22 Alimentazione ADEGUIAMO LA NOSTRA DIETA ALL’ESTATE
32 Bambini VACANZE AL MARE, ISTRUZIONI PER L’USO
40 Fitness SPORT IN SPIAGGIA: IL VADEMECUM
Bergamo Salute è sempre con te: leggila integralmente
numero
) EDITORIALE
5 Cari lettori...
) SPECIALITÀ A-Z
6 Fisioterapia
L’incubo del mal di schiena. Alla ricerca della postura perfetta
10 Gastroenterologia
Attenti al rischio di congestione
12 Urologia
Tumore alla prostata. L’importanza della prevenzione
) PERSONAGGIO
16 Roberto Intrallazzi
) IN SALUTE
20 Stili di vita
I giardini che curano. Oasi di benessere per corpo e mente
22 Alimentazione
Adeguiamo la nostra dieta all’estate
24 Yogurt.
Una merenda “viva” e rivitalizzante
) IN ARMONIA
26 Psicologia
L’innamoramento è un corso di formazione sacro
28 Coppia
Combattere la monotonia nella vita di coppia
Anno 14 Luglio | Agosto 2024
) IN FAMIGLIA
30 Dolce attesa
Gravidanza d’estate. Un momento delicato
32 Bambini
Vacanze al mare con i bimbi.
Istruzioni per l’uso
34 Ragazzi
Nasce l’Academy
contro la violenza di genere
36 Salute mentale
Spunta blu.
L’ansia delle mancate risposte
) IN FORMA
38 Bellezza
L’acne ti cambia la vita
40 Fitness
Sport in spiaggia. Il vademecum
) RICETTA
48 Vegancake alla frutta
) RUBRICHE
51 Animali
Quando il cane rantola è perché so re
54 Guida esami
Ortopantomografia. La “panoramica” del cavo orale
56 Altre terapie
Fitoterapia. Un’antica scienza per il benessere moderno
) VIAGGI DELLA SALUTE
58 Viaggi sui velieri.
Tutta salute con il vento in poppa
) DAL TERRITORIO
60 Farmacie
Creatina. Sfatiamo i falsi miti
62 News
64 Terzo settore
Amiche per mano. Insieme si può vincere!
60 Il lato umano
della medicina
Carlo Sa oti: psichiatra, politico e podista
71 Malattie rare
Gli eventi di A.R.M.R.
72 Testimonianza
Paralizzato a 29 anni, ma non lascia la nautica
) STRUTTURE
74 Neovision
) PROFESSIONI SANITARIE
76 Il fisiatra. Lo specialista della riabilitazione
) REALTÀ SALUTE
79 In Cammino Coop Sociale
81 C.S. Materassi
Allegato centrale: Amici di Bergamo Salute
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Cari lettori, nel giro di pochi anni, parlare di stagioni è diventato anacronistico. Per le conseguenze del riscaldamento globale, il tempo meteorologico è sempre più imprevedibile e in una sola giornata possono alternarsi le quattro stagioni. Oltre a gravarci di una preoccupazione fondamentale per il futuro, questi cambiamenti repentini sottopongono il nostro organismo a un forte stress fisico e psicologico. In questo contesto, assume ancora più importanza il valore della prevenzione e diventa fondamentale mantenersi sempre in forma.
Corretta alimentazione, attività fisica e un attento ascolto dei segnali che ci manda il nostro organismo, con controlli medici ove necessario, sono doverosi per a rontare al meglio i mesi di luglio e agosto.
L’alimentazione è un elemento cruciale per la nostra salute, perché ci fornisce l’energia necessaria per a rontare le sfide quotidiane. Mangiare cibi freschi, ricchi di
vitamine e minerali, non solo ci aiuta a sentirci meglio fisicamente, ma rinforza anche il sistema immunitario, specialmente se inseriamo nella dieta quotidiana qualche alimento come lo yogurt, che ripristina la nostra flora intestinale. Frutta e verdure di stagione sono perfetti per mantenere un corretto equilibrio idrico e nutrizionale, ma anche per proteggere la pelle dall’insolazione, grazie al loro alto contenuto di carotenoidi. Con le temperature che salgono, bere molta acqua diventa un imperativo per il funzionamento di tutti gli organi del corpo e per regolare la temperatura corporea, in particolare per gli anziani.
Le vacanze o rono anche una nuova opportunità per fare attività fisica all’aperto, e la spiaggia diventa una palestra open-air. Sport come il beach volley, il nuoto e lo stand up paddle sono ottimi per mantenere la forma. Tuttavia, è importante prendere alcune precauzioni: utilizzare sempre una protezione solare completa, indossare cappelli e occhiali da sole e fare attenzione alle ore più
Direttore Responsabile
calde della giornata. Dalle 11 alle 16, ripararsi all’ombra o in casa aiuta a prevenire i colpi di calore e a proteggere la pelle dai raggi UV.
Infine, come ci ricorda l’intervista al nostro personaggio di copertina, Roberto Intrallazzi, la prevenzione rimane una pietra miliare della nostra salute. Screening regolari possono fare una grande di erenza nella diagnosi precoce di molte malattie.
Siamo noi i veri artefici del nostro benessere e ogni giorno rappresenta un’opportunità per fare scelte che ci porteranno verso una vita più sana e felice.
Buona lettura.
CLAUDIO GUALDI
L’incubo del mal di schiena: alla ricerca della postura perfetta
∞ A CURA DI IVANA GALESSI
Posizioni del corpo scomode o faticose, il lavoro al computer e lo scarso movimento sono i principali fattori che concorrono all’insorgere di disturbi muscolo-scheletrici.
Nel 2019, l’Health and Safety Executive del Regno Unito ha pubblicato un rapporto sulla salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Tale rapporto ha evidenziato che, tra il 2018 e il 2019, il 40% di tutti i disturbi muscolo-scheletrici segnalati erano legati alla colonna vertebrale. Sebbene non siano stati suddivisi in specifici tipi di problemi alla schiena, è chiaro che esiste un legame tra ergonomia sul lavoro e mal di schiena. Le cause suggerite per l’alto tasso di incidenza includono posizioni del corpo scomode o faticose, il lavoro alla tastiera del computer (seduti alla scrivania), le azioni ripetitive e la scarsa gestione della movimentazione manuale.
Uno studio recente ha scoperto
che restare seduti per periodi prolungati (ad esempio 4 ore) può ridurre significativamente l’altezza del disco intervertebrale L4-5. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti erano donne, e studi precedenti hanno mostrato che uomini e donne rispondono diversamente alla flessione lombare statica. Pertanto, i risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutta la popolazione.
PARTENDO DA QUESTE PREMESSE, QUAL È LA FORMA PIÙ DIFFUSA DI MAL DI SCHIENA? E PERCHÉ?
Sicuramente la lombalgia professionale è una delle forme più di use di mal di schiena e molto spesso è causata da fattori come il sollevamento di carichi, o la scarsa gestione della movimentazione manuale. Le principali cause del
mal di schiena legate alla postura seduta includono una seduta troppo prolungata, l’aumento dell’attivazione dei muscoli spinali a causa di specifiche posture di seduta e la mancanza di variazione del movimento.
QUANTO QUESTI FATTORI INFLUENZANO
IL MAL DI SCHIENA?
Proteggere la schiena quando si è seduti ha un aspetto multifattoriale. Come detto poco fa, fattori come l’ambiente di lavoro, il tempo trascorso seduti e la postura influenzano il mal di schiena (abbreviato in MDS).
L’AMBIENTE LAVORATIVO
Uno studio ha dimostrato che adeguare l’ambiente lavorativo è importante per prevenire la lombalgia: questo include, tra le altre
DOTT. MASSIMILIANO SBERGIA
Fisioterapista perfezionato in terapia manuale
cose, assicurarsi che i monitor siano all’altezza degli occhi, che le tastiere siano vicine e che la sedia sia all’altezza corretta.
IL TEMPO TRASCORSO SEDUTI
Prove recenti hanno dimostrato che il tempo di seduta è positi-
Clinica San Francesco, Bergamo (BG)
vamente associato all’intensità dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS). Uno studio su 201 lavoratori impiegati ha rilevato che coloro che sedevano più a lungo durante il giorno avevano una maggiore prevalenza di lombalgia. Tuttavia, questo studio era di tipo trasversale, quindi non può stabilire una relazione causale, ma solo associazioni. Un altro studio consiglia di muoversi ogni 20 minuti per ridurre la probabilità di mal di schiena causata dalla seduta prolungata.
POSTURA ANOMALA E PROLUNGATA
Ulteriori studi hanno scoperto che sedersi per più di metà giornata lavorativa e in una “postura anomala” aumenta significativamente la probabilità di mal di schiena. Un altro studio ha rilevato che le persone che si sono sedute in una posizione flessibile e rilassata per
lunghi periodi hanno sperimentato più mal di schiena rispetto a chi non lo ha fatto. Un recente studio condotto su un ampio campione di persone ha fornito risultati interessanti. Lo studio ha coinvolto 1500 impiegati senza una storia di dolore al collo o alla schiena nei 6 mesi precedenti, ma a rischio di dolore non specifico al collo o alla schiena. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: controllo, cambiamento posturale e pause attive. Il gruppo di controllo ha mantenuto la routine abituale, il gruppo di cambiamento posturale doveva frequentemente cambiare postura da 20 a 60 volte in un’ora, e il gruppo delle pause attive doveva fare fino a 30 pause giornaliere da 30 secondi a 15 minuti.
COS’HANNO RIVELATO I DATI RACCOLTI?
I dati raccolti durante i 6 mesi di follow-up hanno indicato che il
17% sia del gruppo di pausa attiva, sia del gruppo di cambiamento posturale ha riportato dolore cervicale, rispetto al 44% del gruppo di controllo (2,5 volte in meno). Per la lombalgia, il 9% del gruppo di pausa attiva e il 7% del gruppo di cambiamento posturale hanno riportato dolore, rispetto al 33% del gruppo di controllo (4-5 volte circa in meno).
DA QUESTI STUDI, POSSIAMO DIRE QUAL È LA POSTURA SEDUTA IDEALE?
Purtroppo, non esiste una risposta univoca su quale sia la “migliore postura seduta”. In una battuta si potrebbe sostenere che “la miglior postura è quella successiva”, cioè cambiare spesso posizione ed intervallare alzandosi. Quindi è importante assicurarsi che l’ambiente sia adeguato e ricordarsi che la miglior postura resta il movimento.
Attenti al rischio di congestione
Bagnarsi con gradualità aspettando la fine della digestione, evitare sforzi fisici dopo pranzo, stare leggeri a tavola: i consigli per evitare problemi molto seri.
Mal di stomaco e crampi addominali, sensazione di debolezza ai muscoli, nausea, giramenti di testa e malessere generale. Sono questi i sintomi più comuni della congestione gastro-intestinale, un disturbo che può insorgere se si fa il bagno - in mare o in piscina - mentre stomaco e intestino sono impegnati nella digestione e che, nei casi più gravi, può causare la perdita di forze e lo svenimento, esponendo quindi la persona al rischio di annegamento.
OCCHIO AGLI SHOCK TERMICI
Con il termine “congestione” si intende un blocco improvviso della fase digestiva. In genere, questa disfunzione è causata dallo shock termico provocato dal brusco impatto dell’organismo con temperature più basse di quelle ambientali nelle ore dopo il pranzo, dall’assunzione di bevande ghiac-
ciate o da sforzi fisici eccessivi durante la digestione. L’esempio più comune è il classico bagno in mare (dopo ore e ore al sole) con acqua a temperatura decisamente più bassa di quella esterna (non deve essere necessariamente gelata, basta che sia sotto i 20 gradi).
SE MUSCOLI E STOMACO
“CHIEDONO” SANGUE
CONTEMPORANEAMENTE
Durante la fase digestiva si ha un apporto notevole di sangue, e quindi di ossigeno, allo stomaco e all’intestino: il motivo per cui si instaura la cosiddetta “congestione” è proprio la diminuzione improvvisa di apporto di sangue all’apparato digerente. Lo shock termico provocato dall’immersione in acqua fredda, infatti, provoca una repentina ridistribuzione del sangue poiché il corpo, per contrastare la dispersione del calore,
reagisce mediante un maggior apporto di sangue al cervello e alle sedi periferiche. I vasi sanguigni della pelle si restringono, i muscoli si ra reddano e, come reazione di difesa, cominciano a richiamare più sangue. Anche
DOTT.
Responsabile Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Humanitas Gavazzeni Bergamo
∞ A CURA DEL DOTT. NICOLA GAFFURI
NICOLA GAFFURI
l’apparato digestivo, però, necessita di più sangue per portare avanti la digestione ed evitare un ra reddamento che la comprometterebbe. Il problema è che per il nostro organismo “spostare” due masse di sangue così importanti nello stesso momento diventa troppo impegnativo e così si crea uno squilibrio nella distribuzione del sangue, con la conseguenza che non ne arriva a su cienza né ai muscoli né allo stomaco; i muscoli si indeboliscono (motivo per il quale si può annegare), mentre la digestione tende a rallentare fino a bloccarsi. I sintomi che si possono instaurare sono: dolori di stomaco, nausea, vomito, vertigini, pallore, sudorazione fredda, debolezza e infine svenimento, condizione che può esporre al rischio di annegamento. Nei casi più gravi, soprattutto in soggetti anziani con patologie concomitanti, anche se molto raramente, si può arrivare fino al collasso cardiocircolatorio.
LE REGOLE
PER BAGNI TRANQUILLI
Per prevenire i rischi, è bene seguire alcune semplici regole dettate dal buon senso. Innanzitutto, ovviamente, non fare il bagno nella fase digestiva in acque fredde (se la temperatura dell’acqua è elevata il problema non si pone). Ma quante ore bisogna aspettare prima di poter fare il bagno? Non esiste una regola fissa. Dipende da diversi fat-
tori. Se si è mangiato leggero, ad esempio un tramezzino o una fonte di zuccheri o carboidrati, basta un’ora, un’ora e mezza; se però si è consumato un pasto abbondante e ricco di grassi e alcolici bisogna aspettare le “classiche” 3 ore. Lo stesso vale se si è in età avanzata con patologie gastrointestinali o cardiovascolari. E’ importante evitare di bere bevande fredde o ghiacciate e non fare sforzi fisici eccessivi a stomaco pieno, come lunghe nuotate. Tra le precauzioni per prevenire brutte sorprese c’è l’entrare in acqua gradualmente. L’ideale è bagnarsi inizialmente solo fino all’altezza dell’ombelico e aspettare qualche minuto, cominciando a inumidirsi anche la pancia. Anche chi resta in città può andare incontro a congestione o blocchi della digestione, provocati ad esempio da bevande troppo fredde o dal passaggio, dopo aver mangiato abbondantemente, da un luogo caldo a uno freddo (ad
esempio un centro commerciale climatizzato o un locale con aria condizionata forte). In quest’ultimo caso, è opportuno coprirsi bene, soprattutto la pancia.
NEL DUBBIO, MEGLIO CHIAMARE I SOCCORSI
In caso si avvertano sintomi sospetti che possano far pensare a una congestione o si veda qualcuno che non sta bene, bisogna uscire o far uscire immediatamente la persona dall’acqua e sdraiarla o farla adagiare in terra con le gambe sollevate per alcuni minuti, una posizione che riattiva la circolazione sanguigna e favorisce un più veloce a usso di sangue al cervello, cercando di far riscaldare il corpo. In ogni caso, però, visto che non è così semplice e immediato capire se si tratti davvero di congestione, la cosa fondamentale è chiamare subito i soccorsi. La terapia verrà indicata dal soccorritore medico o paramedico al primo approccio.
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Tumore alla prostata: l’importanza della prevenzione
∞ A CURA DI SARA CARRARA
Il tumore della prostata ha origine dalle cellule presenti all’interno di una ghiandola maschile, la prostata, che cominciano a crescere in maniera incontrollata. Nell’uomo è la patologia tumorale più frequente e rappresenta circa il 30% - quasi un terzo - delle diagnosi tumorali. Pur essendo la neoplasia con maggiore incidenza, non è tra quelle con la più alta percentuale di mortalità, perché è curabile e i trattamenti a disposizione garantiscono un’ottima sopravvivenza dopo la diagnosi. Ciononostante, anche se negli anni è passato il concetto che questo tumore non sia particolarmente aggressivo, è il terzo per mortalità, ma grazie alla diagnosi precoce garantisce ampi margini di guarigione.
DOTT. DA POZZO, QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO PIÙ COMUNI
ASSOCIATI AL TUMORE ALLA PROSTATA?
Il principale fattore di rischio per il tumore alla prostata è la familiarità,
ossia la storia clinica della famiglia. Avere parenti come nonni, padri o fratelli che si sono già ammalati può aumentare significativamente il rischio. Oltre alla familiarità, l’età avanzata è un altro fattore rilevante, poiché questa malattia è più comune nelle persone anziane. Tuttavia, se fino a qualche anno fa diagnosticare un tumore alla prostata prima dei 50 anni era considerato un evento eccezionale, oggi stiamo assistendo a diagnosi sempre più precoci. Questo fenomeno è in parte dovuto a una maggiore capacità di intercettare e diagnosticare il tumore in fase iniziale grazie agli screening, ma anche all’e ettivo aumento dell’incidenza della malattia.
QUALI SONO I SINTOMI INIZIALI DEL TUMORE ALLA PROSTATA?
Il tumore alla prostata è asintomatico. Molti pazienti arrivano alla diagnosi dopo aver consultato l’urologo per altri motivi, come l’ipertrofia prostatica benigna (i.e. aumento volumetrico benigno
Si ritiene che sia poco aggressivo e in molti casi è asintomatico, ma è la terza neoplasia per mortalità se non diagnosticata per tempo.
della prostata). L’ipertrofia non è un sintomo del tumore alla prostata, ma può portare i pazienti a sottoporsi a controlli che rivelano la presenza della malattia.
COME VIENE DIAGNOSTICATO?
L’accertamento del tumore alla prostata viene fatto partendo dai controlli di screening, quindi la diagnosi precoce è fondamentale. In passato, lo screening veniva fatto a partire dai 50 anni, ma oggi si consiglia di iniziare a 45, o anche prima se c’è una familiarità. L’esame fondamentale rimane il test del PSA (Antigene Prostatico Specifico), la cui interpretazione va e ettuata con l’aiuto di un urologo. Sebbene in passato il PSA sia stato messo in discussione per le sue performance non ottimali, rimane un marcatore importante, anche se non completamente specifico: non tutti i pazienti con un PSA elevato hanno un tumore e non tutti i tumori alla prostata provocano un aumento del PSA. Tenerlo controllato, quindi, riduce
significativamente l’incidenza della mortalità per tumore alla prostata. Il range valoriale è arbitrario, poiché i valori di PSA dipendono da molti fattori tra cui il volume della prostata e l’età del paziente. Durante la visita, quindi, l’urologo decide se è necessario approfondire con ulteriori accertamenti: se i risultati del PSA sono anomali, spesso si procede con una risonanza magnetica multiparametrica della prostata per accertare la presenza della malattia. In base ai risultati, si decide se e ettuare o meno una biopsia, che consiste nel prelievo istologico del tessuto e rappresenta l’unico metodo in grado di fornire una diagnosi definitiva.
QUAL È IL TRATTAMENTO
PIÙ DIFFUSO PER IL TUMORE
ALLA PROSTATA?
Non necessariamente si interviene chirurgicamente per il tumore alla prostata. Esistono diverse presentazioni della malattia: alcuni tumori a basso rischio clinico, identificati tramite biopsia, sono costituiti da cellule poco aggressive che non richiedono trattamento immediato ma solo una sorveglianza nel tempo. Circa il 25-30% dei casi rientra in questa categoria. Per questi pazienti viene stabilito un programma di sorveglianza per monitorare la malattia nel tempo, che viene e ettuato nei centri di cura e non in autonomia dal paziente. Finché il tumore rimane stabile, non si procede chi-
rurgicamente. Per i tumori ad alto rischio, invece, il trattamento può includere interventi chirurgici o radioterapici, ma la decisione viene presa in base al tipo di neoplasia e alle caratteristiche del paziente. Questa decisione avviene in un contesto multidisciplinare che coinvolge urologi, oncologi, radiologi, e altri specialisti. In questo caso, la maggior parte dei pazienti viene sottoposta a una procedura che si chiama prostatectomia radicale, ma anche la radioterapia si è dimostrata altamente e cace. Uno dei centri con il maggior numero di casistiche in Italia è proprio l’ospedale Papa Giovanni.
QUANTO IL TUMORE
ALLA PROSTATA INFLUENZA
LA QUALITÀ DELLA VITA?
