Small Giants 3

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DINASTIE

VINCENTI

Rispetto della tradizione ma anche spazio al nuovo: per garantire il successo del passaggio generazionale le famiglie imprenditoriali devono avere il coraggio di osare

ESCLUSIVO LA FABBRICA DI CIOCCOLATO DI FABIO FAZIO Supplemento al volume 62, dicembre 2022, di Forbes Italia. Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente IL MAGAZINE DELLE PMI E DELLE STARTUP
1889 FOTO DI
ELIA BONACINA CEO DI BONACINA
ROBERTA BRUNO

Piccoli Giganti crescono

Nei numeri scorsi, vi avevamo già un po’ anticipato che il Progetto Forbes Small Giants, dedicato alle piccole e medie imprese italiane, stava crescendo. Piace la formula, multimediale per davvero, composta da magazine-web-evento-tv-social; piacciono i temi trattati nelle varie occasioni; piace il network al termine dei nostri eventi che consente alle aziende di farsi conoscere attraverso le rapide interviste sul palco e poi di incontrare nel cocktail che segue potenziali partner, clienti, fare conoscenze, scambiarsi esperienze, incontrare esponenti delle associazioni di categoria, rappresentanti delle istituzioni. Piace anche il titolo, Small Giants, Piccoli Giganti, perché le nostre aziende magari sono piccole per dimensioni aziendali ma sono dei giganti per tecnologia, innovazione, qualità e soprattutto per il coraggio di guardare con ottimismo al futuro. Siamo partiti poco più di un anno fa prima con un allegato con 100 aziende Small Giants, che presto abbiamo trasformato in un magazine trimestrale. Oggi siamo al terzo numero e a otto eventi sul territorio, contando anche i due del 2021, che hanno raccontato, anche con l’ausilio dei social media e della nostra Bfc tv sul canale 511 della piattaforma Sky, le eccellenze italiane attraverso un viaggio nei loro territori. Abbiamo incontrato imprenditori di ogni genere merceologico, con idee innovative o ancorati alle tradizioni, di ogni età e di diverse esperienze, ma tutti geniali, appassionati, orgogliosi di quello che fanno. Felici di raccontarsi, di confrontarsi, umili nel fare tesoro delle esperienze degli altri.

In fondo, lo dicono le statistiche, le piccole e medie imprese italiane concorrono alla formazione del 95% del Pil, impiegano milioni di persone, portano il buon nome dell’Italia in tutto il mondo. Ma mai nessuno aveva dato loro l’occasione di raccontarsi al loro mondo, ai loro territori, con una proiezione nazionale e internazionale. Ha funzionato. Lo possono testimoniare le centinaia di imprenditori che hanno già aderito al nostro Progetto, che hanno partecipato ai nostri eventi, si sono concessi alle nostre telecamere. Alla fine, dopo nemmeno un anno, nel nostro Progetto iniziale abbiamo cominciato a starci stretti. E abbiamo deciso di far diventare Forbes

Small Giants una rivista mensile, facendo crescere il numero degli eventi annuali da sei a nove: praticamente uno al mese, esclusi dicembre-gennaio e agosto, nei vari territori italiani, da Bergamo a Salerno, da Treviso a Bologna da Cagliari ad Ancona, da Perugia a Lecce, a Palermo.

Con gli eventi si comincia già il 23 febbraio 2023 a Bergamo. Con il magazine in edizione mensile invece partiamo da marzo 2023: ogni numero di Small Giants sarà allegato alla copia di Forbes come è accaduto finora, perché è un progetto

autonomo e parallelo ma nasce da una costola del prodotto principale e con lui vuole e deve andare avanti. Essere sulle pagine di Small Giants è un certificato di qualità, una conferma di successo, una visione verso il futuro. I Piccoli Giganti crescono in fretta.

7 Inverno 2022 | SmallGiants Editoriale
Il tour ripartirà da Bergamo a febbraio 2023 e attraverserà l’Italia con lo scopo di dare la possibilità agli imprenditori di rivelarsi al mondo e di partecipare a un dialogo costruttivo
Dal 2023 Forbes Small Giants mensile e nove eventi per raccontare le Pmi
8 SmallGiants | Inverno 2022 Sommario FOTO 14 La cantina più bella del mondo INSIDER 20 Gli editori del cioccolato Marco Gemelli e Emanuela Balestrino LEADERSHIP 25 Colpi al sacco di solidarietà Andrea Celesti 26 I dottori dell’auto grandinata Matteo Marchetti COVER STORY 29 Quattro generazioni di made in Italy Valentina Lonati DINASTY 37 Gli ambienti sporchi si sanificano in famiglia Matteo Sportelli 40 Una discendenza inossidabile Massimiliano Carrà RICERCA 44 Seguimi su TikTok SERVIZI 49 Energia su misura Davide Piacenza 52 Anche le merci viaggiano pulite Giorgio Del Re 54 Sistema sanitario a prova di hacker Gabriele Di Matteo 56 Trasformarsi in sicurezza Roberto Pianta 58 La forza dei dipendenti Andrea Salvadori 60 Per ogni esigenza una soluzione di stampa Giacomo Spotti 62 Un piano per le piccole imprese Roberto Pianta 64 Ripartendo dalle bottiglie Andrea Celesti TECH 67 Tradurre l’innovazione in business Matteo Novarini “Per salvare artigianato e made in Italy bisogna avvicinare le nuove generazioni” 25 20 29 14 44
Bonacina, ceo di Bonacina 1889
Elia

Il successo è qualcosa di molto personale e dipende dalla sicurezza con cui si affronta la propria strada, qualunque essa sia, chiunque noi siamo.

Mettiamocelo bene in testa.

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10 SmallGiants | Inverno 2022 Sommario 70 In prima
per la smart mobility Andrea
72 Inquadra,
e invia
Elisa
74 Eccellenza
Piera
81 L’italiano che veste
Mirko
86 Vedere
per sprecare di meno Piera
88 I rifiuti diventano abiti Enzo Argante AGRIFOOD 91 Ingegneria Docg Giacomo Spotti 94 La ricetta della felicità Edoardo Prallini WOMEN FRIENDLY 97 Anche lo stile può essere gentile Samuele Lazzero 100 Obiettivo riduzione gender gap Roberto Pianta 130 74
102 Ricchezza
105
108
111
115
118
120
121
126
130
105 126
linea
Salvadori
scatta
il tuo pacco
Serafini INCHIESTA
bergamasca
Anna Franini MODA E DESIGN
John Travolta
Crocoli
lontano
Anna Franini
IMPRESA IN NUMERI
non solo per lo spirito CULTURA
Quando l’arte incontra la tecnologia Federico Morgantini
Non c’è sviluppo senza cultura digitale Piera Anna Franini ROADSHOW
Un anno di Small Giants STARTUP
Ai piani alti dell’innovazione Samuele Lazzero
Guardando a Mezzogiorno Edoardo Prallini
Il gelato fa bene al pianeta Fabiola Fiorentino
Guardaroba in affitto Roberta Maddalena
C’erano una volta carta e penna Valentina Lonati
Letture d’impresa

Manovra 2023, le misure per le Pmi

La prima manovra del nuovo governo mette sul piatto risorse pari a quasi 35 miliardi di euro. Due terzi sono dedicati all’emergenza energia e 14 miliardi a imprese e lavoro. Tra queste il credito d’imposta per le pmi, gasivore, energivore e non. Si tratta del cosiddetto Bonus energia per le imprese. Le percentuali e le misure arrivano fino a un massimo del 45% di sgravio per chi sta affrontando il rialzo delle spese energetiche di almeno il 30%. Invece, per i piccoli esercizi commerciali, lo sgravio salirà al 35%.

Sul tavolo anche l’aumento della tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche, che passa dall’attuale 25% al 33%. E lo stanziamento di 3,1 miliardi di euro per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico. Previsto anche il taglio del cuneo fiscale di due punti per i redditi fino a 35.000 euro e fino a tre punti per le fasce con un reddito inferiore a 20.000 euro.

Per le pmi, la manovra 2023 rifinanzia con un un miliardo il fondo di garanzia e proroga il bonus Ipo (credito imposta per favorire la quotazione delle Pmi in borsa). È prevista anche una riduzione per le misure dedicate alla politica industriale: su questo fronte, la nuova manovra

dovrebbe rifinanziare con 500 milioni di euro la Nuova Sabatini, misura che sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. Inoltre potrebbe prorogare il credito d’imposta per la formazione 4.0 e dare uno stop a quello per gli investimenti in beni strumentali tradizionali non 4.0.

Per quanto riguarda i dipendenti invece è attiva una nuova aliquota agevolata per i premi di produttività, che per il 2023 affiancheranno il 10% applicato alle somme fino a 3mila euro e il 20% applicato alla fascia 3-5mila.

di Milano al n°260 del 7 settembre 2017

Copia non vendibile separatamente

Editore

BFC Media spa - Via Melchiorre Gioia, 55 - 20144 Milano

Presidente

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Amministratore delegato

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Direttore responsabile

Alessandro Rossi

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Contributor

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Fabiola Fiorentino, Piera Anna Franini, Marco Gemelli, Samuele Lazzero, Valentina Lonati, Roberta Maddalena, Matteo Marchetti, Federico Morgantini, Matteo Novarini, Matteo Sportelli, Giacomo Spotti, Andrea Salvadori

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12 SmallGiants | Inverno 2022 La notizia
Supplemento al volume 62, dicembre 2022, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale
DICEMBRE
2022 - NUMERO 3
SUSTAINABILITY
RELOCATION
PETSHIPPING

LA CANTINA PIÙ BELLA DEL MONDO

14 SmallGiants | Inverno 2022
La foto

Con più di 600 anni di storia, l’azienda Marchesi Antinori rappresenta il perfetto connubio tra innovazione e tradizione. Oltre ad aver segnato una svolta nel settore vinicolo con i suoi ‘supertuscan’, la cantina è stata anche riconosciuta come la più bella al mondo dal World’s Best Vineyard. Progettata da Archea Associati e Hydea Engineering, sulla base delle idee di Piero Antinori e delle sue figlie Albiera, Allegra e Alessia, la cantina è un capolavoro di architettura contemporanea. Materiali naturali, colori dal verde dei vigneti al rosso bruno della terra: la struttura si inserisce perfettamente nel paesaggio. Anche dal punto di vista finanziario, Antinori può festeggiare: nel 2021 è tornata sul percorso di crescita interrotto con il Covid: vendite di 266 miloni di euro, con un Ebitda salito a 118 milioni e 151 milioni di cassa netta (+48 rispetto al 2020). E il 2022, nonostante l’esposizione del gruppo alle aree colpite dal conflitto Russia-Ucraina sia del 3%, sembra essere un anno di ulteriore crescita.

15 Inverno 2022 | SmallGiants
La foto
Da sinistra Piero Antinori insieme alle figlie Albiera, Allegra e Alessia

IL 90% METTE LA SOSTENIBILITÀ AL PRIMO POSTO Le imprese rosa sono più verdi

ridurre gli impatti dell'impresa sull'ambiente per il triennio 2022-2024. È quanto emerge dall'indagine sulle imprese femminili e la sostenibilità realizzata da Terziario Donna Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e presentata a Bari in occasione della quarta tappa della Roadmap Impresa è Donna Secondo lo studio, le imprese green sono più competitive: tra le imprese guidate da donne che hanno effettuato investimenti in sostenibilità ambientale, il 45% ha dichiarato di prevedere un

DA DONNE ritengono importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale, e il 47% prevede di fare investimenti orientati a

CON FOOD TRAILS PER PMI E STARTUP

GLI INVESTITORI SI INCONTRANO A TAVOLA

Dallo scorso 2 novembre fino al 16 febbraio 2023 è possibile partecipare al progetto europeo Food Trails all’interno di Horizon 2020. Il bando, rivolto a startup e piccole medie imprese, si inserisce tra gli strumenti di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea e ha l’obiettivo di individuare nuove soluzioni con cui migliorare la sostenibilità dei sistemi

alimentari di diverse città europee. Il progetto ha una durata quadriennale (20202024) e riunisce un consorzio di 19 partner europei, tra cui 11 città, tre università e cinque organizzazioni. Capofila è il Comune di Milano, assieme all’hub di innovazione Cariplo Factory. “Attraverso il progetto Food Trails la città di Milano ha avviato e rafforzato collaborazioni con diverse città europee per favorire lo scambio

incremento di fatturato nel 2022 rispetto all'anno scorso, il 22% prevede di incrementare il numero dei propri occupati, il 14% prevede un ritorno ai livelli produttivi pre-Covid.

di conoscenze e buone prassi sul tema delle food policy in ambito urbano”, afferma Anna Scavuzzo, vicesindaco di

Milano. Le realtà che si aggiudicheranno il bando, avranno l’opportunità di sviluppare progetti pilota nell’ambito degli 11 Living Labs (laboratori viventi di innovazione) di Food Trails, stabilendo alleanze strategiche con una o più città. Collaboreranno con importanti stakeholder del sistema alimentare europeo e del panorama dell’innovazione in generale e avranno l’opportunità di incontrare potenziali investitori, istituzionali e non.

17 Inverno 2022 | SmallGiants News
NOVE IMPRESE SU DIECI GUIDATE
E sono anche più competitive: il 45% delle intervistate prevede un incremento del numero di occupati
Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano

Export e digitalizzazione, la crisi aguzza l’ingegno

L’incertezza geopolitica che stiamo vivendo, l’export come traino dell’economia e l’importanza della digitalizzazione. Durante il convegno Made in Italy, quale futuro? – L’export tra digitalizzazione e nuove sfide internazionali, organizzato da Promos Italia e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si è parlato di tutto questo. Ed è stata anche presentata una ricerca commissionata all’università Iulm sul tema Sales Transformation per i mercati internazionali. Dalla ricerca emerge che secondo il 61% delle imprese intervistate l’attuale contesto incerto e complesso è un fattore che condiziona sempre più le scelte strategiche. La pandemia, la guerra e

più in generale la precarietà degli equilibri geopolitici hanno aumentato la percezione di incertezza e di rischio tra le aziende. La risposta delle imprese sembra essere comunque positiva: il 54% ritiene di avere gestito il cambiamento come un’opportunità, mentre il 48% sta investendo per diventare un’organizzazione più agile. Il 60%, infine, ritiene fondamentale l’abilità di adattarsi per rispondere ai cambiamenti dei mercati. Una reazione, quest'ultima, che si concretizza, nel 39% dei casi, attraverso l'introduzione di nuovi prodotti, pratiche e tecnologie, con un approccio che rimane cauto e pacato piuttosto che audace e aggressivo nel 46% delle imprese

coinvolte. A fare la differenza, nel 39% delle aziende sembra essere il top management, che spesso sviluppa piani alternativi all'estero per gestire eventuali situazioni di crisi. Proprio questo aspetto, assieme all’orientamento digitale dell’azienda, rappresenta uno dei due driver per ottenere una

MILIARDI DALL’EUROPA PER FAMIGLIE E PMI

performance di successo sui mercati internazionali, contribuendo per il 55%, contro il 45% dell'orientamento digitale.

Consumatori e piccole medie imprese potranno utilizzare fino a 40 miliardi dai fondi di coesione. La proposta della com missaria dell’Unione Europea per la Coe sione, Elisa Ferreira, e del presidente della commissione Regioni del Parlamento eu ropeo, Vasco Alves Cordeiro, aprono ai go verni la possibilità di impiegare quella quota dei fondi per aziende e famiglie vulnerabili nel pagare le bollette energetiche. Secondo l’indagine commissionata da facile.it agli istituti mUp Research e Norstat, in Italia negli ultimi nove mesi, a causa dell’aumento dei prezzi energetici, ben 4,7 milioni di utenti hanno saltato il pagamento di una o più bollette luce e gas. E il numero di morosi è destinato ad aumentare se i prezzi conti nueranno a crescere. L’analisi ha individuato in 3,3 milioni il numero di persone che po trebbero trovarsi nell’impossibilità di pagare le prossime fatture.

