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NON SOLO MODA

In ricordo di Vivienne Westwood

A cura di Carla Cavicchini

Ha decisamente lasciato attoniti la scomparsa della stilista inglese Vivienne Westwood, forte dei suoi 80 anni e passa portati con grinta ed un impegno notevole. Della sua bella età non si è accorto nessuno alla Fortezza da Basso di Firenze, a fine 2021, durante il conferimento del premio 'Leonardo da Vinci' alla carriera nell'ambito della tredicesima' Florence Biennale', mostra internazionale di arte contemporanea e design. Da sempre paladina per la difesa dei diritti umani e dell'ambiente, notammo il bell’abito lungo, decisamente scivoloso in outfit, completo con tanto di stivaletti a punta e tacchi a spillo, capaci di ben reggere l'equilibrio. Questo dal momento che nei suoi abiti vengono tuttora spesso e volentieri impresse magnifiche opere d'arte. Polemica, determinata, con voce squillante, tuonò del forte pericolo in corso con tanto di politici, che anziché preoccuparsi continuano a gettare petrolio sul fuoco. Celeberrima icona della 'Revolution' - ci piace ricordarla al presentemira a ridurre le disuguaglianze redistribuendo eque risorse, lontane dalla monetizzazione derivate dalla produzione e vendita delle armi. Quanto agli abiti - osserva - è basilare comprare poco e buono poiché i tessuti venduti a basso prezzo sono altamente inquinanti. Quindi vogliamoci bene acquistando giusto e consapevole!

Sembrerà strano eppur non troppo! Ricordarla figurina energica dai candidi lunghi capelli spesso raccolti dalle mille forcine. Invece la ricordiamo proprio così, estremamente bizzarra nel posare facendosi immortalare con cerchi rossastri attorno agli occhi, sopracciglia tirate da linea rouge, con bocca definita da una sorta di cuore contornato da Red passion. Ed ancora attivista, alta e battagliera, nei cortei di gruppo sbandierando cartelli rivoluzionari contornata dal popolo regnante. Giusto, proprio regnante dal momento che il gruppo sgomitola con corona in testa in veste multicolore.

Lei è così, Vivienne l’eccentrica! Nata principalmente per sensibilizzare l'opinione pubblica. La rivediamo ancora in abito lineare panna quale mise comoda e compatta, dipinta come un indiano con tanti tocchi di grigio sul volto intenso atti nel lanciare fumi di pace. Innegabile che nelle sue boutique londinesi, ad inizio carriera, notare quel design innovativo sino all'affermazione d'avanguardia britannica arrivando al metodo Saville Row, con arricchimento di tessuti inglesi che tanto rimandano allo stile 600-700. Fatale nel 1989 l'incontro con Andreas Krouthaler, fondendo la sfera privata e artistica sino farlo divenire direttore creativo della maison. Tra i vari titoli conseguiti da ricordare quello di 'Dama d'impero britannico', conferitole dalla Regina Elisabetta II.

Dopo più di 40 anni di carriera il marchio Vivienne Westwood è consolidato a livello mondiale ed ella è considerata tra le più influenti fashion designer nonché attiviste dei nostri tempi. Nelle sue crociate ecologiche, opera assiduamente con Greenpeace nonché con le Ong, anche individuali, per le cause di tutela ambientale partecipando persino alle campagne di Amnesty International e World Child. Preciso ed attento il suo operato verso la salvaguardia della foresta pluviale, con tanto di battaglie contro il cambiamento climatico e surriscaldamento globale. In una tribù amazzonica peruviana si confrontò direttamente col governo locale per migliorare il programma di riforestazione, battendosi anche per fermare trivellazioni e la pesca industriale nel pianeta. E non arretra d’un centimetro ancora aiutando le donne africane nella produzione di borse a salvaguardia dell'etica. Come? Coinvolgendo artigiani e manufatturieri locali all’inserimento del circuito del mercato internazionale, con l’attento recupero degli scarti. Fedelissima al suo mantra: “La cultura? Un buono stimolo per salvare la terra.”

Motivazione del riconoscimento che le fu consegnato da Jacopo Celona, direttore generale di 'Florence Biennale': 'In riconoscimento di una produzione creativa rivoluzionaria che ha segnato la storia del design della moda nel corso degli ultimi 50 anni, cambiando e ampliando il concetto di femminilità e per aver ideato e promosso campagne innovative con l'obiettivo di proteggere la vita sulla nostra Madre Terra.'

Ringraziando la Westwood lesse in inglese ed italiano la ‘Lettera SOS’ a salvaguardia del pianeta. "La parola economia mondiale significa gestione della casa. La Madre Terra è la nostra casa pertanto su scala mondiale, economia equivale a sostenibilità. Ma non la abbiamo. Non abbiamo il futuro. Il nostro sistema finanziario si fonda su guerre perpetue, guerre commerciali e competizione. È la causa del cambiamento climatico. Le guerre vengono combattute per i territori e la manodopera è a basso costo. La vera economia è basata sul valore della terra. "La terra non appartiene a nessuno." Noi ne siamo custodi. Bisogna versare un contributo al portafoglio pubblico per l'uso della terra, un enorme entrata mai sfruttata. No alle tasse! Tutte le altre transazioni da uomo a uomo. Pertanto cooperazione non competizione. Distribuzione equa della ricchezza. Ho un piano per salvare il mondo e può funzionare perché ho analizzato il problema e ho la soluzione. La mia squadra, 'Cimate Revolution' ha iniziato la campagna per un’economia basata sulla terra grazie al suo ri-selvaggiamento. Abbiamo l'obiettivo di creare corridoi per la natura selvaggia. E su questo chiediamo la cooperazione del Governo.”

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