Strangers in Paradise Volume 4 Preview

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Traduzione Leonardo Favia Book Design Anna Iacaccia Lettering e impaginazione Cosimo Torsoli con Officine Bolzoni Supervisione Andrea Petronio Proofreading Francesco Savino e Michele Foschini

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it il logo di Bao Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Strangers in Paradise - vol. 4 © 2014 Terry Moore. Translation by BAO Publishing. Per l’edizione italiana: © 2014 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-265-5




Lily

di Katina Choovanski Lily è venuta da me senza un nome, e quando gliene ho dato uno ho perso la ragione, il tempo che mi portavo dentro, il gioco e la passione. E quando le ho detto che ero strafatta Rise forte e mi disse che ero matta. E lo ero, davvero, ma lei era sul pavimento. Era come il giorno che sparisce senza una spiegazione. Era come due rette parallele che si incontrano a destinazione. Era fuoco che brucia, fiamma e disperazione. Il suono potente di una canzone. Era lacrima che bagna ogni singola emozione. Fino a quando non andò via, senza una spiegazione. Adesso vado avanti, nonostante la mia mente sia intrisa di ricordi, vedo Lily tra la gente. Adesso vado avanti, ma il mio cuore che non mente Mi parla di un amore che stringo ancora forte. Era come il giorno che sparisce senza una spiegazione Era come due rette parallele che si incontrano a destinazione. Era fuoco che brucia, fiamma e disperazione. Il suono potente di una canzone. Era lacrima che bagna ogni singola emozione. Fino a quando non andò via, senza esitazione. Adesso vado avanti, nonostante la mia mente sia intrisa di ricordi, vedo Lily tra la gente. Adesso vado avanti, ma il mio cuore che non mente Mi parla di un amore che stringo ancora forte.


L'ultima volta che ho visto questa roccia, il mondo era un posto diverso. darcy, veronica, samantha, bambi, sal... emma...

sono tutti morti, ormai.

basta con le ragazze di parker. basta con i grandi sei. tutto finito.

tutti morti.

eppure, il mondo va avanti.

incredibile.

è strano... pensare di essere qualcuno, di fare questo o quello, essere buono o cattivo... famoso, addirittura... poi un giorno finisce e a nessuno importa. non succede niente di importante. niente di ciò che hai ottenuto importa al mondo. niente è cambiato.

lillian gish. era la donna più famosa del mondo, ai suoi tempi. grande quanto i beatles. nessuno la ricorda. a nessuno importa.

è deprimente per chi cerca di lasciare un segno, ma non riesco a esprimere quanto mi faccia sentire bene. è una cosa quasi zen.

lillian gish ha ottenuto l'oblio...

io la mia privacy.

sono le due facce della medaglia.

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è come se fossi morta per poi risvegliarmi nella vita successiva. dio solo sa quanto ne sia grata, ma...

non avrei mai pensato di venire qui senza francine.

lo giuro, pensavo che l'alternativa a francine fosse morire.

ma eccomi qui. il mondo va avanti. tutti i miei sogni, tutti quei potenti morti...

tutte le droghe, i crimini, i peccati, il sangue e le vite sprecate... tutto il “rumore�, come lo definiva sal tuccanni...

non importa.

il mondo va avanti.

cosa ho imparato? dopo tutto quello che ho passato, dopo tutto il trambusto e i re defunti?

che la amo.

la amo.

potrĂ non interessare al mondo, ma importa a me.

importa a me, maledizione.

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quando ho lasciato francine in tennessee, mentre dondolava sul portico della madre e guardava la neve cadere da un cielo color acciaio, pensavo che la mia vita fosse finita. non ricordo niente del viaggio o delle prime settimane qui. una depressione accecante è caduta su di me come una nebbia perenne.

ogni giorno le onde blu battono la spiaggia. ogni giorno la sabbia riscalda i miei piedi permettendomi, un pezzo alla volta, di riprendere forma.

la mia routine giornaliera è semplice, essenziale. nuoto, corro, cammino per ore per le colline tropicali, mangio solo frutta e vegetali, faccio sonnellini sotto alle palme. raramente indosso vestiti e, per la prima volta da anni, sono colorita e in salute.

