La Fortezza Volume 3 Preview

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Traduzione Francesco Savino Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Sara Bottaini con un font basato sulla calligrafia del lettering originale Supervisione Leonardo Favia Proofreading Vanessa Nascimbene e Chiara Calderone

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Originally published in French under the following title: Donjon Potron-Minet, volumes -97, -98, -99, -83 and -84 by Sfar, Trondheim, Blain and Gaultier © Editions Delcourt – 1999/2008 Donjon Monsters, volumes 5, 7 and 8 by Sfar, Trondheim, Vermot-Desroches, Blutch and Nine © Editions Delcourt – 1999/2002 Per l’edizione italiana: © 2021 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-585-7 PRIMA EDIZIONE


Piccola guida alla Fortezza

La Fortezza Antipodi Il mondo della Fortezza 10.000 volumi fa.

L’epoca Zenit racconta l’apogeo della Fortezza.

Parata alla Fortezza si colloca tra gli episodi 1 e 2 di Zenit. Sono storie umoristiche.

L’epoca Alba dei tempi parte dalla creazione della Fortezza.

L’epoca Crepuscolo racconta la fine della Fortezza.

La Fortezza Bonus sono sorprese aggiuntive.

Info: Twitter @donjonplus

La Fortezza Antipodi Il mondo della Fortezza tra 10.000 volumi.

Mostri della Fortezza racconta avventure dei personaggi secondari della Fortezza.

Per sapere tutto sui capitoli e la serie: www.editions-delcourt.fr/bd/donjon.html

Forum Facebook: les murmures du Donjon

Disegni, schizzi, inediti... Instagram @donjonplus


Alba dei tempi -99 La Camicia della notte

Storia: Joann Sfar & Lewis Trondheim Disegni: Christophe Blain Colori: Walter


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Recati da tuo zio, nella capitale. Ti insegnerà tutto quello che devi sapere su questa nuova epoca… È la gotta, figlio mio. A breve non potrò più camminare.

… io non posso più farlo. Sono buono solo con la spada, e oggigiorno va di moda il veleno. Va’ e torna a far splendere il nostro blasone.

Un principe infermo avrebbe screditato il nome della nostra famiglia, danneggiando il prestigio di tuo nonno.

Perché non conosco questo zio, padre?

È uno storpio.

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E…?


È impossibile scrivere mentre si va all’avventura!

Drogati!

No! Sono medicine preziose! Non toccatele!

Un cavallo! Mangiamolo!

gnam! Gli scorzi!

Era il tuo cavallo! Crunch!

Piuttosto la morte.

no! è il mio cavallo…

Consegnateci i vostri valori.

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No! niente più morti! Risparmiate il ragazzo!

Fai come me… consegna tutto ciò che hai!

fa’ come ti dico!

Ma…

il diario no!

Ecco! il diario invece se lo tiene.

ce lo dà.

No.

Mi chiamo Hippolyte e sono un medico. fatti dare un’occhiata.

A che vi serve? Neanche sapete leggere!

Quel diario conteneva tutti i miei ricordi d’infanzia.

Dimenticalo. È solo carta.

infatti lo useremo per pulirci il culo!

Ah! Ah!

ah!

Sembra biasimare una vita consacrata al piacere della carta, dottor Hippolyte. Ma immagino di doverle la vita… L’unica cosa che so è di non sapere.

sto bene.

o meglio…

So descrivere il percorso di alcuni fluidi che irrorano i nostri tessuti… So che esiste un progresso tecnologico… e perfino uno biologico… Ma non so niente di quello che viene chiamato progresso morale.

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Ecco Antipolis. È la capitale, non è vero? Mi hanno detto che si stanno preparando al carnevale. Sì, durerà tutta la settimana. È il motivo per cui sono qui.

Per prendere parte alla sfilata?

il rettore dell’università mi ha chiesto di venire qui per impedire a questi bifolchi di Antipolis di bruciare un’arbolessa.

È una creatura gigantesca giunta fin qui dalla vecchia foresta. Questi selvaggi la vogliono bruciare al termine del carnevale… il rettore conta sulla mia esperienza da sociologo per convincerli a cambiare idea.

Una che?

E pensa di riuscirci?

Ah! Ah! Ah! No, sono inesorabilmente ateo.

proprio no. A questi caproni la scienza non interessa.

Altolà! Tre monete d’oro, se volete passare.

