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La stanza del dialogo
di Cesare Poppi
che poi ciascuno, in regime di libertà, può liberamente narrare a modo suo secondo la ricetta che a ciascuno pare aggiungendo e chi pepe, chi peperoncino, chi omettendo il sale e chi la preferisce in bianco. Comprendere la Storia è farsi ragione delle condizioni contestuali, uniche e irripetibili, degli specifici dilemmi, angosce, ossessioni e ingestibili eredità storiche – quei «peccati dei genitori» che occorre cessino di ricadere sui figli una volta che si comprendano fino in fondo le (dis)ragioni di una storia altrimenti – e lo scrivo oggi in affanno visto quel che capita in Ucraina – coatta a ripetersi. Oggi è moda definire ogni sequenza comunicativa che abbia un inizio ed una fine come «Narrativa». Si tratta di un termine fumoso, confuso e confondente che ha origine come concetto vagamente e pasticciosamente filosofico (Platone e Aristotele, che amavano il rigore, lo avreb-
Figli e genitori: la giusta distanza a tutte le età
Cara Silvia, penso che siamo coetanee e che mi capirai. Sono ormai anziana ma sto relativamente bene. Però questo non dovrebbe autorizzare mio figlio a telefonarmi la domenica quando va bene e a venirmi a trovare sì e no ogni due o tre mesi. Sua moglie poi non la sento mai e neppure mio nipote, che ha ormai 12 anni e potrebbe farsi vivo di quando in quando. Non ho amiche e spesso mi sento sola. Sono sicura che, in caso di emergenza, posso contare su di loro, ma non basta. Ho bisogno di sentirmi pensata e amata ogni giorno senza aspettare la fine. Perché non lo capiscono? / Sonia
Gentile dottoressa, da quando sono stata operata per frattura del femore, i miei figli (una femmina e un maschio) mi ossessionano con le loro premure: mamma non uscire, non salire sulla scaletta, copriti, man- gia, ti accompagno dal dottore, hai preso le medicine? Ho una certa età ma non sono né scema né invalida e vorrei che avessero più fiducia nelle mie risorse. Sono sempre stata una donna libera e autonoma e, finché posso, vorrei continuare così, senza sentirmi ostaggio delle loro apprensioni. / Vera
Care Sonia e Vera, ho messo insieme le vostre lettere perché mostrano come sia difficile, quando i genitori invecchiano, trovare la giusta misura per proteggerli senza abbandonarli o soffocarli. Spesso si garantiscono le cure del corpo senza pensare ai bisogni dell’anima. L’attenzione è il miglior farmaco contro la depressione che minaccia chi sente ridursi il tempo che resta. Forse, in entrambi i casi, il normale processo di separazione dei figli
La nutrizionista
Come integrare gli omega-3?
Care lettrici e cari lettori, questo mese risponderò a due vostre lettere. A dicembre parlai delle noci e delle loro proprietà; l’articolo ha suscitato l’interesse di Georges e Mara, che ringrazio. Nel precedente articolo avevo risposto, per ragioni di spazio, solo con informazioni essenziali a chi mi domandava se le noci fossero davvero un cibo miracoloso, o se si trattasse di una leggenda metropolitana.
Posso riassumere così le domande di Georges e Mara: che sintomi manifesta una persona allergica alle noci?
Attraverso quali altre vie si può assumere l’omega-3?
Il Centro delle Allergie Svizzera indica che circa il 10 per cento dei bambini e degli adulti con un’allergia alimentare non sopporta la frutta a guscio, a volte nemmeno in tracce.
L’allergia alla frutta a guscio si può manifestare come allergia alimentare primaria, cioè una sensibilizzazio- ne diretta a un allergene alimentare specifico, soprattutto in età infantile e nella maggior parte dei casi permane per tutta la vita. Oppure può insorgere per la prima volta in età adolescenziale o adulta, come un’allergia secondaria (o reazione crociata) dove la persona è in realtà allergica ai pollini di betulla o graminacee e reagisce all’alimento in questione perché gli allergeni si assomigliano.
I sintomi delle allergie alimentari, in genere, compaiono da pochi minuti a poche ore dopo aver ingerito il cibo a cui si è allergici, e possono variare da un’orticaria, pelle arrossata o eruzione cutanea, a sensazioni di formicolio o prurito in bocca, fino al gonfiore del viso, della lingua o delle labbra, vomito e/o diarrea, crampi addominali, tosse o respiro sibilante, capogiri e/o stordimento, gonfiore della gola e delle corde vocali, respirazione difficoltosa e perdita di conoscenza. Chi bero bandito da Simposi e Logiche) percolato dal caos primordiale delle filosofie postmoderniste nel pacchetto della spesa al supermercato. Dove ciascuno compra quel che vuole e che può permettersi basta che paghi, e ciascuno oggi – in un Antropocene dove i miei diritti sono inalienabili in quanto intransitivi e chi non li ha si dia da fare – ha il diritto di dare aria alla sua Narrativa. All’A l tropologo piace al contrario pensare che la Narrativa di «Cappuccetto Rosso» abbia altre ragioni, contesti ed implicazioni della Narrativa della guerra nel Donbass, che sono Altri. Non si tratta, ovvero, di Fiction v. Fake News, che quelle si fanno concorrenza a colpi di sconti prendi tre paghi due sugli scaffali del supermercato mediatico. Si tratta di contesti, ragioni ed implicazioni che rispondono a diversi, specifici ed incompatibili regimi di verità e validazione –verità con la minuscola, certo relativa ma autorevole a pieno titolo proprio perché dignitosamente altra rispetto alla Verità.
A questo punto i miei perplessi lettori si chiederanno cosa c’entri questo sermonaccio con l’A ltropologia. Mi scuso, faccio ammenda e mi giustifico.
