Anno LXXXVI 13 novembre 2023
Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura
edizione
46
MONDO MIGROS
Pagine 4 – 5 ●
SOCIETÀ
TEMPO LIBERO
ATTUALITÀ
CULTURA
La Pro Verzasca per i suoi 90 anni ha inaugurato il Sentiero della lana e guarda a un futuro Polo Alpino
Le gare di Endurance, nel kart, esistono da circa una ventina d’anni: ce ne parla Daniel Manetti
«Tour de Suisse» della politica d’asilo elvetica dopo la visita a Chiasso di Baume‑Schneider
All’Aargauer Kunsthaus James Baldwin e altri quaranta artisti riflettono sul tema del razzismo
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Il solare piace e fa spazio ai giovani
Loris Fedele
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Tutti senz’auto propria fra pochi anni? Carlo Silini
1986, prima liceo. Il professore di francese, un ti‑ zio dal pensiero laterale molto sviluppato, impar‑ tisce alla mia classe una lezione di futuro. «Im‑ parate a scrivere a macchina» sentenzia, «perché nel giro di pochi anni nessuno lo farà più a ma‑ no». Si riferiva alle macchine per scrivere mec‑ caniche e non ai PC – che già esistevano ma era‑ no roba difficile da usare e ingombrante – né agli smartphone o ai tablet, ancora di là da venire. Esagerato, pensammo in tanti, abituati ai qua‑ derni a quadretti e alle penne biro, oltre che per nulla propensi a sprecare risorse finanziarie per acquistare un oggetto da ufficio aziendale, non da tinello di casa. Nel giro di un paio di decenni la sua previsio‑ ne viene ampiamente superata dai fatti. Il futu‑ ro arriva proprio così, molto prima di quando e come lo immaginiamo. Abbiamo iniziato a spe‑ dire cartoline dalle vacanze e lettere d’amore in
busta profumata e oggi dettiamo messaggi vo‑ cali e filmiamo video selfie senza che una lette‑ ra dell’alfabeto venga scritta a mano o un segno grafico – che non sia una faccina preconfezionata (un emoji) – venga tracciato su un foglio di carta. Così, quando leggiamo (nell’articolo di Alber‑ to Cucchi a pag. 7) che, tempo qualche anno, e nessuno di noi avrà un’automobile propria, ma esisteranno solo mezzi di locomozione condivisi che si guideranno da soli, ci tocca sopprimere l’i‑ stinto primordiale che spinge a pensare, di nuo‑ vo: ma sarà vero? Il rischio è di venire smentiti dai fatti ancora una volta. Certo, di argomenti a favore di questa prospettiva ce ne sono a bizzef‑ fe: «Abbiamo un numero elevato di auto private utilizzate molto poco», spiega un esperto al no‑ stro collaboratore. «In un mondo che deve dive‑ nire sempre più sostenibile questo è l’aspetto più difficile da accettare. Quindi in futuro avremo
un numero minore di veicoli, ciascuno dei quali avrà un contenuto tecnologico molto più elevato e saranno usati sostanzialmente in condivisione». La previsione appare quindi corretta, ideale e la‑ palissiana. Se non fosse che il futuro non si af‑ ferma quasi mai per rigore logico, razionalità scientifica e premura etica. Da molti anni, per esempio, si predica l’ineluttabile estinzione dei libri e dei prodotti editoriali di carta. A sentire i futurologi di dieci/quindici anni fa, oggi dovreb‑ bero essere oggetti museali, da visitare in comiti‑ va con le scolaresche per spiegare che «sì, bambi‑ ni, sembra incredibile, ma fino a poco tempo fa, la gente leggeva su quei così lì, polverosi e pesan‑ ti». Invece, e per fortuna, il mercato cartaceo re‑ siste alle più tetre previsioni di morte. Sarà anche più scomodo e costoso della lettura su supporti virtuali, ma maneggiare un libro (o sfogliare un giornale come quello che avete tra le mani) sod‑
disfa un bisogno che sembra iscritto nella nostra natura primaria di animali umani: siamo fatti di carne e ci piace la matericità delle cose. Perciò non sono così sicuro che domani saremo disposti a barattare la vecchia e imperfetta vet‑ tura di nostra proprietà con uno straordinario e modernissimo mezzo di locomozione «condivi‑ so». Anche perché questa realtà, in forma certo assai migliorabile, già esiste e si chiama «traspor‑ to pubblico». Idealmente le cose dovrebbero andare come so‑ stiene l’esperto di mobilità. Ma quanti di noi sa‑ ranno disposti a «condividere» un bene come l’auto, intrinsecamente legato alla nostra idea di libertà ed espressione di sé, così come i vestiti, le case e tutti gli oggetti personali e personalizza‑ bili che esistono? Spero di sbagliare, ma siamo una specie troppo egoista perché questa e molte altre profezie ecosostenibili si autoavverino.