Se il tumore è a basso rischio, questo non influenza la qualità della vita di un paziente. Diversamente, se il tumore è ad alto rischio, ogni trattamento - che sia chirurgico o radioterapico - comporta rischi per la qualità della vita. Al giorno d’oggi, la maggior parte degli interventi di prostatectomia radicale vengono eseguiti in regime di laparoscopia robotica, quindi sono poco invasivi per il paziente. È bene specificare che il robot chirurgico non opera in autonomia, ma è uno strumento in mano al chirurgo, che gli permette di essere il più preciso possibile. Nel caso di questi interventi, la continenza urinaria e la potenza sessuale potrebbero
PROF. LUIGI DA POZZO
Direttore dipartimento chirurgia, Primario dell’Urologia, Responsabile della Chirurgia Prostatica, Professore di urologia
ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Università Bicocca di Milano
essere influenzate, anche se le nuove tecniche laparoscopiche hanno ridotto al minimo questi rischi.
C’È QUALCOS’ALTRO
CHE VORREBBE CONDIVIDERE
CON I NOSTRI LETTORI RIGUARDO
ALLA PREVENZIONE
E ALLA GESTIONE
DEL TUMORE ALLA PROSTATA?
La prevenzione è fondamentale nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 70 anni, durante la quale i pazienti dovrebbero sottoporsi regolarmente a controlli del PSA e visite con l’urologo. Tuttavia, come anticipavo, oggi l’età consigliata per i controlli è 45 anni (che si abbassa ulteriormente nel caso di familiarità).
L’empatia e il sorriso possono fare la di erenza
Dal coro dell’Immacolata di Bergamo all’Olimpo del DJing: il noto artista e producer racconta successi e intoppi di una vita all’insegna della passione per la musica.
Roberto Intrallazzi: per chi è nato negli anni ‘60 e ‘70, il nome del noto DJ bergamasco fa rima con FPI Project. L’eclettico artista presente nelle migliori consolle dei disco club internazionali ha vissuto una percorso di crescita umana e professionale costellato di successi, ma la sua vita è stata anche segnata dalla malattia. Lo racconta a Bergamo Salute
Roberto, com’è iniziata la tua carriera nel mondo della musica?
Parliamo dei primi anni ‘80, del 1983 per l’esattezza. In Italia, quella del DJ non era considerata una vera professione, mentre all’estero alcuni musicisti avevano tanta rilevanza da avere addirittura delle vie a loro dedicate. Per questo erano
davvero poche le persone che volevano intraprendere questa strada e molto spesso anche le famiglie non lo permettevano. La paura delle critiche era tanta. Il mio approccio al DJing è stato casuale e graduale. Da piccolo cantavo nel Coro dell’Immacolata di Bergamo, studiavo all’Accademia Musicale Santa Cecilia dove mi sono diplomato in teoria e solfeggio e mi dilettavo con il pianoforte, ma grazie a mia mamma avevo maturato una passione per dischi e vinili. Da lì, con il supporto (e i regali) di alcuni amici, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del mixaggio. Quando andavo in discoteca non stavo seduto sui divanetti, ma facevo di tutto per mettermi accanto al dj e vedere come funzionava davvero una consolle.
Quali le tappe che hanno segnato la tua carriera?
All’età di 16 anni, dopo aver a ancato per qualche tempo un DJ locale, sono riuscito a diventare resident DJ del Meeting Club in Maresana (Bergamo). Da lì è stata una vera escalation, che mi ha portato a suonare nei locali più importanti del territorio, che erano frequentati anche da gente importante. Sono partito per il servizio militare, poi sono tornato a Bergamo e ho ritrovato alcuni vecchi amici con cui ho fondato gli FPI Project. Incredibilmente, il nostro primo disco ha venduto 4 milioni di copie. Dopo il successo, ognuno ha preso la propria strada. Io decido di intraprendere una carriera da solista e inizio a suonare nei locali after hours di Milano e
∞ A CURA DI IVANA GALESSI
in tutta Italia dove non ero condizionato dalla musica che “andava di moda”, ma mi mancava sempre qualcosa. Nel 2005, con un amico, abbiamo aperto uno studio di registrazione e avviato il progetto The Cube Guys. Da allora, oltre a girare i locali di tutto il mondo, scrivere e produrre la nostra musica, abbiamo aperto un’etichetta discografica con la quale abbiamo supportato, ad oggi, circa 400 release. Abbiamo anche diverse sotto-etichette, di cui una solo per donne (Cleo, ndr.) e una per i giovani musicisti.
Fare il Dj è un lavoro impegnativo. Quanto è importante mantenere uno stile di vita sano?
Hai stabilito una routine per mantenerti in forma?
Fisicamente mi mantengo in forma applicando ogni giorno quello che un mio caro amico personal trainer mi ha insegnato: con pochi e semplici strumenti riesco
ad allenarmi in modo e cace, alternando sessioni di pesi a sessioni aerobiche e di stretching e adattandomi alla grandezza degli spazi in cui mi trovo. Dormo almeno otto ore per notte perché è l’unico modo che ho per essere davvero lucido durante la giornata. L’impegno fisico, comunque, non è tanto legato al lavoro del DJ in sé, ma alla logistica, ai continui spostamenti in aereo, ai cambi di fuso orario… Se fossi “sregolato” e non stessi al passo con cibo e sonno, mi sentirei uno straccio. Mi piace anche cucinare, ma sono un amante delle pietanze semplici.
Oggi come si svolge una tua giornata tipo?
Se devo lavorare, mi alzo, faccio colazione, mi alleno, controllo la posta, vado in studio di registrazione e ci resto fino alle 22, se sono ispirato. Altre giornate, invece, sono scandite da diverse attività. Nei fine settimana mi alleno e la sera
vado a suonare da qualche parte. Non mancano mai la Messa e le passeggiate all’aria aperta, anche se dopo la scomparsa di mia moglie lo faccio con meno costanza.
Come gestisci lo stress e quali strategie usi per rimanere sereno?
Quello del DJ è un lavoro che, anche se all’apparenza non sembra, crea delle discrepanze a livello psicologico, anche perché diventato molto poco meritocratico. Prima so rivo molto di questa cosa, tanto che mia moglie mi chiamava Peter Pan perché sembravo felice, ma in realtà non lo ero. Dopo la sua morte, ho cambiato completamente mindset. Prima c’era molta più fame di a ermazione, adesso invece riesco a fare qualche passo indietro. Quando vivi sulla tua pelle la scomparsa di una persona amata, non te la puoi prendere con nulla, io cercavo conforto nella preghiera e nel raccoglimento.
Adesso “volo un po’ più in alto”, se così si può dire, non con supponenza, ma con un po’ più di distacco, tenendo a freno la mia parte più rabbiosa.
Elena è mancata nel 2021 dopo una lunga lotta contro un tumore al seno. Come hai a rontato questo dolore?
Elena ha scoperto di avere un tumore nel 2014 e io nel 2015 l’ho sposata. Per quasi sette anni, quindi, mi sono preso cura di lei. Dopo una serie di terapie che negli anni sembravano darci qualche speranza, il tracollo è arrivato a febbraio del 2021. Elena era in un limbo, le avevamo provate tutte, tanto che avevo cercato di inserirla in una procedura sperimentale a Milano per il triplo negativo, uno dei tu-
mori al seno più aggressivi. Il suo fisico però era troppo debilitato, qualsiasi terapia e qualsiasi medicinale non aveva l’esito sperato. Mi avevano proposto anche di trasferirla in una struttura assistenziale per facilitare le procedure di cura, ma insieme abbiamo preferito rifiutare. Ho fatto quindi mie tutte queste nozioni ed Elena è rimasta in casa con me fino alla fine. Da allora, nella mia vita si è formato un grande vuoto e mi sono adato alla preghiera per provare a vedere le cose sotto un’altra luce. Per qualche tempo sono stato anche in terapia per processare il lutto, ma non avevo costanza, ero esausto. Dalla perdita di Elena ho acquisito però una seconda famiglia, quella dei miei suoceri per i quali sono diventato un figlio acquisito. Purtroppo, anche un mio familiare stretto adesso sta a rontando lo stesso iter medico di Elena e io me ne prendo cura ogni giorno.
Cosa ti ha insegnato il confronto con la malattia e la perdita di tua moglie?
Nel momento in cui viene a mancare una persona per cui hai dato così tanto, ti senti come se non valessi niente, perché non hai nulla da fare. Io sono rimasto a disposizione, cercando di dare una mano a chi ha bisogno. Questo mi fa tenere i piedi per terra, anche nel mio settore ho cambiato l’approccio con le altre persone, perché ho toccato con mano la so erenza. In questo di cile percorso ho conosciuto anche delle persone stupende, medici, infermieri e OSS che ora reputo amici. Parlarne mi aiuta a processare e metabolizzare la perdita.
Sei coinvolto in iniziative per sensibilizzare sulla prevenzione del cancro al seno?
Sono coinvolto nell’associazione
Amiche per Mano, nata nel 2016 a cavallo della diagnosi di Elena, presso gli spazi dell’Humanitas Gavazzeni. In quegli anni stava nascendo la Breast Unit grazie alla volontà e al contributo del dott. Massimo Grassi, senologo giunto alla Gavazzeni dopo un’esperienza lavorativa allo IEO di Milano. Dopo il suo pensionamento, la sta etta è passata al primario, il dott. Francesco Valenti. Le volontarie dell’associazione, guidate dalla presidente Paola Cornero, sono tutte pazienti che hanno a rontato o stanno a rontando il percorso di cura di un tumore al seno. Io ed Elena siamo stati tra i primi tesserati dell’associazione, ma lei molto spesso non voleva frequentarla per non dare peso ulteriore alla malattia. Io invece insistevo, perché lo stare insieme le dava una forza in più. Nel 2022, dopo la sua scomparsa, all’interno di Amiche per Mano è nato il progetto “Elena Mangili”, un servizio di estetica oncologica per le donne in trattamento chemioterapico. Io sono testimone di questa associazione e di questa iniziativa. Paola mi coinvolge in ogni cosa, fin dove posso essere utile. Oggi faccio anche delle lezioni nelle scuole infermieristiche portando la mia esperienza. Non sono un medico, ma ho vissuto in prima persona quanto, durante un percorso di cura, il sorriso, la misericordia e l’empatia verso il malato possano fare la di erenza.
I giardini che curano: oasi di benessere per corpo e mente
Stare a contatto con il verde accelera la guarigione e permette di rimediare al “deficit da mancanza di natura”
Tra le mura di ospedali, centri di riabilitazione, carceri e residenze per anziani fiorisce una nuova frontiera della medicina: i giardini terapeutici. Oasi di benessere dove il potere benefico della natura si intreccia con l’arte della cura. Non parliamo di semplici giardini ornamentali, ma di veri e propri spazi progettati per promuovere il benessere psico-fisico di persone con diverse esigenze e per curare specifiche patologie. Negli Stati Uniti è già riconosciuta la figura medica dell’ortoterapista. In Italia ancora no, ma si cominciano a progettare giardini di cura.
Quali sono i benefici
Negli anni ‘80 del secolo scorso il concetto di medicina ambientale prende piede grazie agli studi del dottor Roger Ulrich. Ulrich dimostrò come la presenza di elementi naturali all’interno degli ospedali accelerasse la guarigione dei pazienti, riducendo il dolore e l’ansia. Da allora, la ricerca non ha fatto che confermare i numerosi benefici dei giardini terapeutici. Tra gli innumerevoli benefici dei giardini terapeutici, la riduzione dello stress e dell’ansia: immergersi nel verde
aiuta a diminuire i livelli di cortisolo nel sangue, l’ormone dello stress, e a favorire il rilassamento. Un altro e etto è il miglioramento dell’umore e del sonno: il contatto con la natura aumenta la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, e favorisce un sonno più ristoratore. Stare all’aria aperta e respirare aria pulita, inoltre, aiuta a ra orzare le difese immunitarie dell’organismo. Alcuni studi dimostrano che i pazienti che trascorrono del tempo in un giardino terapeutico guariscono più velocemente e con minori complicazioni. Lungi dall’essere riservati solo ai malati, i giardini terapeutici sono luoghi aperti a tutti. Per medici e infermieri, i giardini terapeutici aiutano a diminuire problemi di ‘Burn out’.
Gli “ingredienti” dei giardini terapeutici
Tra gli elementi caratteristici dei giardini terapeutici:
> accessibilità: i giardini sono progettati per essere fruibili anche da
persone con mobilità ridotta, con percorsi privi di barriere architettoniche e aree dedicate alle carrozzine;
> percorsi sensoriali: pensati per ipovedenti e non vedenti, permettono di esplorare il giardino attraverso il tatto e l’olfatto;
> utilizzo di vegetazione dal portamento naturale: aiuole morbide, curvilinee, accoglienti;
> biodiversità e varietà: una mangiatoia per gli uccellini, le piante per le farfalle (come le Buddleje) servono per incoraggiare la biofilia e per stimolare l’attenzione;
> colori e profumi: i colori (preferibilmente dai toni pastello in gradazione) e i profumi (come quelli di lavande, rose, salvie ornamentali, ma anche aromi pungenti stimolano i sensi;
> aree di quiete: con molte sedute, con aree all’ombra che o rono un rifugio tranquillo;
∞ A CURA DI LUCIA NUSINER
> l’acqua è un elemento fondamentale: cambia la percezione dello spazio e le sensazioni; > orti coltivabili: ideali per favorire l’attività fisica, la socializzazione e il contatto con la natura.
Il disordine da mancanza di natura
Gli healing gardens servono anche a compensare la nostra mancanza di contatto con la natura. Oggi le persone, soprattutto i bambini, trascorrono poco tempo all’aria aperta rispetto al passato. Il Disturbo da Deficit di Natura (NDD), sebbene non sia u cialmente riconosciuto come diagnosi medica, descrive una serie di conseguenze negative sulla salute mentale, fisica e sociale che derivano da una scarsa connessione con il mondo naturale: di coltà cognitive, con deficit di attenzione, iperattività, problemi di apprendimento e memoria; problemi di salute mentale, come
Paesaggista, Dottore Agronomo specializzato in healing gardens
Studio GPT (Bergamo)
stress, ansia, depressione, disturbi dell’umore; problemi fisici: obesità, malattie cardiovascolari, diabete, disturbi del sonno; sviluppo sociale limitato: di coltà relazionali, empatia ridotta, apatia. È importante sottolineare che il NDD non è una diagnosi medica formale. Tuttavia, la crescente mole di prove scientifiche dimostra che la connessione con la natura è fondamentale per la salute. Per rimediare a questa carenza, le Prescrizioni Verdi (PV) sono trattamenti che mirano a mettere l’individuo a contatto con la Natura per migliorare il suo stato di salute. Sono radicate in molti Paesi, ma sono una realtà nuova per l’Italia. Le PV sono progettate per coadiuvare la cura delle malattie croniche come, ad esempio, diabete, obesità, ipertensione, depressione, asma, tutte patologie che condividono quale precursore l’infiammazione cronica sistemica (SCI) di basso grado causata da fattori sociali, ambientali e stile di vita. Nel comune di Sorbolo (PR) è stato creato il progetto “Sorbolo in Salute”, con percorsi studiati ad hoc per le prescrizioni verdi. Nella prima prescrizione emessa in Italia dal SSN, il 30 marzo 2024, si “richiede un ciclo di attività fisica in natura”.
LUCIA NUSINER
Adeguiamo la nostra dieta all’estate
Frutta, verdura e alimenti ricchi d’acqua reintegrano i nostri liquidi e ci permettono di fare il pieno di vitamine nel momento in cui ne abbiamo più bisogno
In estate l’alimentazione tende a cambiare in modo significativo rispetto alle altre stagioni, principalmente a causa delle temperature più elevate. L’esigenza principale è quella di reintegrare i liquidi persi durante le giornate calde, facendo il pieno di alimenti ricchi di acqua come frutta e verdura, soprattutto cetrioli, lattuga, sedano, pomodori, melone e anguria. Consumare questi alimenti durante l’estate non solo aiuta a mantenere l’idratazione, ma fornisce anche una varietà di vitamine, minerali e fibre essenziali per una dieta equilibrata e salutare.
Come cambiano le nostre esigenze con il caldo Il nostro metabolismo cambia in estate a causa delle alte temperature e delle esigenze specifiche del corpo, che ha necessità di mantenere il suo equilibrio termico. Infatti, con temperature elevate, il corpo tende a bruciare meno calorie rispetto ai mesi più freddi perché non ha bisogno di produrre tanto calore per mantenere la temperatura corporea stabile. Per questo è necessario puntare su
alimenti più leggeri, meno elaborati e meno calorici. Non solo, in estate aumenta in modo significativo la produzione di sudore per dissipare il calore e mantenere la temperatura corporea. Per questo motivo, in estate dobbiamo inserire abbondantemente nella nostra alimentazione cibi idratanti. Infine, per evitare la sensazione di pesantezza e mantenere livelli di energia costanti durante la giornata, si consiglia di consumare pasti più piccoli e frequenti anziché pochi pasti abbondanti. Non dimentichiamoci quindi degli spuntini, favorendo in estate frutta fresca, yogurt o una piccola manciata di frutta secca.
Gli alimenti da preferire
L’alimento principale per mantenere una buona idratazione è l’acqua: non dimentichiamoci di bere a su cienza! Per chi fatica a bere, si consiglia di provare con acque aromatizzate senza aggiunta di zuccheri. È possibile utilizzare tisane fredde, oppure preparare bevande aromatizzate, semplicemente aggiungendo all’acqua frutta, verdura, spezie, erbe aromatiche e lasciando in infu-
sione per qualche ora. Suggerisco alcuni alimenti da provare: lime, zenzero e foglie di menta; limone e fiori di sambuco; fragole e foglie di basilico; zenzero, lime e cetriolo; pezzi di anguria e foglie di menta; lamponi e rosmarino.
Possiamo aumentare l’apporto idrico aiutandoci anche con gli alimenti più ricchi d’acqua. In particolare i cetrioli, composti per circa il 95-96% di acqua, sono perfetti per dare un tocco di sapore alle insalate; la lattuga,
Dietista Humanitas Gavazzeni;
∞ A CURA DELLA DOTT. SSA FEDERICA BELOTTI
DOTT.SSA FEDERICA BELOTTI
Studio medico, Trescore Balneario (BG); FIOS MED, Osio Sotto (BG); Dietetica su Misura, Treviglio (BG)
soprattutto varietà come la iceberg; il sedano, molto versatile perché può essere aggiunto a insalate e piatti freddi, ma anche consumato come spezza-fame; i pomodori, che si possono consumare non solo ai pasti, ma anche su una fetta di pane integrale per colazione o come spuntino (tipo bruschetta); l’anguria e il melone, i frutti estivi più rinfrescanti, ricchi anche di potassio. Questi alimenti ci permettono di reintegrare, oltre all’acqua, anche i sali minerali persi con la sudorazione. Oltre alla frutta e alla verdura, non dimentichiamoci dei cereali integrali (farro, orzo, riso integrale, ecc.), componenti importante di una dieta equilibrata come fonte di carboidrati e perfetti come base per piatti freddi da portare anche in spiaggia. Inoltre, non deve mai mancare la fonte proteica, facendo attenzione a non eccedere con salumi e formaggi e favorendo legumi, uova e pesce.
I cibi da limitare
Bisogna fare particolare attenzione agli alimenti ricchi di sale (come salumi, formaggi, cibi precotti, sughi pronti, salse) perché potrebbero peggiorare la ritenzione idrica. Quindi, il classico piatto freddo di salumi e formaggi, molto utilizzato in estate perché permette di non accendere i fornelli, non andrebbe consumato spessissimo. Attenzione anche agli aperitivi, che solitamente aumentano con la bella stagione. Patatine, salatini e tutto ciò che di solito accompagna questo momento sono particolarmente ricchi di sale, per questo andrebbero consumati saltuariamente. Da limitare anche i cibi grassi e pesanti, che possono rendere la digestione più di cile. Anche se le bevande alcoliche possono essere parte delle abitudini sociali estive, è importante limitarne il consumo poiché possono contribuire alla disidratazio -
ne. Il gelato è un sostituto ai classici dolci. Non dovrebbe sostituire un pasto perché è ricco di zuccheri, grassi e povero di proteine e fibre. Meglio utilizzarlo saltuariamente come merenda.
L’e etto dell’alimentazione “estiva” sulla pelle L’alimentazione può svolgere un ruolo importante nel favorire un’abbronzatura sana e duratura. Alcuni nutrienti specifici aiutano a proteggere la pelle dai danni del sole e a migliorare la produzione di melanina, il pigmento responsabile dell’abbronzatura. Ovviamente, la pelle va protetta con le creme solari, ma anche non facendo mancare nella spesa quegli alimenti ricchi di betacarotene (tra cui carote, melone, albicocche, patate dolci), vitamina E (tra cui mandorle, nocciole, avocado) e vitamina C (tra cui fragole, frutti rossi, peperoni).
∞
Yogurt: una merenda “viva” e rivitalizzante
Un ottimo spuntino probiotico che rinforza il sistema immunitario
A CURA DI IVANA GALESSI
Lo yogurt è un alimento amato in tutto il mondo per la sua alta digeribilità, per il suo gusto e per gli e etti positivi che apporta alla nostra salute. È amato in ogni momento dell’anno, ma particolarmente ricercato nel periodo estivo in quanto adatto per uno spuntino rinfrescante e leggero, oppure per iniziare la giornata con una colazione all’insegna del gusto e del benessere.
