La mia vita postuma Preview

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Traduzione

Francesco Savino

Impaginazione e lettering

Brayan Buzzi con Officine Bolzoni

Supervisione

Leonardo Favia

Proofreading

Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale

Volume stampato in quadricromia su carta Lecta Gardamatt Rough da 120 g/m2 per gli interni. Stampa monocromatica su carta Lecta Gardamatt Rough da 140 g/m2 per i risguardi.

Font del fumetto: CCColleenDoran (Comicraft).

Copertina stampata in quadricromia su carta Lecta GardaMatt Art da 130 g/m2

Font del colophon: Divenire (C-A-S-T).

Stampato nel gennaio 2023 presso Abo grafika d.o.o. - Lubiana (Slovenia).

A pagina 16, brano estratto da La certosa di Parma, di Stendhal. (Einaudi, 2022. Traduzione di Margherita Botto)

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it

Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Ma vie posthume

© 2021, éditions Glénat

Per l’edizione italiana: © 2023 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-792-9

PRIMA EDIZIONE

CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini

Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini, Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale

Ufficio commerciale Simone Pappalettera Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone

Ufficio amministrativo Alessandro Virgara e Debora Magagnotti

I NON SEPPELLITEMI TROPPO PRESTO

“Sono passati tre giorni e tre notti dall’ultima volta che ho chiuso occhio.

“Ah! Questi moscerini mi faranno impazzire! Sciò, maledetti! Andate via!

“È semplicemente assurdo.

“Un po’ di tregua. Sarò così impregnata di DDT che ci penseranno due volte prima di avvicinarsi.

“All’inizio non mi ero resa conto di nulla. “C’è da dire che, se non fosse per i moscerini, non è così terribile come uno se l’immagina.

Mi sento solo un po’ gonfia. E non ho più molta fame. Ma, tolto questo, sto bene.”

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Che diavolo sta combinando? Me le restituisca subito!

Almeno così so che non andrà a recuperarle, una volta che sarò andata via.

Non va mica bene, fumare più di due sigarette al giorno! Alla sua età, per di più!

A maggior ragione, invece! Che senso ha smettere da vecchi? Se non mi hanno ucciso finora, non vedo perché privarmene.

Se voglio fumare, fumo! E non sarà certo lei a impedirmelo, Annie!

più testarda di un mulo! E che caratteraccio…

“È tutta colpa di Annie, la mia governante.”
È
“Lo diceva anche Pierre. Solo, in modo più gentile.
“Aveva un sorriso splendido… poteva dire ciò che voleva.
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“Pierre, maledetto… perché mi hai lasciata sola?”

“Che stavo dicendo? Ah, sì. Non riuscendo più a dormire, avevo deciso di alzarmi e prepararmi un infuso. E, naturalmente, mi era venuta voglia di una sigaretta…”

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“Al mio risveglio, le mie ossa erano un po’ malconce… ma non sentivo dolore.

“Avrei dovuto insospettirmi: alla mia età, il corpo è sempre dolorante. Serve a ricordare che si è vivi.

“Ma in quel caso, niente. Solo la testa ovattata.

Da quando sono diventata ciò che sono diventata, non riesco più a seguire i pensieri. Perdo il filo di continuo.

“Non riuscii a riaddormentarmi. Non avevo più sonno.

“Ricordo che mi misi a leggere un libro, ma non saprei dire quale.”

È il motivo per cui ho deciso di scrivere questo diario.

Spero solo di non dimenticarmene. E che le mie dita continuino a essere in grado di stringere una penna.

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Fu solo la mattina dopo che iniziai a capire che c’era qualcosa di strano.

Ha proprio una brutta cera, sa? Sicura di stare bene? Ma certo.

Sa che ho rischiato di rompermi l’osso del collo per colpa sua?

Non ci credo! Ha cercato di rubare le sigarette! È davvero incorreggibile!

Rubare, ma sentila! Sono le mie! Piuttosto, perché non smette di cercare nascondigli improbabili e pensa a lavorare?

Quel lampadario, per esempio… l’ho guardato bene. Non vorrà farmi credere che l’ha già pulito, quest’anno…

Un mese fa.

Davvero?! Strano, non me lo ricordo.

Capita, alla sua età.

Così come so che ora cercherà di cambiare argomento parlando di qualcosa di urgentissimo da fare. Potrei scommetterci.

Oh! Devo passare in farmacia per le sue gocce!

E questa cos’è?! Ha fatto cadere della marmellata?

So perfettamente che non tocca quel lampadario da un’eternità.

Per l’appunto.

No.
che
A domani. No. Buona serata. 9
Sembra sangue. È ferita?
Certo
no.
Mi
Non è possibile!
hanno sparato!
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Ed ecco l’epifania: non sono soltanto morta… mi hanno uccisa!

