Reverie - Preview

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Traduzione Elisabetta Bellizio Lettering e impaginazione Vanessa Nascimbene e Officine Bolzoni con il font Superhero Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino e Teresa de Pasquale

”Bao“ in cinese significa “tesoro”. Questa è la collana di BAO dedicata ai tesori del Fumetto cinese contemporaneo.

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: 幻想曲 (Huanxiangqu) © Golo Zhao (2015). Rights arranged through BEIJING TOTAL VISION & Nicolas Grivel Agency Per l’edizione italiana: © 2017 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-617-2 PRIMA EDIZIONE


No, no! Ascoltami! Sta’ tranquilla!

Santo cielo! Ma che dici?! Siamo sorelle! Ascoltami! Guarda che se non ti calmi riattacco!

Parigi, un pomeriggio di inverno. Io sono Z-Jun, uno scrittore di terz'ordine. Oggi è il mio ultimo giorno in Francia e ho un appuntamento con un’amica.

Passami la mamma! Hai bevuto di nuovo? Dimmi la verità! Ma fammi il favore! Se alle feste bevi meno di due bicchieri non muori mica, sai?!

Mamma, non sgridarla! Come dove sono?! A Parigi! Sono ancora qui a studiare!

Dominique è una ragazza di origini cinesi cresciuta in Francia, sta facendo un Master in Lingua e cultura cinese. È stata un anno in Cina a studiare. Un tipo singolare, l’avevo conosciuta a un festival del fumetto.

Come faccio a tornare?! Devo andare a lezione!

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Bruxelles?! Come faccio a venire lì? Mi tocca prendere un aereo all’andata e uno al ritorno!

Ehi, ciao!

Ehi!

Mamma, te l’ho già detto… non c’è problema! Mio cugino è a casa!

Dobbiamo stare calmi! Non ti agitare!

Ma questo che c’entra? Mi ascolti un attimo? …e anche se ha bevuto troppo non dovresti dire così!

Sì! Stasera rimane qui! Falla breve! No, non mi interessano gli affari vostri né voglio interessarmene!

No, devo ancora preparare la tesina di fine semestre! Non ho tempo di tornare! Perché non mi lasciate un po’ in pace?!

Scusami, sono stata un sacco al telefono.

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Non preoccuparti.


Il mio compagno di stanza mi ha detto che la prossima settimana dobbiamo consegnare la tesina! E poi abbiamo la discussione!

Oggi è il 14° compleanno del mio cagnolino Pony, stanno festeggiando tutti insieme e mia sorella ha bevuto di nuovo.

Oggi avevo proprio voglia di uscire, distrarmi un po’!

Questo è per te… un regalo per il nostro incontro, è il mio nuovo libro. Wow! Che figo!

Com’è la fiera del libro?

Bella, c’è tanta gente.

Vuoi sentire? A Le Mans, qui vicino. Che stai ascoltando?

E dov’è?

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Questa melodia… la conosco. Questi semitoni, questi accordi in minore. Fammi pensare.

Questa melodia è una reverie da cui non è facile risvegliarsi. Debussy è un maestro nell’uso dei semitoni, ti emoziona con ogni nota.

Ah ecco, è Reverie, un pezzo delle Images di Debussy.

Non credo affatto che possa essere considerato un impressionista, piuttosto penso che abbia qualcosa del Romanticismo. Non credi anche tu? Le armonie sono lievi, delicate.

No, non un acchiappafarfalle… ci vuole qualcosa dallo spirito più romantico, più astratto… come si può dire? Come le rughe del mare, come girandole di un vortice.

Le note vibrano, si rincorrono libere come in un filo sospeso, meraviglioso, quasi un acchiappafarfalle, con la lucentezza di una perla brillante.

E poi ci sono… le arabesque. Adoro Clair De Lune. In quegli anni lui e i pittori impressionisti avevano formato un gruppo…

Una lucentezza astrale, quel tipo di luce che fanno le stelle, che tocca ogni piccola parte di te.

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Quanto ti fermi in Francia, stavolta?

Non molto, oggi è il mio ultimo giorno.

Entrambe le cose. Mi piace molto, qui, specialmente questi pomeriggi d’inverno… sono così piacevoli. E la Francia ti piace? Oppure ti manca la cucina cinese?

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Com’è la tua famiglia? Vai d’accordo con i tuoi?

Sì, abbastanza. Sono arrivato a Parigi direttamente dalla città in cui vivo.

