La ragazza indossava Dior Preview

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Traduzione Francesco Savino Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Cosimo Torsoli Book design dell’edizione originale Philippe Ravon Supervisione Leonardo Favia Proofreading Andrea Petronio

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Jeune fille en Dior © DARGAUD 2013, by Goetzinger www.dargaud.com All rights reserved Per l’edizione italiana: © 2014 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-252-5 Stampato nel giugno 2014 presso Proost, Turnhout, Belgio


All’epoca, nessuno era mai stato al numero 30 di Avenue MONTAIGNE. Si diceva che, per la sua casa di moda, CHRISTIAN DIOR avesse voluto il “LUIGI XVI 1900”, uno stile che non esisteva realmente, se non nei suoi ricordi di infanzia, passata tra GRANVILLE in NORMANDIA e PASSY a PARIGI…

Buonasera, signore.

Buonasera, ragazzo mio.

Rivestimenti in legno bianco, raso grigio perla, abat-jour in taffetà, mazzolini di fiori e piccole palme. Mi aspettavo qualcosa di sobrio ed elegante… ma ignoravo l’effervescente vitalità della notte della vigilia della prima sfilata.

Buonasera, signore.

Buonasera, piccola mia.

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Buongiorno e grazie…

Buongiorno, signore. È quasi mezzanotte, principale.

Sì, mie care, andiamo. Mancano solo i fiori di Lachaume.

Sapete, la mia cara madre non avrebbe voluto vedere il nostro nome su un’insegna commerciale... Se fosse ancora viva, non avrei mai potuto disobbedirle.

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La signora DIOR era morta nel 1931 e non aveva mai conosciuto le quattro muse di CHRISTIAN DIOR… io invece sì… MARGUERITE CARRÉ. “DAMA MODA”, come viene chiamata, trasforma i disegni dei modelli in abiti veri e propri. Una lavoratrice instancabile.

MITZAH BRICARD, “LA MUSA”. Lo stile e l’eleganza assoluta sono le sue uniche ragioni di vita. SUZANNE LULING conosce il gotha della moda. Per lei, tutto il resto non esiste. Il resto di cui faccio parte io.

RAYMONDE ZEHNACKER ha la sua scrivania accanto a quella del principale e non la abbandona neanche per un attimo.

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Casa mia, Rue des HAIES. Ventesimo arrondissement. Buona giornata, nonna‌ buona giornata, mamma.

Spero che il giornale ti paghi, mia cara.

Clara, non hai finito la cicoria.

E via verso il mio primo articolo!

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La mattina del 12 febbraio 1947. Sul marciapiede, anche se a meno sei gradi centigradi, gli invitati alla prima sfilata non si preoccupano delle razioni di pane scese a duecentocinquanta grammi o della carenza di carbone. Tutte queste cose non li riguardano.

Dior… che nome simpatico, per uno stilista…

Tre persone alla volta, vi prego…

Da dove viene, queSto Dior?

Famiglia industriale della Normandia, si occupano di concimi e detersivi.

Rovinati… la crisi degli anni Trenta li avrà ripuliti più di quanto faceva il loro detersivo…

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Dicono che abbia iniziato come assiStente di Lelong…

Proprio come Pierre Balmain.


Ma i soldi per aprire una casa di moda non si trovano mica sotto gli zoccoli dei cavalli! Oh, questo lo so bene! Mi chiamo Clara Nohant, mi manda “le jardin des modes”.

Qualche tocco di “Miss Dior”, signora?

Volentieri.

È Marcel Boussac, il grande proprietario di cavalli da corsa, a finanziarlo. Ha messo cinquanta milioni in questo affare.

Perché non un miliardo, già che ci sono… Ma cosa mi importa dei pettegolezzi! Gli abiti, contano solo gli abiti!

Ha capito di chi sto parlando? Boussac, il magnate dell’industria tessile, il fondatore dell’impresa commerciale dell’industria cotoniera…

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vuole provare il nostro profumo, signorina?


Non trovo i guanti!

Sbrighiamoci, i saloni si stanno riempiendo!

Non muoverti, per l’amor di dio!

Spero che ci siano abbastanza sedie per tutti gli invitati.

Nel peggiore dei casi, per gli amici ci sono i gradini delle scale.

Le disposizioni, le indiscrezioni sussurrate! La leggendaria CARMEL SNOW di “HARPER’S BAZAAR” e BETTINA BALLARD di “VOGUE” condividono la stessa poltrona, proprio davanti a quella di HÉLÈNE LAZAREFF di “ELLE”. Ho ancora parecchio cammino da fare come cronista di moda.

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MARLENE DIETRICH è stata “posizionata” tra COCTEAU e BERARD. Dicono che quei tre si adorino.

RITA HAYWORTH e LA BéGUM non saprei.

Quella vestita male? Solo una giornaliSta, credo.

Chi è la ragazza bruna?

Nessuno le ha detto che abbiamo solo il diritto di scrivere, e che fare fotografie è proibito come fumare in una raffineria di petrolio?

… ma anche il diritto di ascoltare le vostre chiacchiere futili, signore, aspettando che lo spettacolo inizi.

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Che cos’ho fatto, Mitzah… che cos’ho fatto!

Meraviglie, ecco cosa! Le donne le adoreranno… e adoreranno anche lei! Non è vero, mia cara Marguerite?

Al punto che ne saremo gelose.

Marie-Thérèse, i tuoi guanti! Yolande, presto, passaglieli!

Le malelingue dicono che la nuova modella MARIE-THÉRÈSE si guadagnasse da vivere in via QUINCAMPOIX…

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È vero che nel momento in cui le case chiuse stavano cessando la loro attività, quella di CHRISTIAN DIOR stava iniziando la propria. E quando si mise alla ricerca di ragazze per presentare i suoi abiti, NENETTE, LUCIE LA VICE e PONETTE risposero all’annuncio. Ma non vennero prese… Ci vestiamo, ci spogliamo…

La nostra fama è ben meritata.

Pronte, ragazze? Stiamo per cominciare!

Non era il caso di MARIE-THÉRÈSE, dattilografa di vecchia data, che aveva raggiunto YOLANDE, PAULE, LUCILLE, NOELLE e TANIA, le cinque “ragazze” (la maison DIOR chiamava così le sue modelle) per presentare i novanta modelli della collezione Primavera-Estate 1947.

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Numero uno! Number one!

“Amore”!

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Aaah!

Aaah! Oooh!

Aaah, la giacca di “AMORE”! Oooh, il drappeggio di “APRILE”! Nessuno stilista aveva mai proposto stoffe e cappelli del genere. Mentre vengo catturata da questo pensiero, un leggero fruscio annuncia un’altra sorpresa… continuo a prendere appunti in maniera febbrile, devo raccontare tutto alle nostre lettrici.


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