Ci autotassiamo per difenderci

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Quattro colonne

I guardiani del focolare

70% regime libero Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P.

Periodico del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento di Giornalismo Radiotelevisivo

A San Vetturino da quindici anni i cittadini si tassano per difendersi dai numerosi furti

– ANNO XXIV n° 12 30 novembre 2015 –

AUT.DR/CBPA/CENTRO1 – VALIDA DAL 27/04/07

SGRT Notizie

Droga e violenza su donne: Storie: un uomo perde tutto Quidditch: lo sport di Harry viaggio nella realtà umbra dopo la separazione Potter arriva a Perugia pagg. 4-7

pagg. 8-9

pagg. 12-13


Attualità

«Ci autotassiamo per difenderci» A San Vetturino lo fanno dal 2000 e a Montebello pensano di imitarli di Ruben Kahlun

S

an Vetturino, periferia nord-est di Perugia. Una delle zone più pregiate della città, tra la via Settevalli e la via Marscianese. Il centro è a pochi passi e l’affaccio verde guarda verso Assisi. Entrare qui tra strade strette e villette a schiera adornate da grandi spazi alberati dà una sensazione strana. Da una parte, il paradiso deserto del paesaggio bucolico, dall’altra il silenzio sordo della calma. Una tranquillità che attira da tempo i topi d’appartamento. Tanti i raid in questa zona, fino a 23 furti in 20 giorni come nello scorso mese di luglio. Fino alla fine degli anni Novanta, questa era una zona di case isolate ma dal 2000, con la prima lottizzazione, cominciò ad essere abitata. Nacque inizialmente come un piccolo complesso con cinquanta villette. Già allora, i primi furti di cantiere fecero capire ai malintenzionati che la zona poteva essere un ottimo terreno di caccia per le loro scorribande notturne. Scelsero di abitare qui professionisti in attività o in pensione: persone abbienti che dopo una vita di lavoro avevano deciso di investire i propri guadagni su una nuova abitazione di lusso. Gerardo Canzio, direttore di banca in pensione, è il responsabile del servizio di vigilanza. Abita qui dal 2000 e da allora è riuscito a coinvolgere 139 delle

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250 famiglie residenti ad iscriversi all’Associazione per la vigilanza dell’area S. Vetturino. Ogni famiglia si autotassa, (400 euro la spesa annuale, 50mila euro il costo complessivo del servizio) per un servizio di vigilanza privata che assicuri la protezione delle guardie giurate a orari concordati. Un’idea di sicurezza partecipata che racconta Canzio – «ci ha fatto diventare un punto di riferimento per le associazioni di quartiere delle altre zone. In molti ci

50mila euro all’anno (400 a famiglia). Questo il costo complessivo del servizio di vigilanza privata hanno chiesto lo statuto poiché è migliorata la percezione della sicurezza data da questo servizio, anche se, purtroppo, è peggiorata e di molto la situazione del quartiere. Ora che si avvicina il Natale, pensiamo a rinforzare i turni di sorveglianza negli orari diurni. Un’aggiunta che costerà alle famiglie tra i 1.200 e i 1.300 euro». «Tutto ciò – prosegue Canzio – spesso non basta. Nella notte del 28 luglio ho subito anche io un tentativo di furto, me ne

sono accorto e il mattino seguente con le telecamere ho rivissuto quei momenti». Canzio ammette infatti di aver speso «oltre 7mila euro tra telecamere di videosorveglianza, cancelli e sistemi di allarme di ultima generazione. Ho sostituito l’impianto di illuminazione esterno con uno al led e verso le 7 di sera accendo tutto per sentirmi più al sicuro. Controllo, infine, che le guardie giurate stiano sul posto di lavoro attraverso apparecchiature satellitari. Col senno di poi, mi sono pentito di aver scelto di abitare qui». «Qui la sera non si dorme più, il suono degli allarmi è una musica che conosciamo fin troppo bene». Così Nello, grandi baffi bianchi. Arriva poi Mario, sessantenne, si ferma con la macchina per parlare con Canzio. Già caporeparto alla Fiat, ha deciso come altri di autotassarsi e si sfoga: «Qui non mi sento più tranquillo». Ancora Canzio: «In questa zona, diverse persone praticano la caccia per sport. Alcuni di loro hanno le armi in teche blindate e ammettono che le adopererebbero se notassero presenze strane in casa, anche se solo per allontanare con degli spari in aria i ladri». Luca Magrini è una guardia giurata. Lavora per l’istituto di vigilanza che da cinque anni si occupa di garantire il servizio in zona. Ricorda i caldissimi mesi


