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Farmacie
Screening del tumore del colon - retto: ripartito dopo la “pausa” Covid
∞ A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA
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È ripartito da qualche mese il programma di prevenzione screening colon-retto, servizio che era stato sospeso durante il periodo Covid ed ora è di nuovo disponibile grazie alla stretta collaborazione tra le farmacie e l’ATS della provincia di Bergamo. «La ripresa dell’attività di screening è di fondamentale importanza: i risultati di uno studio coordinato da Luigi Ricciardiello dell’Università di Bologna e da Luigi Laghi, dell’Università di Parma e dell’IRCCS Humanitas di Milano, entrambi sostenuti da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, mostrano come bastino ritardi nello screening di sei mesi per aumentare la probabilità di riscontrare casi avanzati di cancro del colon-retto. Con ritardi oltre l’anno, sarebbe destinata ad aumentare di circa il 12% anche la mortalità a cinque anni» sottolinea la dottoressa Maddalena Boreatti, presidente Agifar Bergamo (Associazione Giovani Farmacisti).
Dottoressa Boreatti, perché è così importante sottoporsi a questo screening? Il tumore del colon retto - malattia che colpisce il grosso intestino (colon ascendente, trasverso e discendente, sigma e retto) ed è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo - è uno dei tumori più comuni in Italia, tanto che nel 2019 è stato classificato tra le cinque forme di neoplasie più frequenti, con 49.000 casi, secondo solo al tumore alla mammella con 53.500 casi. Da questi dati, l’importanza del servizio offerto dalle farmacie in tutto il processo di screening, non solo per la capillarità sul territorio che permette facile accesso per il ritiro e la riconsegna del kit, ma soprattutto perché il farmacista con la sua competenza e grazie al rapporto di fiducia instaurato con i propri pazienti ha la possibilità di essere persuasivo nell’illustrare l’importanza della prevenzione e di una diagnosi precoce. Questo tumore
ha infatti una lunga fase asintomatica e si genera da formazioni benigne dette polipi; uno dei primi segni di un tumore o di un polipo intestinale è un sanguinamento, non visibile a occhio nudo nelle feci, che può precedere, anche di anni, la comparsa di altri sintomi. Il processo di trasformazione di un polipo a tumore è piuttosto lento e può richiedere dai 5 ai 15 anni circa; da qui la scelta di monitorare i pazienti ogni due anni.
Ma cosa è e in cosa consiste lo screening colon-retto in concreto? È un programma di prevenzione gratuito rivolto a tutti i cittadini di età compresa tra i 50 e i 74 anni, di sesso maschile e femminile. È un esame gratuito di facile esecuzione: il cittadino, utilizzando la provetta ritirata in farmacia, esegue a casa un semplice esame delle feci, che rileva la presenza anche di piccole tracce di sangue, detto occulto. Importante è la corretta raccolta e conservazione del campione: il bastoncino deve essere introdotto in tre o quattro punti diversi delle feci, facendo attenzione a non rovesciare il liquido contenuto nella provetta. Se non consegnato immediatamente in farmacia, va tenuto in frigorifero, avendo premura di portarlo entro massimo due giorni dall’esecuzione. Non è necessaria alcuna preparazione o dieta particolare prima dell’esecuzione dell’esame. In caso di esito positivo la persona verrà contattata telefonicamente per un appuntamento con uno specialista di endoscopia, per valutare l’opportunità di eseguire una colonscopia di approfondimento. Non sempre è il caso di allarmarsi, spesso capita che il sanguinamento sia dovuto a ragadi, emorroidi o diverticoli. In caso di esito negativo verrà recapitata entro circa un mese una lettera al domicilio del cittadino, con la comunicazione del risultato. Nell’ottica di garantire un servizio sempre più preciso e capillare è stata recentemente creata da Federfarma Bergamo in collaborazione con aziende partner e d’intesa con l’ATS di Bergamo la nuova piattaforma di tracciatura informatica completa del kit per le farmacie: si registra la consegna al paziente, il ritiro del campione e la consegna al vettore incaricato di recapitare le provette ai laboratori. In questo modo è garantito in ogni momento il monitoraggio e l’idoneità del campione in sede di analisi.
Di fondamentale importanza in tutto il procedimento è il ruolo del farmacista, che alla consegna del test spiega al paziente la corretta esecuzione dell’esame e al ritiro controlla che la lettera sia stata compilata in tutte le sue parti con i dati che permetteranno di ricontattare il cittadino in caso di necessità”
Chi è più a rischio di sviluppare questo tumore? Uno dei maggiori fattori di rischio è sicuramente l’età: circa il 90% dei pazienti in cui insorge ha più di 50 anni. Risultano poi predisponenti la storia familiare e medica del soggetto: il rischio aumenta se il cancro colon-rettale è stato diagnosticato a parenti stretti o se la persona è affetta da una malattia infiammatoria cronica dell’intestino (colite ulcerosa o malattia di Crohn). La dieta e lo stile di vita rappresentano poi un elemento importante: chi mangia un’elevata quantità di carne rossa, salumi, farine e zuccheri raffinati, chi fuma o consuma abitualmente alcool ha più probabilità di sviluppare polipi o neoplasie colon-rettali. Obesità e vita sedentaria costituiscono ulteriori fattori di rischio. Bergamo si dimostra però una città attenta alla prevenzione: nel 2015 il 62% della popolazione ha eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, percentuale superiore alla media nazionale (43%). Seppur il dato sia incoraggiante, noi farmacisti puntiamo a incrementare sempre più la percentuale di cittadini che si sottopongono all’esame di screening. La prevenzione rimane l’unica arma certa contro i tumori, usiamola! Eseguire il test può salvare la vita.
DOTT.SSA MADDALENA BOREATTI
Farmacista