Rex and the City Preview

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Gabo Bernstein

REx city and the


Traduzione Michele Foschini Lettering e impaginazione Officine Bolzoni Proofreading Leonardo Favia

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di Bao Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Il logo BaBAO è stato creato da Art Baltazar. Titolo originale dell’opera: Rex and the city Text and Illustrations Copyright © Gabriel Bernstein, 2013 Per l’edizione italiana: © 2013 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-135-1 Stampato in Cina nel febbraio 2013



e una mattina come tante altre, a Via Sempreverde: gli uccellini cinguettano, la brezza estiva spettina le foglie degli alberi, un ruggito tonante fa tremare ogni finestra da entrambi i lati della strada. Tutto è nella norma. Quel rumore era Rex che si svegliava, casomai ve lo foste chiesti. I vicini ci si sono quasi abituati, ormai. Segue un ruggito molto più flebile e meno spaventoso; si tratta di Frank, lo Yorkshire di Rex. Forse non è facile capirlo dalla posa attorcigliata, ma quel groviglio di zampe, artigli e coda è Rex Tyrannsky. La cosina pelosa nel mezzo invece non è Rex; è Frank. Rex vive in un comodo (be’, a dire il vero è soprattutto piccolo) appartamento in una parte molto pittoresca (be’, a dire il vero è più che altro economica) della città. Non è granché, ma per Rex è casa già da sette anni. Rex fa il contabile da Noia, Sbadigli & Soci e stamattina preferirebbe di gran lunga restarsene a letto; purtroppo però è un giorno di lavoro e lui ha dormito troppo (come al solito), quindi deve davvero darsi una mossa.

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Rex scorre i titoli del giornale mentre mangia i cereali con la pala ed è sollevato perché nessuno parla del lampione che ha abbattuto per sbaglio la sera prima. È che proprio gli era partito all’improvviso, quello starnuto! «Ti piace la colazione, amico mio?» chiede Rex. Frank risponde con un’abbaiata allegra, poi rituffa il musetto nella ciotola. Rex lo sa che la colazione è il pasto più importante della giornata. Gli piacerebbe mangiare qualcosa che non fossero cereali, un giorno o l’altro, anche perché sua madre non sarebbe contenta. “Quella roba è tutto zucchero!” direbbe sicuramente (e, per dirla tutta, in effetti si chiamano Fiocchi Tutto Zucchero). Solo che non è mica facile! Rex ha qualche problemino a usare un tostapane normale, e anche se non fosse così ci vorrebbe un sacco di tempo, per tostare abbastanza pane per sfamarlo ogni mattina. Sta cercando una soluzione al problema; ha perfino smontato un tostapane per capire come funzionano, ma i suoi esperimenti non hanno ancora dato risultati convincenti. Il frigorifero, invece, se la cava benone. La nuova maniglia che si tira con la bocca che ha installato è ancora saldamente al suo posto. Rex è determinato a far durare l’attuale frigorifero più di quelli che ha avuto prima. Vorrebbe davvero restare in casa e giocare con Frank tutto il giorno, ma Rex lo sa che non può evitare di andare al lavoro. Quel cibo per cani non costa mica poco!

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Rex è molto meticoloso, quando si tratta dell’igiene orale; la gente ha la tendenza a notare subito quando ti è rimasto del cibo incastrato tra i denti, se hai la bocca grande come un cartellone pubblicitario. Lo spazzolino che si è fatto combinando pezzi di un vecchio motore e uno spazzolone industriale funziona a meraviglia. Il movimento rotatorio va regolato meglio e le setole grattano un po’ sulle sue gengive delicate, ma per il momento può andare. Rex sembra distratto, stamattina; si è quasi dimenticato di spazzolare anche i denti di Frank (il cagnolino gliel’ha dovuto ricordare. Si dà il caso che gli piaccia parecchio farsi spazzolare i denti… chi l’avrebbe detto!). Il fatto è che da un po’ di tempo c’è qualcosa che preoccupa Rex. Perfino nel suo stesso bagno, si sente fuori posto. Non ha affatto voglia di uscire di casa. È seriamente tentato di chiamare in ufficio e darsi malato. Non lo farebbe mai, ovviamente, si sentirebbe in colpa per aver detto una bugia. Rex sputa un’onda anomala di collutorio e si controlla per l’ultima volta i denti allo specchio. Dà una carezza a Frank, fa un respiro profondo che sembra un tifone e imbocca goffamente la porta.

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Rex

capisce che sarà una giornataccia nell’esatto istante in cui entra in ascensore.

«Bei cagnolini» dice, gentile, alla Signorina Braunstein, che porta al guinzaglio i suoi due barboncini. Rex adora tutti i cani, ma non è sempre un amore corrisposto. Anche se forse è il rumore assordante dell’allarme dell’ascensore che li fa essere così nervosi, in questo momento. «Non credo che ci staremo tutti» dice il Signor Lopez, saggio. «Che strano tempo, eh?» commenta Rex, sforzandosi di fingere che vada tutto bene. «Signor Tyrannsky!» insiste il Signor Lopez, con tono meno paziente. «Va bene… Userò le scale… Scusatemi tutti» sospira Rex, sentendo le guance, grandi come portiere di automobile, arrossire. «Mi dispiace tanto, Rex!» grida Sandy, dell’appartamento 17, mentre Rex scende maldestramente le scale. «Non importa…» mugugna lui. «È colpa della mia grossa, goffa testa.» Rex non vorrebbe mai incomodare i vicini, ma a volte ha davvero la sensazione di essere fuori posto.

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A Rex

piaceva prendere l’autobus, quando era piccolo (be’, più piccolo). Di questi tempi… non tanto.

Ha la sensazione di dare fastidio a tutti. Il tempo caldo e umido, poi, mette tutti di cattivo umore. «Scusate… Mi scusi, signora… Permesso, signore» si scusa a ogni pie’ sospinto Rex, a bordo. «Quanta ressa, oggi, eh?» scherza, cercando di alleggerire l’atmosfera. Ha davvero la sensazione di essere fuori posto. «Giovanotto!» lo apostrofa una signora, con un tono che gli fa accapponare la pelle. «Mi sta pestando la borsa!» «Oh, diamine, mi perdoni, signora. Scenderò alla prossima fermata, è meglio se proseguo a piedi» si scusa Rex, mortificato. «È tutta colpa dei miei grossi, goffi piedi. Quelli più piccoli di me devono avere una vita molto più facile» sospira, mentre cammina, già stanco, verso l’ufficio. Se solo alzasse lo sguardo, Rex si renderebbe conto che non è come pensa. Si accorgerebbe di tanti altri che sono proprio come lui, con un sacco di problemi, ma è troppo intento a cercare di non arrecare altro disturbo, per accorgersene.

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