6 minute read

Turismo slow in Val di Sole

Dimenticare lo stress e rilassarsi in sicurezza tra itinerari detossificanti, park therapy, cure naturali e iniziative culinarie a sostegno dei produttori locali

A cura di Marcella Ciappi

L’estate 2020 sarà ricordata nell’immaginario collettivo per essere stata condizionata, a ogni latitudine e in ogni continente, dalla gestione del post-emergenza Coronavirus. E il turismo è sicuramente uno dei settori che ne ha risentito maggiormente e che più ha dovuto fare i conti con le conseguenze di lockdown, difficoltà negli spostamenti e timori di chi deve scegliere la meta per le proprie vacanze. Ma se dietro ogni crisi si cela un’opportunità, questo è il momento per i singoli territori di far riscoprire i propri punti di forza. È quanto ha fatto la Val di Sole con una serie di iniziative che sono nate proprio dalle caratteristiche dei suoi territori. Ampi spazi, aria pura, corsi d’acqua cristallini trasformati in elementi che possano assicurare uno sviluppo sostenibile alle comunità locali e che possano dare origine a iniziative innovative e strumenti per garantire la sicurezza e la salute dei propri cittadini e visitatori.

DIGITAL DETOX IN VAL DI RABBI

C’è un pericolo subdolo che l’isolamento forzato a cui la pandemia ha costretto miliardi di persone, ha accentuato e che permarrà come problema per molto tempo: una diffusa e profonda dipendenza dalle tecnologie digitali. Aumento del battito cardiaco, salivazione ridotta, senso di ansia e frustrazione, irritabilità, alterazione del ciclo sonno-veglia, affaticamento degli occhi, emicranie, difficoltà di concentrazione e calo della produttività sono alcune delle conseguenze dell’abuso di queste tecnologie. Le terme di Rabbi, paradisiaca valle laterale della Val di Sole, nel Parco Nazionale dello Stelvio, aveva già avviato un programma contro l’iperdigitalizzazione: una serie di attività e di pacchetti “Digital detox”. Il fiore all’occhiello di questa strategia a più fasi sono due percorsi immersi nel bosco per praticare la “park therapy” fisica e mentale. A quello già inaugurato l’anno scorso, se ne aggiunge un secondo: un nuovo parco sonoro, dedicato all’ascolto del silenzio e dell’Io interiore. Sette postazioni che richiamano i 7 Chakra delle filosofie orientali. E uno “zaino a sorpresa” con dentro merende biologiche e libri a sorpresa da leggere durante le pause. Nel frattempo il cellulare sarà preso in custodia dal personale delle Terme.

Foto © A. Vigarani

E S P E R I E N Z E A P R O V A D I DISTANZIAMENTO

La Val di Sole ha colto l’opportunità di fare un check della sicurezza e della compatibilità delle esperienze proposte ai visitatori con il distanziamento fisico richiesto dalla comunità scientifica e dalle autorità locali e nazionali. “Attraverso una matrice di analisi, costruita sulla base delle nuove norme di sicurezza previste per la Fase 2, abbiamo verificato quante di quelle esperienze fossero incompatibili con essa” ha spiegato Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il turismo della Val di Sole, Pejo e Rabbi. Tra le voci verificate, l’assenza di contatto fisico e di oggetti da condividere, l’esigenza di dispositivi di protezione, la possibilità di evitare pasti condivisi ed eventuali difficoltà di mobilità per raggiungere il luogo delle esperienze. Il risultato è stata una ventata di ottimismo, per gli operatori e per i turisti che punteranno sulle località montane per garantirsi distanze di sicurezza, insieme a clima mite e aria pura. L’85% delle attività erano già rispondenti a tali direttive o hanno richiesto adeguamenti minimi. La conferma dei punti di forza della montagna, agli occhi di chi cerca relax, quiete e distanza dallo stress urbano.