Si tratta di un alimento ottenuto fermentando il latte con due batteri specifici: lo Streptococcus thermophilus e il Lactobacillus delbrueckii subspecie bulgaricus. La loro presenza conferisce allo yogurt le caratteristiche e le proprietà di un latticino ricco di fermenti che restano vivi fino al momento del consumo, aiutandoci nel ripristino di una sana microflora batterica intestinale. Di conseguenza, come studiato dalla comunità scientifica mondiale, un microbiota sano protegge il nostro organismo da agenti patogeni, regola il sistema immunitario e il metabolismo e svolge altre innumerevoli funzioni per garantirci lo stato di salute.
Le sue proprietà nutrizionali
Lo yogurt è fonte di proteine ad elevato valore biologico, oltre che
di minerali quali calcio, fosforo e potassio, fondamentali per la salute ossea e cardiaca. Inoltre, contiene le vitamine A (importante per la vista e per la crescita e il di erenziamento dei tessuti), B2 (essenziale per la produzione di ormoni e la riduzione dello stress ossidativo) e B12 (fondamentale per la salute dei neuroni, per la prevenzione dell’anemia e dell’osteoporosi). Non solo, contiene fermenti lattici vivi (probiotici) con tutti i benefici sopra citati. Per assicurarcene un adeguato apporto, è meglio consumare lo yogurt con largo anticipo rispetto alla data di scadenza, in quanto vi sono più lattobacilli vitali e l’e etto probiotico risulta quindi maggiore.
Intero o magro?
In commercio si trovano più varietà di yogurt: > bianco naturale: è lo yogurt classico con soli due ingredienti (latte e fermenti lattici vivi), che a sua volta si distingue in: yogurt bianco intero, prodotto da latte intero e quindi ricco in grassi e caratterizzato da un sapore intenso; yogurt bianco parzialmente scremato, ricavato da latte parzialmente scremato e quindi con percentuale di grassi
inferiore allo yogurt bianco intero; yogurt bianco magro, prodotto da latte scremato, con apporto minimo di grassi;
> greco: caratterizzato da maggior compattezza, una concentrazione maggiore di proteine (circa il doppio rispetto a quelle dello yogurt classico) e meno zuccheri (circa 1,5 gr di zucchero in meno per ogni 100 gr di prodotto);
> alla frutta: è uno yogurt bianco a cui viene aggiunta la frutta in diverse modalità: frullata, concentrata, in pezzi, miscelata al miele, liofilizzata ecc. Spesso sono contenuti anche coloranti come l’E120, ottenuto dalla cocciniglia e utilizzato per colorare gli yogurt alla fragola, alla ciliegia, ai frutti rossi, ecc.);
> aromatizzato: viene addizionato con zucchero, frutta o aromi per conferire sapore dolce (es. yogurt alla vaniglia).
Come consumarlo
Lo yogurt migliore da scegliere è quello che contiene solo due ingredienti: latte e fermenti lattici vivi. Di conseguenza, la scelta ricade sullo yogurt bianco naturale, oppure sullo yogurt bianco greco (quindi quelli senza zuccheri ag-
giunti). Per quanto riguarda il contenuto di grassi, non è sempre un bene consumare yogurt magro, in quanto i grassi dello yogurt conferiscono sazietà e aumentano l’assorbimento di nutrienti come la vitamina D. Ci sono però alcune categorie di pazienti (es. i pazienti con ipertrigliceridemia) che, oltre a evitare gli yogurt zuccherati, dovrebbero optare anche per quelli magri. Spesso, molte persone riferiscono di non riuscire a consumare yogurt bianco in quanto lo considerano troppo acidulo, non pensando che basta aggiungere pochi ingredienti allo yogurt (es. frutta fresca, frutta secca, aromi come cannella ecc.) per renderlo decisamente più gustoso e appetibile.
Ci sono controindicazioni?
Non sono conosciute controin-
DOTT. SSA GIULIA ONGIS
Biologa Nutrizionista e Specializzanda in Scienza dell’Alimentazione
Studio Xenia - Seriate (BG); SSD Malattie Endocrine e Centro Regionale per il Diabete Mellito; ASST Bergamo Ovest
dicazioni al consumo di yogurt, fatta eccezione per i soggetti che hanno un’ipersensibilità a uno dei suoi componenti. In generale, il contenuto di lattosio è molto inferiore a quello del latte, per cui
una normale porzione di yogurt può essere tollerata anche dalle persone che presentano intolleranza al lattosio. Tuttavia, i soggetti ipersensibili dovrebbero scegliere yogurt totalmente privi di lattosio. Inoltre, nei soggetti con intestino sensibile (es. nelle persone a ette da malattia infiammatoria intestinale), lo yogurt potrebbe aumentare la motilità intestinale con conseguenti fastidi quali gonfiore, dolore addominale e diarrea. Infine, è importante ricordare che le linee guida LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la popolazione italiana) raccomandano 2-3 porzioni giornaliere di latte o yogurt (da 125 gr ciascuna). Perciò, è fondamentale inserire questo alimento nella nostra alimentazione quotidiana, anche per il raggiungimento dei fabbisogni raccomandati.
L’innamoramento è un corso di formazione sacro
Un viaggio spirituale per la crescita personale e l’instaurazione di una relazione autentica.
L’innamoramento, oltre ad essere un espediente della natura per far avvicinare due persone a nché procreino, è anche un’iniziazione spirituale per fornirci quella nuova preziosissima possibilità di tornare innocenti e felici, rivivendo l’Eden perduto, per poi ricadere nuovamente dal paradiso delle illusioni, così da poter risvegliare in noi “l’archetipo dell’orfano” che chiede salvezza, o rendoci la preziosa opportunità di riaprire e curare le nostre antiche ferite interiori. A patto, però, che si accolga con consapevole e amorevole fiducia quel potere di morte e rinascita a nuova vita, mantenendo salda la fede nella manifestazione di un “nuovo Se’”, che in potenza è già dentro in noi pronto a tornare alla luce.
L’imponenza dell’Ego
Quando ci innamoriamo reciprocamente, ci viene o erta la possibilità di sperimentare come saremmo, se fosse sempre prima il cuore a essere ascoltato e dopo, anche il nostro Ego che tenterà in tutti i modi di sopra are la voce del cuore perché è proprio la sua sfida incessante a tenerci sempre vivi, impegnati a scoprire nuove risorse, verità e false credenze, ma
che nulla potrà contro l’apertura del cuore se, a monte, avremo già maturato di scegliere quel “Dono”. Il Dono, troppo spesso, una volta finito l’innamoramento, che duri pochi mesi o anni non importa, viene messo in discussione dalle prime inevitabili oscillazioni del pendolo emotivo. E qui, tutti noi abbiamo commesso il gravissimo errore di perdere fiducia nella voce del cuore, e tornare ad ascoltare per prima la voce dell’Ego. Semplicemente perché, al primo cenno di dolore, ci è sembrato più giusto proteggere noi stessi dalla paura della verità e dall’incertez-
DOTT. SSA ELISABETTA NOTARO Psicologa Psicoterapeuta e Sessuologa Livorno (LI)
za, piuttosto che proteggere quello scambio di pura energia che, inizialmente, ci aveva resi entusiasti e connessi.
Le fasi della di erenziazione e della sperimentazione
Dopo aver sperimentato la connessione dei cuori che produce espansione, la nostra anima si aspetterebbe come minimo che la tenessimo a mente durante la prova successiva, ovvero l’apertura degli occhi del nostro “archetipo dell’innocente”, che ignorava volutamente l’esistenza dell’ombra come un bambino si tappa gli occhi di fronte a ciò che lo spaventa. Il nostro bambino interiore, invece, durante l’innamoramento spesso preferisce gioire inconsapevolmente dello scambio di energia fino a perdere il senso del proprio viaggio proiettando l’anima sull’altro che, inevitabilmente, viene vissuto come l’unica fonte d’amore senza la quale sarebbe impossibile sopravvivere. Assistiamo pieni di stupore all’aumento delle sincronicità, al ringiovanimento, al senso di invincibilità e ottimismo tipiche di questa fase, che ci fa produrre così tanta energia insieme all’altro da compiere grandi imprese, come un ma-
∞ A CURA DELLA DOTT. SSA ELISABETTA NOTARO
trimonio, figli, progetti, cambiamenti di idee, città, vita. Cre-azioni che, presto o tardi, appassiranno, se rinchiuse in un recinto di controllo e false sicurezze per evitare di oltrepassare insieme all’altro la soglia del caos creativo tipica della terza fase di un rapporto, ovvero “la sperimentazione”. Quest’ultima nasconde infatti tesori preziosissimi per la nostra evoluzione e consapevolezza, come il valore della libertà, della scoperta, del rispetto del proprio viaggio personale e di quello del partner, della rinuncia al possesso e del non-attaccamento per mantenere in vita un legame autentico e intenso.
Tutto a un certo punto si ferma Il cuore, imprigionato dalla paura, tra litigi, menzogne, silenzi, ricatti o tradimenti si allontana dalla sorgente di energia/amore, cessa lo scambio e torna a contrarsi. A
questo punto, le scelte sono due: mantenere la coppia di facciata e organizzarsi per fare rifornimento di energia appoggiandosi a figli, amanti, animali, amici, chiunque, pur di far sopravvivere l’illusione. Oppure lasciarsi, disintossicarsi dolorosamente dal partner, amato ormai quanto una droga pesante che non fa più e etto, e ricominciare con qualcun altro un nuovo “giro di giostra” delle illusioni, senza mai raggiungere realmente il salto dimensionale verso l’amore maturo che accoglie, guarisce, trasforma e salva.
A cosa serve ricominciare Pochi comprendono che il dono dal cielo non era un premio per l’evoluzione compiuta, bensì un aiuto per evolvere ed imparare a essere migliori da quel momento in poi per farci tornare a vivere nell’amore incondizionato per
noi stessi prima ancora che per l’altro. Lo sentiamo, lo sappiano, per questo so riamo fino quasi a morire. Era proprio quel “Master divino” che ci avrebbe permesso, se superato con consapevolezza e intenti di amore luce prima di tutto verso noi stessi, di fare quel “salto di carriera spirituale” verso la pura gioia dell’essere, che tutti, lo ammettiamo o no, desideriamo nel profondo più di ogni altra cosa al mondo.
Solo le coppie che riescono a comprendere e superare nella luce della verità le prime tre fasi riusciranno a raggiungere la quarta e la quinta, quelle del “riavvicinamento” e della “interdipendenza sana”, ovvero il ritorno nella piena consapevolezza che la vita è movimento e che nulla potrà mai evolvere e rinascere senza prima aver accolto la morte delle illusioni e degli attaccamenti che glielo impedivano. ORTOPEDIA
La gestione dei problemi muscolo-scheletrici
• Visite ortopediche
• Onde d’urto
• Ozonoterapia
• In ltrazioni ecoguidate
• Piani cazione e preparazione agli interventi chirurgici
• Rieducazione motoria
• Riabilitazione in palestra sioterapica
• Terapie siche strumentali
(laser terapia, ultrasuonoterapia e tecarterapia)
Combattere la monotonia nella vita di coppia
Come andare oltre la routine che con il tempo prende il sopravvento in molte relazioni, avviando un percorso costruttivo.
Le prime fasi di una relazione di coppia sono spesso caratterizzate da vissuti intensi e inebrianti. È il preludio, l’innamoramento, il periodo in cui si sperimentano le cosiddette “farfalle nello stomaco”, un insieme di emozioni che sostengono un atteggiamento di curiosità e scoperta dell’altro favorevole alla reciproca conoscenza e all’instaurazione di un legame. Con il passare dei mesi, queste sensazioni si a evoliscono, per lasciare spazio a un orizzonte meno intenso e caratterizzato da maggiore stabilità. E’ fisiologico, ma nel progressivo passaggio che conduce dalle fasi iniziali di una relazione alla realtà di una coppia stabile e di lunga data, può essere che si avverta nostalgia nei confronti dello stato di euforia che accompagna i primi mesi di un rapporto. In relazione a questo, uno dei temi che emerge frequentemente nei percorsi con le coppie è proprio quello che riguarda la possibilità di sviluppare strumenti utili ad a rontare in modo costruttivo la monotonia.
A rontare la monotonia
Una coppia che sperimenta monotonia è una coppia in crisi? Non per forza. La routine è caratterizzata per definizione da un certo gradiente di ripetitività, abitudine e, spesso, anche di monotonia. È una caratteristica che spesso accompagna e permette la stabilità. Penso quindi sia importante contemplare il verificarsi di fasi in cui la vita di coppia abbia a che fare con la monotonia, attorno alle quali eventualmente riflettere, anche in due, ma senza un atteggiamento di allarmismo.
La consapevolezza delle aspettative
Talvolta la monotonia ha a che fare con uno scarto tra gli scenari immaginati, attesi, e quelli ideali. Il partner non incarna la perfezione, come del resto nemmeno noi, e il rapporto di coppia rappresenta un investimento che richiede costanti cure ed attenzioni per crescere. Coltivare consapevolezza circa la dimensione di impegno e premura che una relazione implica, può
portare a domandarsi quante energie in un determinato momento del legame si è disposti a dedicare in prima persona alla coppia, ai propri bisogni e a quelli dell’altro, senza cadere nella trappola che conduce a dare un rapporto per scontato.
Parlarne senza timore
Contemplare che la monotonia esista non significa necessariamente essere disposti ad accettarne la presenza nella propria relazione. Questo perché, nonostante la necessaria consapevolezza di cui abbiamo parlato, le fasi di stasi, specie se prolungate, possono pesare sui partner e logorare il rapporto, fino ad arrivare ad insinuare un progressivo allontanamento. Accorgersi della presenza di monotonia e condividere i propri punti di vista con il partner è importante, perché rappresenta il primo passo per fronteggiare insieme il problema. Se ci sono elementi che pesano, è bene parlarne senza timore piuttosto che rifugiarsi in un’insoddisfa-
∞ A CURA DELLA DOTT. SSA ELEONORA NEGRI
zione che rischia di essere preludio all’isolamento.
Condividere progetti e desideri
Spesso sono su cienti piccoli gesti per ravvivare la routine delle nostre relazioni. Tempo e attenzioni favoriscono la crescita di ogni legame, specialmente se declinati nelle varie sfere che abbracciano gli interessi individuali. L’errore, talvolta, sta proprio nel pensare di dover stravolgere completamente la propria quotidianità per far sopravvivere la relazione, come se compiendo gesti eclatanti e fuori dall’ordinario si potesse, con un colpo di spugna, modificare la traiettoria di crescita di un rapporto. Al netto di momenti di stacco di cui si può facilmente intuire il beneficio, la partita della coppia si gioca più su un piano di quotidianità e riscoperta che su
DOTT. SSA ELEONORA NEGRI Psicologa e Psicoterapeuta
(BG)
sporadiche immersioni in scenari ricchi di adrenalina. Un ruolo fondamentale è svolto dalla comunicazione: condividere progetti, idee e desideri aiuta a remare nella stessa direzione, a sentirsi accolti e compresi.
Trovare uno sport o un hobby in comune
Un atteggiamento costruttivo può essere poi quello di ritagliarsi dei momenti dedicati ad attività piacevoli da svolgere insieme, nei più svariati ambiti: sport, escursioni, attività culturali, frequenza a corsi, hobby, volontariato, e così via. Questi naturalmente rappresentano solo alcuni esempi di occasioni che i partner possono cogliere allo scopo di arricchire la quotidianità con elementi innovativi, che possano generare interesse, curiosità, entusiasmo e magari favorire l’instaurarsi di nuove conoscenze, ampliando la dimensione sociale della coppia. Tutto ciò permetterà non solo di spezzare la routine, ma di entrare in contatto con aspetti di se stessi e del partner che potrebbero non emergere nella vita di tutti i giorni.
Valbrembo
Gravidanza d’estate: un momento delicato
Calore, disidratazione e troppo sole: tre fattori a cui prestare molta attenzione
I cambiamenti che subisce il corpo della donna durante la gravidanza la rendono più suscettibile agli e etti dell’innalzamento della temperatura ambientale, che in queste ultime estati è diventato particolarmente significativo.
L’ECCESSO DI CALORE
Durante la gravidanza la temperatura corporea aumenta spontaneamente e questo rende più sensibili le donne incinte alle temperature dell’ambiente. E’ più facile avere un abbassamento della pressione arteriosa con capogiri e svenimento e ci possono anche essere e etti negativi sullo sviluppo del feto.
In particolare gli e etti dannosi dell’innalzamento della temperatura sono importanti durante i periodi di caldo estremo, oggi più frequenti anche nell’Italia del Nord, soprattutto nelle città dove c’è poco verde, molta cementificazione e conseguentemente poca ombreggiatura protettiva. Per le gravide che non hanno la possibilità di trascorrere questi periodi di elevata calura nelle aree montane, ma debbono rimanere negli agglomerati urbani possono essere prese alcune misure di protezione.
PREVENIRE
IL COLPO DI CALORE
Innanzitutto si deve trovare il
tempo per riposarsi in una stanza fresca e buia (se disponibile!) e se si possiede un condizionatore d’aria si può impostarlo a una temperatura compresa tra i 24 e i 26°C. Altri accorgimenti sono: posizionare i piedi di fronte ad un ventilatore davanti al quale si può mettere un contenitore con cubetti di ghiaccio, spruzzare con una bottiglietta spray acqua fresca sul viso e sul corpo, mettere un asciugamano bagnato attorno al collo e fare docce o bagni tiepidi durante la giornata. Ovviamente bisogna evitare di uscire di casa durante le ore più calde.
BERE FREQUENTEMENTE
L’elevata temperatura causa una
intensa sudorazione e di conseguenza una perdita di liquidi con disidratazione e riduzione della produzione di urina. In gravidanza questo problema si aggrava per cui è necessario bere frequentemente senza attendere di avere sete perché a questo punto si potrebbe già essere disidratate. Uscire di casa sempre con una bottiglietta d’acqua. L’alimentazione deve basarsi su molta frutta e molta verdura e inutile dirlo l’alcool è assolutamente bandito (birra compresa!).
INDOSSARE COTONE E LINO
Gli indumenti ideali sono quelli traspiranti di cotone o di lino leggeri, evitando invece i capi sintetici; non ci si deve esporre direttamente al sole ma rimanere in zone ombreggiate, indossare un cappello a larga tesa e occhiali da sole. Utilizzare sempre una crema
solare ad alto fattore protettivo non solo per ridurre il rischio di insorgenza di melanomi, ma soprattutto perché in gravidanza l’esposizione al sole può provocare la comparsa di macchie cutanee scure. L’esercizio fisico estremamente benefico in gravidanza deve essere sospeso durante le giornate di elevata calura quando invece è possibile il nuoto in una piscina non riscaldata.
I SEGNALI D’ALLARME
Particolare attenzione durante la stagione calda va posta ai colpi di calore ed è utile conoscere i sintomi che insorgono e che sono: vertigini e disorientamento, perdita di appetito e sensazione di malessere, sudorazione eccessiva, cute pallida e umida, crampi alle braccia, alle gambe e allo stomaco, respirazione e polso accelerati, temperatura corporea
DOTT. CLAUDIO CRESCINI
Professore ac Humanitas
University Milano, Presidente Fondazione Confalonieri Ragonese
di 38 gradi o superiore, sete intensa. In presenza di un colpo di calore è necessario provvedere al ra reddamento immediato della persona con acqua fresca, ghiaccio, ventilazione e spostandola in un luogo fresco o ombreggiato e idratandola.
Vacanze al mare con i bimbi: “istruzioni per l’uso”
Da che età i nostri figli possono fare il bagno al mare? Che protezione solare scegliere? Cosa sono le malattie da calore? La Società Italiana di Pediatria consiglia come vivere l’estate con i piccoli in tranquillità.
∞ A CURA DI SARA CARRARA
Vacanze estive vuol dire relax ma anche dubbi, incertezze e timori da parte dei genitori, soprattutto se alle prime armi. Per questo il Consiglio Direttivo della Società Italiana di Pediatria ha redatto un vademecum su cosa è bene sapere per vivere in tranquillità l’estate con i più piccoli. Vediamo insieme i principali consigli.
Da che età si possono portare i bambini in spiaggia?
Anche i bimbi molto piccoli possono andare al mare, ma è fondamentale rispettare gli orari più freschi: fino alle 9.30-10 di mattina e dopo le 16.30 nel pomeriggio, considerando sempre le temperature esterne. I neonati sotto i 6 mesi non dovrebbero mai essere esposti direttamente al sole e non dovrebbero stare troppo tempo sotto l’ombrellone, poiché la sua ombra non filtra e cacemente i raggi ultravioletti. La sabbia riflette i raggi solari, aumentando il rischio di scottature. Nei neonati, le scottature incrementano il rischio di sviluppare tumori maligni in età adulta.
