella di maggio è un’occasione per certi aspetti unica per tematizzare questi aspetti, che vanno ben oltre a un’educazione sessuale classica, come ad esempio quella che ho vissuto io a metà degli anni Ottanta, orientata soprattutto a contenere quella che appariva come una pandemia, il virus HIV, per cui il discorso era medicalizzato.

Storicamente l’educazione sessuale ha lavorato sempre in termini di acquisizione di conoscenze rispetto all’anatomia, alla fisiologia umana e alla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili. Oggi invece c’è anche un interesse legato al benessere generale delle persone, per cui si guarda ad aspetti concernenti gli stili di vita. Questo ha evidenziato la presenza di fasce di popolazione che hanno un’identità di genere, rispet-

Viale dei ciliegi

Alessandra Cella-Pia Simona Bosco

Osvaldo un serpente a righe –Giovanna un serpente a righe Passabao (Da 3 anni)

Passabao è una casa editrice piccola, ma di qualità grande. In catalogo ha pochi libri, albi illustrati scelti con attenzione. Illustrazioni raffinate e al contempo di immediata fruizione per i bambini. Storie divertenti, non scontate, piene di brio. Ne sono responsabili Silvia Albesano e Ilaria Dal Canton. Ilaria, filosofa di formazione, ha scoperto la passione per l’arte visiva – ha illustrato personalmente alcuni albi in catalogo – e attualmente è grafica presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. Silvia, filologa di formazione, è traduttrice, revisore editoriale, ed è stata per dieci anni docente di Storia della lingua italiana all’USI, Università della Svizzera Italiana. Insomma, Passabao è il volto giocoso di due studiose che non dimenticano di essere state bambine. E che ai bambini sanno rivolgersi con leggerezza e intelligenza, cercando con cura i loro autori. Come nel caso di Alessandra Cella e Pia Simona Bosco, creatrici di questo delizioso libro tivamente un orientamento sessuale, che non necessariamente si confà alla norma che prevede un’impronta

Riflessioni in famiglia

La rassegna «Generando» vuole schiudere nuovi orizzonti e invitare alla riflessione: sull’arco di alcune settimane propone iniziative ed eventi che favoriscono il dialogo sul tema del genere. Anche quest’anno la stagione è ricca di spunti di riflessione per una società più giusta e consapevole.

I prossimi appuntamenti

22 aprile 2023 (Centro diurno comunale, via Capidogno, Rivera, 09.30-11.30), Workshop: Essere genitore nel mondo LGBTQ+, cosa significa? Come capire e sostenere mia/o figlia/o?

Incontro per genitori che desiderano o che sentono il bisogno di entrare in dialogo con questo tema tanto deli - double face: lo apri da una parte, e trovi la storia di Osvaldo, un serpente tutto a righe, righe che lo mettono in imbarazzo, tanto che prova a nascondersi, mimetizzandosi con i vari ambienti. Che divertimento per i piccoli lettori scoprire, a ogni pagina, dove è andato a cacciarsi il povero Osvaldo: diventa lo stelo dell’abat-jour, il filo dello stendipanni, la ruota della bicicletta… Mai un po’ di pace? «Forse quello che gli manca è il sorriso di un’amica», e l’amica arriva, nell’ultima pagina: «È Giovanna, ti sorride, è un’amica con le righe!» Ma in re- binaria maschio-femmina. Queste persone vengono spesso discriminate e stigmatizzate. Ed è per questo mo- cato, per sostenere al meglio gli equilibri e il benessere famigliare di ognuno. Relatori: Eveline e Jody Moggi, formatrice, autrice e mamma – studente liceale. Iscrizioni: 079 859 33 6 2; team@increscita.org

26 aprile 2023 (online, 18.00-19.30), Workshop: Identità sessuale: come parlarne in famiglia.

Il tema dell’identità sessuale ci porta a riflettere sul linguaggio, i comuni stereotipi, pregiudizi e le rappresentazioni sociali o personali. In questo incontro si parlerà dei concetti principali dell’identità sessuale (sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, espressione di genere) e si discuterà le modalità per aprire un dialogo sul tema come genitori o adulti di riferimento.

Relatore: Marco Coppola, consulente Zonaprotetta, responsabile Identità plurale. Iscrizioni: info@zonaprotetta. ch; informazioni: generando.ch

● altà la pagina è l’ultima della storia di Osvaldo, mentre nel libro si trova a metà, infatti se lo capovolgiamo e cominciamo a leggerlo dall’altra parte ecco la storia di Giovanna, serpente a righe, che le fanno pensare, proprio come Osvaldo, di essere un po’ «strana». Allora anche lei prova a trasformarsi, e di nuovo sarà una gioia scovarla in ogni pagina, perché anche lei le inventa tutte, diventa persino una decorativa canna di bambù, fino all’ happy end dell’incontro con Osvaldo! Le pagine, molto pulite, ospitano – senza affollamenti e su sfondo di un riposante bianco crema – i testi in stampatello e le eleganti immagini colorate, tra loro in armonia anche ritmica, giacché al ritmo della narrazione è dato molto rilievo, rendendola particolarmente adeguata alla lettura ad alta voce. Tra l’altro il registro linguistico non è piatto, si concede giustamente anche termini un po’ alti, che tuttavia, sia grazie al contesto, sia grazie alla giocosità fonica, i bimbi sapranno comprendere benissimo: «Si nasconde o si esibisce? È difficile da dire…». Un altro punto di forza del libro, nel rivolgersi ai più piccoli, è il suo essere a struttura iterativo-ri-

