Saper chiedere scusa è fondamentale nelle relazioni umane,anche tra genitori e figli
Viola Amherd dà le dimissioni e lascia un ’eredità complessa al Dipartimento federale della difesa
ATTUALITÀ Pagina 13
Il talento di Carlo Bossoli
CULTURA Pagina 17
Il Collettivo Treppenwitz ha debuttato al LAC di Lugano con un lavoro intorno al lutto
Èfrati lottò contro le ingiustizie del suo tempo,portando il simbolo dell’identità ebraica sul ring
TEMPO LIBERO Pagina 23
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Los Angeles, anche i poveri piangono
«Tanto se la caveranno comunque» Il commento da bar non fa tendenza, spero, ma nemmeno cancellalapercezionediunacertamalcelatasoddisfazione di alcune persone sulle sciagure che hanno colpito i vip di Hollywood Come se il fuoco nelle varie zone di Los Angeles (vedi l’intervista di Romina Borla a pag 12) – ombelico dei sogni e desideri dell’emisfero occidentale –fosse una sorta di medievale pena del contrappasso per chi possiede troppo: soldi, ville, piscine, fama e, soprattutto, l’invidia dei comuni mortali
Un’inconfessabile rivincita dell’uomo comune, quello che arranca e quello benestante ma insoddisfatto del proprio status, a metà strada tra le stalle e le stelle Riaffiora mentalmente il titolo dell’antica serie tv: Anche i ricchi piangono (sottotitolo inconfessabile: ah, che goduria) È vero, al netto delle frustrazioni della donna e dell’uomo comuni, oggi a Los Angeles anche i
ricchi piangono Non è un motivo sufficiente per provare quella che i tedeschi chiamano «Schadenfreude», traducibile come «gioia maligna» o «piacere provocato dalla sfortuna altrui» Sarebbe come se un asteroide piombasse sulla Svizzera e il resto del mondo, al di là della pubblica solidarietà, segretamente esultasse al pensiero che i «ricchisvizzeri»(perchéfuoridiquituttiglisvizzeri, dal primo all’ultimo, sono ricchi per definizione) possano essere vittime di certe disgrazie, come i poveri Ma, anzitutto, la maggior parte dei morti faceva parte della middle class Inoltre, non è che a Los Angeles (o in Svizzera) non ci siano i poveri Reporterre, sito francese di informazione ecologica, ricorda che le vittime più danneggiate dalle fiamme in California sono i membri, poco abbienti, delle comunità nere e latinos «Le popolazioni precarie non hanno l’assicurazione contro il rischio di incendio – troppo cara – ri-
cevono meno aiuti finanziari e non fanno parte delle priorità al momento della ricostruzione» Inoltre, molti abitanti con background migratorio parlano male l’inglese, quindi non hanno accesso alle informazioni cruciali per proteggersi e riorganizzarsi Considerando, poi, che al di sotto della soglia di povertà molti individui non possiedono un veicolo, hanno problemi di salute o sono anziani, anche la fase dell’evacuazione per loro è stata un percorso a ostacoli Insomma, pochi l’hanno detto, ma a Los Angeles sono soprattutto i poveri a piangere In secondo luogo, non ha senso applicare la «lotta di classe» alle catastrofi La distruzione del villoni dei vip così come delle case di carta della gente comune, indipendentemente dalla profondità del rispettivo portafoglio, è una tragedia per ognuno di loro, la fine del proprio nido o paradiso personale Invece di gioire per le sciagure dei fortunati, meglio chiedere più sostegno per i
meno fortunati Le decisioni politiche su aiuti di emergenza e ricostruzione dovranno tenere seriamente conto delle disparità sociali Ciò detto, di fronte a eventi del genere non c’è ricchezzamaterialechepossaproteggerti Iquartieri ordinari o di lusso – non importa – di una delle città più avanzate del pianeta sono stati costruiti in un contesto scellerato dal punto di vista della prevenzione Non è stata una semplice catastrofe «naturale»: al di là della potenza dei venti e della siccità (che ha comunque a che fare col surriscaldamento globale), l’uomo ha parecchie colpe Per l’espansione urbana ed edilizia a ridosso delle foreste, per i quartieri venuti su uno accanto all’altro, senza rispettare le distanze necessarie per evitare la propagazione delle fiamme Per l’uso squilibrato delle risorse idriche Gli unici antidoti a catastrofi del genere sono la solidarietà con tutte le vittime e l’intelligenza/la saggezza da mettere in campo perché non avvengano più
Alessia Brughera Pagina
Carlo Silini
Un ufficio Migros a Hong Kong
Info Migros ◆ Nella metropoli asiatica 85 dipendenti lavorano per Migros, occupandosi soprattutto di qualità
Manuel Wenk, testo e immagini
In Wang Chiu Road, nella parte orientale di Hong Kong, un grattacielo segue l’altro Ogni tanto qualche caffè, un piccolo parco Ovunque code interminabili di automobili Al numero 38, sopra un centro commerciale, svetta una torre di vetro Qui, in mezzo all’operoso trambusto della metropoli, si trovano gli uffici di Migros Asia Dalle finestre al 32esimo piano un mare di grattacieli Nel caotico open space ci sono oggetti dappertutto: pentole, tazze, decorazioni pasquali 85 impiegate e impiegati qui fanno acquisti per Migros e Digitec Galaxus Scelgono i fornitori, curano le relazioni con i produttori, sorvegliano le catene di fornitura e applicano gli standard di qualità La gamma di prodotti spazia dai generi alimentari fino agli articoli decorativi, passando per i tessili e la tecnologia Quest’anno il team festeggia i trent’anni dall’apertura dell’ufficio Hong Kong non è l’unica filiale, Migros ha anche un ufficio acquisti a Delhi, capitale dell’India La maggior parte degli impiegati sono nativi, conoscono meglio di chiunque altro le caratteristiche del mercato asiatico, la sua cultura e le sue lingue È proprio il background culturale a rendere prezioso l’ufficio «A volte non basta parlare la lingua», spiega Adriano Labruzzo, Head of Food dell’ufficio acquisti di Hong Kong «Una conoscenza profonda della cultura aiuta nella costruzione di legami più solidi e della fiducia verso i fornitori, così da affrontare i problemi in modo giusto e rispondere alle sfide più velocemente»
Creare relazioni
Labruzzo, che dopo una formazione come macellaio ha studiato per di-
Migros; in basso Adriano Labruzzo si confronta con Esther Leung
ventare tecnologo alimentare, un anno fa si è trasferito da Greifensee ZH a Hong Kong, dove dirige il Food-Team a Hong Kong e Delhi A Hong Kong il 34enne non deve rinunciare alla sua passione per la boxe Il suo momento preferito per allenarsi è la mattina presto, prima di prendere la metropolitana che da Hong Kong Island lo porta all’ufficio Non si è ancora abituato alla vista di cui gode dalla sua postazione di lavoro Il suo compito è creare delle relazioni con i fornitori «Da Hong Kong è facile
raggiungere Paesi come la Thailandia, l’Indonesia o l’India, dove si trovano alcuni dei nostri fornitori più importanti», spiega Altri team si occupano di apparecchi elettronici, giocattoli o abbigliamento Gli alimentari che Labruzzo e il suo team acquistano in Asia rispecchiano la diversità della regione Il riso Jasmin e il Basmati vengono coltivati in Thailandia e in India, il latte di cocco proviene dallo Sri Lanka e dalla Thailandia, l’ananas in scatola dall’Indonesia, e quando in Europa non cresce l’uva, in
Nel 2024 il fatturato
della Migros è aumentato
Info Migros ◆ Nonostante la trasformazione in corso, il Gruppo ha fatto segnare uno sviluppo positivo. Le cifre più importanti
Jörg Marquardt
32,5
miliardi di franchi
è il fatturato complessivo del Gruppo Migros Una cifra che rappresenta un incremento dell’1,6% rispetto al già positivo anno precedente
12,7
miliardi di franchi
è stato il fatturato dei supermercati, con uno sviluppo stabile del core business (a un tasso del +0,3%) La Migros investe 500 milioni di franchi all’anno per abbassare i prezzi di oltre 1000 apprezzati prodotti di uso quotidiano allineandoli a quelli dei discount
6,1
miliardi di franchi
è il fatturato generato dalle aziende di Migros Industrie (+1,8%) La forte domanda fatta registrare a livello di attività nazionali da Denner, Migrolino e dalla gastronomia ha spinto la crescita
4,5
miliardi di franchi
è il fatturato generato complessivamente dal commercio online La continua elevata crescita (+10,1%) è in parte dovuta al calo delle attività stazionarie non alimentari Particolarmente colpiti sono stati i negozi specializzati Migros, che attualmente la Migros sta cedendo
India è disponibile «Per noi non conta solo l’alta qualità dei prodotti, ma anche una provenienza responsabile», spiega Labruzzo «Ci assicuriamo che durante l’intera catena di fornitura siano pagati dei salari equi, che non vi sia lavoro minorile e che le condizioni di lavoro rispettino i più alti standard sociali ed economici» Per questo i fornitori vengono controllati regolarmente da centri di controllo interni ed esterni Per Migros è importante instaurare rapporti di fornitura a lungo termine al fine di garantire una qualità sempre elevata
Costruttore di ponti tra due mondi
Quando si tratta di testare prodotti e fornitori entra in gioco Esther Leung Cresciuta tra i grattacieli di Hong Kong e i mercati di Kowloon, si porta appresso venti anni di esperienza e una grande competenza nel campo della garanzia della qualità e della sostenibilità Il suo team controlla i prodotti e il rispetto dei rigidi standard sociali «Per noi la qualità non è solo un sigillo sulla confezione Con-
trolliamo regolarmente che le pratiche igieniche e le attrezzature soddisfino i più alti standard e sosteniamo i fornitori nell’ottenimento di una certificazione internazionale», afferma Leung Ma ciò non basta a Migros I prodotti vengono analizzati e testati anche negli uffici di Delhi e Hong Kong o presso centri di controllo certificati «Questo ci ha già risparmiato numerosi problemi», aggiunge Leung, e fa l’esempio di giocattoli e apparecchi elettronici che non rispettano gli standard di sicurezza in vigore da Migros «Il nostro obiettivo non è solo quello di controllare i fornitori, ma anche di accompagnarli sul lungo termine e di crescere insieme a loro», conclude Leung Labruzzo, Leung e i loro team si vedono come costruttori di ponti tra due mondi: in Asia curano le relazioni, assicurano qualità e sostenibilità, rispettando così le esigenze di Migros e della clientela svizzera Nella città con oltre sette milioni di abitanti la luce del giorno lascia lentamente il posto ai colori delle pubblicità luminose, dei fari delle auto e dei negozi E al 32esimo piano si spengono le ultime luci
Cerchiamo i vostri ricordi Migros
100 anni Migros ◆ Nella vostra memoria, un pezzo di storia svizzera
0,8
miliardi di franchi
è il fatturato realizzato da Migrolino, uno dei principali fornitori del mercato convenience svizzero Questo risultato è leggermente superiore a quello dell’anno precedente (+0,4%)
1,5
miliardi di franchi
è il fatturato raggiunto dai servizi legati alla salute Un incremento al quale, oltre a Medbase, hanno contribuito le attività nel settore della prevenzione con la catena di centri fitness movemi
2,9
miliardi di franchi
è il fatturato di Digitec Galaxus Con un impressionante incremento del 17,2%, il più grande negozio online della Svizzera ha aumentato il proprio fatturato per la ventitreesima volta consecutiva!
Per il secondo numero speciale dedicato ai 100 anni di Migros, previsto per l’11 agosto 2025, cerchiamo le storie più divertenti delle e dei nostri clienti Se anche tu hai una storia da raccontare, basta scansionare il nostro codice QR: non vediamo l’ora di leggerti! Contattaci qui
La Migros ringrazia: insegna luminosa sulla facciata della centrale Migros di Limmatplatz a Zurigo
SOCIETÀ
Davanti all’endometriosi
Una ricerca del Politecnico di Zurigo sta studiando un nuovo impianto idrogel per affrontare una malattia che colpisce molte donne,la testimonianza di due di loro
Il pettirosso eletto volatile del 2025
Il piccolo uccellino canoro,simbolo della vita che sopravvive al freddo dell’inverno,è stato scelto tramite un sondaggio popolare indetto da BirdLife Svizzera
L’importanza di saper chiedere scusa
Il caffè dei genitori ◆ Porgere le proprie scuse è un aspetto fondamentale della vita sociale e delle relazioni umane ed è un mezzo per ricostruire la fiducia, risolvere i conflitti e mantenere legami forti e sani soprattutto in famiglia
Inutile nascondercelo: a volte la vita in famiglia può tirare fuori il peggio di noi stessi Il volersi bene non è mai in discussione, ma i nervi possono saltare Come mariti, mogli, genitori Tra mutismo, gesti di sfida e incomprensioni, poi, i figli adolescenti possono farci toccare l’apice! Il caffè dei genitori non è impermeabile ai racconti dell’ennesimo litigio per una frase sbagliata, un po ’ di nervosismo, la stanchezza che prende il sopravvento Il torto e la ragione Le visioni contrapposte Le sensibilità involontariamente urtate Le reazioni insulse Del resto persino Papa Francesco in un discorso a braccio ad Assisi (ormai un po ’ di anni fa) si era lasciato sfuggire: «Litigate quanto volete: se volano i piatti pazienza » Non era però uno sdoganamento divino del litigio in famiglia, ma il realismo di chi conosce la vita vera La sua frase aveva una conclusione: «Mai finire la giornata senza fare la pace» Papa Francesco ha insistito sulla questione con un ’altra frase, altrettanto memorabile, e che non c’è bisogno di essere credenti per condividere: «Ogni giorno ci facciamo dei torti l’uno con l’altro Dobbiamo mettere in conto questi sbagli, dovuti alla nostra fragilità e al nostro egoismo Quello che però ci viene chiesto è di guarire subito le ferite che ci facciamo, di ritessere immediatamente i fili che rompiamo nella famiglia Se aspettiamo troppo, tutto diventa più difficile E c’è un segreto semplice per guarire le ferite e per sciogliere le accuse È questo: chiedersi scusa» (4 novembre 2015, Assemblea del Sinodo dei Vescovi) Vale tra marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle, persino tra nuora e suocera!
È così che dopo la 150esima discussione con lo Gen Z di turno a Il caffè dei genitori ci ritroviamo a riflettere sul potere delle scuse Snodo cruciale per riappacificarsi, ma strada spesso complessa da imboccare Insegnare ai figli a chiedere scusa è importante affinché riconoscano il comportamento sbagliato e capiscano che ammettere un errore li rende persone migliori Ma per insegnare a farle bisogna prima imparare a chiederle Un atto di coraggio richiesto a volte anche a noi genitori
Chi ha studiato le scuse (e gli uomini e le donne che non sanno farle) per una vita è la psicologa americana Harriet Lerner, 80 anni, che nel saggio Scusa (ed Feltrinelli 2018) indaga sul magico potere di ammettere i propri sbagli: «In sintesi, chiedere scusa è un aspetto fondamentale della vita sociale e delle relazioni umane È un mezzo per ricostruire la fiducia, risolvere i conflitti e mantenere legami forti e sani Senza la capacità di
scusarsi, le relazioni rischiano di deteriorarsi e di frantumarsi, lasciando dietro di sé un senso di perdita e disconnessione» Ecco, allora, cinque situazioni in cui – siamo convinti a Il caffè dei genitori – ci possiamo tutti immedesimare
Uno Critiche dei figli che ci piombano addosso come macigni e che noi riteniamo sbagliate, ingiuste e totalmente fuori bersaglio Le reazioni possono essere di rabbia con la pretesa delle scuse da parte del bambino/adolescente oppure di rimorso e a quel punto siamo noi a scusarci: «Non posso parlare con mia madre di qualsiasi cosa che possa prendere come una critica – è il racconto di un paziente di Harriet Lerner – Succede sempre la stessa cosa Le sue scuse sono così piene di auto recriminazione che alla fine sono io a rassicurarla che è stata una buona madre e che ha fatto il meglio per me Poi mi sento una schifezza» In entrambi i casi la soluzione migliore – è il suggerimento della psicologa – può essere di limitarci a dire: «Voglio che tu sappia che continuerò a pensarci» Perché «solo dopo aver ascoltato le critiche e la rabbia dei nostri figli e rimanendo aperti a chiedere scusa per le ferite e gli errori che ogni genitore inevitabilmente commette, possiamo aspettarci di essere davvero ascoltati da loro
Dobbiamo essere capaci di ascoltare per poter far giungere a destinazione il nostro messaggio – ed è un buon consiglio per qualsiasi relazione»
Due Piccoli errori dei figli che scatenano da parte nostra critiche aspre ed esagerate salvo poi pentircene immediatamente e chiedere scusa La frase da non dire è: «Mi dispiace che quel che ho detto ti abbia tanto turbato» Il consiglio è di fermarci al «Mi dispiace» Senza aggiungere altro Il problema è quello che è stato detto, non come è stato recepito! Harriet Lerner avvisa: «Quasi tutte le scuse che iniziano con “Mi dispiace se ” non sono scuse Provate invece: “Il commento che ho fatto era offensivo Mi dispiace essere stato privo di tatto, non si ripeterà più»
Tre La sorella minore chenon muove un dito, l’altra che viene presa da un impeto di collera: «Guarda che te non sei l’ospite d’onore di questo party! Ti stancherebbe troppo caricare la lavastoviglie?» Le due non si rivolgono più la parola per tutta la giornata finché la maggiore, magari su suggerimento dei genitori, tenta di rimettere le cose a posto: «Mi dispiace di essere stata sgarbata, ma qualcuno doveva pur dirti come ci si comporta» Le intenzioni sono buone, il risultato è pessimo: «Le scuse migliori sono brevi e
non devono includere spiegazioni che rischino di minarne il senso – spiega Harriet Lerner – Le scuse non sono l’unica occasione in cui sarà possibile affrontare il problema di fondo; sono l’occasione per ristabilire un terreno sul quale comunicare ancora in futuro Questa è una distinzione importante, ma spesso trascurata»
Quattro Due bambini che giocano al parco, uno toglie di mano un giocattolo all’altro che inizia a piangere disperato La madre del bambino non dice al figlio di smettere di piangere, né all’altro di restituire il giocattolo ma rivolge un rimprovero: «L’hai fatto piangere, chiedi scusa!» Anziché renderlo responsabile del proprio comportamento (il giocattolo portato via), gli viene chiesto di assumersi la responsabilità delle reazioni dell’altro bambino È una richiesta di scuse diseducative Ai figli si deve insegnare a scusarsi per lo sbaglio commesso, non per ciò che non è stato fatto
Cinque Sono le scuse preferite a Il caffè dei genitori Quelle che Harriet Lerner fa al marito Steve, ma può valere a parti inverse: «Cerco di chiedere scusa esattamente per la mia parte del problema – nella misura in cui la calcolo io, ovviamente – e mi aspetto che lui chieda scusa per la sua parte –sempre nella misura in cui la calcolo
io Non c’è neanche bisogno di dirlo: non sempre i nostri calcoli coincidono» A proposito di mariti e mogli: Solo per dirti è una poesia di William Carlos Williams scritta come se fosse un biglietto lasciato dal poeta e medico statunitense nel 1934 sul tavolo della propria cucina, indirizzato alla moglie Vediamo cosa c ’ era scritto: «Ho mangiato io le prugne che erano in frigorifero e che tu probabilmente avevi tenuto da parte per colazione Scusami ma erano deliziose così dolci e così fredde» La moglie Florence ha risposto alla poesia con un messaggio che poi lui ha incluso nel manoscritto Detail & Parody for the poem Paterson: «Caro Bill: ho fatto un un paio di panini per te Nella ghiacciaia troverai mirtilli: una tazza di pompelmo, un bicchiere di caffè freddo Sul fornello c’è la teiera con abbastanza foglie di tè per te per preparare il tè se preferisci accendi solo il gas fai bollire l’acqua e mettila nel tè Pane in abbondanza nella cassetta del pane e burro e uova Non sapevo cosa fare per te Molte persone hanno chiamato per l’orario d’ufficio Ci vediamo dopo Ti amo Floss Per favore, spegni il telefono»
Che ne dite, allora, come proposito di inizio 2025 impariamo a chiedere scusa nel migliore dei modi? Anche per dare il buon esempio ai nostri figli
Piccoli litigi possono sorgere anche tra bambini: i genitori dovrebbero insegnare
Simona Ravizza
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Brasato che delizia
Attualità ◆ Un classico piatto ricco di sapore e aroma, il manzo brasato è perfetto da portare in tavola durante i mesi più freddi Questa settimana vi proponiamo in offerta un taglio ideale per realizzarlo: il cappello del prete, conosciuto anche come picanha
Per preparare un saporito brasato di manzo, in generale sono particolarmenteindicatialcunitagliottenutidalla spalla dell’animale, nella fattispecie l’aletta e il fesone, ma anche altri pezzi provenientidallacoscia,comeilmagatello e la sottofesa, o ancora il cappello del prete, o picanha (vedi sotto)
La brasatura è un metodo di cottura lento, a fuoco basso, che contribuisce ad ammorbidire le fibre delle carni, rendendole tenere e più facilmente digeribili Può essere eseguita sia sul fornello che in forno Dal momento che brasare è una tecnica che avviene in un recipiente chiuso con un coperchio (a prova d’aria), i succhi della carne e gli aromi degli altri condimenti utilizzati vengono preservati in maniera ottimale, intensificando il sapore finale della pietanza Il tipo di pentola più adatto alla brasatura è costituito dalla brasiera, che può essere fatta di ghisa, acciaio inossidabile, ceramica, o altro materiale che trattenga bene il calore Il coperchio dovrebbe avere una tenuta perfetta onde evitare che evapori troppo liquido I tempi di cottura variano a seconda della dimensione del pezzo di carne, ma solitamente va da 2 fino a 3 ore La carne è cotta al punto giusto quando, infilzandovi una forchetta, essa esce facilmente Le fibre devono quasi sfaldarsi per ottenere una carne dalla tenerezza e sapidità incomparabili
Conosciuta anche con il nome di cappellodelpreteocoperturadelloscamone,lapicanhasiprestaparticolarmente bene per la preparazione di un ottimo brasato Il taglio è molto gettonato soprattutto in estate, cotto alla griglia Si distingue per la forma triangolare e lo spesso strato di grasso che ricopre la carne Ed è proprio quest’ultimo che, sciogliendosidurantelacottura,contribuisce a rendere la carne succosa, tenera e incredibilmente gustosa
Una ricetta appetitosa Brasato al vino con porcini e pomodori secchi
Ingredienti per 6 persone
• 1 5-2 kg di spalla
o coscia di manzo
• 200 g di verdure ad es carote sedano e porro
• sale, pepe
• 2 cucchiai di burro per arrostire
• 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
• 5 dl di vino
• 3 dl di salsa per arrosto
• 40 g di funghi porcini secchi
• 50 g di pomodori secchi
• 4 rametti di prezzemolo
Preparazione
Tagliate a pezzi le verdure Salate, pepate la carne e rosolatela nel burro per 5 minuti Aggiungete le verdure, il concentrato di pomodoro e continuate brevemente la rosolatura Bagnate con il vino e fatelo ridurre un poco Unite la salsa per arrosto Incoperchiate e stufate la carne a fuoco medio per almeno 2 ore Ammollate i funghi Dopo 1 ora, estraete la carne dalla salsa Frullate le verdure nella salsa Estraete i funghi dall’acqua e aggiungeteli alla salsa, con i pomodori secchi Accomodate la carne sui funghi Incoperchiate e terminate la cottura per altri 30 minuti Affettate il brasato e servitelo con la salsa Tritate il prezzemolo e cospargetelo sulla carne
Attualità ◆ Ogni giovedì, il Ristorante Migros del Centro S Antonino delizia i propri clienti con una selezione di pietanze asiatiche ad un prezzo allettante
Gli amanti della cucina d’Oriente hanno di che rallegrarsi Lo sapevi che tutti i giovedì il Ristorante Migros del Centro S Antonino propone un appetitoso buffet a scelta di specialità asiatiche? I menu sono preparati con ingredienti freschi e tanta passione dai nostri abili chef ispirandosi alle ricette originali, per offrirti un ’ esperienza autentica e indimenticabile senza compromessi Tra le proposte che potrai trovare, ci sono per esempio piatti quali il Manzo saltato con verdureasiatiche, il NasiGorengcon pollo, i Gamberetti saltati con noodles e verdure all’asiatica, il Bami Goreng vegano e il Curry rosso alla thailandese Ti aspettiamo!
