Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Cosimo Torsoli Supervisione Michele Foschini Proofreading Leonardo Favia e Francesco Savino
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Diciottovoltevirgolatre è © Stefano Simeone Per l’edizione italiana: © 2016 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-586-1 PRIMA EDIZIONE
a Nicoletta
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La prima volta, fu quando nacque.
Dopo tanto tempo, il ricordo aggiunse delle immagini, anche se era davvero difficile che potesse vederne giĂ i contorni.
Tuttavia, probabilmente, sentiva i suoni.
Ne produsse, soprattutto.
Dal primo, piccolo e violento colpetto sprigionò, cosÏ le piaceva immaginare, un ruggito gigantesco, una sinfonia di colori che squarciarono il grigio.
Tutti, perfino il dottore tutto precisino, sussultarono.
Uh?
Non immaginavano certo che una simile potenza potesse provenire da due chili scarsi e un chewing gum morbidi e, per non tralasciare nulla, anche abbastanza viscidi.
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Sbatacchiata da un luogo tanto caldo e chiuso, di cui conosceva i confini e i silenzi, a quell'autentico inferno, lei di calmarsi non voleva saperne.
C'era una scatola con dentro una linea che si muoveva su e giù, dei cilindri e delle cose...
... persone senza bocca né naso che la toccavano, la scrutavano senza gentilezza.
Avrebbe tanto voluto tornarsene dentro.
Nemmeno un sorriso né un “Ehi, benvenuta, ti metteremo a tuo agio” o un “dai, andrà sempre meglio!”
Era possibile?
Ma poi, “dentro” dove?
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Uh, non era male. Nell'acqua.
Mentre delle mani verdi e senza unghie la sciacquavano e asciugavano, sempre senza sorridere, sentì distintamente un suono.
Non capì come mai l'attirasse così tanto. Forse era il tono. Magari la frequenza.
Era una voce stanca e curiosa, allo stesso tempo felicissima e disperata.
Disse la voce.
Poi lo urlò. Poi lo bisbigliò.
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La mamma era un po' brutta, in veritĂ . con i capelli tutti sporchi e gli occhi appannati.
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ciò nonostante, quando la prese in braccio, con mani finalmente rosa e con le unghie, capì che era la cosa più vicina a quel luogo caldo e chiuso dal quale era venuta.
E lì, in quel momento, Francesca si innamorò per la prima volta.
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Sei sicura, Beatigre?
fidati, Francesca, l'avrò fatto un milione di volte.
è per questo che siamo qui!
ma io no!
è davvero un water gigante!
uh, allora dovresti vedere quelli che ci sono da dove vengo io!
il posto delle tigri avventurose?
già!
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non mi piace questo gioco, beatigre. preferisco scalare il vasino della tranquillitĂ .
dai, ci divertiremo! non sei mai salita sul monte water!
lo faccio tutte le volte!
mi trovo bene col vasino!
uhmmm...
se vieni con me, poi ti porto nella terra delle tigri avventurose!
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... no!
guarda che, se vai al vasino della tranquillità, beatigre ci resterà male...
Uff! E allora?
Mia cara, la storia recita diversamente. qui dice: “e la piccola Francesca, bambina molto coraggiosa, scalò il monte water con la sua amica tigre.”
Diglielo!
Oh!
Sai, le tigri sono molto permalose, io le conosco bene. Sono anche delle ottime scalatrici. Insieme, raggiungerete il monte water in un batter d'occhio. Forza, partite!
Non voglio!
Così non va bene, signorina! Resteremo tutti qui finché non salirai!
A tre anni, cinque mesi e una manciata di giorni, Francesca già conosceva un po' di cose...
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1) Gli occhi dolci, se fatti al momento giusto, esasperano l'avversario e ti aprono tutte le porte.
Ohhhh... va bene, tesoro. Però domani niente scuse, d'accordo?
Lo faccio domani, zio Ernesto.
Funziona quasi sempre.
2) Tutte le volte che lo zio Ernesto torna dal mare, va a trovare Francesca e la mamma.
Certo, ma solo una, tra un po' devo andare.
Sì. Mi leggi le altre storie nel lettino?
3) Lo zio Ernesto torna dal mare perché è un marinaio, vive fantastiche avventure. è proprio in una di queste che ha conosciuto la tigre Beatigre!
Uffi! Perché vai sempre via?
Be', sai, tesoro, la mamma non... io... devo partire per un'avventura, stasera.
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4) Lo zio Ernesto è altissimo, si parla di almeno sette metri e mezzo.
A nanna, forza!
Zio Ernesto, poi mi insegni a leggere il quaderno delle storie?
