Umbrella Academy - Dallas Preview

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umbrella academy

GERARD WAY & GABRIEL BÁ



VOLUME 2: dallas storia GERARD WAY disegni GABRIEL BÁ colori DAVE STEWART lettering originale NATE PIEKOS DI BLAMBOT ® copertine volumi GABRIEL BÁ


Un ringraziamento ufficiale a Jim Krueger, Jonathan Rivera e Stacy Fass. Testo della canzone The World Is Big Enough Without You di Gene Ripley Jr.

Traduzione Leonardo Favia Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Vanessa Nascimbene Supervisione Francesco Savino Proofreading Andrea Petronio e Teresa de Pasquale

Per Dark Horse Comics: Presidente ed Editore Mike Richardson Editor Scott Allie

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: The Umbrella Academy Volume Two: Dallas The Umbrella Academy™ & © 2008, 2009, 2018 Gerard Way and Gabriel Bá. Dark Horse Books® and the Dark Horse logo are registered trademarks of Dark Horse Comics, LLC. All rights reserved. For the Italian edition: Copyright © 2018 BAO Publishing. All Rights Reserved. Per l’edizione italiana: © 2018 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-3273-130-9 PRIMA EDIZIONE


Introduzione Ero alla radio. Il giorno prima avevo vinto il Newberry Award ed ero appena arrivato in un minuscolo studio della NPR a New York. Non avevo dormito più di tre ore negli ultimi due giorni, avevo sorvolato il continente per passare quattro disperati minuti sul divano di Good Morning America ed ero, ormai, sconnesso dalla realtà. Tutto ciò che mi circondava mi sembrava alquanto improbabile. Il programma si chiamava Talk of the Nation e c’era gente che chiamava per fare domande. Qualcuno da qualche parte in America mi fece la domanda: “Che fumetto stai leggendo? Cosa suggerisci?” Avevo la testa completamente vuota. Di certo avevo letto qualche fumetto, nei venticinque anni precedenti. Avevo intere librerie traboccanti di fumetti. Ricordavo chiaramente di aver letto un fumetto, nella mia vita. C’erano stati momenti in cui avevo letto solo fumetti. A dire il vero, se mi faceste questa domanda adesso, vi travolgerei con decine di titoli che mi piacciono, di autori che ammiro e seguo. Ma lì, alla radio, quando mi venne posta quella domanda, mi resi conto che non sarei riuscito a menzionare il nome di un fumetto nemmeno se ne fosse dipesa la mia vita. E sapevo anche cosa sarebbe successo immediatamente dopo: ci sarebbe stato un lungo momento di silenzio, con me che facevo “uhmmmm...”, per poi non essere mai più invitato alla radio nazionale. Stavo pensando a questo quando sentii la mia voce rispondere in maniera autonoma. Aveva bypassato il solito canale comunicativo cervello-labbra e aveva detto “Umbrella Academy” con una buona sicurezza. “Scritto da Gerard Way, è molto interessante.” O parole di questo genere. Emisi un sospiro, uno di quei sospiri di sollievo che riesci a emettere solo quando vieni sollevato da un grosso fardello. Per quanto non fossi certo che avesse a che fare con la scelta del fumetto o con la frase pronunciata in tutte le radio della nazione, ero completamente d’accordo con quanto affermato. Non mi sento così vecchio. Quando penso a, diciamo, Grant Morrison, penso al Grant che conoscevo quando eravamo entrambi venticinquenni e cercavamo di sfondare nel fumetto: capelloni, sgraziati, timidi e con la testa piena di sogni. A volte non mi sembra vero che facciamo fumetti da quasi un quarto di secolo, che abbiamo lasciato un segno. E poi leggo qualcosa di intelligente e disinvolto come Umbrella Academy e sono entusiasta come quando la run di Grant Morrison di Doom Patrol cominciò a esplorare luoghi strani e misteriosi, prima che i vostri genitori si incontrassero e si innamorassero in una fila in fumetteria, prima di quei giorni lieti, prima che ogni università avesse un corso di Graphic Novel. I fumetti che, semplicemente, mi divertono sono pochi e rari, e ne avete uno tra le mani. Rileggendo ieri le storie di questo volume, ho capito che ciò che mi piace di più è il misto di gioia e disinvoltura nella voce narrante. Come indicato una volta da Roger Zelazny, non è la storia (anche se è comunque ben strutturata) ma la maniera in cui è raccontata. L’aspetto migliore di essere giovani, svegli e fumettisti, soprattutto quando hai passato la vita a voler far fumetti, è che tutto è nuovo. Ogni transizione di vignetta, ogni cosa che chiedi al disegnatore la chiedi per la prima volta, il che ti causa gioia e delizia: la gioia della novità. Al tempo stesso, è un’opera ben realizzata: il ritmo e l’andamento della storia sono il ritmo e l’andamento di qualcuno che sa che il fumetto ha virtù uniche ed è determinato a sfruttarle tutte, di non perdere un solo colpo. Gerard Way sa quando urlare, quando sussurrare e quando semplicemente cantare. Umbrella Academy ha la virtù di essere unico. È divertente e intelligente, spesso entusiasmante, a volte stupido, in maniera raffinata: sono convinto che si animeranno altri monumenti, nei flashback iniziali. Mi interessano i personaggi, anche quelli morti, soprattutto quelli, sebbene non rimangano morti a lungo. Questo è un fumetto, in fondo, e se c’è qualcosa che Gerard sa bene è che questo è il suo fumetto. Ma i fumetti non sono solo scrittura, altrimenti pubblicherebbero le sceneggiature: i disegni di Gabriel Bá fanno equilibrismo tra il comico e il drammatico, e poi cominciano a saltare su quella corda, a ballare e fare giravolte e salti mortali: al punto che ti ritrovi a sorridere davanti a cose mostruose o ad affezionarti a personaggi che, in fondo, sono solo disegni su carta. Nelle linee, nelle persone e nei mondi che descrive c’è una brillantezza che mi rende felice. Sono lieto che la mia voce mi abbia tirato fuori da quella situazione scomoda a Talk of the Nation, quel pomeriggio. Altrimenti, non avrei avuto la possibilità di scrivere l’introduzione di Umbrella Academy: Dallas. Nel quale l’assassinio di John F. Kennedy verrà prevenuto, assicurato e discusso, nel quale Hazel e Cha Cha si guadagneranno la loro ricetta e saranno da esempio per noi sugli eccessi da zucchero, nel quale saranno rivelati la storia segreta e il futuro di Numero Cinque. Inoltre, mi spiace dirlo, un ordigno nucleare esploderà e distruggerà la Terra. Ma prima che tutto questo accada, Abraham Lincoln sta attaccando. Presto, girate pagina. Sta per cominciare, non vorrete mica perdervi anche una sola vignetta...