LE STARTUP PIÙ IN CRESCITA? QUELLE A IMPATTO SOCIALE E AMBIENTALE

NEL PANORAMA DELLE AZIENDE

INNOVATIVE ITALIANE, quelle a impatto sociale e ambientale mergono in Italia non soltanto per la loro missione etica e morale,

ma anche per i risultati economici. Dall’ultimo report su questa tipologia di startup in Italia, curato dal team di ricerca Social innovation monitor (Sim), emerge un quadro decisamente positivo sul loro stato di salute. Alla fine del 2021, nel nostro paese si contavano 486 startup a significativo impatto sociale: un dato in crescita del 28% in un anno, oltre il doppio dell’incremento medio (12%) delle altre startup. Un evidente segno di vitalità emerso nella forma della società benefit, che ha segnato un +143% rispetto al 2020; ad oggi le società benefit rappresentano il 64% delle startup a impatto sociale e

ambientale del campione, merito anche degli incentivi stanziati per l’assunzione di questa forma giuridica. “È incoraggiante vedere che non solo sta crescendo il numero di startup che esplicitano impegno per la società e l’ambiente, ma che questa crescita è superiore a quella delle startup innovative in generale”, afferma Paolo Landoni, direttore scientifico della ricerca. “Inoltre ci sembra stia aumentando, anche grazie al nostro contributo informativo, la consapevolezza dell’esistenza e delle caratteristiche di queste forme di impresa ibrida all’interno dell’ecosistema imprenditoriale italiano”.

18 SmallGiants | Inverno 2022 News
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L’INCERTEZZA GEOPOLITICA PRODUCE RISPOSTE CONCRETE Elisa Ferreira, commissaria dell'Ue per la Coesione

L’operatore di rete Fissa e Mobile

ti rispondiamo in 3 squilli

Gli editori del cioccolato

C’è più di una bella notizia nella storia della rinascita della fab brica di cioccolato Lavoratti, arrivata alla notorietà anche per la presenza – tra i salvatori dell'azienda stessa - di un volto noto della televisione come Fabio Fazio e dell'amico d’infanzia, nonché socio, Daniele Petrini. La vicenda può infatti essere letta come un appassio nante spaccato di vita italiana lungo quasi un secolo, che si può sintetizzare in quattro momenti. Tutto inizia nel 1938 a Varazze, in provincia di Savona, cittadina del Ponente ligure, dall’iniziativa di Aliberto Lavoratti. L’uomo aveva iniziato a lavorare offrendo sulle spiagge dolci e bevande, per poi aprire una bottega nel centro storico del paese e dar vita a quella che sarebbe di ventata la fabbrica del cioccolato di riferi mento del savonese. In questo periodo l’impresa entra nelle case della zona e nei desideri dei bambini di allora, incluso Fabio Fazio, oggi presidente di Lavoratti, e il suo amico Daniele Petrini, imprenditore del mondo del food e amministratore de

legato della società. Due adulti che non hanno dimenticato il sapore di quell’infanzia e di quel periodo, collocabile negli anni ’70, che rimarrà indelebile nella loro me moria.

Nel 2020 la notizia della chiusura della Lavoratti, in difficoltà a causa della pan demia, non ha lasciato indifferenti i due liguri, che si sono impegnati e hanno preso in mano la situazione evitando il peggio. Il quarto e ultimo capitolo della storia è quello della rinascita: a dare ulteriore con cretezza e spessore scientifico al progetto sono altri soci tra cui Gioia Selis, moglie

di Fazio, e Alessia Parodi, moglie di Petrini, oltre a specialisti in materia come Tino Carrega, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza e Cremona, specializzato in tecnologie di lavorazione dei prodotti dolciari e tra i massimi esperti a livello internazionale di prodotti a base cioccolato, e Corrado Assenza, pasticcie re-filosofo, poeta del cibo e della terra a cui si deve la visione e la ricettazione del l’ampia produzione della nuova Lavoratti. Proprio grazie a loro, alla loro sapienza e alle loro competenze, insieme al pasticciere responsabile Marco Ferrari e al suo team, l’impresa è arrivata ad ottimi risultati sia in termini di eccellenza del prodotto, frutto di una rigorosa selezione delle materie prime del tutto tracciabili, sia di attenzione all’ambiente e a un modello di crescita virtuoso, fondato su sostenibilità e respon sabilità sociale.

Riavvolgendo il nastro degli eventi, Fazio e Petrini erano venuti a sapere delle in sormontabili difficoltà della piccola realtà varazzina e hanno così deciso di unire le forze, rilevare marchio e impresa e salvare azienda e dipendenti, dando nuove pro spettive alla zona “senza pensare al business plan”, ha spiegato Fazio. “Bensì con il

20 SmallGiants | Inverno 2022 Insider
LA RINASCITA È STATA COORDINATA DAL PASTICCIERE CORRADO ASSENZA, CHE HA PUNTATO SU SCELTE DI QUALITÀ PER QUANTO RIGUARDA I PRODUTTORI E LE MATERIE PRIME
Fazio e Daniele Petrini hanno rilevato la Lavoratti, storica dolceria di Varazze, salvandone i dipendenti:
lavorano per allargare la distribuzione in tutta
Fabio
oggi
Italia
Insider
Fabio Fazio e Davide Petrini presso la Dolcezze di Riviera, a Varazze

cuore, per preservare un frammento dei nostri ricordi di bambini quando i nonni a Natale e Pasqua ci regalavano i dolci e le uova della Lavoratti”. Così ora il conduttore di Che Tempo Che Fa presiede Dolcezze di Riviera, possedendone il 5% delle quote. Il 45% è in capo alla moglie Gioia, mentre la parte restante è divisa tra Petrini e la moglie Alessia. Non essendosi mai occupati del cosiddetto ‘cibo degli dei’, i due si sono rivolti ad amici chef pluristellati come Carlo Cracco e Massimo Bottura. Da loro hanno ricevuto il consiglio di affidarsi a quello che definiscono ‘il migliore pasticciere italiano’, Corrado Assenza. È stato lui, già definito da Alain Ducasse “le plus grand confiseur du monde”, a occuparsi di sele zionare gli ingredienti e creare la ricetta per realizzare tavolette, praline, matite di cioccolato, creme spalmabili, scorzette ri coperte e quant’altro.

Nel frattempo i soci hanno lavorato alla ripartenza con cospicui investimenti, av viando la ristrutturazione e l’ampliamento dell’azienda con il rinnovo degli impianti, tutelando il personale e portano gli addetti da 10 a 15, facendo ripartire la produzione e realizzando lo shop online con un assor timento di giorno in giorno più ricco di proposte.

Alla base del successo dei prodotti Lavo ratti ci sono importanti scelte di qualità in molti ambiti, a cominciare dalla selezione dell’identità dei produttori e delle loro materie prime, compiuta personalmente

NEL FUTURO PROGETTI DI ESPANSIONE OLTRE CONFINE: TRA GLI OBIETTIVI NORD EUROPA, USA, EMIRATI E CINA

da Corrado Assenza. In particolare sono passati al suo vaglio il cioccolato fondente monorigine di Hacienda San José de los Ríos in Ecuador, il latte della Granda (del cuneese), il pistacchio verde di Bronte Dop di Caudullo, il bergamotto calabrese della famiglia Fortugno, il limone della Currarino di Levanto nelle Cinque Terre, l’albicocca di Valleggia (dalla provincia di Savona), il mandarino Tardivo di Ciaculli, la nocciola Tonda di Giffoni, l’olio d’Oliva Taggiasca di Laura Malvaldi a Borgomaro nella Valle Imero in provincia di Imperia, la pesca di Volpedo da Alessandria, l’arancia Rossa dell’Etna, il sale marino di Trapani e la salvia del Parco di Beigua a Varazze. Per far comprendere l'alta qualità di in gredienti e lavorazioni, basti pensare che la Gran Crema Pistacchio Verde di Bronte Dop, proposta in tiratura limitata e nume rata, contiene il 60% di pistacchio, la stessa percentuale di cioccolato utilizzato nei vari prodotti. “Il motivo è far sì che il suo gusto non sia sovrastante sul resto degli ingredienti”, spiega Assenza. “La frutta poi viene lavorata in azienda, all’ar rivo si separa il succo dalla polpa che viene disidratata per diventare la farcitura delle tavolette”. La massima cura e l’im

22 SmallGiants | Inverno 2022 Insider
Il packaging spesso richiama il mondo dell’editoria, come nel caso delle matite o dei libri di cioccolato (in foto) Le praline di Lavoratti con il Parmigiano Reggiano presentate alla scorsa edizione di Terra Madre – Salone del Gusto di Torino

pegno del team danno vita a un cioccolato autenticamente mediterraneo, diverso e particolare che si fa tramite di ingredienti, messaggi e contenuti racchiusi in confezioni di grande bellezza, in tavolette colorate ed eleganti e anche in piccoli libri di pregio. Già, perché con Lavoratti 1938 Fabio Fazio diventa editore di cioccolato, una materia che racconta storie delle per sone, degli ingredienti e delle terre, delle coltivazioni e delle piantagioni da cui hanno avuto origine.

Dalle tavolette ai Tartufotti spolverati e ricoperti, fino alle praline assortite e alle creme spalmabili, i prodotti Lavoratti 1938 si trovano in luoghi speciali. “Per il primo anno di attività la nostra intenzione è di

collocare il cioccolato in una settantina di punti vendita coerenti con l’alta gamma del prodotto”, racconta ancora Daniele Petrini. Oltre che nell’emporio Lavoratti a Varazze, infatti, il cioccolato si può trovare esposto in degustazione e in vendita in strutture come botteghe tradizionali, negozi gourmet, pasticcerie storiche, enoteche e caffè. Allo stesso tempo, però, è presente in spazi culturali veri e propri, inclusi nove siti del Fondo ambiente italiano, così come in alcuni hotel 5 stelle come il Grand Hotel di Alassio e luoghi di charme tra Li guria, Veneto, Lombardia, Piemonte, Cam pania e Lazio. L'obiettivo è quello di allar gare la distribuzione al resto d'Italia. “Nel 2023 pensiamo di realizzare dei negozi

monomarca sia in Liguria che a Milano”, conferma Petrini. “E a breve questo progetto ambizioso e di ampio respiro si estenderà all’estero, dal Nord Europa agli Stati Uniti, dagli Emirati Arabi alla Cina. Nel frattempo le specialità varazzine ‘salvate’ da Fazio e Petrini sono state portate in giro per ma nifestazioni ed eventi. La prima uscita pubblica è avvenuta a fine settembre a Torino in occasione di Terra Madre - Salone del Gusto, dove il consorzio del Parmigiano Reggiano ha presentato in anteprima la pralina al Parmigiano Reggiano realizzata da Lavoratti 1938. Un modo per fare si stema con un’eccellenza del made in Italy. “Abbiamo osato unire la piacevolezza e l’equilibrio del nostro cioccolato all’ingre diente che rappresenta al meglio l’Italia nel mondo, ossia il Parmigiano Reggiano”, ha spiegato Fazio nell’occasione. “Ne è nata una pralina sorprendente, in cui il cioccolato bianco e fondente si declina in quattro e custodisce in modo perfetto le diverse stagionature di Parmigiano, perfetta da gustare come pre dessert o abbinate al l’aperitivo”. La successiva è stata a inizio novembre in Alto Adige per il Merano Wine Festival, dove l’azienda ha presentato al pubblico i prodotti che hanno ricevuto cinque prestigiosi premi del The Wine Hunter Award.

Last but not least, con l'arrivo di Fazio e Petrini in Lavoratti sono state fatte scelte di stile anche nel packaging, che in più punti richiama il mondo della grafica e dell'editoria: la sezione aurea (1,618) de finisce le proporzioni dei prodotti e il Nau tilus ne decora la superficie. “Per differen ziare le praline abbiamo scelto di numerarle e di porre sulla confezione una leggenda, il Nautilus. In quella delle Matite spetta ai colori sulla scatola indicare i gusti corri spondenti. Poi ci sono i libri: le scatole verticali pensate come volumi monografici (il primo in uscita è Il Pranzo di Natale, ispirato ai ricordi legati alla festività di fine anno). Ci saranno poi edizioni speciali per celebrare tradizione e territorio: da Varazze ci si sposta ad Albisola, patria della ceramica artistica, con la storica fab brica di ceramica”. Da qui si passerà ad altre forme d’arte, altre città e a nuove sperimentazioni. “Con il gelato, chissà, se ne può parlare” chiosa Petrini, sorridendo. Un’altra promessa di felicità.

23 Inverno 2022 | SmallGiants Insider
Tra gli obiettivi del rilevamento la tutela del personale: gli addetti sono stati portati da 10 a 15

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Allenarsi fa bene, ma farlo diver tendosi è ancora meglio. È questo il principio su cui si fonda l’attività di Brooklyn Fitboxing, brand spa gnolo che propone un nuovo concetto di fitness boutique capace di unire il diverti mento a un allenamento funzionale. Il marchio nacque nel 2014 grazie all’intui zione dell’imprenditore Juan Pablo Nebrera, attuale ceo della società, che aprì i primi club in Spagna con l’obiettivo di proporre il nuovo metodo. L’idea si rivelò un successo e nel giro di pochi anni il gruppo arrivò ad avere 120 club operativi in tutto il Paese.

Brooklyn Fitboxing è un modello di alle namento fitness che alterna colpi al sacco a ritmo di musica con un training funzionale ad alta intensità e unisce il divertimento a un allenamento efficace. La tecnologia bre vettata rende i sacchi capaci di capire in tempo reale le performance di ogni fitboxer per dare vita a un concetto di fitness fuori dai soliti schemi.

Sana competizione ma anche occasioni di interazione, dentro e fuori dal club. Da qui nasce l’idea del Brooklyn and Beer, evento che riunisce una volta al mese la community degli oltre 700 iscritti ai club. Contribuisce a consolidare il senso di ap partenenza anche la filosofia hit4change (change your body, change your day, change the world), basata sull’energia che i fitboxer generano durante le loro sessioni. Ciascun atleta può scegliere a quale delle attività

solidali promosse dal brand donare la pro pria energia. Tra queste il sostegno all’in fanzia, l’assistenza sanitaria, la protezione degli oceani e la tutela della fauna e della flora terrestre. "Collaboriamo con le Ong presenti sul territorio donando l’1% del fatturato globale”, dice Gabriele Aluigi, country manager Italia.

La società è arrivata in Italia nel 2017 grazie all’investimento del primo franchising italiano. “Il primo centro, tutt'oggi attivo, ha aperto a Genova, seguito da altri due a Chiavari e Alessandria”, racconta Gabriele Aluigi. Per sostenere l’espansione, il gruppo ha aperto una serie di centri direzionali dando il via a una nuova fase di sviluppo. “Abbiamo iniziato con l’apertura a Milano del primo club in zona Ticinese, per poi inaugurare i centri di Isola, via Rembrandt e piazzale Udine, ai quali seguiranno altre aperture sul territorio”, continua il country manager.

Brooklyn Fitboxing vuole diventare il ri ferimento fitness dei quartieri nei quali apre i propri club e coinvolgere la commu nity a intraprendere uno stile di vita sano, attivo e divertente. L’attività ha in pro

gramma di espandersi anche a Roma, To rino, Monza, Brescia, Piacenza, Bologna e Firenze entro il 2023. “In questa fase vo gliamo far entrare nel franchising impren ditori motivati che sposino al 100% la nostra causa. L’Italia è il Paese più strategico per l’espansione internazionale. Nei prossimi cinque anni vogliamo emulare la Spagna e arrivare a 100 club”. Parallelamente al suc cesso di quelli italiani, il gruppo ha deciso di investire anche in Francia e Germania. L’ambizioso obiettivo è quello di rivoluzio nare il mondo del fitness.

www.brooklynfitboxing.com

25 Inverno 2022 | SmallGiants Leadership
sacco di solidarietà Divertimento e fitness: dopo il successo del primo club aperto a Genova, Brooklyn Fitboxing avvia una nuova fase di sviluppo “GLI ATLETI DURANTE LE SESSIONI GENERANO ENERGIA CHE POSSONO DONARE AD ALCUNE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO PROMOSSE DAL BRAND” BROOKLYN FITBOXING
Gabriele Aluigi, country manager

I dottori dell’auto grandinata

Da una crisi sboccia un’opportunità. Sintetizzando e semplificando si potrebbe descrivere in questo modo la nascita di Dottor Gran dine, azienda leader nella riparazione di vetture danneggiate dalla grandine. L’idea viene a Giorgio Riso, fondatore e attuale amministratore delegato, già dirigente Fiat e consulente Renault, impegnato fino a una decina di anni fa nella nautica come manager. Il crollo del settore obbliga lui e alcuni suoi colleghi a reinventarsi, a ripartire da zero. Si inizia dalla base, ma questo non impedisce di puntare subito in alto, pur con tutte le cautele del caso. Con l’aiuto di Axalta, Riso crea la prima rete da offrire alle assicurazioni utilizzando un particolare know how che si rivela vin cente: oggi Dottor Grandine conta oltre 80 dipendenti e punta con grande atten zione sulle nuove generazioni, considerato che la direttrice generale ha 28 anni e molte figure apicali sono giovanissime. Il fatturato è di 20 milioni di euro, con una media annua di crescita del 118%, grazie ai risultati ottenuti da un network che conta ben 500 carrozzerie dislocate in tutto il territorio nazionale e un’assistenza operativa 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.

