L'Aida Preview

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Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Vanessa Nascimbene Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino, Leonardo Favia e Andrea Petronio

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. L'Aida è © 2020 Sergio Gerasi. Per l’edizione italiana: © 2020 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-516-1 PRIMA EDIZIONE


Colori di

Valeria Brevigliero e Sergio Gerasi



Gli uomini…

Uomini che quando arriva il primo caldo perdono ogni freno inibitorio…

E non si accorgono che dai 35 in su il fisico non regge più e continuano una malsana abitudine adolescenziale…

Indossare le t-shirt!

Strette, magari. Questo rivela che gran parte degli uomini sopra i 35 ha più tette di me, l’hai notato, Aida?

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E tra l’altro sono di tutti i tipi, proprio come per le donne.

La tetta mascherata (quella che se non sei attenta sembra un bel pettorale sodo, tipica dei finti magri)

La tettina congenita (quella che anche da piccolo si vede che non avrai mai un vero pettorale)

La tetta del panzerotto (quella che sei un bel pugliese figo, capello lungo, spalle larghe‌ ma troppi panzerotti, tesoro mio)

E per finire, la tetta che invidio (tipo Bob di Fight Club, per intenderci)

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La tetta da palestrato (quella che nonostante gli sforzi e il bilanciere, vince comunque la forza di gravitĂ )

Ecco fatto.


"Lo zero assoluto"? Quello era nei cavalieri dello zodiaco.

Stavi cercando lo zero assoluto della disperazione umana? Ti ho risolto la tesi, bitch.

La mia tesi si intitola "il grado zero della disperazione umana nell’era digitale" ovvero il tentativo di fotografare il punto più basso delle nostre vite distorte dalla modernità.

Seee see ho capito, Aida. Smollati un po’, eh…

OMMIODDDIO, guarda che gnocco quello! Avantissimo! Che sei, baby? New Normal? Lagomers? Tardo hipster?

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Simpaticissima. Non mi potrai mai usare per la tua tesi, sister. Io sono la Ludo, una figa per definizione.

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Dove sei, Aid a? PerchĂŠ non m rispondi al i telefono?

Dove sei scemo? Mi sento sola. Dove sei scemo? Mi sento sola.

Non sia mai che il mio amore si senta sola! Sono a casa, come sempre. Vieni subito da me, è un ordine. Anche perchÊ io non mi posso muovere.

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Ommiodddio, Tancredi! Ma che cavolo hai combinato?

Io? Io no, niente. Sono andato a fare la spesa…

Cos’è, il plotone di donne di servizio sono tutte a casa malate? Comprese le sostitute?

Tu? Tu saresti andato a fare la spesa? Perché scusa dovresti iniziare questa faticosissima attività alla tenera età di vent’anni?

Boh. E che ne so. Sono stato chiuso in stanza tre giorni filati per una full-immersion di Blue is the new Orange e quando sono uscito non c’era nessuno.

Cioè dovevi cucinare…

Avevo fame ma nel frigo c’erano solo cose da assemblare, mischiare, modificare…

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Oh, be’. Diciamo che volevo dare una scossa alla mia vita. Un brivido, un’esperienza nuova… insomma, non ci crederai, ma sono uscito a-fare-la-spesa.

Chiama questa cosa come vuoi, amore: ispirazione, trasgressione, incoscienza…

Sconfinata noia depressiva di un ricco viziato?

Io la chiamo "coraggio".

Ma proprio Andromeda? A proposito, Tancredi, ti sei messo il rossetto?

Non provare a cambiare discorso, amore. Comunque sì, certo che ho messo il rossetto! Quando esco devo essere presentabile, no?

Insomma, l’apocalisse, amore. Non ci crederai… l’apocalisse zombi.

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Mi son sentito come fossi dentro The walking dead‌

Oppure come ne Le Iene, hai presente?

La migliore è stata una chiara citazione da The Hostel.

Bellissimo, amore. Un’esperienza unica. Dovresti provare.

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Mmm…

Insomma, una volta tanto che esci di casa, ti rompi un piede…

Per la precisione si tratta di lesione al tendine calcaneale, lussazione divergente del gomito sinistro e trauma cranico moderato.

Vorrà dire che adesso ho una scusa per spararmi gli after di Zombie alive again. Non mi potrai più rompere le scatole con ‘sta storia di uscire all’aria aperta, giusto?

Là fuori è pericoloso, baby, dai retta a me.

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Chissà cos’è questa strana sensazione…

Che da qualche mese mi assale un attimo prima di rientrare in casa. Come buttarsi dentro lo stomaco di un gigante, che poi ti spreme, ti opprime, ti schiaccia.

Come se i muri fossero costruiti direttamente sulla tua carne.

Quella strana sensazione di non volerci mai più rientrare.

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Dove sei stata? Sei andata dal tuo relatore?

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Aida, guarda che stasera non è serata!

Anzi, sai che ti dico? Io esco con le amiche.

Ecco, brava, tanto per cambiare.

Ma‌ hai un bel coraggio, signorina! Io mi faccio un culo quadrato per tirare avanti.

Non siamo indigenti, mamma, se non te ne sei accorta.

Ah, certo che non lo siamo! Proprio perchĂŠ io mi faccio un mazzo tanto, cara mia!

Bene! Buona serata, allora.

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