Siamo stati derubati da un gruppo di Scorzi. Non abbiamo più niente.

Signori, non vorrete passare dal ponte di un orco. vi farò attraversare io… cifra modica.

che gentile.

Niente monete, niente ponte!

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Potete utilizzare il mio ponte di corda… per una sola moneta.


Signori, ma non vi sembra eccessivo pagare una moneta per un ponte di corda? io, invece, vi propongo il massimo del comfort!

Mezza moneta basterà per entrambi! Sarete dall’altra parte in meno di un secondo!

Oh, suvvia! Mezza moneta per lanciarvi in tutta sicurezza sull’altra sponda.

Mezza moneta è comunque tanto.

Le stiamo dicendo che non abbiamo nulla. Si può attraversare solo a pagamento?

Che pezzenti.

Pezzenti che sanno nuotare. E che non hanno altra scelta.

Un ciocco di legno che galleggia?

un po’ d’acqua non ha mai fatto male a nessuno!

Fogne che si riversano nel canale che circonda la città. Che cosa stupida!

È che a irrigare questo canale non è proprio acqua…

Ecco il museo, Giacinto. Vuoi vedere l’arbolessa?

già… No, grazie, dottor Hippolyte. Devo recarmi immantinente da mio zio.

Bleah.

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Dimora del conte Florotte

Di gran lunga il più pulcioso ospite che abbia mai visto in questa casa.

La sfido a ripeterlo, messere!

Mi scusi, non l’avevo vista bene e…

Messere?

Quindi, piccoletto?

Ti batti solo contro gli uomini?

Quando sarai pronto, ti darò qualche lezione di spada…

Che bellezza disarmante. Se solo sapessi il suo nome…

Be’, chiaro… non oserei mai sfiorare una donna…

Si chiama Alexandra, nipote. Perché tu sei mio nipote, vero? Lasciala perdere, non sei alla sua altezza.

… e poi ti ucciderò, piccoletto.

Zio Florotte!

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E così sei arrivato in città con le mani vuote e gli stivali pieni di fango, e ti aspetti che ti accolga a braccia aperte.

Olga! Frida! Horthense! Preparate un bagno al ragazzo mentre parliamo. Non ho tempo per lui…

… e questi contadini sono sempre più sudici.

Come se qualcuno avesse fatto lo stesso per me.

Sono sinceramente dispiaciuto, zio.

Sono stato bandito e trattato come un bastardo solo perché le mie gambe non funzionano…

Ma certo, tutto questo non ha a che fare con te. Sono solo vecchie storie.

E ora credi che io, reietto da quello stesso fratello che non ha mai alzato un dito per difendermi quando il vecchio re mi ha cacciato di casa, voglia aiutarti.

Ti tratterò come un qualsiasi ragazzo che abbia bussato alla mia porta per chiedere protezione.

La mia biblioteca sarà a tua disposizione affinché tu apprenda le scienze, la medicina, la filosofia e le leggi che regolano la nostra società.

Ma dovrai lavorare, per guadagnarti vitto e alloggio.

Dormirai nel solaio, al piano dei domestici. Horthense, preparagli la stanza del Moussu.

Ah, Giacinto… a partire da domani, ti recherai da Jean-Michel. È come un figlio, per me… e ti spiegherà tutto sul tuo nuovo lavoro.

Grazie, zio.

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Ringraziami soprattutto per aver dimenticato che sei mio nipote. Più si invecchia e più la generosità è una dote rara. Oh, ma invecchierai anche tu.


Ehi… ma che fai? mi guardi sotto la gonna?

Chi è il Moussu?

Bugiardo! Sei tutto rosso!

Come per nascondersi…

Era un ladro. Quando lo ha scoperto, il padrone gli ha fatto tagliare la testa.

Certo, come no… ecco la tua stanza.

Le assicuro che non sono un bugiardo. Ho veramente visto uno gnomo. Ah! Ah! Se avessi voluto fartelo vedere, te l’avrei fatto vedere.

Signora, giammai!

Ho solo creduto di vedere uno gnomo che correva sotto il suo abito.

Cos’avrà voluto dire? Le ragazze della città sono così strane…

Forse potrei attirare lo gnomo e diventare suo amico.

Anche quelle della campagna, a dirla tutta.

Si dice che sono ghiotti di latte…

No!

Ora resto di guardia e… zzz…

Si fermi!!!

Se ne vada! La prego!