Risultati che hanno stuzzicato l’interesse di alcune importanti aziende, tanto che a inizio ottobre Msa Mizar, holding di con trollo di Msa-Multi Serass, leader in Italia nell’erogazione di servizi in ambito assi

curativo, ha acquisito il controllo di Dottor Grandine, con Giorgio Riso che rimane amministratore delegato e mantiene una significativa quota di minoranza.

“Un passaggio importante che ci per metterà di proseguire nel nostro sogno, quello di esportare la nostra idea in tutto il mondo”, spiega Riso. “Questo nuovo ingresso ci consente di far sentire la nostra presenza in modo massiccio nel sud Eu ropa, un primo passo che vorremmo ci portasse a un’espansione sempre maggiore nei prossimi anni”.

“L’acquisizione di Dottor Grandine rap presenta un ulteriore passo nel nostro percorso di diversificazione e sviluppo, che ha l’obiettivo di creare un player di riferimento paneuropeo nella gestione si nistri in outsourcing”, commenta Giovanni Campus, amministratore delegato di Msa Mizar. “Dottor Grandine, centro di com

petenza altamente qualificato e dal posi zionamento autorevole su un segmento di mercato in grande espansione, attiverà importanti sinergie con le altre società del gruppo, dando uno slancio ulteriore alla nostra capacità di generare valore per i clienti lungo l’intera filiera della ge stione dei sinistri”.

Di certo il partner è di quelli che hanno basi solide e ambizioni importanti, consi derato che Msa Mizar ha chiuso il 2021 con un fatturato di circa 40 milioni di euro e presenze, oltre che sul nostro ter ritorio, anche in Francia, Portogallo e Spagna. Una realtà che punta a un percorso di diversificazione e sviluppo per diventare un punto di riferimento nel suo settore. Già oggi supera la soglia dei 100mila si nistri gestiti in un anno e i numeri sono destinati ad aumentare ulteriormente.

Dottor Grandine si muove con sicurezza in un mercato attualmente abbastanza saturo. “Dal 2013 subiamo tantissimi ten tativi di imitazione, ma il nostro sistema e soprattutto la presenza sul territorio ci permettono di essere unici”, commenta Riso. “Il percorso classico in caso di dan neggiamento da grandine prevede che la compagnia assicurativa avvisi il perito chiamato a definire la valutazione del danno prima dell’intervento del carrozziere. Dottor Grandine invece, dopo la denuncia del sinistro, invia direttamente l’auto al carrozziere convenzionato dove viene ef fettuato il controllo dei problemi riscontrati ed effettuata la riparazione con la tecnica Pdr (Paintless dent repair), una lavorazione artigianale che attraverso leve e martelletti

26 SmallGiants | Inverno 2022 Leadership
Pluripremiata dal 2018, l’impresa di Giorgio Riso è stata acquisita da Msa Mizar, leader nei servizi assicurativi GRAZIE ALL'UTILIZZO DELL'INNOVATIVA TECNICA A L’OPERATOREFREDDO, PUÒ RIPRISTINARE LA LAMIERA DEL VEICOLO CANCELLANDO IL DANNO SENZA INTERVENIRE IN MANIERA INVASIVA SULLA CARROZZERIA

riporta la lamiera esattamente allo stato originale. Un sistema che permette di ri consegnare l’auto al proprietario in tempi molto più rapidi abbattendo totalmente la franchigia, con vantaggi anche di tipo economico per i proprietari della vettura. “Alle assicurazioni offriamo una tecnica migliore e un abbattimento del costo com plessivo dell’intervento, oltre a una gestione del sinistro completamente standardizza ta”, spiega ancora Riso. "Fra l’altro utiliz ziamo una tecnica a freddo che non inquina ed è totalmente eco friendly, a di mostrazione di una grande attenzione an che nei confronti dell’ambiente”.

Il sistema di Dottor Grandine ha ricevuto nel corso degli anni una lunga serie di ri conoscimenti sia a livello italiano, sia a

livello internazionale. Solo per citare l’ul timo periodo, è stato premiato come Mi glior servizio di manutenzione e ripara zione veicoli nel 2018 e 2019, è stato Campione della crescita Top 20 Italia Dia mante, Leader della crescita, Miglior ser vizio in Italia riparazione grandine, poi ancora Campione della crescita nel 2021 ed è stato inserito dal Financial Times nelle Top 1000 Europe’s fastest growing companies.

“Il nostro segreto? Sicuramente l’assi stenza. Lavoriamo in un settore in cui è fondamentale fornire un aiuto costante e immediato al cliente. Investiamo parecchio in questo campo e i risultati si vedono: oltre ovviamente alla cura nella ripara zione, è questo l’aspetto più apprezzato

dai nostri utenti”. Le fondamenta sono molto salde, ma in casa Dottor Grandine si guarda anche al futuro e a una possibile espansione oltreoceano. “Ci piacerebbe vedere replicato il nostro modello orga nizzativo in tutto il mondo. Prima della pandemia siamo stati negli Stati Uniti per capire se ci fossero le possibilità di uno sbarco negli Stati Uniti e i riscontri ottenuti erano stati eccellenti. Addirittura in più di un’occasione ci è stato detto ‘venite il prima possibile’, sottolineando come anche in America ci fosse la necessità di un si stema simile al nostro. Il punto di forza? Siamo semplici ma innovativi, questa è la nostra arma in più, che ci permette di puntare sempre più in alto”. www.dottorgrandine.com

27 Inverno 2022 | SmallGiants Leadership
DOTTOR GRANDINE • PIEMONTE Giorgio Riso, fondatore e amministratore delegato di Dottor Grandine (a sinistra), e Giovanni Campus, amministratore delegato di Msa Mizar
29 Inverno 2022 | SmallGiants QUATTRO GENERAZIONI DI MADE IN ITALY DA PIÙ DI UN SECOLO BONACINA 1889 PRODUCE MOBILI IN GIUNCO E MIDOLLINO FONDENDO TRADIZIONE E SPIRITO INNOVATIVO di Valentina Lonati ELIA BONACINA CEO DI BONACINA 1889 A FIANCO MARGHERITA, ANTONIA E MARIO BONACINA Cover Story

Accade sempre più raramente di poter raccontare realtà produttive che hanno attraversato la storia italiana. Quando capita, però, si incontra la meraviglia. È il caso di Bonacina 1889, azienda brianzola di Lurago d’Erba specializzata nella produzione di mobili in giunco e midollino (rattan, in inglese). La sua storia, come suggerisce il nome, affonda le radici nel 19esimo secolo per svilupparsi lungo tutto il Novecento, intrecciandosi con quelle delle grandi famiglie di industriali, dagli Agnelli ai Thyssen, per giungere ai giorni nostri. Un concentrato di visione e lungimiranza che oggi trova in Elia Bonacina, quarta generazione e ceo dell’azienda, il suo erede. Studi in architettura d’interni e vocazione per la finanza, a soli 31 anni ha già ben chiaro quali debbano essere le tra iettorie del made in Italy nel design. “Perché il rattan in Brianza? Il mio bisnonno Giovanni frequentò una delle prime università di Eco nomia e commercio a Milano. Fu un suo compagno olandese, durante un roadshow di materie prime provenienti dall’Indonesia, a fargli scoprire il giunco e il midollino. Pensando alle gerle dei contadini brianzoli, ne acquistò una grossa quantità e iniziò a intrecciare ceste e cestini. Gli fu subito chiaro che usando il giunco erano molto più resistenti”, racconta Elia Bonacina. Pochi sanno, infatti, che il rattan è un legno mas sello. Dalle gerle alla prima collezione di mobili il passo fu breve: Bonacina iniziò ad arredare le case in Brianza dell’alta borghesia milanese, arrivando a produrre mobili per le dimore della nobiltà internazionale.

Una crescita che non si arrestò neanche durante la Seconda guerra mondiale, quando a essere prodotte erano ceste porta munizioni e stuoie per i carri armati, per culminare durante il boom economico e la nascita del grande design italiano. “Frequentando il Po litecnico di Milano, mio nonno Vittorio co nobbe progettisti come Gio Ponti, Franco

30 SmallGiants | Inverno 2022 Cover Story

Albini, Marco Zanuso: cenavano a casa nostra e andavano in laboratorio a speri mentare con gli artigiani, provando forme, storie e idee. Proprio qui nacquero alcune icone del design come le sedute Gala e Mar gherita, oggi esposte nei più importanti musei del mondo”. Realizzati a mano da ar tigiani specializzati, gli arredi Bonacina en trarono nelle case di Gianni e Marella Agnelli, dei Mondadori, dei Thyssen e addirittura furono scelti in due occasioni per l’arredo della Casa Bianca. “Negli anni ’90 mia mam ma Antonia ebbe l’idea di creare un catalogo con i prodotti realizzati per le grandi famiglie dell’industria. Fu un ulteriore boost: in tutto il mondo gli Agnelli sono un simbolo di stile, classe, italianità”. Quando Elia Bonacina entra in azienda, nel 2012, a soli 21 anni, non è un momento facile: “Era un periodo di forte crisi dell’industria italiana. Come amministratore delegato ho subito acquisito il marchio Pierantonio Bonacina, nato da un altro ramo della famiglia, e ho ristrutturato il business. Ho eliminato i rivenditori e as sunto sales manager interni che avessero contatti diretti con architetti e designer. Poi ho voluto dimostrare che l’artigianato, con trariamente a quello che ripetevano tutti, non era morto, anzi. E che avrei trovato giovani artigiani di talento. Ho contattato i più grandi recruiter e ho detto loro di chia marmi soltanto quando, ogni mille ragazzi che vedevano, ne trovavano uno con quella

31 Inverno 2022 | SmallGiants Cover Story
La poltrona Nastro di Joe Colombo, realizzata nel 1964
Dalle gerle alle poltrone Dalle ceste dei contadini brianzoli ai mobili dell’alta borghesia, passando per le stuoie dei carri armati: oggi l’azienda è un’icona del grande design italiano

luce negli occhi, quella passione”.

E così, oggi, l’età media dei dipendenti Bonacina è di 30 anni. “I nostri artigiani sono giovanissimi e appassionati: si va dallo scultore che per i casi della vita era finito nella metalmeccanica fino al grande violinista, passando per le ex studentesse di garden design amanti della natura che nell’intreccio hanno trovato la loro dimensione. L’artigianato è arte, e loro lo dimostrano quotidianamente. Ogni anno inseriamo due o tre nuove figure in produzione con l’idea di portarle fino alla pensione, proprio come hanno fatto mio papà e mio nonno. È vero, il mercato

del lavoro oggi è diverso, ma io cerco persone per la vita”. Una gestione illuminata, che è espressione di una concezione di management in cui non esistono gerarchie. “Ogni anno leggo il bilancio aziendale con tutti i dipen denti, anche per abbattere quello stereotipo del sciur padrun che c’è in Italia. Lo faccio per far capire quanto rischia Bonacina, quanto investe. Poi diamo premi di produ zione, abbiamo un ristorante interno con prodotti biologici e aree ricreative per la produzione, verso Natale facciamo una ta volata da cento posti nel nostro capannone. Il risultato? Tutti corriamo nella stessa dire

zione”. Una corsa che ha consentito al l’azienda di crescere, dal 2012 a oggi, con una media del 30% all’anno. Il 2022 si chiu derà con un fatturato di 7,5 milioni, in au mento del 25% rispetto all’anno precedente, esportando l’85% del fatturato.

Un percorso brillante che non era scontato per un ceo appena 31enne. Una crescita che prende vita sulla precisa volontà dei Bonacina di dare aria e spazio al nuovo. “Ho una grande fortuna: quella di essere cresciuto in una famiglia che ha riconosciuto il mio talento affidandomi le redini del l’azienda nel momento in cui, dieci anni fa,

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Da sinistra Elia Bonacina, Elena Lazar, Andrea Tinelli e Mario Bonacina. Sedute al centro Margherita e Antonia Bonacina

si è posto il problema di come risollevarla dalla crisi. Spero un domani di avere la stessa avvedutezza con i miei eventuali figli, comprendendo quando fare un passo indietro. Anche rischiando che sbaglino, certo. Oggi nel design sono ancora troppe le aziende in mano alle vecchie generazioni, noto che si fa fatica a scommettere seriamente sui giovani offrendo loro la libertà di inaugurare nuove rotte, di investire. Spesso accade che i figli subentrino ai padri quando magari hanno già 50 anni, una famiglia e una vita avviata. Naturale che non possano avere le energie e l’entusiasmo di un trentenne, come

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L’idea di imprenditoria costruttiva al centro L’attenzione al welfare, l’inclusione dei dipendenti nelle scelte aziendali e il concetto di management senza gerarchie hanno permesso a Elia di superare con brillantezza la crisi e il passaggio generazionale
Due Savoy di Giovanni Bonacina, prodotto con struttura in giunco e tessitura in midollino realizzato nel 1914
34 SmallGiants | Inverno 2022
Cover Story
La 978 Dining di Mario Bonacina, realizzata nel 1975 in collaborazione con Renzo Mongiardino

nemmeno quell’incoscienza necessaria a fare scelte coraggiose”.

A ispirare la visione manageriale di Elia Bonacina, due figure mitologiche: “Adriano Olivetti ed Enrico Mattei. Ho studiato il loro pensiero e condivido lo sguardo orientato al futuro, l’idea di imprenditoria costruttiva, attenta ai bisogni delle persone e fondata sul benessere dei dipendenti. Erano impren ditori che credevano profondamente nel va lore dell’Italia, proprio come me. Ho una forte vena patriottica: il mio desiderio è quello di dimostrare che la narrazione co struita negli ultimi decenni attorno all’Italia, quella del ‘non si può fare impresa’, dei gio vani che non possono emergere e nella cui provincia ‘non nasce nulla di interessante’, non corrisponde alla realtà. A darmi ragione è l’ammirazione che trovo all’estero quando si parla di artigianato made in Italy”.

A fare il punto della storia di Bonacina è poi una novità: un museo dell’azienda che verrà inaugurato il 9 febbraio 2023 a Lurago d’Erba. “Sarà uno spazio per tutti, non solo per gli addetti ai lavori. Ospiterà il nostro archivio di 1.600 prodotti e racconterà mol tissimi aneddoti incredibili, spiegando questo materiale così complesso, che viene spesso confuso col vimini o il bambù. L’idea è che rappresenti un luogo in stretto dialogo con il territorio: con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte stiamo creando una fiaba sull’artigianalità da distribuire nelle scuole dei dintorni, poi organizzeremo dei laboratori dedicati ai bambini e andremo nelle scuole a parlare con i genitori, per far capire che quella dell’artigiano è una professione con prospettive solide”. Un’iniziativa che nasce dalla volontà di accendere l’interesse per l’artigianato nei bambini, con la convinzione che il made in Italy, per sopravvivere e for tificarsi, debba avere il coraggio di puntare sulle nuove generazioni. “L’artigianato è stato demonizzato per lungo tempo. A volte succede che le stesse persone che si con gratulano con noi per come siamo riusciti a coinvolgere i giovani spingano i loro figli verso professioni come l’avvocato o il medico perché sono ‘più sicure’. La conseguenza di tutto ciò? Migliaia di mancati artigiani infelici per tutta Italia. Persone che avrebbero potuto diventare veri artisti ma che sono stati indirizzati altrove, lontano. Mi capita di fare colloqui ad alcuni quarantenni che finalmente hanno capito qual è la loro vera

Il futuro del made in Italy è nelle nostre mani A febbraio 2023 verrà inaugurato a Lurago d’Erba il museo dell’azienda, uno spazio per ammirare i prodotti, conoscere aneddoti e per far riscoprire alle nuove generazioni l’amore per l’artigianato

passione e che vogliono iniziare a lavorare con le mani, a creare”.

