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Parole e immagini

Parole e immagini

Dante Alighieri ambientò su questo fianco di costa dove sfocia il Tevere, tra Fiumicino e Ostia, l’imbarco delle anime del purgatorio verso l’Aldilà celeste. Ma ad agitare chi vive oggi su queste spiagge è l’Aldiquà. Il Faro di Fiumicino è un rifugio da difendere. Chi di noi non difenderebbe il luogo dove ha dato il primo bacio, festeggiato con gli amici, imparato a nuotare? Difenderlo: ma da chi?

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Nel 2022 la compagnia Royal Carribbean, con un’offerta pari a 11 milioni e 450mila euro, si è aggiudicata la concessione dell’area per realizzare un nuovo porto, complementare a quello di Civitavecchia, destinato a navi di grandi dimensioni. I lavori – che spazzerebbero via il porticciolo e i bilancioni, palafitte sulla spiaggia all’occorrenza utilizzate come set cinematografici – non sono ancora partiti, le proteste sì. “No ai porti criminali” recita uno striscione appeso alla ringhiera di un bilancione. Gli fanno eco due signore dall’aria irlandese. Escono da un confronto tra il comitato che si oppone alla costruzione del porto e il giovane Ezio Di Genesio Pagliuca, candidato sindaco del centrosinistra. Uno schieramento politico che negli ultimi anni ha promosso l’iniziativa del colosso crocieristico. Pagliuca uscirà sconfitto dalle amministrative del 15 maggio scorso, vinte dal centrodestra. Che ne sarà del Faro di Fiumicino resta un’incognita. E resta lo striscione appeso alla ringhiera. Dovremmo difendere i luoghi dove ci siamo rifugiati. ■

Attila che vive sopra il mare

«Ho imparato a cucinare nei mejo ristoranti di Roma: Rebibbia e Regina Coeli». Attila, soprannome di Gianfranco Miconi, ha trascorso diversi anni nelle carceri della capitale. Nato nel quartiere Alessandrino, in una baracca – «e me ne vanto» – ora vive sopra il mare. Ha messo a posto un bilancione colorandolo di blu. Il regista Claudio Caligari, allievo di Pier Paolo Pasolini, ha ambientato qui dentro una scena del suo terzo e ultimo film, “Non essere cattivo”. A lui, che sulle spiagge del litorale ha girato anche “Amore Tossico” e “L’odore della notte”, è intitolato simbolicamente il viale che unisce i bilancioni. Una specie di viale del tramonto. Attila oggi vive di cinema. Lavora a Cinecittà come caratterista. Ma la notte torna sempre sopra il mare. ■

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