Quattro prospettive sul millennio

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Wayne Grudem

IL DONO DELLA PROFEZIA NEL NUOVO TESTAMENTO E OGGI D. A. Carson

DALLO SABBATH AL GIORNO DEL SIGNORE

Un’indagine biblica, storica e teologica Augustus Nicodemus

LA BATTAGLIA SPIRITUALE D. A. Carson

LE MANIFESTAZIONI DELLO SPIRITO

La teologia di 1 Corinzi 12-14 Robert G. Clouse

QUATTRO PROSPETTIVE SUL MILLENNIO Sam Storms

L’ELEZIONE


QUATTRO PROSPETTIVE SUL MILLENNIO a cura di

Robert G. Clouse


Quattro prospettive sul millennio a cura di Robert G. Clouse Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Originally published by InterVarsity Press as The Meaning of the Millennium: Four Views © 1977 by InterVarsity Press Translated and printed by permission of InterVarsity Press, P.O. Box 1400, Downers Grove, IL 60615, USA. All rights reserved. Traduzione: Roberto Cappato Progetto grafico: Samuele Ciardelli Impaginazione: Graphom di Marida Montedori Prima edizione: Dicembre 2018 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-83-7 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.


Indice Introduzione

Robert G. Clouse

Alcune brevi definizioni Concezioni diverse in momenti diversi

1 Il premillenarismo storico George Eldon Ladd

La questione dell’ermeneutica Il contesto del millenarismo Il millenarismo Replica premillenarista dispensazionalista Herman A. Hoyt Replica postmillenarista Loraine Boettner Replica amillenarista Anthony A. Hoekema

2 Il premillenarismo dispensazionalista Herman A. Hoyt

Il regno annunciato dalla Scrittura Il criterio per interpretare la Scrittura Interpretazioni del regno L’interpretazione biblica del regno La storia del regno vicariale Il regno nella profezia Il regno nei Vangeli Il regno durante il tempo presente Il concretizzarsi del regno Replica premillenarista storica George Eldon Ladd

9 9 11 17 18 28 31 39 44 51 57 58 59 63 64 67 71 77 81 83 85


Replica postmillenarista Loraine Boettner

86

Replica amillenarista Anthony A. Hoekema

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3 Il postmillenarismo

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Loraine Boettner

Una terminologia inadeguata Un mondo redento Il progresso spirituale nel mondo Criteri interpretativi

108 110 112 121

Replica premillenarista storica George Eldon Ladd

128

Replica premillenarista dispensazionalista Herman A. Hoyt

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Replica amillenarista Anthony A. Hoekema

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4 L’amillenarismo

Anthony A. Hoekema

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L’interpretazione del libro dell’Apocalisse L’interpretazione di Apocalisse 20:1-6 L’interpretazione della profezia dell’Antico Testamento Breve sintesi dell’escatologia amillenarista Alcune implicazioni dell’escatologia amillenarista

138 141 153 158 168

Replica premillenarista storica George Eldon Ladd

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Replica premillenarista dispensazionalista Herman A. Hoyt

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Replica postmillenarista Loraine Boettner

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Postfazione

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Gli autori dei contributi

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Robert G. Clouse


Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. Isaia 11:6


Introduzione Robert G. Clouse

Uno dei temi più controversi con cui gli interpreti della Bibbia devono fare i conti, è l’insegnamento sul regno di Dio. È un problema che riaffiora con prepotenza ogni volta che qualche credente propone la sua interpretazione di passi come Daniele 2 e Apocalisse 20. I tentativi di mettere questi testi in relazione con il corso della storia umana hanno portato i cristiani a elaborare numerosi sistemi diversi per descrivere il ritorno di Cristo e il suo regno; tre di questi sistemi sono stati etichettati come premillenarismo, amillenarismo e postmillenarismo. Queste categorie, per quanto utili e ampiamente accettate, sono sotto certi riguardi infelici, in quanto le differenze non hanno certo a che fare soltanto con la tempistica del ritorno di Cristo. Il regno atteso dai premillenaristi è molto diverso da quello prefigurato dai postmillenaristi, non soltanto per quando e come sarà costituito ma anche in ragione della sua natura e del modo con cui Cristo vi eserciterà il proprio governo. Queste posizioni e le loro implicazioni possono essere più chiaramente comprese definendole nei particolari.