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giovedì Menu asiatico a soli Fr 15 80 al piatto
Ristorante Migros Centro S Antonino
In armonia con la natura
Attualità ◆ I prodotti Demeter provengono dall’agricoltura biodinamica e sono sempre più popolari presso la clientela Migros Questa settimana vi consigliamo di provare lo spinacino Demeter
Ideale per arricchire ogni insalata grazie al suo sapore aromatico e rinfrescante, lo spinacino, conosciuto anche come baby spinacio, è una scelta perfetta per chi cerca un ortaggio al contempo nutriente e versatile Chi è particolarmente sensibile anche alla sostenibilità degli alimenti che acquista, alla Migros trova ora lo spinacino certificato Demeter, un prodotto coltivato nel pieno rispetto per la natura Demeter è il più antico e rigoroso tra i marchi bio e certifica i prodotti derivanti da un ’agricoltura biodinamica Quest’ultima preserva le risorse naturali e promuove
Spinacino Demeter
Italia, 125 g Fr 2 95 In vendita nelle maggiori filiali Migros
l’equilibrio tra ambiente, animali ed esseri umani Lo spinacino Demeter viene per esempio coltivato in un ambiente protetto (serra) in un terreno concimato precedentemente con compost biodinamico dell’azienda stessa e «preparato 500», conosciuto anche come «cornoletame», per una maggiore fertilità naturale Le erbe infestanti vengono eliminate tramite «scerbatura» manuale. Dalla semina alla raccolta trascorrono tra i 40 e i 60 giorni La raccolta viene eseguita con una raccoglitrice elettrica per evitare qualsiasi inquinamento dell’aria e del suolo
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«La malattia mi ha stravolto la vita»
Salute ◆ Il 10-15% delle donne soffre di endometriosi, si stanno studiando nuove terapie e metodi preventivi come un impianto idrogel sviluppato al Politecnico di Zurigo ma il problema non è facile da diagnosticare. Sarah e Lisa raccontano la loro storia
Vittoria Vardanega
Circa il 10-15% delle donne in età fertile soffre di endometriosi, una malattia cronica benigna caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale – che normalmente riveste l’interno dell’utero – fuori dalla sede originale La malattia può compromettere in modo significativo la qualità della vita, e tra le donne con problemi di fertilità, circa il 30-40% soffre di endometriosi
Una delle possibili cause della malattia è la mestruazione retrograda: parte del sangue mestruale risale lungo le tube di Falloppio e trasporta cellule endometriali che si possono depositare nella cavità addominale Questo tessuto durante il ciclo mestruale si comporta come quello all’interno dell’utero: cresce e sanguina,causandoinfiammazionieaderenzechepossonoprovocarefortidolorie altre complicazioni
I ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH), in collaborazione con l’Empa, hanno recentemente sviluppato un impianto in idrogel che potrebbe prevenire l’endometriosi o evitarne l’aggravarsi L’impianto, finora sperimentato solo in vitro e su modelli animali, viene inserito nelle tube di Falloppio tramite una procedura non chirurgica Una volta in posizione, l’idrogel si gonfia e agisce come una barriera fisica che impedisce
il passaggio del sangue (e anche degli spermatozoi, motivo per cui funziona anche come contraccettivo) «L’impianto è composto da un gel morbido, compatibile con il tessuto nativo e non rigettato dal corpo», spiega Alexandre
Anthis, autore principale dello studio pubblicato sulla rivista Advanced Materials Il dottor Christian Polli, viceprimario presso il Centro Endometriosi di Lugano, commenta la notizia
invitando alla cautela «Potrebbe funzionare, ma è fondamentale testare l’impianto sugli esseri umani, e possibilmente studiarne gli effetti nel lungo periodo» In passato, aggiunge, un sistema simile – una spirale usata per occludere le tube – era stato ritirato dal mercato poiché inefficace «Oltre a valutarne l’efficacia, bisogna assicurarsichel’idrogelpossaessererimosso senzalasciareresiduinelcorpoesenza compromettere la fertilità della donna», continua il dottor Polli Su questo punto la ricercatrice Inge Herrmann, presentando lo studio, ha rassicurato: «L’impianto può essere rimosso in modo semplice e rapido, utilizzando raggi UV o una soluzione speciale,evitandouninterventochirurgico»
ginecologa non mi ha presa sul serio, consigliandomi di farmi visitare da uno psichiatra Al reparto endometriosi di Ginevra invece mi hanno fatto sentire capita e seguita» L’endometriosi di Sarah ha raggiunto il IV stadio «La malattia ha cicatrizzato tutta la parete addominale, non riuscivopiùamangiare»,racconta Soffre anche di altri disturbi come la fibromialgia e l’encefalomielite mialgica, e ha avuto un cancro al collo dell’utero Si è sottoposta in tutto a 11 operazioni, ma ancora oggi per gestire il dolore cronico assume forti oppiacei e utilizza un neuromodulatore sacrale In media, la diagnosi di endometriosi si ottiene 7-8 anni dopo la comparsa dei primi sintomi, ma per Sarah ce ne sono voluti più di venti Oggi invita le donne che soffrono a insistere per ottenere risposte Oltre alla scarsa consapevolezza di alcuni medici, il dottor Polli spiega che la difficoltà nel diagnosticare la malattia è dovuta alla varietà di sintomi con cui si può manifestare, e alla diversa percezione del dolore di ciascuno «In generale, un dolore che impedisce il normale svolgimento della vita quotidiana e che si presenta regolarmente, ad esempio a ogni ciclo, non va sottovalutato, soprattutto se peggiora nel tempo», afferma
Oggi la diagnosi viene effettuata valutando l’insieme della cartella clinica della paziente Con la laparoscopia si può valutare la presenza di tessuto endometriale fuori dall’utero, ma visto che si tratta di un ’operazione non sempre viene eseguita Esiste anche un test salivare che analizza la presenza di uno specifico microRNA associato all’endometriosi I risultati sono molto precisi, ma è un esame costoso è al momento non viene impiegato automaticamente
Non si tratta dell’unica innovazione svizzera in materia di endometriosi: la start-up FimmCyte sta lavorando a una terapia che, secondo i ricercatori, potrebbe eliminare il tessuto endometriale in eccesso senza chirurgia Ma passeranno anni prima che si possa valutare l’efficacia di questo possibile trattamento, così come prima che si abbiano dati definitivi riguardo all’impianto in idrogel
In attesa di una cura definitiva, il trattamento attualmente si concentra sulla gestione dei sintomi In primaistanzasiricorreallaterapiaormonale, ovvero l’assunzione di pillole che sono anche anticoncezionali, spiega il dottor Polli La terapia si interrompe soloconlamenopausaosesicercauna gravidanza «Se smette di funzionare, si ricorre alla chirurgia, mentre la rimozione dell’utero si prende in considerazione solo se la donna non vuole più avere figli e non ci sono alternative», conclude
Le storie delle pazienti e Endo-help
Nonostante i progressi nella ricerca, la gestionedellamalattiarimaneunasfida complessa «L’endometriosi mi ha stravolto la vita», racconta Sarah Schnorf-Antoniazzi, 52 anni «Ho sempre avuto vari sintomi, ma da quando sono arrivati i dolori ho dovuto abbandonare prima il pattinaggio sul ghiaccio e poi molte altre attività, compresa quella lavorativa» «Piangevo dal dolore, ma la mia
Anche Lisa Balmelli soffre di endometriosi, ma la sua esperienza è diversa da quella di Sarah e in un certo senso riflette l’aumento di consapevolezza e sensibilizzazione rispetto alla malattia avvenuto negli ultimi anni Lisa soffriva di dolori mestruali molto forti e di una serie di sintomi apparentemente scollegati tra loro: cistiti, vescica iperattiva, problemi intestinali e forti dolori alla schiena «Ero preoccupata, non si capiva che cosa avessi Non è stato facile, con la malattia diventa impossibile continuare la stessa vita di prima» Dopo quattro anni e molti test, la diagnosi è arrivata con una laparoscopia Lisa è stata operata all’ospedalecantonalediZurigo,eoggi continua la terapia ormonale e la fisioterapiapelvica «Isintomisonopraticamente scomparsi», racconta «Se si sospetta di avere l’endometriosi è importante rivolgersi a un centro specializzato come quello di Lugano, dove i medici hanno più esperienza con questa condizione» Malattie come l’endometriosi sono poco conosciute e non visibili dall’esterno «Sia io che Lisa all’inizio abbiamo faticato a far capire ai nostri cari che cosa stavano passando», spiega Sarah Anche per questo, a gennaio 2023 Sarah e Lisa hanno fondato la sezione ticinese di Endo-help (www endo-help ch), un ’associazione di auto-aiutoperlepazientidiendometriosi Si incontrano online una volta al mese per condividere le proprie esperienze e supportarsi a vicenda «Volevo che la mia sofferenza aiutasse altre donne a non passare quello che ho passato io», conclude Sarah
Il pettirosso, uno sfrontato dal canto melodioso
Mondoanimale ◆ BirdLife svizzera si è affidata alla popolazione per eleggere il volatile dell’anno 2025
Maria Grazia Buletti
In occasione del venticinquesimo anniversario dell’Uccello dell’anno, BirdLife Svizzera ha indetto un sondaggio presso la popolazione svizzera per la scelta di quale volatile dovesse rappresentare il 2025 A larga maggioranza il prescelto è il pettirosso, un uccellino canoro passeriforme della famiglia dei Muscicapidae molto comune in Europa, i cui esemplari vivono soprattutto nei boschi di conifere, ma non è raro incontrarne in altri habitat, anche urbani, magari nascosti tra le chiome di alberi e siepi o tra le foglie di edera nei nostri giardini Piccolo, colorato, con un carattere vivace e un canto melodioso, questo volatile è simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno Forse per questo ha da sempre emozionato l’uomo che ne ha tessuto alcune leggende, una delle quali, fra le più antiche, viene dalla mitologia celtica
Piccolo, colorato, dal temperamento vivace, il pettirosso è simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno
Per i popoli del nord il pettirosso era infatti uno dei simboli del dio Thor, portatore di nuvole e tempesta Altre tradizioni popolari cercano di spiegare il suo piumaggio particolare con una nota leggenda cristiana secondo la quale i pettirossi erano originariamente tutti grigi, da capo a coda: si narra di un pettirosso che si trovava sul Golgota e vedendo un uomo crocifisso cercò di liberarlo dalla corona di spine che portava in testa Nel farlo si macchiò il petto con il suo sangue Per ringraziarlo, Gesù Cristo decise di lasciargli quel segno rosso così che tutti potessero riconoscere da lontano quella creatura così generosa Da quel giorno, sempre secondo la leggenda, il pettirosso ha assunto il colore che tutti conosciamo E Birdli-
dei ciliegi
Fabio Andina – Petros
Michalopoulos, illustrazioni di Antoine Déprez L’uomo del bosco che parlava con la capinera Fontana Edizioni (Da 13 anni)
Forse non era l’intenzione principale degli autori, quella di scrivere per ragazzi, e mi sembra, anche per tono e ritmo narrativo, che il loro libro si rivolga a un pubblico genericamente più esteso, ma il fatto che tra le sue pagine vi sia una cospicua presenza di illustrazioni rende quest’opera, come spesso accade, accostabile automaticamente ai più giovani, e quindi di fatto ospite della nostra rubrica Del resto al centro c’è un ’adolescente, perché l’io narrante di questa storia è un personaggio femminile, ormai anziana al momento dell’istanza enunciativa, che rievoca, a ritroso, una vicenda del suo passato, avvenuta mezzo secolo prima, quando era ancora una ragazza e aveva intrapreso con la mamma una «escursione per valli e montagne», lunga vari giorni Questo cammino sin dall’inizio si preannuncia come una sorta di viaggio di guarigione, motivato dalla necessità di elaborare una perdita La figura quasi sciamanica di tra-
fe sottolina come proprio «con il suo petto arancione, il corpo paffuto e gli occhi scuri, il pettirosso sia facilmente riconoscibile, conquistando rapidamente il cuore delle persone con il suo atteggiamento spesso curioso e confidente»
È un compagno familiare dal canto melodioso, descritto come «frizzante» ma anche un po ’ malinconico, con cui ci delizia costantemente Infatti, lo possiamo ascoltare anche in autunno e nelle giornate invernali soleggiate: «Nei centri abitati, il piccolo batuffolo di piume ci accompagna spesso per tutto l’anno» Ma forse non tutti sanno che solo una piccola parte dei «nostri» pettirossi rimane
da noi in inverno, mentre la maggior parte si dirige verso il Mediterraneo: «Altri pettirossi, invece, migrano in Svizzera da regioni più settentrionali e svernano da noi Nella maggior parte dei casi, quindi, gli individui estivi e quelli invernali non sono gli stessi» Cosa curiosa che gli esperti e gli ornitologi sottolineano è che, diversamente da quanto si possa immaginare, il pettirosso è un uccello tutt’altro che mansueto e, in realtà, è noto come un volatile «solitario e in continuo movimento» che dimostra la sua indole aggressiva verso i propri simili di cui non ama la vicinanza Questo, soprattutto nella stagione dell’accoppiamento (ma pare anche in inverno),
periodo durante il quale può arrivare a ingaggiare lotte definite «sanguinose» con i rivali nel corteggiamento delle femmine È proprio il caso di dire che il pettirosso abbia un carattere temerario celato sotto insospettabili vesti con la complicità del suo canto melodioso «Nonostante le sue piccole dimensioni e il suo aspetto grazioso, esso ha un carattere per nulla mansueto ma si rivela spavaldo, sfrontato, combattivo e territoriale» La conferma giunge pure dall’accurata ed esaustiva descrizione del profilo del pettirosso da parte di Tatiana Maselli, un ’erborista appassionata di ornitologia della vicina Penisola: «Malgrado la sua indole ri-
servata e solitaria, il pettirosso ha sviluppato una certa confidenza nei confronti dell’uomo perché ha imparato che, grazie ad esso, può procacciarsi cibo in modo semplice» Anche BirdLife indica che, per favorire la presenza in giardino di questi uccelli, la cui vita media è di 3-4 anni, «l’ideale è avere siepi fitte con un denso sottobosco o arbusti spinosi che offrono siti di nidificazione e proteggono anche dai gatti In autunno sono molto apprezzati gli arbusti con bacche come sambuco, sorbo degli uccellatori o biancospino: piante che deliziano anche l’essere umano con i loro colori autunnali e, in alcuni casi, con le loro bacche commestibili» Per favorire non solo il pettirosso, ma anche molti altri uccelli e insetti utili all’ecosistema, è bene predisporre in giardino queste «strutture naturali» e piante indigene: «Arbusti e alberi autoctoni, prati naturali con un ’ ampia varietà di fiori spontanei, possibilmente per tutta la stagione, sono particolarmente importanti per gli insetti e per tutti gli animali che se ne nutrono L’edera lasciata crescere contro il muro di casa o un albero morto in giardino offrono cibo e possibilità di nidificazione»
Per essere deliziati dal pettirosso, re del 2025, basterà inoltre lasciare sul terreno le foglie morte in autunno, o almeno farne un mucchio, offrendo riparo anche durante la stagione fredda: «Una gestione variegata del giardino, ad esempio alternando lo sfalcio di alcune aree o lasciandone altre in piedi più a lungo, crea un mosaico di superfici diverse» Tutti possiamo aiutare il pettirosso e molti altri uccelli del nostro giardino, è l’esortazione di BirdLife: «Basta creare angoli selvatici per la natura Il pettirosso, e si spera altre specie, sarà così con noi per tutta la vita, giorno dopo giorno, tutto l’anno, raccontandoci col suo canto melodioso della splendida natura che si trova proprio fuori dalle nostre finestre»
mite verso il percorso di guarigione è un vecchio, in cui le due donne si imbattono ai margini del bosco: egli ha, non a caso, degli «occhi da bambino», capaci di vedere con il cuore, di vedere l’Oltre, di vedere l’Altro Celeste, questo (anche qui forse non a caso) è il nome dell’uomo, ospiterà madre e figlia nella sua casa, dal momento che la capanna verso cui erano dirette è «chiusa», stranamente chiusa in quella stagione, come se fosse un segno del destino, questa sosta forzata misteriosa e salvifica, durante la quale egli fornirà alle sue ospiti un duplice insegnamento Da un
lato molto pratico, fatto di mani, di terra, di stagioni e profumi, condensato nella sapienza del prendersi cura con rispetto del mondo naturale, dall’orto, alla cucina, agli animali; dall’altro lato spirituale, volto a scorgere la possibilità di sentire dentro di sé la presenza di chi ci ha lasciato, vedendolo con gli occhi del cuore Al netto di qualche incoerenza stilistica, in particolare nel linguaggio dell’io narrante, che ondeggia tra toni alti (l’uso del passato remoto, un lessico a volte ricercato) e un accordo non sempre accurato dei tempi verbali (ad esempio «prima che calava il buio, montavamo la tenda», «dopo esserci sistemate nella tenda, la torcia elettrica si scaricò»), è una storia con degli spunti di riflessione
Sara Sciuchetti
Conti-Giuseppe Ferrario
Le chiavi di Sofia
ESG Edizioni Svizzere per la Gioventù (Da 8 anni)
Si chiama Sofia, la bambina protagonista di questo racconto dell’autrice mesolcinese Sara Sciuchetti Conti: un nome non casuale, Sofia, visto che è il desiderio di conoscere ad animare la piccola, in questa avventura
dai toni filosofici, che si apre proprio con una domanda: «Un giorno Sofia chiese a suo padre a cosa servisse quel grande mazzo di chiavi » Sin dall’incipit siamo quindi proiettati dentro una dimensione simbolica: si parla di chiavi, e dunque di porte da aprire, porte che aprono su mondi da scoprire, da fare propri, dei quali comprendere il valore «Faremo il giro dei mondi» dice il papà, e non «il giro del mondo», alludendo a questa pluralità di mondi che sarà bagaglio prezioso per il viaggio di formazione della bambina Il primo mondo è quello della cultura, rappresentata da un ’antica biblioteca (certo, la cultura non è solo nei libri, ma la interpretiamo come una licenza poetica di un racconto fantastico); la seconda chiave li porterà poi su una montagna altissima, dove vedranno, sentiranno, gusteranno cose, e questo sarà il mondo dell’esperienza; ci sarà quindi il mondo della libertà; ma è sul quarto mondo che viene messo, ci pare, l’accento, e questo quarto mondo è quello dell’immaginazione, che serve «a rimanere sempre felici» Una bella metafora dell’importanza dell’immaginazione come risorsa interiore, da costruire sin dall’infanzia, per poi affrontare le sfide della vita E come si costruisce un immaginario? Grazie appunto alle storie, che servono non necessariamente a far diventare i bambini dei forti lettori, ma a farli diventare delle persone felici, che avranno sempre un talismano interiore a cui attingere, come conforto, ma anche come spinta a percorrere strade meno scontate e battute A raccontare il mondo dell’immaginazione sono delegate soprattutto le illustrazioni di Giuseppe Ferrario (celebre autore, fumettista, illustratore milanese), che con il suo dinamico tratto accompagna tutta la narrazione, fornendole humour e freschezza
Viale
di Letizia Bolzani
5.50
3.90
Tutto l'assortimento Tiger Kitchen per es salsa di soia, 250 ml, 2 24 invece di 2 80, (100 ml = 0 90) a partire da 2 pezzi 20%
Biscotti della fortuna 72 g, (100 g = 5 42)
Red Bean Mochi
Family
L’altropologo
Tutta mia la città...
