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L’Amico della Famiglia Novembre 2021 Settembre 2022 11

Diocesi/Nella tradizionale apertura dell’anno pastorale in duomo l’8 settembre

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Delpini: “Essere cittadini responsabili e presenti nella politica per servire il bene comune e i poveri”

Segni del Regno di Dio nella società, nella politica, nell’economia, nel servizio del bene comune e dei poveri, nella promozione della giustizia, della pace e della fraternità. Essere cioè «il popolo della speranza».

E’ l’impegno che l’arcivescovo Mario ha delineato nella celebrazione di inizio anno pastorale, l’8 settembre scorso in Duomo. Un popolo della speranza che si alimenta con la preghiera e la celebrazione dell’Eucarestia, come suggerisce nella proposta pastorale di quest’anno, “Kyrie, Alleluia, Amen. Pregare per vivere nella Chiesa come discepoli di Gesù”, pubblicata lo scorso 24 giugno.

Una proposta che ricalca quella “dimensione contemplativa della vita” che nel 1980 fu la prima lettera pastorale del card. Carlo Maria Martini, di cui sono stati appena ricordato i dieci anni della scomparsa.

I credenti sono il popolo dell’Amen, una delle parole guida della proposta pastorale; sono cioè disponibili ad essere «popolo dell’allenza», di quella «speranza offerta dalla Parola di Dio» che «salva dalla disperazione” e «guarisce dalla corruzione”.

«Vogliamo essere cittadini responsabili, attivi, pensosi, intraprendenti per il bene comune. Sì, Amen - ha osservato l’arcivescovo -. Saremo presenti nei partiti politici, nelle amministrazioni comunali, nelle responsabilità economiche non come gente che cerca potere e vantaggi di parte, ma come gente che vuole servi-

L’arcivescovo Mario Delpini in duomo l’8 settembre La proposta pastorale

re il bene comune e il gemito dei poveri. E’ in questo tempo di crisi economica e di guerra che ferisce l’Europa, vogliamo essere figli di Dio, cioè operatori di pace e pretendere che i responsabili delle nazioni, i luminari delle accademie, gli operatori economici orientino tutte le loro forze e risorse per la pace dentro le società malate di troppa diseguaglianza e corruzione e per la pace tra le nazioni impantanate in conflitti assurdi, in un disastro senza via d’uscita. Sì, amen! ».

Quasi a ribadire di non aver toccato argomenti complementari per la vita dei credenti, Delpini ha insistito sulla centralità di Eucarestia e preghiera. Queste realtà non vanno intese «come una sorta di rassegnazione all’insignificanza» ma come un invito a seguire la via che rende sempre più uniti a Gesù, per vivere «questa storia come storia di salvezza, per fare della nostra vita un servizio e un dono, come insegnano i missionari martiri e le suore uccise in missione» con un chiaro riferimento a suor Luisa Dell’Orto, uccisa ad Haiti a metà luglio o al più recente caso di suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico.

Nelle comunicazioni il vicario generale, mons. Franco Agnesi, ha sottolineato in particolare l’approvazione tramite decreto arcivescovile della «Nota pastorale per l’avvio del cammino delle Assemblee sinodali decanali», nuova tappa del percorso avviato lo scorso anno con la formazione dei Gruppi Barnaba.

A conclusione del pontificale infine, l’arcivescovo ha voluto chiudere il caso nato dal suo saluto in cattedrale a Como al neo cardinale comasco Oscar Cantoni. «Volendo essere un po’ spiritoso nel salutare un caro amico, non sono stato capito nelle mie reali intenzioni».

In sostanza, il Papa fa cardinale chi vuole e se non nomina più gli arcivescovi di sedi tradizionalmente cardinalizie come Milano certo, ma anche Torino, Genova, Venezia, Napoli e Palermo avrà le sue buone ragioni.

Fabio Brenna

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