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Confindustria Venezia

La sfida è coniugare lo sviluppo Ricordiamo ai nostri industriale con la tutela sociale ed ambientale clienti che, oltre alle filiali e relativi sportelli Atm, sono disponibili le se-

guenti aree automatiche: Vincenzo Marinese

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La pandemia ha inferto un duro colpo all’industria veneta nel 2020, soprattutto a causa della flessione della domanda, interna ed estera, conseguente alle misure di contenimento del contagio.

Secondo il centro studi di Unioncamere del Veneto, nel 2020 le esportazioni nella provincia di Venezia hanno subito una contrazione del -9,1% rispetto al 2019, con una perdita totale di oltre 452 milioni di euro. La provincia di Rovigo, in controtendenza rispetto al dato nazionale e regionale, ha visto un boom dell’export (+29,5% rispetto all’anno precedente) trainato dal comparto articoli farmaceutici e chimico – medicinali. Una pesante flessione ha investito la produzione manifatturiera veneta, diminuita del -8,6% nel 2020 rispetto al 2019.

In questo scenario, le risorse che verranno iniettate nella nostra economia attraverso il Recovery Fund rappresentano una enorme opportunità per il territorio. Per poterla cogliere, tuttavia, è necessario innanzitutto risolvere le criticità del Paese. L’esplosione dei costi induce a riappropriarci della produzione delle materie prime. La lentezza della burocrazia impone una riforma della pubblica amministrazione. È così che questa somma potrà favorire l’avvio di nuovi processi di crescita.

Serve, quindi, un cambio di passo. Innanzitutto dobbiamo credere nei processi di aggregazione. Sono numerose le aziende venete con un grande potenziale di crescita che non riescono a esprimere a causa delle ridotte dimensioni. In questo scenario, le reti d’impresa possono fortificare e preparare il tessuto produttivo alle sfide internazionali. Il nostro territorio ha già iniziato a lavorare in tal senso: nel mese di ottobre 2019 risultavano attivi 2.724 network in Veneto, 707 dei quali tra le province di Venezia e di Rovigo.

Tra i principali ambiti di collaborazione tra aziende, va senz’altro ricordato quello della sostenibilità. Un tema sul quale la nostra Associazione si sta impegnando molto, attraverso realizzazione di importanti iniziative come il primo Manifesto per la so-

stenibilità. Al documento, ad oggi, hanno aderito: la Regione del Veneto, la Prefettura di Venezia, il Comune di Venezia, la Camera di Commercio di Venezia Rovigo, l’Università Ca’ Foscari, l’Università Iuav, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, l’Associazione Kyoto Club e la Fondazione Giorgio Cini. Il Manifesto esprime l’impegno di tutto il sistema imprenditoriale rispetto alla sfida della transizione ecologica in corso: coniugare lo sviluppo industriale con la tutela sociale ed ambientale.

È questa la visione che ispira anche il progetto della Zona Logistica Semplificata "rafforzata" nell’area metropolitana di Vincenzo Marinese Presidente di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo

Venezia e Rovigo. Un importante volano di sviluppo che potrebbe generare 2,4 miliardi di investimenti e 26.600 nuovi posti di lavoro, tra diretti e indiretti. La Zls rappresenta un’opportunità anche per le aziende che, a seguito di Covid-19, stanno resettando le supply chain, aprendo a prospettive di back-reshoring e alla ricostituzione di cicli produttivi integrati.

La collocazione di Venezia all’interno della “Via della Seta Marittima”, del resto, permette di intercettare i flussi di merci provenienti da Asia e Africa, diretti verso il resto d’Europa, con enormi vantaggi economici. Per effetto delle criticità del Porto lagunare, tuttavia, tante aziende saranno costrette a spostare il proprio baricentro logistico altrove, con il rischio di impoverire il tessuto produttivo. Nonostante ciò, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non prevede alcuno stanziamento per il nostro scalo.

Ecco, allora, che dobbiamo difendere il Porto di Venezia. Il suo ruolo è di fondamentale importanza per il Veneto intero e rappresenta un asset strategico per la ripartenza dell’economia.

In questa direzione dobbiamo guardare, perché il futuro è nelle nostre mani!

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