I tuoi vivono nella stessa città?

Sì, viviamo in una città del sud.

Specialmente a Natale. Non so mai cosa è meglio fare.

Beato te! I miei vivono in due città diverse.

Dev’essere un bel casino!

Vorrei potermi dividere a metà! Che forte che sei, sorella!

Manda alla mamma i miei saluti! Non importa se sei qui solo a metà!

Siamo così contenti che tu sia riuscita a venire a passare il Natale con noi. Anche a metà va bene comunque.

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Non è poi così male. Se andassi a fare un check-up, non avresti neanche bisogno di fare la TAC!


Ho sentito dire che stai lavorando a un nuovo libro, vero? Parteciperai alla fiera?

Ehm‌ in realtà non ho ancora iniziato. Sono nella fase di stesura della storia.

Hai visto anche tu?

Una persona ha appena preso il volo!

Be', non deve essere facile!

Sto raccogliendo il materiale.

Che?! Io non ho visto niente!

Visto cosa?

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*Whoosh.


Capitolo 1

Lei viene da Giove 10


Che ti va? Un succo d’arancia? Acqua tonica?

Grazie, un bicchiere d’acqua va bene.

Oppure un tè? Birra? Un’anisetta?

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Non ho acqua minerale!

Pfff!

Ho solo la PIERRÈ.

L’acqua tonica va bene.

Sono a casa sua e lei è Julie, una ragazza dai capelli neri e mossi come le alghe del mare.

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La prima volta che l’ho vista è stato nella biblioteca dell’università.

Non riuscivo a capire da dove venisse. Avevo intuito che non era giapponese né tanto meno coreana.

Cosa legge?

Eh? Ni hao.

Ni hao.

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Quando le ho chiesto da dove venisse‌

Io vengo da

Giove.

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Il secondo pianeta gassoso del sistema solare. Ha una massa mille e trecento volte quella della Terra.

LĂŹ ci sono tempeste che non cessano nemmeno dopo centinaia di anni.

Ma che dici? Non è vero!

Ih! Ih! Ih!

Ti prendo in giro.

Un pomeriggio, dopo tre giorni che ci vedevamo, sono andato a casa sua a Parigi. C’era bel tempo, aveva pure smesso di piovere.

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Quando si è tolta i vestiti ho visto la sua schiena.

C’era un grande disegno, una specie di uragano, era ipnotico.

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Ehi, che hai sulla schiena? È un tatuaggio?

No, ce l’ho dalla nascita.

Te l’ho detto che vengo da Giove. Attento a non farti incantare.

Allora io vengo dalla Terra! Andiamo a farci un giro?

Be’, se la metti così…

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Quel giorno non successe nulla. Poi a Parigi arrivò l’estate e girammo tutta la città in lungo e in largo.

Eravamo stati un giorno intero a Montmartre, visto il mercatino del Favoloso mondo di Amélie e il museo Picasso. Di pomeriggio, avevamo bevuto un caffè in un bel posticino e ci eravamo dati un bacio.

Il tempo volava, era già luglio. Ricordo bene quel giorno. Era il 21 luglio del 2015.

Mi aveva detto che si era fatta male e che non sarebbe uscita di casa.

Mi dispiace.

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Come ti senti? Stai bene?

SĂŹ, sto bene. Ho solo preso un colpo.

Ero stato tutto il tempo in camera sua a farle compagnia. Poi andò dritta al punto e mi disse: Mi dai un bacio?

A essere sincero, mi ero completamente dimenticato quello che mi aveva detto prima.

Tutto venne naturale. Era un pomeriggio senza nuvole. Nella stanza c’era un’aria strana.

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Il suo corpo non aveva niente di terrestre, era come un grande cratere.

Ero sprofondato in un oceano di gas, senza confini.

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Poi svanii, dissolto nel tatuaggio sulla sua schiena.

E finalmente siamo arrivati su Giove.

Quella che vedete è la famosa Grande Macchia Rossa.

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Giove ha uno spessore atmosferico di 3.000 km. Al di sotto dell’atmosfera c’è uno strato di idrogeno allo stato liquido il cui spessore è di 27.000 km.

Il diametro di Giove è undici volte quello della Terra, mentre la sua massa 317. È il secondo pianeta gassoso del sistema solare.

Giove si è scontrato con una cometa o con un piccolo pianeta, che ha lasciato sulla sua superficie un cratere delle dimensioni della Terra.