Un amore, quello per l’artigianalità e il made in Italy, che ha sempre tenuto Elia Bonacina saldo alle sue radici e resistente alle numerose tentazioni. “Ho ricevuto alcune offerte di acquisto dai più grandi fondi del design ma ho sempre rifiutato, provocando lo sconcerto del mio commer cialista”, afferma scherzando. “La strategia del fondo è quella di creare una massa

critica per quotarsi in borsa. Non è impen sabile, quindi, che un domani diventi pro prietario un imprenditore cinese o indiano e che decida di spostare la produzione al trove. Questo è il motivo per cui non venderò mai. Tutti i più grandi business in Italia sono stati creati dalle famiglie. Basti pensare a Ferrero oppure a Luxottica. Purtroppo, o per fortuna, le aziende italiane funzionano con gli italiani. È questo che molti faticano a comprendere”.

35 Inverno 2022 | SmallGiants Cover Story
Gala, poltrona realizzata in giunco con corteccia e canna d'India. È stata disegnata da Franco Albini nel 1951
@wearecostrand www.costrand.it +39 391 3569632 Costruire perdurare. General contractor Superbonus per Condominii

Gli ambienti sporchi si sanificano in famiglia

Fornitore di servizi per le più grandi industry del settore food, C&P supera il passaggio generazionale. E ora punta all’estero

Una realtà nata grazie all’intui zione di un imprenditore che si è inserito in un settore fino ad allora poco frequentato, che ora può contare su 20 anni di esperienza, 60 impianti produttivi in tutta Italia ed una

crescita costante. C&P , azienda specializzata nella pulizia professionale e sanificazione di impianti industriali, è stata fondata nel 1996 a Chieri, in provincia di Torino, per iniziativa di Ettore Franco, prima dipen dente di una grande azienda del settore che, ad un certo punto, ha deciso di di ventare imprenditore e avviare la sua

azienda. Il primo nucleo di clienti era co stituito da alcune aziende del settore ali mentare, uno dei più rappresentativi del Piemonte, suo territorio d’origine. L’attività nei primi anni era circoscritta in un raggio di poche decine di chilometri, ma poi si è allargata in tutta Italia.

“Ettore Franco, mio padre, viene da Chieri

37 Inverno 2022 | SmallGiants Dinasty
di Matteo Sportelli
C&P • PIEMONTE
Andrea ed Ettore Franco, rispettivamente amministratore delegato e fondatore dell’azienda

TUTTO HA INIZIO IN PROVINCIA DI TORINO, CON UN RAGGIO D’AZIONE DI POCHI CHILOMETRI. OGGI L’IMPRESA IMPIEGA 600 PERSONE IN 60 STABILIMENTI E OPERA IN TUTTA ITALIA

dove il mondo del tessile degli anni ‘80 è decaduto per degli errori strategici”, rac conta Andrea Franco, ad della società. “Da questa situazione ha deciso di reinventarsi nel settore delle pulizie ed è andato a la vorare come dirigente in una grande azien da di Milano che si occupava di pulizie in dustriali e civili. Dopo aver conosciuto quel mondo gli è venuta l’idea di specia lizzarsi in una nicchia dove il valore fosse riconosciuto e remunerato: quella dell’in dustria alimentare. Ha compreso che era un settore poco esplorato e ha deciso di entrarci occupandosi di sanificazione. Così nel 1996 ha aperto la società”.

Una storia quindi lunga più di 25 anni. “C&P è diventato un gruppo”, racconta l’amministratore delegato. “Prima la mission era ‘pulire è un atto nobile’, adesso è di ventata ‘organizziamo il mondo’. L’azienda si è diversificata in quattro business unit: cleaning, manutenzione, manpower - che riguarda attività in testa e in coda alla linea a basso valore aggiunto per il cliente - e security”.

Con l’ingresso in azienda di Andrea Franco nel 2007, l’azienda ha iniziato un percorso di crescita. Il passaggio generazionale non è stato semplice, con Ettore che vedeva ri schi laddove Andrea vedeva opportunità: non solo voleva dare all’attività di famiglia l’ imprinting da grande azienda, ma è riuscito a intuirne l’evoluzione a lungo termine. L’obiettivo? “Non morire a Chieri

dentro un ufficio”, ma riuscire a operare come un’impresa 4.0 con la vocazione per l’internazionalizzazione. “Dopo una prima fase in cui il cliente più lontano era a Fos sano, a un’ora di distanza da Chieri” spiega l’attuale ad, “adesso il cliente più lontano è nel Cilento, a Battipaglia, a 800 chilometri di distanza”. Per ottenere questi risultati è stata fondamentale la contaminazione tra la sua generazione e quella di suo padre,

il fondatore della società.

“La prima generazione”, continua l’am ministratore delegato, “è stata fondamentale perché ha fatto una cosa che la seconda generazione non sarebbe stata in grado di fare, cioè ha creato la startup. Avviare una startup vuol dire avere la resilienza e partire da zero, significa rischiare di non guadagnare nulla per qualche anno e so prattutto di credere in un sogno. Io ho

38 SmallGiants | Inverno 2022 Dinasty
“Pulire è un atto nobile” è il claim. Tuttavia oggi l’azienda si occupa anche di security, manutenzione e manpower

visto la fatica che ha fatto mio padre e penso che non sarei stato in grado di fare la stessa cosa. È riuscito anche a non cadere in nessuna trappola distraente, come distorcere il business o avere qualche cliente che non paga. Con il mio arrivo in vece abbiamo puntato ad andare fino agli estremi confini della Terra”.

E questa voglia di espansione non guarda solo l’Europa: “Voglio andare all’estero”,

continua Franco. “Abbiamo fatto già tre missioni imprenditoriali: in Inghilterra, in America e in Spagna. È forte l’idea in azienda che, con l’ingegnerizzazione, questo business può essere portato ovunque. Ab biamo iniziato un percorso molto impor tante quest’anno che si chiama Kaizen e che ci sta aiutando a costruire, laddove mancano, e a migliorare i processi. La parola viene dal giapponese Kaisen, che vuol dire miglioramento continuo. Nel l’ingegnerizzazione dell’azienda questo sta permettendo di venire incontro a quella che è la mia idea, ovvero l’espansione. La prima generazione ha messo la base, la seconda si sta espandendo, questo matri monio è stato felice”.

Per compiere il percorso e rispondere con servizi di livello sempre più alto alle esigenze di clienti sempre più importanti, nel corso degli ultimi anni l’azienda si è dotata di una struttura manageriale, con professionisti provenienti da grandi aziende tecnologiche italiane e multinazionali di servizi e consulenza strategica e direzionale. Dai 40 dipendenti dei primi anni, oggi l’azienda impiega circa 600 persone su tutto il territorio nazionale e ha un fatturato di 20 milioni di euro. È un’azienda giovane: l’età media di 42 anni scende ulteriormente a 36 considerando unicamente il mana gement negli uffici, a maggioranza fem minile.

“Nel passaggio generazionale”, continua Franco, “l’azienda da imprenditore-centrica è diventata team-centrica. Siamo infatti organizzati con gruppi di lavoro che se guono i cantieri e quindi i clienti. Questi gruppi di lavoro permettono anche a di stanza di poter avere quell’occhio e quel l’attenzione che l’azienda aveva anche quando c’erano pochi clienti locali. Questo funziona e lo dimostra il fatto che per il terzo anno siamo stati premiati come Cam pione della crescita”. L’azienda infatti ha ottenuto il riconoscimento assegnato dal l’istituto tedesco Itqf sia per l’anno 2020 che per il 2021.

39 Inverno 2022 | SmallGiants Dinasty
www.candpgroup.it “MIO PADRE HA CREATO LA STARTUP, È STATO CORAGGIOSO. IL MIO OBIETTIVO È QUELLO DI PORTARE C&P FINO AI CONFINI DELLA TERRA”

Una discendenza inossidabile

Una solida e versatile realtà indu striale, dove le abilità e compe tenze imprenditoriali di tre gene razioni hanno segnato importanti traguardi, ma soprattutto hanno confer mato la grande capacità di saper stare al passo con i tempi e mutare nel tempo, in un mercato sempre più differenziato e specializzato, come quello dell’Horeca. Può essere riassunta così la storia e il bu siness di Mori 2A, azienda bresciana, ormai punto di riferimento per il made in Italy. Alla guida, in qualità di amministra tore delegato, Alvise Mori.

Prima di parlare della fondazione di Mori 2A, bisogna andare indietro nel tempo per ritrovare l’impegno impren ditoriale della famiglia Mori. Quasi ad un secolo anni fa, dico bene? Assolutamente sì. La famiglia Mori si dedica alla lavorazione dei metalli dal 1928, ma la prima evoluzione coincide con gli inizi degli anni ‘60, quando un giovanissimo Aristide Mori affianca il padre Serafino per apprendere l’arte della lavorazione dei metalli, in particolare del l’acciaio inossidabile. Aristide si contrad distingue per il suo grande spirito im prenditoriale e lungimiranza che portano la ditta artigiana a trasformarsi in società. Ha inizio, quindi, una nuova produzione di articoli in acciaio, in particolare vassoi, contenitori e lavelli che si affermano im mediatamente sul mercato. Gli anni ’70

poi segnano fondamentali cambiamenti nell’asset produttivo aziendale, grazie al l’introduzione dei contenitori Gastronorm e altri articoli legati al settore della risto razione. Un successo che permette al l’azienda di sbarcare all’estero.

Espansione internazionale che raggiunge

grande spinta proprio con Mori 2A. Esattamente, perché la sinergia e la sintonia tra me e mio padre Aristide ci permette di affermarci a livello internazionale nella produzione di articoli in acciaio inossidabile per molteplici destinazioni d’uso. L’azienda si configura quindi con l’assetto attuale, segnando in modo compiuto il passaggio a realtà industriale. Ma la passione per i materiali non si esaurisce con l’acciaio inossidabile, tant’è che nel 2013 viene inaugurata una nuova sede produttiva de dicata allo stampaggio ad iniezione di differenti materie plastiche volte alla rea lizzazione di contenitori, accessori e com ponentistica per gastronomia, gelateria, ristorazione e beverage

Come vi siete inseriti all'interno del vo stro settore

e
40 SmallGiants | Inverno 2022 Dinasty
2A, azienda che lavora i metalli da tre generazioni, è oggi un punto di riferimento nel settore dell’Horeca
E SICUREZZA DEI PRODOTTI? DUE ASPETTI FONDAMENTALI, CHE VANNO DI PARI PASSO CON LA NOSTRA GRANDE CONOSCENZA E CULTURA DEI MATERIALI” La sede di Nuvolento (BS) è capace di una produzione di oltre tre milioni e mezzo di pezzi all’anno
di riferimento
quali sono
Mori
“QUALITÀ

le novità che avete apportato?

Sicuramente la grande conoscenza e cultura dei metalli ha portato Mori 2A ad essere conosciuta nel settore soprattutto per il profondo stampaggio dell’acciaio inossi dabile. Non dobbiamo dimenticare che nell’Horeca siamo riusciti ad affermarci nella realizzazione di articoli in acciaio inox e in materiale plastico che rispondono a sempre più elevati standard normativi e igienico-sanitari: tutti i prodotti sono cor redati di dichiarazione di conformità al contatto alimentare, secondo regolamenti e decreti nazionali ed europei. La qualità e la sicurezza dei prodotti sono per Mori

2A valori imprescindibili, per questo motivo è stato implementato un sistema di gestione della qualità sulla base delle Good manu facturing practices (Gmp) e sulla base dei principi di rintracciabilità e tutela del con sumatore.

L’innovazione gioca quindi un ruolo fondamentale?

Assolutamente. Anche perché non trova applicazione solo da un punto di vista tecnologico, ma anche in un’ottica di so stenibilità. Dando anche grande attenzione all’automazione industriale e all’integra zione della strumentazione esistente con

nuove tecnologie. Disponiamo di molti macchinari versione 4.0 tra cui spiccano linee di taglio longitudinali, presse oleo dinamiche, robot antropomorfi, laser di scrittura, che sono in grado di ottemperare ai massimi requisiti di sicurezza, traccia bilità ed efficienza produttiva: efficienza volta non solo ad aumentare la produttività degli impianti ma anche ad ottimizzare i consumi energetici secondo i paradigmi tipici dell’energia sostenibile.

Ci fa qualche esempio di progetti e ini ziative che incarnano tutto ciò?

Uno è il Mori 2A Cares, il cui obiettivo è la creazione di shared value, un concetto in trodotto nel 2011 da Michael Porter e Mark R. Kramer che si basa sull’idea che successo aziendale e miglioramento delle condizioni sociali e ambientali siano fattori intrinsecamente collegati. Ne è un esempio la pubblicazione nel 2022 del primo bilancio di sostenibilità. Un altro importante risultato raggiunto è stata la convocazione a Dublino da parte dell’Aee Europe (Association of energy engineers), avvenuta a ottobre. In sintesi, la nostra società è stata selezionata per partecipare alla sessione Climate change and carbon reduction. Nello specifico è stato presentato il progetto Mori 2A Cares come esempio aziendale di successo nel l'applicazione della certificazione sul nuovo standard internazionale per la gestione dell’energia e come driver per la sosteni bilità. Dimostrazione che per noi essere sostenibili significa mettersi in gioco nel concreto, agire per migliorarsi, continua mente, integrando pienamente questo con cetto nella propria cultura aziendale.

Guardando al presente e all’immediato futuro, quanto siete contenti del 2022 e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il 2023?

Chiuderemo il 2022 con un incremento del fatturato di circa il 25%. E di questo siamo molto orgogliosi. Tuttavia, data l’in cidenza dei costi energetici, non possiamo fare delle previsioni precise per il 2023. Possiamo solo assicurare che l’impegno e l’entusiasmo saranno, come sempre, i nostri punti di forza. Dai quali, peraltro, cercheremo di trarre il meglio per inseguire e apportare risultati significativi.

41 Inverno 2022 | SmallGiants Dinasty
www.mori2a.com
MORI 2A
LOMBARDIA
Alvise Mori, amministratore delegato

Una nuova logistica automatizzata

Pengo Group verso il 4.0

Pengo Group rappresenta oggi un’azienda dal forte carattere italiano ma con una vocazione internazionale, specializzata nella distribuzione di prodotti per casa, ristorazione ed infanzia. pengogroup.com

Il fulcro dei processi logistici di ricezione, controllo, conservazione, smistamento e distribuzione dei prodotti diventa automatico e robotizzato.

SEGUIMI SU TIKTOK

L’autenticità dei contenuti rende il social network un forte veicolo di promozione: da qui nasce il programma educativo per le piccole medie imprese

È

la più giovane tra le piattaforme social ma può diventare una leva di business importante per tutte le tipologie di imprese, da quelle nate recentemente sull’onda della tra sformazione digitale a quelle secolari.

Del resto, per rimanere al passo con i tempi sul mercato, è necessario adattare costantemente le modalità e l’organizza

zione del lavoro, le strategie di marketing e le soluzioni di comunicazione con il proprio target. TikTok, la piattaforma so cial dove si comunica attraverso brevi vi deo, si propone alle aziende come nuovo modo di fare pubblicità e lancia in Italia Seguimi, un progetto educativo multica nale pensato per supportare le pmi e aiutarle a promuovere il proprio business.

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In occasione del lancio italiano di Seguimi, TokTok ha presentato i risultati di due analisi sul suo impatto sulle pmi: la prima dalla prospettiva della community, mentre la seconda da quella dei professionisti del marketing.

L’autenticità dei contenuti, chiave di volta per ingaggiare il pubblico di TikTok

Secondo la ricerca condotta da InSites Consulting in Italia su un campione di 600 persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni, gli utenti di TikTok sono molto interessati ai contenuti delle piccole e medie imprese e sulla piattaforma ne scoprono sempre di nuovi e trasversali. Il 66% dichiara di essersi imbattuto in contenuti di pmi italiane in ambito fashion

(56%), bellezza (50%), food & drink (44%), viaggi (31%), casa (24%) e gaming (19%). L’89% di chi ha trovato contenuti di questo tipo di realtà afferma di averli visti per la prima volta su TikTok e il 72% dichiara di vederli con cadenza gior naliera. Le evidenze della ricerca confer mano inoltre la volontà degli utenti di voler continuare a vedere contenuti pub

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blicati dalle pmi e di interagire con esse. Infatti, il 67% di chi li ha visti afferma di seguire profili di piccole e medie imprese, mentre il 46% dichiara che TikTok è la piattaforma dove interagisce di più con le pmi.

