Il tempo è il prodotto più prezioso di Barbara Gozzi

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02/set/2015

Il tempo è il prodotto più prezioso Per lavorare, per gestire le giornate, per la vita. 
 Alcune considerazioni pratiche. Questo PDF FREE riunisce alcuni consigli, idee e applicazioni pratiche collegate da un unico fil rouge: 
 Il tempo è il prodotto più prezioso. Sono una freelance, lavoro tra storie, comunicazione e marketing digitale, social networking, content curation ed eventi. Nel mio lavoro tutto è - o può diventare - un prodotto e la produttività è un fattore determinante per ogni cliente quanto nella libera professione. Questo PDF e l’articolo a proporlo sul blog nascono dal bisogno di condividere quello che, sempre più spesso, vedo passare accanto e attraversare molte persone, nel lavoro e nella vita, senza però riuscire a trattenerlo: il valore del tempo, il suo peso specifico nelle giornate e nel vivere di chiunque. Perché anche il tempo è un prodotto, che abbiamo a disposizione, dotazione dell’essere in vita - risorsa iniziale - e a cui aggiungiamo un valore, ognuno di noi lo fa, ma è quel valore a fare la differenza, anche perché troppo spesso diamo per scontato che la durata della risorsa iniziale, del tempo nudo e crudo, sia ampia, ci convinciamo che la scadenza sia così lontana che nemmeno scrutando l’orizzonte la possiamo vedere. Forse lo è, forse no. Allora perché non dedicare anche a questo prodotto, al tempo, l’attenzione e l’impegno che riserviamo agli altri? altri?

I. Rispetto a gestioni digitali professionali: ✦

Il web con usi professionali deve servire, a te,

all'azienda, al Brand: ma se non c'è un'utilità sostanziale alla diffusioni, lascia stare, non importa, dedica tempo e budget ad altro con serenità;

Qualità

Gli strumenti digitali che usi sono prolungamenti di te, di chi opera per te e l'azienda: non è la Barbara Gozzi

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quantità che fa la differenza, credimi, ma come li scegli e in che modo davvero li usi. Ponderali, valuta se, quanto e come trarne il meglio, o riducili. Sarà sempre tempo speso bene quello non dedicato a usi poco funzionali;

Monitoraggio

Il tempo dedicato alle attività online va monitorato, che te ne occupi tu o qualcuno nell'azienda: organizzate report, anche semplici e schematici (non occorrono sempre strumenti iper complessi con diagrammi e infiniti numeri, prova e trova il tuo assetto), ma tenete traccia del tempo dedicato per le attività digitali per potervi confrontare, capire cosa porta via più risorse, in cosa c'è più bisogno e cosa invece potrebbe essere semplicemente gestito diversamente. Dai valore al tempo di tutti evitando sprechi o gestioni non del tutto funzionali.

✦ Inizia a considerare il tempo a 360 gradi:

il web non dorme, ci sono sempre utenti connessi, che sia Ferragosto o Natale, le indicizzazioni e le diffusioni non risentono di terremoti o inondazioni. Dunque, se vuoi strutturare una strategia online funzionale non puoi limitarti agli "orari d'ufficio" ma occorre reimpostare la percezione del tempo lavorativo in modo che quanto viene dedicato sia produttivo e sensato, senza barriere ma con programmazioni e pianificazioni al momento giusto.

Il tempo è uno dei pochi aspetti del quotidiano che non possiamo cambiare né contrattare. 
 Ma possiamo organizzarci.

Consultati periodicamente, è importante. Nel web quasi mai c'è una sola strada, un solo percorso, per arrivare a un risultato. Ma ci possono essere più vie. E non mi riferisco a questioni campate in aria ma proprio alle attività concrete, nei singoli passaggi - ad esempio per organizzare al meglio i contenuti (ricevimento, salvataggio, rielaborazioni, caricamenti, suddivisioni tra i social, planning...), per perfezionare la strategia ad ampio spettro: non è detto che il tuo modo sia quello che ottimizza al meglio il tempo. Da cui: confrontati, chiedi, consultati. Sarà tempo ben speso.