Il 19 febbraio 356 l’Imperatore Costanzo II, figlio di Costantino il Grande, promulgava un Editto col quale restringeva di molto e sanciva le libertà religiose dei pagani e degli Ebrei – le stesse che suo padre non aveva osato toccare. L’Editto di Costanzo rappresenta un coacervo complesso di misure che apparirebbero oggi divertente ragioniera legale, incongruenti e contraddittorie. Il tutto e il contrario di tutto. Eppure furono. Per una Storia che non procede per logiche di par condicio e si appella alle narrative dei Massimi Sistemi proprio quando ormai le scompaiono dal mirino. Meditatur dai genitori è rimasto incompiuto per cui permangono alcuni squilibri. Credo che il figlio di Sonia si difenda, centellinando le attenzioni verso la madre, dall’angoscia di confrontarsi con la caducità della sua stessa vita. La vecchiaia rende evidente che ogni anno in più è anche un anno in meno. E a molti questa constatazione fa paura. L’intervento della nuora sarebbe importante perché, meno coinvolta emotivamente, potrebbe indurre atteggiamenti più equilibrati. Anche al ragazzino, che sta delineando la sua identità, farebbe bene sapere che ha alle spalle una storia di famiglia, un passato che orienta il futuro. Inoltre, occuparsi della nonna potrebbe farlo sentire più forte e maturo. Ogni volta che ci prendiamo cura dell’altro ci prendiamo cura di noi.
Al contrario di Sonia, Vera apprez- za l’attenzione dei figli ma la trova esagerata per cui li supplica: lasciatemi fare anche a costo di sbagliare. È giusto che, a un certo punto della vita, i ruoli si capovolgano e i figli diventino genitori dei loro genitori, ma non di colpo, solo perché è accaduto un evento traumatico. Ogni stagione della vita va affrontata con gradualità. Si è sempre vecchi per la prima volta e imparare dall’esperienza è un impegno continuo. Quando il passo diventa insicuro, la memoria perde colpi e i sensi si affievoliscono, non si ha bisogno di essere sostituiti ma di ricevere fiducia e incoraggiamento. La dipendenza risulta sempre penosa ed è meglio ridurla al minimo, anche accettando qualche rischio. Può darsi che figli eccessivamente accudenti intendano mettersi al riparo da eventuali sensi di colpa. Ma tra il disinteresse e l’apprensione vi è una terza via: la responsabilità. Fintanto che i «più che adulti» rimangono capaci di intendere e di volere non sono oggetti ma soggetti della loro vita. Ed è pertanto con loro che va contrattata, con empatia e sensibilità, la distanza da tenere. Quello tra generazioni è uno scambio difficile, che muta nel tempo, si adegua alle circostanze ma che deve essere personalizzato perché ognuno è modellato dalla sua storia e ha un carattere unico, inconfrontabile, uguale solo a sé stesso.
Informazioni Inviate le vostre domande o riflessioni a Silvia Vegetti Finzi, scrivendo a: La Stanza del dialogo, Azione, Via Pretorio 11, 6901 Lugano; oppure a lastanzadeldialogo@azione.ch ha manifestato uno di questi sintomi deve quindi prestare attenzione, e cercare di evitare le noci.
È bene sapere che un’allergia primaria alla frutta a guscio reagisce per lo più alle cosiddette proteine di riserva, che sono diverse in ogni tipo di frutto a guscio. Poiché gli allergeni non sono quindi identici, l’allergia non si estende automaticamente a tutta la frutta a guscio. Occorre rivolgersi a un allergologo per stabilire con precisione a quale frutto si reagisce, e quali invece potete continuare a consumare in sicurezza. Quello che hanno in comune queste proteine allergeniche è che non vengono distrutte né dal calore né dall’acido gastrico. La frutta a guscio può quindi scatenare reazioni allergiche in forma cruda, tostata e cotta. Secondo la gravità dell’allergia, come ho anticipato, è indispensabile fare attenzione persino alle tracce.
Se si dovesse evitare tutta la frutta a guscio, come poter quindi integrare gli omega-3? Esistono tre tipi principali di acidi grassi omega-3: l’acido alfa-linolenico (ALA), l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Mentre l’ALA è presente negli oli vegetali, il DHA e l’EPA si trovano nel pesce e nelle alghe. Il corpo può convertire ALA in EPA e DHA, ma il tasso di conversione è inferiore al 15 per cento. Pertanto, le persone potrebbero aver bisogno di consumarne di più per ottenere abbastanza omega-3. Se, come Mara, si è allergici pure al pesce e ai frutti di mare, si può consumare l’olio di colza, l’olio di semi di lino, l’olio di semi di canapa, oppure il germe di grano o le alghe nori – quelle che avvolgono i sushi – o gli integratori di spirulina e clorella. Una dieta sana è quella che include i tre tipi di omega-3: DHA, EPA e
ALA. Pesce e frutti di mare tendono a essere ricchi di DHA ed EPA. Le fonti vegetali sono tipicamente abbondanti di ALA, le alghe contengono anche EPA e DHA, rendendole un’opzione salutare per le persone allergiche al pesce o che seguono una dieta vegetariana o vegana. Il fabbisogno giornaliero di omega-3 non è noto con esattezza, ma si stima che una quantità adeguata possa essere di 1,6 g al giorno per gli uomini e di 1,1 g per le donne. Io consiglio di consumare giornalmente uno degli oli indicati e 1 o 2 capsule di integratore di alghe alla settimana, come si consiglia per il consumo di pesce.
Informazioni Avete domande su alimentazione e nutrizione? Laura Botticelli, dietista ASDD, vi risponderà. Scrivete a lanutrizionista@azione.ch
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