?

Rrr…

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Sta’ zitta o ti frusto a dovere!

Signore! Non so chi lei sia, ma le ordino di fermarsi!

E chi? Non di certo il Moussu…

Qualcuno mi aiuti!

Chi è questo idiota?

il mio nome è Giacinto di Cavallère. il conte Florotte mi ha messo al servizio del signore Jean-Michel e le ordino di…

sono io jean-michel, cretino! Vai a dormire, da bravo, o ti spacco la faccia.

È solo un ragazzo, lascialo stare.

Scusaci se ti abbiamo svegliato! Ah! Ah! Ah!

Sono uno stupido!

Crac! Clic!

Ehi! il mio bottone d’oro! Ladro schifoso! Oh! il piccolo, simpatico gnomo!

Torna qui! Fetente!

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Miserabile, credi di potertela cavare impunemente?

Per essere uno zotico, riconosco che hai del fegato… peccato l’assenza totale di cervello.

Vieni fuori, canaglia!

?!

Se mi obbedirai, vivrai a lungo.

Non ti uccido, potresti tornarmi utile…

Grazie, signor Cavallère.

Smack.

Crac.

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Nostro padre è morto in guerra. Sopravviviamo a stento.

E così non volete pagarmi, eh?

è che Non possiamo, signore. Poco male.

Ci sono altri disposti a pagare per avere il vostro appartamento. Smammate, ora.

Buongiorno, ragazzi!

Toh! il giustiziere!

Vengo a prendere servizio, signore.

Bravo. Porterai la mia sacca.

Cosa contiene, signor Jean-Michel?

oro.

Osserva quei professoroni: lo straniero dal becco lungo è il dottor Hippolyte. Serve sempre, quando si assiste al consiglio municipale.

Sì! Lo conosco!

Ottimo, renderà tutto più facile. il tuo primo incarico sarà consegnargli la sacca affinché rinunci a tenere il discorso in favore dell’arbolessa e lasci la città.

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il suo nome è ancora sconosciuto, ma il suo cuore è puro.

Giacinto! Che felicità! Signori, permettetemi di presentarvi un ragazzo dall’avvenire radioso!

il suo corpo è irrorato da fluidi, perciò i suoi umori sono simili ai nostri… Non deve certo convincere noi. Che rarità!

Giacinto di Cavallère, sono lieto di presentarti i signori Cormor e Fontaine. Se frequenterai l’università, saranno i tuoi docenti.

Grazie a loro apprenderai le arti della pittura, del disegno, delle meccaniche di volo…

Sono… mortificato… ma ho il compito di consegnarle questa sacca affinché rinunci al discorso in favore dell’arbolessa.

È un privilegio essere raccomandati dal dottor Hippolyte, giovanotto…

Accettiamo raramente giovani allievi.

Mi dispiace, signor Jean-Michel. Ha rifiutato con veemenza.

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Vuol dire che faremo altrimenti.


Certo, la morte della creatura sarà fonte di distrazione per gli abitanti e la buona riuscita di questa festa porterà prestigio e ingenti entrate ad Antipolis…

So di non essere il benvenuto, signori. Avete catturato una gigantessa e volete farne un falò…

so anche che figure di spicco della città hanno investito in questa festa…

Dobbiamo volgere la situazione a nostro favore. Lo vedi quel ciccione nell’angolo? È il sovrintendente alla cultura, va’ da lui e dagli la sacca insieme a questo biglietto.

È un ordine.

Ma mi vedranno!

Signori, chiedo la parola! Voi tutti conoscete la mia onestà e la mia etica! Eppure, proprio in questo momento, qualcuno tenta di corrompermi!

Parliamo di una creatura che soffre, signori. Ucciderla sarebbe immorale…

E si tratta di quell’uomo! Proprio lui che ci sta facendo la predica! Catturatelo e gettatelo in prigione! ?

No… no… shh… io sono solo un messaggero!

è per lei.

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cos’è quella faccia? non ci sei mica andato tu in prigione!

Non mi permetterei mai di esprimere il mio dissenso, signor Jean-Michel. Bravo. Muoviti, andiamo a bere un’orgatta.

L’orgatta è la bevanda tipica del carnevale. Ti tirerà su!

Una che?

Preferirei tornare dallo zio, signor Jean-Michel.

Quando lo dirò io.

Ah! Ah! Ma da dove sei uscito?!

Guarda quella pollastra!