Non sottovalutare - mai - il tempo degli altri, sforzati di considerare motivazioni e ragioni, approcci e usi: online sono diverse le variabili che possono determinare mansioni, attività e specifici servizi. 
 Barbara Gozzi

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Non dare nulla per scontato, men che meno il tempo altrui. 
 Ti si ritorcerà contro, fidati.

II. Programmare il tempo nel web Perché il tempo

Per chiunque passi tempo nel web – per lavoro, per divertimento, per restare in contatto, per un blog o per riempire intermezzi – quel tempo è prezioso, per tutti lo è ma online tutto si fa caotico, veloce, un vortice che risucchia. Programmare il tempo nel web non è l’ennesima banalità, tutt’altro. Accedere al web è ormai un’azione semplice e veloce, che si abbia a disposizione un pc o un portatile sempre connesso, al lavoro, dai device che si possiedono (tablet, iPhone, iPad, smartphone): possiamo andare online ovunque e comunque, in fila dal dottore, durante la pausa caffè in ufficio, mentre mangiamo, di notte con la tv accesa, quando siamo fermi in auto in attesa che si liberi la strada dopo un incidente… le possibilità e gli incastri sono davvero infiniti.

Programmare gestioni di qualità

Il problema però è che il tempo, invece, è sempre lo stesso. Ventiquattro ore, sette giorni a settimana, dodici mesi, quattro stagioni (in teoria). Il tempo non è cambiato, scandisce il vivere di tutti sempre allo stesso modo, siamo noi, però, che stiamo acquisendo nuove abitudini, sfruttando tecnologie e opportunità di interagire, scoprire, comunicare, dire, ascoltare, cercare, essere, promuovere, e così via. Non è tanto una questione di ‘planning a tutti i costi’: il vero nocciolo della questione è l’uso che se ne fa, del tempo, e la necessità di dare qualità al tempo speso online dove le distrazioni, il caos e gli incastri superflui sono parte del meccanismo. Si può essere online per tante ragioni, in particolare nel tempo libero o per divertirsi e rilassarsi, programmare può non essere necessario.

Per tutto il resto però, non sottovalutare quanto tempo il web ti ‘ruba’ Barbara Gozzi

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Se il web ti è necessario per lavoro: organizzati con file dove tenere traccia del tempo che dedichi ad ogni attività, o ad ogni cliente. Basta davvero poco, per annotare l’orario di inizio e di fine, e una breve descrizione di cosa si è fatto. Ti aiuterà a capire quanto tempo dedichi alle singole attività professionali, e con i clienti è un approccio che si tende alla trasparenza.

Se il web è una ‘piazza’ dove condividi passioni, e conoscenze, se – insomma – è un modo per coltivare il tuo talento verso possibili intenti professionali: schematizza le giornate. Se stabilisci le fasce orarie (o la) in cui puoi dedicarti al blog ad esempio, o a proseguire la scrittura, a inserire le tua ultime creazioni handmade, a commentare e rispondere… e se rispetti questi tempi pre organizzati, evitando dispersioni e distrazioni (perché se sai che c’è una precisa scadenza, e dopo devi dedicarti ad altro, sarai meno libero ad assecondare nuovi stimoli online), ti accorgerai dei benefici per la qualità di quello che fai nel web, oltre a una maggiore consapevolezza e serenità generale. Prova, e fammi sapere!

Non limitarti nelle programmazioni 
 Evita di farti ingabbiare da eventuali convenzioni sociali o da quello che senti in giro: decidi TU quando nella tua vita - ci sta meglio il tempo nel web. Quel ‘quando’ non è poi così importante - a volte non è semplicemente il momento giusto, a volte arriva all’improvviso purché ci sia a monte una programmazione in grado di aiutarti a ripartire il tempo tra i tanti ruoli e le necessità di ogni giorno.