Quanto tempo dopo aver mangiato si può fare il bagno?
Non esiste una regola scientifica che indichi quante ore aspettare
dopo il pasto, anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti. Se il bambino ha consumato un pasto costituito da piatti che richiedono una lunga e laboriosa digestione, può avere senso aspettare le famose 3 ore. Se invece il bambino ha mangiato un pasto più leggero, può entrare in acqua anche subito dopo. È importante, però, immergersi gradualmente, bagnando prima le caviglie, i polsi, quindi lo stomaco e poi le tempie, evitando lo sbalzo termico che potrebbe causare la perdita di conoscenza. Sempre per questa ragione, il bambino non dovrebbe fare il bagno quando è accaldato e sudato.
Come proteggere i bambini dal sole?
Fino ai 6 mesi le creme solari non sono consigliate perché la cute è molto sottile e delicata, dunque più permeabile a eventuali sostanze chimiche. Inoltre, le creme alterano la termoregolazione del bambino e la sua capacità di dissipare il calore. Dopo i 6 mesi di vita, invece, l’uso delle creme solari è obbligatorio. Tra i 6 mesi e i 3 anni vanno preferite quelle con fattore di protezione di almeno 50+; dopo i 3 anni si possono eventualmente usare quelle 30+,
aumentando il fattore di protezione a seconda del fototipo del bambino. Va poi ricordato che la crema va applicata già 20 minuti prima dell’esposizione al sole e riapplicata ogni due ore. Anche nel caso di protezioni ‘water resistant’ è bene rispalmare la crema dopo aver fatto il bagno perché quando si friziona il bambino con l’asciugamano, si porta via gran parte di essa. Non solo creme: quando il bambino gioca in spiaggia, è bene fargli indossare un cappellino leggero. Anche una maglietta di cotone può essere utile perché diminuisce il rischio di scottature.
Cosa sono e come evitare le malattie da calore?
Il caldo intenso, associato ad altri fattori (umidità, luoghi chiusi, scarsa aerazione, vestiti spessi) può essere causa di patologie quali crampi da calore, esaurimento da calore o colpo da calore, specie in età pediatrica.
Per evitarle è importante: educare i bambini a bere sempre molto prima e durante l’attività fisica praticata nella stagione estiva e quando sono esposti al sole per molto tempo, anche se non hanno sete; far indossare abiti larghi, di colore chiaro e cappelli leggeri nelle giornate molto calde; utilizza-
re creme solari protettive e bagnare frequentemente la testa e la nuca con acqua fresca se esposti al caldo per molto tempo; nei giorni caldi o umidi, limitare l’attività fisica all’aperto durante le ore più calde; educare i bambini ad andare in luoghi freschi riparati dal sole, e riposarsi e idratarsi immediatamente ogni volta che si sentono surriscaldati.
Cosa succede se il bambino beve l’acqua di mare o ingerisce della sabbia?
L’acqua di mare è tossica per l’organismo per via del suo alto contenuto di sale. In più, se il mare è inquinato può contenere agenti infettivi che possono causare vari problemi, primo tra tutti una forma di gastroenterite, i cui sintomi tipici sono nausea, vomito, diarrea, in presenza dei quali bisogna prontamente rivolgersi a un pediatra. È ovvio, però, che una piccola
quantità d’acqua salata ingerita non può creare particolari danni. È consigliabile, comunque, quando succede, porgere al bambino dell’acqua dolce, utile per eliminare la quantità di sale contenuta nell’acqua marina assunta. Stesso discorso per quanto riguarda la sabbia, i rischi nell’ingerirla possono essere legati alla presenza di corpi estranei o al fatto di poter contenere germi e batteri che possono causare infezioni gastrointestinali. Di solito, però, piccole quantità di sabbia non si associano a grandi problematiche.
Come evitare il mal d’orecchio quando si viaggia in aereo?
E il mal d’auto?
Le variazioni di pressione in aereo possono comportare barotraumi, con comparsa di otalgia e acufeni, che possono essere ridotti con la deglutizione così da aprire la tuba di Eustachio. Per i lattanti e i bam-
bini più piccoli è possibile minimizzare questi e etti dando loro del cibo o dell’acqua con un biberon o un ciuccio. Ai bambini più grandi si può dare una caramella o un lecca-lecca. Se poi, nel bambino in età scolare, il dolore è persistente si può praticare la manovra di Valsava: inspirazione profonda seguita da un’espirazione della durata di 10 secondi circa tenendo tappato il naso con le dita e con la bocca chiusa.
Per l’auto, invece, in caso di bambini piccoli la cosa migliore è sfruttare le ore in cui il bambino dorme. È importante non dare al piccolo tablet o telefonini, perché guardare gli schermi all’interno dell’auto può aumentare il malessere per una stimolazione maggiore dell’apparato vestibolare. Bisognerebbe invece coinvolgere il bambino in giochi che gli facciano volgere lo sguardo al di fuori della macchina.
ZZI
Nasce l’Academy contro la violenza di genere
Un progetto lanciato da Terre des Hommes e ScuolaZoo punta a sensibilizzare i ragazzi sul tema delle molestie e a tutelarli durante le prime esperienze di viaggio.
Il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza. La percentuale sale al 70% se consideriamo soltanto le ragazze. I dati emersi dall’Osservatorio indifesa, realizzato da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo, sono alla base di un nuovo progetto lanciato dalle due realtà all’interno di un percorso ormai pluriennale di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere. Questo progetto segue il Manifesto del Divertimento in Sicurezza realizzato con l’Associazione Co.Ge.U, mira a fornire sessioni di formazione specifiche sulla violenza di genere al personale di ScuolaZoo Viaggi, con l’obiettivo di proteggere i giovani durante le loro esperienze di viaggio.
Catcalling e molestie
I dati più recenti dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes, Associazione leader nella protezione dei diritti di bambini e ragazzi,
sono inquietanti. Lo studio, che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni, ha identificato catcalling e molestie sessuali come le forme di violenza più comuni; il 61% delle ragazze ha subito catcalling e il 30% molestie sessuali, mentre per i ragazzi le percentuali sono rispettivamente del 6% e 7%. Le persone non binarie riportano percentuali ancora più alte: violenze psicologiche o verbali e bullismo sono segnalate dall’80%, il catcalling al 66%, le molestie sessuali al 36% e cyberbullismo al 27%, evidenziando un quadro di emergenza sociale che richiede interventi immediati.
Un programma di formazione strutturato
Le sessioni di formazione dell’Academy, condotte da esperti di Terre des Hommes, sono dedicate agli operatori di ScuolaZoo e si focalizzeranno sul significato di consenso, sul riconoscimento e sulla valutazione degli episodi di mole-
stia, e sulle modalità di intervento nei confronti di tutte le persone coinvolte: vittime e abusanti. Gli obiettivi sono i seguenti.
> Riconoscimento della violenza di genere, per intervenire in modo e cace coinvolgendo, se necessario, anche le autorità competenti. E’ prevista la presentazione di un codice etico e l’approfondimento del significato di consenso, approcci inappropriati e strategie di prevenzione; > Gestione delle emergenze: addestramento specifico sulle procedure di primo soccorso e introduzione del Codice Rosa, un protocollo per interventi immediati.
La formazione, dunque, non è solo finalizzata alle attività che avverranno durante i viaggi estivi, ma mira anche a sensibilizzare i giovani su questi temi cruciali, riconoscendo che essi stessi sono portatori di un importante messaggio di cambiamento e rispetto.
∞ A CURA DI IVANA GALESSI
Il “guardiano” della sicurezza
Oltre alla formazione, sarà introdotta una nuova figura nel team di ScuolaZoo, lo “Sta Be Safe”, ovvero un gruppo di sentinelle facilmente identificabili con una spilla, responsabili della vigilanza e del pronto intervento in caso di comportamenti inappropriati. Un punto di riferimento fisico importante per o rire supporto immediato nei contesti di intrattenimento dei ragazzi, dalle spiagge alle discoteche.
Le dichiarazioni dei protagonisti
Betty Pagnin, Community Manager di ScuolaZoo, ha dichiarato: “Ogni anno portiamo in viaggio oltre 10mila ragazzi e ragazze. È una grande responsabilità, e vogliamo garantire che questi viaggi siano
sicuri e indimenticabili. Con questo progetto, ci a diamo all’esperienza di Terre des Hommes per creare una cultura del rispetto che permetta a tutti di vivere liberamente.” Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes, ha aggiunto: “La nostra collaborazione con ScuolaZoo ci permette di dialogare direttamente con decine di migliaia di giovani. Con l’Academy,
facciamo un ulteriore passo avanti nella prevenzione della violenza di genere, mettendo a disposizione le nostre competenze per promuovere il rispetto reciproco”.
Un evento per presentare l’iniziativa
Le novità introdotte da questa collaborazione sono state presentate durante un evento phygital presso la sala Agorà del C30 di OneDay Group, sottolineando l’importanza di promuovere la sicurezza e il rispetto tra i giovani.
Con questa iniziativa, ScuolaZoo e Terre des Hommes continuano a dimostrare un impegno concreto nella tutela dei giovani, educando e sensibilizzando sulle tematiche cruciali della violenza di genere e del rispetto reciproco.
Spunta blu: l’ansia delle mancate risposte
Visualizza il messaggio, ma non risponde! In quanti ci siamo posti questa domanda e in quanti abbiamo provato la sensazione di attesa davanti alle spunte blu?
Le relazioni sociali si sono spostate dalla piazza del paese al mondo virtuale. È anche possibile che si venga esclusi e si parla di ostracismo che è l’esclusione deliberata di un individuo dalla società, da un gruppo sociale, o da una comunità: si evita di comunicare con la persona o, addirittura, si dà mostra di non notarla neppure.
Le aspettative di risposta e il timore dell’esclusione
Nelle relazioni reali, l’esclusione si manifesta con silenzi, cambi di sguardo, disattenzione, allontanamenti e molto altro. Nel mondo virtuale, è possibile che il destinatario del messaggio visualizzi e non risponda. Le spunte blu hanno un significato importante nel comportamento comunicativo: esse segnalano che il messaggio è stato letto, ma senza risposta. Le aspettative di ricevere una risposta sono alte. Quando una persona visualizza ma non risponde, più è alto il timore di essere “escluso”
del mittente del messaggio, più questo avrà delle emozioni negative intense, come: ansia, rabbia e frustrazione. Il timore di essere escluso è legato al fatto di sentirsi in obbligo di rispondere a qualcuno immediatamente. Al contrario, questo bisogno è legato all’aspettativa che l’interlocutore risponda velocemente al messaggio. E’ stato valutato come una persona si ritenga più in obbligo di rispondere ad un messaggio rispetto a quanto si aspetti dall’altro.
L’angoscia dell’attesa
Il sentirsi “in obbligo” di rispondere è più frequente tra un datore di lavoro e un impiegato, o con parenti stretti, e si tratta di relazioni di amicizia forti, l’aspettativa che l’altro risponda è più alta della percezione dell’obbligo. Una persona che visualizza e non risponde, già te ne sta mandando uno:” Non ci tiene a te. Non si sente coinvolto con te. Oppure, con tutte le cose che ha da fare, il chiedergli “come va” non è importante…” Questo
suo ignorarti, esprime da parte sua, una velata violenza psicologica. Si crea l’angoscia dell’attesa, e che non so se mi scriverai: c’è anche la possibilità che io non ti veda più. Questo è quello che fa venire l’angoscia, non tanto il tempo che passa tra un messaggio e l’altro. Io ti scrivo e tu non mi rispondi. Nasce l’angoscia perché la risposta non arriva nei tempi delle nostre aspettative. È qui na-
PIA BARBATO Counselor Supervisor Trainer
Centro Counseling Integrato APS, Scanzorosciate (BG)
∞ A CURA DI PIA BARBATO
sce l’incertezza che a sua volta fa nascere ansia. L’attesa è una delle cose che distrugge di più soprattutto chi ama, perché è un’attesa in cui il tempo è completamente annullato. Si crea una amarezza, perché la felicità sarà legata a tra un’ora, a domani, a tra un mese… Mai ad adesso e a noi stessi. In questo modo perdiamo la cognizione del tempo che stiamo vivendo che diventata dilatato, infinito, portatore di stress. È il motivo per cui, quando si aspetta qualcosa, si sta così male, mentre stiamo male, l’altra persona continua a ignorarci non rispondendo.
Diamo priorità a noi stessi
Questo comportamento non può però essere condannato: ognuno deve sentirsi libero di fare ciò che meglio crede e di vivere la propria
vita non per forza a stretto e perenne contatto con i social, che oggi sono la “droga vera” della nostra vita. Se qualcuno non risponde, è decidere di metterci l’anima in pace iniziando a dare priorità a noi stessi. Il comportamento degli altri non dipenderà mai da noi, ma solo e soltanto dagli altri, tutto ciò che viviamo non è nient’altro che la conseguenza diretta dei nostri comportamenti e del modo che abbiamo di vedere, e quindi di a rontare, le cose. Proprio come nel caso di un messaggio che non arriva: il fatto di vivere l’attesa negativamente, è una scelta che è e che rimane nostra. Si può fare un discorso diverso legato alla speranza, vivendo il tempo presente in modo fiducioso. Si cambia la prospettiva. È così che ansia e stress possono scivolare via. E
la risposta che aspettiamo, se e quando arriverà, soddisfacente o meno che sia, non sarà più in grado di ribaltare il nostro umore e rovinare il nostro tempo.
L’acne ti cambia la vita
Questa dermatosi colpisce 1 persona su 5, in prevalenza donne. Chi ne so re accusa anche stanchezza e disturbi del sonno e si sente escluso dalla vita sociale. Sono alcuni dei risultati del primo studio globale sull’epidemiologia dell’acne pubblicato dal Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD).
∞ A CURA DI SARA CARRARA
Nel mese di aprile, i Laboratoires Pierre Fabre hanno reso nota la pubblicazione del primo studio mondiale sull’epidemiologia dell’acne sul prestigioso Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD).
Questo progetto, condotto nell’ambito dello studio ALL, o re un’analisi approfondita sulla di usione dell’acne a livello globale, evidenziando significative variazioni legate a età, sesso, regione geografica e impatto dell’acne
sulla qualità della vita e sulla stigmatizzazione delle persone che ne so rono. Ecco i principali risultati.
L’acne interessa 1 persona su 5 a livello mondiale La prevalenza mondiale dell’acne
ALL: il più grande database dermatologico al mondo
IIl progetto ALL, avviato alla fine del 2022, mira a raccogliere dati su tutti i tipi di pelle (ALL Skins), malattie cutanee (ALL Dermatoses) e fototipi (ALL Colors) per creare il più grande database privato del mondo. Complessivamente, 50.552 adulti provenienti da 20 Paesi (che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale) nei cinque continenti hanno partecipato allo studio rispondendo alle domande previste. Nonostante più di un terzo della popolazione soffra di malattie cutanee, le politiche sanitarie e di prevenzione non considerano la dermatologia una priorità di salute pubblica. Lo studio si propone di delineare un quadro completo della prevalenza delle principali malattie cutanee e delle loro conseguenze, al fine di sensibilizzare tutte le parti interessate. I pazienti affetti da patologie dermatologiche necessitano di un supporto migliore, per questo è essenziale convincere le autorità pubbliche a dare maggiore importanza alle dermatosi nei programmi di prevenzione. Oltre alla prevalenza e all’impatto delle malattie, lo studio affronta anche i comportamenti, i percorsi di cura e i bisogni dei pazienti con una o più dermatosi, come dermatite atopica, psoriasi, acne, rosacea o vitiligine. Il database ALL è stato progettato per un’analisi dei risultati dal 2023 al 2027. I 3,3 milioni di dati raccolti permetteranno di ottenere informazioni essenziali per una migliore comprensione dell’esperienza dei pazienti. Questi dati sono stati condivisi con dermatologi e associazioni di pazienti, fornendo loro uno strumento per migliorare la visibilità delle malattie cutanee..
è pari al 20,5%. Risulta più elevata negli adolescenti/giovani adulti (16-24 anni) con il 28,3% e rimane piuttosto alta anche tra gli adulti nella fascia d’età 25-39 anni, attestandosi al 19,3%. In generale, le donne sono più soggette all’acne (23,6%) rispetto agli uomini (17,5%).
Le popolazioni più colpite
Si sono osservate disparità significative tra le diverse aree geografiche con una prevalenza più elevata in America Latina (23,9%), Asia Orientale (20,2%), Africa (18,5%) e Medio Oriente (16,1%) e più bassa in Europa (9,7%) e Australia (10,8%).
Un notevole impatto sulla qualità della vita
Chi so re di acne so re di stanchezza (50%) e disturbi del sonno (41%). Come conseguenza di questa dermatosi, tendono a essere più
attenti a quanto spendono (44%), sono spesso costretti a rinunciare ad attività che amano (27%) o a cambiare i loro programmi (31%). Riguardo alla di coltà di dormire, un paper presentato all’EADV - European Academy of Dermatology and Venereology a ottobre 2023 ha evidenziato che il prurito è uno dei primi sintomi riportati da chi so re di acne, seguito da sensazioni di bruciore o pizzicore e dolore cutaneo.
Alti livelli di stigmatizzazione
I pazienti acneici dichiarano di sentirsi esclusi o rifiutati dagli altri (31%), di avere la sensazione che la gente eviti il contatto fisico (27%) o di avvicinarsi a loro (26%). Uno studio dal titolo “Patients’ testimonies, feelings, complaints and emotional experiences with dermatoses on open social me-
dia: The French infodemiologic patient’s free speech study”, pubblicato sul JEADV - Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology a gennaio 2024, conferma l’esistenza di uno stigma significativo nei confronti dell’acne, analizzando le di coltà espresse dai pazienti con dermatosi visibili sui social network. L’immagine di sé di chi so re di acne è la peggiore tra tutte le malattie cutanee (eczema, psoriasi, vitiligine e rosacea), perché spesso viene correlata a un impatto psicologico di avere brufoli per tutto il tempo e ricomparsa di riacutizzazioni. Un altro studio ha evidenziato inoltre come il timore e la sensazione di essere stigmatizzati possano incidere molto sulla salute fisica e sul benessere mentale di chi so re di acne, che spesso influenza la vita sociale e professionale.
IPB ISTITUTO POLISPECIALISTICO BERGAMASCO
Sport in spiaggia: il vademecum
Le vacanze al mare non sono solo sinonimo di abbronzatura sul lettino, ma anche un’occasione per praticare nuove forme di attività fisica.
∞ A CURA DI GIACOMO STRABLA
Sono molte le persone e le famiglie che scelgono le destinazioni balneari perché sono alla ricerca di un luogo piacevole in cui praticare lo sport di cui sono appassionati o sport alternativi a quelli che svolgono durante l’anno, giusto per rimanere attivi e non perdere il “contatto” con l’esercizio fisico. Il mare o re tantissime opportunità e spesso gli stabilimenti mettono a disposizione molteplici servizi a seconda della conformazione geografica della zona: alcune location sono più adatte per praticare certi sport, altre si adattano a una forma di turismo più rilassata.
Quali sono gli sport più di usi?
Nuoto
Le spiagge dove si può nuotare in tutta sicurezza e praticare il nuoto in acque libere sono tantissime. Chi ama nuotare al mare sa che la sensazione di immergersi in acqua salata è completamente diversa rispetto alla piscina, proprio per via della sua imprevedibilità. In linea generale, si preferiscono le acque calme, magari cercando golfi o grandi insenature naturali che permettono di nuotare per lunghe distanze senza ostacoli e optando per giornate in cui il mare è liscio. Con il nuoto, a seconda dello stile o tecnica, si sollecita tutto il corpo
in maniera armoniosa e si stimola l’organismo soprattutto in maniera aerobica, aumentando la resistenza fisica, anche se bisogna sfatare il mito che considera questo sport come “il più completo”. Già il fatto che mentre si nuota ci si trova in un ambiente dove la forza di gravità naturale è assente o quasi ci fa capire che tutti i muscoli del corpo subiscono uno stimolo poco naturale e che fuori dall’acqua saremo poco forti e resistenti. Inoltre, può essere controindicato per chi soffre di alcune patologie alla schiena o alle spalle.
Kayaking
Il kayaking prevede l’utilizzo del kayak, ovvero una canoa con la quale ci si sposta in mare per arrivare dove con il nuoto si farebbe molta più fatica. Il kayak non richiede particolare preparazione sportiva e, se praticato come svago, risulta essere rilassante e piacevole e stimola in maniera consistente il lavoro muscolare soprattutto a carico della parte superiore del corpo. Da valutare la pratica di questo sport in presenza di patologie al rachide, vista la posizione in cui si trova il corpo.
Surf
Il surf è un’attività che è dipendente dalle condizioni meteo, in primis
dal vento, ma le spiagge dove lo si può praticare in Italia sono tante e spesso molto attrezzate. Il consiglio principale è quello di fare attenzione all’esposizione al sole, considerato anche l’e etto riverbero dell’acqua, per evitare spiacevoli e pericolose scottature.