Attualità Così a Perugia

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Sopra, un cancello di una villa all’inizio della strada comunale San Vetturino Nella pagina accanto, guardie giurate con Gerardo Canzio, responsabile del servizio di vigilanza

estivi con decine di furti in pochi giorni. «Durante i servizi di pattugliamento percepivamo chiaramente il terrore degli abitanti». Lo incalza Maria Cristina che lavora nella centrale operativa dell’istituto: «I cittadini chiamavano con la voce tremante». C’è chi si sente insicuro come Simona, una bella signora che vive qui da dodici anni. Racconta di vivere «una situazione di angoscia, non ci sentiamo più liberi in casa e aspetto ogni sera che la guardia giurata mi accompagni fin sotto casa. Sono madre di due figli e sono tante le raccomandazioni che faccio a loro ogni giorno prima di uscire». Da mesi i residenti di San Vetturino scrivono al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ed al questore, Carmelo Gugliotta, chiedendo di intensificare i servizi di controllo in questo territorio e sono riusciti all’inizio di novembre ad avere un incontro con il sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci. Ci allontaniamo di un paio di chilometri verso est, verso la frazione di Montebello. Qui i villoni lasciano il posto a case bifamiliari ma la situazione non cambia; anzi, se possibile, si esaspera e c’è chi pensa di copiare la situazione di San

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Furti contro ignoti e reati contro il patrimonio denunciati nella Provincia di Perugia nel 2013 (fonte Corte di Appello di Perugia)

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Furti in casa nella Provincia di Perugia nel 2013 (fonte Istat)

Vetturino e assicurarsi un servizio di vigilanza privata. La signora Gilda aspetta l’autobus con due grandi buste della spesa in mano e si dice preoccupata: «Abbiamo tutti paura, i ladri entrano in casa e se non si sta attenti, magari ti rompono qualcosa in testa». Diego è il barista del borgo ed è pessimista: «Ho già subito due furti nel locale e a casa sto investendo per un sistema di allarme nuovo». Intanto entra nel locale un avventore fin troppo vivace e spavaldo, che fa uscire una cartuccia da caccia dalla tasca della giacca ed esclama: «Una notte mi sono svegliato con il rumore di 5 pattuglie di carabinieri e polizia. Devono provare ad entrare in casa mia che li butto giù».

iù furti e meno denunce. I dati relativi alla provincia di Perugia della Corte di Appello e dell’Istat parlano chiaro. Nel periodo tra il primo luglio 2013 e il 30 giugno 2014 sono state ben 11.368 le denunce per furti contro ignoti mentre ammontano a 2.237 i reati contro il patrimonio iscritti nel registro delle notizie di reato. Nello stesso periodo dell’anno precedente vi erano state più denunce: 12.297 nei confronti di ignoti per furti e 2.542 per i reati contro il patrimonio. Un dato che contrasta con i dati Istat sui furti in abitazione. Se in Umbria tra il 2010 e il 2013 ne sono stati commessi 14.959, nella provincia di Perugia nel 2013, l’ultimo anno analizzato, ha visto un picco di furti in casa: 3.672. Un dato in forte aumento rispetto al 2012 quando erano stati calcolati 2.714 episodi, al 2011 (2.497) e al 2010 (2.117). Da questi dati emergerebbe dunque una questione. Si denuncia meno perché la cittadinanza perugina crede che i colpevoli non vengano assicurati alla giustizia?

Così in Italia

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econdo il rapporto “Noi Italia 2015” dell’Istat, i furti in abitazione sono raddoppiati in quattro anni; gli scippi non crescono ulteriormente, ma sono il 40 per cento in più rispetto al 2010. Ancora più evidente l’aumento dei furti in abitazione, cresciuti del 5,9 per cento rispetto al 2012 e del 48,6 per cento rispetto al 2010. Nel corso del 2013 sono stati denunciati dalle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria 1.554.777 furti, pari a 2.581,2 eventi per 100 mila abitanti. L’evoluzione storica dei furti ha un trend crescente fra il 1985 e il 1991, anno in cui si registrano 2.998,8 furti per 100 mila abitanti, a cui seguono più inversioni di tendenza. Anche tra il 2012 e il 2013 continua la crescita di questo delitto, (+2,2 per cento calcolato sui valori assoluti), che è di gran lunga il più comune: costituisce infatti nel 2013 il 53,8 per cento del totale dei delitti. Negli ultimi quattro anni i furti denunciati hanno fatto registrare un incremento del 17,3 per cento. Alcune tipologie di furto, tra quelle rilevate in dettaglio, sono cresciute ancora più rapidamente: è il caso dei furti con strappo (scippi), che erano fortemente diminuiti nell’arco di circa un ventennio e la cui crescita si è interrotta nel 2013, ma che sono aumentati del 40,5 per cento rispetto al 2010. In Italia nel 2012 sono stati denunciati 398,6 furti in abitazione per 100 mila abitanti, dato che pone il nostro Paese al sesto posto nella graduatoria dei Paesi europei, nettamente al di sopra della media calcolata sulla totalità dei 28 Stati membri (286,3 per 100 mila abitanti), mentre due anni prima vi era solo una lieve differenza a sfavore dell’Italia. Il gruppo di cinque Paesi che precede l’Italia, con livelli compresi tra i 792,5 e i 606,9 furti per 100 mila abitanti, comprende in ordine decrescente: Grecia, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Irlanda. 30 novembre 2015 | 3


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