Maldestro dalla nascita Preview

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YA R O A B E

MALDESTRO DALLA NASCITA


Proofreading Francesco Savino e Teresa de Pasquale

Traduzione Prisco Oliva

Original cover design Kaoru KUROKI + Bay Bridge Studio

Impaginazione e lettering Sara Bottaini Supervisione Vanessa Nascimbene

Volume stampato in scala di grigio su carta Premium Offset da 100 g/m2 per gli interni. Font del fumetto: Jarble. Stampa monocromatica su carta GardaMatt Art da 300 g/m2 per la copertina. Sovraccoperta stampata in quadricromia su carta Fedrigoni Constellation Vicenza da 200 g/m2. Font del colophon: Divenire (C-A-S-T). Stampato nel maggio 2022 presso A4 Servizi Grafici, Chivasso (TO).

“Aiken” significa “cane adorato”. Cliff è il logo-mascotte di BAO Publishing. Il daruma è una figura votiva giapponese. Dall’unione di questi concetti nasce il manga secondo BAO.

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Il logo Aiken è stato creato da Sara Bottaini. Titolo originale dell’opera: 生まれたときから下手くそ UMARETA TOKI KARA HETAKUSO Vol.1, 2 by Yaro ABE ©2016 Yaro ABE All rights reserved. Original Japanese edition published by SHOGAKUKAN. Italian translation rights arranged with SHOGAKUKAN through The Kashima Agency. © 2022 BAO Publishing for the Italian edition. Per l’edizione italiana: © 2022 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-712-7 ISBN Variant: 978-88-3273-748- 6 PRIMA EDIZIONE CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini, Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale Ufficio commerciale Simone Pappalettera Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone Ufficio amministrativo Alessandro Virgara e Debora Magagnotti



capitolo 1

NINNA NANNA DEL SAMURAI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 011

capitolo 2

LA VIA DELLA SFIDA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 029

capitolo 3

ULTIMO ANNO DELLA SCUOLA MATERNA, SEZIONE CRISANTEMO. . . . . . . . . . . . . 045

capitolo 4

PRIMA ELEMENTARE ALLA SCUOLA DI NAKAMURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 062

capitolo 5

IL RITORNO DI MIO PADRE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 077

capitolo 6

VACANZE ESTIVE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 093

capitolo 7

UN DARUMA CON UN OCCHIO SOLO. . . . . . . . . . 109

capitolo 8

LA FESTA DELLO SPORT. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125


capitolo 9

PARLIAMO DI SAITŌ. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 141

capitolo 10

IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA.. . . . . . . . . . . . . . . 157

capitolo 11

L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI ŌSAKA.. . . . 173

capitolo 12

I CANARINI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189

capitolo 13

AMORE E CUCCAGNA.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205

capitolo 14

PADRI A SCUOLA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221

capitolo 15

SHŌGI E KOTO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237

capitolo 16

L’INIZIO DELLA MIA GIOVINEZZA.. . . . . . . . . . . . . . 253

capitolo finale

UN PADRE E SUO FIGLIO.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269

apertura speciale

LA TAVERNA DI MEZZANOTTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286

SANOGAWA, IL FUMETTISTA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292





Avevo una tosse che, ahimé, non accennava a calmarsi. In quel momento mi ricordai di un haiku del poeta Ozaki Hōsai ** che avevo letto su un libro di scuola.

Un giorno, sul finire dell’era Shōwa *, mi trovavo disteso nella mia stanzetta di quattro tatami e mezzo alla periferia di Kōenji, quartiere di Tōkyō.

COFF! COFF! COFF!

COFF! COFF!

Tutto solo, con la mia tosse.

1

Un giorno, verso l’alba, me ne venne in mente uno.

Ebbi così l’impulso di provare a scrivere haiku alla maniera di Hōsai, una volta guarito.

Quell’unico verso pervase ogni fibra del mio corpo.

*Periodo corrispondente al regno dell’imperatore Hirohito (1926-1989). (NdT) **Ozaki Hōsai (1885-1926), famoso per i suoi haiku a verso libero. (NdT)


Riassumeva in poche parole la mia vita fino ad allora, fatta del senso di inettitudine, della sensazione di inadeguatezza, delle strade complicate che puntualmente sceglievo nel mio lavoro di pubblicitario.

o str ta lde nasci a M lla da

Mentre ripetevo quel verso, riaffiorò in me il ricordo di un’altra persona a cui potevo accostarlo.

Ripresi a cimentarmi nel disegno, che avevo abbandonato cinque anni dopo aver trovato lavoro nella pubblicità.

MALDESTRO DALLA NASCITA…

Così decisi di disegnare un fumetto che parlasse di lui... e di me.