Stand up paddle (SUP)
Pur non essendo uno sport estremo, il SUP richiede - oltre a un po’ di tecnica - tanta voglia di cadere in acqua e poi rialzarsi. “Stand up” significa stare in piedi, mentre la parola “paddle” identifica una tavola simile a quella da surf. È uno sport sempre più praticato anche in Italia, è divertente e permette di fare esercizio fisico con l’aggiunta del divertimento. Controindicazioni quasi nulle e tanti vantaggi al livello funzionale: su queste tavole si lavora in condizioni di instabilità dinamica; perciò, il vantaggio a livello di rinforzo dei muscoli profondi che rivestono le articolazioni è molto importante!
Beach tennis
Un’evoluzione dei “racchettoni”, con il beach tennis ci si gode la sabbia in un contesto divertente e rilassante. È uno sport abbastanza completo che si pratica in due o quattro. È adatto a chi non ha problemi fisici, sconsigliato a chi
presenta problematiche a caviglie, ginocchia, anche, colonna vertebrale e spalle, vista anche la caratteristica principale di quest’attività: il lavoro prettamente asimmetrico che molto spesso non viene bilanciato da un lavoro compensatorio ad hoc.
Beach volley e beach soccer
Il beach volley e il beach soccer sono tra gli sport in spiaggia per eccellenza, per la loro versatilità e per il divertimento che o rono. Adatti ai più giovani e atletici, grande è il lavoro a carico degli arti inferiori e sul sistema cardiorespiratorio. In linea di massima, viste le forti sollecitazioni a carico di tutto l’apparato locomotore, valgono le raccomandazioni fatte negli sport da spiaggia ad alto impatto: se sono presenti patologie alle principali articolazioni, muscoli o condizioni di sovrappeso è meglio andarci piano.
Camminata
e/o corsa sulla spiaggia
A piedi scalzi o con le scarpe, camminare o correre in riva al mare è ineguagliabile. Davvero alla por-
tata di tutti, così come i benefici derivati, soprattutto se praticata per almeno 45’/60’ al giorno.
Frisbee
Chi non si è mai divertito a passare del tempo a lanciare il disco volante con gli amici sulla spiaggia?
Gioco sì, ma anche disciplina sportiva con tanto di partite uciali. Stimolante per tutto il corpo inclusa la propriocezione e l’agilità.
Le giuste precauzioni sono fondamentali!
Le precauzioni sono molto importanti soprattutto in una stagione in cui le temperature sono alte, ma spesso sono mascherate dal vento. Fondamentale è cercare di non praticare attività fisica nelle ore più calde, soprattutto se non si è già abituati, e non partire a ritmi elevati pensando di essere già “riscaldati” viste le temperature: il caldo percepito è una cosa, il riscaldamento muscolare è un’altra e quest’ultimo riveste un ruolo preventivo sugli infortuni. Secondo, è importante non prolungare l’attività fisica all’infinito, oltrepassare i propri limiti è più facile di quello
Personal trainer
che si crede soprattutto se l’attività svolta è divertente. Terzo: idratarsi e bagnarsi a intervalli regolari aiuta a mantenere idratato l’organismo ed evitare colpi di calore. Quarto: applicare creme protettive prima di esporsi per lunghi periodi di tempo al sole. Quinto: scegliere lo sport o l’attività fisica in base alle proprie condizioni fisiche e di allenamento soprattutto se di allenamento non ci si occupa per tutto l’anno o si hanno patologie. Insomma, improvvisarsi atleti sotto il sole cocente di piena estate non è sempre una buona idea!
GIACOMO STRABLA
Palestra Linea Sport - Chiuduno (Bg)
Adriano Merigo
GLI AMICI DI BERGAMO SALUTE
ALBINO
Caredent Albino
Viale Stazione, 4
Centro Prelievi Bianalisi Albino
Via Volta, 2/4
ALMENNO SAN BARTOLOMEO
Dott. Luis - Almenno San Bartolomeo
Via Papa Giovanni XXIII, 64 ALMÈ
Farmacia Visini
Via Italia, 2
ALZANO LOMBARDO
Ospedale Pesenti Fenaroli / Asst Bergamo Est Via Mazzini, 88 AZZANO SAN PAOLO
Fortimed Poliambulatorio
Via Cremasca, 24
Iro Medical Center
Via del donatore Avis-Aido, 13
Studio Odontoiatrico Dott. Campana Marco
Via Castello, 20
BAGNATICA
Centro Prelievi Bianalisi Bagnatica
Piazza Gavazzeni
BERGAMO
20 Fit
Via Broseta, 27C
ATS Bergamo - Sede
Via Galliccioli, 4
AZ Veicoli
Via per Curnasco, 70/72
Ambulatorio For.US di Coop.
RUAH
Via Daste e Spalenga, 15
AniCura / Clinica Veterinaria
Orobica
Via Zanica, 62
Antares Onlus
Via Spino, 10 Associazione Mosaico
Via Scuri, 1/c
Asst Papa Giovanni XXIII
Piazza OMS, 1
Athaena
Via Ronzoni, 3
Avis Monterosso
Via Leonardo da Vinci, 4
Bergamo Assistenza
Via Mazzini, 24/c
Blu Fit Redona
Via Gusmini, 3 Cartolombarda
Via Grumello, 32
Casa di Comunità / Bergamo
Via Borgo Palazzo, 130
Casa di Cura San Francesco
Via IV Novembre, 7
Centro Acustico Italiano
Via San Bernardino, 33/c
Centro Borgo Palazzo
Via Borgo Palazzo, 43
Centro Medico Boccaleone
Via Capitanio, 2/e
Centro Sportivo Piscine
Italcementi
Via Statuto, 41
Centro Tutte le Età / Boccaleone
Via Rovelli, 27
Centro Tutte le Età / Borgo Palazzo
Via Vivaldi, 5
Centro Tutte le Età / Colognola
Via dei Caravana, 7
Centro Tutte le Età / Loreto
Via Pasteur, 1/a
Centro Tutte le Età / Monterosso
Via Leonardo Da Vinci, 9
Centro Tutte le Età / Redona
Via Leone XIII, 27
Centro Tutte le Età / San Colombano
Via Quintino Basso, 2
Centro Tutte le Età / Villaggio degli Sposi
Via Cantù, 2
Cooperativa Sociale Alchimia
Via Boccaleone, 17c
Dipendiamo - Centro per la cura delle New Addiction
Via Torquato Taramelli, 50
Domitys Quarto Verde Via Pinamonte da Brembate, 5
Dott. Ghezzi Marco
Via Zambonate, 58
Eugenio Tappezziere
Via Borgo Palazzo, 83/b
Farma Logica
Via Promessi Sposi, 19/C
Farmacia Conca Verde
Via Guglielmo Mattioli, 24
Farmacia Santa Lucia
Via Dello Statuto , 16
Farmacia Sella Piazza Pontida, 6
Fidas Bergamo - Ass. Donatori
Sangue
Viale Ernesto Pirovano, 4
Fisioforma Via Pitentino, 14/a
Forneria Rota
Via Silvio Spaventa, 56
Foto Cine Ottica Skandia
Via Borgo Palazzo, 102/104
DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA IN DISTRIBUZIONE GRATUITA
Happy Friends
Via Meucci, 2
Il Bio di Francesca nel Borgo
Via Borgo Santa Caterina, 9/d
Kids and Us Bergamo Est Via Fratelli Bronzetti, 4
Kids and Us Longuelo
Via Mattioli, 18
La Terza Piuma
Via Divisione Tridentina, 6/b
Medical Farma
Via Borgo Palazzo, 112
Methodo Medical Center
Via San Giorgio, 6/n
Milano Senza Glutine - Bergamo
Via Sant’Ambrogio, 19
MindFit Clinic
Via Quinto Alpini, 4
Monica Vitali - Centro Italiano
Pavimento Pelvico
Via Betty Ambiveri, 11 OPI Bergamo Via Rovelli, 45
Ordine Medici Bergamo Via Manzù, 25
Ordine Medici Veterinari Bergamo Via Daste e Spalenga, 15 Ottica Gazzera
Via Gasparini, 4/e Palamonti/CAI
Via Pizzo della Presolana, 15 Poliambulatorio Città di Bergamo
Via Madonna della Neve, 27 Prenatal Via Camozzi, 95 Residenza Anni Azzurri Via Colognola ai Colli, 8 Selene Centro Medico Via Puccini, 51 Smuoviti Be Well
Viale Giulio Cesare, 29
Studio Dentistico Previtali Via Broseta, 112
Studio Odontoiatrico Dott. Maggioni Maurizio - Pianeta Sorriso
Centro Prelievi Bianalisi Casazza Piazza della Pieve, 2
Istituto Polispecialistico
Bergamasco Via Nazionale, 89 CASNIGO
Centro Sportivo Casnigo Via Lungo Romna, 2 Il Casaro Bianco
Via Lungo Romna, 51 CAZZANO SANT’ANDREA C.S. Materassi Via Melgarolo, 5 CHIUDUNO
Centro Prelievi Bianalisi Chiuduno
Largo Europa, 3
Dott. Luis - Chiuduno Via Trieste, 39
Giacomo Strabla Centro Sportivo Via Martiri della Libertà CLUSONE
Casa di Comunità / Clusone Via Somvico, 2 COSTA VOLPINO
Centro Prelievi Bianalisi Costa Volpino
Via Marco Polo, 2 CURNO
Bongiorno Antinfortunistica Via Enrico Fermi, 10 Caredent Curno Via Enrico Fermi, 5 Dm Drogerie Markt Curno Via Enrico Fermi, 39 Dott. Leonino A. Leone Via Lungobrembo, 18/A For Me Centro Medico Via dell’Aeronautica, 19 Il Sole e la Terra
Via Enrico Fermi, 56 ItalianOptic
Via Bergamo, 32 DALMINE
Animal Center
Strada Statale 525, 29
Casa di Comunità / Dalmine
Viale Betelli, 2
Farmacia Ornati Dott. De Amici
Via Papa Giovanni XXIII, 11
AMICI DI BERGAMO SALUTE
Farmacia all’Università
Via Marconi, 9
Istituto Medico Sant’Alessandro
Via Cavagna, 11
Viktor srl
Via Pasubio, 5 GAZZANIGA
Ospedale Briolini / Asst Bergamo
Est Via Manzoni, 130 GORLAGO
Insieme a Te
Via Regina Margherita, 64
Namasté Salute
Piazza Gregis, 10/a GORLE
Casa di Riposo Caprotti Zavaritt Via Arno, 14
Centro Medico MR
Via Roma, 28 GRASSOBBIO
Centro Prelievi Bianalisi
Grassobbio Via Fornacette, 5 GRUMELLO DEL MONTE
Four Dental
Via Marconi SNC LOVERE
Casa di Comunità / Lovere
Piazzale Bonomelli, 8
Ospedale SS. Capitanio e Gerosa / Asst Bergamo Est Via Martinoli, 9
MEDOLAGO
Plurimed Via Presolana, 1 MOZZO
Social Mozzo Via Verdi, 2/B
Sportindoor All in One Via Fausto Radici, 1 NEMBRO
Bergamo Sanità Via Roma, 43
Centro Medico Santagostino Via Cascina Colombaia, 3
Farmacia San Faustino Via Europa, 12
NESE DI ALZANO LOMBARDO
La Tua Salute Via Europa, 115 OLTRE IL COLLE
Alp Life Via Drago, 1760
OSIO SOTTO
Studio Kinesi Via Milano, 9
OSPITALETTO
Dott.ssa Seiti Mara
Via Famiglia Serlini Trav III, 16 PEDRENGO
Cooperativa ProgettAzione Via Moroni, 6
PIARIO
Ospedale M.O. A. Locatelli / Asst
Bergamo Est Via Groppino, 22 PIAZZA BREMBANA
Fondazione Don Palla
Via Monte Sole, 2
PONTE SAN PIETRO
Casa di Comunità / Ponte San Pietro
Via Caironi, 7
Centro Medico Ponte
Via S. Clemente, 54
Nonni e Bimbi - Delizia Point
Via Papa Giovanni XXIII, 33 ROGNO
Centro Prelievi Bianalisi Rogno
Via Giardini, 3 ROMANO DI LOMBARDIA
Avalon
Via Rinaldo Pigola, 1
Caredent Romano di Lombardia
SS 498 (c/o Centro Comm. Il Borgo)
Farmacia Comunale
Via Duca D’Aosta
Ospedale SS. Trinità / Asst Bergamo Ovest
Via S. Francesco d’Assisi, 12 ROVETTA
Centro Sportivo Rovetta Via Papa Giovanni XXIII, 12/f
SAN GIOVANNI BIANCO
Farmacia Contenti
Via Carlo Ceresa, 44
Ospedale Civile / Asst Papa Giovanni XXIII
Via Castelli, 5
SAN PAOLO D’ARGON
Centro Prelievi Bianalisi San Paolo d’Argon
Viale delle Rimembranze
SAN PELLEGRINO TERME
In Cammino Coop. Sociale
Via de Medici, 13
Istituto Clinico Quarenghi
Via San Carlo, 70 SARNICO
Casa di Comunità / Sarnico
Via Libertà, 37 SCANZOROSCIATE
Centro Prelievi Bianalisi
Scanzorosciate
Piazza della Costituzione
SEDRINA
Farmacia Micheli
Via Roma, 71/a
SERIATE
B Clinic Seriate
Via Nazionale, 122
Caredent Seriate
Via Italia, 131
Casa di Comunità / Seriate
Via Paderno, 40
NUOVO ABBONAMENTO A “BERGAMO SALUTE” 6 NUMERI A SOLI € 22,00
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E-mail *Telefono
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350 g Polpa di frutta a piacere, ottenuta frullando fragole, lamponi .................. o altro, insieme a 4 g di agar agar e un pizzico di vaniglia
Tempo di preparazione
1 ora
MICHELA QUADRI Cuoca
Ristoro de Il Sole e la Terra, Curno (BG)
PER LA COPERTURA:
200 g Frutta fresca
30 g Sciroppo d’agave
1 g Agar agar
PREPARAZIONE
Frullare i biscotti con un pizzico di sale e aggiungere l’olio di cocco, mescolando bene per farlo assorbire dalla farina ottenuta. Rivestire il fondo di uno stampo a cerniera dal diametro di 26 cm con un foglio di carta forno. Preparare lo strato della base schiacciando bene la farina ottenuta e riporre nel frigorifero per almeno 20 minuti.
In un pentolino mettere la panna di soia, lo sciroppo di agave, il pizzico di vaniglia e l’agar-agar, e portare a bollore. Nel boccale del frullatore miscelare la polpa di frutta con l’agave e frullare. Togliere dal fuoco la panna di soia e aggiungere la polpa di frutta, mescolando per amalgamare bene il composto. Versare nella tortiera la farcia e farla freddare fino a che si solidifichi. Per la copertura, frullare la frutta con l’agave, mettere in un pentolino la metà del composto con 1g di agar agar, portare a bollore, spegnere e aggiungere la restante polpa, continuando a mescolare. Versare il composto sulla torta, livellandolo in modo uniforme. Infine, lasciar ra reddare bene la torta in frigorifero.
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Grazie all’impianto singolo su misura per te, puoi dire addio all’imbarazzo del dente mancante e ripristinare il tuo sorriso.
Il trattamento verrà effettuato dove le condizioni cliniche lo permettano e, dove richiesto, dopo una visita completa di lastra.
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*Importo completamente finanziabile. Per le condizioni economiche e contrattuali si rimanda ai documenti informativi disponibili presso le sedi di Bclinic che operano in qualità di intermediari del credito convenzionato senza esclusiva.
Passione cani? Chi ha già sentito parlare di razze brachicefale? BOAS è l’acronimo di Brachycephalic Obstructive Airway Syndrome (sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori) proposto agli inizi degli anni 2000 per indicare la sindrome respiratoria ostruttiva delle prime vie aeree del cane brachicefalo. Il termine raccoglie un insieme di condizioni patologiche che causano un’ostruzione al passaggio dell’aria e, come conseguenza, una di coltà respiratoria di diverso grado che si aggrava progressivamente nel tempo.
Che caratteristiche ha un cane brachicefalo?
Le razze brachicefale sono caratterizzate da un muso corto - dal greco brachy (corto) e cefalo (testa) – che porta a un restringimento delle vie respiratorie superiori. Pur essendo il muso corto un tratto
Quando il cane rantola, è perché so re
Attenzione alla scelta del cucciolo: alcune razze dall’apparenza molto tenera possono so rire di patologie congenite a causa dell’eccessiva selezione genetica.
I loro problemi di salute diventano uno strazio in famiglia.
∞ A CURA DI SARA CARRARA
selezionato da secoli, negli ultimi decenni è diventato un problema rilevante per il benessere animale. Il motivo è che la selezione è diventata sempre più accentuata, con l’obiettivo di enfatizzare i tratti del cane che richiamano quelli infantili umani, suscitando sentimenti di tenerezza e protezione.
Veterinario
Ambulatorio Veterinario Città di Albino, Albino (BG)
Questa è la ragione principale dell’incredibile successo delle razze con muso corto, con un aumento delle registrazioni di nuove nascite superiore al 100% nell’ultimo decennio. Per rispondere a questa richiesta di mercato si sono trascurate le conseguenze che derivano da questo estremo schiacciamento del muso che non si limitano solo ai problemi respiratori, ma anche dentari, oculistici, dermatologici e nella riproduzione.
Quali razze possono respirare male? Le razze maggiormente colpite dalla BOAS sono il Bulldog inglese, il Bulldog Francese, il Boston terrier e il Carlino, però possono essere interessate anche altre razze quali i Boxers, Masti s, Shih Tzus, Tibetan spaniels e i Cavalier King Charles spaniels - più raramente anche gatti come il persiano e
DR. STEFANO CATTANEO
RUBRICHE ANIMALI
l’himalayano). È importante sottolineare che la sindrome non colpisce tutti i soggetti di queste razze, ma solo alcuni e con diversi gradi di gravità. Maschi e femmine sono colpiti in egual misura, mentre la diagnosi avviene generalmente tra il primo e quarto anno d’età.
Quali i sintomi che mettono in guardia?
I soggetti a etti da BOAS sperimentano diverse alterazioni del tratto respiratorio, che possono manifestarsi singolarmente o in combinazione. Le problematiche principali includono:
> narici stenotiche: narici troppo strette che collassano durante l’inspirazione;
> palato molle allungato: ostruisce il flusso dell’aria verso la laringe; > pieghe periepiglottiche in eccesso;
> ipoplasia della trachea: trachea troppo piccola rispetto alla taglia dell’animale.
Queste anomalie possono causare una respirazione di coltosa, aggravando la sindrome nel tempo e portando a complicazioni come il collasso laringeo, l’eversione e l’ipertrofia delle tonsille, l’ipertrofia dei muscoli laringei. Di conseguenza, la qualità della vita dell’animale peggiora, con dicoltà respiratorie (russamento e respirazione rumorosa), disturbi del sonno, intolleranza all’esercizio e problemi gastrointestinali legati ad aerofagia e reflusso gastrico. Un problema particolarmente grave per questi cani è l’intolleranza al calore, poiché i cani non sudano e la loro termoregolazione avviene tramite la respirazione: durante l’estate, può capitare che questi cani debbano essere portati d’urgenza al pronto soccorso veterinario per colpi di calore, con un tasso di mortalità riportato dalla letteratura del 27%.
Attualmente, manca una consapevolezza adeguata tra i proprietari
di cani brachicefali riguardo questa sindrome, la sua evoluzione cronica e degenerativa, e il suo purtroppo frequente esito fatale. Spesso, infatti, i proprietari considerano normali per la razza sintomi che sono in realtà segnali di una condizione grave. In presenza di essi, è consigliabile una visita veterinaria per verificare la presenza della sindrome BOAS e valutarne lo stadio per una diagnosi accurata e tempestiva.
Come attenuare le so erenze del nostro beniamino?
Nei casi lievi di BOAS, è su ciente un trattamento conservativo. Prima di tutto, è fondamentale mantenere il peso forma dell’animale, poiché l’obesità aggrava significativamente la sindrome. Se il cane è sovrappeso, una perdita anche minima di peso tramite attività fisica controllata e graduale può fare un’enorme di erenza. È importante evitare il caldo e l’umidità
eccessivi, poiché i colpi di calore avvengono spesso in cani trasportati in auto non su cientemente ventilate, e evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata. Dal punto di vista psicologico, è bene minimizzare le situazioni di stress o ansia, poiché il cane inizia a respirare con maggiore frequenza. Infine, è consigliato l’uso della pettorina invece del collare, che, stringendo, può aggravare i problemi di ostruzione.
Quando serve l’intervento chirurgico?