Alcune brevi definizioni In generale, i premillenaristi credono che il ritorno di Cristo sarà preceduto da certi segni, come la predicazione del vangelo a tutte le nazioni, una grande apostasia, guerre, carestie, terremoti, l’apparizione dell’anticristo e una grande tribolazione. Il suo ritorno sarà seguito da un periodo di pace e di giustizia che precederà la fine del mondo. Cristo regnerà personalmente come re, oppure lo farà attraverso un gruppo scelto di 9


QUATTRO PROSPETTIVE SUL MILLENNIO

seguaci. Questo regno non sarà stabilito grazie alla conversione delle singole anime nel corso di un lungo periodo di tempo ma giungerà all’improvviso, grazie a una potenza soverchiante. In questo periodo gli ebrei si convertiranno e acquisiranno una grande importanza. Anche la natura sarà partecipe delle benedizioni milleniali e sarà estremamente fruttifera. Perfino le belve feroci saranno addomesticate. Si tratta di un periodo in cui il male è tenuto sotto controllo da Cristo, che regna “con una verga di ferro”. Alla fine del millennio, però, c’è una ribellione degli empi, che riescono quasi ad avere la meglio sui santi. Alcuni premillenaristi hanno insegnato che durante quest’età dell’oro i credenti morti saranno risuscitati con i loro corpi glorificati per interagire liberamente con gli altri abitanti della terra. Dopo il millennio, sono risuscitati quanti sono morti senza essere cristiani e sono fissate le condizioni del cielo e dell’inferno, per l’eternità. A differenza dei premillenaristi, i postmillenaristi spiegano che il regno di Cristo è attualmente in fase di espansione grazie all’insegnamento e alla predicazione cristiana. Quest’attività porterà alla cristianizzazione del mondo e sfocerà in un lungo periodo di pace e di prosperità chiamato “il millennio”. La nuova era non sarà diversa per natura da quella presente. Emerge in concomitanza con la conversione al cristianesimo di una misura sempre maggiore di abitanti del mondo. Il male, che pure non è eliminato, sarà però ridotto a livelli minimali a mano a mano che l’influenza morale e spirituale dei cristiani è accresciuta. La chiesa assumerà una maggiore importanza e molti problemi sociali, economici ed educativi saranno risolti. Questo periodo si chiude con la seconda venuta di Cristo, la risurrezione dei morti e il giudizio finale. Gli amillenaristi ritengono che la Bibbia non preannunci un periodo di pace e giustizia universali prima della fine del mondo. Secondo loro ci sarà una costante crescita del bene e del male nel mondo, che culminerà nella seconda venuta di Cristo, quando i morti saranno risuscitati e si terrà il giudizio finale. Gli amillenaristi sono convinti che il regno di Dio sia attualmente presente nel mondo, in quanto il Cristo vittorioso sta governando sui suoi fedeli con la sua parola e il suo Spirito, quantunque essi attendano anche un regno futuro, glorioso e perfetto, sulla nuova terra 10


Introduzione

nella vita a venire. Gli amillenaristi interpretano il millennio di cui si fa menzione in Apocalisse 20 come una descrizione del regno attualmente esercitato con Cristo, in cielo, dalle anime dei credenti defunti.