così canticchiava il vostro Altropologo di riferimento l’altro giorno, alla ricerca quotidiana di un chiosco dove trovare birra fredda e – soprattutto – dove imboscarsi (da queste parti letteralmente) dall’assillo di ambulanti, postulanti, mendicanti e quant’altri meno desiderabili che attiro come le api sul miele in qualità di unico Nasaara Dau («uomo nazareno», ovvero cristiano, cioè Bianco) presente in città
Quando arrivai a Wa nei primi anni 80 del secolo scorso, nella capitale della regione del Nordovest del Ghana c ’ era ancora una nutrita presenza di missionari europei e qualche americano – tutti Nasaara Dau – che in qualche modo spalmavano più equamente la pressione per piccoli contributi monetari Poi arrivarono le ONG, truppe di studenti entusiasti e internazionali usciti dai primi corsi universitari di Cooperazione allo Sviluppo e fu l’età d’oro
dello scrocco e dell’ «agratis» Gli anni 90 furono favolosi, l’economia del Ghana si riprendeva, per quanto lentamente, dopo le ristrettezze dei colpi di Stato e della crisi economica La birra ricominciava a scorrere e i discobar fiorivano con clientela multinazionale variopinta: si poteva valutare lo stato di avanzamento inesorabile del Progresso dalle casse di birra accumulate all’alba fuori dei punti d’abbeverata Naturalmente pagava Pantalone, vuoi per la disponibilità di argent de poche dei volontari, vuoi per il basso costo delle bevande (si imparava presto che era meglio bere assieme agli amici musulmani perché le bevande alcoliche costano il doppio delle altre), vuoi pure perché gli (auto)inviti dello sconosciuto che si sedeva al tuo tavolo con l’irrifiutabile proposta «voglio essere tuo amico» avvenivano molto sovente e certo anche a volte in buona fede Pure se – occorre aggiunge-
La stanza del dialogo
re per antropologica chiarezza – simili pratiche fra connazionali locali sarebbero giudicate disdicevoli in quanto contrarie alla strutturazione dei rapporti di amicizia e dunque al bon ton delle culture locali, molto attente all’etichetta e alla cortesia come, in buona sostanza, alla gerarchia fra le classi
Poi l’indigenizzazione del clero, dei missionari e delle ONG ha fatto sì che i Nazareni siano tornati a casa E così – potete capire – l’unico sopravvissuto che seguita a tornare a Wa come un postino che continui a suonare (prima o poi dovrò spiegare a me stesso il perché) vaga di bar in bar e di chiosco in chiosco – sempre più lontano in una periferia che si espande ormai con una velocità impressionante I villaggi si spopolano Restano le donne e i vecchi Con una popolazione crescente – e impressionante di bambini Gli sforzi di governi
peraltro indebitatissimi per migliorare le condizioni igieniche e l’assistenza medica hanno drasticamente ridotto sia le morti per parto che la mortalità infantile Resta da vedere cosa succederà a generazioni costrette a competere per posti di lavoro inesistenti ora che la produzione agricola cede all’importazione di riso dall’Asia, del grano dagli USA e del pollame di bassa qualità dal resto del mondo
Stranamente qua non si sente parlare del dramma dell’emigrazione verso i Paesi europei Che i giovani abbandonino i villaggi per cercare fortuna «al Sud» è fatto acquisito da decenni Solo che ormai è un ’emorragia
Molti tornano ad un certo punto con un po ’ di soldi guadagnati nelle miniere d’oro di superficie dove peraltro molti restano vittime di incidenti e crolli delle gallerie improvvisate Il fenomeno dilagante del «galamsey» – dall’inglese gather them and sell –
Un patto di alleanza tra uomini e donne, da dove iniziare?
Cara Silvia, sono nato in Italia nel 1938 e, come te, provoafareunbilanciodellamiavita(si riferisce a un’intervista apparsa su «Sette», il supplemento del «Corriere della Sera» del 27 dicembre scorso, ndr) La mia famiglia proveniva, da parte di padre, da nobili napoletani decaduti mentremiamadre,donnadigrandebellezza,provenivadaunafamigliadipiccoli coltivatori diretti Si viveva in un palazzo di famiglia diroccato, arredato di mobili fatiscenti ma ancora imponente e suggestivo Mio padre, che aveva trovato lavoro in Belgio, si era rifatto una famiglia e non mandava più soldi a casa Ci aiutavano i parenti di campagna, contadini semplici e privi di cultura ma capaci di una grande solidarietà Le vettovaglie che ci portavano regolarmente erano necessarie ma non sufficienti per tre figli sempre affamati e mia madre, per far quadrareiconti,aiutatadallanonna,lavorava
come governante nella casa di un «nuovo ricco» Madre e figlia erano talmente brave nel cucinare, cucire, mantenere buone relazioni di vicinato che non ci accorgevamodivivereinmiseria Ilprimogenito,perstudiare,erastatomandato in Seminario, mia sorella dalle suore mentre io, il minore, sono riuscito, dopo la guerra, a diplomarmi alle magistrali e poi, lavorando, a laurearmi in Lettere Mia madre è morta poco dopo, ma per noi è stata una figura fondamentale che, ancora oggi, ci fa sentire figli Appena trasferito in Ticino, quando ero ancora piuttosto spaesato, ho conosciuto una giovane collega, timida e carina che è diventata la donna della mia vita Mi hadatoduefigligemellibravieaffettuosi e ora siamo nonni di quattro nipoti Perché le scrivo? Non mi rivolgo solo a lei ma a tutte le lettrici per dire grazie alle donne, alle presenze femminili che con discrezione reggono il mondo I legami d’amore, di attenzione e di cura sono
La nutrizionista
I metalli pesanti negli alimenti
Buongiorno signora Botticelli, ho letto che una nota marca Svizzera di cioccolata (che amo pure io) è stata accusatainAmericadiavervendutodeiprodotti di cioccolata contenente alte dosi di metalli pesanti (l’azienda in questione respinge pubblicamente le accuse, ndr) Mi sono molto vergognato e arrabbiato per la notizia E mi chiedo inoltre che danni possono fare al nostro corpo queste sostanze?Eviteròlalorocioccolatamaun dubbio mi assale, quanti altri alimenti ne contengono e come possiamo tutelarci da queste contaminazioni noi semplici cittadini? La ringrazio e saluto cordialmente / Luigi
Buongiorno Luigi, ho letto pure io la notizia e me ne sono rammaricata In generale posso dire che il cioccolato, soprattutto quello scuro, può contenere metalli pesanti come il cadmio e il piombo Questi
prendi e vendi, ovvero «mordi e fuggi», devasta non solo il territorio con l’inquinamento delle acque dal mercurio usato per estrarre l’oro dalla ganga, ma anche per l’assuefazione al micidiale Tramadol e derivati, un oppioide ormai diffuso anche fra gli agricoltori per sopportare la fatica «E quelli che non tornano? – chiedevo a un funzionario governativo – Vanno forse in Europa dove non sono benvenuti – e forse muoiono in mare?» Non mi sembrava ne sapesse nulla E qui a Wa non ne sanno proprio niente Nessuno Questa dunque la situazione della Città – Wa significa semplicemente la città - che sto imparando a conoscere benino mentre canticchio la famosa canzone dell’Equipe 84 – che tempi! Non è «un deserto che conosco» ma un lontano labirinto nel quale cerco un angolo per nascondermi in una periferia sempre più lontana
tessuti dalle loro mani e sono le donne a garantirci fiducia e speranza nei giorni più bui Grazie dell’ascolto Con un abbraccio collettivo / Andrea
Caro Andrea, siamo all’inizio di un anno difficile, di fronte a un collasso del futuro e la sua lettera, quanto mai opportuna, rivela una capacità di gratitudine per l’altra metà del cielo che le fa onore Siamo tutti nati da donna e, anche se non tutte le madri sono materne, dobbiamo ringraziare chi ci ha generati e cresciuti
Proprio perché i rapporti che gli uomini intrattengono con le donne sono spesso ingiusti e violenti, abbiamo bisogno che i nostri partner imparino a dareparolealleloroinquieterelazioni, che riconoscano quanto sia necessaria la reciprocità dei desideri Spesso sono analfabeti emotivi e, quando le pulsioni rimangono impensate, tendo-
no a trasformarsi in azioni sbagliate
La confusione maschile, tra amore e possesso, tra amore e potere, sta alla base di molti, troppi femminicidi, come pure di nascosti lividi dell’anima Urge un patto di alleanza e credo che il percorso debba iniziare, non in astratto ma, come fa lei, da una ricognizione della propria storia
Chiudo con una bella ballata di Edoardo Sanguineti: Ballata delle donne
Quando ci penso, che il tempo è passato, le vecchie madri che ci hanno portato, poi le ragazze, che furono amore, e poi le mogli e le figlie e le nuore, femmina penso, se penso una gioia: pensarci il maschio, ci penso la noia
Quando ci penso, che il tempo è venuto, la partigiana che qui ha combattuto, quella colpita, ferita una volta, e quella morta, che abbiamo sepolta, femmina penso, se penso la pace: Pensarci il maschio, pensare non piace
di Laura Botticelli
elementi possono provenire dal suolo inquinato in cui vengono coltivati gli alberi di cacao come pure dai processi di lavorazione L’esposizione costante e a lungo termine anche a piccole quantità di metalli pesanti può portare a una serie di problemi di salute L’esposizione frequente al piombo è pericolosa negli adulti perché può accumularsi nel corpo e nel tempo può causare danni al sistema nervoso, può portare all’ipertensione e alla soppressione del sistema immunitario Il cadmio invece è tossico per i reni e può influenzare la densità ossea oltre ad avere effetti sul sistema riproduttivo Il pericolo è maggiore soprattutto per le donne incinte e per i bambini piccoli, perché i metalli possono causare problemi di sviluppo, influenzare lo sviluppo del cervello, con tutte le complicazioni facilmente intuibili
Anche se non si è un consumatore frequente di cioccolato, i metalli pesanti possono comunque essere un problema perché si trovano in quantità più o meno elevate in molti altri alimenti come per esempio il pesce, soprattutto quello grasso (tonno e pesce spada) che possono contenere mercurio La frutta a guscio a volte può contenere alti livelli di aflatossine e metalli pesanti a causa delle condizioni di crescita e stoccaggio Anche alcune verdure coltivate in terreni contaminati possono accumulare piombo e cadmio come pure il riso, che può accumulare arsenico specialmente se coltivato in regioni dove l’acqua è contaminata Come tutelarci? Tutti gli alimenti contengono almeno una piccola quantità di minerali, poiché sono componenti essenziali della maggior parte degli alimenti In generale è impor-
tante assumere una dieta varia, in modo da ridurre il rischio di esposizione a livelli elevati di un singolo contaminante Una prima piccola strategia potrebbe essere comprare alimenti di stagione e locali, poiché questi alimenti sono spesso freschi e quindi meno soggetti a un lungo stoccaggio o trasporto che possono influenzarne la qualità In secondo luogo, è utile ricordarsi di lavare sempre frutta e verdura prima del consumo perché l’acqua può aiutare a rimuovere alcune sostanze tossiche superficiali
Controllare poi le etichette e acquistare da fonti affidabili scegliendo per esempio marchi che riportano garanzie di tutela dell’ambiente, controlli ecc , e accertarsi della provenienza Esistono alcuni alimenti che generalmente presentano livelli molto bassi di metalli pesanti e sono considerati più sicuri dal punto di vista della
Quando ci penso, che il tempo ritorna, che arriva il giorno che il giorno raggiorna, penso che è culla una pancia di donna, e casa è pancia che tiene una gonna, e pancia è cassa, che viene al finire, che arriva il giorno che si va a dormire Perché la donna non è cielo, è terra carne di terra che non vuole guerra: è questa terra, che io fui seminato, vita ho vissuto che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente Femmina penso, se penso l’umano la mia compagna, ti prendo per mano
Informazioni
Inviate le vostre domande o riflessioni a Silvia Vegetti Finzi, scrivendo a: La Stanza del dialogo Azione Via Pretorio 11, 6901 Lugano; oppure a info@azione ch (oggetto «La stanza del dialogo»)
contaminazione da sostanze tossiche Sono la frutta e la verdura biologica e locale, poiché questi alimenti sono meno inclini alla contaminazione da fertilizzanti chimici e pesticidi Mangiare frutta e verdura congelata è anche una buona abitudine perché spesso vengono raccolte e congelate rapidamente, riducendo il rischio di esposizione a contaminanti Optare per cereali come l’avena e il farro che in generale non accumulano metalli pesanti e i legumi e carni magre, pollame, prodotti lattiero-caserai provenienti da animali nutriti in modo sano e allevati in condizioni controllate
Informazioni
Avete domande su alimentazione e nutrizione? Laura Botticelli, dietista ASDD, vi risponderà Scrivete a info@azione ch (oggetto «La nutrizionista»)
di Cesare Poppi
di Silvia Vegetti Finzi
ATTUALITÀ
Roghi di Los Angeles, e adesso?