Fruizione, azione, ma anche propen sione all’acquisto

Rispetto agli utenti che hanno avuto oc casione di trovare contenuti di pmi in piattaforma, il 51% li ha condivisi con parenti o amici e il 36% ha fatto un ac quisto. Di questi ultimi, il 91% si dichiara soddisfatto del proprio acquisto e il 40% afferma di averlo effettuato dopo aver visto per la prima volta l’azienda su Tik Tok. Una tendenza che presenta ricadute reali sul territorio e favorisce rapporti diretti: infatti, l’87% degli utenti dichiara che aver visto contenuti di piccole medie imprese su TikTok li ha spinti ad acquistare di più dalle aziende locali, mentre il 36% ha visitato subito il profilo TikTok del l’azienda per guardare altri contenuti. Il 92% ritiene invece, che la piattaforma possa aiutare le pmi a costruire relazioni più solide con gli utenti.

TikTok permette di allargare il pubblico di riferimento

Secondo un'analisi condotta in Italia da Advertiser Perceptions su un campione di 100 intervistati tra agenzie e inserzio nisti, il 69% dei professionisti del mar keting che in Italia già utilizzano TikTok afferma che includeranno la piattaforma nelle proprie campagne Adv nei prossimi 12 mesi. Il 77% dichiara di includere TikTok in almeno il 50% delle campagne in corso e ben il 91% afferma che utiliz zerà la piattaforma almeno nel 50% delle proprie campagne l'anno prossimo. Ri guardo al ritorno dell’investimento, per il 27% i responsabili marketing di pmi confermano che TikTok li ha aiutati ad ottenere maggiori risultati dal loro inve stimento pubblicitario. Infatti, hanno de dicato a TikTok il 29% del loro investi mento medio nell’ultimo anno e il 21% pensa che TikTok sia una priorità e un must nel proprio media mix. Il 65%, in fine, afferma di utilizzare attualmente TikTok per integrare altri canali o piatta forme media.

I responsabili marketing delle pmi ve dono risultati reali nell’aggiunta di TikTok

al media mix. Tra questi, il 61% afferma che TikTok li ha aiutati a raggiungere nuovi consumatori e il 33% ad ampliare la propria base clienti internazionale. Il 35% dichiara di aver incrementato le vendite dei propri prodotti o servizi come risultato diretto della pubblicità su TikTok.

La piattaforma, sinonimo di creatività e innovazione

TikTok incoraggia i responsabili marketing a superare i limiti ed evolversi. L’83% di chiara che fare pubblicità su TikTok spinge a pensare fuori dagli schemi e il 51% ha adattato la strategia di marketing per at trarre nuovi pubblici. In tema di identità aziendale, su TikTok il 54% si è sentito

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I vantaggi per le strategie di marketing aziendali Risultati concreti in termini di fidelizzazione, visibilità ma anche di vendita diretta tramite social commerce
I
settori più popolari tra gli utenti
56% 50% 44% 31% 24% 19%
(La ricerca è stata condotta da InSites Consulting in Italia su un campione di 600 persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni) Fashion Bellezza Food & Drink Viaggi Casa Gaming

incoraggiato a mostrarne un lato diverso e il 32% ha utilizzato le osservazioni e i commenti degli utenti per aggiornare o creare nuovi prodotti e offerte. In parti colare, il 27% ha creato un prodotto o servizio basato su una tendenza esistente su TikTok e il 10% ha iniziato a esportare i propri prodotti per soddisfare una do manda generata proprio in piattaforma. Tra le pmi, i professionisti del marketing si sono imbattuti anche in sorprese ina spettate su TikTok. Grazie a TikTok, il 45% ha raggiunto nicchie di cui non era a conoscenza e il 45% è stato in grado di raccogliere recensioni autentiche e feed back dagli utenti nella sezione commenti. Il 18% è anche riuscito a creare una con

nessione con aziende dai valori simili e il 24% ha appreso dall’esperienza di altre pmi in categorie simili, mentre il 32% ha elevato il profilo del proprio brand nella comunità locale grazie a TikTok.

Seguimi, il programma educativo per le piccole medie imprese Seguimi offre percorsi di formazione dif ferenziati basati sugli obiettivi dei visitatori e invita le piccole medie imprese a iscri versi a un mailing della durata di sei set timane, che delinea le buone pratiche per gestire la loro prima campagna TikTok e integrare nei video la storia del loro brand. Tra queste, una guida su come aprire un business account gratuito, o ac

cedere al Creative center per trovare ispi razione per i propri contenuti, e appro fondimenti su come utilizzare le funzioni Ads Manager e Promotion per ottenere dalla propria campagna risultati ancora più efficaci. Anche in Italia le piccole aziende possono scoprire gli ultimissimi consigli degli Small business mbassador di TikTok, come Olimpia Home, negozio online dedicato alla vendita di fragranze fondato da Anna e Alberto, che fanno coppia sia nel business che nella vita e che condivideranno la loro esperienza su TikTok e daranno suggerimenti sui modi migliori di valorizzare le potenzialità della community e dell’intrattenimento per ottenere risultati di business reali.

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49 Inverno 2022 | SmallGiants
e attenzione all’ambiente hanno cambiato le esigenze delle imprese: Enel X offre soluzioni ad hoc per efficientare la produzione Servizi
Innovazione
ENERGIA SU MISURA

In un mercato in costante evoluzione come quello energetico, l’attenzione delle aziende verso l’efficienza, la so stenibilità e la decarbonizzazione è sempre più accentuata. Continuare a essere competitivi richiede soluzioni tec nologicamente all’avanguardia che otti mizzino i consumi e riducano gli sprechi. Soluzioni che è possibile individuare par tendo dal monitoraggio dei consumi ener

getici e affidandosi a un partner come Enel X.

La necessità si è acuita dai primi mesi del 2021, con il mercato energetico che sta attraversando una profonda trasfor mazione: il prezzo di questa risorsa ha fatto segnare un inesorabile rialzo, so prattutto tra fine 2021 e inizio 2022, in concomitanza della crisi energetica. La situazione si è aggravata con il conflitto in Ucraina e ha toccato il suo apice questa estate, con il costo che è arrivato molto

vicino ai 622,05 euro per MWh a fine agosto, a causa del crollo dei flussi di ap provvigionamento dalla Russia. Anche se si è scesi al di sotto dei 360 euro per MWh, il prezzo dell’energia ha subito un’impennata come mai prima d’ora, con siderando che a inizio marzo 2021 il costo era di 56,06 euro. In altre parole, nel giro di un anno e mezzo circa, il prezzo per le aziende è aumentato di più del 640%.

Il risultato è che le aziende stanno su

50 SmallGiants | Inverno 2022 Servizi Giocare d’anticipo per ridurre i consumi La gestione attiva e personalizzata offerta da Enel X permette alle aziende di essere indipendenti dall’andamento del mercato

bendo le conseguenze di un marcato rin caro della spesa energetica. La soluzione? Cominciare subito con il monitoraggio dei consumi. Che porta a un radicale quanto proficuo cambio di prospettiva. La maggior parte delle aziende infatti mette in campo azioni correttive quando ormai è tardi. Ad esempio controllando le fatture a posteriori, quando l’energia è già stata consumata. Adesso, invece, è venuto il momento di giocare d’anticipo. E giocare d’anticipo significa investire

nell’efficienza, ricorrendo a interventi di elettrificazione sostenibili e incentivati che riducono i costi e consentono al l’azienda di accedere più facilmente a programmi di energy flexibility (come De mand response e interrompibilità elettrica). L’incremento dell’efficienza dei processi e l’ammodernamento degli impianti core assicurano una maggiore produttività con minori costi operativi. Allo stesso tempo, grazie all’elettrificazione si può gestire un impianto o un sito produttivo in modo più efficace e rapido, diminuendo le inerzie termiche e i rischi operativi. La riduzione dei consumi energetici, a sua volta, rende l’azienda più indipendente dall’andamento del mercato energetico, mentre l’elettrifi cazione dei consumi riduce l’influenza del mercato del gas. Tutto questo senza considerare che l’aumento della sosteni bilità si trasforma in un’opportunità, dal momento che la riduzione delle emissioni di co2 impatta positivamente sui bilanci e sulla percezione dell’azienda, tanto al l’esterno quanto all’interno, perché porta a una ridefinizione del concetto di eccel lenza.

Per rispondere a queste esigenze, sempre più prioritarie per tutte le aziende italiane, Enel X ha sviluppato l’Energy management system (Ems). Si tratta di una piattaforma digitale che, utilizzando algoritmi di in telligenza artificiale, monitora e analizza i consumi energetici di un’azienda, resti tuendo visibilità piena e completa dei valori di spesa. In pratica, l’Ems monitora i consumi energetici in tempo reale, in modo tale che l’azienda possa intervenire tempestivamente per ottimizzare e ridurre gli sprechi.

Con i dati raccolti, l’Energy management system di Enel X crea dei report persona lizzati che coprono tutti gli aspetti relativi ai consumi energetici di un’azienda: di stribuzione settimanale dei consumi, rile vamento sprechi e inefficienze, confronto della performance tra macchinari. In par ticolare, le anomalie e le inefficienze (con sumi non previsti, deviazione da una banda di controllo predefinita, supera mento soglie o mancanza di segnale) ven gono segnalate da un apposito sistema di alerting, anch’esso personalizzabile.

Ma la vera, grande innovazione introdotta dall’Energy management system non è

CREAZIONI DIGITALI, AZIENDA TESSILE LOMBARDA, GRAZIE ALLA PIATTAFORMA ENERGY MANAGEMENT SYSTEM HA OTTENUTO UN RISPARMIO ENERGETICO DEL 20%

tanto l’analisi descrittiva, realizzata in base alle informazioni individuate, quanto l’analisi predittiva: l’intelligenza artificiale su cui si basa l’Ems è in grado di elaborare delle previsioni sui consumi e i costi del l’implementazione di determinate soluzioni di efficienza energetica, così da poter comparare e scegliere la strada migliore da percorrere. Sempre tramite algoritmi di intelligenza artificiale, la piattaforma individua eventuali inefficienze compa rando i consumi reali con i modelli ideali di consumo che l’azienda potrebbe rag giungere.

Ecco cosa si intende per giocare d’anti cipo. Un concetto che, in valori numerici, si traduce in un risparmio energetico che può arrivare a percentuali interessanti. Proprio ciò che ha fatto Creazioni Digita li.

Azienda tessile lombarda con sede in provincia di Como, Creazioni Digitali ha deciso di affidarsi all'Energy management system. In seguito all’analisi dei dati di consumo emersi utilizzando le funzioni della piattaforma, Enel X ha supportato Creazioni Digitali per individuare e adot tare soluzioni mirate a incrementare l’ot timizzazione energetica. Tali soluzioni, all’avanguardia e implementabili anche avvalendosi di incentivi importanti, ga rantiranno all’azienda tessile lombarda un risparmio energetico fino al 20%.

Come dimostra la partnership con Crea zioni Digitali, Energy management system è la piattaforma di Enel X che porta nuovo valore al business. Un valore fatto di otti mizzazione, efficienza e sostenibilità ener getica, per far sì che le aziende italiane continuino a essere competitive sul mercato e pronte alle nuove sfide dell’energia.

51 Inverno 2022 | SmallGiants Servizi
ENEL
X

Anche le merci

Dimentichiamo la barra che si alza al casello. “Oggi il nuovo Telepass è un dinamico protagonista della smart mobility”, dice il ceo Ga briele Benedetto. “Da tempo le nostre energie sono concentrate nell’individua zione e nella realizzazione di servizi in grado di rispondere alle esigenze di mobilità dei propri clienti”. Che sono anche auto trasportatori, grandi utilizzatori della rete autostradale, non solo italiana, per tra sportare le merci e i prodotti delle aziende e portarle sui mercati.

Con sette milioni di clienti e oltre dieci milioni di dispositivi in circolazione su più di 171.000 chilometri di reti autostra dali nei 14 Paesi europei nei quali opera (Italia, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Ungheria, Svizzera, Bulgaria, Polonia), Telepass è tra i leader europei nei servizi di telepedaggiamento, con una quota di mercato del 30%. Circa un milione di quei dispositivi sono installati su camion che non viaggiano solo in Italia. La Polonia è l’ultimo - in ordine di tempo (ottobre 2022) - dei Paesi entrati nella rete di Tele pass.

“L’apparato interoperabile Telepass Sat (funziona tramite tecnologia satellitare e comunicazione su rete mobile) è il primo dispositivo certificato in Polonia per il si stema Eets (European electronic toll service), così come siamo stati i primi in Germania nel 2019”, ricorda Francesco Maria Cenci,

head of toll unit di Telepass. “La Polonia costituisce un mercato chiave per il mondo dell’autotrasporto perché è un’area strategica che collega i flussi di trasporti europei tra

est e ovest. Stiamo fornendo una soluzione agli autotrasportatori non solo polacchi, ma di tutta Europa, attraverso un unico dispositivo interoperabile in grado di faci litare i passaggi tra più Paesi”.

Nel segmento dei mezzi pesanti Telepass è il principale fornitore di servizi per la mobilità in Europa con circa 90mila aziende di trasporto merci clienti. Per queste aziende il dispositivo Telepass, al quale è possibile combinare servizi telematici di fleet management, non è solo uno strumento di pagamento del pedaggio, ma anche una soluzione per la logistica sostenibile e la gestione digitale e innovativa delle attività.

Uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha stimato che, grazie all’uso delle barriere Telepass, le emissioni inquinanti si riducono significativamente perché si evita lo stop and go, inevitabile con le code davanti ai caselli: nel 2019 sono

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viaggiano pulite Logistica sostenibile e digitale: con un solo dispositivo Telepass vuole rendere più semplice la gestione dei mezzi pesanti GRAZIE ALLA TECNOLOGIA È POSSIBILE RIDURRE TEMPI MORTI DI ATTESA, OTTIMIZZARE APPUNTAMENTI DI CONSEGNA DEI CARICHI PRESSO GLI HUB E DIMINUIRE COSTI E CONSUMI, SOPRATTUTTO DI CARBURANTE Telepass Sat è una delle soluzioni offerte per guidare i mezzi pesanti in Europa

state risparmiate ben 3.350 tonnellate di co2 (2.880 tonnellate di co2 nel 2020 quando la pandemia ha ridotto la mobilità). Traducendo questo dato in termini di viaggi in auto da Roma a Milano, il ri sparmio corrisponde a più di 35.000 viaggi, ovvero a circa 1.500.000 litri di benzina risparmiati con le conseguenti emissioni. Il vantaggio ambientale vale per tutti i mezzi ma ancora di più per quelli pesanti: i camion da più di 32 tonnellate sono quelli che ottengono il miglior risultato con un risparmio che arriva a 1.500 ton nellate di gas serra.

Ridurre l’impatto ambientale dei mezzi è obiettivo di tutte le compagnie, non solo per scelta aziendale, ma anche per rispondere agli indirizzi governativi a

livello europeo e nazionale per il traporto merci che prevedono incentivi per com pensare i costi del telepedaggio, che è solo il primo pezzo di un nuovo modello di logistica in cui il digitale permette ai mezzi in movimento di comunicare in tempo reale con le infrastrutture di origine e destinazione, con vantaggi di riduzione dei costi e tempi di trasferimento delle merci.