LA GIORNATA SLOW

Se c’è una cosa che l’esperienza del lockdown forzato potrebbe contribuire a diffondere è un nuovo approccio al turismo. Lento, riflessivo, rigenerante, che tutela e favorisce la crescita dei territori, permette di scoprire le loro eccellenze e consente di farlo rispettando i luoghi, conoscendone l’essenza, la personalità e la ricchezza di storie, cultura e tradizioni. La montagna, in questo senso, parte con una marcia in più. Pochi luoghi hanno la stessa anima ascetica e rilassante. La Val di Sole ha già da tempo intrapreso questo percorso. Quest’anno ha inoltre proposto degli esempi di “giornata slow” e un elenco di itinerari da trekking revisionati proprio per assicurare di essere perfettamente in linea con le prescrizioni “anticovid”.

IL DECALOGO DEL CICLOTURISMO

Investire sulle infrastrutture per le due ruote si sta rivelando un ottimo asset di sviluppo per i territori turistici e in particolare per quelli montani. I dati confermano infatti che il numero dei cicloturisti in Italia e in Europa è in crescita costante. E i prossimi mesi, complici i bonus governativi previsti in favore della mobilità dolce nel Decreto Rilancio, potrebbero non essere da meno. Ma le infrastrutture di un territorio, con piste ciclabili, bike park,

Foto © M. Cappe

sentieri per mountain bike e downhill, una rete di negozi-officine e servizi di mobilità collettiva, da sole non bastano. Per garantire una vacanza piacevole ai biker serve un’adeguata consapevolezza su quali

siano le norme da rispettare per ridurre il

rischio di incidenti, sempre dietro l’angolo soprattutto nei periodi di alta stagione. Per questo, la Val di Sole ha realizzato un decalogo da destinare ai cicloturisti. Sia che utilizzino la pista ciclabile, sia che preferiscano le strade asfaltate o gli oltre 300 km di percorsi da mountain bike della valle trentina. Poche, semplici regole che però troppo spesso sono sottovalutate, dall’abbigliamento più adatto, al modo di pedalare, quando si è da soli, in gruppo o con bambini, all’atteggiamento da adottare sul sellino.

SLOW FOOD E FORMAGGI ANTICHI

La resistenza contro l’omologazione dei gusti provocata dalle produzioni industriali ha contagiato anche il settore caseario. Fra le montagne trentine troviamo alcune delle storie più interessanti per capire come questo approccio alternativo si fa sistema. Proprio questo è il concetto chiave per poter rifiutare lo strapotere delle grandi corporation lattiero-casearie (20 aziende internazionali monopolizzano il comparto): non basta l’impegno del singolo ma occorre costruire una filiera che trasformi il suo impegno in sbocchi di mercato e sostegno al reddito. In Val di Sole operano giovani casari che producono eccellenze gastronomiche, uno fra tutti è Daniele Caserotti, premiato come esempio di “resistenza casearia” dall’associazione Slow Food, per la produzione del Casolét di malga.

La Val di Pejo inoltre detiene un primato: in essa opera l’ultimo caseificio turnario del Trentino, uno dei soli quattro esistenti nell’arco alpino. Il suo ruolo è cruciale per contenere i costi e far cooperare i produttori garantendo loro di avere pezzi pregiati da vendere una volta che il latte è diventato formaggio: il caseificio turnario è diverso dal modello cooperativo perché i soci conferitori non vendono il latte alla cooperativa, ma ricevono un servizio per cui viene loro riconosciuto un certo quantitativo di prodotto trasformato in base al latte conferito. Un approccio che ricalca e formalizza l’usanza antica di mettere insieme il latte di più famiglie e caseificare collettivamente. Casari caparbi e strutture cooperative di produzione non sono sufficienti se non si trovano adeguati canali di vendita che diano il giusto prezzo al prodotto. La Val di Sole ha quindi inventato le aste dei formaggi nelle quali decine di produttori offrono le proprie “creature” al migliore offerente tra appassionati e, soprattutto, ristoratori e chef. I prezzi raggiungono cifre che vanno dai 200 ai 430 euro per ogni forma.

This article is from: