mia mamma Jean Regnaud - Émile Bravo
è in America, ha conosciuto Bufalo Bill
Traduzione Michele Foschini Lettering e impaginazione Officine Bolzoni Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Ma maman (est en Amerique, elle a rencontré Buffalo Bill) © Gallimard Jeunesse 2007 Per l’edizione italiana: © 2014 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. Prima ristampa ISBN: 978-88-6543-004-0
Capitolo 1 : la signora Moinot
Oggi è il primo giorno alla scuola dei grandi. Aspettiamo la maestra davanti alla porta dell'aula.
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Ecco, arriva!
...
Uff... PerchĂŠ ho una maestra cosĂŹ triste? E poi non sembra simpatica...
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La maestra ci chiede di metterci in fila per due.
Tutti gli altri prendono un compagno per mano...
Io resto solo. Non conosco nessuno, perchĂŠ l'anno scorso, alla materna, abitavo in un altro quartiere.
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Accanto a me c'è un altro bambino da solo. Si avvicina e mi prende per mano.
Ora siamo tutti in fila per due. Possiamo entrare.
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Quando siamo tutti seduti, la maestra si presenta. Si chiama signora Moinot. Scrive il nome alla lavagna... Almeno, credo che sia il nome, perchĂŠ non so ancora leggere.
LunedĂŹ 14 settembre 1970
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Poi la maestra ci chiede il nome e il mestiere dei nostri genitori. I primi rispondono e lei prende appunti in un grande quaderno.
Comincio a sudare. Non voglio che tocchi a me. Voglio che il tempo si fermi. E SE SCAPPASSI?!
Sono tutto rosso, ho caldo. Cosa le dico che fa, la mia mamma? Sento le tempie martellare e mi fa male la testa. Tocca giĂ al mio vicino!
Si chiama Alain...
... sua mamma è infermiera e suo papà dipinge soldatini di piombo.
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Tutti si mettono a ridere. LunedĂŹ 14 settembre 1970
?
La maestra non è contenta. Dice che non è bello prendere in giro. Ci chiede di smettere di ridere e di fare silenzio.
Prego che non si ricordi dov'era arrivata e che salti il mio turno...
Invece si volta verso di me...
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Ho il collo sudato.
Mi domanda se ho perso la lingua e poi come mi chiamo. Apro la bocca un poco e dico:
Mic hiam oJe anm iopapà èd iret tore emi ama mm aseg reta ria!
Lo dico cosĂŹ velocemente che di sicuro nessuno mi ha capito, ma la maestra passa subito avanti.
Non ascolto le risposte degli altri, sono pietrificato. Ho i piedi bagnati, nelle scarpe.
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Lunedì
Dopo, la maestra ci annuncia che a Natale andrà in pensione e che arriverà un'altra maestra a sostituirla. Quando ce lo dice sembra triste.
Mi sa che è lontano, Natale...
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Interludio
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