“Telepass offre ai suoi partner servizi per perseguire e raggiungere obiettivi di sostenibilità fornendo dati in tempo reale per ottimizzare gli appuntamenti di con segna merci negli hub logistici, presso porti e interporti, affinché si riducano al massimo i tempi morti di attesa e si otti mizzi la gestione generale con riduzione

di costi e consumi, in primis di carburante”, spiega Paolo Malerba, chief business sales officer, che annuncia una novità: “Un indice di sostenibilità cui stiamo lavorando per le aziende con grandi flotte: è basato sui dati di mobilità, e potrà essere utilizzato nei report di sostenibilità. Il dispositivo Telepass consentirà all'azienda di avere tutte le informazioni sul veicolo; il sistema informativo Telepass calcolerà l’impatto ambientale e il comportamento dei con ducenti dell'intera flotta e consentirà quindi all'azienda di avere un resoconto della qualità della guida”

I vantaggi del digitale arrivano nel mondo del trasporto merci con KMaster di Telepass, la soluzione che consente la gestione della flotta in tempo reale, grazie ai servizi di geolocalizzazione, e, allo stesso tempo, il pagamento del pedaggio e di altri servizi compreso il rifornimento carburante grazie al dispositivo Telepass Sat e con l’app uti lizzata dall’autista che di fatto porta alla dematerializzazione della tradizionale carta carburante. “Abbiamo già annunciato una soluzione del genere con Shell e intendiamo farlo con altri fornitori di carburante”, dice Malerba che anticipa. “Telepass sta proseguendo il suo percorso di digitaliz zazione sviluppando una piattaforma che permetterà l’integrazione delle soluzioni telematiche offerte con quelle già disponibili nelle piattaforme dei propri partner, senza tralasciare ovviamente l’interoperabilità in Europa”.

Altri Paesi si aggiungeranno al network Telepass. E non solo, continuerà l’evolu zione importante della piattaforma per l’autotrasporto e dei servizi connessi che, insieme ad un nuovo apparato, renderanno l’esperienza di viaggio sempre più connessa e la fruibilità dei servizi completamente rinnovata, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale che fornirà informazioni puntuali ed un’esperienza personalizzata. “Telepass sarà sempre di più un abilitatore dei pro getti che permetteranno la digitalizzazione e la connessione di porti, interporti e hub logistici. Abbiamo avviato dialoghi con primarie aziende che si occupano di supply chain e siamo disponibili a confrontarci per mettere a disposizione la tecnologia Telepass per raggiungere insieme obiettivi di sostenibilità ambientale e logistica in tegrata”, conclude Malerba.

53 Inverno 2022 | SmallGiants Servizi
TELEPASS
Paolo Malerba, chief business sales officer

Il settore della tecnologia a sostegno della medicina, della prevenzione e del benessere crescerà, nel mercato europeo, a tassi incredibili: si parla di un aumento del 402%, con un giro d’affari generato di 41 miliardi di dollari nei pros simi cinque anni. A livello mondiale si tocca quota 216 miliardi. In Italia ci sono 18 miliardi di euro del Pnrr che devono essere investiti per traghettare il sistema sanitario verso un futuro migliore, più ef ficace, che possa migliorare la diagnostica e che sia meno incerto nella cura dei cit tadini.

Questa grande onda tecnologica offre grandi opportunità ma rischia anche di procurare danni, se non adeguatamente protetta dalla sicurezza informatica. Ne è ben consapevole Cisco, leader mondiale nel settore delle tecnologie per le imprese, che negli ultimi anni, con grandi investi menti, ha acquisito aziende e piattaforme dedicate alla sicurezza e alla protezione dei dati sensibili. Nel 2018 è la volta di Duo, piattaforma di unified access security solution. Nel 2020 viene acquisita Thou sandEyes, un nome già di per sé piuttosto rassicurante, e nel 2021 Kenna security, soltanto limitandoci alle più recenti. An dando più nel passato ci sono OpenDns, specializzata in cloud Dsn security service, CloudLock e Observable, sempre sul tema ‘sicurezza in cloud’. La questione è sem plice: più connessioni, più attacchi. Più lavoro ibrido, più porte aperte ai cyber criminali. “In media, quotidianamente,

raccogliamo dati relativi a circa 20 miliardi di attacchi su tutti i nostri sistemi sparsi per il mondo”, dice Fabio Florio, business development and country digitalization acceleration lead Cisco Italia. “Ecco che il tema della sicurezza è diventato fonda mentale per le attività delle imprese. E per questo parecchie aziende stanno ab

Italia si occupa di una materia delicatissi ma: fornire tecnologia alle strutture ospe daliere, alle aziende che preparano farmaci o vaccini e ai lab di biologia. “Oppure quando il sistema informatico di un ospe dale viene raggiunto da un attacco ran somware che mette sotto sequestro i com puter e rende inutilizzabili le cartelle cli niche dei pazienti”. Incidenti sempre più all’ordine del giorno. Dalla sanità inglese al gruppo ospedaliero Fatebenefratelli di Milano, gli attacchi si susseguono e sono in continuo aumento. Con le macchine bloccate i medici sono costretti a compilare diagnosi e cartelle cliniche su carta prima che i tecnici della sicurezza ripristinino i sistemi digitali.

bracciando una modalità detta zero trust

In termini semplici: non ci fidiamo di nes suno. Chiunque chiederà l’accesso ai nostri sistemi dovrà avere i requisiti per farlo, altrimenti viene subito bloccato”

Una misura alquanto drastica, ma ne cessaria. “Immaginiamo cosa potrebbe ac cadere, ed è già successo svariate volte, in una struttura ospedaliera il cui sistema va in down”, commenta Stefano Menoncin, customer solution architect che in Cisco

“Il perimetro degli attacchi si sta allar gando pericolosamente”, precisa Fabio Florio. “Davanti ai cybercriminali c’è un’in tera prateria da conquistare da quando il lavoro, e se vogliamo anche la scuola, sono entrati in modalità ibrida”. Ecco per ché non sono sufficienti le protezioni bo narie di una volta. Bisogna risolvere velo cemente i problemi con l’impiego dell’in telligenza artificiale, utile anche per pre venire gli attacchi. In questa difesa del territorio delle aziende ci aiuta parecchio il servizio di threat intelligence che previene questo tipo di situazioni. “Il nostro Cisco Talos, composto da circa 500 ingegneri dedicati in tutto il pianeta, è il più grande gruppo non governativo al mondo spe cializzato in questa attività”.

Anche la semplificazione dei sistemi do vrebbe aiutare le aziende nel difendersi. Succede spesso che il responsabile della

54 SmallGiants | Inverno 2022 Servizi
sanitario a prova di hacker Digital health e rischi cyber crescono di pari passo: Cisco si pone come partner per mettere al riparo i dati sensibili “STRUTTURE OSPEDALIERE DIGITALI PERMETTONO UNA PIANIFICAZIONE PIÙ EFFICIENTE, MA SERVE PROTEZIONE: SIA DAL PUNTO DI VISTA DELLA TECNOLOGIA SIA DELLE PERSONE, CHE DEVONO MATURARE UNA MAGGIOR CULTURA DELLA SICUREZZA”
Sistema

sicurezza si trova a gestire cinque diverse soluzioni su altrettanti schermi. “Arriva in aiuto Cisco SecureX, che consente di inte grare la sicurezza di Cisco e anche quelle di altri fornitori”. Nel campo ospedaliero i cybercriminali sono alla disperata ricerca di cartelle cliniche che contengono i dati personali di personaggi importanti, pub blici, che poi finiscono nel mercato del deep web in vendita a prezzi che possono arrivare a migliaia di dollari.

Un altro pericolo è relativo alla possibilità che una grande quantità di dati sanitari possa essere modificata alterandone la validità e rendendoli inutili sul piano della governance e della pianificazione sanitaria. A nulla potrà servire l’intelligenza artificiale se la base di dati che prende in esame non riflette la realtà. Paradossalmente, questo tipo di attacco potrebbe essere messo in atto anche per modificare le ‘percezioni’ e indurre a scelte ‘di conve nienza’ per i mandanti.

“Anche Sara Assicurazioni si è rivolto di recente a Cisco. Dopo aver adottato un modello zero trust ha scelto un’architettura di sicurezza capillare dotata di una vasta gamma di soluzioni. La famiglia di prodotti messa a disposizione da Cisco è ampia. Parliamo di Umbrella, tagliato anche per

le pmi, di Secure Endopoint, Anyconnect e Cisco Ise (Identity service engine). È evi dente che perdere dei dati sensibili, per una compagnia assicurativa, è un enorme danno nonché un drastico calo di credibilità verso la clientela.

Sono in corso programmi di protezione del dato che la Pubblica amministrazione sta coltivando con il Piano nazionale per la sicurezza informatica. “Nel corso di un’iniziativa promossa da The European House – Ambrosetti, ho avuto il piacere di affrontare i tema della digital health, con la vice presidente e assessore al welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti”, racconta Menoncin. “Grande è l’interesse verso l’approccio data driven health, che unitamente alla diffusione di una sanità sempre più territoriale, permetterà di cu rare ancora meglio i pazienti, di essere più efficaci nella prevenzione e nel fornire nuovi strumenti di pianificazione sanitaria”. Se i dati sono il punto di partenza, non si può prescindere dalla loro messa in sicu rezza. “Uno dei nostri maggiori impegni” interviene Fabio Florio “resta quello dedi cato all’educational. Il comportamento umano è una delle migliori garanzie per non subire attacchi. Nella Pubblica am ministrazione, più che nelle aziende private,

c’è un grande lavoro da fare proprio sulla cultura della sicurezza”. In particolare Cisco raccomanda da sempre ai clienti una sicurezza by design. Stefano Menoncin lo semplifica con un esempio lampante. “Facendo un’analogia con il mondo reale, se devo proteggere la mia azienda, per prima cosa costruirò una buona cancellata, sistema di sicurezza perimetrale che nel mondo digitale equivale al firewall e al sistema di intrusion prevention. Ma non è sufficiente. Dovrò anche dotare le porte di ingresso con sistemi di riconoscimento per permettere l’ingresso solo al personale autorizzato. Ed infine, avere in campo sia le videocamere sia una squadra di sicurezza che possa intervenire in caso di necessità, a fronte di comportamenti sospetti o non autorizzati. Ruolo svolto, nel mondo digi tale, dai sistemi di threat intelligence e malware protection che possono ricono scere, anche grazie all’intelligenza artifi ciale, eventuali anomalie nei flussi di traf fico potenzialmente associate ad attività malevole”.

In sostanza: se la rete è la proiezione del mondo reale, dobbiamo adottare si stemi analoghi e forse ancor più sofisticati per assicurarci un’adeguata protezione ri spetto ai rischi del mondo online.

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CISCO
A sinistra Fabio Florio, business development and country digitalization acceleration lead di Cisco Italia; a destra Stefano Menoncin, customer solution architect di Cisco Italia

Trasformarsi in

Il Covid-19 ha accelerato i processi di trasformazione digitale nelle aziende di piccole e medie dimensioni, avviati per garantire la continuità produttiva e agevolare il lavoro da remoto. Uno svi luppo che ha aumentato la domanda di tutti i servizi digitali e ha reso conseguen temente necessaria una rapida implemen tazione nella protezione dai rischi di cyber security. Diventa necessario dunque au mentare il livello di protezione del patri monio digitale, dei dati e della cultura d’impresa. Proprio con l’obiettivo di pro muovere, valorizzare e diffondere tra le pmi una maggior consapevolezza dei rischi cyber e del loro impatto sul business, Confindustria e Generali, insieme all’Agen zia per la cybersicurezza nazionale (Acn) hanno firmato un protocollo d’intesa trien nale.

Il protocollo prevede la creazione del Cyber index pmi, un vero e proprio rap porto che fotografa lo stato di consapevo lezza in materia di cyber security all’interno delle aziende di piccole e medie dimensioni. Tale rapporto rappresenta, anche a livello metodologico, il primo tassello del futuro Cyber index italiano, così come previsto dalla Strategia nazionale di cybersicurezza. Questo indice sarà sviluppato con il con tributo dell’Osservatorio cybersecurity & data protection della School of Manage ment del Politecnico di Milano, partner scientifico dell’iniziativa. “Assicurare lo sviluppo delle nostre imprese in un contesto

di trasformazione digitale vuol dire anche metterle in condizione di saper gestire il rischio di attacchi informatici”, afferma Roberto Baldoni, direttore generale di Acn. “Il protocollo va proprio in questa direzione: promuovere la crescita sicura

nel digitale delle piccole e medie imprese attraverso un percorso di consapevolezza e prevenzione rispetto agli attacchi ciber netici che stanno affliggendo i paesi più industrializzati, inclusa l’Italia”.

L’adozione di strumenti di autovaluta zione standard come il Cyber index pmi consente alle aziende di capire il loro grado di maturità nell’affrontare la mi naccia cyber all’interno del loro settore e predisporre quindi opportune misure tec nologiche e organizzative per alzare il li vello di protezione e stimare il cosiddetto rischio residuo. “Ai partner tecnologici e assicurativi permetterà inoltre di proporre soluzioni adeguate alle esigenze di ogni azienda, consentendo al mercato di ri spondere in maniera efficace alla domanda.

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sicurezza Intesa tra Confindustria, Acn e Generali: “Serve consapevolezza dei rischi informatici e del loro impatto sul business aziendale” L’ACCORDO PREVEDE LA REALIZZAZIONE DEL CYBER INDEX PMI, UN RAPPORTO CHE FOTOGRAFA LO STATO DI CYBERSECURITY DELLE IMPRESE ITALIANE Shutterstock

Il Cyber index pmi si inserisce, tra l’altro, nel più ampio progetto di costruzione del l’indice italiano che andrà ad alimentare il Cyber index europeo, in modo da assi curare la più ampia coerenza con que st’ultimo”.

La sicurezza informatica infatti è un tema che ha bisogno di cooperazione in ternazionale. Proprio lo scorso 5 ottobre la Commissione europea ha presentato un piano in cinque punti per proteggere l’Europa dal pericolo di attacchi fisici (vedi gli attentati al gasdotto Nord Stream), dal rischio blackout per le reti di teleco municazioni e anche dalla minaccia di at tacchi hacker russi. Un progetto che mira a intensificare e accelerare i lavori per proteggere le infrastrutture critiche in tre settori prioritari: preparazione, risposta e cooperazione internazionale. Il Cyber Index europeo va proprio in questa dire zione e l’indice riguardante le pmi italiane ne costituirà un piccolo, seppure impor tante, tassello.

Dati, statistiche ma anche e soprattutto formazione ed educazione sul tema. Nel l’ottica di implementare la conoscenza e

la consapevolezza dei rischi legati alle minacce cyber, sono previsti incontri e workshop su base territoriale destinati alle imprese associate di Confindustria, con il coinvolgimento di esperti Acn ed esperti Generali, oltre alla Rete agenziale. La partecipazione dell’Agenzia per la cy bersicurezza nazionale imprimerà un im pulso decisivo alla diffusione tra le imprese della cultura della sicurezza informatica, obiettivo al centro della partnership già avviata tra Generali e Confindustria. “La cyber security è un tema fondamentale per assicurare la piena attuazione del pro cesso di digitalizzazione e per tutelare gli asset produttivi e informativi delle aziende”, ha commentato il presidente di Confin dustria Carlo Bonomi. “Tuttavia, la tecno logia da sola non è sufficiente e per questo è importante che le imprese siano consa pevoli dei vantaggi, ma anche dei rischi inerenti l’utilizzo delle tecnologie digitali. Confindustria è in prima fila per supportare il tessuto industriale nella formazione su questi temi, anche per garantire il prose guimento in sicurezza delle numerose ini ziative progettuali avviate nel Paese e

Un progetto che assume ancora più im portanza se consideriamo soprattutto tutte quelle piccole e medie imprese che lavorano per le infrastrutture critiche dell’Italia, dal settore energetico a quello bancario e finanziario, passando per il sanitario, le telecomunicazioni, i trasporti e le infra strutture digitali. “Siamo consapevoli della nostra responsabilità sociale in qualità di primo assicuratore in Italia”, afferma Gian carlo Fancel, country manager & ceo di Generali Italia. “Noi vogliamo contribuire in maniera concreta a diffondere tra le imprese la cultura della sicurezza infor matica, ad accrescere la consapevolezza della vulnerabilità rispetto al rischio cyber e dell’importanza dell’adozione di adeguate soluzioni assicurative. Oggi, con la sigla del protocollo d’intesa con Confindustria e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, miriamo a rafforzare questi obiettivi, met tendo a disposizione delle organizzazioni aziendali le nostre competenze e la nostra esperienza in tema di identificazione dei rischi cyber, oltre a strumenti assicurativi innovativi”.