Il web non è la vita

Non completamente, insomma. Il fatto che si possa accedere alla rete con grande facilità praticamente ovunque tende a favorire l’impressione che taluni confini si possono abbattere con altrettanta facilità, ed è vero a patto che se ne fissino di nuovi. Programmare il tempo nel web può diventare un ottimo modo per non confondere troppo i diversi impegni, e per non dimenticare di dedicare il ‘giusto’ tempo alle diverse priorità, senza finire fagocitato da qualcosa in particolare.

Barbara Gozzi

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III La scrittura come parte della vita Della scrittura si dice molto, online. Sia della scrittura editoriale che della scrittura come parte fondante di mestieri: dal blogging, al copywriter, passano per l’ormai rinomata content curation e molto altro. Sempre più spesso, però, nel mio lavoro incontro clienti e colleghi in perenne conflitto con una dinamica comune: come far stare la scrittura nel resto della vita.

Ragioni La scrittura può molto, nella vita di chiunque, lo penso da sempre e non per moda o per sensazionalismo, con me è andata proprio così. Ecco perché è fondamentale avere delle precise ragioni per scrivere, ragioni che possono anche cambiare nel tempo ma che necessariamente dovrebbero indicare anche l’orizzonte verso cui stai guardando mentre scrivi. Non scrivere per nessun motivo che non ti appartenga profondamente, ogni ‘cosa’ che fai senza passione, ti torna indietro al contrario, prima o poi. Fai stare la scrittura dentro il resto della tua vita se:
 
 - scrivere ha per te un senso, se ti tira fuori ‘qualcosa’, qualsiasi cosa a cui puoi dare un significato e un valore;
 - scrivere è qualcosa a cui non puoi rinunciare e ti aiuta, ad esempio a mettere ordine e a condividere;
 - scrivere può sostenere la tua professionalità, conoscibilità e autorevolezza nei mestieri on e offline. (*) > di seguito un capitolo a parte.

Barbara Gozzi

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La realtà Gli scrittori professionisti che vivono e campano con la scrittura si contano nella punta delle dita, e anche chi opera online, generalmente si avvale della scrittura come elemento d’un più complesso insieme di abilità, professionalità e servizi. Il tutto si traduce semplicemente in tante situazioni anche diverse dove la scrittura è uno degli ingredienti della giornata o della settimana.

Il dilemma Se si sceglie di raccontare una storia - che si tratti di qualcosa di lungo o meno - ma anche se s’avvia un blog o si scrivono articoli o approfondimenti per Brand o realtà editoriali il dilemma con cui ci si può scontrare è: come incastro la scrittura nel resto della vita senza “perderci” troppo tempo? Il tempo e le energie dedicate alla scrittura possono variare anche di periodo in periodo e - a volte - si finisce per abbandonare l’idea o ridimensionare gli impegni presi.

Il punto di rottura Un aspetto su cui vale la pena di soffermarsi sempre, quando si sta lavorando a una propria storia o si intende scrivere in modo professionale è: perché lo sto facendo? Cos’ho ancora da dire? Voglio farlo? Posso essere costante? Quali traguardi vorrei raggiungere? Se ti senti ‘spinto’ a scrivere, vale la pena ragionarci: quali che siano le attività che svolgi periodicamente va tutto messo in conto, questo è vivere. Ma la scrittura può diventare un ‘ingrediente fisso’, un approccio per passione o per professione. Può, se i pro superano i contro, e se sei disposto a rimboccarti le maniche seriamente.