ma ogni giorno il sole continua a sorgere.

non so cosa farò con il resto della mia vita. carolyn hobbs mi chiama ogni mese, chiedendomi altri quadri. la galleria ha venduto il primo gruppo. dice che sono molto richiesta. uh-huh, già. vallo a dire alla persona che amo. david ha perso l'eredità. l'i.r.s. ha detto che le proprietà di darcy erano frutto di attività illegali. potrebbe passare il resto della sua vita in tribunale, cercando di riottenere i soldi della sorella, ma non vincerà mai, quindi ha

lasciato perdere. un miliardo e mezzo di dollari spariti in una notte. a dire il vero, non sono sorpresa. il governo non aspetta altro che depredare ricchi cadaveri. quello che non mi aspettavo è stata la telefonata di david a francine. non mi aveva detto di aver dato dieci milioni di dollari come ringraziamento per le sue cure dopo lo schianto aereo, l'ho saputo solo quando l'ha chiamata per riaverli indietro. ha detto che è stata molto comprensiva, ma si è sentito uno stronzo ed è stato giù per settimane. poveretto. darcy l'ha fregato un'ultima volta.

continuo a non dir nulla. david non sa che ho più soldi di quanti qualsiasi persona abbia mai bisogno. nessuno lo sa, tranne la mia sorellastra tambi e l'impiegata di banca sheryl che mi manda resoconti pieni di zeri e consigli tipo comprarmi una vigna o qualcosa di simile.

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non mi importa. non mi fa sentire al sicuro né mi rende felice. se servisse a rendere felice francine, glieli darei subito. se potessi trovarla a casa al mio ritorno, in cucina a preparare la cena, a chiedermi di scegliere un gioco da tavolo per la serata. se potessi stringerle le mani, e non sentirmi solamente un ricordo lontano. “un indizio scontato di quello che un giorno perderanno” come direbbe griffin silver.

un tizio che sembra proprio uguale al precedente, e a quello precedente ancora.

ma ormai riserva queste azioni dolci per qualcun altro.

sarebbe da ridere se non fosse vero, e se non fossi qui con david.

david è la capretta più testarda della terra. e morirebbe anche, per me... lo so. e nei miei momenti di debolezza mi appoggio a lui per il supporto emotivo.

preferisce le caprette, pensa che siano affidabili. è da ridere.

sono stata io ad andare da lui. sono stata io ad averlo portato a letto. ma è stato un errore. lo amo, ma non in quel senso.

da quando siamo qui ho evitato l'inevitabile conversazione che avremo, so che sta aspettando... mi guarda sempre allo stesso modo, quando la sera me ne vado in camera mia e chiudo la porta.

pensa che la pazienza mi riporterà a lui. si sbaglia. david è andato a letto con una donna che stava bruciando... ma ora non c'è più. andata, dimenticata. questa è la mia vita. il giorno in cui ho incontrato il fidanzato di francine ho affrontato la notte più dura della mia vita, e david è stato l'unico a rimanermi accanto, a prendersi cura di me. quello che è successo dopo, quella notte, non è colpa sua, ma mia.

sono tornata.

e io non sto con le caprette.

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ciao! come va? oh! ah! ah! certo, un attimo, te la passo.

è francine.

pronto?

ehi.

no, sono sul divano a leggere.

sono le otto e mezza, circa. lo so. credo che siano cinque o sei ore di differenza rispetto al tennessee. davvero? era caldo e soleggiato tutto il tempo... mmm...

damigella d'onore?! sì, ricordo qualcosa su un matrimonio, quand'è? wow. presto, eh? quest'anno è proprio volato. uh... be', non lo so, francie. non credo di essere adatta a fare la damigella.

dovresti venire. puoi dormire nella stanza di david... lui dormirà in spiaggia!

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cioè... cosa direbbe tua madre? sì, be', mi piacerebbe vederlo, in effetti. dovrei indossare un abito lungo? niente sottogonna arancione... lo so come siete voi ragazze del sud! un abito come quello di nancy reagan?


scusa, non ti volevo fare arrabbiare. lo sento dalla voce, francine!

ti voglio bene anch'io.

solo... sii felice.

senti, non si tratta di me, farò quello che vuoi, va bene? mi piacerebbe farti da damigella. verrei anche in pigiama, se tu volessi!

se è quello che vuoi, fallo e sii felice.

oh, senti, c'è qualcuno alla porta. devo proprio...

sì, va bene. ci sentiamo la settimana prossima.

va bene. anche io. ciao.

