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CIAO, SONO ALBERTINO!

Dalla carriera come DJ al successo in radio

Presentati ai nostri lettori:

Ciao, sono Albertino!

Come nasce la tua passione per la musica dagli esordi come dj al tuo approdo in Radio?

Nasce durante la mia adolescenza nell'hinterland milanese. Mio padre suonava la tromba e ascoltava sempre la radio, i miei fratelli amavano la musica e la radio in casa era sempre accesa. Proprio in quel periodo nascevano le prime radio private che sono state per me un'illuminazione. Quelle voci, quei jingle americani hanno acceso la mia immaginazione. Quindi ci ho provato e devo dire che mi è andata bene.

Che sensazione hai provato quando hai preso la direzione artistica di M2O 4 anni fa?

L’ho voluto fortemente. Dopo 35 anni a Radio Deejay ho sentito il desiderio di fare qualcosa di diverso, qualcosa che mi assomigliasse di più. Deejay è diventata una radio adulta. Io non voglio diventare adulto, sono un eterno Peter Pan. Battute a parte, mi sento più legato ad un format radiofonico più musicale che votato soltanto all’intrattenimento. Quindi ho colto un’occasione. Radio m2o è una radio del gruppo GEDI che, purtroppo, andava molto male e che volevano chiudere e vendere. Ho detto: "datela a me, proviamo a farne un nuovo progetto". Dopo soli 4 anni posso affermare che è stata un'ottima decisione. Radio m2o oggi è una radio che mi piace ascoltare. Una sensazione bellissima.

Il tuo programma Dj Time oggi come è strutturato?

Il Deejay Time oggi è un appuntamento settimanale che ripercorre la nostra storia lunga 30 anni. C'è la mia conduzione, c'è Mario Fargetta in regia, il “Megamix” di Molella e il “Disco Prezioso” di Giorgio. Poi, abbiamo inserito il “Deejay time Story”, una rubrica di storytelling dove, in pochi minuti, raccontiamo la storia dei dischi più rappresentativi del Deejay Time.

Come descriveresti con un aggettivo i tuoi colleghi e amici di una vita ovvero Molella, Fargetta, Prezioso?

Mario è come un fratello. Molella è un'entusiasta. Prezioso un introverso geniale. Tutti talenti straordinari sia nella produzione che nella tecnica.

Domanda di un nostro lettore, Francesco Salvo:

Che consiglio darebbe ai giovani del sud nell’intraprendere al nord un percorso simile al suo in radio e nel settore discografico in un periodo delicato come questo?

Intanto non bisogna sottovalutare le difficoltà che può trovare un ragazzo del Sud per mantenersi al Nord mentre impara un mestiere che ormai non ti insegna più nessuno. Sono sempre meno le radio importanti che danno la possibilità di fare stage e formazione ma il consiglio è inseguire i propri sogni e provarci sempre.

Quale è il messaggio che hai trasmesso ai giovani con il Dj Time all’epoca?

Un messaggio positivo attraverso una selezione musicale propositiva che spaziava dalla techno all’hip hop, un sound design straordinario, un linguaggio nuovo, studiato nei dettagli, ironico, fatto di tormentoni. Eravamo veramente diversi.

Tornando ad oggi…

Come è cambiato il mondo delle discoteche e della musica post pandemia? Forse, dopo la pandemia, le discoteche sono diventate un luogo un po' difficile da frequentare. Sono pochissime quelle che possiamo ancora veramente definire tali. È un settore in grande difficoltà secondo me. I festival invece hanno grande successo, godono di grandi spazi all'aperto che io preferisco anche per il format del Deejay Time. Speravo che il dopo pandemia avesse potuto portare a qualcosa di nuovo, di più serio, gestito in modo più professionale come ormai succede in gran parte del mondo. Invece siamo ancora indietro. Anche a livello musicale.

Raccontaci un episodio particolare durante il tuo tour in giro per l’Italia Ogni tappa è fatta di hotel, aeroporti, ristoranti, eventi. E ogni volta c’è sempre il solito tormentone: "Ma Mario"?

Nel corso della tua carriera come Dj e in radio hai avuto la possibilità di stare accanto a dei big mondiali. Qual è stato quello che ti ha fatto emozionare di più e chi ti piacerebbe ora intervistare in Radio.

Non sono mai stato un grande intervistatore anche se mi è capitato di farne molte. Emozionato non saprei, direi Oasis o Jay-Z. Mi sarebbe piaciuto fare due chiacchere con Bono degli U2. Sono sempre stato un grande fan della band che ho avuto anche il piacere di presentare in diretta da Rotterdam per un loro concerto, senza incontrarli però. Ci tengo a ricordare che in radio ho avuto a fianco gente come Gerry Scotti, Fiorello, Jovanotti, Amadeus. Insomma, la crema dello show business nazionale.

Svelaci qualche tuo progetto futuro Cambiare casa? (ride) Perché dovete sapere che io da grande volevo essere un architetto.

Ultima domanda di rito: 6 brani della tua playlist di Spotify

Difficile solo 6, proviamoci:

You Are the First, the Last, My Everything

- Barry White

Rapper's Delight - Sugarhill Gang

One - U2

Peg - Steely Dan

Paid In Full - Eric B. & Rakim

Isn't She Lovely - Stevie Wonder

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