L’italo-americana Margherita Amirkanian ci racconta l’inferno di Pacific Palisades e dintorni in presa diretta
Pagina 12
Viola Amherd, tra successi e ombre
La consigliera federale ha annunciato le dimissioni,lasciando un ’eredità complessa al Dipartimento federale della difesa
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Intervista a Sergio Ermotti
Il più importante banchiere della Svizzera ripensa al passato e ci svela perché ha accettato il lavoro più difficile dell’economia elvetica
Pagina 14
Quell’America forte, instabile e turbolenta
Stati Uniti ◆ L’economia è in ottima salute e la longevità cresce, però la popolazione è in maggioranza scontenta e sfiduciata
Alla vigilia dell’Inauguration Day del 47esimo presidente, si è avuta conferma dell’ottima salute dell’economia americana: più 256’000 nuove assunzioni a dicembre (al netto dei licenziamenti) e un ’ulteriore diminuzione del tasso di disoccupazione (al 4,1% è uno dei più bassi del mondo) Nell’intero anno che si è appena chiuso i nuovi posti di lavoro creati sono stati 2,2 milioni Un altro segnale positivo arriva su un terreno dove è meno scontato, quello della salute: la longevità degli americani (che aveva conosciuto un arretramento) ha ricominciato a crescere, nel 2024 si è aggiunto quasi un anno alla speranza di vita media, e la mortalità è scesa del 6% Se questi dati vengono allineati ad altri, e osservati in un contesto mondiale, il verdetto s’impone: l’America è sempre il numero uno, addirittura per certi versi non è mai stata così forte, il suo modello trionfa su tutte le alternative
Non si direbbe Se l’America scoppia di salute qualcuno si è dimenticato di dirlo ai suoi abitanti? Gli americani sono in maggioranza scontenti, pessimisti, sfiduciati I due terzi pensano che l’America è su una cattiva strada, il 70% pensa che la situazione economica sia negativa La reputazione delle istituzioni è crollata ai minimi storici, solo il 20% degli americani ha fiducia nel proprio Governo (sono rilevazioni antecedenti alla vittoria di Donald Trump e indicano un trend di lungo periodo) Anche l’amore per il proprio Paese è in ritirata Ancora un quarto di secolo fa, nel 2000, il 70% considerava importante il patriottismo, oggi solo il 38% In quanto alle divisioni, sappiamo quanto la società e la politica americana siano divise L’ultima elezione ha un po ’ attenuato la polarizzazione – perché lo spostamento a destra ha investito ogni categoria, incluse minoranze etniche, donne, giovani, e anche gli Stati tradizionalmente più progressisti – però rimane un popolo di «separati in casa», con forti divergenze ideologiche, valoriali, politiche
Ora uno studioso propone una tesi interessante per conciliare le due facce della medaglia Superiorità americana e disordine interno sono collegati fra loro, si alimentano a vicenda Non sono contraddizioni, bensì compongono il modus operandi di questa società e di questa Nazione Questa argomentazione è di Michael Beckley, docente e ricercatore presso Tuft University, City College di New York, e American Enterprise Institute La espone nei dettagli in un saggio che appare sull’ultimo numero di «Foreign Affairs», la più autorevole rivista di geopolitica In breve, dovremmo smetterla di parlare di un declino americano aggrappandoci a questo o quel sintomo superficiale L’America
è la più forte «perché» è divisa, in un certo senso; ed è divisa al suo interno «perché» è la più forte
Per cominciare, qualche dato sulla superiorità americana Quelli che usa Beckley peraltro rievocano alcune analisi che abbiamo già incontrato di recente nel Rapporto Draghi
Con il 26% del Pil globale, gli States hanno la stessa posizione che occupavano all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso
Gli Stati Uniti non solo mantengono l’economia più forte del pianeta, ma con il loro 26% del Pil globale hanno la stessa posizione che occupavano all’inizio degli anni Novanta, cioè in quella che fu definita la «fase unipolare» (l’Unione sovietica si era disgregata, la Cina era ancora agli albori del suo sviluppo) Nel 2008 le economie degli Stati Uniti e dell’Eurozona si equivalevano, oggi quella americana vale il doppio Vale anche il 30% in più di tutto il Grande Sud globale messo assieme (cioè i Paesi emergenti dall’Asiaall’AfricaalSudamerica,salvo la Cina) Perfino la Cina si sta rimpicciolendo rispetto agli Usa, e questo divario nei risultati viene sottolineato dal comportamento degli stessi cinesi:
spostanoall’estero(indollari)centinaiadimiliardidirisparmi;edemigrano versogliStatiUnitiinmisuracrescente In Giappone, Germania, Francia, Inghilterra, Italia, i salari operai sono molto più bassi che nel più povero degli Stati Usa, il Mississippi L’immagine stereotipata per cui l’America è il paradiso dei ricchi, il Far West del capitalismo selvaggio, il Paese delle diseguaglianze estreme, è rassicurante per gli europei che vogliono cullarsi in una superiorità illusoria Ma è negazionismo allo stato puro Nell’ultimo trentennio gli Stati Uniti hanno aumentato i redditi più bassi in misura superiore alla media: il 20% degli americani più poveri ha avuto un aumento del 74% nei redditi (contro 55% per la media) Questa tendenza si è perfino accentuata negli ultimi anni Dal 2019 ad oggi i salari delle categorie meno qualificate, operaiesimili,sonoquellichehannoavuto la crescita più dinamica: dieci volte superiore agli stipendi della fascia più elevata Sono dati stupefacenti per i«negazionisti»europei,inrealtàspiegano perché l’America ha continuato e continua ad esercitare un ’attrazione irresistibileeneiflussimigratoriinentrata figurano tutte le nazionalità del pianeta (europei inclusi)
L’economia americana ha i suoi problemi,anchegrossi Ildebitototale
sommando com’è giusto fare quello pubblico e quelli privati – raggiunge il 255% del Pil Ma quello della Cina è al 300% E la Cina non ha una moneta che tutti gli altri vogliono A questo proposito: di un declino del dollaro si parladaglianniSessanta,eilfrastuono suquestotemasiaccentuòdopolacrisi finanziaria del 2008 Eppure il dollaro continua a rappresentare il 60% delle riserve valutarie detenute dalle banche centrali di tutti gli altri Paesi, lo stesso livello del 1995 Viene usato nel 90% delle transazioni commerciali planetarie e nel 70% delle operazioni finanziarie di tutto il mondo Alla supremazia monetaria si affianca quella energetica Ai tempi in cui era presidente Jimmy Carter, l’America era il più grande importatore mondiale di energia (e questo la rese vulnerabile agli shock petroliferi degli anni Settanta) Oggi ha conquistato l’autosufficienza energetica, ha sorpassato Russia e Arabia saudita nella produzione di petrolio e gas; al tempo stesso ha investito fortemente nelle energie rinnovabili e le sue emissioni carboniche pro capite sono scese a livelli equivalenti a 110 anni fa La sua superiorità più visibile è un ’altra ancora, si manifesta nell’innovazione Le aziendeamericanegeneranoil50%deiprofitti mondiali del settore tecnologico, quelle cinesi il 6%
Eppure Xi Jinping e Vladimir Putin parlano spesso di un declino americano Sarà propaganda per distogliere l’attenzione dei loro popoli dai fallimenti delle autocrazie Ma anche molti europei pensano che quest’America sia malata E all’interno degli Stati Uniti, come si è visto, l’opinione pubblica è in preda a sentimenti negativi Che gliene importa, d’altronde, di essere i primi della classe? Se sono convinti che il loro Paese sia in crisi, non li consola sapere che è molto più ricco e dinamico dell’Europa o della Cina Le crisi interne dell’America però sono state ben più gravi in passato, e sempre seguite da altrettante rinascite: dopo la guerra civile, la Ricostruzione; dopo la Grande Depressione, la vittoria nella Seconda guerra mondiale e un periodo di egemonia; dopo le batoste in Vietnam o in Iran, la vittoria nella guerra fredda contro l’Urss e il primo di una serie di boom tecnologici Un’interconnessione lega le forze dell’America alla sua ciclica instabilità, turbolenza interna Questa Nazione è condizionata da alcuni elementi strutturali – la posizione geografica la isola e la protegge; la demografia positiva ne fa un ’eccezione in un mondo in decrescita – i quali però alimentano un senso di sicurezza e autosufficienza che può generare errori politici
Federico Rampini
Pagina
Los Angeles, da dove ricominciare?
Incendi ◆ Margherita Amirkanian ci racconta l’inferno di Pacific Palisades e dintorni: «Azioni di prevenzione
Romina Borla
Los Angeles, mercoledì scorso, quando gli incendi non erano ancora stati domatienellaConteaerastatadichiarataun’emergenzasanitariaacausadel fumoedelleparticelleleggeresprigionati dal fuoco: una minaccia per la salute della popolazione, a breve e lungo termine «In questo momento l’aspetto che tocca maggiormente, a livello emotivo, è vedere tante giovani famiglie spaesate: hanno perso tutto e devono riorganizzare totalmente la loro quotidianità Decidere dove andare, cosa fare nei prossimi mesi Anche chi, per miracolo, possiede ancora una casa o un appartamento non può tornarci Tuttisiaffannanopertrovareun posto dove vivere, una scuola per i figli, un medico disposto a curarli (negli Stati Uniti non è sempre evidente) Tutti scampati Ci si riconosce al supermercato, vestiti alla meno peggio, perché nel trambusto della fuga non si ha certo avuto il tempo di preparare grandi valigie Al supermercato – dicevo – alla ricerca di cose semplici, essenziali Un sorriso nonostante tutto, “da dove vieni tu?” e poi un abbraccio» che scalda il cuore
A parlare è Margherita Amirkanian, passaporto italiano e statunitense, che sentiamo al telefono mentre sta cercando di raggiungere il suo appartamento a Santa Monica, nota stazione balneare lungo la costa del Pacifico, dove trascorre buona parte dell’anno con il marito americano «Non è stato
distruttodalfuoco»,ciinforma «Maè pieno di detriti e non sappiamo quando sarà di nuovo agibile» Accanto c’è la dimora di Alex, uno dei suoi due figli L’altro,chesichiamaPietro,abitava nella vicina Pacific Palisades, quartiere di Los Angeles che è stato quasi interamente devastato dalle fiamme «Una zona che non era solo lusso, registi e attori famosi Era un luogo ricercato perché denso di cultura, con una mentalità molto aperta, ricco di prospettive e possibilità Si trattava di una comunità variegata di persone creative, una comunità solidale» Un posto che adesso non esiste più «Eraunamattinameravigliosa,con un cielo di un azzurro intenso», racconta la nostra interlocutrice «Una giornata perfetta ma molto ventosa Mio figlio ha osservato: forse oggi ci saranno incendi Lo dico per farvi capire quanto il rischio di roghi qui sia elevato e quanto poco efficaci siano state le azioni di prevenzione» Dopo qualche ora, infatti, scatta l’allarme «Le peggiori condizioni immaginabili si erano configurate I venti di Santa Anachesoffiavanoforti,caldiesecchi
Siccità: a Los Angeles non pioveva in modo consistente da mesi Le aree boscose erano piene di sterpaglie secche, non erano state ripulite Altro grande problema: a Pacific Palisades non c ’ era acqua, le riserve idriche sono insufficienti per coprire i bisogni attuali Oltretutto anche la rete elettrica è anti-
quata: ovunque pali di legno con fili dell’alta tensione penzolanti che ho vistosoloinIndiaeinAfricaoltreaqui»
Torniamo all’allarme Arriva un messaggino con l’urgenza di evacuare le scuole «Mia nuora – spiega Margherita Amirkanian – è volata all’istituto, ha preso figli, tata, cane ed è venuta da noi So di altri genitori, partiti poco dopo, che sono rimasti bloccati nel traffico Senza pensarci hanno abbandonato le loro vetture sulla strada per recuperare i loro piccoli Auto che in parte sono state schiacciate dalleruspeperpermettereilpassaggiodei camion dei pompieri Una mamma di nostra conoscenza è tornata a casa di
corsa col bambino in braccio, scoprendo che l’edificio stava già bruciando» L’intervistata – tra ansie e paure –ha passato parecchie ore sul suo balcone, a Santa Monica, a guardare le fiamme espandersi in tutte le direzioni «Il vento era fortissimo, un paio di Canadair hanno dovuto abbandonare il campo, era troppo pericoloso Tizzoni ardenti volavano da tutte le parti Pioveva fuoco, e ogni “goccia” non faceva che incendiare ciò che sfiorava: uncespugliosecco,unastaccionata,un garage» Ad un certo punto l’apprensione è traboccata e la famiglia – sotto shock – ha deciso di fuggire: prima da parenti a Encino e poi in un albergo
di Santa Barbara, città a nord di Los Angeles presa d’assalto dall’ondata di profughi «Nella struttura trovano ospitalità una trentina di famiglie, con bambini e animali domestici al seguito Pochi vestiti e oggetti, tanta paura negli occhi» «Noi siamo fortunati», seguita a ripetere la signora «Siamo vicini ai nostri cari, abbiamo trovato una sistemazione comoda, i miei figli continuano a lavorare in modalità smart working Ma ci sono migliaia di persone stipate in palestre, scuole, rifugi improvvisati» Non tutti oltretutto sono ricchi a Los Angeles Ci sono governanti, baristi/e, addetti/e alle vendite, e chi più ne ha più ne metta, con ormai poche prospettive «Noi siamo fortunati Addirittura la casa di Pietro a Pacific Palisades è rimasta in piedi Non c’è gas però, né acqua, le tubature si sono fuse, nessun servizio Unedificioinmezzoalnulla Lo ha scoperto suo fratello Alex che con coraggio ha deciso di attraversare il fuoco per andare a vedere Ha trovato la casa! C’erano fiamme qua e là che lui ha provveduto a spegnere con secchiate d’acqua presa dalla piscina È anche riuscito a salvare un pezzo di scuola, convincendo dei pompieri ad entrarvi per spegnere il rogo che la stava consumando, mostrando loro la via » Piccoligrandigestidicoraggio Pezzetti di passato che sopravvivono da cui ricominciare Ma come?
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Istantanea da Pacific Palisades (Keystone)
Tra i successi e le ombre di Viola Amherd
Berna ◆ Dopo trent’anni di politica la consigliera federale annuncia le dimissioni, lasciando un ’eredità complessa al Dipartimento federale della difesa. Si fanno i nomi dei possibili successori e si specula sull’effetto domino in Governo
Luca Beti
«È il momento di lasciare il posto a forze fresche» È così che la consigliera federale Viola Amherd (nella foto a lato) ha comunicato mercoledì scorso le sue dimissioni dal Governo alla fine di marzo di quest’anno Una comunicazione attesa che ha colto però di sorpresa molti osservatori per vari motivi Prima di tutto per la tempistica: di regola, le dimissioni vengono annunciate quando le due Camere sono riunite per la sessione La ministra della difesahainveceattesolafinedell’anno presidenziale e ha comunicato la sua partenza all’inizio di questo ancora giovane 2025, una settimana dopo che Gerhard Pfister aveva informato sulla sua intenzione di lasciare in giugno la presidenza dell’Alleanza del Centro E infine, perché l’annuncio della sua uscita di scena è arrivato a soli quattro giorni dalla richiesta di farsi da parte dell’Unione democratica di centro C’è chi sostiene che il comunicato dell’UDC, pubblicato sabato scorso al termine del consueto incontro annuale dei suoi vertici a Horn, nel Canton Turgovia, sia stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso Tuttavia,comericordatodaAmherddurante la conferenza stampa: «Il momento dell’annuncio delle proprie dimissioni, è l’unica decisione che una consigliera o un consigliere federale prende autonomamente»
L’annuncio della sua uscita di scena è arrivato a pochi giorni dalla richiesta di farsi da parte dell’Unione democratica di centro
Traleragionichepotrebberoavercontribuitoallasuadecisionedidimettersi, oltre a un 2024 in cui si sono susseguite le notizie negative sul Dipartimento federale della difesa (DDPS), c’è forse anche un rapporto difficile, se non conflittuale, con quella che viene considerata la donna forte del Governo svizzero: Karin Keller-Sutter La ministra delle finanze, con Albert Rösti, sembra abbia assunto il controllo delle dinamiche all’interno del Consiglio federale, mettendo un po ’ all’angolo l’esponente dell’Alleanza del Centro, spesso in minoranza insieme ai due rappresentanti del Partito socialista Ma queste sono probabilmente solo dietrologie dei giornalisti ConledimissionidiViolaAmherd il Governo perde uno dei membri più popolari dell’Esecutivo federale, anche per la sua vicinanza alla gente comune e il suo modo genuino di essere Solo di recente la sua pagella è stata macchiata da voti non del tutto brillanti La sessantaduenne politica vallesana, originaria del comune di Brig-Glis, è stata la prima donna a guidare il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) Nel
2018 ne aveva assunto la guida da Guy Parmelin, quarto esponente consecutivo dell’UDC alla testa del DDPS dopo Adolf Ogi, Samuel Schmid e Ueli Maurer Dopo sei anni, Viola Amherd decide di passare il testimone del dipartimento, considerato spesso per principianti, nonostante sia un colosso della macchina amministrativa federale con i suoi 12’000 dipendenti «Dopo trent’anni di attività politica, e un quarto di secolo in funzioni esecutive, è tempo di lasciare spazio a forze fresche», ha ribadito la ministra della difesa Una partenza che avviene nel mezzo della più grave crisi geopolitica in Europa dalla Seconda guerra mondiale «Non posso aspettare che la situazione mondiale migliori e presentarmi con un deambulatore per anziani», ha scherzato la ministra, dopo aver ritrovato il suo caratteristico stile diretto e ironico Laconsiglierafederalelasciainere-
dità vari cantieri aperti e uno strascico di polemiche Un presunto buco nelle finanze dell’esercito ha fatto scorrere fiumi di inchiostro per settimane all’iniziodel2024,evidenziandosignificativi problemi di comunicazione interna ed esterna Inoltre Amherd non ha sempreavutounamanofelicenellagestione delle nomine dei vertici del suo dipartimento, ad esempio nella scelta di Jean-Daniel Ruch a capo della nuova Segreteria della politica di sicurezza, incarico che non ha però mai assunto Infine, secondo un documento interno intitolato Beurteilung der TopProjekte VBS, vari progetti chiave del DDPSpresentanograviritardiosuperano i costi preventivati Tra quelli più complessi vi è la Nuova piattaforma di digitalizzazione(NDP),un’infrastruttura cruciale per l’esercito Difficoltà emergono anche nella sostituzione del sistema di sorveglianza aerea Florako con il più moderno Sky View e nella
Amherd ha sostenuto la parità di genere sia nel contesto militare sia nello sport d élite femminile (Keystone)
messa in funzione di droni di sorveglianza israeliani Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, Amherd ha promosso un avvicinamento alla Nato e all’Ue, sforzi che l’hanno trasformata in un drappo rosso per l’UDC Le tensioni tra la ministra della difesa e il partito di Marcel Dettling sono culminate il 10 gennaio con la richiesta di dimissioni immediate Per Urs Altermatt, professore emeritodiStoriacontemporaneapresso l’Università di Friburgo e curatore del volume I consiglieri federali svizzeri, la richiesta è «insolita» e i toni sono «eccessivi» per un partito di Governo Dallecolonnedella«NeueZürcher Zeitung», Altermatt ha sostenuto che sistaassistendoauna«trumpizzazione del linguaggio nel panorama politico svizzero» per ottenere maggiore visibilità sui media Quell’«Abreten, Frau Amherd!» è ingiusto Se è vero che la sua pagella non è impeccabile, anche perché molti degli attuali problemi del DDPS sono un ’eredità lasciatale dai suoi predecessori UDC, è importante riconoscere i vari successi ottenuti dalla ministra della difesa Due anni dopo la sua entrata in carica, nel settembre 2020, è riuscita a convincere la popolazione della necessità di rinnovare la flotta di aerei da combattimento della Svizzera con l’acquisto degli F-35, un obiettivo in cui Ueli Maurer aveva invece fallito Inoltre ha ottenuto dal Parlamento maggiori finanziamenti per migliorare la capacità di difesa dell’esercito Alla luce di un rapporto allarmante sulla violenza sessualizzata e di gene-
re nell’esercito, ha promosso un cambiamento culturale, evidenziando la necessità di adottare un approccio di tolleranza zero nei confronti di qualsiasiformadidiscriminazione Infineha sostenuto attivamente la parità di genere, sia nel contesto militare sia nello sport di élite femminile Subito dopo le sue dimissioni, il carosello delle candidate e dei candidati alla successione si è messo a girare velocemente a Palazzo federale Giovedì mattina, al momento della stesura dell’articolo, i politici e le politiche più gettonati/e sono Gerhard Pfister, Martin Candinas, Philipp Matthias Bregy, Benedikt Würth, Christophe Darbellay, Priska Wismer-Felder ed Elisabeth Schneider-Schneiter Tra i giornalisti si mormora che le dimissioni di Viola Amherd potrebbero innescare un effetto domino in Consiglio federale Alcuni osservatori sostengono che la ministra federale vallesana potrebbe essere seguita presto dal ticinese Ignazio Cassis, permettendo così al Partito liberale radicale,incostanteperditadiconsensi,di difendere il secondo seggio in Governo Si specula inoltre che anche Guy Parmelin stia riflettendo seriamente se non sia giunto il momento di tornare ad occuparsi dei suoi vigneti a Bursins, nel Canton Vaud Nei prossimi mesi si vedrà se e quale consigliere federale seguirà Viola Amherd e se avrà tempo a sufficienza, come la ministra dello sport, di godersi in santa pace le partite degli Europei femminili di calcio che si terranno quest’estate in Svizzera
«Devo di nuovo dar prova di me»
Incontri ◆ Sergio Ermotti è il più importante banchiere della Svizzera; in questa intervista ci svela quali lezioni di vita ha tratto dalla sua esperienza di apprendista bancario e perché ha accettato il lavoro più difficile dell’economia elvetica
Christian Dorer
Sergio Ermotti ha iniziato la carriera come apprendista alla Cornèr Banca di Lugano Oggi ha il difficile compito di integrare Credit Suisse in UBS Per svolgerlo, ad aprile del 2023 è rientrato d’urgenza come CEO in UBS, che aveva già guidato per nove anni a partire dal 2011
Dal lunedì al venerdì mi alzo alle 5 45, due volte alla settimana vado in palestra Poi in ufficio, dalle dodici alle quattordici ore È un ritmo intenso, ma il mio lavoro mi piace Nei fine settimana di tanto in tanto devo lavorare, ma ho anche tempo per rilassarmi
Quantospessoèall’estero?