Il resto della vita Quando si scrive una storia, ma anche se s’avvia un blog è possibile finire in un loop – specialmente all’inizio ma non è detto, non esistono regole o standard assoluti – è possibile finire per considerare quella storia o il blog (gli articoli, i post) come la propria vita, perché si fa il possibile per essere costanti, per scrivere ogni giorno e portare avanti l’impegno. Ecco perché un autore può percepire come “il resto della vita” tutto ciò che vive fuori la storia che sta scrivendo e un blogger può respirare “il resto della vita” tra articoli e sharing in una connessione perenne. Ma “il resto della vita” è parte fondante del lavoro creativo per costruire, impastare e scrivere. 
 Il resto della vita dipende dal tempo che decidi di vivere appieno, del tempo che ti concedi per assorbire ciò che hai attorno e chi scegli di tenerti accanto. Il resto della vita può finire nella scrittura, ma ha bisogno che tu diversifichi il tempo, che distingui quando stai registrando informazioni per il prossimo articolo (o capitolo) e quando stai ridendo al bar (anche se è possibile che prima o poi perfino le risate e il bar entreranno in qualcosa che scriverai, prima o poi).

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Il metodo per scrivere Partendo dal presupposto che il resto della vita è parte di noi, che ci serve tempo per viverlo: scrivere dipende quasi sempre dal metodo, dal definire una o più modalità e nell’attuarle con costanza, impegno, e precisione. Il metodo riduce al minimo il caos, e aiuta in quei momenti difficili in cui ci si sente stanchi, demotivati o dove le direzioni sembrano meno certe o troppo lontane.

Come si definisce dunque questo metodo? Suggerisco alcune considerazioni alla base di ogni pianificazione: prova a rispondere alle domande di seguito e stabilisci un sistema che sia funzionale per te. • Quanto tempo puoi realisticamente dedicare alla scrittura

settimanalmente? • Quali possibili impegni e impedimenti potrebbero settimanalmente (o

periodicamente) ridurre tempo ed energia dedicabili alla scrittura? • Quali principali ostacoli ti impediscono di scrivere?

Un metodo funzionale ed efficace andrebbe a priori organizzato per subire il minor numero di variazioni durante il lavoro di scrittura, ciò nonostante vale la pena si soffermarsi su alcune caratteristiche.

Durata

Programmare

Non esiste un tempo minimo e un tempo massimo per scrivere una storia o per pianificare il calendario editoriale di un blog o di una realtà editoriale. In linea teorica ma anche pratica, comunque, la durata della scrittura non può e non deve essere un metro di misura efficace più è corta, anzi. Scrivere richiede tempo, pazienza, ascolto, recupero e spesso riscrittura. Scrivere è faticoso, molto faticoso, è anche una prova di resistenza.

Pianificare può essere utile ed efficace sia per le storie quanto per blog o altre realtà editoriali professionali. Schede dei personaggi, scaletta preliminare, appunti su scene e svolgimenti, dettagli appuntati dal quotidiano su bloc notes o sul telefonino ma anche elenchi di possibili argomenti da Barbara Gozzi

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trattare per il blog, fonti rintracciate giornalmente durante le ricerche online, bozze di calendari editoriali e pianificazioni per alternare argomenti. L’importante è, secondo me, evitare rigidità.
 Programmare dev’essere un aiuto a restare lucidi e costanti, non una barriera o un limite. Programmare può favorire l’approccio complessivo, nel sentirsi in linea con quanto stabilito inizialmente, nel mantenere una rotta certa. Basta non esagerare, e – se necessario – apportare correzioni sensate.

Colpe

Sentirsi in colpa è praticamente un passaggio quasi obbligato, durante il processo di scrittura e lo posso testimoniare in prima persona: mi è successo sia per racconti o romanzi quanto per articoli o calendari editoriali. Dunque che si fa?

Perdonati Non c’è altro modo per continuare a scrivere togliendoti di dosso pesi e fatiche. Perdonati perché sei umano. Perdonati per quello che non sei riuscito a mantenere, per quello che volevi fare, per il ‘come’ che è sempre migliorabile, ma rimani oggettivo e ricettivo. Perdonati e concentrati sulle priorità ovvero sul non smettere di scrivere, comunque vada, e sul restare focalizzato su motivi, obiettivi e opportunità.