–Neil Gaiman Maggio 2008


A mio fratello, Mikey Way, e tutti i sabati passati a leggere fumetti, sparare con pistole laser e salvare il mondo. Gerard

Al mio caro amico, fondatore di Terra Major, autore di Roland: Days of Wrath (il mio primo fumetto da professionista), grande entusiasta di fiction storica e, soprattutto, uomo responsabile del mio primo viaggio a San Diego nel 1997. Se non fosse per lui, non avrei conosciuto il Comic-Con International, scoperto tutte le occasioni che mi offriva il fumetto, nÊ sarei diventato il professionista che sono adesso. Se state leggendo questo fumetto è per merito di un tizio chiamato Shane Amaya. Gabriel


CAPITOLO UNO



la casa bianca. diciassette anni prima. sir reginald... grazie per essere venuto con così poco preavviso... questa è una catastrofe.

il lascito di uno dei più grandi leader della nostra nazione è in pericolo. i servizi segreti... anche i nostri migliori agenti non sono riusciti a intervenire. Abbiamo perso ottimi uomini, oggi. Ottimi uomini con delle famiglie. non abbiamo nessun altro Cui rivolgerci.

questa è una questione molto delicata, signor presidente.

per lei è stato un mandato tumultuoso. Vedo che ne sta pagando lo scotto. La sua posizione ne potrebbe uscire ulteriormente indebolita, se non fosse risolta in fretta.

per fortuna i bambini sono disponibili.

ora...

riguardo quei missili...


l’umbrella academy in:

LA GIUNGLA parte uno di sei della storia: dallas


stiamo

veramente affrontando un altro monumento?!

concordo con numero due... non l’abbiamo già fatto?

ritirata e riorganizziamoci!

quei colpi finiranno per “concordarti” nell’oblio se non stai zitto e ti dai una mossa! Fermerò le fiamme!

numero uno...!


pogo...! ho la dinamite. Dove vuoi che...?

numero uno...!

ci penso io...


che sta facendo?! ruba la scena...

signor presidente...

‌ gira voce che sia stato assassinato...


dopo.

‌ e la tua bugia si è manifestata nondimeno in una ugualmente notevole immagine scolpita di john wilkes booth armato di una derringer...

non lo sapevo.

vuol dire che possiamo prendere il gelato?

fenomenale. come facevi a sapere che avrebbe funzionato, numero tre? Oh, bambini... prenderemo qualcosa di molto meglio del gelato.

di solito prendiamo il gelato.

cresci.


oggi.

l’umbrella academy.


abhijat.

bentornati in onda!


… e il mondo la vedrà come mai prima d’ora!

tra pochi istanti, la nostra partecipante si toglierà la maschera muta-aspetto a base di agenti chimici...

la nostra rinomata squadra medica ha completato una cruenta serie di operazioni per nove settimane...

proprio qui su chirurgia delle celebrità!

… e ora, finalmente, la garza andrà via!

il dottor grossman le passa lo specchio...


spaceboy. … et voilà!

fenomenale.

mio dio... è uguale a gina barbeux!

abhijat? puoi chiamare medium?

non ci credo... !

abbiamo finito i biscotti.

lo so! Non dovrai essere più te stessa...!


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