Ah! Ah! Niente male, eh? Bevi ancora! Non voglio…

No! È una tipa suscettibile…

Uh! Uh! Uh! Bevi!

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Presto! A casa! Hop! Hop! Al galoppo!

Portami in camera…

ora vattene…

Signor Giacinto? Ho sentito un rumore.

Ha bisogno di qualcosa?

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Non so di chi parla!

Non ho ancora trovato un nome da battaglia.

io sono la giustizia. Sarebbe un nome?

Giacinto!

No. È un concetto.

Non esiste! Se scappassi, mi crederebbero colpevole!

Allora vada per “la giustizia”. Rende bene il concetto. No… posso trovarne uno migliore.

Si sbrighi. Dobbiamo scappare.

Per colpa di… ehm, messere Giacinto, tutti la credono già colpevole. Non me ne vado.

Ascolti, già arrivare fin qui è stata una faticaccia, non ci si metta anche lei…

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Esigo un regolare processo!

Ooh… guardi! Uno scarabeo rinoceronte! Lì a terra!

Dove?


Tu dove vai, conciato così?

Dite al sindaco che l’ombra della giustizia è in città…

Vigliacchi, battetevi con la spada! il vendicatore mascherato vi annienterà!

?

Ah! Anche solo il nome vi terrorizza, eh?!

È quello che ci ha regalato due bottoni d’oro.

chi c’è?!

c’è qualcuno?

Dalla camicia.

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E come l’hai riconosciuto?


Mi liberi.

Cammini sempre dritto e non le succederà nulla.

alexandra! Come mi ha chiamato?!

Mi creda, è per il suo bene. quanto vento!

non ci pensi.

È in pericolo! Resti qui, non si muova! ? in tre contro una donzella!

vigliacchi!

ops!

?

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Ehm… grazie. Molto gentile.

Grazie a te, piccoletto.

Senza il tuo intervento, quei poliziotti mi avrebbero catturata.

obbligato.

Erano poliziotti?!

Lei è… una giustiziera?

Come sei carino! Come ti chiami?

Non lo so ancora… sto cercando un nome che faccia tremare come una foglia!

Signor Giustizia, posso muovermi?

Cavolo, devo andare.

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Hop!

Aspetti!

?

Una rosa per lei.

Che ci fai appeso alla mia finestra?!

Ci rivedremo, Alexandra.

Ehm… pratico la giustizia, signore.

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Ahi!


No! Mi porti al museo, devo salvare l’arbolessa.

Se non mi porta al museo, mi metto a urlare come un pazzo!

Sì, certo. Non mi sembra tipo da fare cose del genere.

Non esiste!

dove andiamo? Le darò tre monete d’oro e lascerà la città passando dal primo ponte.

Hai sentito? Kwaa!

Sì! Suono l’allarme!

Kwaa!

Kwak!

Kwak!

Allora? Mi porta al museo, signor Giustizia?

È stato davvero stupido, sa?

Kwak!

La smetta di chiamarmi così!

Kwak!

Mi chiami “La rosa notturna”.

Un romanzo erotico, in pratica.

Non ho chiesto il suo parere.

Kwak!

Mi liberi e mi porti al museo.

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Allora? dov’è questa arbolessa?

Hanno costruito questa struttura appositamente per la gigantessa.

Per non farla scappare?

No… per proteggerla dalla pioggia.

Che gentili.

È solo perché asciutta brucia meglio.

Ehi, che diamine! Che schifo!

Guardi in alto.

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Le prometto che la faremo uscire da qui, signora.

Non credevo che esistesse una donna così.

come prima cosa, allarghi le braccia per far crollare le pareti. Poi scapperemo insieme…

Ma, soprattutto, non pianga.

Non la sente. Per gli esseri della sua specie, il tempo scorre molto lentamente. Pensi che le occorre una settimana solo per sbattere le ciglia.

Quindi niente pareti che crollano?

Se vogliamo salvarla, dovremo farla uscire dalla città senza essere visti.

No.

E sa già come fare?

Ah.

No.

Mi dia del tempo per pensarci su. Sta per sorgere l’alba, devo andare.

Mi nasconderò tra i capelli dell’arbolessa e mi ciberò dei suoi frutti.

bel giustiziere.

Non temete, la “Rosa della giustizia” impiegherà tutte le sue energie per tirarvi fuori di qui.

non ha tutti i torti.

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