Ricette magiche

Lo so, è il momento delle ricette magiche, qualcosa come Le 10 ‘cose’ da fare per finire una storia, oppure, 7 modi per articoli originali sui must del momento e così via. Ma le ricette magiche non esistono. Il metodo, invece, può essere costruito con un mix di buon senso, analisi onesta della propria situazione, impegno complessivo e abilità (anche costruite e perfezionate con il tempo).

Barbara Gozzi

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Riassumendo Alcuni spunti pratici per un metodo funzionale nel tempo (finché hai ragioni valide per scrivere):
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Fissa tempistiche di scrittura con cadenze plausibili e adattabili al resto della vita (ma non inferiori alla settimana, o decade il senso stesso di un planning che possa dare risultati almeno nel medio periodo);

✦ ragiona

sulla storia (plot, personaggi, fattibilità, generi, stili e tecniche narrative) o sugli argomenti da trattare nel blog o nella realtà editoriale (brand, magazine digitale…) e definisci un primo planning complessivo, una scaletta;

Revisioni: prevedere riletture con ragionevole distacco dalla prima stesura è un’ottimo modo per individuare punti deboli o problemi che richiedono interventi in una storia (dandosi dunque il tempo di ‘staccare la testa’ dalla storia stessa) mentre per articoli e post è bene scrivere in piattaforma e pianificare per poi rileggere magari a distanza di mezza giornata (o qualche ora) per concedersi la corretta pausa mentale. Quante volte ho rintracciato banali refusi ma anche interi paragrafi che potevo scrivere diversamente, meglio diciamo, a distanza di un po’ di tempo dalla prima stesura! Tante volte, lo assicuro. E’ tempo ben speso quello delle revisioni, se non si cede alla fretta;

Confrontati: nel blogging e nei calendari editoriali è molto utile restare ‘in connessione’, leggere molto online, prendere visione di stili, approcci e modi di chi già nel digitale opera quanto se possibile confrontarsi con colleghi: non c’è nulla di peggio di un professionista solo, credimi. Rispetto alle storie può essere di aiuto esporre la propria ad altri, preferibilmente non parenti o amici, per evitare pareri controproducenti. Un editor o un professionista di settore può essere fonte di consigli e indicazioni molto più utili e sensate per la scrittura narrativa.

Prenditi il giusto tempo: per appunti, ricerche, annotazioni, schemi, elenchi (di link, fonti, idee, siti da consultare periodicamente…), non è mai tempo mal speso quello dedicato ad approfondire o seminare per il futuro.

Definisci deadline: stabilisci dei tempi massimi, entro cui scrivere articoli, pianificare calendari, occuparti dei capitoli o delle stesure della tua storia, testi per clienti e così via. Le scadenze sono fondamentali per non perdere il controllo della scrittura, e vanno sicuramente vissute con elasticità ma senza esagerare o non sono più scadenze!

Se ti scappano elementi dal vivere. Ovvero se hai perso quell’idea per il prossimo articolo che ti è venuta al supermercato o se hai dimenticato quel nome o quella caratteristica per il tuo personaggio: perdonati e vai avanti. Arriveranno altre idee, pensieri e spunti. Non tutto quello che vivi può già avere una precisa collocazione nella scrittura. Ma se immagazzini vivendo appieno, prima o poi una destinazione la troverai. Barbara Gozzi

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Nel web sono tanti i professionisti che da anni sostengono con forza il peso specifico e il valore del blogging per favorire mestieri e professionalità.

(*) Scrivere può aiutare la tua professionalità, conoscibilità e autorevolezza nei mestieri on e offline
 Per molto tempo il blogging è stato considerato come un’attività per ‘fissati della rete’, una specie di diario digitale, qualcosa che non poteva avere a che fare con la serietà di un mestiere. Fortunatamente le ‘cose’ sono cambiate, anche in Italia.
 Abbiamo professionisti stimati da colleghi e clienti che svolgono regolare attività di blogging e che hanno accresciuto proprio l’attività on e offline anche attraverso le pubblicazioni. Non si tratta più di leggende metropolitane.

