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Diario di un grower italiano L’incubo del ragnetto rosso vi spiego come eliminarlo

L’INCUBO DEL RAGNETTO ROSSO, VI SPIEGO COME ELIMINARLO

Funkyo

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State osservando le vostre piantine, soddisfatti di come crescono, oppure avete appena trapiantato dei bei cloni forniti dal vostro vivaio di fiducia...la felicità vi avvolge e già pregustate le cime belle dense ed abbondanti che andrete a raccogliere. Quella appena descritta, dovrebbe essere l'immagine che ci accompagna ad ogni ciclo. Purtroppo però, spesso questo idillio viene tramutato velocemente in incubo, nel momento in cui ci accorgiamo di alcuni "puntini" sulle foglie, entrando in un inferno ahimè ormai sempre più diffuso tra i growers: l'infestazione di ragnetto rosso! Ma non temete! In questo articolo spiegherò come risolvere il problema e come evitare che si ripresenti. Innanzitutto, applichiamo la sacra regola "conosci il tuo nemico": il ragnetto rosso (nome scientifico Tetranychus Urticae) è un aracnide prevalentemente fitofago, caratterizzato da dimensioni piccolissime, comprese tra 0,5 millimetri per le femmine e ancora meno per i maschi. Questo è il motivo per cui ci accorgiamo di un'infestazione principalmente dai segni dei morsi, piuttosto che dagli esemplari che passeggiano sulle piante. A complicare le cose, si aggiunge la sua velocità di riproduzione, che porterà ad avere infestazioni (con il risultato della morte delle nostre bimbe) in tempi rapidissimi, se non si agisce in tempo ed in maniera decisa.

Ma come arrivano questi parassiti nel nostro cultivo? Le risposte potrebbero essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi siamo proprio noi il "mezzo di trasporto". Visitare coltivazioni di amici e poi entrare nella nostra con gli stessi vestiti, avere animali che fanno dentro e fuori dal nostro indoor, inserire nel cultivo piante provenienti dall'esterno senza fare prima nessuna quarantena, sono fra le maggiori cause di infestazioni. Questo anche e sopratutto a causa di molti vivaisti che, vuoi per scarsa professionalità, vuoi perchè pensano unicamente a vendere quante più piante possibili, fanno girare talee con sopra adulti, uova e larve.

Quindi come prima cosa è fondamentale adottare le seguenti precauzioni: se abbiamo visitato amici che coltivano e siamo stati nel loro campo, indoor o serra, cambiamoci i vestiti (dopo una bella doccia) prima di rientrare nel nostro spazio di coltivazione. Se invece abbiamo preso talee da qualcuno (fosse anche l'amico più fidato) è buona norma tenere le piante in osservazione per almeno 10 giorni in un luogo separato, eliminandole al primo segno della presenza di parassiti o malattie. Ma come accorgersi di avere questo acaro? Andremo ad osservare tutte le foglie, cercando eventuali segni come puntini, arricciamenti e colorazione simil bronzo. Con l'aiuto di una buona lente o meglio con un microscopio usb (ormai si trova-

no a meno di 20 euro) andremo ad osservare il dorso e la pagina inferiore fogliare, alla ricerca di adulti, escrementi e uova.

La regola vuole che ogni singolo ragnetto osservato, corrisponde a migliaia di altri esemplari che stanno passeggiando sul resto delle piante, nella stanza... occorre intervenire immediatamente perché posso assicurare che la situazione andrà a degenerare in pochissimo tempo! Veniamo ora ai rimedi. Il primo, a costo di sembrare troppo drastico, ma mi ringrazierete dopo, è quello di valutare a che punto del ciclo siamo: se magari abbiamo cloni messi da poco, o comunque siamo all'inizio, la cosa migliore da fare è buttare tutto (possibilmente bruciando la materia vegetale), sterilizzare tutto lo spazio di coltivazione con candeggina, o ammoniaca o un buon ozonizzatore e ripartire da capo, dopo aver disinfettato anche tutti gli strumenti di coltivazione come vasi, forbici, misurini... bastano pochi adulti sopravvissuti per ritrovarci di nuovo punto e a capo in pochi giorni. In caso invece abbiamo una lieve infestazione e per un motivo o per un altro non abbiamo la possibilità di ripartire con un altro ciclo, allora ci sono diversi prodotti e metodi per tentare di risolvere il problema o quantomeno arrivare alla fine del raccolto.

