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Alla conquista dei social cinesi

ALLA CONQUISTA DEI SOCIAL CINESI DAL BALCONE DI CASA

Intervista ad Aldo Cicchini, il violinista italouruguaiano che ha emozionato tutti

A cura di Christian Gaston Illan

“Sono Aldo Cicchini, violinista Italo Uruguaiano. Sono nato e cresciuto a Montevideo e nel 2007 mi sono trasferito a Milano per proseguire i miei studi musicali al Conservatorio Giuseppe Verdi. Dopo il diploma mi sono trasferito a Vienna per un postgraduate all’Università di Musica. La musica è sempre stata la mia grande passione ed il violino il mio mezzo per comunicare con le persone dall’età di 5 anni. Amo la musica perché ha il potere di trasmettere grandi emozioni, ci fa vivere e rivivere momenti speciali ed emozioni particolari che ci fanno viaggiare mentalmente in posti dove il tempo non passa e dove ogni emozione è quella giusta. Dal 2014 sono componente stabile dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, nella fila dei primi violini. La mia vita gira intorno alla musica ed alla mia famiglia. Sono sposato e papà di due splendide bambine di 1 e 4 anni.”

Com’è sorta l’idea di suonare sul balcone durante questo lockdown?

“Dopo una settimana di quarantena, mi pesava molto il fatto di non poter fare niente per aiutare gli altri. Inoltre mi mancava tanto il contatto con il pubblico. Così ho pensato di reinventarmi ed organizzare un concerto online sulle mie pagine di Facebook ed Instagram. In quel modo avrei fatto un p o’ di compagnia alle persone che come me si trovavano in quarantena senza poter accedere a tante belle cose che di solito ci riempiono la vita. Essendo l’unico musicista a casa, per rendere il concerto più interessante ho registrato le basi dei pezzi in programma con la chitarra così avrei potuto presentare un concerto più completo pur suonando solo con me stesso. Il concerto era programmato per venerdì 13 marzo alle 19:30. Lo stesso giorno ho ricevuto un messaggio da un collega che invitava tutti i musicisti d’Italia (quella stessa sera alle 18) ad andare sulle finestre e balconi per regalare ai vicini un po’ di musica e belle emozioni. Mi sembrava una bella idea ed il programma ce l’avevo già pronto. Così ho preso uno dei pezzi e sono uscito sul balcone molto timidamente. Faceva molto freddo e mi ricordo la strana sensazione di uscire dalla comodità di casa per andare a fare un tuffo nell’ignoto col mio violino. Dopo 2 minuti, tutti i miei vicini erano sui loro balconi con un sorriso smagliante, sorpresi ed entusiasti dell’inatteso concerto. Dopo il primo pezzo mi chiesero di suonare ancora, ed ancora. Così ho pensato che, visto che avevano gradito molto l’idea, sarei tornato il giorno dopo alla stessa ora, ed il giorno dopo ancora (ho fatto 30 concerti). La stessa sera ho fatto il mio concerto online e pure quello è stato molto gradito dal pubblico. Così ho pensato di mettere entrambe le cose insieme e mandare sui social ogni giorno i concerti sul balcone per portare la musica pure a chi stava lontano. Non essendo un medico non potevo salvare vite, ma regalando la mia musica potevo donare momenti di spensieratezza e bellezza a chi mi stava intorno e grazie ai social anche a chi li seguiva da lontano. In periodi difficili come questo è importante non solo sopravvivere ma vivere al meglio possibile. L’arte e la bellezza ci uniscono e ci ricordano perché vale la pena lottare. Giorno dopo giorno, la musica ci univa nonostante le distanze di sicurezza, e non potendoci abbracciare abbiamo comunque trovato questo modo per stare insieme e darci forza a vicenda.”

I tuoi concerti sono diventati molto popolari in Cina, com’è successo?

“A Milano abitiamo in Chinatown ed alcuni dei nostri vicini sono cinesi. Una sera la vicina del balcone accanto al nostro ha ripreso uno dei concerti e l’ha postato su Weibo (social network cinese). Al mattino dopo avevo instagram in tilt di quanti messaggi avevo ricevuto. E tra questi c’era un messaggio della mia vicina che mi spiegava il perché. Durante quella notte il video aveva avuto quasi 10 milioni di visualizzazioni. Qualche giorno dopo mi sono iscritto a Weibo per essere in contatto diretto col pubblico cinese che aveva gradito tanto la mia musica.”

È anche successa una cosa molto particolare…

“Uno dei pezzi più popolari tra i primi video che ho postato è stato il tango Por una cabeza di Gardel. Era verso la fine di marzo e l’Italia stava vivendo il periodo peggiore dall’inizio della pandemia. Qualche giorno dopo averlo postato, alcuni musicisti

si sono aggiunti alla mia esecuzione accompagnandomi virtualmente coi loro strumenti. Alcuni con strumenti tradizionali cinesi. Era da parte loro un messaggio di vicinanza ed empatia verso l’Italia e gli Italiani che mi fece emozionare moltissimo. La musica non ha confini ed unisce le persone nonostante le distanze. Questo è il motivo per cui non mi sono mai fermato. I messaggi di solidarietà verso l’Italia e gli Italiani erano tantissimi ogni giorno e vedere come si era evoluta la situazione in Cina mi dava tante speranze per il futuro. Ho fatto alcuni concerti Live su Weibo raggiungendo in 1 ora fino a 328.000 persone. Oggi ho circa 800.000 fans su questo social e sono sempre contenti di vedere che le cose vanno meglio anche da queste parti.”

Che cos'è per te il progetto Smart Villag[g] e Cloud?

“Smartvillag[g]e Cloud è un gruppo molto bello e vario di persone dove ognuno è leader nel proprio settore. Vi si trovano imprenditori, musicisti, attori, relatori, ma non solo. Ognuno di noi condivide le proprie idee ed esperienze con gli altri e magari trova anche partners con i quali realizzare i propri progetti.

È stato un gruppo molto attivo durante il lockdown. Era bello vedere tante persone in gamba che si danno da fare per andare avanti e per reinventarsi in un mondo che non sarebbe più tornato come prima. Insieme ci siamo dati forza per andare avanti nei propri progetti personali e lavorativi, e ci siamo arricchiti grazie al parere di persone che hanno punti di vista molto diversi. Grazie al gruppo ho avuto il piacere di conoscere virtualmente nuovi amici che spero di vedere presto dal vivo. Ho scoperto un mondo anche leggendo le loro storie di vita.”

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