Ma il blogging professionale è un mestiere a tempo pieno, che richiede costanza, impegno, frequenza, creatività, approccio identitaria e originale, spirito d’iniziativa e pizzichi di fantasia.

E’ molto più complesso di quanto non si possa pensare perché non dipende esclusivamente dal saper scrivere bene, si tratta anche di: ✦

dosare argomenti, tematiche quanto angolazioni e approcci il più possibile identitari;

conoscere le basi del blogging professionale, dell’indicizzazione e delle diffusioni online (SEO, SEM, struttura degli articoli, sharing, relazioni, social, storytelling…) e applicarle con costanza restando aggiornato: dunque non si finisce mai di imparare davvero!

stabilire se ha un senso in primis per sé: dal momento che in tanti hanno blog di settore in modo più o meno stretto, è fondamentale non proporre contenuti scontati, iper trattati, ovvii. Chi legge cerca comprensioni, idee, proposte concrete o opzioni possibili, ma anche sogni, Barbara Gozzi

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“Per diversi anni anch’io ho rimandato l’approccio al blogging professionale, nello specifico per ragioni di tempo: sapevo di non averne abbastanza (e confesso di non sopportare d’iniziare qualcosa sapendo in partenza di non poter mantenere concretamente l’impegno).”

Serve tempo, affinché la scrittura finalizzata a sostenere professionalità, dia risultati. Serve tempo per iniziare a essere letti. Per costruire relazioni (e magari coltivarle anche offline). Per farsi rintracciare e riconoscere, serve tempo.

storie, stili in grado di coinvolgere, opportunità, occasioni di scoperta e contatto, novità, curiosità. Per essere un vero e proprio valore aggiunto, per sostenere abilità e professionalità, il blogging va vissuto con costanza, pubblicare senza un calendario editoriale, senza pianificazioni, senza costruirci attorno, inevitabilmente porta a pochi o scarsi risultati.

Ma il tempo non va sottovalutato Quello necessario quanto quello effettivamente disponibile. Il tempo mal speso danneggia chiunque, non c’è nulla di peggio di costruire qualcosa che poi si perde in fretta senza possibilità di ritorno. Eppure nella scrittura, nelle creatività, nel proporre idee, spunti e argomentazioni: in tutto questo ci sono tante occasioni di farsi conoscere, di confrontarsi, di ricevere feedback, contatti, incontri e condivisioni. Il miglior consiglio che posso dare è di ragionare su cosa si può dare, con un blog, su quanto si può davvero essere costanti e presenti, su quanto impegno pensi di poter dedicare onestamente: i risultati - lo posso assicurare anch’io arrivano e sono concreti. Se vuoi sapere a che punto sono sul mio blog: lo trovi QUI.

Share the love - thanks! Questo PDF free è un’idea per sostenere un messaggio in cui credo molto con un augurio per chiunque vorrà riceverlo e condividerlo. Se ti va, se ti è piaciuto, se c’è qualcosa che può avere un senso per te, condividilo come e quando vuoi. Grazie! >> Qui trovi l’articolo con il download gratuito <<

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Bonus track Credevi che avessi finito? ^__^ Alcuni veloci spunti ‘bonus track”, sono melodie che riassumo qui in versione inedita.

Mood: Risparmia tempo online 1. Scorciatoie: evitale anzi, fuggi proprio nella direzione contraria. E’ tutto tempo che risparmi (e denaro). Ma non ti devi fidare di me, prova e ti accorgerai. Ormai ogni piattaforma ha messo ‘in piedi’ e applicato procedure e controlli per evitare scorciatoie per risultati ‘facili e veloci’ (ma vuoti e senza riscontri concreti per il Business). Esempi? 10.000 Mi Piace in un secondo, o 5.000 follower su Instagram o twitter in mezza giornata… Cosa succede se acquisti pacchetti o offerte di questo tipo? Prima o poi vieni sottoposto a controlli e allora PUF! tutto scompare magicamente e vieni fortemente penalizzato. In più: quanti nuovi clienti e contatti ti sono realmente arrivati da queste scorciatoie? Appunto.