Mio padre, morto quando frequentavo la terza liceo.

PA’…


capitolo 1

NINNA NANNA DEL SAMURAI


1965, anno 40 dell’era Shōwa.

Nakamura, attuale città di Shimanto, Kōchi. PLOC PLOC

Questo ero io, Makoto.

Questo era mio padre, Akira.

PROT

Trascorrevo tutto il giorno in casa a disegnare.


E questa mia madre, Masami.

VIENI, MAKOTO. TI VOGLIO REGALARE UNA BELLA COSA.

Adorava questo genere di scherzi.

UGHGHGH!

... mi faceva sempre annusare le puzzette che raccoglieva in una mano.

CHE COSA?

Mio padre...

13

VIENI, DAI.


EHI, MAKOTO. TI INSEGNO UNA CANZONE, TI VA?

PARTO IO, CERCA DI VENIRMI DIETRO.

SÌ.

VA BENE.

MIA MOGLIE MI HA LASCIATO, E NON MI MANCA…

MIA MOGLIE MI HA LASCIATO, E NON MI MANCA…

MA MI DISPIACE PER IL PICCOLO CHE ANCORA IL SUO SENO CERCA…

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NON SO CANTARE UNA NINNA NANNA, MA SOLO IL CANTO STRAPPALACRIME DI UNO STOLTO…

Era Ninna nanna del samurai * di Tarō Hitofushi, una canzone molto in voga ai tempi.

BRAVO!

MA SOLO IL CANTO STRAPPALACRIME DI UNO STOLTO…

TE LO CHIEDO UNA VOLTA, FAI LA NANNA…

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TE LO CHIEDO UNA VOLTA, FAI LA NANNA…

All’epoca mio padre lavorava alla sede di Watarigawa del Ministero dei Lavori Pubblici. Pur essendo dipendente statale, si trovava spesso a fare l’uomo di fatica nei cantieri. Probabilmente si ritrovava in quella canzone che cantava la dura vita del manovale.

È PRONTA LA CENA.

*Rōkyoku komoriuta, tema principale dell’omonimo film, conosciuto in occidente con il titolo Ninna nanna del samurai. (NdT)


E NON MI MANCA… MIA MOGLIE MI HA LASCIATO…

MIA MOGLIE MI HA LASCIATO…

MAKOTO, SU “MIA MOGLIE MI HA LASCIATO” DEVI FORZARE DI PIÙ LA VOCE.

DI PIÙ.

BRAVO, ORA VA MEGLIO.

MIA MOGLIE MI HA LASCIATOOO!

ANCORA UN PO’.

MIA MOGLIE MI HA LASCIATO…

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MIA MOGLIE MI HA LASCIATO, E NON MI MANCA…

La gente si divertiva a farmi cantare durante le occasioni di ritrovo, alle feste o ai funerali.

MA MI DISPIACE PER IL PICCOLO CHE ANCORA IL SUO SENO CERCA…

ADESSO FORZA UN PO’ LA VOCE!

Altre canzoni non sapevo che questa, né tantomeno il senso.

Quando mi sforzavo troppo, poi…

Succedeva questo.

17

MA’, MI È SCAPPATA LA CACCA.


Da piccolo ero il cocco dei nonni...

Da buon ex sergente dell’esercito, era una persona seria e disciplinata... a differenza di mio padre.

All’epoca il nonno lavorava ancora come tipografo.

C PRIN ASA CIPAL

E

... che vivevano nella casa principale sul terreno di famiglia.

CASA MIA

DAIKON SOTTACETO

E io, che ero sempre insieme a persone anziane come loro…

La nonna era molto affabile e non perdeva occasione per stare in compagnia delle amiche. Inutile dire che era informata su tutti i pettegolezzi di quartiere.

AHH…

… sviluppai gusti da anziano.

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Fu proprio sui film storici che mi fissai, per un periodo.

Alla tv guardavo il sumo, i vecchi musicarelli, i film storici…

Giocavo a tirare di spada con una katana giocattolo. BZZZ

Y A A H !

... ebbi l’idea di prenderle a sciabolate.

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TIÈ!

Non so cosa mi saltò in mente il giorno in cui…

Ai tempi mio padre allevava api, e ogni inverno lasciava le arnie in una zona del giardino ben esposta al sole.


Le api mi avevano talmente riempito di punture da cambiarmi i connotati.

Mio padre cercò di rassicurarmi. Ciò nonostante…

Fu per me una sconfitta disastrosa.

NON TI PREOCCUPARE, PASSERÀ PRESTO.

TANTO MALE.

Tre anni di vita, allo specchio il ritratto della disperazione.

GUARDA COME TI SEI RIDOTTO! TI HANNO FATTO MALE?

