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Interventi di pet therapy all’hospice di San Vito al Tagliamento
Vanessa Monique Boyer
L’Hospice ‘il Gabbiano’ dell’ASFO è collocato presso l’Ospedale Civile di San Vito al Tagliamento ed é stato inaugurato nel dicembre del 2007. La struttura è composta da 10 stanze singole con poltrona-letto e bagno singolo attrezzato per disabili, soggiorno polivalente, sala riunioni, locali per colloqui ed ascolto, cucina e medicheria. L’équipe curante è composta da quattro medici palliativisti, uno psicologo, una caposala, undici infermieri, sette operatori socio-sanitari e un fisioterapista a richiesta. L’ambiente ricreato è caldo e accogliente, le pareti sono colorate e adornate da quadri, gli operatori indossano dei camici color lilla ma la caratteristica principale che li contraddistingue è il loro atteggiamento accogliente. Nel Maggio del 2010 nasceva l’associazione Amici dell’Hospice ‘Il Gabbiano’. Ogni iniziativa promossa dall’Associazione rientra nei programmi, nelle finalità e negli obiettivi previsti dai responsabili dell’équipe curante dell’Hospice. In questo momento storico, a causa delle norme vigenti per contrastare la diffusione del virus COVID-19 la presenza dei volontari in reparto è stata sospesa. In questa cornice nell’anno 2017, dopo aver concluso un percorso formativo che corrispondeva ai requisiti previsti dalle Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali è iniziato un progetto di AAA presso l’Hospice il Gabbiano. Devo ringraziare i responsabili dell’equipé per aver creduto in questa attività perché senza questa premessa non sarei qui a scrivere di questa straordinaria avventura che ancora oggi viene sostenuta. Sono da sempre convinta che la presenza di un animale nelle nostre vite sia fonte di arricchimento per la nostra esistenza. Durante la nostra infanzia sarà un instancabile compagno di gioco che con la sua presenza ci insegnerà i valori della responsabilità e
del rispetto. Durante i nostri momenti di sconforto sarà sempre pronto ad accogliere in uno sguardo sincero il nostro stato d’animo. Gli animali, sono portatori sani di amore, sinceri e fedeli. Interventi assistiti dagli animali in cure palliative Gli ospiti affetti da tumori e malattie neurologiche degenerative presentano caratteristiche patologiche specifiche, quali ad esempio deficit motori, disturbi cognitivi e soprattutto aspetti depressivi che inficiano irrimediabilmente sul benessere della qualità della vita della persona. I pazienti si vedono cambiare nell’aspetto e nello spirito per gli effetti della malattia e delle terapie. Le attività di vita quotidiana più semplici diventano faticose, a volte insostenibili con conseguenza naturale della perdita delle autonomie comportando la necessita di un “caregiver”. Le persone che vengono prese in carico dal servizio di cure palliative saranno sostenute e accompagnate nel loro percorso dall’équipe dell’Hospice il Gabbiano. L’attività di AAA si propone a sostegno della persona ricoverata e dei suoi familiari. Il cane, opportunamente educato e accompagnato dal coadiutore con qualifica rappresenta uno stimolo motivazionale a sostegno della degenza e sarà un ottimo strumento di mediazione nella relazione tra paziente-familiare e paziente-operatore, capace, con la sua presenza, di ricreare momenti di spensieratezza. L’attività potrà essere proposta anche a pazienti allettati, affetti da paralisi o da sclerosi multipla, perché le competenze richieste possono essere davvero minime per interagire. I cani coinvolti nel progetto sono due sorelle di Golden Retriever di mia proprietà. La prima ad essere inserita nel progetto si chiama Paloma; si tratta di un cane che possiede un indole estremamente socievole e un attitudine mite e riflessiva, il colore del suo manto è dorato. Lucy, invece, di color panna è più minuta e vivace ma anche lei capace di stare nel contesto, si è dimostrata molto dolce e predisposta alla relazione. Da subito, entrambe, si sono integrate nel “gruppo di cura”. La presenza del cane in
un attività guidata dal coadiutore può restituire una parte di dignità al degente che prima di essere paziente è persona capace di prendersi cura di loro. Lo farà attraverso semplici attività quali: prendersi cura della pulizia del cane “spazzolandolo”, eseguire dei semplici giochi premiando Paloma e Lucy con dei bocconcini. I ruoli si invertono poiché il paziente diventa parte attiva nel progetto di cura e da assistito diventa persona abile. Da questa attività spesso i pazienti chiedono di essere fotografati con il cane lasciando un ricordo indelebile ai familiari. In questi anni abbiamo conosciuto moltissime persone, ognuna con la propria storia. Sicuramente le immagini di Paloma e Lucy saranno ancora vive nei ricordi dei loro congiunti. Ricordo che la moglie di un paziente mi confido che aveva fatto stampare una fotografia del marito con Paloma per tenerla vicino a se’. Ho conservato alcuni disegni dei bambini che ho conosciuto in reparto perché venivano a visitare i loro nonni o i loro genitori. I disegni si accomunano per la maggior parte da una caratteristica particolare, Paloma e Lucy sono state raffigurate molto grandi rispetto alle proporzioni del disegno. Il cane non giudica un soggetto per l’aspetto fisico ma si avvicina ad esso a seconda delle intenzioni e dell’interesse che gli viene dimostrato, sarà capace di donare affetto incondizionato alla persona con cui avviene l’interazione se lo vorrà. Paloma e Lucy mi hanno insegnato ad ascoltare i silenzi perché alle volte è sufficiente essere presenti per dare sostegno. Il concetto di benessere condiviso si esprime in una parola chiave in questa attività: rispetto. Il rispetto dei tempi, delle esigenze e delle propensioni di Paloma e Lucy. Il benessere dei pazienti può esistere solo attraverso una relazione che si basa sul rispetto e sulla sintonia. Il progetto era stato sospeso a causa dell’emergenza sanitaria ma da alcuni mesi abbiamo ripreso l’attività. Ho voluto fare un piccolo test con entrambe il primo giorno di attività. Ho parcheggiato distante dall’ingresso del reparto rispetto alla consuetudine non mettendo loro nemme-
no il guinzaglio. La loro risposta è stata sorprendente. Entrambe si sono recate trottando verso l’ingresso del reparto. Scodinzolanti mi hanno guardata, quasi volessero dirmi di spicciarmi. Di questa manifestazione devo dare merito a tutta l’equipe dell’Hospice perché si sono sempre dimostrati accoglienti e amorevoli verso Paloma e Lucy. Ringrazio infine tutte i degenti e i loro familiari per averci aperto le porte delle loro stanze.
Paloma durante un intervento di AAA in Hospice, in questa immagine traspare la naturalezza dell’interazione tra cane –paziente
Lucy in interazione con una paziente dell’Hospice