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ANNO 88 - n° 1015 - € 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

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Attualità

a cura di Chiara Milano

L ' u r a g a n o

Miti da apprezzare e da sfatare sulla star argentina, che fa battere il cuore delle sue lovers

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erto non si può dire che non sia brava e bella. È diventata modello d’ispirazione per il mondo dei teenagers, le ragazzine ne vanno pazze e già dalla prima puntata della serie televisiva che la vede come protagonista, Violetta ha registrato un record di ascolti. Sarà la voce, il modo di muoversi, il look sempre alla moda e curato nei dettagli, lo sguardo che attrae e un make up sui toni del rosa, fatto sta che Violetta coinvolge le sue V-lovers in un turbine di emozioni.

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Violetta: A vestire i panni della star musicale è Martina Stoessel, che vince il ruolo di protagonista nel 2012 in un casting Disney. Per il ruolo in Violetta vince il premio come “Miglior rivelazione” all’edizione del 2012 dei Kids’ Choice Awards Argentina RAGAZZINE: Baby-consumatrici che si fanno comprare qualsiasi cosa abbia a che fare con il loro idolo televisivo, come Violetta. Il mercato produce linee di prodotti a loro dedicati, trovando nuove forme di guadagno

Amore che vieni, amore che vai Le fedeli seguaci, quelle che non perdono nemmeno una puntata dell’amatissima serie creata da Disney Channel e in onda anche su Rai Gulp, sono le ragazzine tra i 6 e i 14 anni. Tutto inizia all’aeroporto di Madrid, dove la protagonista

con il padre Germain prende

un volo diretto a Buenos Aires, luogo che la vedrà realizzarsi in campo musicale e, chissà, sentimentale. Le giornate e i mesi si susseguono, tra una prova e un duetto con il bello della situazione e subito le lovers in campo si dividono; da una parte la squadra che sostiene Tomas e dall’altra quella che sostiene Leon. Ma che fare quando i pretendenti diventano tre?

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Speciale

Newroz E sbocciò la primavera. Come a Pasqua

a cura di Antonio Romero

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ewroz è il nuovo g i o r n o . Ne w r o z è primavera”. La mia amica Ilhama Mamedova, originaria dell’Azerbaijan, cerca di spiegarmi con parole semplici l’importanza del capodanno primaverile, una delle principali feste celebrate in quella vasta area che va dall’Iran alle repubbliche caucasiche e dell’Asia centrale, fino al Pakistan. «Per noi, Newroz o Nowruz, come la chiamiamo qui in Azerbaijan, è una festa al femminile, dove tutto ha un richiamo alla fecondità. La “nuova vita” è rappresentata anche dai colori che usiamo nel dipingere le uova: il giallo del sole, il verde degli alberi e l’azzurro del cielo rappresentano il passaggio dalla morte alla vita».

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AGLI ALBORI DELL’UMANITÀ

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l Newroz o Noorooz (persiano ‫ )زورون‬è una festa tradizionale che ricorre il 21 marzo, data dell’equinozio di primavera. La stessa data segna l’inizio del calendario legale luni-solare dell’Iran, la nazione dove, probabilmente, è nata questa festa e dove è più sentita. Il termine significa “nuovo giorno” e deriva dall’associazione di due parole antico-persiane: nava (“nuovo”) e rəzaŋh (“giorno”). Secondo la tradizione mitologica iraniana, il Newroz risale a circa 15.000 anni fa, all’epoca del leggendario re persiano Yima.

La vittoria della primavera Con l’inizio della primavera, la terra rinasce. La natura si risveglia dal sonno freddo dell’inverno e riprende vita in una esplosione di luce, colori e fiori. La lotta tra la primavera che vince sul vecchio inverno, eternamente sconfitto, è simboleggiata da due maschere

comiche che si fronteggiano a colpi di uova colorate. Kechal, il calvo, rappresenta la primavera; il suo antagonista, il barbuto Kyosa, è l’inverno, simboleggiato dalle uova rotte disseminate sul campo di battaglia. La forza vincitrice della natura primaverile accompagna i combattenti di galli, le corse di cavalli e altre competizioni popolari che animano il mese di marzo azero e i giorni che precedono la data dell’equi-

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Chasqui

Mai più

silenzio!

a cura di Pablo Sartori

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enso di aver tutto il diritto di dimenticare. Vorrei ma non posso. Sono state tre le tragedie che hanno segnato per sempre la mia vita. Una più devastante dell’altra, ma tutte e tre da conservare come storie da trasmettere alle giovani generazioni di oggi. La prima si chiama “fascismo” e le sue leggi razziali contro gli ebrei. Quando avevo appena undici anni, io e la mia famiglia di ebrei italiani fummo costretti a fuggire in Argentina

perché il regime fascista ci aveva tolto ogni diritto. Per noi niente scuola, niente lavoro né assistenza sanitaria, nemmeno la possibilità di pensare, parlare e credere in libertà. La seconda tragedia è quella che ha colpito mio nonno Ettore e con lui migliaia di ebrei italiani. È stato l’olocausto (shoah) organizzato dai nazisti, che prevedeva la deportazione e lo sterminio nel campo di concentramento di Auschwitz. Nonno Ettore, unico della famiglia rimasto in Italia, partì in un vagone bestiame dal binario 21 della stazione di Milano il 30 gennaio 1944. Destinazione

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