… andai a guardarmi allo specchio della nonna e…

... chiesi. Ero davvero sconsolato, parola di nonna.

NONNA, LA MIA FACCIA TORNERÀ NORMALE?

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Da bambino ero cagionevole di salute, perciò passavo da un raffreddore a un febbrone da cavallo.

MA’, HO IL NASO CHIUSO DA MORIRE.

ECCO, SOFFIA FORTE.

SONO TORNATO.

PFFF!


Quando tornava si svestiva e restava in mutande. Era un uomo che non amava troppi fronzoli.

COS’HA QUESTA VOLTA MAKOTO?

Fuori casa, mio padre indossava le camicie e i pantaloni alla zuava che gli confezionava mia madre.

HA LA FEBBRE ALTA.

Scricciolo: bambino piccolo e debole.

TI SEI PRESO UN’ALTRA VOLTA IL RAFFREDDORE, EH, SCRICCIOLO?

Data la mia costituzione tutt’altro che robusta, me lo sono sentito dire spesso.

Il dottor Kubota era il mio pediatra di fiducia. Andavo da lui due o tre volte al mese.

DOMANI ANDIAMO DAL DOTTOR KUBOTA A PRENDERE UNA MEDICINA DOLCE DOLCE, D’ACCORDO?

VA BENE.

STUDIO PEDIATRICO DOTT. KUBOTA

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LASCIALO IN PACE! SCUSA, PICCOLO.

BASTA!

SA COM’È, MIO FIGLIO È UN TERREMOTO.

Terremoto: bambino turbolento e indisciplinato. Praticamente il contrario di uno scricciolo.

TOCCA A NOI.

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ŌE! KAZUNORI ŌE!

VIVACE, IL SUO BIMBO.


AMBULATORIO LA PUNTURA NO! LA PUNTURA NO! BASTAAA!

N O O O !

U Da frequentatore abituale dell’ambulatorio, conoscevo bene il dottore e l’infermiera.

OH, CHE BRAVO!

A

A

A

H

!

Spesso i bambini irrequieti sono i più timorosi e frignoni.

Ero abituato alle iniezioni…

Scricciolo sì, pauroso mai.

… e non ho mai pianto.

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… direttamente al secondo anno, sezione Ciliegio.

BAMBINI, UNIAMO LE MANI A FORMARE UN BEL BOCCIOLO DI TULIPANO. BRAVI! E ORA APRIAMOLE PER FARLO SBOCCIARE.

E la maestra metteva tra i palmi di ciascuno di noi una specie di caramellina gommosa di colore rosso.

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Nel 1967, anno 42 dell’era Shōwa, venni iscritto alla scuola materna di Nakamura…

La nostra maestra si chiamava Okada, era una bella donna dalla pelle bianchissima.

Prima di tornare a casa, facevamo i tulipani con le mani mentre cantavamo una canzone.


... mangiarne due o tre insieme. A quei tempi era il mio desiderio più grande.

Ma ne ricevevamo solo una al giorno. Mi sarebbe tanto piaciuto, una volta tanto…

Erano deliziosamente dolci.

Un giorno, la maestra Okada era alla cattedra a scrivere qualcosa. I bambini, assiepati intorno a lei, sbirciavano per capire di cosa si trattasse.

C’è un momento di quell’anno all’asilo che non dimenticherò mai.

Tra quei bambini c’ero anche io.

Quando saltai giù, diedi uno scossone che rovesciò un vaso di fiori.

TUM

P

Noi le chiamavamo “gelatine”, ma con il senno di poi credo che fossero capsule di olio di fegato di merluzzo.

Stavo a guardare puntellandomi su una delle traverse che univano le gambe della cattedra.


AH!

MA COSA COMBINI?!

AH…

Avevo fatto arrabbiare la maestra. Mi venne la febbre per lo shock, e il giorno seguente dovetti saltare l’asilo.

Il giorno dopo ancora…

IERI ERI ASSENTE, ABE. TI DO QUELLA DI IERI, INSIEME A QUELLA DI OGGI.

DUE?!

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Di lì a poco, purtroppo, decise di lasciare la scuola.

Ero felice. Non tanto perché potevo mangiare due gelatine, ma perché la maestra Okada non era più arrabbiata con me.

FORSE LA MAESTRA OKADA È ANDATA VIA PERCHÉ HO ROVESCIATO IL VASO.

AH! AH! AH! MA NO, STA PER AVERE UN BAMBINO. NON PREOCCUPARTI, MAKOTO.

Questo scricciolino sarà mai un bravo fratellino?

Ansioso com’ero, dissi…

UN BAMBINO…

ANCHE TU AVRAI PRESTO UN FRATELLINO. DOVRAI COMPORTARTI BENE, MI RACCOMANDO!

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