Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Cosimo Torsoli Supervisione Michele Foschini Proofreading Alessia Clapis e Vanessa Nascimbene
Illustrazione di copertina Massimo Carnevale Illustrazione sul dorso Emiliano Mammucari Illustrazione in quarta di copertina Riccardo Burchielli
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. © Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni - Editoriale Aurea Per l’edizione italiana: © 2016 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-670-7 PRIMA EDIZIONE
Lezione di anatomia Quando nel 1981 ad Alan Moore, che fino a quel momento aveva lavorato solamente per il mercato britannico, la DC Comics affidò la serie Swamp Thing, lo scrittore di Northampton era perfettamente consapevole del fatto che le vendite erano così basse che la serie sarebbe stata cancellata dopo qualche mese. Prese le misure con il linguaggio di quella testata in un primo albo senza infamia e senza lode, e poi sfornò la storia che dà il titolo a questa prefazione, unanimemente considerata una delle più belle e importanti storie singole del Fumetto americano moderno. Non aveva niente da perdere, ma voleva fare la cosa migliore di cui era capace. Nel 2003 Bartoli e Recchioni erano più o meno nella stessa situazione. Il rapporto con l'allora Eura Editoriale era tale per cui potevano consegnare gli albi finiti, dopo un'approvazione iniziale delle storyline, quindi la pressione editoriale non era alta. Il mercato dei cosiddetti bonellidi non era precisamente florido, in quel periodo, e la Sergio Bonelli Editore aveva, per volere del titolare, la regola di non corteggiare i bravi autori dell'Eura, per non danneggiare il parco-talenti della Casa editrice romana. Quindi Lorenzo, Roberto e il manipolo di disegnatori che stavano costruendo mese dopo mese (Walter Venturi stava già diventando una colonna portante, Riccardo Burchielli, Andrea Accardi e poco dopo Davide Gianfelice sarebbero diventati altri soliti noti del gruppo di lavoro di John Doe) avevano agio di sperimentare, di osare, arrivando quasi a infrangere la quarta parete, dando al loro protagonista la consapevolezza di essere un personaggio di fantasia. Quello che la prima annata di storie definì fu un personaggio tridimensionale proprio per le falle nella propria corazza emotiva e morale, un guascone con il cuore al posto giusto, impegnato in una missione quanto più lineare era possibile architettare narrativamente, il cui compimento però si prestava a infinite deviazioni, che non avevano mai però il sapore di un riempitivo. In John Doe niente era superfluo, tutto costruiva l'empatia del lettore con l'eroe, regalando allo stesso tempo comprimari memorabili e situazioni che avrebbero fatto la storia del Fumetto italiano moderno. Rileggere quelle storie oggi non è un esercizio di nostalgia consapevole, ma un'occasione di analisi della genesi di un cambiamento, nel modo di sceneggiare fumetto seriale in Italia, che oggi diamo per scontata ma che tredici anni fa era, davvero, una lezione di anatomia della narrazione senza uguali. Michele Foschini
Io conosco JD
john doe numero 5 soggetto e sceneggiatura: Lorenzo Bartoli disegni: Riccardo Burchielli copertina: Massimo Carnevale
Mi dispiace, ragazzi...
... ma il buon vecchio zio Guerra ha un bel pokerone di fanti!
Bene, il piatto ha un padrone...
GiĂš le mani, amico mio... a me il tuo pokerone non basta.
7
Sai, Ciccio?... non basta nemmeno a me.
Ehi, Fame... che cosa vuol dire che a te non basta?
I tuoi Marines sono scarsi anche per me, Guerra. Ma che cavolo dite?! Ho quattro fanti, capite? Quattro fottuti, eroici Marines!
Okay, fenomeni... mi avete circondato... tirate pure le vostre bombe!
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... quattro donne, che faranno impazzire i tuoi poveri fanti!
Ecco qua...
Forza, Pestilenza... tira giù quelle carte e facciamola finita!
Un buon punto, Fame... niente da dire... ma si può fare di più.