{sigh}

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vuole che tu vada al suo matrimonio?

e ci andrai?

parlami. una donna ha bisogno di qualcuno con cui parlare, no? parlamene.

katchoo.

{sigh}

credo... vado a dormire.

che ne dici, è un buon momento per uscire allo scoperto, allora?

funziona solo con altre donne e amici gay.

buonanotte!

ma grazie.

k

clic

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{ugh}

dio, aiutami!

cristo!


l'ultima volta che sono stata seduta su questa staccionata avevo il sorriso più grande del mondo.

ero giovane, magra, piena di energia e ottimismo. la vita era semplice...

le cose buone accadevano a me, le brutte agli altri. più si vive, più si scopre che non funziona così.

giocavo ad avere una famiglia, quando ero piccola.

ero sposata con il mio bel marito cuscino, andavamo al negozio di piatti e compravamo tazze e bicchieri.

poi bevevamo dalle nostre ceramiche mentre lui mi diceva quanto fossi bella.

facevo sempre questo gioco.

di solito finiva con me che lo baciavo e lui che andava a lavoro. io lo salutavo in vestaglia e mi toglievo le piume dalla bocca.

gli uomini hanno cominciato ad andarsene già da allora.

“la pratica rende perfetti” diceva mio padre.

mi sa che sono perfetta per gli addii.

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odio ammetterlo, ma comincio a capire mia madre.

quando papà ci ha lasciate, non l'ho mai vista piangere. oh, si lamentava e non la smetteva mai, però...

non ha mai pianto.

mi faceva infuriare. forse era stata quella freddezza ad allontanare papà.

qualcosa mi dice che anche lei ne sa di addii.

ma, ora che ci penso, mia madre si è svegliata sempre prima di mio padre per preparargli la colazione da quando si sono sposati.

ogni giorno, per ventisette anni. poi, un giorno, lui ha mangiato la colazione e l'ha lasciata per una donna più giovane che gli dava sesso a pranzo.

non si piange per un uomo simile, nemmeno se è mio padre.

però ti rattrista, no?

puoi lamentarti e non smettere mai, ma non piangi.

oh, ho dimenticato di dire che mi sposo tra un mese?

mm hmm.

ora questo lo capisco.

il mese prossimo è il mio turno.

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quando katchoo se n'è andata alle hawaii, ho pianto per settimane. non ricordo, gennaio e febbraio sono ormai lontani. la mamma cercava di trascinarmi fuori di casa, ma era inutile. dio la benedica, per quanto ci ha provato. ed era peggio quando cercava di convincermi che fosse ancora mia amica. proprio non capiva.

non abbiamo parlato più di katchoo. non mi importa. parlare non aiuterebbe. non con lei, non con nessuno. nessuno capisce cosa abbiamo passato io e katchoo insieme, cosa significhiamo una per l'altra. quando penso a tutti gli uomini che mi hanno abbandonata, mentre lei è sempre rimasta a confortarmi, a incoraggiarmi. e poi, alla fine, quando la sua pazienza per il mio “patetico rituale” si è esaurita, mi ha rimproverata...

è stato allora che ho detto che katchoo era qualcosa di più e che sposare brad sembrava l'errore più grosso della mia vita. ho capito che non avrei dovuto dirlo nell'attimo in cui l'ho detto.

mia madre mi ha fissata a lungo. poi ha lasciato la stanza. è tornata con una bibbia, l'ha appoggiata sul letto e se n'è andata. come a dire: “abbi il coraggio di dirlo a dio, piccola malata.”