Proprio una settimana fa, il 20, un astronomo australiano, alle prime luci dell’alba, grazie al suo telescopio ha scoperto che…

Gli scienziati hanno stimato che il volume di Giove è così grande perché, in passato, esso aveva inglobato un altro pianeta dieci volte le dimensioni della Terra, con cui era entrato in collisione. In realtà anche la Terra è nata da un processo simile.

Inoltre, sebbene Giove abbia dimensioni enormi, ha un nucleo piccolissimo che è solo dieci volte il peso della Terra.

Faccio l’appello.

Jennifer.

Ma…? Lo studente cinese è ancora assente? Professore, non si vede da una settimana!

Anthony.

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Parigi è una città molto antica, con un forte legame con il passato.

Hai mai pensato a Parigi nel futuro? Come ti piacerebbe di più? Tecnologica o classica?

Forse è un misto. Perfino il suo centro più tecnologico ha un tocco di eleganza rétro.

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Sto facendo uno stage in un’organizzazione ambientalista francese. Ma dove lavori? Ancora non lo so.

In sostanza, mi occupo della posta e di una serie di documenti che vanno e vengono dalla Cina alla Francia… Un'organizzazione ambientalista? Mi sono sempre chiesto come facciano a fare soldi.

Ce ne sono alcune supportate dal governo, altre da fondazioni o filantropi. La nostra è una no-profit.

Monitoriamo i dati di zone circostanti ad alcune attività, come la costruzione di ferrovie, fabbriche e simili. Alla fine dello stage potrei andare a lavorare alla sede centrale.

Così potresti essere mandata ovunque, no?

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Il tuo cinese va sempre meglio. La volta scorsa, quando traducevi, eri ancora un po’ insicura… adesso mi sembri più a tuo agio.

So anche un po’ di vietnamita, ma mio nonno lo parla meglio.

Sono stata anche in Laos, Giappone e Vietnam. E tu? In che città sei stato?

Ho vissuto un anno a Pechino. Sono stata ospite di una famiglia in uno hutong* e il mio cinese è migliorato subito.

Io… per lo più in Europa. Sono stato in Germania.

Ma no, gli scali non contano!

Be’, rispetto a te ho visto molto meno.

E poi in Nord Africa e in Algeria. Anche in Polonia, ma solo per uno scalo.

Ah, dici? Salve.

*Hutong: Vicolo caratteristico del centro storico di Pechino.

Ecco il tagliere per due.


Ci sono quattro tipi di salumi e quattro di formaggi. So già che quello ti piacerà!

Non dirlo nemmeno!

Questo salame l’ho già mangiato! Dentro è tutto rosso, sembra sangue.

Ho il terrore del sangue!

Quando guardo un film, nelle scene in cui si tagliano le vene mi viene subito da chiudere gli occhi!

Qualsiasi sia la scena, se si vede il sangue non reggo! E se dico che svengo, svengo!

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Sono il classico esempio di persona emofobica.

Il dottore mi ha detto che è per un trauma che ho avuto da bambina.

Ho anche sperimentato l’ipnosi, ma niente… il medico ha detto che non riesco a entrare in trance.

Dice che nel profondo dei miei ricordi c’è una specie di grosso schermo protettivo, e non osa romperlo così di botto.

In realtà non è che ho proprio capito di cosa si tratti… di certo è una cosa di cui aver paura.

Cioè… se vedi uscire del sangue… Svengo all’istante!

Insomma, guai a te se mi fai vedere del sangue!

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Che succede?

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Eh?

Aaaah!

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Il professore impallidì dal terrore. In seguito, dimenticai quanto successo. Lui, sentendosi in colpa, mi mise A in biologia.

Quando andavo alle medie, vidi una rana sezionata e mi accasciai sul tavolino degli esperimenti con il bisturi in mano.

La cosa di cui ho più paura sono aghi e prelievi. Tieni presente che ho anche la pressione tendenzialmente bassa e non mangio dolci.

Quando il medico vuole farmi fare un check-up, o se devo fare un prelievo, giro la testa il più possibile. Insomma, una bella rottura.

Che dici, ti va un altro bicchiere?

Ah, sì… non mi ero accorto di averlo finito.

Com’è possibile?

Cameriere! Altre due bionde!

Quando ero con Dominique, dal mio subconscio venivano sempre fuori delle strane fantasie.

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