Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Vanessa Nascimbene Supervisione Leonardo Favia Proofreading Andrea Petronio e Francesco Savino
La poesia Non badate a me è tratta dall'antologia di Pablo Neruda, Poesie di una vita, Guanda, Milano, 2017. Traduzione di Roberta Bovaia.
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Stella di mare © 2018 Giulio Macaione Per l'edizione italiana: © 2018 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-126-2 PRIMA EDIZIONE
“(…) Il mare ha scaraventato il suo abbandono, l'aria ha giocato con le cose, il sole ha abbracciato quanto c'era, e il tempo vive accanto al mare e racconta e tocca ciò che esiste. (…) Bisogna cercare cose oscure in qualche posto sulla terra, sulla sponda azzurra del silenzio o dove è passata come un treno la tempesta travolgente: lì restano segni sottili, monete del tempo e dell'acqua, detriti, cenere celeste e l'ebbrezza intrasferibile di prender parte alle fatiche della solitudine e della sabbia.” Non badate a me, Pablo Neruda
A mio fratello Enrico. E a chi aspetta.
Maggio
Stefano...
Stefano...
Marina?
Marina, sei tu?
Sei venuta a prendermi?
Stefano!
a che ora pensi di alzarti, eh?
m-mamma!
è quasi mezzogiorno, è ora che ti svegli!
non avrai lasciato l'universitĂ per passare la vita a poltrire, vero? alzati, devi darmi una mano.
fammi dormire, ho sonno.
che rottura...
9
Stefano, non farmelo ripetere! Sì, sì, sono in piedi…
Dio, che palle. Non si può neanche dormire in pace.
Ma non potevi chiedere a Luisa?
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No. Io oggi inizio a lavorare alla gelateria del duomo. Devo essere lì tra mezz'ora.
Potevi dirmelo che cercavano...
“Che fai nella vita?”
Certo che cercavano. Ormai la stagione turistica è iniziata, c'è mezza Cefalù che cerca baristi e camerieri.
“Aspetto.”
Se tu non passassi le giornate a perdere tempo... Mica ‘u travagghiu ti viene a bussare.
Senti, a proposito…
Cretina, che ne sai tu delle mie giornate?
Devo pisciare. Che vuoi?
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Ci sarebbe la mia amica Mariella… Quella alta e mora, hai presente? Ha una cotta per te.
Ma chi, quella racchia senza sopracciglia?
Ma che dici? Non è racchia.
È laria come la morte, altroché.
Non mi dire che hai ancora la testa a quella gatta morta di Marina…
È una vita che le vai appresso.
La vedi questa mano?
Lo sai cosa mi ci sono grattato? Se non la smetti te la spalmo in faccia.
Che schifo!
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Stefano, muoviti che ti devo parlare!
Sì, sì, arrivo…
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È rimasto del caffè? No. Se lo vuoi, te lo fai da solo.
Le mani te le ho fatte e ti funzionano alla perfezione. Cinque dita ciascuna. Perfette.
Sono tre mesi ormai che non fai assolutamente nulla. Ti svegli tardi tutte le mattine e poi te ne esci. Che fai tutto il giorno? Sempre in spiaggia, vai?
Che ci vai a fare? Non ti annoi? Sì.
Hai 24 anni, vuoi sprecare gli anni migliori della tua vita dormendo o stando a contemplare il mare? Ne ho parlato pure con tuo padre…
Ma se papà non c'è mai… Mamma, non mi assillare.
Sì, perché è sempre in giro a lavorare. Notte e giorno in treno alla sua età, che se gli viene un accidente...
Tu da chi hai preso, così lagnuso?
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A ogni modo, finché non avrai deciso cosa vuoi fare della tua vita o non ti sarai trovato un lavoro, dovrai dare una mano in casa. D'ora in poi porterai tu il pranzo a Matilde.
Matilde? La signora della finestra?!
Neanche morto! Mi inquieta, quella pazza!
Sì, ma…
Questo è il pranzo per Matilde. Già che ci sei, passa prima da Vico, sul molo, e compra mezzo chilo di sarde prima che le finisca.
“Quella pazza” è una mia amica ed è sola come un cane, poverina. Abbi un po' di compassione, se non altro. Non voglio sentire scuse, io oggi ho mille cose da fare. E poi tu andresti comunque al porticciolo, no?
Amunì, spicciati.
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Che palle.