Nei casi più gravi, invece, una semplice visita non è su ciente. Sebbene le misure conservative possano apportare beneficio, è necessario valutare la possibilità di correggere chirurgicamente i difetti congeniti. Gli interventi più comuni sono la rinoplastica (correzione della stenosi delle narici) e stafilectomia (correzione del
palato molle allungato). La risposta all’intervento chirurgico varia da caso a caso, ma in genere gli interventi e ettuati precocemente (prima dei due anni) hanno maggiore successo, poiché il quadro non è ancora aggravato da ulteriori complicazioni. I proprietari devono essere consapevoli che i rischi anestesiologici per un cane brachicefalo sono più alti e che la durata dell’anestesia è associata a un incremento delle complicazioni post-chirurgiche.
Il messaggio dei veterinari
La Federazione Veterinaria Europea degli Animali da Compagnia (FECAVA), la Federazione dei Veterinari Europei (FVE), l’Unione dei Veterinari Europei (UEVP) e la Società Internazionale di Medicina Felina (ISM) sono uniti nell’interdire la pubblicità per la promozione delle razze brachicefale. Anche la Federazione Cinofila Internazio -
nale (FCI) ha promosso accordi a nché gli attori principali – medici veterinari, allevatori e giudici di gara – promuovano la selezione di soggetti che non siano portatori di tratti brachicefali esagerati. Occorre che i proprietari siano pienamente consapevoli dei problemi di salute legata alla BOAS nelle razze brachicefale, per poter garantire benessere all’animale per tutta la durata della sua vita.
Ortopantomografia: la “panoramica” del cavo orale
Questo semplice esame dà all’odontoiatra una visione chiara della situazione dentale e non solo, individuando anche le patologie nascoste
L’ortopantomografia – o panoramica dentale - è un esame radiologico di primo livello, bidimensionale, che permette al professionista di avere una visione panoramica delle strutture del cavo orale. È uno strumento utile agli odontoiatri nella prima visita generale, poiché consente loro di farsi un’idea generale della bocca di un paziente e, quindi, di poter stilare un corretto piano di cura per la sua problematica. Questo esame si rende necessario quando una semplice indagine clinica obiettiva non è in grado di identificare problematiche non riscontrabili con i classici strumenti; per questo consente all’odontoiatra di individuare alcune patologie specifiche e di prescrivere il trattamento dentale necessario.
Per quali problematiche è utile
L’ortopantomografia viene utilizzata dal professionista per individuare: ascessi, carie, cisti gengivali, infezioni della mascella,
Odontoiatra-Specialista in Chirurgia Odontostomatologica
Humanitas Camozzi (Bergamo)
denti sovrapposti, inclusi o alterazioni dei denti in forma, numero o struttura, agenesia dentale (i.e. mancato sviluppo di un dente da latte o l’assenza del dente permanente che dovrebbe sostituirlo), lesioni ossee (tumori), malattie parodontali; e indagare lo stato generale delle strutture anatomiche del paziente e l’articolazione temporo-mandibolare. È quindi molto utile per realizzare o confermare una diagnosi e predisporre di conseguenza il trattamento più adatto.
Pro e contro
L’esposizione del paziente ai raggi X durante l’ortopantomografia è inferiore rispetto a qualsiasi altro test di questo tipo. Inoltre, si tratta di una tecnica extraorale
∞ A CURA DEL DOTT. FRANCESCO PIRRONE
DOTT. FRANCESCO PIRRONE
e non richiede che alcun dispositivo venga inserito nella bocca del paziente. Questo la rende abbastanza comoda. Si realizza in pochi minuti e in una sola seduta. Per contro, l’ortopantomografia non o re un quadro dettagliato di ogni singolo dente e non dà informazioni sui tessuti molli, come i muscoli. In aggiunta, poiché la bocca è curva e la radiografia panoramica dentale è un’immagine piatta, le strutture anatomiche possono sovrapporsi, rendendo di cile una valutazione completa. Come per tutti gli altri esami radiologici, le donne incinte sotto i sei mesi di attesa - e chi sospetta di esserlo - non dovrebbero mai essere esposte ai raggi X.
Questo perché i raggi X hanno un e etto teratogeno, ovvero hanno il potere di alterare la normale formazione e lo sviluppo del feto. L’ortopantomografia non presenta controindicazioni per i bambini.
Come prepararsi per un’ortopantomografia Di solito, gli studi dentistici o le cliniche dentali possono e ettuare l’ortopantomografia. In caso non fosse possibile, la si può prenotare presso un ospedale o in un centro specializzato in radiografia. Non è richiesta alcuna preparazione speciale. L’unica richiesta che viene fatta al paziente, prima di entrare nell’ortopantomografo, è quella di rimuovere eventuali
oggetti metallici che potrebbero interferire con i raggi X, come ad esempio occhiali, collane o orecchini. A volte viene fatto indossare al paziente un grembiule di piombo, per proteggerlo dalle radiazioni X. In alcuni casi, verrà posizionato un piccolo attrezzo tra gli incisivi centrali superiori e inferiori in modo che i denti siano leggermente divaricati.
Quando è necessario eseguirla L’esame va e ettuato ogni volta che il dentista lo ritenga necessario. In certi casi, risulta consigliabile realizzare una panoramica dentale ogni anno in modo da osservare eventuali cambiamenti nelle strutture anatomiche. La panoramica dentale è altrettanto necessaria durante i trattamenti ortodontici per monitorare il progresso dello sviluppo osseo dei bambini e la permuta dei denti.
FARMACIE PIUSALUTE
CHIUSI PER LAVORI
RUBRICHE ALTRE TERAPIE
Fitoterapia: un’antica scienza per il benessere moderno
Principi, applicazioni e benefici di una delle forme di medicina più antiche conosciute dall’uomo
∞ A CURA DEL DOTT. CRISTIAN TESTA
La fitoterapia, dal greco “phyton” (pianta) e “therapeia” (cura), si basa sull’utilizzo di piante medicinali e dei loro estratti per prevenire e trattare malattie, promuovendo il benessere generale. Questa pratica ha radici profonde in varie culture e tradizioni ed è oggi riconosciuta e integrata in molte pratiche mediche moderne.
I principi della fitoterapia
La fitoterapia si fonda sull’utilizzo delle proprietà chimiche naturali delle piante. Le piante contengono una vasta gamma di composti attivi, tra cui alcaloidi, flavonoidi, terpeni, tannini e oli essenziali, ognuno dei quali può avere e etti terapeutici specifici. Questi composti sono studiati e utilizzati per le loro proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antivirali, antiossidanti e immunomodulanti, tra le altre.
Un aspetto distintivo della fitoterapia è l’utilizzo dei fitocomplessi cioè, invece di isolare un singolo principio attivo, come avviene nella farmacologia tradizionale, la fitoterapia utilizza l’intero estratto della pianta, sostenendo che l’azione combinata dei vari composti
può essere molto più e cace e meno tossica.
Integratori fitoterapici:
un ponte tra natura e benessere
Gli integratori fitoterapici sono un esempio concreto di come la fitoterapia venga applicata nella vita quotidiana per migliorare la salute e il benessere. Un integratore fitoterapico è un prodotto che contiene estratti di piante medicinali, presentato in forme facilmente assumibili come capsule, compresse, polveri o liquidi. Questi prodotti sono progettati per fornire i benefici delle piante medicinali in una forma concentrata e pratica.
Le applicazioni della fitoterapia
La fitoterapia può essere utilizzata per una vasta gamma di condizioni. Tra le applicazioni più comuni troviamo:
> disturbi digestivi: piante come la camomilla, la menta piperita e il finocchio sono utilizzate per alleviare problemi digestivi come indigestione, gonfiore e crampi;
> ansia e insonnia: erbe come la valeriana, il luppolo e la passiflora sono note per le loro proprietà sedative e possono essere utili per trattare l’ansia e favorire il sonno;
> problemi della pelle: la calendula, l’aloe vera e l’iperico sono spesso impiegati per trattare ferite, ustioni e altre condizioni cutanee;
> disturbi del sistema immunitario: l’echinacea e l’astragalo sono famosi per il loro e etto stimolante sul sistema immunitario e sono utilizzati per prevenire e trattare ra reddori e altre infezioni;
> dolori e infiammazioni: il salice bianco, da cui deriva l’acido salicilico, e l’artiglio del diavolo sono utilizzati per il trattamento di dolori muscolari e articolari.
Quando viene consigliata
la fitoterapia
La fitoterapia è spesso consigliata
come trattamento complementare o alternativo in vari contesti. Può essere utile per chi preferisce approcci naturali o per coloro che sono sensibili agli e etti collaterali dei farmaci convenzionali. È particolarmente indicata per condizioni croniche o lievi, dove può o rire sollievo senza la necessità di farmaci più potenti.
Considerazioni e precauzioni
Sebbene la fitoterapia sia generalmente sicura, è importante considerare alcune precauzioni. Non tutte le piante medicinali sono prive di rischi: alcune possono interagire con farmaci convenzionali o avere e etti collaterali indesiderati. Pertanto, è fondamentale consultare un medico fitoterapeuta qualificato prima di iniziare qualsiasi trattamento a base di erbe. La qualità e la provenienza delle erbe sono altrettanto cruciali. È consigliabile utilizzare
DOTT. CRISTIAN TESTA
Medico Esperto in fitoterapia, Direttore Sanitario del poliambulatorio For Me (Curno), Docente presso l’Accademia
Italiana di Fitoterapia Mattioli (Brescia)
prodotti di origine certificata e di alta qualità per garantire l’e cacia e la sicurezza del trattamento.
Fitoterapia e Scienza
Negli ultimi anni, la fitoterapia ha guadagnato maggiore attenzione
scientifica. Numerosi studi hanno confermato l’e cacia di molti rimedi erboristici, contribuendo alla loro integrazione nella medicina convenzionale. La ricerca continua a esplorare nuovi usi delle piante medicinali, aprendo la strada a trattamenti innovativi e sostenibili.
Per un benessere a 360°
La fitoterapia o re una gamma ricca e variegata di strumenti per il mantenimento della salute e la cura delle malattie, radicata in secoli di tradizione e supportata da crescenti evidenze scientifiche. Con un approccio olistico e naturale, essa può rappresentare una valida alternativa o complemento alle terapie convenzionali, promuovendo un benessere più completo e armonioso. Tuttavia, come per ogni terapia, è fondamentale l’informazione e la consulenza di professionisti per un uso sicuro e consapevole.
VIAGGI
Viaggi sui velieri: tutta salute con il vento in poppa
Gli e etti benefici per il fisico e il cuore della navigazione in mare.
Le crociere gourmet a bordo
dei più bei velieri.
∞ A CURA DI EMANUELE RONCALLI
La barca a vela fa bene alla salute, al fisico e al cuore. Come pratica sportiva aiuta a sviluppare la muscolatura di tutto il corpo e a mantenere la mente in allenamento, come alternativa di vacanza produce e etti benefici alle vie respiratorie, al muscolo cardiaco, caccia lo stress, abbassa la pressione arteriosa. Studi scientifici hanno confermato che la vicinanza all’acqua favorisce il rilascio nel cervello di dopamina, serotonina e ossitocina, universalmente considerati come i neurotrasmettitori della felicità e del benessere. L’aria e l’acqua del mare, poi, sono ricche di iodio, fondamentale per il buon funzionamento della tiroide, alleviando disturbi come l’asma, il mal di testa e la stanchezza. Insomma, una vacanza in barca a vela è un toccasana per la salute.
Una compagnia nata nel 1989
Lo sanno bene alla Star Clippers,
blasonata compagnia di navigazione, nata nel 1989, specializzata in crociere a bordo di autentici velieri Clipper. Per l’estate 2024, la programmazione della compagnia prevede una serie di partenze gourmet: vino, sapori e relax sotto le vele spiegate dello Star Flyer e dell’ammiraglia Royal Clipper, tra le più belle baie del Mediterraneo. Si dice infatti che il mare metta appetito, ed è vero. È lo iodio l’elemento che, respirato in alte concentrazioni, attiva il metabolismo dandoci al contempo una sensazione di fame e distensione. Ma è altrettanto vero che l’appetito vien mangiando. Una cucina, a dire il
vero, non è tanto diversa dall’equipaggio di un veliero Star Clippers: un menù che fa da carta nautica, uno chef che dirige i movimenti e le operazioni, proprio come fa il capitano con gli skipper, e ogni membro esegue i propri compiti.
Gli itinerari dell’estate
In questa stagione sono tre le crociere Star Clippers a tema Food&Wine, accompagnate dall’esperto Jean-Claude Terdjemane e dal wine educator Robert Burke. I tre itinerari sono tutti a bordo dello splendido quattro alberi Star Flyer, che solcherà le baie della Costa Azzurra, di quella d’Amalfi, della Sicilia e della Corsica, dell’Elba, delle isole Pontine e delle Eolie, in un viaggio attraverso gusti e scenari del Mediterraneo occidentale, accarezzandone dolcemente le rive. Da segnalare due itinerari: Cannes, Portofino, L’Ile Rousse (Corsica), Calvi, Plage Saint Antoine, Saint-Raphaël, Saint-Tropez, Cannes, dal 3 agosto (7 notti) e la rotta Cannes, Lerici, Portoferraio (Elba), Sant’Amanza
(Corsica), Bonifacio, Alghero (Sardegna), Ajaccio (Corsica), Monaco, Cannes, dal 14 settembre (7 notti).
Lezioni di yoga a bordo
Sei siete alla ricerca di un viaggio per questa estate, ma non sapere dove andare e cosa scegliere, perché stanchi della solita vacanza in appartamento o in hotel, salire a bordo dei lussuosi velieri della Star Clippers potrebbe essere una valida alternativa. Ci si lascia trasportare dal profumo del mare e dal suono delle onde. Veleggiando si
possono godere tramonti mozzafiato e per i più mattutini anche la bellezza dell’alba che con i suoi colori rende tutto più spettacolare. Non è tutto perché è possibile partecipare alle manovre di navigazione a vela con l’equipaggio, scalare l’albero maestro e partecipare a lezioni di yoga sia la mattina che la sera. Ogni dettaglio è curato nei minimi dettagli sui velieri della Star Clippers e così tutto diventa una piacevole sorpresa. www.starclippers.com info.italy@starclippers.com
Creatina: sfatiamo i falsi miti
La più studiata tra gli integratori, è definita come “energia pura e subito disponibile”.
∞ A CURA DELLA DOTT. SSA MARA BRUNELLI
La creatina è un derivato aminoacidico naturalmente presente nel nostro organismo che viene sintetizzato a livello epatico a partire da arginina, metionina e glicina. Ha un ruolo fondamentale nell’attivazione dei meccanismi di richiesta energetica immediata perché aiuta a riformare le scorte di fosfocreatina, sostanza che permette ai muscoli di contrarsi in maniera e cace e nel minor tempo possibile. Spesso si associa l’idea dell’uso della creatina solo agli sport di forza e potenza, qualche volta con di denza e pregiudizi, anche se in realtà è un prodotto estremamente utile. Scopriamo le false credenze che la riguardano.
Lo stress renale
Anni di ricerca hanno dimostrato che l’assunzione di creatina ai dosaggi raccomandati non ha e etti avversi sulla salute dei reni. Nel muscolo la creatina viene degradata in creatinina, sostanza di rifiuto che viene immessa nel sangue, per essere trasportata ai
reni e infine espulsa con le urine. I reni sani si occupano di estrarre la creatinina dal sangue ed espellerla; per questo i livelli di creatinina nel sangue vengono spesso utilizzati come utile indicatore della salute renale. La creatinina nel sangue è anche correlata alla quantità di proteine introdotte con l’alimentazione. Infatti, diete iperproteiche sono note per aumentare i valori circolanti. Tuttavia, ciò non ha nulla a che vedere con una possibile di coltà dei reni. L’unica evidenza scientifica comprovata in letteratura consta nel fatto che nel soggetto sano non si verifica alcun e etto avverso sulla funzionalità renale, né nel breve né nel lungo periodo, derivante dal consumo di dosi raccomandate di integratori contenenti creatina. Va aggiunto inoltre che l’analisi di alcuni casi che riportavano disfunzione renale in soggetti assumenti creatina presentavano dimostrati fattori di rischio, come farmaci, patologie renali preesistenti, assunzione di dosaggi di creatina inappropriati oppure uso di steroidi anabo-
lizzanti. Facciamo chiarezza: la creatina prodotta in laboratorio si può definire bio-identica a quella sintetizzata dal nostro organismo, per cui non si corre alcun rischio se la si assume nelle corrette quantità e per assunzioni di lunga durata in cronico: i nostri muscoli possono immagazzinare creatina che permette di aumentare la forza muscolare e migliorare la generale prestazione anaerobica. Il dosaggio consigliabile è quello di 3-5 grammi al giorno.
Aumento della ritenzione idrica Nei primi periodi di assunzione si può notare un aumento di peso, ma questo è correlato a un aumento del volume muscolare a sua volta dovuto all’aumento delle scorte cellulari di creatina e della relativa acqua necessaria al loro stoccaggio. Parte di questo “e etto collaterale” è da attribuire anche all’aumentata capacità di stoccaggio di glicogeno nel muscolo stesso che porta con sé parecchia acqua. In ogni caso, l’eventuale aumento di peso è da considerarsi
a livello muscolare e non di massa grassa. Anche in termini estetici non si avrà una di erenza sostanziale poiché in genere l’aumento ponderale è compreso tra 1-2kg dopo circa un mese di utilizzo e non si alza ulteriormente nel tempo. Detto ciò, è importante sottolineare come e quando assumere questo integratore per evitare fastidiosi crampi o rischio di disidratazione. Assumere creatina in concomitanza a fonti di carboidrati (ad es. un frutto) è utile per migliorarne l’assorbimento. La co-ingestione di creatina e di carboidrati stimolanti la secrezione di insulina favorisce il trasporto, mediato dall’insulina, della creatina stessa permettendo di massimizzare le riserve muscolari. Inoltre, è molto importante assumerla quotidianamente con tanta acqua per evitare la tendenza alla disidratazione e conseguenti crampi muscolari.
Perdita di capelli
Questo falso mito trova le proprie radici in uno specifico studio condotto su giocatori di rugby a cui era stata somministrata creatina per sette giorni a una dose di 20g al giorno, seguita da un periodo di mantenimento di 14 giorni a 5g al giorno. I risultati sembravano indi-
care un aumento significativo della concentrazione di DHT (dihydrotestosterone), un ormone associato all’assottigliamento dei capelli e alla loro caduta. Tuttavia, è fondamentale ricordare che lo studio ha coinvolto solo 16 partecipanti, un numero irrisorio per rendere rappresentativo il risultato. Inoltre, le evidenze ottenute non sono più state replicate da altri studi, mettendo in discussione la validità delle conclusioni iniziali. Nonostante l’aumento di DHT, il rapporto DHT/testosterone è rimasto entro limiti normali, suggerendo che l’e etto potrebbe non essere così rilevante come appariva inizialmente.
I benefici
Dopo aver scoperto i falsi miti della creatina è bene fare una rapida carrellata dei suoi benefici:
> migliora le performance sportive, e aumenta forza e massa muscolare;
> diminuisce i tempi di recupero; > migliora la concentrazione e l’attenzione;
> è utile nei soggetti over 40 e over 50 per mantenere la forza muscolare, soprattutto se tali soggetti svolgono attività fisica in palestra;
DOTT. SSA MARA BRUNELLI
Esperta in consulenza per l’integrazione sportiva
Farmacia Seriana Gazzaniga (BG)
> è consigliata nelle attività di endurance per migliorare il supporto muscolare anche negli sforzi prolungati evitando carenze qualitative.
Spesso una scarsa informazione, unita a dicerie e ricerche online poco approfondite, può portare alla demonizzazione di prodotti che invece sono estremamente utili per il raggiungimento non solo di buone performance sportive, ma anche per la tutela della propria salute. Un’assunzione giornaliera in dosaggi corretti di integratori di qualità può essere davvero una discriminante di rilievo nella vostra performance.
Il dott. Francesco Locati nominato “Ambassador della Sanità Italiana”
In apertura del 3º Open Meeting - Grandi Ospedali, evento organizzato con l’obiettivo di costruire un sistema integrato e valorizzare il sistema sanitario italiano a livello internazionale, il Direttore generale dell’ASST
Papa Giovanni XXIII di Bergamo Francesco Locati ha ricevuto il riconoscimento “Ambassador della Sanità Italiana”.
Il riconoscimento è assegnato ai manager della sanità italiana che si distinguono per la loro predisposizione all’innovazione, alla collaborazione e alla creazione di sinergie tra le diverse parti del sistema sanitario, con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’e cacia dell’assistenza sanitaria o erta alla popolazione.
