DAL TERRITORIO
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La disabilità? Non esiste grazie a volontà e sport ∞ A CURA DI LUCIO BUONANNO
Ogni anno 20-25 bergamaschi diventano paraplegici o tetraplegici in seguito a un incidente: spesso si tratta di infortuni stradali, ma negli ultimi tempi sono aumentati anche i casi di lesioni midollari da virus, per tumori o incidenti domestici causando una forte disabilità. Tra coloro che si danno da fare per rendere meno drammatica la situazione per i malati e le loro famiglie da 32 anni c’è l’Associazione disabili bergamaschi (ADB) che ha sede in via Borgo Palazzo, nell’ex manicomio. “Il nostro motto è la disabilità non esiste, i nostri servizi invece sì” dice Claudio Tombolini, presidente dell’Associazione, che ha fatto parte della Nazionale di basket in carrozzina, ha vinto un campionato del mondo, ha partecipato a due Paralimpiadi e ha vinto due scudetti. È diventato paraplegico a sei anni dopo uno scontro in auto ed è costretto a vivere in carrozzina. Ma non si è mai perso d’animo, non ha mai mollato grazie anche ai familiari e agli amici. Anzi è riuscito con la forza di volontà, l’impegno costante nello sport a considerare la sua carrozzina solo una protesi, un prolungamento del suo corpo, e a non lamentarsi. “Ecco perché sosteniamo che la disabilità non esiste” dice. “Sì, bisogna fare tanti sacrifici, imparare a guidare la carrozzina su ogni percorso, dedicarsi allo sport come terapia sia fisica che mentale. Tanti sono riusciti a rifarsi una vita proprio con lo sport. Un metodo ria-
bilitativo inventato in Inghilterra ed esportato in tutto il mondo”. Ed è all’UOC (Unità Operativa Complessa) di Mozzo, struttura dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, diretta dal professor Guido Molinero che per tanti comincia una seconda vita con un’intensa riabilitazione motoria associata alla “Sport Terapia”. “Devo dire soltanto grazie ai medici e ai fisioterapisti di Mozzo e ai volontari dell’Associazione disabili bergamaschi”, ci aveva confessato in un’intervista a “Bergamo Salute” Giampaolo Cancelli, consigliere dell’ADB dopo la sua partecipazione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro nel tiro con l’arco. “Facevo esercizi per 5,6 ore al giorno con tanto impegno e piano piano sono riuscito a muovere le gambe distrutte in un incidente stradale a pochi metri della mia casa di Stezzano. Sembrava impossibile, invece ci sono riuscito. I piedi purtroppo sono insensibili, non riesco a camminare. Tutti sono stati fantastici, mi hanno sostenuto dal punto di vista fisico e da quello psicologico. Lì ho cominciato a tirare con l’arco e sono stato convocato per le Olimpiadi e i mondiali. A Rio mi sono classificato nono, ma il risultato conta fino a un certo punto. Ho fatto amicizia con tanti
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atleti disabili che non si sentono rivali. Forse chi ha una disabilità è più consapevole dei propri limiti e paziente con gli altri”. “L’Associazione ha voluto fermamente l’Unità Spinale di Mozzo con la quale collaboriamo assiduamente, sia adoperandoci con il Trasporto Sociale, sia con donazioni di materiale riabilitativo che borse di studio a sostegno degli psicologi” commenta il presidente Tombolini. “Recentemente abbiamo portato dei televisori, mascherine e altro. L’obiettivo dell’Associazione è ridare al paziente la sua indipendenza personale, sociale e professionale, aiutare psicologicamente le famiglie, fornendo consulenza gratuita per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni, un servizio di disbrigo delle pratiche per richiedere le varie agevolazioni statali (pensione etc..). In una para -tetraplegia la carrozzina è solo la
Associazione Disabili Bergamaschi Bergamo Via Borgo Palazzo 130 Tel. 035 233712 www.adbbergamo.it Codice Fiscale 95020020160