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legate al processo di digitalizzazione”. Da sinistra Remo Marini, ceo CyberSecurTech, Giancarlo Fancel, ceo Generali Italia, Carlo Bonomi, presidente Confindustria, Roberto Baldoni, dg Acn, e Agostino Santoni, vp Cisco Sud Europa
GENERALI

La forza dei dipendenti

People2Results

di Andrea Salvadori

Una società che offre servizi di con sulenza per la gestione delle ri sorse umane in outsourcing ope rando all’interno degli uffici del cliente e lavorando così insieme al suo team, con un approccio che privilegia la centralità della cultura aziendale. È questa la missione di People2Results, la sfida im prenditoriale lanciata sul mercato alcuni anni fa da Simone Colombo. Nato profes sionalmente come consulente del lavoro, con una formazione dunque più giuslavo ristica, all’inizio della carriera si è occupato prevalentemente di ristrutturazioni azien dali e gestione amministrativa. Una decina di anni fa la svolta: Colombo decide di operare come fractional manager e lavorare così all’interno delle imprese clienti. "Ho iniziato ad occuparmi di tutto quello che riguarda la gestione delle risorse umane, con un approccio a 360 gradi. Non solo, dunque, ho gestito la parte organizzativa e amministrativa, ma anche il recruiting, la gestione delle persone, i piani carriera e l’attività di employer branding per la ri cerca e la fidelizzazione dei talenti. Un servizio offerto prima ad aziende di piccole e medie dimensioni, e più avanti anche a realtà già ben strutturate e di dimensioni più grandi”. L'azienda viene fondata for malmente nel 2018, sebbene l'idea di Si mone Colombo sia nata negli anni prece denti, proprio per mettere a punto un’of ferta di servizi sempre più diversificata e in grado di soddisfare le nuove richieste dei suoi clienti. La società amplia così il

team e integra al suo interno una serie di competenze che spaziano dalla psicologia del lavoro al marketing, fino alle skill per gestire i flussi di comunicazione interna. “Il nostro valore aggiunto? Non forniamo soluzioni predefinite: amiamo immergerci nella cultura delle aziende, conoscerne le persone e realizzare con loro analisi e in terventi fondamentali per rimettere in atto il cambiamento. Il nostro intervento riguarda prevalentemente gli aspetti stra tegici e organizzativi, più che la fase ope rativa. Come recita il nostro payoff, siamo ‘molto più che consulenti hr. Siamo parte della tua squadra’. A tal fine entriamo di rettamente nelle aziende e operiamo al fianco dei loro team. Lavorando in out sourcing offriamo così alle imprese la pos

sibilità di esternalizzare tutti o alcuni pro cessi delle risorse umane. E loro hanno il vantaggio di poter risparmiare tempi e costi e potersi così concentrare esclusiva mente sullo sviluppo del loro business”.

Gli ambiti di cui People2Results si occupa sono dunque tanti e abbracciano tutto il ciclo di vita del dipendente. Dalla defini zione della cultura aziendale, per aiutare l’impresa a comprendere cosa rende unica la sua realtà e delineare una visione coe rente con i suoi valori, alle politiche e pratiche per l’introduzione dello smart e del remote working. “Gestiamo poi tutta l’attività di talent acquisition, ricorrendo anche a test psicoattitudinali e di perso nalità grazie alla presenza di due psicologhe del lavoro nel team. E ci occupiamo di tutta la strategia di employer branding, utile a raggiungere un posizionamento idoneo nel mercato del lavoro e ad attrarre le persone più allineate al posizionamento dell’azienda”. People2Results supporta quindi i clienti in tutta la fase di onboarding delle nuove risorse anche con attività per sonalizzate, per poi monitorare in modo continuativo la motivazione e la soddisfa zione lavorativa dei suoi dipendenti. Stu diato il target di riferimento, il supporto passa alla scelta degli strumenti di comu nicazione interna, alla valutazione delle prestazioni lavorative e quindi alla messa a punto dei piani di incentivi a breve e lungo termine. Il cerchio si chiude infine con l’analisi del turnover e della retention dei dipendenti nella fase di offboarding. I clienti di People2Results fanno parte oggi di due principali tipologie di aziende.

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offre la possibilità di esternalizzare la gestione delle risorse umane con soluzioni cucite su misura del cliente
OCCUPIAMO DI TUTTO IL CICLO DI VITA DEL TALENTO, DALLA SUA ACQUISIZIONE FINO ALLA DEFINIZIONE DELLA CULTURA AZIENDALE, PASSANDO PER L’OFFBOARDING, SEMPRE METTENDO IL BENESSERE DELLE PERSONE AL PRIMO POSTO”
“CI

Da un lato imprese di grande dimensione, che si rivolgono al team di Simone Co lombo in genere per la gestione di alcuni servizi specifici, come l’analisi del clima organizzativo e i progetti di comunicazione interna. Dall’altro imprese di piccola o media dimensione, sia a gestione familiare, sia acquisite da multinazionali o fondi di investimento e al centro di una fase di forte crescita del business. "Queste realtà scelgono People2Results per affrontare tutto il processo di cambiamento di cui necessitano, in primis declinando al loro interno quelle policy e quei principi orga nizzativi necessari per affrontare al meglio le nuove sfide di mercato”, sottolinea Co lombo. “Il nostro intervento riguarda quindi soprattutto la definizione e la va lorizzazione della cultura aziendale e l’in troduzione di un approccio manageriale che sia in grado di standardizzare le pro cedure organizzative, mettendo da parte quei processi informali non dichiarati che spesso animano le relazioni all’interno delle aziende a proprietà familiare. Crescere vuol dire inoltre dover comunicare di più e meglio con i propri stakeholder, una sfida non facile per queste realtà. Dunque, ci occupiamo di migliorare i flussi infor mativi interni, in modo che la comunica zione, man mano che l’azienda amplia il suo raggio d’azione, rappresenti un valido supporto a sostegno del management e non crei piuttosto difficoltà nelle relazioni della proprietà con dipendenti e collabo ratori”.

People2Results conta oggi su un porta foglio clienti di cui fanno parte una quin dicina di aziende, in settori che spaziano dalla Serie A di calcio al lusso e all’energia, dal comparto assicurativo all’automotive. Guardando al futuro, “il nostro obiettivo è ampliare le competenze nel settore del marketing, in modo tale da poter affiancare i clienti con strategie sempre più efficaci sul fronte della comunicazione. Stiamo anche investendo per la realizzazione di una piattaforma informatica, una sorta di multichat interna che possa sostenere le aziende in questa attività sempre più stra tegica. La cultura aziendale deve essere infatti attrattiva, deve conquistare i suoi dipendenti perché in grado di valorizzarne le carriere. Ed essere così un valido alleato nella strategia di crescita dell’impresa”.

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PEOPLE2RESULTS
Simone Colombo, fondatore e fractional manager

manager marketing della filiale Italia.

L’

azienda, le persone, la sua filo sofia. Tre parole racchiuse nella missione at your side che, da sempre, muove il lavoro di Bro ther, multinazionale giapponese presente in tutto il mondo con un’esperienza di oltre cento anni nel settore della stampa, dove vanta una ricca gamma di strumenti: dagli apparecchi multifunzione alle stam panti laser e inkjet, passando per le stam panti portatili, quelle di etichette industriali e per gli scanner.

At your side definisce gli obiettivi: il cliente è al centro di tutte le attività, lo scopo è anticipare, soddisfare e andare oltre alle esigenze offrendo prodotti real mente in grado di semplificare la vita. Questa è la strada battuta che ha portato Brother da piccola fabbrica giapponese a multinazionale con 17 siti produttivi, 52 filiali commerciali in 44 paesi, oltre 40mila collaboratori e una distribuzione dei pro dotti in oltre cento paesi. Tra queste Brother Italia, nata nel 1989. Nel 2011 si

è trasferita al Segreen Business Park, alle porte di Milano, in una sede concepita se condo i più elevati standard globali ed ecocompatibili. E nel 2017 ha aperto la business academy per rispondere alle esi genze del mercato printing solution. Tutto questo si è tradotto in un fatturato che a marzo 2022 era di 86 milioni di euro, in crescita del 6,5% rispetto all’anno prece dente.

Proprio questo il punto di partenza da analizzare con Lorenzo Matteoni, senior

Gli ultimi due anni sono stati molto complessi, a causa soprattutto della pandemia: come ne è uscita Brother Italia e come è cambiato il mercato di riferimento?

Le esigenze di stampa stanno cambiando e le organizzazioni sono sempre più pro pense a ridisegnare l'office layout, ricon siderando gli spazi e i luoghi. A livello or ganizzativo abbiamo assistito al passaggio dal work place al work space e Brother ha tempestivamente risposto a questa nuova tendenza grazie a diversi fattori: l’ampiezza dell’offerta, la costante attenzione alla si curezza dei dispositivi, l’offerta di soluzioni personalizzate per ogni industry e la pro posta di soluzioni intelligenti per l’ufficio e l’home office. Ciò che rende unica la nostra offerta è un mix di elementi. In nanzitutto la capacità di proporre soluzioni di printing in grado di rispondere a qua lunque esigenza: dalle necessità di home printing più all’avanguardia fino alle ri chieste di servizi business più avanzati. Da tempo proponiamo soluzioni che non si limitano solo a innovare l’hardware, ma che vanno anche a integrarsi con con tinuità nei flussi operativi aziendali, mi gliorandone l’efficienza. La personalizza zione dell’offerta sulle specifiche esigenze dei clienti permette anche di anticipare i nuovi bisogni dei clienti. Un esempio con creto è la nostra offerta Mps: un servizio completo e flessibile in grado di garantire non solo il monitoraggio dettagliato dei volumi di stampa e il controllo dei costi,

60 SmallGiants | Inverno 2022 Servizi Per ogni esigenza una soluzione di stampa Semplificare la vita e anticipare le tendenze: Brother ridisegna le possibilità di printing con un’offerta eco-friendly e innovativa “PER SODDISFARE LE RICHIESTE NELLA MANIERA PIÙ MIRATA POSSIBILE ABBIAMO UN TEAM DI SOFTWARE ENGINEER E BUSINESS ANALYST A TOTALE DISPOSIZIONE DEI NOSTRI PARTNER”

ma anche la veloce consegna dei consu mabili, la pronta assistenza, un supporto tecnico sempre puntuale e importantissime funzionalità di secure printing.

Quali sfide commerciali future si pone Brother? Pensiamo, ad esempio, alla sempre più crescente necessità del mo bile printing da parte del cliente.

Per quanto riguarda i servizi in ambito printing, all’interno del mercato il gruppo Brother si sta ritagliando un ruolo sempre più evidente di solutions provider. La nostra strategia, infatti, si sta muovendo lungo un’importante direttrice, ovvero quella delle verticalizzazioni. Sempre di più la nostra attenzione è rivolta a diversi settori specifici, come ad esempio il retail, l’heal thcare, la logistica e la tracciabilità ali mentare, ambiti in cui la specificità delle esigenze necessita di risposte estremamente

mirate e create su misura.

Per questo motivo Brother mette a dispo sizione del proprio canale di partner lo Special solutions team, un gruppo di esperti in grado di coniugare l'esperienza dei software engineer con le competenze dei business analyst, per realizzare soluzioni sempre più mirate.

Brother è da sempre attiva nell’ambito dell’impegno sostenibile verso l’ambiente. Quali sono i progetti su cui avete puntato particolarmente, gli in vestimenti a riguardo e gli obiettivi futuri sul tema della salvaguardia del pianeta?

Un aspetto fondamentale all’interno della nostra strategia è rappresentato dalla so stenibilità. Il cambiamento climatico im pone nuove sfide alle aziende e si accom pagna a una crescente sensibilità verso

l’ambiente e la società. Negli ultimi anni abbiamo spinto per ampliare le iniziative a sostegno di un approccio eco friendly nella produzione, nella commercializza zione e nel servizio post vendita di dispo sitivi di stampa. L’obiettivo è massimizzare il riciclo dei materiali e ridurre al minimo l’impatto ambientale per arrivare a una riduzione delle emissioni del 65% entro il 2030.

Quanto è importante per voi il progetto della Brother business academy, avviata nel 2017? Dopo cinque anni, che bilancio possiamo tracciare?

La politica di Brother mira a valorizzare i punti di forza di tutti gli attori in gioco, facendo leva da un lato sulla nostra ex pertise e dall'altro sulla profonda cono scenza dei dealer e delle dinamiche di mercato. Questo know-how si concretizza in un processo di consulenza che nasce dall’ascolto delle esigenze e si conclude con l’implementazione dei progetti e suc cessivi follow-up, secondo un percorso di verifica e costante allineamento di bisogni e risposte. Per rendere il know-how ancora più distintivo e qualificato è nata la Brother business academy, un luogo dove si in contrano formazione, tecnologia e impegno costante nello sviluppo di prodotti e solu zioni sempre più performanti. Ai partner Brother è data così la possibilità di acquisire tutte quelle competenze e conoscenze per affiancarsi alle pmi nel ruolo di semplifi catori verso la trasformazione digitale. Attraverso un supporto ad hoc e una con sulenza personalizzata, i partner consen tono alle piccole medie imprese non solo di ottimizzare e personalizzare gli strumenti printing, ma anche di sfruttare tutti i servizi innovativi che completano l'offerta di Brother sul mercato. Si tratta di appli cazioni e soluzioni dalle funzionalità di ultima generazione, web based e cloud, che aumentano la produttività aziendale e, di conseguenza, incrementano il busi ness. La Brother business academy è di sponibile anche online, grazie ai corsi elearning disponibili su portale dedicato. Corsi commerciali e tecnici per essere sempre aggiornati sui prodotti e le soluzioni della società e che consentono di affinare le strategie di vendita presso l’utente finale.

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BROTHER ITALIA
Lorenzo Matteoni, senior manager marketing

Un piano per le piccole imprese

In Italia le imprese con meno di dieci addetti sono più di quattro milioni, il 95% del totale delle imprese industriali e dei servizi. Il loro peso è molto elevato anche in termini occupazionali: impiegano circa 7,3 milioni di addetti, il 43,8% del totale. In sostanza è la classe dimensionale di maggiore rilevanza in Italia. Basti pensare che nel 2020 hanno registrato un fatturato pari a 658 miliardi di euro (23,5% del totale) e un valore ag giunto che ha sfiorato i 200 miliardi (26,8%). Si tratta di un fenomeno soprat tutto italiano e un fattore competitivo cru ciale per le filiere attive nel nostro Paese. Il ruolo di queste aziende è rilevante in tutti i settori economici, con punte dell’80% nei servizi alla persona (sul totale degli addetti nel settore), del 62% nel turismo e del 55% nel commercio. Il piano da cinque miliardi di euro di Intesa Sanpaolo è fializzato a sostenere proprio le pmi, e più nello specifico le piccole e piccolissime imprese.

Le iniziative sono indirizzate soprattutto nei settori commercio, artigianato e piccoli alberghi - circa 500mila, quelle clienti del Gruppo con fatturato fino a 2,5 milioni di euro. Si tratta della fascia della nostra im prenditoria più numerosa e allo stesso tempo anche più esposta ai rincari del l’energia, delle materie prime e dagli effetti della crisi internazionale. Il rischio per questo segmento di aziende, costituito in prevalenza dalle attività di settore terziario,

è la drastica riduzione di ricavi a fronte dell’impennata dei costi. L’intervento di In tesa Sanpaolo vuole offrire un sostegno concreto di fronte a questi ostacoli e, tra l’altro, si aggiunge ai 30 miliardi già stanziati dalla Banca in favore di pmi e fa miglie dall’inizio dell’anno per contrastare il caro energia - si tratta di una parte degli oltre 400 miliardi a supporto del Pnrr. Nello specifico, il piano prevede interventi per la liquidità e finanziamenti garantiti, azzeramento per un anno delle commissioni sui micropagamenti tramite Pos in negozio fino a 15 euro, gratuità per un anno del canone dei Pos e delle carte di credito commercial, agevolazioni sui prodotti di copertura assicurativa e noleggio di beni strumentali per contenere i costi operativi. Sono state attivate inoltre varie linee di fi nanziamento a condizioni agevolate per settori strategici (Crescita commercio e

turismo, Crescita artigianato) e per pro muovere gli investimenti verso obiettivi digitali grazie ai D-Loan e Esg-Loan, al fine di incrementare lo sviluppo dei paga menti elettronici, accelerare i processi di trasformazione digitale e rendere più effi ciente il livello di business delle piccole imprese. Un’attenzione specifica è stata riservata alle imprese del settore turisticoalberghiero, con linee di finanziamento a condizioni agevolate, i Suite Loan Turismo, ideati per incentivare la riqualificazione delle infrastrutture alberghiere. Queste strutture potranno inoltre noleggiare an ziché acquistare beni strumentali, arredi e complementi.