Concezioni diverse in momenti diversi Anche se queste interpretazioni non sono mai state prive di sostenitori nella storia della chiesa, in certe epoche una particolare prospettiva è stata dominante. Durante i primi tre secoli dell’era cristiana, il premillenarismo risulta essere stata l’interpretazione escatologica prevalente. Fra i suoi sostenitori vi furono Papia, Ireneo, Giustino martire, Tertulliano, Ippolito, Metodio, Commodiano e Lattanzio. Nel quarto secolo, quando sotto l’imperatore Costantino alla chiesa cristiana fu concesso uno status privilegiato, si abbracciò la posizione amillenarista. Il millennio fu reinterpretato come un riferimento alla chiesa e il regno di mille anni di Cristo e dei suoi santi fu fatto coincidere con l’intera storia della chiesa sulla terra, propendendo così per la negazione di un millennio futuro. A elaborare questa tesi, che divenne l’interpretazione dominante in epoca medievale, fu Agostino, il celebre padre della chiesa, il cui insegnamento fu accettato in modo così convinto che al concilio di Efeso del 431 la fede nel millennio fu condannata come superstiziosa. Quantunque l’amillenarismo fosse la dottrina ufficiale della chiesa, in età medievale il premillenarismo continuò a esistere all’interno di alcuni gruppi di credenti. A volte, questi millenaristi usavano il loro insegnamento per attaccare l’ordine costituito. Per esempio, in aree contraddistinte da un incremento demografico accompagnato, a causa di una sbilanciata distribuzione della ricchezza, dal disfacimento dei tradizionali legami sociali, il desiderio del millennio divenne intenso. Sotto leader che affermavano di essere ispirati dallo Spirito Santo, le ansie prodotte dalla nuova situazione sociale sfociarono in tentativi di ribellione contro gli oppressori, portati avanti nel nome di Dio e con il miraggio del millennio.1 Uno 1 Norman Colin, The Pursuit of the Millennium, Oxford University Press, New York, 1970. 11


QUATTRO PROSPETTIVE SUL MILLENNIO

degli ultimi esempi di questa dinamica, fu una rivolta che interessò la città di Münster, nel 1534. Un certo Jan Matthyas prese il controllo della comunità asserendo, nei suoi sermoni, di essere Enoc e di preparare la via per il ritorno di Cristo tramite la costituzione di una comunità di fedeli e il disconoscimento dei principali codici di leggi. Fece quindi appello a tutti i credenti perché confluissero a Münster, in quanto questa era la nuova Gerusalemme. Una grande moltitudine di anabattisti accorse nella città, che fu messa sotto assedio da un esercito composto sia di protestanti sia di cattolici. Un regime del terrore riuscì a mantenere la città sotto il controllo del successore di Matthyas, Jan Bockelson; alla fine, però, i difensori capitolarono e la città fu presa. Forse fu quest’episodio a indurre i riformatori protestanti a schierarsi in favore dell’amillenarismo agostiniano. Tuttavia, apportarono dei cambiamenti nell’interpretazione escatologica, che costituirono lo scenario, nel XVII secolo, di un grande risveglio d’interesse verso il premillenarismo. Martin Lutero (1483-1546), per esempio, si fece promotore di un approccio più letterale alle Scritture; identificò il papato con l’anticristo e richiamò l’attenzione sulle profezie bibliche. Alcuni studiosi luterani reindirizzarono quest’interesse verso una focalizzazione sulle interpretazioni premillenariste. Giovanni Calvino (1509-1564), come Lutero, usò grande cautela nel suo approccio alle interpretazioni del millennio, forse per gli eccessi di qualcuno degli anabattisti.2 Nonostante la sua contrarietà, fu un teologo calvinista tedesco, Johann Heinrich Alsted (1588-1638) a ridare forza alla dottrina premillenarista in forma accademica nel mondo moderno.3 Il libro 2 Calvino bollò quanti s’interessavano al millenarismo con epiteti come “ignoranti” o “maliziosi”. Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana (UTET, Torino, 1971), vol. 2, III, XXV, 5, p. 1178. Si segnala anche Heinrich Quistorp, Calvin’s Doctrine of the Last Things, traduzione in inglese di H. Knight (John Knox Press, Richmond, Virginia, 1955). 3 Robert G. Clouse, Johann Heinrich Alsted and English Millenialism, in «Harvard Theological Review», LXII (1969), pp. 189-207. 12