Al massimo per un terzo del mio tempo Prima del Covid, era circa la metà
Amaggiocompirà65anni Potrebbeprenderselapiùcomoda
Lo avevo già pensato a 60 anni (ride)
PerchéètornatoaiverticidiUBS?
È stato un grande onore che il consiglio di amministrazione mi abbia chiesto di tornare in questo momento difficile Due fattori sono stati decisivi: da una parte ritenevo fosse mio
dovere, dall’altra ero attirato dall’idea di contribuire a scrivere uno dei capitoli più importanti dell’industria
Già quando ero sulla trentina avevo deciso che non sarei sceso a compromessi che violassero i miei principi E anche se negli anni qualche risultato l’ho già ottenuto, qui devo di nuovo dar prova di me ed è una grande responsabilità
Qualisonoiprincipicuiaccennava?
Dico quel che penso Mi impegno al massimo Ho aspettative molto elevate su me stesso e sui nostri team: per me contano prestazioni, comportamento ineccepibile e lealtà Mi considero parte di un sistema e mi aspetto che tutti e tutte aderiscano a ciò che rappresentiamo come azienda Tutte e tutti devono contribuire, anche in modo critico, ma alla fine dobbiamo remare nella stessa direzione
Bisogna avere le giuste capacità e tenacia, lavorare sempre con molta passione, fare le più disparate esperienze, saper uscire di continuo dalla propria zona di comfort e investire molto nella formazione continua Poi ci vuole coraggio (e molte persone sono brave, ma non coraggiose) e un po ’ di fortuna Non consiglierei a delle persone
giovani di voler diventare le numero uno perché se poi la cosa non funziona, c’è il pericolo di vivere nella frustrazione È meglio porsi l’obiettivo di arrivare alla fine della propria carriera potendo dire di essere soddisfatti di ciò che si è fatto
Per prima cosa abbiamo dovuto stabilizzare clienti e dipendenti Abbiamo quindi rimborsato con la massima celerità possibile gli aiuti della Confederazione al Credit Suisse Poi si è proceduto a integrare tutte le unità aziendali Per farlo, abbiamo dovuto ottenere 180 autorizzazioni da 80 autorità di regolamentazione in 40 Nazioni diverse! Al momento si sta effettuando la migrazione dei e delle clienti del Credit Suisse sulle piattaforme di UBS Siamo trasferendo dati per oltre 110 petabyte Un petabyte equivale a 500 miliardi di pagine di testo standard stampato o a due anni e mezzo di visione ininterrotta di film
Cosalecreapiùfastidi?
Il ritardo nella migrazione IT è la sfida più grande Vi è poi il problema della discussione a volte superficiale e non basata sui fatti sulle grandi banche: può portare a decisioni che a lungo termine danneggerebbero il nostro Paese
In primo luogo andrebbe preso atto che UBS è stata parte della soluzione quando il Credit Suisse era allo stremo e l’obiettivo era quello di scongiurare dei danni per la Svizzera UBS ha un modello di business sostenibile, una capitalizzazione molto robusta e molta liquidità Ecco perché è riuscita a intervenire
Qualcosa può sempre accadere Nel complesso, però, le grandi banche hanno imparato la lezione Nelle crisi, ora sono un fattore di stabilità e non un problema Il Credit Suisse ha causato la propria crisi da sé, e su questo punto devo essere chiaro: una parte della dirigenza, del consiglio di amministrazione e dell’azionariato ha lavorato male nel corso degli anni
E in più si è consentito che la rigorosa regolamentazione svizzera vigente non venisse applicata con coerenza al Credit Suisse Tutti questi fattori hanno contribuito al suo tracollo
Ma ora dobbiamo guardare avanti e considerare i fatti e le cifre Il totale di bilancio di UBS e Credit Suisse è ora inferiore di circa il 60% rispetto a prima della crisi finanziaria del 2008 All’epoca, l’investment banking rappresentava circa due terzi del bilancio; una volta completata l’integrazione di Credit Suisse, l’investment banking non rappresenterà più del 25% del nostro capitale UBS dispone ora di un capitale di quasi 200 miliardi di dollari per ammortizzare eventuali perdite, un capitale cioè quattro volte superiore a quello perso negli anni successivi alla crisi finanziaria Anche se UBS avesse un problema, sarebbe improbabile che i contribuenti perdano un solo franco Lapoliticavuoleinasprireulteriormentelaregolamentazione Perchéleiècontrario?
Siamo favorevoli a molte delle misure proposte, ma queste devono essere mirate e proporzionate Imporre un inasprimento generale sarebbe come ridurre il limite di velocità su tutte le strade solo perché un noto automobilista irresponsabile ha causato un grave incidente La Svizzera non può permettersi di ricadere nella sindrome dell’allievo modello e di introdurre regole che gli altri Paesi non conoscono Così facendo si indebolisce la piazza finanziaria
Questo timore è infondato In Svizzera ci sono più di 200 banche nazionali ed estere La concorrenza c’è Alcuni clienti del Credit Suisse devono ora pagare di più per i loro prestiti perché il Credit Suisse ha concesso condizioni troppo basse per poter sopravvivere Inoltre i tassi di interesse sono generalmente aumentati, i requisiti normativi sono stati innalzati e negli ultimi 18 mesi il contesto economico è cambiato Tutto ciò non ha nulla a che fare con UBS Parliamo piuttosto di quel che di buono UBS fa per la Svizzera
Adesempio?
Siamo in concorrenza con Londra, Hong Kong e Singapore, ma qui in Svizzera siamo impegnati a creare una piazza finanziaria di ampio respiro con banche cantonali, private e regionali Facciamo in modo che la Svizzera mantenga la posizione nell’accesa lotta concorrenziale con le altre piazze finanziarie Grazie al denaro che affluisce in Svizzera, le imprese e i privati ottengono credito a basso costo Offriamo buoni posti di lavoro e siamo il terzo maggior datore di lavoro privato con oltre 2300 posti di formazione e perfezionamento L’anno scorso UBS, Credit Suisse e i loro dipendenti hanno versato 2,6 miliardi di franchi di imposte: una cifra pari al costo del nuovo tunnel del Gottardo! Grazie alla nostra forza finanziaria, siamo in grado di investire ogni anno più di 50 milioni di franchi nella sponsorizzazione di formazione, sport e cultura
Un’ultimadomanda:com’èilsuo rapportoconlaBancaMigros? Di lunga data: mia madre ha sempre avuto un conto di risparmio alla Banca Migros
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CULTURA
L’arte di ricordare attraverso il teatro Immagini e suoni trasformano il lutto in un ’esperienza collettiva nello spettacolo Surviving you, always, che ha segnato il debutto al Lac del Collettivo Treppenwitz
Le meraviglie di Özpetek
Nel film Diamanti,attualmente al cinema, una celebrazione delle donne,nella loro diversità, e di quel microcosmo che sono le grandi sartorie
Il pittore luganese che ammaliò l’Europa
Mostre ◆ A Rancate si omaggia Carlo Bossoli, artista cosmopolita di metà Ottocento dallo straordinario talento
A metà Ottocento il pittore ticinese Carlo Bossoli era uno degli artisti più richiesti e stimati d’Europa: sovrani, nobili, politici, governatori, imprenditori e ricchi borghesi facevano a gara per acquistare i suoi dipinti a tempera Per avere un’idea di quanto fosse apprezzato basti pensare che tra i suoi committenti più entusiasti figuravano il re Vittorio Emanuele, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria e la regina Vittoria d’Inghilterra Ad andare a ruba erano le sue scene urbane, i suoi paesaggi d’Oltralpe, le sue vedute orientaleggianti così come le rappresentazioni delle eleganti dimore appartenenti alle più illustri personalità di quel periodo E chi non poteva permettersi le sue raffinate opere originali, ne cercava con avidità le riproduzioni sul mercato
Per meglio contestualizzare la figura di Bossoli prendiamo a prestito le parole dello storico dell’arte Sergio Rebora, che descrive il pittore ticinese come «un libero battitore di lusso conteso, nel vero senso della parola, dal Gotha della committenza aristocratica internazionale del suo tempo, con la quale dialoga da interlocutore privilegiato con la naturalezza e la nonchalance dei grandi nati umili» Luganese, classe 1815, Bossoli è stato definito un artista giramondo Da quando, all’età di cinque anni, segue i genitori a Odessa (città in cui all’epoca erano attive molte maestranze ticinesi), la sua vita è stata difatti un incessante peregrinare Se prima Milano, dove ha risieduto dal 1844, e poi Torino, dove si è trasferito nel 1853, sono state per lui due porti sicuri a cui far ritorno dopo ogni viaggio, Bossoli non è riuscito a fermarsi per tanto tempo in nessun luogo, come se essere un pittore di grande successo non avesse mai placato il suo bisogno di stimoli e committenze sempre nuove L’Inghilterra, la Scozia, l’Irlanda, la Russia, la Francia, la Spagna e il Marocco sono solo alcuni dei Paesi visitati, territori da cui l’artista si è lasciato sedurre e di cui ha catturato l’anima restituendola in quelle vedute dalle atmosfere suggestive che tanto piacevano alla clientela aristocratica e alto-borghese Estraneo alle accademie, Bossoli si è formato come autodidatta Facendo leva sulle sue abilità di acuto osservatore e di disinvolto illustratore, ha sviluppato uno stile inimitabile che fa dell’attenzione al dettaglio e della veridicità della scena i suoi punti forti Oltre alle composizioni destinate a una committenza sofisticata, caratterizzate da una mano impeccabile e da un’incisività iconografica fuori dal comune, vi sono le opere che hanno raccontato le battaglie risorgimentali, immortalate dall’artista attraverso il disegno «sul posto», come un vero e proprio fotoreporter
ante litteram, e rielaborate poi nello studio in efficaci immagini dal forte potere narrativo Pur essendo stato un cittadino del mondo, Bossoli ha mantenuto per tutta la vita un forte legame con la sua terra d’origine, meta di numerosi ritorni nel corso del tempo Non può stupire quindi il fatto che l’artista abbia dato precise disposizioni per essere sepolto in Canton Ticino, nel cimitero Monumentale di Lugano, attuando così una sorta di ricongiungimento alle proprie radici
Carlo Bossoli, insieme ad Antonio Ciseri e a Vincenzo Vela, è fra i più stimati artisti ticinesi a livello internazionale
Insieme a Vincenzo Vela e ad Antonio Ciseri si può senza alcun dubbio includere Bossoli tra gli artisti ticinesi più stimati a livello internazionale A differenza dei suoi due colleghi, però, celebrati in patria fin da subito, egli non ha purtroppo ricevuto il medesimo trattamento Perché venga debitamente studiato bisogna difatti attendere la fine degli anni 50 del Novecento, quando l’antiquario Ugo Donati gli dedica due importanti volumi che riportano in auge il suo nome Del 1974 è poi la prima e unica
mostra che Lugano abbia mai consacrato a Bossoli
Ecco allora che l’esposizione a lui dedicata presso la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate acquista un particolare significato, presentandosi come un doveroso omaggio a un grande artista originario del nostro territorio e come un ’occasione per portare a conoscenza di un pubblico allargato le più recenti scoperte riguardanti le sue vicende biografiche e la sua variegata produzione artistica La rassegna, curata dal già citato Sergio Rebora, è stata pensata come un percorso che approfondisce le tematiche principali legate alla storia di Bossoli attraverso un nutrito nucleo di opere, molte delle quali esposte per la prima volta
Ci sono dapprincipio i lavori che testimoniano quanto il Ticino sia sempre stato nel cuore dell’artista, disegni e tempere che rappresentano i luoghi più significativi di Lugano e dei suoi dintorni Ecco poi i dipinti realizzati a Odessa, vedute urbane, spesso eseguite all’acquerello, apprezzate dall’aristocrazia russa e soprattutto dal principe Michail Voroncov, governatore generale della città e principale committente del pittore Sarà proprio la moglie del principe a esortare il giovane Bossoli ad arricchire il suo bagaglio culturale recandosi nelle più importanti cit-
tà italiane, di cui egli non manca di riprodurre le maggiori testimonianze artistiche e paesaggistiche nonché il brulicante affaccendarsi della gente comune
Dopo un affondo su Bossoli cronista delle Cinque Giornate di Milano troviamo un’interessante sezione che documenta la fortuna collezionistica di cui hanno goduto nel Canton Ticino le sue opere e quelle del nipote Francesco Edoardo, anche lui pittore, mostrando quanto sia rilevante la loro presenza nelle raccolte sia pubbliche sia private Tra i numerosi luoghi visitati e ritratti da Bossoli ci sono quelli esotici, amati da un vasto pubblico che, sulla scia del fenomeno europeo dell’Orientalismo, era enormemente affascinato dalle culture extraoccidentali (a tal proposito è stata ricreata a Rancate una period room con arredi dell’epoca in stile turco firmati dall’ebanista piemontese Giuseppe Parvis), così come quelli al di là delle Alpi, riproposti spesso in visioni di stampo romantico
Raccontando le amicizie dell’artista ticinese, come quella con il conte milanese Giulio Litta Modignani, la mostra raduna alcuni dipinti raffiguranti le splendide residenze dei personaggi più in vista del tempo Opere, queste, commissionate al pittore proprio grazie alla fitta rete di conoscen-
ze importanti che era riuscito a tessere con disinvoltura
Quando poi Bossoli approda a Torino nel 1853, si apre per lui un nuovo lungo e prolifico periodo, ben documentato in rassegna, che lo vede, tra le altre cose, al seguito dell’esercito sabaudo durante la seconda guerra d’Indipendenza con il compito di riprendere le principali battaglie su incarico del «Times»
A concludere il percorso è una sezione dedicata al nipote di Carlo Bossoli, Francesco Edoardo, importante perché vi si traccia un suo primo profilo biografico accompagnato da alcune opere, tra cui le belle vedute realizzate per il Club Alpino Italiano Affezionatissimo allo zio, Francesco Edoardo era stato avviato da lui al disegno e alla pittura E da lui aveva sempre cercato di carpire i segreti di un ’arte capace di meravigliare per il tocco sicuro ed elegante e per la grande espressività
Dove e quando Carlo Bossoli Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst, Rancate Fino al 23 febbraio 2025 Orari: da ma a ve: 9-12/14-17; sabato, domenica e festivi: 10-12/14-18; chiuso il lunedì www ti ch/zuest
Carlo Bossoli, Interno di un caffè a Galata 1847, tempera su carta
41,5 x 56 cm
(Vedano al Lambro, Collezione Litta)
Alessia Brughera
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Paesaggi audiovisivi dello spaesamento
Arte scenica ◆ Il collettivo Treppenwitz esplora il lutto e il ricordo nello spettacolo Surviving You, Always di Simon Waldvogel
Sebastiano Caroni
La morte non è solo un fatto personale, giacché continuiamo a esistere per chi, fra coloro che ci hanno conosciuto, ci evoca nel ricordo Come affermaJean-PaulSartreneL’essereeilnulla (il Saggiatore, Milano): «La mia esistenza da morto non è la semplice sopravvivenza spettrale “nella coscienza dell’altro”, di semplici rappresentazioni (immagini, ricordi ecc ) che mi riguardano Il mio essere-per-altri è un essere reale e si trova nelle mani d’altri come un mantello che gli lascio dopo la mia scomparsa»
Quando il nostro corpo ci abbandona, rimangono oggetti, testimonianze, tracce che continuano a parlare di noi: come un mantello che ci è appartenuto, che gli altri sono chiamati a custodire Dalla consapevolezza che esistiamo anche attraverso gli altri, e che gli altri esistono attraverso di noi, ha preso spunto l’attore e regista Simon Waldvogel per realizzare, assieme al collettivo Treppenwitz –realtà tra le più innovative della scena indipendente ticinese –, lo spettacolo teatrale Surviving You, Always, andato in scena negli scorsi giorni nella sala teatro del Lac
Cosa accade quando qualcuno che amiamo ci lascia? Come costruiamo il ricordo di chi non c’è più? E come trasformiamo l’assenza, il vuoto, in un nuovo soffio vitale?
Da questi interrogativi nasce la pièce
Tutto ha avuto inizio – come rivelano alcune note che accompagnano il programmadellospettacolo–quando, durante un trasloco, Waldvogel ritrova un vecchio proiettore e centinaia di diapositive che raccontano la vita del padre, la sua infanzia e giovinezza, fino alla sua scomparsa prematura Immagini che, come il mantello evocato da Sartre, diventano tracce, testimonianze,fotogrammidelpassatocheriprendono vita Il lavoro della memoria ècomplesso,hatempilunghi,nonèlineare Lamemorianonsilimitaaconservare, ma innesca un processo trasformativo che suscita interrogativi, che, nel caso di Waldvogel, pongono le basi del suo lavoro artistico Combinando live-set, installazioni visive, scenografie e coreografie scarneedessenziali,SurvivingYou,Always si configura come un’immersione nella sfera emotiva e nel mondo interiore, un gioco di immagini, suoni e movimenti attorno all’esperienza della perdita, del lutto, del ricordo delle persone con cui abbiamo trascorso parte delle nostre vite e che ora non ci sono più Purtuttavia, nel lavoro artistico, a partire dal vissuto personale, la memoria individuale si trasforma, l’esperienza è condivisa, diventa un flusso che coinvolge gli attori e il pubblico che, da semplice spettatore, diventa parte attiva dello spettacolo
do spazio a sentimenti e sensazioni più difficili da circoscrivere: a un’impressionegenericadidisorientamento, di smarrimento, a una ricerca di senso durante la quale il vuoto e la stasi si trasformano, progressivamente, in movimento e in pienezza vitale A contribuire all’ampliamento del campo percettivo, e alla polisemia che ne deriva, giocano un ruolo fondamentale tanto le immagini proiettate, quanto i paesaggi sonori che pervadono lo spazio
Se il punto di partenza del lavoro creativo di Waldvogel è, come abbiamo detto, il suo vissuto personale, il punto di arrivo si avvicina piuttosto a un ’esperienza collettiva in cui il riferimento preciso al lutto si dilata lascian-
La performance del collettivo Treppenwitz favorisce un ascolto attivo, prolungato e immersivo, incoraggiato anche dalla scelta di affidarsi, nella prima metà dello spettacolo, alla drone music I droni (in italiano, chiamati anche bordoni) sono suoni lenti, ipnotici, prolungati e con apparentemente poche variazioni armoniche che, nella loro permanenza e lentezza, invitano all’ascolto Si tratta di una gamma di suoni presenti anche in natura, che l’essere umano sin dall’antichitàhasfruttatopersostanziareespe-
rienze contemplative come quelle dei canti buddhisti Oggi i droni vengono ampiamente sfruttati nelle sperimentazioni musicali più varie: si possono trovare nella musica techno, nel jazz, nei Velvet Underground così come nel sitar di Ravi Shankar Più recentemente questa sonorità ha dato luogo a un vero e proprio genere definito dalla critica in riferimento alla musicista Sarah Davachi, ai chitarristi Sunn O))), che lavorano essenzialmente di feedback o, ancora, all’organista Kali Malone Se le potenzialità della drone music vengono abilmente sfruttate nella primapartediSurvivingYou,Always,negli ultimi venti minuti è tutto un un crescendo di suoni, di beats e di girandole luminose in cui è la musica techno a farla da padrone Risvegliati da uno stato di ipnosi latente, gli spettatori si ritrovano di colpo avvolti da ritmi frenetici come se fossero in discoteca Sono la felicità, la gioia, i battiti della vita (centoventi al minuto, come suggerisceiltitolodiunfilmcheevoca
gli anni d’oro della musica techno) che tornano a pulsare febbrilmente dopo il disorientamento? È la memoria che risale dal passato e torna ad abitare i ritmi incalzanti del presente? Che dire di questo finale roboante in cui, nel frattempo, la scena si riempie di comparse che ballano come fossero a un rave party?