Ma a chi interesserebbe mai uccidere una carampana come me?! Più ci penso, più mi sembra assurdo.

Pronto? Chi parla? Sei tu, Zia Emma? Hai una voce strana, non stai bene?

Oh, no! Non mi sono mai sentita meglio! Mi sembra di poter arrivare a cent’anni!

Oh! Che bello!

Riesco a sentire l’inquietudine farsi strada nella voce. Poverina, aspettare che io tiri le cuoia per vendere casa mia dev’essere estenuante!

Ma da lì a uccidermi…

Ma, dopo l’arrivo di quelle lettere, non posso fare a meno di pensare che voglia scavarmi la fossa. In fondo, farmi venire un infarto sarebbe una buona idea…

Ma per farmi morire di paura serve ben altro.

Annie, venga a vedere.

Non si preoccupi, senza dubbio è opera di qualche mitomane. Passeremo a perlustrare la zona, di tanto in tanto.

Grazie mille.

Chi farebbe una cosa simile a un’anziana?! Un pazzo! Uno psicopatico!

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Ho sentito un altro rumore dalla cantina stanotte… potrebbe controllare?

Signora Emma, le ho già detto che dev’essere un topo. Sono andata ieri, non c’era niente.

È come se ci fosse una strana presenza che aleggia nella casa.

Guarda troppa televisione. Con tutte quelle notizie al telegiornale…

Ma se non la accendo mai!

Suvvia...

Sto impazzendo.

Eppure

Crrrk!
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quel buco nel petto è reale… forse dovrei prendere tutta questa storia più sul serio. Non c’è poi molto da ridere, in fondo.

“Si muore una volta sola, ma per tanto tempo!”… non mi ricordo più chi lo diceva.

Nel mio caso, però, l’aforisma assume tutto un altro significato.

Tre giorni e tre notti senza dormire, a girare in tondo. Sembra già un’eternità.

Perché non sono morta come chiunque altro? Un colpo e poi il grande vuoto… o l’aldilà, per quelli che ci credono…

Eppure è da un po’ che sto aspettando il mio momento: da quando Pierre è morto, mi limito a sopravvivere.

Mi chiedo cosa ne sarà di me… il tempo sembra non passare mai…

Non posso neanche pensare di andare a giocare a Scarabeo, in queste condizioni!

La mia vale il triplo!

Non le darò questa soddisfazione.

E immagino già le cattiverie di quella vipera di Antoinette Dumoustier.

Ha sentito l’ultima su Emma Doucet? È diventata una morta vivente! Ahh… cosa non si inventa pur di farsi notare!

Sono contenta che Pierre non ci sia più. Non sopporterei che mi vedesse in queste condizioni.

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Perfino prima della mia morte facevo fatica a riconoscermi nel riflesso allo specchio… quel volto non mi sembrava mio.

Per fortuna non sono mai stata bella come la povera Lina, pace all’anima sua. Dev’essere dura vedere il corpo avvizzire dopo una vita passata a ricevere le attenzioni di tutti.

Che odioso bagliore in quegli occhi che mi fissano… non posso essere io! Che orrore!

Un vestito nuovo? Le sta davvero bene.

Ne dubito, l’ho comprato per corrispondenza.

Qualche cuore l’ho spezzato anch’io, non lo nego.

E invece sì. È sempre molto carina, Emma… non è cambiata di una virgola.

E lei esagera come sempre, Henri. Mi piacerebbe avere ancora il colorito di quando avevo settant’anni.

Io al massimo venivo considerata carina… o, peggio ancora, di una bellezza anonima.

Che adulatore! Alla nostra età!
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Henri era un ragazzo gentile. Quando avevamo diciassette anni, era cotto di me.

Per un po’ l’ho lasciato fare, giusto per capire che intenzioni avesse. Ma poi mi sono tirata indietro… e ci è rimasto così male…

Sua madre venne a fare visita alla mia… cosa che, di per sé, era già un evento.

La sua famiglia possedeva l’albergo-ristorante del paese. Era una famiglia molto ricca.

Che avete da guardare in questo modo?

Siediti, dobbiamo parlare.

I miei genitori erano al settimo cielo… un matrimonio prestigioso… l’importante scalata sociale di una ragazza figlia di contadini…

Ah, no! Henri è gentile, ma non ho nessuna intenzione di sposarlo! È noioso… e sta sempre lì sotto le gonnelle della madre!

Ma l’albergo…

Non mi pare che debba sposare un albergo!

Ragiona!

Mio padre diceva che ero troppo viziata… ed era per quello che ero cresciuta così caparbia.

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