5) Il tonno è un pesce cilindrico che vive in scatole di latta. Ci vuole molto coraggio per catturarlo, e lo zio Ernesto ci riesce sempre.
Ohhh, sei ancora troppo piccola, tesoro. è scritto nel linguaggio segreto dei marinai. lo sai, sono lettere invisibili!
be', lei è una tigre con mille avventure alle spalle, certo, ma non è un marinaio come me, quindi...
beatigre lo sa leggere?
oh... non fa niente, beatigre. c'è già lo zio!
se vuoi posso imparare, Francesca!
6) beatigre non è un felino qualsiasi...
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Lei e Francesca fanno davvero di tutto, insieme: si pettinano...
... prendono un tè...
Che manto scintillante che hai!
Ti ho mai detto che sono una grande esperta di infusi?
... ballano...
Ti ho visto, signorinella!
... e organizzano degli agguati paurosi alla mamma!
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Beatigre era il secondo amore di Francesca. Sarebbero state insieme per sempre, avrebbero ascoltato tantissime avventure raccontate dallo zio Ernesto.
Altrettante ne avrebbero vissute.
Ne era sicura.
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Buonanotte, piccola avventuriera.
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L'arancione era davvero un'ossessione, per Francesca. Ehi! è il mio colore preferito!
Però le stava benissimo!
Mamma, facciamo tardi!
L'hai messo il fiocco? Sì!
Già meglio!
è tardi?
Mezz'ora di ritardo, ed era solo il primo giorno di scuola! Era successo che lo zio Ernesto, la sera precedente, era venuto a casa per leggere le sue storie alla mamma.
Stiamo andando, amore! scusami!
La mamma aveva apprezzato molto i racconti dello zio. O, almeno, così era sembrato a Francesca che aveva sentito diversi “Ohhh, ti prego, continua!” provenire dalla stanza.
Va tutto bene, mamma.
Lo zio Ernesto ne sapeva di storie, ed erano così avvincenti! Per questo motivo Francesca non biasimava la mamma.
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Ma insomma! è questa l'ora di arrivare?
Scusi il ritardo, ieri sera mi hanno... raccontato delle favole e... Oh, in questo caso la capisco, succede sempre anche a me!
Accompagno subito sua figlia in classe! Terza elementare, giusto?
No, Francesca va in prima! Tesoro, mi raccomando, stai curva.
... sĂŹ, mamma...
Francesca era alta, per la sua etĂ ...
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Non che fosse esattamente un punto di cui vantarsi...
Sai già in che sezione sei?
Sì, la “a”!
Le dimensioni ridotte creano complicità, quando hai sei anni.
Oh, perfetto! è la migliore! Ma non dire che te l'ho detto, eh!
L'aula è qui in fondo, vieni!
Stai curva, Francesca!
Ci provo!
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I tuoi compagni sono giĂ arrivati da un po'. Aspettami qui!
Uh, dev'essere... vediamo... Francesca! Manca solo lei!
Maestra, mi scusi, è arrivata una bambina. Un po' in ritardo, ma sua madre aveva un'ottima scusa.
In bocca al lupo!
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Bambini, è arrivata una vostra compagna. Di' il tuo nome, forza!
A Francesca quel bambino stette subito antipatico.
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Francesca.
Quando Francesca vide quel bambino davvero bassino, che, come un giovane Napoleone circondato dai suoi generali, declamava pomposo l'alfabeto, ebbe conferma della teoria nota come “a sei anni, piccolo è meglio”.
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Simone, dal canto suo, si innamorò perdutamente.
Per tutta la vita, ne era convinto.
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Francesca, al contrario, passò oltre. Lo zio Ernesto conosceva il linguaggio segreto dei marinai!
In confronto, un mocciosetto che sapeva le lettere fino alla “effe” non era granché!
E poi, nello zaino, aveva nascosto Beatigre. Erano amiche per sempre, non avrebbe mai potuto lasciarla sola a casa! Leggi ancora! Dai, leggi, Simone!
Giammai!
Dai!
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Infatti!
C'era poco spazio nello zaino, scusa! però una tigre avventuriera come te ci sarà abituata!
Ciao, io sono Martina.
Aspettami qui!
Okay !
Lei e Martina sarebbero state amiche per sempre, ne era convinta.
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Beatigre restò lì, in balia della marea.
Francesca, più tardi, l'avrebbe data allo zio Ernesto, con disinteresse. Lui l'avrebbe portata lontano...
... dall'altra parte del mare, dove vivono le tigri.
Beatigre sì che era un felino avventuriero!
E grande esperto di infusi!
Ovvio!
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