A margine della nomina, il dott. Locati ha dichiarato: “Sono onorato per questo riconoscimento per i risultati conseguiti dall’intera organizzazione dell’ASST
Papa Giovanni XXIII: fare parte di questa ‘Community’ è un’ulteriore stimolo a raggiungere gli obiettivi di salute inseriti nel piano sanitario e nello stesso tempo una responsabilità che intendo assumere con determinazione. [...] Il confronto sui temi più attuali della sanità e su come a rontarli e cacemente è essenziale e rappresenta un elemento vitale per un sistema sanitario al passo coi tempi e sostenibile, mantenendo la sua natura universalistica e solidaristica, peraltro uno dei pochi che ancora resiste nel mondo con questa peculiarità ”.
L’Open Meeting Grandi Ospedali si è tenuto a Napoli e ha visto la partecipazione di oltre 500 manager e professionisti della sanità impegnati ad analizzare e implementare innovazioni per migliorare complessivamente la qualità delle prestazioni sanitarie e della ricerca, riducendo le diseguaglianze geografiche e promuovendo le eccellenze cliniche italiane nel mondo.
ASST Bergamo Est apre quattro nuovi ambulatori infermieristici
L’ASST Bergamo Est ha attivato quattro nuovi ambulatori infermieristici presso le Case di Comunità di Gazzaniga, Calcinate, Trescore B. e Vilminore di Scalve. Questa tipologia di ambulatori, gestiti interamente da personale infermieristico, o riranno assistenza sanitaria di base, educazione sanitaria e informazioni per l’autocura e l’assistenza a domicilio. Questa iniziativa è parte della riforma del sistema socio-sanitario e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che promuove un modello di intervento multidisciplinare. In questo contesto, professionisti sanitari e sociali collaborano in modo integrato per rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. Gli ambulatori infermieristici rappresentano un’innovazione nel panorama dei servizi territoriali, creando un punto di accesso dove l’infermiere può incontrare i cittadini, migliorando così l’accessibilità e la fruibilità dei servizi sanitari, e facilitando la transizione tra ospedale e territorio. Tra i servizi o erti: somministrazione di cure farmacologiche prescritte dal Medico di Medicina Generale, medicazioni semplici e rimozione punti di sutura, rilevazione e educazione all’auto-monitoraggio di parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza respiratoria e cardiaca, saturazione di ossigeno, glicemia capillare e peso corporeo), educazione alla corretta assunzione della terapia farmacologica e promozione della pro-attività del cittadino verso la propria salute, coinvolgendo eventualmente il caregiver, accoglienza e orientamento ai servizi territoriali e molto altro.
Amiche per Mano: insieme si può vincere!
L’associazione accompagna le donne colpite da tumore al seno grazie a numerose attività e iniziative a loro dedicate. Oggi l’associazione conta cinquecento soci.
Istituita il 29 aprile 2016, l’Associazione di Promozione Sociale (APS) Amiche per Mano è nata con l’obiettivo di organizzare e sostenere iniziative e programmi per aiutare le donne colpite da tumore al seno a raggiungere un pieno recupero fisico e psicologico, ritrovando la propria femminilità e la gioia di vivere. Un’associazione fondata da un gruppo di pazienti che hanno condiviso l’esperienza del tumore al seno e che, in un rapporto di stretta collaborazione con la Breast Unit di Humanitas Gavazzeni Bergamorealtà in cui operano i professionisti
della materia senologica e in cui si a rontano tutti i problemi e gli aspetti legati alle patologie mammarie, hanno creato un ambiente “caldo” e ospitale in cui accogliere le donne prima, durante e dopo la diagnosi.
Le attività di Amiche per Mano Grazie all’impegno di un nutrito gruppo di volontarie che accolgono le pazienti e le accompagnano sin dal momento della diagnosi, negli anni l’Associazione ha dato vita a numerose attività e iniziative per rendere il percorso di cura il più sereno e confortevole possibile.
Primo fra tutti quello dell’estetica oncologica: un progetto nato per volere di Elena Mangili (moglie del nostro personaggio di copertina, nda) e oggi dedicato alla sua memoria, grazie al quale ogni terzo mercoledì del mese, mentre le pazienti si sottopongono alla terapia, due estetiste - pazienti a loro volta - si dedicano a loro. Con questo progetto, l’Associazione si è resa capostipite della trasformazione del day hospital oncologico da luogo di cura a luogo in cui ci si prende cura della persona - e non solo della malattia. Dall’8 marzo 2024, il day hospital si è arricchito
∞ A CURA DI SARA CARRARA
Amiche per Mano via Gavazzeni, 21 - B ergamo
Tel. 035 4204266
(numero attivo il mercoledì dalle 10:00 alle 12:00)
Tel. 328 7486584
(numero attivo tutti i pomeriggi della settimana) contattaci@amichepermano.it www.amichepermano.it
anche della figura di una nutrizionista esperta in nutrizione per pazienti oncologici in terapia, per educarli contro mode e fake news sulla dieta che potrebbero rivelarsi pericolose. Curare chi cura, invece, è un progetto grazie al quale una psico-oncologa dell’ospedale prende in carico i familiari che possono necessitare di un supporto mentre attendono i propri cari in sala d’attesa. In ultimo, le volon-
tarie di Amiche per Mano organizzano trattamenti olistici, sedute di ginnastica posturale, e incontri informativi per il trattamento disturbi ginecologici nella sfera sessuale durante e post malattia. L’età della malattia è sempre più bassa, perciò occuparsi della sfera di coppia e sessuale è fondamentale.
La sinergia della collaborazione Sono numerose le realtà del terzo
IL TRAGUARDO ITALCERT
A gennaio 2024 Amiche per Mano è stata tra le prime associazioni di promozione sociale ad ottenere la certificazione di conformità rilasciata da Italcert per conto di Europa Italia
Donna (Edi), movimento che rappresenta i diritti delle donne nella prevenzione e cura del tumore al seno. Molti sono stati gli aspetti valutati: le competenze e la formazione dei volontari, le attività di assistenza rivolte alle donne e gli spazi messi a loro disposizione, la tutela della privacy e la trasparenza, anche economica dell’operato. La presidente Paola Cornero ha così commentato il traguardo: «L’avere ottenuto questa certificazione è per noi una grande soddisfazione. Da una parte è il riconoscimento del grande lavoro e della bontà di ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni, dall’altra rappresenta una sorta di bilancio di quello che c’è ancora da fare, grazie agli spunti di riflessione che sono sorti durante l’ispezione che ci ha visti come protagonisti. Il volontariato richiede oggi una grandissima preparazione, con costanti aggiornamenti e una formazione continua: la certificazione premia proprio la nostra professionalità».
settore con cui le volontarie di Amiche per mano collaborano. Ad esempio, a partire da fine marzo e grazie alla collaborazione
DAL TERRITORIO
con l’associazione Cancro Primo Aiuto, l’associazione ha istituito un servizio gratuito per la fornitura di parrucche per tutte le pazienti che ne fanno richiesta. Infine, in collaborazione con La forza e il sorriso onlus, le volontarie organizzano laboratori gratuiti di bellezza online, durante i quali una beauty consultant insegna alle pazienti come valorizzarsi al meglio. Il tutto incentrato sul benessere della donna a 360°.
Di ondere l’importanza della prevenzione
Sono due i principali eventi che l’associazione organizza per sensibilizzare e raccogliere fondi a sostegno delle sue iniziative: > Fit and fun walk, una camminata non competitiva che quest’anno ha raggiunto la sua terza edizione e si è tenuta al Parco della Trucca di Bergamo lo scorso 2 giugno, contando circa 800 presenze; > Camminata di Paderno Dugnano (paese d’origine del dott. Massimo Grassi, Responsabile della Breast Unit di Humanitas Gavazzeni) che si tiene ogni prima domenica di ottobre. Quest’anno è giunta alla sua ottava edizione.
Per le volontarie di “Amiche per Mano”, sottolineare e di ondere l’importanza della prevenzione
PER ASSOCIARSI
L’anno sociale di Amiche per mano decorre da gennaio a dicembre. Per diventare socio è sufficiente:
1. effettuare il versamento della quota di €15 tramite bonifico bancario sul c/c di Amiche per Mano (IBAN IT79L0303211100010000795784) indicando come causale “quota associativa 2024”
2. inviare la richiesta compilando il form sul sito web (https://www.amichepermano.it/it/associati-ora) con tutti i dati richiesti.
Entro pochi giorni riceverai la tessera con i tuoi dati.
Luogo di Cura
Luogo
ORARI DI APERTURA
ORARI DI APERTURA
lunedì: 14 - 18
(senologica, ma non solo) è il primo passo per rendere il tumore curabile. Una buona prevenzione, infatti, riduce sensibilmente il rischio di ammalarsi e, nel caso del cancro al seno, garantisce maggiori probabilità di sopravvivenza. Per questo le volontarie esortano a rivolgersi ad un senologo già a partire dai vent’anni. Durante tutti questi eventi viene quindi lanciato un messaggio di prevenzione che non può prescindere da uno stile di vita sano e da una diagnosi precoce. Non solo, prima dello svolgimento di tutti questi eventi, l’Associazione o re visite senologiche gratuite per tutte le donne fuori dalla fascia d’età dello screening.
lunedì: 14 - 18
martedì: 9 - 12 / 14 - 18
martedì: 9 - 12
mercoledì: 9 - 12 / 14 - 18
mercoledì: 9 -
giovedì: 10 - 12 / 14 - 18
venerdì: 10 - 13 CHIAMA
giovedì: 10 - 12
venerdì: 10 - 13
Cura
Luogo di Cura
Luogo di Cura
San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
Luogo di Cura San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
Luogo di Cura
Luogo di Cura San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
Luogo di Cura
Dott.
Renato Suardi
Dott. Renato Suardi
NOVITA’
San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
Dott.
Dott.
Radiologo
Renato Suardi
Radiologo
Renato Suardi
Radiologo
Le prestazioni che vengono eseguite sono:
Le prestazioni che vengono eseguite sono:
• Ecografia addominale
Radiologo
• Ecografia addominale
Le prestazioni che vengono eseguite sono:
• Ecografia regioni articolari
• Ecografia regioni articolari
• Ecografia muscolo-tendinea
• Ecografia addominale
• Ecografia muscolo-tendinea
Le prestazioni che vengono eseguite sono:
• Ecografia tiroide
• Ecografia regioni articolari
• Ecografia tiroide
• Ecografia addominale
• Ecografia tessuti molli
• Ecografia muscolo-tendinea
• Ecografia tessuti molli
• Ecografia regioni articolari
• Ecografia muscolo-tendinea
• Ecografia tiroide
• Ecografia tiroide
• Ecografia tessuti molli
• Ecografia tessuti molli
Dott. ssa
Dott. ssa
Luisa Musaio
Luisa Musaio
Dott. ssa
Luisa Musaio
Reumatologa
Reumatologa
Dott. ssa
Luisa Musaio
Reumatologa
Si occupa di malattie infiammatorie e degenerative dell’apparato osteo-articolare.
Si occupa di malattie infiammatorie e degenerative dell’apparato osteo-articolare.
Reumatologa
Si occupa di malattie infiammatorie e degenerative dell’apparato osteo-articolare.
Consulta il nostro sito per conoscere tutti i nostri medici e le nostre prestazioni.
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www.coopincammino.it
Luogo di Cura San Pellegrino Terme (BG) in via De’ Medici, 13
Carlo Sa oti: psichiatra, politico e podista
Ha corso i 100 chilometri del Passatore: un 72enne felice, una persona che –quando parla di corsa – emana energia serena, piacere di vivere e di scoprire.
Carlo Sa oti è un 72enne felice, una persona che – quando parla di corsa, anche al telefono – emana energia serena, piacere di vivere e di scoprire. Politico impegnato, psichiatra, ma soprattutto un uomo che ha trovato nella corsa qualcosa che fa parte in maniera indissolubile dello stile di vita: non solo per il fatto di occupare parte del proprio tempo in allenamenti e gare, ma soprattutto perché considera e vive la corsa come uno strumento di conoscenza di sé, degli altri, del proprio territorio d’origine, del mondo. Anche perché ha cominciato a correre quasi per caso: da medico
accompagnatore aveva partecipato a numerosi trekking organizzati dalla Fondazione Bosis come formula terapeutica in luoghi straordinari come il Kilimangiaro o il Monte Rosa, ma l’esperienza più straordinaria era stata – sempre in questo ruolo di “supporto tecnico” alla spedizione – quella di raggiungere il campo base del K2 in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo della spedizione italiana che aveva raggiunto la vetta himalaiana. Bene, al ritorno dal Karakorum amici podisti colgono la palla al balzo e lo invitano ad andare a correre con loro la maratona a New York, ma impegni
elettorali gli impediscono di sfruttare la forma fisica e il carico di globuli rossi acquisito in altura.
Ma l’anno dopo non se lo lasciano sfuggire e lui, in compenso, pur lontano dalla forma post K2, non perde un colpo della carriera del neomaratoneta, compresa una pubalgia a un mese dalla maratona: tutti a casa, direbbero soggetti normali, ma sarà testardaggine, sarà la lidocaina, fatto sta che Sa oti in cinque ore e due minuti getta il cuore oltre il traguardo di Central Park. Una so erenza, vera, ma anche la scoperta di una sensazione unica. Perché New York
non è la maratona più bella corsa dal nostro “eroe”, ma è quella in cui si realizza la simbiosi fra una città e chi corre, in cui tutti coloro che corrono, che accompagnano, che assistono sono protagonisti alla pari di un colossale avvenimento collettivo.
Ma …cinque ore e due minuti: Carlo Sa oti è bergamasco e le radici della testardaggine e della determinazione sono solide. Per cui nei quattro anni successivi, con regolarità, si ripresenta sul Ponte di Verrazzano e abbassa il proprio personale portandolo nell’ultima edizione corsa nel 2011
al di sotto delle quattro ore, tre e cinquantatré, per l’esattezza, e non finisce lì, perché New York non è l’unica maratona al mondo, per cui comincia un turismo podistico che lo porta a Roma, a Berlino, a Valencia, dove fa il personale, tre ore e quarantasei, Istanbul… e quando torna dalla Perla del Bosforo fa i conti con il cuore e torna da un allenamento con la sensazione che le cose non funzionino troppo bene, risultato: uno stent e le due settimane più belle della sua vita in Clinica Quarenghi a San Pellegrino e… si riparte. Di nascosto, eh? Piccole camminate e corsette nel parco, ma “mola mia”.
In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...
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Tanto che dopo cinque anni decide di partecipare alla corsa delle corse, il Passatore, i cento chilometri che uniscono Firenze a Faenza transitando per il Passo della Colla. E uno dice “Ma l’è mat! ” e invece no, uno psichiatra che fa il
Passatore non è matto, è innamorato. Di che cosa? Della scoperta del nuovo, delle proprie capacità, del proprio senso di dedizione e determinazione che lo porta ad allenarsi nei dintorni di Zingonia in orari in cui il marciapiede corre il rischio di essere occupato, ma non da automobili. Quattro uscite alla settimana, “lunghissimi” anche
notturni, fatica di gambe e fatica psicologica nel reggere mesi di avvicinamento alla manifestazione.
E poi? E poi diciotto ore passate a correre, a camminare, a prendere acqua torrenziale dal Passo della Colla in avanti, per arrivare dove? All’abbraccio con la compagna che ti aspetta all’arrivo, dopo un
viaggio, non una corsa o una gara, un viaggio dentro sé stessi e la natura, il giorno, la notte, il caldo, il freddo, i campi il bosco, i paesi, la campagna. Volete mettere? E alla fine uno se lo spiega perché correre, a New York, a Bergamo, a Faenza, ad Atene: perché chi corre viaggia, vede cose che chi sta fermo o chi si muove troppo velocemente non può vedere, non riesce a vedere perché non ne ha il tempo o la pazienza di andare al ritmo delle proprie gambe alla scoperta del mondo, degli uomini e della natura.
A.R.M.R.
Fondazione Ricerca Malattie Rare
INSIEME CONTRO LE MALATTIE RARE
Tel. 351 7379867
Sostieni con il 5x1000 C.F. 02452340165
segreteriapresidenza@armr.it WWW.ARMR.IT
Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 7.000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a cinque persone per 10.000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano.
GLI EVENTI DI A.R.M.R.
Gli aperitivi della ricerca
UNA NUOVA ERA PER IL DIABETE
Nel mese di marzo è ripartito il consueto appuntamento promosso da Fondazione A.R.M.R. con gli apertivi della ricerca. Il primo incontro ha visto l’intervento del Prof. Roberto Trevisan, professore associato di endocrinologia all’Università Bicocca di Milano e Direttore del reparto di Malattie Endocrine e Diabetologia all’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha informato la numerosa platea presente presso la nostra sede delle nuove scoperte e dei nuovi farmaci per la cura del diabete: “Il diabete, soprattutto il diabete di tipo 2, non è una malattia rara, anzi; la situazione è diversa per il diabete di tipo 1, con moltissimi bambini colpiti, o per esempio con il diabete monogenico, che ha origine da una specifica mutazione che è importante riconoscere in tempo. Con i nuovi farmaci siamo in grado non solo di regolare in modo importante la glicemia, ma anche di ridurre molti rischi di complicanze, anche gravi, che questa malattia comporta in primo luogo a livello cardio-circolatorio e renale”. Successivamente è intervenuta la Dott.ssa Aneliya Parvanova, ricercatrice presso l’istituto IRCSS Mario Negri, che ha illustrato i risultati clinici di importanti studi sul diabete mellito denominati Creso e Creso 2: “I nostri studi hanno dimostrato che con un piano di restrizione calorica, in pazienti diabetici con obesità, i rischi di danni ai reni si riducono anche del 25%. È importante puntare su diete personalizzate, che non eliminino alcun alimento, ma che riducano l’apporto calorico” (fonte L’Eco di Bergamo).
L A DEMENZA, EPIDEMIA SILENTE DEL TERZO MILLENNIO
Il secondo appuntamento si è svolto nel mese di aprile e ha visto la partecipazione della Dott.ssa Alice Manzoni, geriatra presso la Fondazione Carisma. La trattazione della Dott.ssa Manzoni ha ricordato come la demenza possa essere considerata l’epidemia del terzo millennio e quali siano i segnali da non sottovalutare per giungere a una rispettiva diagnosi, oltre a illustrare le metodologie di trattamento e di cura all’avanguardia.
Nella splendida cornice di Astino per contribuire alla Ricerca
Sabato 20 aprile, Astino ha brillato in una serata indimenticabile, accogliendo la Fondazione A.R.M.R per una nobile causa: la ricerca sulle Malattie Rare presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Arte, territorio, ricerca e grande cucina si sono fusi in un connubio straordinario, grazie a Taste Lab e lo chef Mirko Ronzoni, che ha deliziato i presenti con un menù creativo. “Arte è Ricerca” è stato il mantra della serata, che ha visto oltre 300 partecipanti contribuire al raggiungimento dell’importante obiettivo di una borsa di studio da 21.000 euro. La maestria culinaria si è sposata con prodotti locali di eccellenza, grazie al supporto di aziende bergamasche come GEGE Pesca, Branzi, Veneti Canoso e Matteo Magri.
FONDAZIONE A.R.M.R.
SEDE OPERATIVA Via Salvioni, 4 Bergamo (dal lunedì al venerdì, ore 9:00 - 12:00)
Tel: 351 70 18 920
Paralizzato a 29 anni, ma non lascia la nautica
Una storia di coraggio quella di Simone Cristinelli, di Parzanica. Il 2 giugno sarebbe dovuto tornare in barca, con un risvolto benefico, ma è stato ritenuto non idoneo.
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
Rimanere paralizzato dal bacino in giù a 29 anni è un boccone amaro di cile da mandare giù. Per farsene una ragione, non lasciarsi andare, guardare avanti con fiducia nel futuro, ci vuole una bella forza d’animo. Simone Cristinelli, 29 anni, di Parzanica, l’ha avuta. Dopo un incidente in moto il 20 agosto 2023, ha passato attimi terribili e superato un’operazione alla colonna vertebrale. Quindi ha a rontato un percorso di riabilitazione per recuperare al massimo l’uso degli arti superiori, rimanendo a lungo alla Casa degli Angeli di Mozzo.
Sportivo, appassionato di moto e musicista, ha visto la sua vita cambiare radicalmente, lui che ha sempre lavorato nell’azienda di famiglia, settore nautico. Tradito dall’asfalto bagnato e portato d’urgenza in ospedale, si è accorto «abbastanza presto di essere paralizzato. E all’inizio è stata dura», ri-
corda. Prima dell’incidente era una persona sempre in movimento e circondata dagli a etti. Gli piaceva andare in palestra, allenarsi con gli amici, divertirsi la sera, come tutti. Ora ha bisogno di una casa adeguata, e la stessa cosa per l’auto. Se ripensa all’incidente, sente di dover fare un appello alla sicurezza: «Il giubbotto con le protezioni può fare la di erenza, mai evitare di indossarlo». E poi pensare alle conseguenze che un incidente può avere sulla vita dei propri cari, oltre che su sé stessi: aumenta la propensione a non cacciarsi nei guai. La positività l’ha fatto rimanere a galla. «Bisogna aggrapparsi alla vita – dice – . Fondamentale è avere prima di tutto una passione, che sia il lavoro, un hobby, uno sport ». E le amicizie vanno coltivate: «Tutte le persone che ho conosciuto nella mia vita e a cui ho lasciato un po’ di bene mi stanno restituendo tutto indietro con gli interessi, e questo mi sta
dando una forza incredibile». Già da dicembre, dopo aver lasciato la Casa degli Angeli, ha iniziato a preparare la sua “impresa”: partecipare al 71esimo raid motonautico internazionale dello scorso 2 giugno, da Pavia a Venezia.