Facendo le dovute proporzioni, sembra di assistere a un film di Luca Guadagnino (Challengers, tanto per dirne uno) nel momento in cui, tutto a un tratto, la musica si diffonde prepotentemente sganciandosi dalla narrazione Succede, peraltro, anche in Queer, l’ultimo film del regista italiano Immaginate Daniel Craig nei panni di William Burroughs che, solitario, cammina nella sera messicana quando, d’un tratto, prima piano poi sempre più forte, imperversa Come as youare dei Nirvana; e il brano va avanti, ininterrotto, per tutti i suoi tre minuti e trentanove secondi Senza tagli, senza interruzioni, senza abbassare il volume
Eclissi del corpo fra emozioni multimediali
Giorgio Thoeni
Il debutto del Collettivo Treppenwitz con Surviving You, Always di Simon Waldvogel e l’uso predominante della multimedialità permette di gettare uno sguardo su tendenze che si sono affermate negli ultimi anni e che, mezzi permettendo, effettuano un sorpasso rispetto alle aspettative teatrali tradizionali È una storia che va di pari passo con il progresso tecnologico che ha occupato spazi di creatività in molti ambiti artistici, come il teatro e la danza contemporanea Il saggista teatrale Renato Palazzi l’aveva definito come una eclissi del corpo, un superamento dell’intervento materiale dell’attore, dove l’uso della tecnologia non è più da considerarsi sperimentazione, ma ormai uno strumento espressivo affermato, un ’avventura sensoriale consolidata
I corpi in scena diventano schermi, superfici vive su cui indugiano e scorrono immagini di una vita passata L’uso di tecniche artistiche come collage, sovrapposizioni e moltiplicazioni, e di accorgimenti stroboscopici, contribuisce a creare un paesaggio audiovisivoall’internodelqualeemerge e diventa palpabile l’ambivalenza di un ’esperienzacomequelladellutto La performance diventa così un ’opportunitàdisperimentareunprocessoincui l’alternanzaelasovrapposizioneritmica di parole, immagine e movimento crea i presupposti per un ’esperienza collettiva sospesa e pervasa di mistero
Nello spettacolo, l’uso dinamico di immagini e suoni è l’architettura per sviluppare un discorso mediatico sulla memoria, una narrazione del ricordo che entra nell’area dell’autofiction, quella inaugurata da Sergio Blanco, l’artista franco-uruguaiano già ospite del FIT che mescola autobiografia e finzione Come nel suo Bramido di Düsseldorf (2016) in cui racconta della morte del padre per riflettere sulla perdita, sul lutto, sui legami famigliari Un esempio da cui poter ripartire e dove ogni artista trova il suo terreno compositivo, la sua linea narrativa, dove il corpo è oggetto e tramite per una memoria fotografica (nel senso etimologico) ricostruita Dove è persino possibile il parziale azzeramento dell’azione scenica, sostituita da spostamenti dell’asse di interesse
Siamo entrati nella sintassi della drammaturgia dell’immagine, di ambienti sonori e musica elettronica per
una commistione di linguaggi riflessi, con l’uso di tecnologie sofisticate artefici di un ’ opera aperta alle interpretazioni, i cui caratteri – già definiti nel 1974 da Umberto Eco nella suaPoetica dell’operaaperta – sono l’«indefinitezza» della comunicazione, le «infinite possibilità della forma», la completa «libertà della fruizione», e dove il ruolo del fruitore-spettatore non è più passivo, ma è un «interprete che ogni volta carica gli apporti emotivi e immaginativi» sull’opera stessa ricreandola a propria immagine Oggi non c’è spettacolo dove non si faccia uso della multimedialità, in misura più o meno invasiva È uno specchio dei tempi, una stampella comunicativa dove la forza dell’apparato multimediale programma e amplifica il corredo artificiale delle emozioni
Alcune immagini riprese durante lo spettacolo (I tre scatti sono di Luna Macelloni Francesco Scaramuzzi Valerio Salvatore)
GUSTO Sushi
Dei bocconcini con una storia tutta da gustare
Pensavi che il sushi fosse stato inventato in Giappone? E invece no! Come il mondo intero ha imparato ad amare il pesce crudo con il riso
Dinah Leuenberger
Origini asiatiche
La storia del sushi inizia circa 2000 anni fa nel Sudest asiatico Ma non con i bocconcini che conosciamo oggi All’epoca le popolazioni stanziate lungo il fiume Mekong, che attraversa Tibet, Cina e Vietnam, cercavano un metodo per conservare il pesce più a lungo Presero così a impacchettare il pesce d’acqua dolce appena pescato ed eviscerato nel riso bollito per farlo fermentare Questo processo consentiva di conservare il pesce più a lungo Di solito il riso veniva poi buttato via e si mangiava solo il pesce
La strada verso il Giappone
Intorno all’VIII secolo questo metodo approdò in Giappone I giapponesi svilupparono ulteriormente il processo e iniziarono a mangiare anche il riso Ciò segnò la na-
scita del cosiddetto «narezushi», una forma primordiale di sushi ancora piuttosto lontana da come siamo abituati a pensarlo noi moderni Il pesce fermentato veniva affettato e servito con riso e sale, ma senza la presentazione in porzioni di oggi In Giappone, tra l’altro, la pronuncia di sushi suona piuttosto «zushi»
Una rivoluzione nel periodo Edo Facciamo un salto fin nel XIX secolo o, per meglio dire, nel periodo Edo, l’ultima epoca tradizionale del Giappone, così denominata dalla città di Edo, l’odierna Tokyo In quel periodo sempre più potenze occidentali premevano e irrompevano nel Giappone e iniziò l’urbanizzazione del Paese Ed è in questa temperie che entra in gioco Hanaya Yohei, considerato l’inventore del «nigiri sushi» Hanaya ebbe
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u dea ge a e: vece di far fermentare il pesce, lo servì fresco su una pallina di riso Una trovata veloce da preparare e ancora più veloce da mangiare: perfetto per la gente sempre indaffarata che ormai pervadeva la capitale
Il sushi alla conquista del mondo
Il sushi ha iniziato il suo viaggio per il mondo dopo la Seconda guerra mondiale Gli immigrati giapponesi hanno portato la propria tradizione culinaria negli Stati Uniti e in Europa Il primo ristorante di sushi ha aperto i battenti a Los Angeles negli anni Sessanta Presto fece seguito un fiorire di sushi bar in altre parti del mondo L’introduzione del California roll - con avocado e polpa di granchio - è stata una mossa intelligente per far appassionare i palati occidentali al piatto giapponese A differenza del classico nigiri, in questa variante il pesce e il riso sono arrotolati in una foglia di alga nori e l’involtino così ottenuto viene poi tagliato a fette Questa tecnica di arrotolamento è nota anche come maki
Il sushi moderno
Oggi il sushi è un fenomeno mondiale Dai supermercati ai ristoranti di lusso, queste piccole prelibatezze si trovano ovunque E le varianti sono innumerevoli, dai tradizionali nigiri e maki alle estrose creazioni fusion e fino alle rielaborazioni vegetariane Con il sushi delle origini, non hanno più molto a che vedere Cionondimeno, questa ricetta è riuscita a diffondere la cultura giapponese in tutto il mondo
Sushi Mania – Maki Mix di sushi –con zenzero, wasabi e salsa di soia
Sushi Mania – Nigiri Classic di sushi –con zenzero, wasabi e salsa di soia
Sushi Mania – Veggie Mix di sushi
Quando l’idea si fa arte
Immagine della locandina di Diamanti del regista Ferzan Özpetek
Shani, contro l’ostracismo culturale
Concerti ◆ Il giovane musicista e direttore d’orchestra dirigerà al LAC giovedì 23 gennaio
Enrico Parola
Cinema ◆ Nel nuovo, incantato Diamanti di Özpetek, il mondo delle sartorie
Giovanni Gavazzeni
La burbera proprietaria della Sartoria Canova (Luisa Ranieri) domanda a bruciapelo alla novellina al primo impiego: «Hai mai sentito parlare di Piero Tosi?» Per entrare nella sua fucina del costume – il «vaginodromo» secondo la definizione fulminante di una delle interpreti, Geppy Cucciari – non contano i titoli: basta una parola magica, «Piero Tosi» Nome che riassume il lavoro di un artista caparbio e riservato, ideatore dei costumi per il cinema, il teatro e i melodrammi di Luchino Visconti Abiti che riflettevano uno studio profondo dell’epoca esprimendo la personalità dell’attore in funzione del personaggio E i suoi abiti sono leggenda: Maria Callas agile e diafana come la ballerina Taglioni in Sonnambula, Anna Magnani cencicata e tragica in Bellissima, Claudia Cardinale che volteggia nel walzer con il Principe di Salina per il grande ballo del Gattopardo, Silvana Mangano nel fulgore aristocratico-romano di Gruppo di famiglia in un interno, Romy Schneider fragile porcellana in Ludwig
Come i lari domestici degli antichi romani, alcuni autentici costumi femminili di Piero Tosi per il Gattopardo e Ludwig osservano i protagonisti dell’incantevole film Diamanti di Ferzan Özpetek, che nella sartoria Canova idealizza la maison sartoriale di Umberto Tirelli e Dino Trapetti a Roma
Attorno a «Tirelli» è fiorita una costellazione d’ingegni preclari: l’arte di costumisti che si chiamavano Piero Tosi, Danilo Donati, Marcel Escoffier, Pier Luigi Pizzi, Maurizio Millenotti e gran dame, Lila De Nobili, AnnaAnni,GabriellaPescucci,Milena Canonero, fino alla nouvelle vague maschile, discendente dalla scuola di Tosi,AlessandroLai(giàcollaboratore storico di !Özpetek per sei film, recen-
te motivo d’attrazione nell’accattivante siculo-saga Leoni di Sicilia), Massimo Cantini, Carlo Poggioli e Stefano Ciammutti,ilcostumistadiDiamanti, che rende «non datati», «non anticati», i tessuti impiegati per ritrovare il clima dell’Italia del 1974, dove si svolge il filmcoralediÖzpetek Sembraunfattosecondario,matroppospessovediamo al cinema e in teatro, negli ormai scontati traslochi temporali dell’azione, fra drammaturgie sovrapposte alla bell’e meglio, più o meno indebite, la tendenza a presentare coristi e personaggi vestiti con abiti di tutti i giorni che danno l’impressione di essere a una prova senza costumi Una tendenzacheumilialatradizionedellegrandi sartorie teatrali, le quali anche quando si occupano di un abito contemporaneo, lo hanno studiato e «vissuto» fino in fondo (si narra che Tosi dormisse con i tagli che sceglieva per carpirne ogni aspetto più segreto)
Il mondo di competenze magiche ricreato dal regista si avvale della presenza di figure femminili indimenticabili
Un mondo di competenze magiche, quasi a sé stante, dove era difficile che i suoi abitanti ti lasciassero penetrare magari per rubare qualche segreto
Un mondo dove l’abito faceva il monaco: quanto importanti sono i costumi di Tosi nella leggendaria trasformazione dell’atletico americano
Burt Lancaster nell’amaro Gattopardo Principe di Salina!
Tra i tanti pregi dell’incantato film di Özpetek, non può essere trascurato il virtuosismo di impiegare, e bene, così tante attrici – Ferzan è Sultano di uno splendido serraglio: Vanessa Scalera si prende la scena senza nem-
meno dare l’impressione di farlo nella parte della costumista premio Oscar strapazzata dal regista di turno (Stefano Accorsi); basta una battuta per dare luce alla disinibita Fausta (Geppy Cucciari), all’esperta laboriosità della caposarta Nina (Paola Minaccioni), al pudore della vedova ricamatrice Eleonora (Lunetta Savino), alla leggerezza della Tintora (Nicole Grimaudo), alla timidastanchezzadellamodistaPaolina (Anna Ferzetti), alle complementarisorelleLuisaRanierieJasminaTrinca, volitiva workaholic la prima, fragile assente la seconda E non rinunciando a infilare nel mosaico corale altre «tessere» speciali con la sussurrata grazia della zietta Milena Vukotic, e la cuoca-ambasciatrice di saggezza Silvana (Mara Venier), dottoressa del cuore che usa il mestolo come uno stetoscopio Ci sono anche i maschi: i modelli, i facchini, il tuttofare, il fiore non colto che ritorna, il marito violento e quello comprensivo, ma sono «aggettivi» del cosmo femminile che Özpetek muove poeticamente come spolette di un prezioso tappeto
Fra il duro lavoro e le storie delle sue donne, Diamanti racconta un passaggio fondamentale, quando l’«idea» di un costume (il bozzetto) diventa «arte», oltre alla distanza che corre fra i disegni presentati dalla costumista premio Oscar di turno e la realizzazione,meritodellemanimeravigliose delle tagliatrici, delle modiste, delle cucitrici,dellericamatricicheanimano le sartorie E quanto le intermittenze, isteriche o geniali, dei registi squadernino nel bene e nel male il lavoro delle tenaci Penelopi Meccanismi segreti a volte risolti con «trucchi» celebri come quello delle carte delle caramelle che diventano applicazioni preziose Nel mondo incantato delle sartorie teatrali è possibile ancora il miracolo della pastina glutinata che si trasforma in oro!
Suonerà un programma tutto russo «perché l’arte e la musica creano ponti e avvicinano, l’ostracismo culturale è assurdo», e lo dice forte di un ’ esperienza straordinaria: la direzione della Divan Orchestra, creata e affidatagli nel 2022 dal suo mentore Daniel Barenboim unendo, attorno agli stessi leggii, israeliani e palestinesi, arabi, ebrei, musulmani Dalla stagione precedente aveva ricevuto un ’altra tanto gloriosa quanto onerosa eredità: la guida stabile della Israel Philharmonic Orchestra, per mezzo secolo diretta e portata in tutto il mondo da Zubin Mehta, l’altro suo padre artistico Lahav Shani aveva poco più di trent’anni; giovane, giovanissimo per i canoni del podio, ma non certo inesperto: nel 2016, a due mesi dal concerto di debutto, la Rotterdam Philharmonic lo aveva voluto come suo direttore principale, e nel 2017 i Wiener Symphoniker l’avevano nominato direttore principale ospite Lahav Shani ha diretto anche la Divan Orchestra che riunisce israeliani, palestinesi, arabi, ebrei e musulmani
Le due più importanti orchestre al mondo? Coi Wiener Philharmoniker aveva suonato nella duplice veste di direttore e solista a ventisei anni, coi Berliner ha diretto il concerto di San Silvestro 2021, sostituendo l’indisposto Petrenko con meno di due ore di preavviso: «Abito a Berlino, ero a casa, non c ’ erano problemi di viaggio Con i Berliner ho diretto anche il debutto di Francesco Piemontesi» Giovedì è l’ospite d’eccezione di Lac Musica: dirigerà la «sua» Israel nell’ouverture della «Covanshina» di Musorgskij, nella quinta sinfonia di Čajkovskij e, esibendosi come pianista, nel secondo concerto di Shostakovich Trentasei anni compiuti il 7 gen-
Il direttore d’orchestra, pianista e contrabbassista Lahav Shani classe 1989
naio, Shani non è più definibile solo come un astro emergente del podio: il suo status è di stella di prima grandezza nel firmamento concertistico internazionale «Nonamoparlaredicarriera;amolamusicaeamofaremusica,in tutte le sue forme» Il primo amore fu il pianoforte: «Sono nato nella musica; mio padre Markus dirigeva un coro, abitavamo a cinque minuti dal Centro Culturale di Tel Aviv dove andavamo a sentire concerti e opere, nel nostro palazzo c ’ erano musicisti; uno di loro, Shlomo Gronich, mi sentì suonare e disse a mio padre che avevo talento I miei mi hanno sempre supportato, ma senza mettermi pressioni; quelle vennerodallamiaprimainsegnante,Hannah Shalgi, cui però devo tutta la mia tecnica: se ancor oggi posso permettermi di non suonare per mesi e sedermi alla tastiera senza problemi, è per l’impostazione che mi ha dato lei, mi fa subito e sempre sentire a mio agio» Il passaggio dai tasti alla bacchetta non fu diretto: «Durante la scuola superiore iniziai a studiare contrabbasso perché volevo fare l’esperienza di suonare in un ’orchestra Il momento dove ho provato la maggior tensione nella mia vita è stato l’assolo nella prima sinfonia di Mahler! Però, come capita a tanti orchestrali, maturavano in me idee precise su come dovessero essere certe sinfonie o concerti, diverse da quelle del direttore che ci stava guidando; così ben presto volli provare a dare io all’orchestra le mie idee» Giovedì le darà alla Israel, «in cui avevo iniziato suonando il contrabbasso; la prima volta sul loro podio fu strano ed emozionante, quando mi proposero la guida stabile non ci potevo credere» Shani è nato a Tel Aviv, come la Filarmonica: «Nel 1936, allora si chiamava Filarmonica della Palestina: vi suonavano ebrei cacciati da orchestre europee a causa del nazismo, ma anche americani, soprattutto agli ottoni, e russi, agli archi; una formazione nata per salvare esseri umani»
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In fin della fiera
Il Prêt-à-porter di Don Rodrigo
Don Rodrigo (DR): Eccomi a voi, pronto a farmi crucifiggere di domande sulla collezione della Don Rodrigo prêt-à-porter
1a Giornalista (G): È vero che lei ha impedito con la forza alla sua indossatrice, Lucia Mondella, di sposare un fattorino della ditta, un certo Renzo?
DR: Ero sicuro che avreste tirato in ballo questa storia stupida e insensata
1a G : Dunque lei nega tutto!
DR: Ma certo che nego Ho dato al massimo alla ragazza qualche consiglio amichevole; non sarà mica un reato!
2a G : Che genere di consiglio?
DR: Una ragazza con il suo talento deve fare attenzione alla sua immagine Perché non si accontenta di convivere come fanno tutte le sue coetanee?
No! Vuole sposarsi! E in chiesa, per di più, come un’impiegata qualunque!
2a G : Dove sono ora Renzo e Lucia?
DR (sprezzante): Non è mia abitudine
Voti d’aria
invitarealleconferenzestampaifattorini! Quanto alla signorina Mondella, è impegnata nelle prove della sfilata
3a G : Possiamo sapere il nome dello stilista che l’ha disegnata?