Non dovete mettervi contro di me, ragazzi... i giochi sono chiusi.
Quattro Re.
Non toccare quelle fiches!
9
Sono io che decido quando chiudere i giochi.
Scala reale massima... il piatto è mio!
Un momento, Morte...
... non puoi avere un altro Jack, né un’altra Donna...
No, ragazzi... abbiamo giocato sporco... tutti e quattro... e non solo a un tavolo da poker.
... e nemmeno un altro Kappa... se noi abbiamo tre poker! Hai giocato sporco!
E poi io sono il capo... le regole le faccio io.
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Noi non siamo amici, Guerra... siamo soltanto colleghi... Non mi sceglierei mai degli amici come voi...
E va bene... tanto, siamo tra amici...
Sai una cosa, tesoro? Non credo che tu sia una persona in grado di scegliere, in fatto di amicizia...
Dimmi chi mai potrebbe desiderare la tua compagnia... UH?!
Avanti, dimmelo!
Ecco... questo è stato un errore, mia cara.
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Signori... adesso basta! Conoscete le regole alla base di questa partita... la facciamo ogni anno, da un sacco di tempo.
Chi realizza il punto più basso, comincia a raccontare una storia...
Siamo in giro da un bel po’... qualcosa abbiamo visto...
Sì, capo... le regole sono tutto nella vita.
Puoi dirlo forte!
La differenza con gli altri anni è che stavolta le nostre storie avranno un filo conduttore...
Certo... Mille e un modo per uccidere Fame... risulta di vostro gradimento?
No, Pestilenza... l’argomento l’ho già deciso.
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Oggi si parla di John Doe...
Io conosco John Doe... E ci mancherebbe pure che non lo conoscessi! Oltre a essere il nome del nostro ex collaboratore, non è forse anche quello del classico cadavere generico non identificato?
Buona, questa... io, che sono guerra... quanti ne ho visti in Guerra!
Sapete quanti ne ho visti io, di quei John Doe... in Guerra?!
Va’ al sodo, Guerra. La storia...
Già. Non fai ridere nemmeno me, che sono allegra di natura...
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Avete ragione... il fatto è che... sapete... sono sempre stato un esibizionista.
E poi, quando si parla di una determinata regione... e la si definisce teatro di guerra... qualcosa vorrà pur dire, no? AH... AH... AH!
AHI!
Va bene... va bene...
Io conosco John Doe... perché è con me che ha fatto il suo primo giorno di scuola...
“Me lo ricordo come fosse ieri. Era notte... c’era la luna piena...”
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“Morte l’aveva appena assunto e mi aveva detto di metterlo alla prova sul campo...”
E così tu saresti quello che si occupa del settore guerra.
No, caro giovanotto...
Io sono la guerra, in tutte le sue manifestazioni.
Sono il clangore della spada, il tonfo sordo dell’obice, la risata convulsa del mitra...
Sono l’ananas che dilania, il filo spinato che strappa tessuti e pezzi di carne viva...
E mi sembri pure abbastanza logorroico... ma, del resto, anche la noia può uccidere.
E dimmi, Guerra... che diavolo mi hai portato a fare in questo posto?
Uh?!
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In questo posto, ragazzo blasfemo e poco preparato, durante la Prima Guerra Mondiale fu combattuta la Battaglia della Somme. Ti dice niente?
Poco... Mi dispiace...
Oltre un milione di morti in pochi giorni... roba da brividi, ragazzo!
è stato il mio capolavoro. Davvero! Da brividi...
Una volta sĂŹ che le guerre erano guerre!... Morivano soldati a milioni... cadevano come mosche!
non certo come adesso! In un anno di guerra, può capitare che muoiano soltanto cinque Marines... e duecentomila civili!
Guarda davanti a te, John Doe...
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Guarda e ammira... Questo è lo spettacolo della Storia!
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Niente paura... questa è un’esercitazione non interattiva... preparata per noi da Tempo... non può succederti niente...