Innanzitutto, cerchiamo di eliminare ogni ragnetto che riusciamo a vedere, passando un batuffolo imbevuto di acqua ed alcool isopropilico (2 parti di alcool e 8 parti di acqua) su tutta la vegetazione, andando a decrementare il numero il più possibile. Abbassiamo di qualche grado la temperatura ambientale, per rallentarne la velocità di riproduzione, aumentiamo l'umidità (i ragnetti prediligono climi secchi) e posizioniamo dei buoni ventilatori, rendendo più difficile l'accoppiamento e facendo risultare le nostre piante più "scomode".

Se siamo in serra o all'aperto, possiamo innaffiare abbondantemente le nostre piante "a pioggia", come fossero sotto la doccia, così da far trasportare dall'acqua il maggior numero di acari. Come insetticidi, mi rimetto alla sensibilità di ognuno, specificando che sarebbe sempre meglio preferire prodotti biologici ed evitare di spruzzare qualsiasi cosa su piante in fioritura (per evitare di ritrovarceli poi come veleni nelle cime raccolte). Tra i metodi biologici mi sento di consigliare i saponi insetticidi (ad esempio sapone molle di potassio), sono innocui per l'uomo, non lasciano molti residui e sono efficaci. Andremo quindi ad irrorare copiosamente tutta la vegetazione, poi dopo circa 5 minuti andremo a spruzzare solo acqua (per evitare eventuali fitotossicità) e lo faremo ogni giorno per almeno 10 giorni, evitando di spruzzare sulle infiorescenze per non alterarne il gusto e l'odore. Non usiamo olio di neem, non serve a niente sulle nuove generazioni di ragnetti che posso assicurarvi lo vedono come acqua fresca, inoltre nuovi studi confermano la tossicità del neem e la causa di allergie...evitiamo! Lo spinosad si rivela efficace nel trattamento ed usato diluito nell'irrigazione, aiuta ad eliminare anche i parassiti presenti nel terreno. Altra molecola utilizzata è l'abamectina, personalmente consiglio l'utilizzo di prodotti che abbiano un mix di abamectina e piretro, così da avere efficacia sia sugli adulti che su larve e uova.

Se non vogliamo utilizzare nessun prodotto, allora possiamo chiedere aiuto "alla natura" ed acquistare pack di predatori naturali, ottimi in questo caso sono le coccinelle, Amblyseius Californicus e Phytoseiulus persimilis. Una rapida ricerca sul web vi farà trovare i contatti dei sempre più allevatori di questi simpatici alleati. Esistono altri prodotti efficaci, ma sono altamente velenosi, tossici e dannosi per l'ambiente, quindi non li elencherò, anche perchè è proprio a causa dell'uso sconsiderato che molti improvvisati ne fanno, che le nuove generazioni di ragnetti rossi hanno sviluppato estrema resistenza alle molecole, diventando ossi sempre più duri da debellare.

Alla prossima puntata. Grow or die!

DISCLAIMER

LE FOTO PROVENGONO DA COLTIVAZIONI DI GENETICHE CERTIFICATE. IN QUESTO ARTICOLO NON SI VUOLE IN ALCUN MODO INCENTIVARE E/O PROMUOVERE CONDOTTE VIETATE DALLE ATTUALI LEGGI VIGENTI. IN ITALIA LA COLTIVAZIONE DI PIANTE DI CANNABIS CON TENORE DI THC SUPERIORE ALLO 0,6 È VIETATA. I CONTENUTI SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA INFORMAZIONE PERSONALE E DI CULTURA GENERALE.

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