Introduzione

The Beloved City (1627), in cui egli presentava le sue tesi, indusse l’erudito studioso anglicano Joseph Mede (1586-1638) a diventare premillenarista. Le opere di entrambi contribuirono a ispirare il desiderio per il regno di Dio sulla terra che accompagnò l’esplodere della rivoluzione puritana degli anni quaranta del XVII secolo.4 Con la restaurazione degli Stuart, però, questa prospettiva fu sconfessata per le sue connessioni con i gruppi puritani più radicali, come il movimento degli “Uomini della quinta monarchia”5. Ciononostante, nel XVIII secolo il premillenarismo non era morto, come si evince dall’interesse di J. H. Bengel, Isaac Newton e Joseph Priestly. Con l’affievolirsi del premillenarismo, l’interpretazione escatologica prevalente divenne il postmillenarismo, che ricevette la sua formulazione più incisiva grazie all’opera di Daniel Whitby (1638-1726), nella cui interpretazione, il mondo era destinato a convertirsi a Cristo, gli ebrei sarebbero stati ristabiliti nella loro terra e il papa e i turchi sarebbero stati sconfitti, dopodiché la terra avrebbe goduto di un periodo di pace universale, di felicità e di giustizia, per mille anni. Al termine di questo periodo, Cristo sarebbe personalmente tornato per il giudizio. Forse grazie alla sua sintonia con le concezioni illuministiche del XVIII secolo, il postmillenarismo fu abbracciato dai commentatori e dai predicatori più accreditati dell’epoca.6 4 Robert G. Clouse, The Apocalyptic Interpretation of Thomas Brightman and Joseph Mede, in «Journal of The Evangelical Theological Society», IX (1968), pp. 181-193. Per i particolari sul millenarismo puritano si rimanda a Philip G. Rogers, The Fifth Monarchy Men (Oxford University Press, New York, 1966) e Peter Toon, a cura di, Puritans, the Millennium and the Future of Israel, Puritan Eschatology 1600-1660 (James Clarke & Co., Cambridge, 1970). 5 I “Fifth Monarchy Men” sono un movimento millenarista inglese del XVII secolo che, sulla base di un’interpretazione di Daniele 7, suddivideva la storia umana in cinque grandi monarchie, l’ultima delle quali (che doveva essere promossa attivamente dai credenti, anche con il ricorso alla forza) sarebbe stata il regno milleniale di Cristo (ndt). 6 Uno dei più famosi postmillenaristi cristiani ortodossi del XVIII secolo fu Jonathan Edwards. Una stimolante analisi delle sue idee si trova in 13


