Basilicò Preview

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Giulio Macaione


Lettering e impaginazione Cosimo Torsoli Calligrafia delle ricette Officine Bolzoni Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino e Leonardo Favia

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Basilicò è © 2016 Giulio Macaione Per l’edizione italiana: © 2016 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-665-3

PRIMA EDIZIONE


“Chissà se il buon Dio perdonerà il silenzio Chissà se il buon Dio perdonerà Palermo” Carmen Consoli, Esercito silente

A mia madre e a Palermo.



Ho sempre pensato di scrivere un libro di ricette. Per anni ho accumulato appunti, in attesa del giorno in cui finalmente mi sarei dedicata alla scrittura.

Be’, a questo punto, dubito che inizierò mai...

Oggi i miei parenti sono tutti riuniti dopo... Quanto? Saranno almeno dieci anni.

L’ultima volta, per altro, il dessert è finito in disastro e per poco non si è arrivati alle mani.

I miei figli hanno le loro vite, i loro impegni, e sono sempre troppo presi da altro per onorarmi di un pranzo tutti insieme.

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Ma oggi nessun litigio, nessuna promozione, nessun guaio, nessun annuncio, nessun fidanzamento, nessuna rottura, nessuna assunzione o licenziamento, malattia o rivelazione possono rubarmi la scena.

Ebbene sì: oggi è il giorno della mia morte.

Condoglianze.

Guardateli: tutti tristi e dispiaciuti per la mia scomparsa... Se solo mi avessero degnata di una telefonata ogni tanto...

Mi dispiace così tanto, cara...

è davvero una grave perdita.

Munzignaru... Si sente solo sollevato all’idea di non restituirmi i duemila euro che mi deve da anni.

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Ma lasciate che vi presenti i miei figli...

Lui è Giovanni, mio figlio maggiore, insegnante di liceo. è un caro ragazzo ma, mischino, certe volte è talmente buono da sembrare scemo.

Sua moglie Anna è quella smorfiosa secca secca. Gli ho sempre detto che non era la donna per lui, ma secondo me gli pareva brutto lasciarla. Agata, la mia seconda figlia. Si crede un’artista, anche se non è mai riuscita a vendere un quadro ed è finita a lavorare in un call center per mantenersi.

Io poi 'sti quadri astratti non li capisco, facesse almeno dei bei paesaggi... Diego Maria. La Vergine mi perdonerà per avergli dato il suo nome. E poi lui non lo usa mai. Il fatto che sia una checca è l’ultimo dei suoi problemi.

Passa da un fidanzato all’altro, ma mica è fesso: trova solo uomini ricchi, così campa a sbafo non facendo assolutamente nulla se non innamorarsi, farsi mollare e piangere fino a trovare un nuovo allocco.

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Rosalia, la Santuzza* l’ha fatta così bella. Ha sempre avuto un carisma irresistibile e anche se una madre non dovrebbe mai ammetterlo... Be’, a voi posso dirlo: è la mia preferita.

è un’infermiera e, come da copione, ha da poco sposato un medico... Antonio, chirurgo. Alla mia amica Giusy ancora le rode. Mio figlio minore, Santo. Quanto l’ho voluto, anche se non ero più così giovane...

Il Signore me l’ha voluto mandare per consolarmi.

Peccato che ultimamente non l’abbia visto quasi più. Studia giornalismo e viaggia continuamente, parla non so quante lingue e ha fidanzate sparse per il mondo.

Ma tanto ancora è giovane per sistemarsi. Al giorno d’oggi i ragazzi devono fare esperienza.

Ho cresciuto da sola i miei ragazzi e, tutto sommato, magari con qualche eccezione, credo di aver fatto un buon lavoro.

Vi starete chiedendo dove sia mio marito... Pietro ci ha lasciati ormai più di vent’anni fa. *Santuzza: Santa Rosalia, protettrice di Palermo

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Ho trasmesso loro il valore della famiglia, nonostante tutto. Sono stata una madre severa, ma sono riuscita a farmi volere bene. Il segreto? La mia cucina, ovviamente. Li ho sempre presi per la gola. Il segreto della mia cucina? Il mio basilico.


1969



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Volevo salutarla, Madre Superiora…

Alla fine hai deciso di lasciarci…

Mi avete accolta come una figlia quando ero solo una poveretta figlia di fruttivendoli… Mi avete dato un’educazione da persona rispettabile.

Sì… Vi ringrazio per quello che avete fatto per me…

Gesù è nato in una stalla… L’umiltà è una dote che il Signore premia, Maria.

Voglio una famiglia tutta mia.

Ho capito che il Signore non vuole i voti, per me… Madre, io sono innamorata! Quest’uomo è meraviglioso e sono sicura che mi farà felice.

Voglio essere madre, crescere ed educare dei bambini e dar loro tutte le cose che io non ho avuto da piccola.

Le vie del Signore sono infinite, mia cara… Evidentemente la tua strada è il matrimonio.

Pietro sarà un padre esemplare e un marito devoto.

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Non dimenticartene.


Dio ti benedica, Maria.


Capitolo 1

Giovanni



Non è che non le voglia bene... è che negli anni ho imparato ad assecondare mia madre, ben sapendo che nessuno dei miei comportamenti e delle mie scelte potrebbe essere approvato dalla sua dolce lingua biforcuta.

Sì, mamma, pranziamo da te domenica, promesso.

Ci sarà anche tua moglie stavolta, vero? Non farti lasciare solo anche questo weekend...

Te l’ho già spiegato... L’ultima volta Anna era a Parigi con sua sorella.

Sempre in giro, quella ragazza! che sia shopping o vacanze...

Sei un insegnante, Giovanni, il tuo stipendio non è poi chissà quale gruzzolo...

Dovresti smetterla di accontentarla in tutto e per tutto.

... Parmigiana, allora?

Anche Anna ha uno stipendio, mamma...

Parmigiana sia.

Sì, che spende puntualmente in un nuovo paio di scarpe...

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Professor Morreale, sono qui!

Salve, prof.

Ciao, Salvo...

Allora, cosa succede?

La tua mail mi ha fatto un po’ preoccupare...

Mi scusi... Non sapevo in che altro modo chiederle di vederci, a scuola è sempre un casino...

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Buongiorno signori, volete ordinare?

Per me nulla, grazie.

Sì, un caffè, per favore. e...

Tranquillo, offro io.

Uno spri... Ehm... Una coca. Grazie.

Allora, dimmi tutto.

No... C’è qualcosa in classe che non va?

Cioè, ecco...

Lei è troppo buono, prof.

E gli altri se ne approfittano. Sparlano anche di lei.

Be’, Salvo...

è uno dei rischi della mia professione...

Non posso star simpatico a tutti i miei studenti. Sì, ma lei è davvero troppo buono... Mi scusi se mi permetto, ma la parola adatta sarebbe “ingenuo”.

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Il suo caffè, signore.

Eccoci qua. Come se la telefonata della mamma non fosse bastata...

E coca per lei.

Tu... Hai voluto vedermi qui per dirmi... questo?

Grazie. Sono tre e cinquanta.

Grazie, Salvo...

... Io ci tengo a lei, prof. Non mi va che la deridano.

Ma fa parte del mio lavoro. Anch’io da ragazzo prendevo in giro i miei insegnanti appena voltavano le spalle.

Stai tranquillo, sono grande e grosso...

Posso difendermi da solo.

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