DR: Sapete bene che lo stilista lavora per noi a una sola irremovibile condizione: restare l’Innominato Assemblea dei lavoratori
Padre Cristoforo, Priore delle Tre Confederazioni: Ringrazio i compagni per la fiducia dimostrata incaricandomi di trattare con la controparte padronale la delicata vicenda dei colleghi Renzo e Lucia Quel don Rodrigo è un osso duro! Nell’incontro, che non esito a definire tempestoso, ha sostenuto che, se dipendesse da lui, sarebbe anche disposto a permettere la celebrazione di questo benedetto matrimonio Senonché attorno al caso è stato armato un casino tale che perderebbe la faccia se facesse marcia indietro Chiedoavoi,compagni,cosafare
Critici, amichetti criticoni
Un saggio di Aldo Grasso, uscito sulla rivista dell’Università Cattolica di Milano «Vita e Pensiero» (5+), ci parla della critica Critico televisivo del «Corriere della Sera» da molti anni e collaboratore di questo giornale, Grasso (5½) sa bene di che cosa si parla quando si parla di critica, non solo perché la esercita, ma anche perché ne subisce gli effetti dai criticati che spesso, dall’alto della loro inebriante popolarità, si sentono in diritto di criticare il critico Lo ha fatto, per esempio, qualche mese fa, il giornalista Mario Giordano, che tiene una rubrica su Rete4 e che Grasso ha definito «un boy-scout invecchiato», una specie di «indignato speciale» demagogico e populista Piuttosto che incassare e tacere, Giordano ha fatto quel che non bisognerebbe mai fare: ha voluto contestare il critico «trombone» Per meritarsi un 1, avrebbe dovuto dire non «trombone» ma «professorone»
Adel «giornalone», tra le formule pseudo-dispregiative più cretine del nostro tempo: suo malgrado non l’ha detto e dunque deve accontentarsi di un 2 Ma veniamo all’intervento di Grasso sulla critica, che muove da un gran libro dello scrittore, grecista e saggista Daniel Mendelsohn Si intitola Estasi e terrore (6-), è stato pubblicato di recente da Einaudi e propone un ’ equazione che fa piazza pulita di tutte le simil-critichedasocialnetwork Considerato che una critica deve arrivare a esprimere un giudizio autorevole, la formula è questa: COMPETENZA + GUSTO = GIUDIZIO SIGNIFICATIVO La cultura o l’erudizione vanno coniugate con quella sensibilità estetica che chiamiamo gusto Va da sécheilgustopuòessereaffinatodalla cultura, dallo studio, dalla conoscenza Mendelsohn racconta che un giorno a pranzo l’editor di Simon & Schuster,unadellecaseeditricistatunitensi
video spento
Femminista: Non sarebbe il caso di sentire il parere di Lucia Mondella?
Padre Cristoforo (PC): Lucia è un semplice strumento nelle mani della Provvidenza Non si chiede il parere a uno strumento Sabotiamo invece l’evento! Nascondiamo Lucia! Questa sfilata non s’ha da fare
Reparto di una fabbrica di confezioni
Lucia (L): Dove siamo?
PC: A Monza In una fabbrica di confezioni Quistaraialsicuro Lapadrona sarà ben contenta di nasconderti Entra la signora (S)
PC: Ecco signora Il nostro Consiglio di Fabbrica affida alle sue cure Lucia
L: Signora, avrei una domanda
S: Dimmi, piccina mia
L: È davvero una Monaca di Monza?
S:Oh,nonproprio,èunastorialunga Fin da piccola, avevo il grande desiderio di entrare in un convento, diventare monaca, e forse un giorno, madre badessa
L:Manonhaseguitolasuavocazione?
S: Purtroppo ero figlia unica Mio padre, che dal niente aveva tirato su questa fabbrica di confezioni mi ha costretta a laurearmi alla Bocconi di Milano Da piccola mi dicevano: eccola qui la nostra piccola bocconiana invece delle bambole mi regalavano piccole aziende e l’abbonamento al «Sole 24 ore» Così, eccomi qui, costretta a dirigere la fabbrica Te la faccio visitare
L (tra sé e sé): La sventurata rispose Un incappucciato bussa a un ingresso segreto
La Signora al custode: Aprite!
Entra un uomo e si toglie il cappuccio
Il custode: L’Innominato!
Innominato:Madre,vengoaCanossa
La Monaca: Di che si tratta?
Innominato: Non indovinate? Voi nascondete la stolida ragazzetta che, per un colpo di testa, vuol rovinare la sfilata di Don Rodrigo
Monaca: E se anche fosse? Ho dato la mia parola a Padre Cristoforo Innominato: Il capriccio di una indossatrice non manderà per aria un anno di lavoro! La faccio rapire! Sfilata di moda Entra in scena Lucia Mondella con l’abito Prigioniera di un sogno È imbavagliata, avvolta in una grossa catena chiusa da un lucchetto Inizia a sfilare A metà del percorso, l’Innominato si getta ai suoi piedi e, singhiozzando, la libera da catena e bavaglio
Innominato: Perdono, Lucia, perdono! Son pentito! Cambio vita! Puoi sposare il tuo fattorino Anche subito Lucia: Grazie No Lasci perdere
Innominato: Come «no»? Proprio ora che mi sono convertito?
Lucia: Io e Renzo abbiamo deciso che non è il caso di sposarci Ciascuno ha ripreso la sua libertà Innominato (grida): Padre Cristoforo! Padre Cristoforo! E questa sarebbe uno strumento della Provvidenza?
piùprestigiose,glidisse:«C’èsolouna cosa peggiore di una stroncatura stupida, un elogio stupido» È vero che i giornali sono pieni di elogi stupidi e che i social strabordano di stroncature stupide (aggressive, immotivate, aprioristiche) quanto di elogi altrettanto stupidi Quasi a sminuire il proprio impegno, Grasso afferma che «la vera critica può insegnare poco, non è normativa, non è orientativa, non è pedagogica» E conclude che in definitiva non serve a nulla Personalmente sono certo del contrario: nel marasma eccessivo e indistinto, la critica severa è sempre più socialmente necessaria Thomas Mann considerava addirittura la critica come «l’origine del progresso e della civiltà» Il successo di vendita o di ascolti è ciò da cui il giudizio del critico dovrebbe rigorosamente prescindere Tuttavia, oggi spesso i critici (letterari o politici) che non hanno l’elogio facile
vengono ridotti a criticoni, «rosiconi» frustrati o invidiosi Il principio è: se mi critichi è perché sei invidioso del mio successo Uno che se ne intendeva, come Giovanni Raboni, sosteneva invece: «Importante sarebbe che lacriticadicessedituttiilibrichecontano, in modo pacato, disteso e motivato,tuttoilmale–maanche,quando è il caso, tutto il bene – che è giusto e utile dirne» «Giusto e utile», appunto (6) Certo, ci vuole un minimo di coraggio, la forza di non assecondare lo spirito dei tempi e l’opinione della maggioranza «Amichettismo» è uno dei neologismi meno spregevoli dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle: è il criterio per cui la vicinanza annulla ogni obiettività e fa prevalere l’adesione aprioristica nelle recensioni, nella promozione televisiva, nell’assegnare i premi, nell’invitare ai festival eccetera Qualcosa che somiglia all’astuta (e
Anziani ai margini: le voci della letteratura e il tabù sociale
«Siamo tra i Paesi del mondo con più anziani, dove la gerontocrazia imperversa Ma quanti sono i “vecchi” che davvero hanno potere, soldi, ricchezza? Quanti, rispetto all’esercito che è sotto la soglia di povertà? Non solo: all’interno di un ’ emergenza anagrafica ne esiste un ’altra, di genere: perché le vecchie sono più povere dei vecchi, meno tollerate, più discriminate, addirittura espulse La senilità femminile non gode neppure dei canonici attributi di saggezza ed esperienza Per questo alle donne è proibito invecchiare: devono, finché è possibile, fingere di vedere nello specchio un’immagine diversa da quella reale» Anni fa, Loredana Lipperini ha scritto un libro, Non è un paese per vecchie (Bompiani, 2010), che descriveva in modo molto coraggioso la condizione degli anziani nella nostra società e soprattutto combatteva gli stereotipi, anche letterari, su un tema tanto delicato
Se possibile, le cose sono peggiorate Viviamo in un periodo storico in cui la popolazione anziana ha ormai numericamente surclassato quella giovanile Il problema dell’invecchiamento di molti Paesi preoccupa politici ed economisti Il numero crescente di pensionati è maggiore del numero dei nuovi nati Per esempio, l’Italia è il Paese più vecchio dell’Unione europea, con metà della popolazione di età media superiore ai 48 anni Insieme al Portogallo, l’Italia ha la più alta percentuale di residenti con più di 65 anni, pari al 24 per cento, circa uno su quattro Il numero di anziani rappresenta ora più di un quinto della popolazione dell’Europa Anche in Svizzera il numero degli anziani è in costante aumento, ma, per fortuna, secondo un sondaggio condotto nella primavera del 2024 dalla fondazione Commonwealth Fund, la maggior parte degli
svizzeri con più di 65 anni considera la propria salute buona, molto buona o addirittura ottima
La ragione dell’invecchiamento della popolazione italiana è semplice: il numero di decessi, dovuti all’invecchiamento della popolazione, supera di gran lunga il numero di nascite Ma torniamo al libro di Loredana Lipperini L’autrice riporta una serie di esempi mostrando dei risultati poco incoraggianti: odio, rancore e macabra ironia sono i sentimenti più ricorrenti Gli anziani sono spesso considerati come usurpatori del futuro, parassiti bramosi di soldi che si adagiano sulle spalle della società (e dei giovani lavoratori) Racconta lei stessa: «Non è un paese per vecchie nasce con non pochi timori: parlare di infanzia chiama alla tenerezza e all’empatia Parlare di vecchiaia suscita ripugnanza e orrore La stessa parola “vecchiaia” è pronunciata di
malavoglia: il saggio di Simone de Beauvoir, La Vieillesse, è stato tradotto in italiano con La terza età (1971) Eppure, l’emergenza che riguarda i vecchi, e soprattutto le vecchie, è gravissima Siamo il Paese con più anziani: ma i nostri pensionati sono i più poveri d’Europa, e i meno assistiti» Già allora de Beauvoir diceva che «per la società, la vecchiaia appare come una sorta di segreto vergognoso, di cui non sta bene parlare» Lipperini infrange un luogo comune che, nella letteratura, dura da secoli Nel 44 a C , Cicerone, all’età di 62 anni, compone uno dei più rinomati trattati sulla senescenza della Letteratura classica: il Cato maior de senectute Dedicato al suo amico sessantaseienne Tito Pomponio Attico per consolarlo del comune onus senectutis (il fardello della senescenza), Ciceroneinscenaundialogotrailgiovane Scipione Emiliano e l’ancor più
vile) solidarietà di clan E già si vede all’orizzonte la parola del nuovo anno in corso Non un neologismo, stavolta, ma un vocabolo antico come l’uomo, che esalta la vigliaccheria trasformistica: «opportunismo» Quello che suggerisce a Zuckerberg (1 – al coraggio civile) e a Bezos (idem) di salire sul carro di Trump E che spinge Meloni (idem) a correre tra le braccia di Musk e poi, per sicurezza massima, tra quelle di Trump ancora prima dell’insediamento Ovviamente ci sono ancora undici mesi per verificare l’andazzo Speriamo che se ne possa parlare a guerre concluse (almeno quelleinUcrainaeinMedioOriente) Ma ogni guerra, come scrisse il poeta greco Anacreonte (5½), risparmia non il coraggioso ma il codardo Non soltanto i soldati (la cui viltà sarebbe anche umanamente comprensibile), ma i commentatori, cioè i critici del nostro tempo
giovane Lelio Catone difende le virtù della vecchiaia, citando gli esempi di illustri maiores (Platone compreso) e cercando di confutare i luoghi comuni negativi sulla vecchiaia, come la principale errata convinzione che una certa età sia incompatibile con una vita attiva Ma, allora, i giovani erano più numerosi dei vecchi Anche libri recenti sulla senilità non sono così destabilizzanti come quello della Lipperini Pensiamo a Il vecchio al mare (Einaudi) di Domenico Starnone, a Baumgartner (Einaudi) di Paul Auster, a Le otto vite di una centenaria senza nome (Nord) di Mirinae Lee, a Mrs Quinn diventa famosa Ogni vita ha un ingrediente segreto (Corbaccio) di Olivia Ford, che riflettono sui temi dell’amore, della memoria, del desiderio di crescere ancora Allontanano lo spettro della vecchiaia, inscenando un patto onesto con la solitudine
di Bruno Gambarotta
di Aldo Grasso
di Paolo Di Stefano
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TEMPO LIBERO
Tradizione e spiritualità sul Narmada Un antico forte,il sincretismo religioso e la rinascita della tessitura rendono Maheshwar un modello unico di armonia in India
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Un piatto classico e genuino Una variante speciale per assaggiare la polenta è insaporirla con croccanti noci e formaggio alpestre ticinese
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Un festoso Super Mario Party Jamboree Nuove modalità,minigiochi e sfide trasformano il classico party game in un ’esperienza ancora più coinvolgente per giocatori di ogni età
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Lelletto Èfrati: un pugile contro il peso della storia
Premio Bancarella Sport 2024 ◆ Dai ghetti romani alle vittorie sul ring: la vita di un campione ebreo sotto il fascismo
È il 14 luglio 1555: nemmeno due mesi dopo la sua elezione al soglio pontificio, Papa Paolo IV (Gian Pietro Carafa) pubblica Cum nimis absurdum È la prima delle bolle papali che lo storico Attilio Milano ha qualificato come infami insieme alla Hebraeorum gens (1569) e alla Caeca et obdurata (1593): «Paolo IV diede espressione a tutto il suo livore contro gli ebrei in una bolla destinata a farli precipitare in uno dei più profondi abissi di degradazione che mente umana possa immaginare» (Attilio Milano, Storia degli Ebrei in Italia, Einaudi)
L’incipit della bolla non lascia dubbisull’antisemitismodiCarafa,delresto fresco reduce da dieci anni passati al vertice dell’Inquisizione romana quale Prefetto della Congregazione del Sant’Uffizio: «Poiché è oltremodo assurdo e disdicevole che gli ebrei, che solo la propria colpa sottomise alla schiavitù eterna, possano, con la scusa di esser protetti dall’amore cristiano e tollerati nella loro coabitazione in mezzo ai cristiani, mostrare tale ingratitudine verso di questi, da rendere loro offesa in cambio della misericordia ricevuta, e da pretendere di dominarli invece di servirli come debbano» Per Carafa era assurdo che Roma si impegnasse solo contro la Riforma di Lutero: bisognava dare un ’occhiata anche alle comunità ebraiche In particolare, la bolla disponeva che i Giudei venissero obbligati ad abitare in luogo separato dalle case dei cristiani Ciò significava l’istituzione ufficiale dei ghetti, che Carafa definisce più cristianamente «i serragli» Ogni città poteva avere una sola sinagoga, le altre andavano distrutte Gli ebrei dovevanoportareunsegnodistintivodicolore turchese (glauci coloris): un cappello per gli uomini e un fazzoletto per le donne Ogni riferimento alla Stella di Davide imposta dal baffetto austriaco nel Novecento ai Giudei è storicamente legittimo Tra altri comma altrettanto vessatori, la bolla sanciva per gli appartenenti alla tribù di Giuda il divieto d’esercitare alcun commercio al di fuori di quello degli stracci e dei vestiti usati
A distanza di secoli, quest’ultima disposizione segnò la vita di Leone Èfrati, ebreo romano – poi deceduto nel campo di concentramento di Auschwitz – che già a otto anni era in strada per offrire ai passanti, tra i vari mercati della città, lacci per calzature, volgarmente detti stringhe «Ahò, 8 lacci una lira!», strillava È uno degli episodi storicamente provati e ricordati nella recente biografia – qua e là romanzata – che Antonello Capurso dedica a Èfrati (La piuma del ghetto, ed Gallucci), valsa al suo autore il Premio Bancarella Sport 2024
Costretto a imparare a difendersi dagli assalti e dalle botte, l’adolescente Leone decide di iscriversi alla
palestra Audace, fucina di pugili che si son poi fatti strada anche in ambito internazionale Il gestore/manager/talent scout dell’Audace, Cesare de Santis, coglie immediatamente in quel giovincello un invidiabile talento e in pochi mesi lo porta a disputarsi il titolo italiano dei pesi piuma
L’atleta romano combatté non solo sul ring ma anche contro i pregiudizi e le ingiustizie del regime fascista in Italia e altrove
Si accorgono di lui anche i giornalisti sportivi e il quotidiano fascista «Il Littoriale» nel 1937 scrive entusiasta: «Èfrati è uno dei migliori elementi –se non proprio il migliore in senso assoluto – che abbia prodotto il pugilato italiano in questi ultimi tempi Stilista perfetto, sobrio quanto elegante nei movimenti, egli ha veramente il bernoccolo (sic!, n d r) del pugilato» Orgoglioso della sua ascendenza – sebbene in sinagoga non lo si veda sovente – Leone detto Lelletto è so-
lito combattere con la Stella di Davide cucita sui calzoncini Sarà proprio De Santis a suonare il primo campanello d’allarme per quel suo talento, promettentissimo ma ebreo: «Dovresti toglierti quel simbolo Sai, non è gradito a quei signori» gli consiglia indicando due ceffi col bavero alzato e gli occhiali scuri, sebbene stesse per iniziare un incontro in notturna Lelletto non capisce ma si adegua: lo confortano le vittorie e la prima tournée a Parigi Le cose precipitano nell’autunno 1938 con l’avvento delle leggi razziali: tutti gli atleti ebrei sono esclusi da qualsiasi competizione sull’intero territorio nazionale
Memore delle sue esperienze di regia teatrale (per lui ha recitato Giorgio Albertazzi), Capurso rievoca quel giorno, creando una scena tragicomica nel salone del barbiere del ghetto, dove irrompe Mossiù Maccherone –guarda caso commerciante di tessuti – sbattendo sul tavolo un giornale dove campeggia il titolo: Il fascismo e i problemi della razza Gli ebrei non sono italiani, anzi: sono un pericolo per l’Italia, legge Mossiù, mentre
il coro di analfabeti che gli sta attorno ricorda a viva voce che «Sul Piave s’è sparso anche sangue nostro» È solo un equivoco, profetizza uno con la tessera del fascio: il Duce chiarirà tutto Leone, nel frattempo reso padre dall’amata Letizia, torna a casa sconvolto e promette alla moglie: «Vado a Piazza Venezia da Mussolini Quanno s ’affaccia ar balcone tiro su Romoletto e gli dico: ahò, lo vedi sto ragazzino che manco cammina? E mi spieghi tu che sai tutto per chi sarebbe pericoloso? Se Romoletto mio è pericoloso per il fascismo, pensa te come stiamo messi male!» Grazie al suo talento e alla mediazione di De Santis, Èfrati strappa poi un contratto per andare a combattere negli USA «The Italian-Jewish refugee», come lo definiscono i giornali locali, batte a Chicago il quotato Ray Balmer, sia pure per una misera borsa di appena 75 dollari Allo scontro assiste anche Barney Ross, che addirittura sale sul palco per abbracciare la piuma del ghetto Vera quanto dimenticata leggenda della boxe, Ross (all’anagrafe Dov-Ber Rosofsky) è
stato tra i pochi artisti del ring capaci di detenere tre cinture mondiali contemporaneamente Una carriera fulminante, facilitata da un ambiguo personaggio in odor di mafia, anni dopo divenuto celebre per «meriti» extra-sportivi, Jacob Rubinstein, come lui ebreo di Chicago, divenuto Jack Ruby per tentare di nascondere le origini ebraiche Proprio quel Jack Ruby assassino di Lee Oswald, a sua volta presunto killer del presidente Kennedy a Dallas Basta questo per ipotizzare che La piuma del ghetto, con i suoi sorprendenti agganci storici e grazie al suo variopinto affresco del ghetto di Roma – animato da personaggi felliniani quali Zì Ballone, biscottaro, o Rosa la bruscolinara, maestra nell’arrostire semi di zucca e mandorle – susciterà l’attenzione non solo degli appassionati di pugilato
Bibliografia Antonello Capurso, La piuma del ghetto Leone Èfrati, dalla gloria al campo di sterminio Gallucci Bros, 2023, 336 pp
Leone Èfrati nella foto di copertina della biografia La piuma del ghetto (Gallucci Bros)
Giovanni Medolago
VIVERE
Benessere
Come posso rendere piacevole l’inizio della giornata?
Rilassati e fai con calma Un errore fondamentale è la fretta, perché il nostro cervello ha bisogno di tempo per attivarsi Un inizio di mattinata frenetico favorisce infortuni, dimenticanze e altri errori
Quali rituali mattutini sono d’aiuto quando ci si deve alzare?