QUATTRO PROSPETTIVE SUL MILLENNIO

Nel corso del XIX secolo, il premillenarismo tornò a essere oggetto di una vastissima attenzione. Un interesse che fu favorito dal rovesciamento violento delle istituzioni politiche e sociali europee nell’età della rivoluzione francese.7 Vi fu anche un rinnovato interesse per la conversione e lo stato degli ebrei. Uno dei leader più influenti di questo periodo fu Edward Irving (1792-1834), un ministro della chiesa di Scozia che prestò servizio in una chiesa di Londra, pubblicò molte opere sulla profezia e contribuì a organizzare le conferenze profetiche di Albury Park. Questi incontri stabilirono il modello delle assemblee millenariste nel corso del diciannovesimo e del ventesimo secolo. L’entusiasmo profetico di Irving contagiò altri gruppi e trovò un fermo supporto nel movimento dei “fratelli di Plymouth”. J. N. Darby (1800-1882) elaborò l’interpretazione dispensazionalista del premillenarismo. Nella sua descrizione, la venuta di Cristo, prima del millennio, consta di due fasi: la prima è un rapimento segreto che rimuove la chiesa prima che la grande tribolazione devasti la terra; la seconda è la venuta di Cristo con i suoi santi per stabilire il regno. Egli era anche convinto che la chiesa fosse un mistero, di cui solo Paolo avrebbe parlato e che i propositi di Dio nella Scrittura potessero essere spiegati tramite una serie di epoche storiche chiamate “dispensazioni”. Alla sua morte Darby lasciava quaranta volumi di scritti e circa 1.500 assemblee sparse per il mondo. Grazie ai suoi libri, compresi quattro volumi sulla profezia, il paradigma dispensazionalista si diffuse in tutto il mondo anglofono. È possibile tracciare una linea di continuità che collega Darby al presente, che passa per i dispensazionalisti a lui contemporanei e suoi seguaci (C. H. Mackintosh, William Kelly e F. W. Grant), per gli studiosi intercorsi nel periodo successivo (W. E. Blackstone, James Hall Brooks, G. Campbell Morgan, H. A. Ironside, A. C. Gaebelein e C. I. Scofield, con la sua “Bibbia Scofield”), per giun-

James Carse, Jonathan Edwards and the Visibility of God (Charles Scribner’s Sons, New York, 1967). 7 Ernest R. Sanders, The Roots of Fundamentalism, British and American Millenialism (University of Chicago Press, Chicago, 1960). 14


Introduzione

gere agli attuali sostenitori delle sue tesi.8 La portata della sua influenza è stata così vasta, che in molti ambienti evangelici, oggi, a prevalere è l’interpretazione dispensazionalista. La diffusione delle tesi di Darby fu favorita da Henry Moorhouse, evangelista di orientamento dispensazionalista appartenente al movimento dei Fratelli, che contribuì a convincere D. L. Moody (1837-1899) della sua interpretazione delle profezie. Alla fine del XIX secolo, Moody era ormai probabilmente diventato il leader più eminente fra gli evangelici. L’influenza di Darby su C. I. Scofield (1843-1921) fu probabilmente ancora più importante, dato che Scofield fece del dispensazionalismo una parte integrante delle sue note alla Bibbia e nel giro di cinquant’anni, negli Stati Uniti, furono stampate tre milioni di copie della Scofield Reference Bible .9, 10 In tempi recenti, il successo dei libri di Hal Lindsey mostra nuovamente la vitalità della posizione dispensazionalista.11 Ciascuno dei sistemi, che sono stati brevemente ricordati nel loro contesto storico, ha avuto dei devoti cristiani evangelici che vi hanno aderito. La situazione, oggi, rimane la stessa. Nei saggi che seguono, è presentata l’esposizione di ogni posizione, da parte di convinti credenti che sul tema del millennio sono anche sostenitori delle posizioni che esprimono. Il professor George Eldon Ladd, del Fuller Theological Seminary, presenta quello che si potrebbe definire premillenarismo “sto 8 Clarence Bass, Background to Dispensationalism (Grand Rapids, Michigan, William B. Eerdmans, 1960). 9 Oggi disponibile anche in italiano come Bibbia da studio Scofield; da segnalare che le note al Nuovo Testamento furono rese disponibili in lingua italiana già nel 1927-1928, con traduzione di Enrico Bianciardi, edizioni Deposito Biblico (ndt). 10 Per un’analisi critica della Bibbia Scofield, si veda Loraine Boettner, The Millennium (Presbyterian and Reformed Publishing Co., Filadelfia, 1957), pp. 169-173. 11 Hal Lindsay, The Late Great Planet Earth (Zondervan Publishing House, Grand Rapids, Michigan, 1970; in italiano: Addio terra, ultimo pianeta, EUN, Marchirolo, 1985); There’s a New World Coming (Vision House, Santa Ana, California, 1973) e The Terminal Generation (Fleming H. Revel, Old Tappan, New Jersey, 1976). 15



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