“nessun uomo ti amerà nella maniera che desideri” mi ha detto. certo, poi ha provato a baciarmi e io sono uscita di testa, quindi non ho pensato a quello che mi ha detto fino a quest'anno. ma quando ho avuto il tempo di rifletterci su e... be', ho fatto una lista. la porto con me. 15 ragazzi, 9 amanti, 1 stupro a un appuntamento, 1 rischio gravidanza, 1 imbarazzante statua nel mio ex campus del college, 1 scatola di foto topless in spiaggia e nella doccia che purtroppo è circolata fin troppo tra i miei ex fidanzati, tre proposte di matrimonio e un fidanzamento.

cosa ho guadagnato da tutto questo? esperienza. cosa ho perso? innocenza... e il sorriso. quando qualcuno ha intervistato il disegnatore paul pope sulla sua perdita dell'innocenza, lui ha risposto: “credo di averla pagata troppo.” mi sento proprio così, signor pope. mi sento proprio così.

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allora perché sto correndo tra le braccia di un altro uomo? perché non sono confusa sulla mia sessualità. non sono cresciuta sognando di stare in una casa in vermont con un'altra donna. ho passato tutto il liceo a cercare un mister belsedere-voce profonda-occhi blu che mi desse il batticuore.

un tipo con le spalle abbastanza larghe da portare me e i miei sogni.

perché è così che doveva andare, e basta. dovevo innamorarmi e sposarmi di un tipo gentile.

che c'era di male? perché era così difficile da accettare?

avrò una grande casa blu con un albero gigante sul retro.

avrò due figli di nome daniel e ashley e un golden retriever chiamato mikey. preparerò ogni mattina la colazione e darò... un bacio di saluto... a mio marito.

e non posso parlare alla mia migliore amica perché l'ho allontanata. perché ho paura di lei e di come mi fa sentire.

perché ho bisogno di sentirmi così di nuovo. perché ho bisogno di sentire la sua voce, e vedere i suoi occhi brillare quando ride. perché preferirei stare con lei piuttosto che con l'uomo che sposerò.

perché la amo.

cosa c'è di male?

perché è così difficile da comprendere?

merda. non sembrava male, prima. cosa mi è successo? eccomi, sto per crearmi la vita che ho sempre sognato, e sento invece solo un travolgente senso di... paura. oh, dio, ho la sensazione di star facendo un errore tremendo.

la amo.

e all'improvviso i miei sogni mi diventano estranei.

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dopo quattro bicchieri di vino, ho trovato finalmente il coraggio di chiamare katchoo, nella speranza che il suono della sua voce mi aiuti a decidere cosa fare. sono così disperata.

david? ciao, sono francine.

oh, corro da una parte all'altra come una gallina senza testa.

sento il rumore di piatti appoggiati su un mobile. che ore sono lì?

ehi, avrei bisogno di parlare con katchoo, c'è? grazie.

poi, prima ancora di pensarlo, dico una cosa come se fosse da poco.

ciao! sei sveglia? spero che non sia troppo tardi. non riesco mai a ricordarmi la faccenda dell'orario. be', qui è sembrato il tramonto per tutto il giorno, tra nuvole e vento... sembra bello. mi piacerebbe. ma dove dormirebbe david? ... no!

dobbiamo discutere del tuo viaggio in tennessee per farti fare da damigella! sì, ricordi? il matrimonio? donne adulte e velate che si fingono vergini? quindici giugno. sì. ci sarai, vero?

!

ah! ah

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katchoo! devi! a chi altro dovrei chiederlo? alla regina elisabetta?! dirà di sì, altrimenti la chiudo sul portico in biancheria e le faccio cantare elvis! sottogonna ara...?! lo so come la pensi sui vestiti, ho trovato questo abito simile a quello di nancy...


hai ragione, è stata un'idea stupida.

{sniff} va bene.

non sono arrabbiata.

ti voglio bene.

va bene, ti lascio andare. solo... speravo che potessimo... parto questo weekend, ma quando torno ti chiamo, va bene?

mi raccomando.

ciao.

quando riattacca, mi sembra quasi di sentire una porta che si chiude.

oh, dio, sono pazza.

che pensavo di fare?

19


20


bene, sammy...

ti va il primo morso?

di nuovo spam e formaggio, eh?

{mhmm}

come vuoi.

21


{mhmm}

vado, vado!

non ti mangiare il panino.

vuoi confessarti?

posso aiutarti, figliolo?

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voglio solo...

stare qui? voglio rimanere qui per un minuto, va bene?

non a lei.


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