Traduzione Michele Foschini Lettering e impaginazione Vanessa Nascimbene con Officine Bolzoni Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino e Alessia Clapis http://realistcomics.blogspot.fr
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: KO à Tel Aviv 3 © Steinkis, 2016 All rights reserved. Per l’edizione italiana: © 2016 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-720-9 PRIMA EDIZIONE
PER anna
Scale mobili
Una faccenda
COMPLESSA
Papà?
Cosa?
Di cosa è fatto il nulla?
Eh, be’... è fatto di... cioè...
è fatto di niente.
Allora non è veramente nulla, giusto?
Come sarebbe?
Se è fatto di qualcosa, come potrebbe essere niente?
Non ti dimenticare la domanda, tesoro, vado a mettere del ghiaccio a tua sorella...
Più tardi.
Vediamo, allora, n-i-e-n-t-e...
Lo spazio vuoto è un calderone di particelle virtuali che nascono e si estinguono in un lasso di tempo tanto breve da non poter essere misurato.
hmmm... “Universe from nothing”. Sembra interessante. Potrebbe essere quel che cerco.
Ogni atomo del vostro corpo origina da una stella esplosa... siete fatti di polvere di stelle.
è molto poetico, ma ancora non capisco di cosa sia fatto il niente.
Magari questo. è molto profondo, ma ancora non comprendo.
L’errore commesso al principio è stato di considerare i solidi e lo spazio come entità differenti, invece di vederli come aspetti della stessa cosa.
<suoneria di cellulare>
ciao, tesoro, che cosa succede?
dove sei? Che cosa fai?
sono allo studio, non facevo niente. PerchĂŠ?
lâ&#x20AC;&#x2122;esercito ha richiamato migliaia di riservisti... hanno lanciato missili su ashdod e ascalona... dicono che stasera alle venti potrebbe esserci un attacco su tel aviv.
oh, no...
siamo pronti.
Alle venti.
Papà, ho paura.
Non c’è niente da temere. Quando sentiamo la sirena, andiamo di sotto, al riparo, come ci siamo detti. Andrà tutto bene e non ci succederà nulla.
Come fai a saperlo?
perché l’esercito ha dei missili che possono distruggere i missili cattivi puntati su di noi.
Perché dobbiamo scendere nel rifugio, allora?
Tesoro, è solo per...
Lo so. Sono anche andato a cercare su internet.
più tardi, quella sera.
Dev’essere caduto molto vicino.
Avevi promesso di dirmi di cosa è fatto il niente.
credi che possiamo tornare di sopra?
E l’hai trovato? aspettiamo ancora dieci minuti.
è un termine di relazione...
è una faccenda complessa che ha parecchie risposte. Dipende da a chi lo chiedi.
Come un cugino? Io lo chiedo a te. va bene... il niente non è composto da qualcosa. È un’idea che ci aiuta a capire cosa significa avere qualcosa. esatto. Il “niente” è un cugino di “qualcosa”. Sono idee opposte che hanno bisogno l’una dell’altra per avere senso.
Continuo a non capire.
domani lo chiamiamo, che ne dici?
Credi che mio cugino Jonathan sia sceso al rifugio come noi? Sì, certo.
Buonanotte, papà.
tutto a posto. Non capisce precisamente cosa succede, e forse non è un male.
come sta?
hanno detto dove è caduto il missile?
no, ma una mia amica ha sentito dire che è finito sulla via ben yehuda.
davvero? È a due passi da casa... mi domando se qualcuno...
<suoneria di cellulare>
Ciao, papà.
State tutti bene?
sì, siamo scesi al rifugio, durante l’attacco.
i bambini stanno bene?
sì.
notizie flash attacco a gaza
non è successo niente.
Smarrito Non trovo più la bussola che mi ha regalato il nonno...
Papà...
Dove potrebbe essere?
Ho già guardato in tutti i cassetti.
Sto guardando il notiziario. Domani la cerchiamo.
Non adesso, sono occupato. ci arrendiamo? In fondo, non è che una vecchia bussola. Non so neanche se funzionava più...
Ma lo guardi sempre, il notiziario! però, sai, non ci serve nemmeno, la bussola, per sapere dov’è il nord...
ho un’idea! Ti scarico un’applicazione che fa da bussola!
No! Ne voglio una vera!
Ah, no? Sì, funziona, lo dici apposta.
Basta guardare il cielo. La stella più lucente indica il nord.
sì, be’, è una notte senza stelle.
Schifo. Dai, va’ a nanna.
Ecco, guarda lassù...
Fa’ vedere!
Non vedo niente.
60 chilometri
Attenti allo spoiler
Watchmen è il miglior fumetto che io abbia mai letto. La prima volta è stata a diciassette anni e lo rileggo regolarmente.
Alan Moore (lo sceneggiatore) e Dave Gibbons (il disegnatore) hanno reinventato il mito del supereroe americano calandolo in una realtà complessa.
le differenze tra buoni e cattivi sono così sfumate che a volte è difficile distinguerli tra loro.
emerge una domanda: quanto male si può fare in nome di una giusta causa?
ed ecco lo spoiler: costretto a commettere un crimine orribile per salvare l’umanità, il supereroe è mangiato dal senso di colpa.
cerca di consolarsi dicendo che, alla fine dei conti, ha fatto ciò che era necessario. dr. Manhattan, figura divina, onnipotente, di colore blu, gli risponde:
è la storia di un gruppo di eroi che si sono divisi, ma si riuniscono per far fronte a una misteriosa e terribile minaccia.
a ogni rilettura, interpreto la storia in modo diverso, in funzione della mia vita e di ciò che mi succede intorno.
“non c’è ‘fine dei conti’ che tenga. Niente ha mai fine.”
Karate kid
il kata è una sequenza di movimenti che simulano il combattimento contro avversari immaginari. In prima media, a karate, la sola cosa che mi importava era di vincere.
se avessi fatto bene il mio kata, il professore mi avrebbe fatto passare da cintura arancione a verde.
il prof aveva la cintura nera. Diceva che la cosa più importante, nel karate, era il controllo di sé. Più ancora che sferrare bene i colpi.
eitan, che aveva fatto il kata prima di me, era passato a cintura verde. Il prof si congratulava sempre per la precisione dei suoi movimenti.
dopo sarebbe toccato a un giovane arabo che veniva in autobus, ma il prof l’aveva squalificato perché era arrivato in ritardo.
quel bambino era straordinario. Si sentiva sibilare l’aria, quando la fendeva con un pugno.
una volta, il prof l’aveva sorpreso a fumare dietro alla palestra e l’aveva sgridato davanti a tutti, minacciando di cacciarlo dal suo corso.
io ero innamorato di aya, la sola ragazza del nostro gruppo, che mi ignorava. Alla fine è uscita con eitan.
la cintura verde l’ho avuta e poi ho lasciato il corso. So ancora fare un kata a memoria, e gli avversari immaginari sono da tempo diventati miei buoni amici.
39°C vieni, presto!
ha la febbre... 39°.
ha i brividi! che cosa facciamo?
Ehi, è alta!
cosa c’è?
chiamo il pronto soccorso! presto! Prima che chiuda!
dov’eri? La piccola brucia!
prima bisogna farle scendere la febbre... ma non abbiamo niente in casa!
non vuole inghiottire la medicina... avrei dovuto prendere quella alla banana.
ecco, la febbre è scesa.
non mi sento molto bene. Vieni a sentire se ho la febbre?