Traduzione Anna Patrucco Becchi Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Cosimo Torsoli Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino e Andrea Petronio
La traduzione è stata realizzata nella Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera durante un soggiorno di un mese sovvenzionato da una borsa di studio per traduttori della Robert Bosch Stiftung.
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Der Boxer - Die wahre Geschichte des Hertzko Haft Copyright text and illustrations © 2012 by CARLSEN Verlag GmbH, Hamburg, Germany First published in Germany under the title DER BOXER - Die wahre Geschichte des Hertzko Haft Based on the book “Harry Haft. Ausschwitz Survivor, Challenger of Rocky Marciano” by Alan Scott Haft All rights reserved This book was negotiated through the agent Anna Becchi. Per l’edizione italiana: © 2014 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-260-0
Miami, settembre 1963
Niente musica adesso!
Mio padre non ammetteva di essere contraddetto quando diceva qualcosa.
... ma papĂ aveva insistito perchĂŠ lo accompagnassi.
Avrei preferito andare con i miei fratelli in piscina...
3
Non era il tipo di padre che giocava a baseball con il Figlio e sovente era irascibile.
Spesso avevo paura di lui. Per me era l’uomo piÚ forte del mondo, non a caso un tempo era stato pugile.
Mia mamma cercava di giustiFicare le sue esplosioni di rabbia con il suo passato spaventoso.
Io non volevo sentirne parlare.
Il presente era giĂ abbastanza brutto.
HH...
Ăˆ stato un bene che tu sia venuto con me.
Un giorno ti racconterò tutto.
5
Belchatow, Polonia, 1939
7
Perché devo essere sempre io a passare il conFine e voi mai?
Perché sei il più piccolo.
Lascialo stare, Aria, sta arrivando la Figlia di Meir. Porta la sua merce.
E ora non perder tempo, Hertzko!
Stavate già aspettando...?
Hai qualcosa in contrario?
E io dovrei passare il conFine con questo tonto?
Andrà anche mio fratello: ha le stoffe di mio padre.
Cammina come tutti gli altri.
È ritardato...
O te la fai sotto?
N... no.
E va bene, può venire.
8
Dobbiamo scendere giù al Fiume e poi proseguire sempre verso est.
D’accordo, Hertzko.
Parla piano, idiota, o vuoi che i tedeschi ci prendano?
Avevo 14 anni quando nell’ottobre del ‘39 i tedeschi invasero Belchatow.
La Polonia fu divisa allora in una zona occupata e nel cosiddetto Governatorato Generale. Il conFine passava vicinissimo a noi.
I cittadini di origine tedesca diedero il benvenuto agli invasori. Noi li guardavamo terrorizzati marciare per le strade.
La vita nella nostra cittadina cambiò di colpo.
Soprattutto per noi ebrei.
Noi Haft eravamo tutt’altro che benestanti.
Mio padre vendeva frutta e verdura al mercato e faticava parecchio per mantenerci. Lui e mia madre erano una strana coppia. Io ero l’ultimo di otto fratelli.
Un giorno mio padre s’ammalò di tifo e prima di morire chiamò al suo capezzale Aria, il maggiore dei miei fratelli. Aria, adesso dovrai fare tu da padre ai miei Figli...
Poco dopo la nostra famiglia si disgregò. Le mie sorelle andarono a stare a Lodz e con mia madre restammo soltanto io, Aria e Peretz.
Ognuno doveva fare la sua parte. Avevo cinque anni quando mi fu dato il primo incarico. Dovevo portare a macellare le oche al mercato.
Non pensavo al fatto che le oche venissero uccise, ma soltanto ai panini caldi che potevo comprare per noi con i soldi guadagnati.
Chi di voi mi sa dire da chi è stato ucciso Nostro Signore Gesù Cristo...?
Già a scuola imparammo che cristiani ed ebrei non erano uguali.
T’insegno io a dormire a lezione, giudeo scansafatiche!
Non andai a scuola tanto quanto gli altri bambini...
Sei un buono a nulla!
Ma volevo soltanto...
MALEDIZIONE!!!
Però ho promesso a nostro padre di portarti sulla retta via...
No, Aria, smettila!!
Da quel momento non ebbi più alternativa: o lavoravo o prendevo botte.
Dall’altra parte se la passano ancora peggio di noi. Possiamo vendergli roba da mangiare. Ci stanno anche Meir Pablanski e i suoi.
Oh, non ti basta che la famiglia sia divisa, adesso vuoi metterci anche tutti in pericolo?
Io ci sto!
Guardati in giro mamma, non c’è lavoro e non ci sono soldi!
Anch’io!
A noi ebrei era proibito tutto. In qualsiasi momento potevamo essere chiamati al lavoro coatto. Non ci era permesso viaggiare e c’era il coprifuoco. Alla Fine i tedeschi ci ammassarono tutti in un ghetto.
Ora facevamo parte del Reich tedesco. Quei poveracci che vivevano nel Governatorato Generale, un paio di chilometri a est da noi, stavano decisamente peggio. Grazie al contrabbando noi almeno avevamo abbastanza da mangiare.
CORRI! Il conFine dev’essere qui.
ALTOLÀ! FERMATEVI!
Cos’è successo? Perché siete già qui?
Siamo incappati in una pattuglia!
Come ti chiami?
È ferito!
Sei bella...
Sono Leah. Leah Pablanski. Tuo fratello è in affari con mio padre.
... ma anche un po’ stupido.
E tu sei bello coraggioso...