Alzarsi con calma e abbastanza presto per non dover fare di fretta Accendere la luce senza pensare subito al piano della giornata Magari meditare, camminare all’aria aperta, preparare un caffè e mangiare frutta con yogurt Un po ’ di esercizio fisico mattutino è altamente raccomandato, e anche lo yoga dolce si presta perfettamente
Come far alzare chi non uscirebbe mai dal letto?
In questo caso aiuta una buona igiene del sonno, ovvero orari fissi di sonno e di risveglio, anche nel fine settimana La durata ideale del sonno è di circa sette ore
Colazione: sì o no?
Dopo una notte senza cibo, la colazione aiuta a fornire all’organismo l’energia necessaria per iniziare la giornata Inoltre stimola il metabolismo, aiutando a bruciare le calorie in modo più efficiente A seconda del tipo di persona, una colazione equilibrata migliora l’umore o può diventare un piacevole rituale
E come si fa a fare una colazione equilibrata?
Il müesli è un buon esempio: i fiocchi d’avena integrali forniscono carboidrati complessi che rilasciano energia lentamente Lo yogurt fornisce proteine La frutta apporta fibre alimentari, vitamine e sali minerali Se aggiungiamo un paio di noci o di semi, assumiamo anche i grassi insaturi che ci fanno tanto bene
Ecco come alzarsi
meglio dal letto al mattino
Svegliarsi
Cosa succede nel corpo quando ci svegliamo?
Durante il sonno, l’ormone della veglia, il cortisolo, viene prodotto in misura crescente, mentre l’ormone del sonno, la melatonina, diminuisce sempre di più Al risveglio seguono circa 15 minuti in cui la corteccia cerebrale, che controlla i sensi, il movimento e il pensiero, non è ancora veramente attiva Tuttavia il talamo, la porta d’accesso alla coscienza, è già in piena funzione Siamo quindi in uno stato di risveglio consapevole Durante questi minuti, quindi, le prestazioni mentali non sono ancora al livello ottimale
Che cos’è il «club delle 5 del mattino»?
L’espressione «club delle 5 del mattino» indica le persone che si impegnano ad alzarsi presto la mattina L’idea è quella di sfruttare le prime ore del mattino prima che inizi la normale routine quotidiana per fare attività come lo sport, la meditazione, la lettura o il lavoro su progetti personali Questo dovrebbe renderci più efficienti e produttivi nella vita di tutti i giorni
Testo: Silvia Schütz
Colazione per puristi
Yogurt
Fiocchi d’avena integrali
PREZZO BASSO
PREZZO BASSO
Fiabe e drammi nel fiume votato a Shiva
Reportage ◆ Sulle rive del Narmada, nello Stato del Madhya Pradesh, dai sari pregiati di Maheshwar al lato oscuro di Omkareshwar
Marco Moretti, testo e foto
Per il visitatore l’India è come un temporale In alcuni casi innaffia il seme dell’utopia con soluzioni sempre diverse da quelle occidentali In altri casi mostra i suoi aspetti più scabrosi a conferma del detto «piove sul bagnato» Maheshwar – l’antica città situata in Madhya Pradesh al confine con il Maharastra (lo Stato di Mumbai) – è un armonico luogo dell’utopia in un Paese dove i drammi superano di gran lunga le buone notizie
Affacciata sul Narmada, il fiume madre degli indù, il secondo più sacro dell’India dopo il Gange, Maheshwar è un esempio virtuoso Una fiaba con tanto di principe azzurro Perché qui, il forte, il complesso dei templi e i ghat (le scalinate che scendono al fiume per abluzioni e riti), sono gestiti dal principe Richard Holkar, discendente dell’ultimo mahārāja di Indore, un illuminato poliglotta che ha studiato storia dell’arte in Italia
Per gli indù, oltre che un fiume, il Narmada è una divinità che festeggia il compleanno l’ultima domenica di gennaio
Il risultato è una città ordinata e pulita (eccezionale in India) con servizio di raccolta rifiuti anche sui ghat Con l’Ahilya Fort – costruito dalla maharani Ahilyabai Holkar, la sovrana che governò Maheshwar dal 1765 al 1796 come complesso di residenze, uffici, salone delle udienze e templi indù – in parte trasformato in un piccolo albergo di grande charme per i pochi turisti che si avventurano da queste parti: è associato a Heritage Hotels
Carta vincente di Maheshwar è il forte senso di appartenenza che si manifesta con la Rehwa Society per la diffusione della tradizione della tessitura, un ’attività che qui risale al 500 dopo Cristo In città ci sono almeno un centinaio di laboratori con telai I sari maheshwari sono tra i più pregiati perché qui l’arte di intrecciare la trama con l’ordito incontra la poesia In puro cotone, sono lunghi 8,3 metri Di colore blu pavone o giallo brillante, verde foresta o tinti con il vermiglio estratto dalla radice del gelso Toni percorsi da strisce rosse, bianche o oro Con bordi che richiamano le onde, il sacro fiume, il fiore del cotone, i mattoni, le stuoie, i diamanti La Rehwa Society fu fondata nel 1979 dalla famiglia del mahārājacome un ’organizzazione no-profit per preservare la tradizione artigianale e, allo stesso tempo, dare sbocchi economici e occupazionali alle donne locali, in particolare alle vedove, i soggetti più deboli di una società priva di sistema pensionistico Coniugando business e welfare, tradizione e moda, la Rehwa dà lavoro a duecento vedove per produrre i sari classici ma anche linee molto più moderne Oltre al laboratorio di tessitura del forte e all’emporio in cui si vendono i sari, comprende una scuola di educazione superiore Piccola Varanasi sul Narmada, Maheshwar è uno scrigno della cultura indù Il cibo è solo vegetariano, diversi ashram ospitano corsi di yoga, la popolazione è benevola con i viaggiatori, non ci sono mendicanti e non si è mai importunati Sui ghat, diversi sadhu (asceti itineranti) s’intrattengono in conversazioni filosofiche con i visitatori Capita di essere invitati a pranzo a casa degli abitanti: evento rarissimo in India E al tramonto i barcaioli solcano le acque del fiume offrendo
spettacolari scenari ai loro clienti Ci sono economiche guest house, con camere munite di bagno: spartane ma pulite E, oltre che nei ristoranti, si mangiano casalinghi pasti vegetariani seduti a terra con gli altri commensali al Dal Bafle, un ashram vicino ai ghat Per gli indù, oltre che un fiume, il Narmada è una divinità ma anche una persona fisica e in quanto tale festeggia il compleanno l’ultima domenica di gennaio Per l’occasione diversi cortei con carri floreali e bande musicali attraversano Maheshwar lanciando fiori e propagando note gioiose nelle
suestrade Poiraggiungonoighat,dove a tutti sono offerti dolci e un pasto, dove si esibiscono gruppi musicali e swami (illuminati) distribuiscono benedizioni Al tramonto centinaia di donne avvolte in sari purpurei posano sull’acquaciotolefabbricateconfoglie: racchiudono lumini che bruciano ghee (burro chiarificato) È l’ultima offerta al Narmada, il fiume votato a Shiva, il dio distruttore
Nel frattempo, su un ghatpiù meridionale, anche la comunità musulmana rende omaggio al fiume – fonte di vita perché feconda i campi – lancian-
In senso orario:
do fiori nelle sue acque Un rarissimo esempio di sincretismo religioso in un Paese dove le due comunità spesso sono ai ferri corti Maheshwar è un universo indù, ma a soli 40 chilometri Mandu è un trionfo dell’islam: un grande altopiano disseminato di moschee, palazzi, monumenti e cenotafi: ospita i migliori esempi di architettura afghana in India e resti che spaziano dal X secolo, quando fu fortificato da Raja Bhoj sovrano di Bhopal, fino alle ultime fasi del musulmano impero Moghul Settanta chilometri più a sud di Maheshwar si trova invece Omkareshwar Situata alla confluenza del fiume Kaveri nel Narmada, è la sede del piùimportantetraidodicijyotirlingam sparsi per l’India: è il fallo di Shiva, simbolo di fertilità dal culto millenario È un affollato centro di pellegrinaggio, nonché sede di buon auspicio per celebrare matrimoni Un’isola – collegata da due ponti a un borgo per il servizio ai pellegrini – su cui si snoda un anello di sei chilometri tra templi, santuari, scuole braminiche, ashram, bandara (mense vegetariane), alberi sacri, vacche, cani randagi, branchidipiccolescimmiedallafaccia nera e minuscoli insediamenti umani È percorso ogni giorno da migliaia di pellegrini in estasi anche per l’uso del
bhang, una variante commestibile di infiorescenze della cannabis legata al culto di Shiva
All’opposto di Maheshwar, è un luogo crudo, sporco, pieno di mendicanti e percorso da una energia oscura Giorno e notte è preda del chiasso alimentato da campane, motori dei battelli,sirenedelladigaemusichedei matrimoni È popolato da grossi macachi dalla faccia rosa Omkareshwar non fa concessioni al turismo: per alloggiarvi è necessaria capacità di adattamento In compenso si mangiano ottimi chapati (piadina indiana) cotti nellacenereebuonapasticceria,anche perché i laddu (palline dolci) aiutano la meditazione e avvicinano al divino Molti indiani considerano Omkareshwar il lato nero di Shiva, mix di magnetismo e magia nera
Omkareshwar salì all’onore delle cronache negli anni Novanta, quando – in seno al Narmada Valley Development Project – vi fu costruita la più discussa diga dell’India Durante le proteste contro la sua realizzazione, fu arrestata la scrittrice Arundhati Roy, che sull’argomento pubblicò il libro La fine delle illusioni
Informazioni
Su www azione ch si trova una più ampia galleria fotografica
Maheshwar, rito sul Narmada; Ahilya Fort; Omkareshwar, donne al tempio antico; Maheshwar festa per compleanno Narmada
Ricetta della
settimana -
Polenta con formaggio e noci
Ingredienti
Piatto principale
Ingredienti per 4 persone
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
2 c d’olio di girasole
1,2 l di brodo di verdura
250 g di polenta bramata
80 g di noci
4 rametti di salvia
170 g di formaggio dell’alpe, ad esempio Gottardo sale pepe
Preparazione
1 Tritate la cipolla e l’aglio. Scaldate la metà dell’olio e soffriggete il trito di cipolla e aglio.
2 Aggiungete il brodo e portate a ebollizione.
3 Versate la farina di mais nell’acqua e, mescolando di tanto in tanto, lasciate cuocere per circa 25 minuti
4 Nel frattempo, dimezzate le noci e tostatele in una padella antiaderente senza grassi per circa 3 minuti
5 Staccate le foglie di salvia dai gambi e rosolatele nell’olio restante finché diventano croccanti. Grattugiate il formaggio a scaglie grosse. Regolate la polenta di sale e pepe e servitela nei piatti. Conditela con il formaggio, la salvia e le noci tostate.
Preparazione: circa 30 minuti
Per persona: 22 g di proteine, 34 g di grassi, 52 g di carboidrati, 600 kcal
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Torna Super Mario in Party Jamboree
Videogiochi ◆ Una festa di 110 minigiochi per tutti i gusti divisi in cinque categorie su Nintendo Switch
Davide Canavesi
Si torna a far festa con Super Mario Party Jamboree per Nintendo Switch, un ’esplosione di colori, musica e divertimento che porta il celebre franchise di party game a nuovi livelli di varietà e coinvolgimento Il titolo riprende la formula classica della serie, con i giocatori che si sfidano su tabelloni virtuali, lanciando dadi e partecipando a minigiochi alla fine di ogni turno Jamboree non si limita però a riproporre il passato, qui viene infatti introdotta una serie di novità che lo rendono un ’esperienza fresca e originale, adatta a giocatori di ogni età e livello di esperienza
Non un banale upgrade della serie, ma una ventata di freschezza che catturerà sia i fan di lunga data sia i nuovi arrivati
La prima grande novità è la ricchezza di modalità di gioco Oltre alla classica Mario Party, con quattro tabelloni tra cui scegliere e la possibilità di personalizzare le regole, Jamboree offre una serie di esperienze alternative che ampliano notevolmente l’offerta ludica In Rhythm Kitchen, ad esempio, i giocatori collaborano per preparare piatti a suon di musica, mettendo alla prova il loro senso del ritmo e la coordinazione Fabbrica di Toad è invece un rompicapo in cui
si aiutano i Toad a costruire oggetti, attività che richiede logica e capacità di problem solving Per gli amanti dell’azione frenetica c’è Scuola di volo Paratroopa, che sfrutta i controlli di movimento dei Joy-Con per far volare i giocatori nei panni di Paratroopa, in una serie di sfide aeree divertenti e impegnative Non mancano poi modalità dedicate al gioco in solitaria oppure online Squadra anti-Bowser vede i giocatori collaborare per sconfiggere il Re dei Koopa in una battaglia a colpi di cannone, mentre Boweratholn pro-
Giochi e passatempi
Cruciverba
Al largo della costa settentrionale australiana, c’è l’isola South Goulburn, le persone che vi abitano sono circa completa la frase leggendo, a soluzione ultimata, le lettere nelle caselle evidenziate (Frase: 11, 1, 2, 7, 4, 6)
pone una gara di piccole sfide individuali per un massimo di venti giocatori, con difficoltà crescente E per chi vuole concentrarsi esclusivamente su questo tipo di divertimento, Porto dei minigiochi offre la possibilità di provarli tutti e 110, suddivisi in cinque categorie, per affinare le proprie abilità e scoprire il proprio stile di gioco preferito I tabelloni di gioco sono senza dubbio un altro punto di forza di Jamboree Ognuno presenta un ’ambientazione unica e originale, con percorsi intricati, ostacoli da superare e sor-
prese nascoste La presenza di alleati, che compaiono casualmente durante la partita per offrire bonus e vantaggi ai giocatori, aggiunge un elemento di imprevedibilità e strategia, rendendo ogni partita diversa dalla precedente Dal punto di vista tecnico, Super Mario Party Jamboree è un titolo davvero riuscito La grafica è colorata e dettagliata, con animazioni fluide e personaggi espressivi Le musiche sono orecchiabili e contribuiscono a creare un ’atmosfera festosa e coinvolgente Nintendo dimostra ancora una volta la sua maestria nel creare party
game di qualità, curati in ogni dettaglio e capaci di intrattenere un pubblico di ogni età Super Mario Party Jamboree è un titolo imperdibile per gli amanti del genere e per chiunque desideri trascorrere momenti di spensierato divertimento in compagnia di amici e familiari Un’esperienza di gioco completa e variegata, che saprà conquistare sia i veterani della serie sia i nuovi arrivati Un gioco che non si limita a riproporre la formula classica, ma la arricchisce con nuove modalità, minigiochi e sfide, garantendo ore e ore di divertimento
Disgrazie, disavventure
Nemico, avverso
VERTICALI 1 Albero sempre verde
Desinenza di diminutivo plurale
3 Le iniziali del filosofo Tommaseo
Indovinello
Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku
Hit della settimana
9.95 invece di 16 90
Tutti gli integratori alimentari (Sanactiv esclusi), per es Magnesio Actilife, 20 compresse effervescenti, 4 46 invece di 5 95 (1 pz = 0 22) a partire da 2 pezzi 25%
Filetti di salmone senza pelle M-Classic, ASC d'allevamento, Norvegia, 380 g, in self-service, (100 g = 2 62) 41%
Sminuzzato di petto di pollo M-Classic prodotto surgelato, 2 x 500 g, (100 g = 1 10) conf da 2 50%
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Fino a esaurimento dello stock. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti
2.95 invece di 4.95 Arance sanguigne Italia, rete da 2 kg, (1 kg = 1 48) 40% 3.25 invece di 5 –Lombatina d'agnello M-Classic in conf speciale, per 100 g 35% 7.95 invece di 12 –
Wienerli M-Classic Svizzera, 5 x 4 pezzi, 5 x 200 g, (100 g = 0 85), offerta valida dal 23 1 al 26 1 2025
Validi gio.–dom.
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Tutti i tipi di caffè in chicchi, 1 kg per es Boncampo in chicchi, 9 07 invece di 12 95, offerta valida dal 23 1 al 26 1 2025 30%
Settimana Migros Approfittane egusta
Per un po’ di fitness
Cicorino trevisano Italia, al kg, confezionato 37%
4.95
invece di 7.90
3.90
Cavolfiore Migros Bio Italia/Spagna, al kg 21%
invece di 4.95
4.40
invece di 5 95 Mirtilli vaschetta da 500 g, (100 g = 0 88) 26%
2.50 Noci Grenoble Francia, 500 g, confezionate, (100 g = 0 50) Hit
5.90
Italia/Portogallo, al kg, confezionate 21%
Zucca a cubetti
invece di 750
Migros Ticino
3.60
Filetti di limanda e filetti di merluzzo, Anna's Best e filetti di pangasio in pastella M-Classic per es filetti di limanda Anna's Best, pesca selvatica, Pacifico nordorientale, MSC, 200 g, 5 56 invece di 6 95, in self-service, (100 g = 2 78)
Migros Ticino
3.90
2.80
3.70
3.40
Migros Ticino
Migros Ticino
Tante proteine e altrettanta bontà
naporzione giornoaiuta digestione
Migros Ticino
Tutti i sushi refrigerati e tutte le specialità giapponesi refrigerate (articoli fatti in casa esclusi), per es Sushi Maki Mix, 195 g, 7.96 invece di 9 95, in self-service, (100 g = 4 08)
Salsa di soia Tiger Kitchen 250 ml, 2.24 invece di 2 80, (100 ml = 0 90) a partire da 2 pezzi
Sempre in dispensa per ogni evenienza
a partire da 2 pezzi 35%
Tutto l'assortimento di pasta fresca Garofalo, refrigerata (confezioni multiple escluse), per es tortellini al prosciutto crudo, 250 g, 4 23 invece di 6 50, (100 g = 1 69)
2.95
invece di 4.43
Pasta Garofalo penne, farfalle o spaghetti, in confezione speciale, 750 g, (100 g = 0 39) 33%
Tutte le salse Salsa all'Italiana per es al basilico, 250 ml, –.95 invece di 1 35, (100 ml = 0 38) 30%
35%
16.90 invece di 26 –
Pasta fresca Garofalo, refrigerata prosciutto crudo o ricotta e spinaci, 2 x 500 g, (100 g = 1 69)
33%
Lasagne Anna's Best, refrigerate alla bolognese o alla fiorentina, in confezioni multiple, per es alla bolognese, 3 x 400 g, 7 90 invece di 11 85, (100 g = 0 66)
conf. da 3 20%
Pizze La Trattoria prodotti surgelati, alla mozzarella, al prosciutto o al tonno, per es alla mozzarella, 3 x 300 g, 5 40 invece di 6 75, (100 g = 0 55)
conf da 3
conf. da 2
Dolci tentazioni
22%
Bastoncini alle nocciole, zampe d'orso o schiumini al cioccolato, M-Classic in confezioni speciali, per es bastoncini alle nocciole, 1 kg, 6 95 invece di 9 –, (100 g = 0 70)
Toblerone Milk o Tiny Mix in confezioni speciali e multiple, per es Milk, 8 x 100 g, 13 65 invece di 22 80, (100 g = 1 71) 40%
Tutti i biscotti Créa d'Or per es Florentin, 100 g, 2.80 invece di 3 40
5.30 Mars in conf speciale, 9 + 1 gratis, 450 g, (100 g = 1 18)
Pregiataselezionedi specialitàdaforno
sel ion di
5.30 Twix in conf speciale, 9 + 1 gratis, 500 g, (100 g = 1 06)
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Wienerli M-Classic
Svizzera, 5 x 4 pezzi, 5 x 200 g, (100 g = 0 85), offerta valida dal 23 1 al 26 1 2025
Tutti i tipi di caffè in chicchi, 1 kg per es Boncampo in chicchi, 9.07 invece di 12 95, offerta valida dal 23 1 al 26 1 2025 30%