È importante che anche sui banchi di scuola si possa parlare dei diversi «colori» della sessualità. (Unsplash) tivo che si intende svolgere una sensibilizzazione per i docenti. Spesso questo tipo di discriminazione avviene proprio perché non c’è una cultura radicata dell’inclusione e non si conosce nel dettaglio il significato dei termini. Siamo tuttavia ancora lontani dall’avere dei veri e propri piani di azione per le scuole e i due workshop rappresentano un primo passo».

Una delle difficoltà appare quella di come rivolgersi ai giovani in tema di identità sessuale. «Abbiamo affidato il compito formativo del workshop a due specialisti qualificati: Marco Coppola e Isabel Londono, operatori di Zonaprotetta, associazione che si occupa di salute sessuale rivolta alla popolazione e ai giovani. C’è un grande bisogno di informazione e di formazione. Lo testimonia la grande affluenza alle due mezze giornate formative di maggio: ad oggi si sono già iscritti 240 docenti. Questo risultato ci ha sorpresi, si tratta di quattro volte il numero raggiunto nel primo workshop dello scorso anno, quando abbiamo affrontato gli aspetti legati ai diritti sessuali».

Ma qual è il termometro nelle scuole in Ticino in tema di pregiudizi sull’identità di genere e l’orientamento sessuale? Quali segnali raccoglie in tal senso la CEAS? «Nella scuola dell’obbligo si avvertono so- prattutto problematiche che riguardano l’accettazione delle persone che si identificano come transgender. Alle Elementari affiora non di rado la questione dell’identità di genere. La difficoltà è riuscire a instaurare un dialogo costruttivo che coinvolga il gruppo classe, il corpo docenti e soprattutto le famiglie. Nella scuola Media il pregiudizio sfocia talvolta nel bullismo omofobico e transfobico, già solo per il fatto che i giovani usano a sproposito termini che non conoscono, con il solo intento di ferire persone che hanno un orientamento sessuale o un’identità di genere che differisce dalla norma. Nel Medio superiore incontriamo persone che intendono compiere una transizione di genere e che chiedono di essere riconosciute ufficialmente dalle istituzioni scolastiche. Una linea guida è stata emanata dalla nostra Commissione, seppure non vincolante, e ora si sta elaborando una direttiva. La scuola comincia insomma a essere preparata». petitiva, con però ogni volta un piccolo scarto dalle aspettative: cosa diventerà adesso il serpente? E adesso?… E non manca un messaggio profondo sul tema del sentirsi diversi, ma il bello è che questo messaggio passa con naturalezza attraverso la storia, non è costruito a tavolino, per fare un libro sulla diversità.

Perché il tema è più attuale oggi rispetto al passato? «C’è una differenza di approccio tra le generazioni. Lo indicano i dati. Lo studio preso come riferimento è quello prodotto annualmente negli USA dall’Istituto Gallup. Nella Gen Z dei nati tra il 1997 e il 2004, le persone che dichiarano di appartenere a una minoranza LGBT rappresentano quasi il 20%. Gli studi in Svizzera pongono il dato tra lo 0,5 e il 3% sulla popolazione totale e il rischio di discriminazione è tangibile». Combattere la discriminazione rientra tra i compiti della Commissione. «Esatto. Ci muoviamo su vari fronti: da un lato la formazione e l’informazione dei docenti, dall’altro il sostegno a iniziative mirate a migliorare il benessere di tutti: la tolleranza, il rispetto, l’inclusione».

Questo sono io Edizioni Usborne, collana «Il mio piccolo mondo» (Da 6 mesi)

Nello scorso Viale dei Ciliegi parlavo di Peter Usborne, definendolo ancora pienamente attivo, a 85 anni, nella casa editrice da lui fondata cinquant’anni fa, e da lui presieduta con la lungimirante determinazione a fare libri sempre davvero accessibili ai bambini. Era presente anche alla Fiera di Bologna, lo scorso mese, dove l’avevo scorto muoversi con passo agile tra i padiglioni, e dove aveva avuto la soddisfazione di festeggiare il mezzo secolo di attività. Purtroppo, quando la rubrica ormai era in stampa, lo scorso 30 marzo, Peter Usborne è mancato improvvisamente. La casa editrice dall’iconico logo-mongolfiera viene portata avanti dalla sua famiglia, che ne ha sempre condiviso l’entusiasmo. Colgo l’occasione di questa rettifica per segnalare una novità rivolta ai più piccini, un volumetto cartonato che accompagna i bambini alla percezione del proprio corpo: i piccoli protagonisti, tratteggiati con contorni ben definiti, si stagliano vivacemente sullo sfondo e appaiono in primo piano, dicendo di volta in volta «queste sono le mani... queste le ginocchia, i piedi, il naso...» invitando i piccoli lettori a giocare con loro.

PREMI COMPLESSIVI DELDIVALORE CHF 35’000.–

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