A proposito di musica: se ti va di ascoltare qualcosa mentre leggi questo PDF o fai altro, oppure se ti va di aggiungere brani che ti piacciono: QUESTA è la playlist collaborativa che ho creato per “Il tempo è il prodotto più prezioso”

2. “Ci provo poi vediamo” (variante: “inizio poi magari mi fermo per un po’”): lascia stare, non dedicare nemmeno 5 minuti. Online ogni interruzione o incostanza azzera eventuali risultati ottenuti. Come? I follower perdono interesse, la carenza di contenuti non ‘fa girare’ la tua presenza online, non appari, non vieni linkato, non hai commenti che possano farti comparire nelle timeline di altri, non ricevi retweet e così via. Non esisti. Non spenderlo nemmeno il tempo per provarci, risparmialo e fai altro. 3. “Ora che ho il nuovo sito sono a posto”: peccato, potevi risparmiarti anche il tempo per il sito. No, non sei a posto. Il sito web - anche se ottimizzato, Seo oriented, necessariamente mobile friendly, con grafica identitaria e contenuti originali e in target, no non basta. Anzi, è appena l’inizio. Se il sito non ‘gira’, se non viene rilanciato, se non lo aggiorni con news o altri contenuti originali periodici, se non viene richiamato in altre presenze online come i social del Brand: non serve proprio a nulla.
 Perché esserci se poi non ti trova nessuno? Se sanno che ci sei solo Barbara Gozzi

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i tuoi amici o quelli che sono già clienti, è inutile. Risparmia il tempo e fai altro.

Articoli con approfondimenti a tema: ✦

Ti piace vincere facile?

Social Network Marketing: miti da sfatare

La ricetta della visibilità online

Cosa vuol dire comunicare online?

Riprenditi la tua storia

Il valore aggiunto

Contenuto a chi?

4. “Nel social network marketing non spenderò nemmeno un centesimo”: ottimo, allora non avviare alcun canale social, evitati il tempo speso a crearli, perfezionarli graficamente rispetto alla tua azienda, programmare contenuti periodici. Perché? Senza pianificare anche periodiche azioni di promozione e diffusione a pagamento resterai comunque imbrigliato nella rete dei contatti già in possesso, degli amici degli amici al massimo, di qualche rilancio occasionale o magari un commento in più, se sei fortunato. Il tempo e le energie per il calendario editoriale e la content curation non vale la pena se continui a rapportarti con connessioni che avevi già, se non riesci a diffondere relazioni in target. La leggenda metropolitana che il web è gratuito (se sai come ‘muoverti’) non è altro che questo: una favola inutile per il tuo Business. 5. “Non ho niente da dire”: quindi online cosa pensi di fare? Un sito statico da non toccare mai più o magari un landing page con le informazioni che l’azienda usa nelle brocure sempre uguali? Ricrei l’elenco dei tuoi prodotti o servizi in versione cliccabile? Metti qualche messaggi promozionale o sconto quando ti capita? Non farlo, davvero sono seria, non farlo. Risparmia il tuo tempo e quello di chi collabora con te. Senza contenuti non esiste nulla online, che si tratti di testi, storie, foto o video, relazioni comprese. E se non hai nulla da dire, nulla oltre le consolidate comunicazioni aziendali già utilizzate in precedenti dinamiche di marketing: il web non fa per te, non può aiutare il tuo Business, di qualunque genere e settore.

Nell’immagine: frase tratta dal monologo iniziale della 5°stagione, episodio 10, serie Tv "Medium" ideata da Glenn Gordon Caron, con Patricia Arquette e Jake Weber. Barbara Gozzi

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