Con un risvolto benefico: sostenere i sanitari della Croce Blu del Basso Sebino di Sarnico, quelli che l’hanno soccorso il 20 agosto scorso dopo la tremenda caduta in moto. Sembrava che tutte le pratiche fossero andate in porto. Versati i 400 euro di iscrizione, Simone non vedeva l’ora di gareggiare. Invece, a meno di 24 ore dallo start, è arrivato il no della Federazione italiana motonautica, che gli ha ritirato la licenza. «Ci hanno detto – spiega il fratello Luca - che per poter scendere in acqua avremmo dovuto avere una dichiarazione del Comitato paralimpico di Roma, ma di sabato pomeriggio. Impossibile. E poi, la motonautica non
è una disciplina paralimpica, quindi non avrebbero potuto comunque farci il certificato. Se ci avesse avvisati per tempo, avremmo capito meglio come fare».
Nonostante la rinuncia alla gara, i due sono andati in auto a Venezia per assistere almeno all’arrivo delle barche al traguardo. «Inutile nascondere la nostra sorpresa, soprattutto perché tutto questo è
sorto dopo mesi dall’accettazione della nostra iscrizione da parte degli organizzatori». Il fine della partecipazione di Cristinelli era innanzitutto dimostrare che anche chi si trova in una condizione di grave disabilità fisica può realizzare un’impresa straordinaria. Quello che voleva è creare un precedente per trovare il modo, anche insieme alla federazione, di rendere la motonautica accessibile a tutti. Fin
In questa rubrica pubblichiamo la storia di una persona che ha superato un incidente, un trauma, una malattia e con il suo racconto può dare speranza agli altri.
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dalla riabilitazione post incidente, infatti, Simone ha iniziato a ragionare sul suo ritorno in barca, e ora è dotato di una speciale imbragatura omologata con il suo argano per entrare in barca in sicurezza. Per la gara era anche stata riportata in vita una vecchia imbarcazione di legno di 6 metri, dotata di un nuovo motore Mercury F225: con questo gioiello Cristinelli si è allenato senza sosta per tutto l’inverno. Il mezzo, costato oltre 50mila euro e contrassegnato dal numero 777, aspettava solo di sfidare gli altri 147 in gara lungo il Ticino e il Po, per arrivare nel tardo pomeriggio a Venezia.
Ora, nonostante la delusione, Simone vuole andare avanti: è determinato a collaborare con la federazione a nché nessuno più nelle sue condizioni debba rinunciare a un sogno.
Grazie Bergamo, grazie Stezzano!
“Non immaginavamo di trovare questa accoglienza. Le persone che abbiamo accolto in clinica ci hanno davvero emozionato con il loro calore e la loro gentilezza. Venendo da Milano, dopo oltre 50 anni di esperienza, temevamo di trovare di denza, e invece i pazienti della provincia di Bergamo sono davvero fantastici! ” Sono le parole di Julien Buratto, Amministratore Delegato delle cliniche oculistiche Neovision, realtà milanese che pochi mesi fa ha aperto al Centro Commerciale Le Due Torri di Stezzano.
“Vedere bene – continua poi Cristina Giordano, Healthcare Coordi-
NEOVISION
DUE TORRI
Centro Commerciale
Le Due Torri, Stezzano (BG) Tel. 800 81 40 81 www.neovision.eu
nator di Neovision – è importante per vivere bene. Fra i nostri nuovi pazienti della bergamasca, molti hanno scelto di farsi operare di cataratta con Neovision, perché mettiamo a disposizione le migliori tecnologie milanesi qui a Stezzano, senza troppe attese”.
Cataratta e indipendenza dagli occhiali Buone notizie. Curare la cataratta e allo stesso tempo rendersi indipendenti dagli occhiali è possibile. Pochi mesi fa, infatti, ha aperto a Stezzano la prima sede orobica di Neovision, una realtà oculistica all’avanguardia nella chirurgia oftalmica e specializzata nella cura e nel trattamento di cataratta e difetti visivi come miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia.
Cataratta ieri e oggi
Un tempo, chi si operava di cataratta, era destinato a portare enormi e pesanti occhiali da vista: veri e propri fondi di bottiglia per il resto della vita. L’intervento chirur-
Neovision: siamo medici oculisti
Neovision nasce a Milano, dall’intuizione di Julien Buratto, CEO Neovision e imprenditore visionario, insieme all’esperienza del Dott. Lucio Buratto, oculista di fama internazionale, pioniere italiano della chirurgia refrattiva e delle più importanti tecniche chirurgiche per l’oftalmologia.
Neovision è una realtà unica nel panorama italiano: cliniche oculistiche ad elevata tecnologia e con un’attenzione speciale dedicata alle persone. Parte attiva nell’ambito del Silver Economy Network di Assolombarda, Neovision porta avanti un progetto chiaro che trova nel benessere visivo delle persone una delle chiavi per un’elevata qualità della vita, ad ogni età. Le strutture operano in regime privato ed in convenzione con primarie Assicurazioni e Fondi sanitari.
gico era invasivo, e risolutivo solo a metà: il cristallino opacizzato, infatti, veniva rimosso, ma non sostituito. Inoltre, non esistevano strumenti e tecniche chirurgiche in grado di consentire un rapido recupero clinico e visivo. Oggi, fortunatamente, la storia è cambiata. Grazie a strumenti avanzatissimi e a lenti intraoculari sempre più performanti, presso cliniche oculistiche di eccellenza come Neovision è possibile rimuovere la cataratta e tornare a vedere meglio di prima.
Laser a Femtosecondi
Grazie alle più moderne tecnologie, come il laser a femtosecondi, il chirurgo non ha più bisogno di utilizzare strumenti taglienti sugli
occhi dei pazienti. Il femtolaser, infatti, garantisce precisione, a dabilità e sicurezza senza precedenti, garantendo anche una ripresa postoperatoria estremamente rapida.
Nuove lenti intraoculari
Oggi esistono molte tipologie di lenti intraoculari che consentono ai pazienti di recuperare una vista ottimale e, ove necessario, di correggere nella stessa seduta operatoria eventuali difetti visivi, anche combinati tra loro, come miopia e astigmatismo. L’intervento, quindi, viene personalizzato a seconda delle precise necessità visive di ogni paziente.
Nessuna Lista d’Attesa
E ettuare un intervento di cataratta senza attese, per molte persone è una necessità, ma anche un desiderio. In Neovision non esistono liste d’attesa, così da evitare i rischi di un’evoluzione della patologia che può limitare la persona anche nelle più semplici azioni quotidiane, come leggere,
guidare e soprattutto muoversi in autonomia. L’intervento può essere e ettuato anche la settimana successiva alla visita preoperatoria ed il secondo occhio viene operato, generalmente, ad una settimana dal primo.
Indipendenza dagli occhiali
In tutto il mondo, pazienti sempre più giovani si avvicinano a questo intervento con due finalità. Se, da un lato, la sostituzione precoce del cristallino previene l’insorgenza della cataratta, dall’altro consente di rendersi indipendenti dagli occhiali, ritrovando libertà, sicurezza e una visione ottimale.
Bergamo-Milano
Le visite preoperatorie e postoperatorie vengono e ettuate presso la sede Neovision di Due Torri a Stezzano, mentre l’intervento si esegue presso le modernissime sale operatorie in centro a Milano. Transfer di gruppo sono disponibili per consentire il raggiungimento della sala operatoria in autonomia e totale comodità.
Il fisiatra: lo specialista della riabilitazione
Il ruolo fondamentale del medico che si occupa del funzionamento del nostro organismo per riportare in armonia ciò che non funziona più.
La medicina fisica-riabilitativa è una disciplina che si occupa di tutte le “disabilità”: motorie, neuromotorie, respiratorie, cardiovascolari, cognitive, sfinteriche, causate da varie patologie appartenenti principalmente al sistema nervoso e a quello muscoloscheletrico.
Il ruolo del fisiatra
Il medico fisiatra è lo specialista che si occupa della funzione o meglio della dis-funzione. Rispetto a neurologi, ortopedici, reumatologi e neurochirurghi che si occupano della malattia d’organo, ricercando la causa per individuare la migliore strategia terapeutica, il fisiatra si occupa delle conseguenze funzionali che le malattie creano alle attività funzionali della persona e al suo stato psico-cognitivo ed emotivo. Il fisiatra si occupa trasversalmente di diverse discipli-
ne mediche, perciò è deputato a valutare globalmente la persona che ha in cura, mettendo in una relazione globale organi e apparati e individuando i principi di fisiologia che li integrano e connettono.
Cosa cura
I più frequenti problemi di competenza del fisiatra sono le dicoltà connesse a patologie del sistema muscolo-scheletrico, spesso di natura ortopedica/reumatologica: postumi di protesi articolare, lombosciatalgie, esiti di traumi articolari e ossei, artrosi, artriti e malattie infiammatorie articolari. Per questo motivo, spesso fisiatria e ortopedia sono confuse in una commistione di competenze che può disorientare i pazienti. E ettivamente, nell’ambito della sola patologia ortopedica esiste un’equipollenza per la quale anche l’ortopedico può prescrivere
terapie riabilitative, ma la normativa italiana prevede che con il SSN la prescrizione medica riabilitativa sia appannaggio esclusivo del fisiatra attraverso uno strumento chiamato “Progetto/programma riabilitativo individuale” (PRI/pri). Oggi la riabilitazione moderna si occupa anche di problematiche ad alta complessità clinica: problematiche neuromotorie (es. ictus, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, trauma cerebrale, stati vegetativi, malattie infiammatorie, vascolari, neoplastiche o traumatiche del midollo spinale) e della gestione degli esiti di tali patologie come disturbi del linguaggio, di deglutizione, della nutrizione, incontinenza vescicale, spasticità, distonie muscolari, gestione/svezzamento delle tracheostomie.
Il percorso di studi
Per esercitare la professione è ne-
∞ A CURA DI SARA CARRARA
cessaria una laurea in Medicina e Chirurgia, alla quale deve seguire un titolo di specializzazione della durata di 4 anni per conseguire la qualifica di medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione. Il fisiatra non è da confondere con il fisioterapista, che non è un medico, bensì un professionista sanitario della riabilitazione deputato a trattare il paziente dopo una diagnosi del medico specialista e della conseguente prescrizione di cure riabilitative.
Un lavoro di squadra
Nei reparti di riabilitazione ad alta complessità clinica e funzionale la gestione dei pazienti è gestita dai fisiatri che coordinano una complessa equipe di lavoro con diverse professionalità (es. logopedisti, nutrizionisti, fisioterapisti, terapisti occupazionali, neuropsicologi, assistenti sociali). Queste professionalità, insieme a infermieri, OSS e medici consulenti, concorrono alle cure integrate per il paziente secondo il PRI/pri redatto dal fisiatra. La prescrizione degli ausili –corsetti, ortesi e protesi –, invece, è una peculiarità del fisiatra che è il responsabile medico del processo prescrittivo.
Un approccio sempre più interventistico
Oggi la fisiatria moderna ambulatoriale e di reparto è sempre più interventistica: lo specialista si avvale di competenze diagnostiche e terapeutiche che gestisce in modo sempre più autonomo dagli altri specialisti, es. l’uso infiltrativo della tossina botulinica, l’uso dell’ecografo e dell’elettromiografo propedeutico alle infiltrazioni intra articolari e muscolari e ai neuroblocchi con tossina nell’ambito della spasticità focale, alle chemiodenervazioni di nervo con alcol, ai blocchi diagnostici e terapeutici di nervo.
DR MARCELLO MERCENARO Direttore dell’Unità Operativa Specialistica di Riabilitazione
Diagnosi e strategie terapeutiche
Il fisiatra redige diagnosi di disfunzione, che riguardano i meccanismi che portano a una certa disabilità di origine motoria, neuromotoria, sfinterica o cognitiva, diversa in ciascuna persona anche a parità di diagnosi di malattia. Le terapie proposte dal fisiatra sono sempre specifiche e personalizzate, come ad esempio forme di esercizio terapeutico rieducativo, terapie fisiche (elettriche, magnetiche, termiche, meccaniche) o terapie neurocognitive attraverso i moderni sistemi robotici di
assistenza motoria e informatici. La branca riabilitativa non esclude comunque la prescrivibilità di terapie farmacologiche – sia generali (antibiotiche, ormonali, antidolorifiche) sia specificamente neuromotorie (per esempio, tossina botulinica per la spasticità) – a supporto del programma riabilitativo. La diagnosi fisiatrica è una diagnosi-prognosi: occorre adattare realisticamente il programma alle possibilità di recupero della persona, alle sue aspirazioni e motivazioni, senza dimenticare il contesto che deve accogliere il paziente a fine programma (famiglia, assistenza istituzionale, domicilio, lavoro o scuola). Questa è una caratteristica culturale del fisiatra che, facendosi carico del paziente con disabilità nella sua globalità, pone particolare attenzione alla persona nelle sue esigenze cliniche sanitarie, ma anche sociali. Donne e uomini, prima ancora di essere pazienti, sono individui con diverse abilità. Il ruolo dello specialista è quello di facilitare le relazioni umane e le interazioni ambientali di queste persone, attraverso la cura e presa in carico della loro disabilità.
Casa di Cura San Francesco (Bergamo)
Curarsi e curarci nell’accoglienza: la cooperativa In Cammino invita a superare i nostri limiti
Accoglienza è una parola che deriva dal latino ad-cum-lègere, “raccogliere insieme verso”, e pone l’accento sul fare-assieme, sul mettersi in gioco in una prospettiva di apertura all’altro, senza distinzione di età, sesso, nazionalità o religione, di condizioni personali e sociali. La Cooperativa sociale In Cammino, che opera in Valle Brembana da oltre trent’anni, ha iniziato un percorso di sensibilizzazione su questo tema a 360 gradi, in risposta ai tanti bisogni che il territorio esprime in termini di fragilità.
Nessuno si salva da solo Il tema dell’accoglienza incrocia la nostra quotidianità in un tempo in cui appare sempre più chiaro che “nessuno si salva solo” ed è fondamentale riscoprire il valore e la bellezza della prossimità. Accogliere significa innanzitutto vedere, riconoscere che c’è un bisogno, magari proprio in chi è vicino a noi, di non essere giudica -
to ma aiutato; serve sensibilizzarsi all’altro, partendo da una maggior conoscenza verso il nostro sentire profondo. Accogliere è un atto di generosità ma anche di reciprocità: chi accoglie in modo genuino rende partecipe l’altro di qualcosa di proprio, pulendo lo sguardo dal pregiudizio, in un’ottica di sussidiarietà e solidarietà reciproca.
Il valore della persona
Chiunque può essere protagonista di moti di accoglienza, rispondendo ai bisogni che il proprio territorio di appartenenza sollecita! Citiamo ad esempio le famiglie “instabili” con minori che rischiano di essere allontanati quale misura estrema per la mancanza di famiglie disponibili all’a do, sia esso diurno o residenziale, ma anche gli stranieri (di varie nazionalità, cultura, lingua e religione), fino a ieri estranei gli uni agli altri, che si trovano a vivere fianco a fianco tra loro e in mezzo a noi, in numero sempre crescente.
C’è un assunto di base, essenziale per ogni azione che voglia indirizzarsi verso l’apertura all’altro: il riconoscimento del valore di ogni persona, sempre e in qualunque circostanza, sia che si tratti di un bambino e della sua fragile famiglia che necessitano di una “stampella” per un certo periodo della loro vita, sia che si tratti di migranti che dal percepito di “stranieri che possono toglierci qualcosa” si rivelano una risorsa per paesi a rischio di spopolamento a causa di denatalità e emigrazioni ormai più che preoccupanti. Occorre dunque superare le nostre paure, aprendoci all’incontro, al confronto, alla relazione, aprendo le porte delle nostre case.
In Cammino Coop Sociale Via de Medici 13 San Pellegrino Terme (BG) 340 6311906 www.coopincammino.it
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MISURAZIONE GRATUITA PRESSIONE ARTERIOSA e determinazione del braccio dominante
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ideale per il controllo del rischio di Fibrillazione Atriale
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State cercando un materasso che vi permetta di svegliarvi senza dolori alla schiena, cervicale infiammata, gambe doloranti e pesanti e non sapete da dove iniziare? Capiamo perfettamente la vostra confusione. Anche noi, al pensiero di cambiare materasso dopo qualche anno, saremmo molto dubbiosi. Si va dai prodotti economici nei supermercati a quelli che costano migliaia di euro per le ultime innovazioni. Qual è la discriminante?
Le opinioni contrastanti
Si sente di tutto – le molle insacchettate sono considerate le migliori, il memory foam è una tecnologia spaziale, il lattice è naturale, le schiumature sono il futuro – e il contrario di tutto – le molle di ferro creano magnetismo e disturbano il sonno, il memory foam si sfonda rapidamente e fa sudare, il lattice è pesante e può causare allergie, le schiumature sono viste come spugne. Cercando informazioni su internet, visitando negozi, chiedendo ad amici e conoscenti, il rischio è che la confusione aumenti. Molte persone, nel tentativo di trovare il materasso giusto, ne cambiano diversi senza mai essere completamente soddisfatte.
La nostra realtà
Leggendo queste righe, avete la possibilità di evitare i rischi insidiosi di questo vasto mercato e scoprire
che il modo tradizionale di scegliere un materasso è spesso sbagliato! Cercare la “massima qualità artigianale al prezzo più basso” online, all’apparenza può sembrare una buona idea, ma senza poter toccare e provare il materasso si rischia di acquistare qualcosa che non soddisfa del tutto. Resi complicati, assenza di assistenza postvendita, e materiali di scarsa qualità sono rischi comuni. Con C.S. Materassi, azienda artigiana bergamasca a conduzione familiare dal 1957, avete il vantaggio di provare il prodotto direttamente in showroom, con la guida dei nostri esperti. Grazie alle numerose recensioni positive che abbiamo ricevuto negli anni sui nostri materassi artigianali e alle segnalazioni da parte dei nostri clienti, quest’anno siamo stati u cialmente riconosciuti come Eccellenza Italiana 2023/2024.
Un metodo “infallibile”
Presso il nostro showroom, potete prenotare una prova materassi gratuita, dove potrete sentire sulla vostra pelle le sensazioni del materasso corretto. In più di 30 anni di esperienza abbiamo sviluppato, in collaborazione con ortopedici e posturologi, un metodo quasi “infallibile” che prevede un percorso in 4 fasi: iniziamo con un materasso che resetta le vostre sensazioni per proseguire con uno che stimola la parte lombare,
I materassi sono tutti uguali?
uno che rende più sensibili le spalle, e infine uno che allinea tutto il corpo. Il quinto materasso? Sarete voi a indicarcelo sulla base delle vostre esigenze specifiche. Ecco perché siamo la prima azienda in Italia ad avere solo lo 0.6% di resi, ovvero 1 prodotto reso ogni 167 materassi consegnati.
Un servizio completo e personalizzato
Ai nostri clienti o riamo la consegna gratuita e ettuata dal nostro personale, lo smaltimento del vecchio materasso e il montaggio del nuovo letto. I nostri prodotti sono certificati dal Ministero della Salute e rientrano nel Bonus mobili del 50%, con la possibilità di pagamenti rateali a tasso 0, senza necessità di dati reddituali.
Non rischiate di dormire su un materasso mediocre! Prenotate una prova materassi gratuita nel nostro showroom e scoprite la soluzione perfetta per le vostre esigenze. In C.S. Materassi, la qualità del sonno è la nostra priorità.
C.S. Materassi
Punto vendita e show-room
Strada Provinciale per Leffe, Località Melgarolo, 5 Cazzano Sant’Andrea (BG) info@csmaterassi.it - 035 731673 www.csmaterassi.it
Bergamo Salute anno 14 | n° 79
Luglio | Agosto 2024
Direttore Responsabile
Claudio Gualdi
Redazione
Ivana Galessi redazione@bgsalute.it
Grafica e impaginazione
Marta Milani, AD Communication
Fotografie e illustrazioni
Shutterstock, Adriano Merigo
Stampa Imprimart
Piazza Martiri di Fossoli, 22 - Desio (MB)
Casa Editrice
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Pubblicità info@bgsalute.it
Hanno collaborato
Sara Carrara, Ivana Galessi, Emanuele Roncalli, Claudio Gualdi
Iscr. Tribunale Bergamo N°26/2010 del 22/10/2010
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• Dott. Simone Ruggeri Presidente Ordine Fisioterapisti (OFI) Bergamo
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