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Se il Sud Italia guarda il mare
Il meridione vive un nuovo protagonismo come produttore di energia pulita e piattaforma di collegamento tra Africa ed Europa. La sua posizione strategica, però, non basta: serve una nuova politica industriale
MEDITERRANEO
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Provate a ribaltare di 180° la cartina geografica europea e a osservare il mondo visto dal Sud Italia. Vi trovereste nel punto privilegiato da cui guardare il mar Mediterraneo e le sue coste, dallo stretto di Gibilterra fino ad Alessandria d’Egitto.
Il ponte tra Europa e Africa
di Francesco Di Blasi
Se si confrontano i principali attori del bacino mediterraneo, il Sud, inteso come macroarea, ha le caratteristiche per diventare il baricentro del mercato dell’energia euro-africano. Lo sostiene un’analisi socio-economica del think thank “The European House - Ambrosetti” che cambia la prospettiva con cui tendiamo a pensare il Sud. Non più periferia europea, ma centro attrattivo del Mediterraneo. Dopo aver perso la sua importanza con la scoperta delle Americhe e l’inizio delle tratte oceaniche, il Mediterraneo sta ritrovando una nuova centralità a causa del crescente scambio commerciale tra Europa e Asia che passa per le sue acque. Non solo, pur rappresentando solo l’1 per cento delle acque globali la sua economia accoglie il 15,5% della popolazione globale e il 14,5% del Pil.
«Il Sud ha le caratteristiche per affermarsi come hub energetico del Mediterraneo, connettendo la sponda sud con l'Europa per il trasporto di energia e assumendo la leadership nella produzione di energia pulita, nel contesto di una strategia energetica regionale di contrasto al cambiamento climatico. Per far ciò è necessario che l’Italia porti avanti sia un'agenda industriale interna, sia un'agenda diplomatica con i Paesi che si affacciano sulla sponda nord dell'Africa», dice Cetti Laudeda, Head of Scenario Sud Practice della European House - Ambrosetti.
La vocazione del Sud ad affermarsi come ponte energetico tra Europa e Sud Mediterraneo è tale grazie ai gasdotti e alle tratte marittime che su esso convergono. L’Italia intercetta i flussi di gas dall’Asia e dal Nord Africa e può contare sulla rete infrastrutturale meglio collegata al resto d’Europa tra i Paesi mediterranei. La propensione del Sud di intercettare i flussi di energia è però ostacolata dalla man- canza di rigassificatori (impianti per la conversione di gas liquido in gas naturale) sulle nostre coste. Le navi che trasportano gas dall’Asia sfiorano le zone costiere del Sud Italia e, in mancanza di porti, tirano dritte verso la Spagna (che ha il 35% dei rigassificatori in Europa).
«In uno scenario in cui gran parte dell'energia che serve al Paese passerà dal mare bisogna dotare i porti di infrastrutture per ricevere energia e trasportarla tramite la rete ferroviaria. Oggi nel Meridione non esistono rigassificatori e solo 8 porti su 32 sono collegati alle ferrovie» dice Laudeda, che aggiunge: «Un punto di partenza di questa politica industriale potrebbe essere la dotazione di un rigassificatore nel porto di Gioia Tauro».
Questo porto ha già caratteristiche uniche che lo renderebbero protagonista di un hub energetico nel Sud Italia. Ha un’area portuale pari a quella di oltre sessanta campi da calcio che lo rendono tra i più grandi d’Italia e d’Europa. Ma soprattutto è collegato logisticamente ad altri sessanta porti nel Mediterraneo ed è pienamente connesso alla rete ferroviaria europea.
Sud produttore di energia
La ricchezza del Sud non sta solo nelle bellezze storiche e paesaggistiche, ma anche in caratteristiche naturali che ne fanno una zona ricca di fonti di energia rinnovabile. Il Mezzogiorno è già oggi un importante produttore di energia pulita: produce un terzo dell'energia rinnovabile del Paese, con primati nell'eolico (96,4% del totale nazionale) e contributi rilevanti nel fotovoltaico (41,0%), ma è solo con un netto aumento di questa produzione che il Sud potrà candidarsi ad essere un hub energetico.
«Passi in avanti ne sono stati fatti, come con l’inaugurazione del primo parco eolico off-shore del Mediterraneo a Taranto, in grado di produrre un vettore energetico del futuro come l’idrogeno verde, ma non basta», sostiene Laudeda, secondo cui il Sud detiene anche un ampio poten- ziale di risorse in ambiti meno esplorati, come l’energia rinnovabile connessa al moto ondoso su cui il Sud deve puntare. Secondo le stime di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie) entro il 2050 l'Europa potrà contare su 100 GW dall'energia dal mare, equivalenti al 10% dell'attuale consumo europeo. Le tecnologie Wave Energy Converter (WEC) sono in fase di sviluppo pre-commerciale e il Sud Italia può ambire ad affermarsi come punto di riferimento tecnologico e produttivo internazionale all'interno di questo settore, contrastando l'attuale situazione di totale assenza di hub sulle nuove tecnologie pulite. ■
1. Nell'immagine, le linee tratteggiate indicano le tratte marittime del trasporto dell'energia in forma gas gnl.
Le linee continue rappresentano i gasdotti dislocati lungo la superficie mediterranea I quadrati rossi rappresentano i rigassificatori distribuiti principalmente sul territorio dell'Europa meridionale
Giornale di Sicilia, seguì una campagna di delegittimazione che portò al suo assassinio. «La mafia lo ha assassinato perché aveva fiutato il suo isolamento. Per questo, i ragazzi nel 2004 avevano deciso di continuare il suo impegno». Ma perché le denunce non finissero come quella di Libero Grassi, era necessario supportare i commercianti che volevano opporsi. «È la comunità che deve dire “No!”. Siamo noi cittadini a dover abbandonare pigrizia, incoscienza e paura».