Se permetti, non mi sento tranquillo lo stesso. Be’... fa’ un po’ come credi. Adesso veniamo al sodo.
Quindi ti toccherà dimostrare al sottoscritto quello che vali... te la senti?
Morte dice che sei uno in gamba... e che potresti rimanere a capo della Trapassati Inc. per chissà quanti anni... e quindi...
Ho forse un’altra scelta?
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Dunque... il tuo predecessore, pace all’anima sua, ha messo su un piano senza precedenti per organizzare tutti questi decessi...
Certo che no... andiamo a incominciare...
No. questo no... ma tu devi essere pronto a farlo... a saperlo organizzare... seppure a livello puramente teorico...
Vuoi dire che avete fatto morire piĂš persone di quante fossero necessarie?
Il tuo compito in classe è il seguente... Come avresti organizzato la Battaglia della Somme, in modo da far rimanere ucciso il maggior numero possibile di soldati? Studia, ragazzo... studia...
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Ehm... non potrei andare a studiare in un posto piĂš tranquillo?
Non se ne parla nemmeno...
E dimmi... quanto tempo ho?
Tutto quello che vuoi...
Non si dice sempre che l’esperienza va acquisita sul campo? Ough!
Possiamo organizzare una stasi temporale controllata... oppure puoi scegliere di muoverti avanti e indietro nel tempo... vedi tu...
E come faccio? Vorrei ricordarti che io non ho alcun potere... E non venirmi a dire che il Tempo è una convenzione umana.
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No, John...
Tempo è molto piÚ di questo...
Ti presento Tempo, John Doe...
E non dirmi che non ti voglio bene.
Piacere, John.
P-piacere m-mio... glub!
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“E così li lasciai soli per un po’...
“Anzi, diciamo che li lasciai soli... e basta. Tempo ha dilatato quel po’ a suo piacimento... e secondo le richieste del nostro brillante scolaro...
“E il ragazzo ha studiato... niente da dire...”
Perché non ti prendi una pausa?
Uh? Tempo! Ma come ti sei vestita?
Crocerossina Justine Time... dovevo pur fare qualcosa mentre tu perdevi la vista su quei libri!
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Crocerossina Justine Time... just in time... appena in tempo... divertente!
Certo che è divertente! E conosco anche un sacco di barzellette. Il fatto è che me le scordo l’istante dopo che me le raccontano...
Vieni, andiamo a farci un cognac a Parigi...
Vestiti così?
I vestiti non sono un problema, dammi retta...
Fantastico... e nemmeno l’orario di chiusura dei bistrot, vero?
Ah! Ah! Buona, questa... Peccato che tra un istante non me la ricorderò più.
“Quel ragazzo... era in gamba. Sapeva come prendere Tempo.”
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Vai pure, ragazzo... ti sei meritato una licenza premio.
“Naturalmente, non li abbiamo persi di vista nemmeno un istante. John Doe era sotto esame sempre e comunque.”
Alla salute, Justine!
Cin-cin, John Doe!
“Un vincente... Forse Morte aveva visto giusto.”
“I miei osservatori mi hanno riferito che il ragazzo era rilassato, brillante e controllato.
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“Amore e Morte.
“Ne hanno cantato gli antichi Greci, i Persiani, gli aedi medievali.
“Il connubio perfetto.
“La voce di Ossian scoperchiò le tombe. “John Doe e Tempo aggiunsero il ritmo sincopato dei loro sospiri ai rumori devastanti di quella notte d’estate.”
Dimmi che è tutto vero... che sta accadendo realmente.
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Vuoi veramente saperlo?
No...
“Poi accadde qualcosa.” Uh?
“Qualcosa che ho ricostruito in seguito, parlando con John.”
Ehi!... Dove siamo? Dov’è finita la Somme? E la guerra, i soldati?
Tranquillo, John. Sei al sicuro.
Vieni.
Sei fuori dal flusso del Tempo Cronologico. Sei oltre. E sei con me.
Andiamo a casa.
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