Lettering e impaginazione Officine Bolzoni Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino, Andrea Petronio e Vanessa Nascimbene Copertina Variant Tomer Hanuka Le citazioni delle pagine 120, 121 e 122 sono tratte da Dante. Una vita in esilio, di Chiara Mercuri, Laterza, 2018
A R., mio fratello. Alla stanza in cui siamo cresciuti e che non smetteremo mai di condividere.
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. © 2021 Roberto Saviano e Asaf Hanuka. Tutti i diritti riservati. Per l'edizione italiana: © 2021 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-207-8 ISBN Variant: 978-88-3273-651-9 PRIMA EDIZIONE
Ho imparato con il tempo che esistono due tipi di storie: quelle che terminano con la morte del protagonista e quelle invece che finiscono con la sua vittoria. La storia che leggerete non termina né con la morte né con la vita, tutto si svolge in un territorio a metà strada tra l'una e l'altra dimensione. Qui è narrata una resistenza portata avanti con la sola artiglieria della parola e attraverso il perimetro del proprio corpo, comprendendo che, da qualsiasi lotta, si impara una e una sola regola: non è vero che dalla battaglia o tornerai vivo o non tornerai affatto. Nel caso di un tuo ritorno, tornerai ferito. Come porterai con te la ferita, quanto si infetterà, quanto riuscirai a guarirla, quanto ti dannerà, ecco, sarà questa la storia della tua vita. E quella che state per leggere è la mia ferita.
RS
IO, DODICI ANNI
MIO FRATELLO, OTTO ANNI
NON HO MAI PARLATO DI MIO FRATELLO, CHE PURE PER ME È SEMPRE STATO MOLTO IMPORTANTE. QUANDO ERAVAMO BAMBINI, GIOCAVAMO A SUBBUTEO.
ERA UN GIOCO MOLTO POPOLARE, TRA I BAMBINI DELLA NOSTRA GENERAZIONE.
SI TRATTA DI UN GIOCO DA TAVOLO IN CUI SI SIMULA UNA PARTITA DI CALCIO USANDO PICCOLI GIOCATORI CHE SI SPOSTANO CON LE DITA, COME BIGLIE.
ERA TROPPO DIVERTENTE. PECCATO CHE ABBIA PERSO LA PARTITA CON I VIDEOGIOCHI.
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GOOOL!
DA GRANDE, MIO FRATELLO È DIVENTATO INFERMIERE.
UNA SERA ERA SUL LUOGO DI UN INCIDENTE.
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NIENTE DI GRAVE. UN RAGAZZO ERA CADUTO DALLO SCOOTER, AVEVA POCO PIÙ DI QUALCHE SBUCCIATURA ALLE GINOCCHIA.
NON TI VERGOGNI?
COME DICI, SCUSA?
IO LO SO COSA HA FATTO TUO FRATELLO. ANCORA HAI IL CORAGGIO DI FARTI VEDERE IN GIRO?
FARAI MEGLIO A STARE ATTENTO.
MIO FRATELLO SI È TRASFERITO NEL NORD ITALIA, E HA INIZIATO A USARE CON MAGGIORE PRUDENZA IL SUO COGNOME.
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MA AVREMO SEMPRE IL SUBBUTEO. NON POTREMO MAI PIÙ GIOCARE INSIEME.
CI HANNO COSTRETTO ALLA LONTANANZA.
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PRIMO SANGUE 11
AVRÒ AVUTO DODICI ANNI. ERO ANDATO CON PAPÀ A GIOCARE LA SCHEDINA.
FUORI DALLA RICEVITORIA, UN INSEGUIMENTO.
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QUELL'UOMO NON AVEVA SCAMPO.
IL KILLER CAPÌ DOVE SI FOSSE NASCOSTO PERCHÉ VIDE DEL LIQUIDO USCIRE DA SOTTO LA MACCHINA.
RICORDO IL SUONO DEGLI SPARI.
SI È PISCIATO ADDOSSO!
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È come se il tempo si fosse fermato. Non sono mai uscito da sotto quella macchina. Me l'immaginavo di continuo, quel tizio. La paura lo aveva reso vulnerabile e lo aveva fatto scoprire. Così giurai a me stesso che avrei fatto di tutto per non provare mai paura, per non essere colpito.