L'obiettivo è quello di accompagnare le piccole imprese fuori dalla crisi e aiutarle nel rilancio attraverso progetti di digita lizzazione, sostenibilità e sviluppo dell’at tività commerciale. “Il piano che presen tiamo oggi aggiunge un nuovo pilastro agli interventi che Intesa Sanpaolo ha at tivato a sostegno dell’economia e della popolazione italiana: 35 miliardi di euro complessivi in favore di famiglie, imprese, commercianti, albergatori e artigiani”, af ferma Stefano Barrese, responsabile divi sione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. “Le recenti conferme sulla tenuta del nostro sistema produttivo non nascondono le dif ficoltà di buona parte del tessuto socioeconomico”.

L’iniziativa, denominata CresciBusiness, è stata illustrata a Milano da Intesa San paolo e condivisa

le principali asso ciazioni di categoria dei settori artigianato,

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con
Intesa Sanpaolo stanzia cinque miliardi, in aggiunta ai 30 di inizio anno, per contrastare il caro bollette e agevolare i pagamenti LE PMI SONO CAPACI DI CREARE VALORE MA HANNO UNA BASSA PROPENSIONE ALL’INVESTIMENTO: L’INTERVENTO HA ANCHE LO SCOPO DI VALORIZZARE GLI SFORZI IN INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE

commercio, servizi e turismo, con le quali è stato firmato un protocollo d’intesa. “Sia mo consapevoli che, in questa situazione di incertezza, la fiducia e la coesione sociale siano essenziali per rispondere alla crisi e per garantire la crescita sostenibile che il paese sta perseguendo", prosegue Barrese. "Proprio per fornire il massimo supporto alle 500mila piccole aziende nostre clienti abbiamo adottato misure immediate come l’azzeramento per un anno delle commissioni sui micropagamenti elettronici fino a 15 euro. Il nostro gruppo non ha mai perso di vista l’importanza della tenuta sociale ed economica del paese, che dal 2020 ad oggi abbiamo so stenuto con oltre 11 miliardi di euro di

erogazioni ai settori del turismo, del com mercio e dell’artigianato”.

È buona la capacità delle micro imprese italiane di creare valore, grazie a un ottimo posizionamento in termini di qualità e flessibilità: per queste aziende la quota di valore aggiunto in percentuale del fatturato è pari al 30%; si scende al 23,9% tra le medie imprese italiane (50-249 addetti). La loro propensione a investire è però bassa e pari alla metà della percentuale osservata tra le imprese con almeno 250 addetti, con ricadute negative sull’attività di innovazione e di digitalizzazione. Proprio in questa ottica prende avvio anche il pro gramma Digitalizziamo, che punta a svi luppare le realtà imprenditoriali capaci di

crescere e investire in ambito digitale anche nei periodi più complessi. Grazie al supporto di partner importanti, tra cui Deloitte, Cer ved, Alkemy e Nexi, le aziende che parte ciperanno verranno inserite in un percorso di visibilità e valorizzazione, che comprende l’offerta di servizi evoluti e formazione. Da un’indagine di Intesa Sanpaolo emer gono le risposte delle imprese più piccole alla crisi energetica: è alta l’attenzione al l’efficienza produttiva, ma è ancora basso il ricorso alle rinnovabili. In prospettiva, resteranno prioritari gli interventi su digi tale, innovazione e transizione green. Solo così, l’economia italiana e le micro imprese in particolare, superate le criticità attuali, potranno tornare a crescere.

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INTESA SANPAOLO Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo

di Andrea Celesti

Entro il 2025 dovrà essere raccolto il 77% delle bottiglie immesse a consumo, percentuale che salirà al 90% nel 2029, mentre a partire dal 2025 dovranno contenere almeno il 25% di R-Pet, per arrivare al 30% nel 2030. È quanto prevede la direttiva europea Sup, entrata in vigore a gennaio di que st’anno, oltre che l’obiettivo di Coripet, consorzio volontario e senza fini di lucro di produttori, converter e riciclatori di bot tiglie in polietilene. Con i suoi 56 consorziati, rappresenta circa il 51,4% del comparto delle acque minerali, soft drink, latte, olio e succhi di frutta. Coripet, riconosciuto dal ministero dell’Ambiente nell’aprile 2018 e operativo dal secondo semestre 2020, ha avviato già da tempo il processo bottle to bottle, che consiste nell’utilizzare bottiglie usate per realizzarne di nuove.

Il consorzio sta installando oltre 860 nuovi eco-compattatori in tutta Italia grazie al supporto di Sace, gruppo assicurativofinanziario italiano specializzato nel sostegno alla competitività delle aziende in Italia e nel mondo attraverso un’ampia gamma di strumenti. “Preservare l’ambiente attraverso il riutilizzo del Pet (polietilene tereftalato) grazie alla responsabilità individuale che in tal modo diventa protagonista e parte attiva della nostra mission”, dice Corrado Dentis, presidente di Coripet. “Questi sono i principi connessi all’installazione degli eco-compattatori, il cui successo è testi moniato dall’eccezionale adesione dei cit tadini”. Sace, guidata dall’amministratore

delegato Alessandra Ricci, ha recentemente assistito attraverso lo strumento della Ga ranzia Green, destinata a progetti di soste nibilità sul territorio nazionale, un finan ziamento da 22 milioni di euro erogato da un pool di banche come Crédit Agricole Italia, Banca Monte dei Paschi di Siena e UniCredit. Un’operazione che si aggiunge agli ulteriori 2 milioni che a luglio del 2021 erano stati finanziati da UniCredit e garantiti da Sace. Interventi destinati ad

accelerare il piano di investimenti di Coripet allo scopo di rendere l’Italia un Paese sempre più circolare e centrare gli obiettivi indicati dal legislatore dell’Unione Europea. “Sempre più aziende scelgono di affidare al nostro consorzio la gestione del fine vita delle bottiglie in Pet post consumo”, ag giunge Dentis. “Grazie agli accordi raggiunti in questi ultimi anni con le istituzioni, ope ratori della Gdo, associazioni, enti pubblici e privati, riusciamo a essere presenti in tutta Italia. Naturalmente, il contributo di Sace assume un ruolo determinante”. Il supporto a Coripet si inserisce nel percorso che, da quasi due anni, vede il gruppo in prima linea a sostegno della transizione ecologica del Paese, alla luce del mandato legato al Green new deal. Dall’avvio di questa operatività, a dicembre del 2020, Sace ha concluso quasi 230 operazioni nell’ambito delle Garanzie Green, l’88% delle quali al fianco di pmi e mid-corporate, per un totale di circa 6 miliardi di euro di contratti e investimenti garantiti. Un im pegno che assume ancora più rilevanza alla luce del ruolo centrale della sostenibilità nel Pnrr. “Grazie all’offerta di natura assi curativa a sostegno dell’export, della liquidità e soprattutto della transizione ecologica con le Garanzie Green”, sottolinea Antonio Frezza, chief marketing & innovation officer di Sace, “noi del gruppo possiamo fare la differenza. Il nostro prezioso patrimonio di conoscenza sono le 32.500 imprese che accompagniamo in 200 Paesi nel mondo. Grazie all’ascolto delle loro reali necessità, vediamo ancora oggi, nonostante un con testo geopolitico complesso, quella grande forza di investire, anche in sostenibilità”.

64 SmallGiants | Inverno 2022 Servizi Ripartendo dalle bottiglie Il consorzio volontario Coripet installerà 860 eco-compattatori utili a preservare l’ambiente attraverso il riutilizzo del Pet IL GRUPPO SACE HA ASSISTITO UN FINANZIAMENTO DA 22 MILIONI EROGATO DA UN IMPORTANTE POOL DI BANCHE PER DARE UNA SPINTA ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA SACE
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TRADURRE

L’INNOVAZIONE IN BUSINESS

servizi in ambito Ict mettendo a disposizione dei clienti le sue competenze per creare valore

67 Inverno 2022 | SmallGiants
Tech

Si chiamava Modern Workplace Hub ed era un parallelepipedo trasparente, montato in primavera in piazza XXV aprile a Milano. Dentro, in pochi metri quadrati, un as sortimento di tecnologie per il lavoro del futuro. Strumenti di gestione delle pas sword, spazi insonorizzati senza porte né vetri, soluzioni per ipovedenti. Dispo sitivi per rendere snelle le sale riunioni e far comunicare tra loro tecnologie svi luppate da aziende diverse. Un cloud pc, cioè un computer nel cloud, a cui il di pendente può collegarsi da remoto, con qualsiasi dispositivo, per appoggiarsi a monitor e tastiera.

Queste tecnologie si trovano oggi nella sede di Stim Tech Group, l’azienda mila nese che ha ideato e realizzato il Modern Workplace Hub. Un’impresa da circa 200 dipendenti e 40 milioni di ricavi nel

2021, che crea servizi per la trasforma zione e la collaborazione digitale in azien de, banche, hotel, università, scuole e ospedali. “La nostra forza”, dice l’ammi nistratore delegato, Stefano Marazzi, “non sta nel proporre tecnologie diverse da quelle degli altri. In fin dei conti, gran parte dei dispositivi che si trovano qui sono comuni: telecamere, monitor, sistemi di videoconferenza. Il nostro segreto è orchestrarli al meglio e renderne facile l’utilizzo”.

Marazzi è un imprenditore di seconda generazione. Stim è stata fondata a Milano da suo padre, Francesco. Ex dipendente di una società acquisita dalla Olivetti, Francesco Marazzi decise di diventare imprenditore alla metà degli anni ‘70. Prima creò un’azienda con un socio, poi, nel 1988, diede vita a Stim. Nei primi anni l’azienda si è occupata di infrastrut ture legate alle vecchie centrali telefoniche. Poi, all’inizio del XXI secolo, si è dovuta trasformare, di pari passo con la tecno

logia. Stefano Marazzi è entrato in azienda proprio allora, nel 2001, dopo una laurea in ingegneria e alcune esperienze in mul tinazionali. “All’inizio la sfida è stata quella di sopravvivere”, ricorda. “Ci ab biamo messo una decina d’anni a diventare competitivi anche sulle nuove tecnologie. Poi abbiamo ripreso a crescere”.

L’azienda si è specializzata in soluzioni per la collaborazione, il networking e le infrastrutture. Fino allo scoppio della pandemia. “Allora ci siamo detti che era necessario trovare un ambito di investi mento che potesse fare da traino alla tecnologia del futuro”. Stim lo ha indivi duato nella trasformazione del lavoro, a partire dallo smart working di massa. Nel 2020 ha costituito Yooda, una società gold partner di Microsoft che progetta soluzioni Teams, voce e cloud, e ha com prato Mca, azienda di tecnologie multi mediali e sistemi audio-video. Poi, nel 2021, ha acquisito Ayno, che realizza si stemi di videoconferenza e audiovisivi. L’insieme delle quattro società ha dato vita a Stim Tech Group, che ora ha sedi a Milano, Roma, Chiasso, Bresso e New York. E che, nonostante aziende come Apple, Twitter e Goldman Sachs abbiano chiesto ai dipendenti di abbandonare lo smart working, del tutto o in parte, non teme un ritorno all’antico.

“È vero che alcune aziende si sono do vute affrettare ad adottare soluzioni e tecnologie nuove in un periodo di rottura con il passato e adesso devono riorga nizzarsi”, ammette Sergio Villa, direttore generale dal 2019. “Però non si tornerà indietro. Anche perché - ce ne rendiamo conto anche noi durante i processi di se

68 SmallGiants | Inverno 2022 Tech
“LA NOSTRA FORZA NON STA NEL PROPORRE NUOVE TECNOLOGIE: IL VERO SEGRETO È ORCHESTRARLE NEL MIGLIORE DEI MODI E RENDERNE SEMPLICE L’UTILIZZO ALLE IMPRESE CLIENTI”
Nel 2020 Stim ha costituito Yooda, società che progetta soluzioni Teams, voce e cloud

lezione del personale - le nuove genera zioni pongono lo smart working come una condizione per andare a lavorare in un’azienda”. Un po’ perché hanno iniziato le loro carriere nell’era del lavoro agile, un po’ perché “hanno coscienza e sensi

bilità diverse, una nuova concezione del bilanciamento tra lavoro e vita privata. Vogliono sentirsi parte dell’impresa, ma non accettano il dispendio economico e l’impatto climatico di un’ora e mezza di macchina per arrivare in ufficio, per esempio”.

Anche gli interlocutori, quando si tratta di chiudere accordi con altre aziende, sono cambiati. “Per anni abbiamo parlato con amministratori delegati e responsabili It”, dice Marazzi. “Ora, sempre più spesso, ci troviamo davanti anche responsabili delle risorse umane. Le imprese sono sempre più attente al loro cliente interno, cioè il lavoratore”.

Stim rappresenta anche un raro caso di pmi italiana a conduzione familiare che opera nel settore tecnologico. La sua storia, secondo Marazzi, smentisce il luogo comune della piccola impresa con servativa, che fatica a tenere il passo dell’innovazione. “D’altra parte il nostro è un settore in cui, per regredire, non

serve fare passi indietro: basta restare fermi. Il mercato in cui operiamo ci obbliga a innovare: la spinta ci arriva di continuo dalle richieste delle aziende clienti”. E se Stim rimane un’azienda a capitale 100% italiano, che nell’ultimo anno ha respinto l’interesse di alcuni fondi di investimento, Marazzi spiega di ispirarsi a modelli stranieri. “Abbiamo sempre l’idea di diventare più interna zionali, di guardare al resto d’Europa e all’America. Non tanto a livello di clienti o di acquisizioni, ma a livello di mentalità, di approccio al mercato”. L’ultimo piano industriale ha fissato l’obiettivo dei 60 milioni di ricavi nel 2024. “La nostra principale preoccupazione”, precisa Ma razzi, “non è però il fatturato. Pensiamo prima di tutto a redditività e flusso di cassa: una posizione finanziaria solida permette di cogliere le occasioni che il mercato presenta, come abbiamo fatto negli ultimi due anni”.

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www.stimtlc.it
STIM • LOMBARDIA Stefano Marazzi, amministratore delegato Nell’ambito del digital workplace il gruppo, durante la pandemia, ha investito in ricerca e sviluppo e ha fatto acquisizioni cercando di portare innovazione

di Andrea Salvadori

Un’azienda italiana al centro di un ambizioso piano di crescita e svi luppo su scala internazionale. Una realtà nata a Torino nel 1987 come società di consulenza informatica che dal 2008 si è riposizionata nel settore dei servizi di ingegneria per il trasporto e, in particolare, nelle tecnologie di fron tiera nel mondo della urban mobility, a partire dalla guida autonoma e dai processi di elettrificazione. Il presidio del comparto automotive per Teoresi Group è stata una scelta quasi obbligata per un’azienda fon data e attiva nel capoluogo piemontese. “La polarizzazione verso il mondo dell’auto è ancora oggi predominante”, spiega Marco Gadda, strategic marketing & bu siness intelligence expert di Teoresi Group. “Da qui arriva infatti il 60% del nostro giro d’affari, una percentuale che sale fino al 96% se si considera tutto il macro settore del trasporto, includendo quindi anche il comparto ferroviario, l’aerospazio e la difesa, il mercato energetico e la lo gistica”.

Teoresi Group supporta le aziende nella creazione di progetti con le tecnologie più all’avanguardia, dall’auto a guida au tonoma alle nanotecnologie applicate al l’ambito medicale. Progettazione, sviluppo e consulenza sono dunque al centro del l’offerta del gruppo. “Siamo una realtà imprenditoriale votata all’innovazione grazie alla valorizzazione delle competenze e ad un modus operandi basato sulla crea

tività. La nostra missione è dare vita a partnership con i nostri clienti fondate sulla fiducia. Per questa ragione affian chiamo il cliente dall’analisi all’ideazione del prodotto finale, partendo dall’idea progettuale e arrivando al prototipo.

L’offerta di Teoresi Group nell’ambito delle tecnologie per l’automotive si articola oggi in cinque principali linee di servizio. “La guida autonoma, dal design allo svi luppo fino alla prototipazione; i servizi che sfruttano la connettività tra il veicolo e il mondo esterno, un’area in cui sono incluse anche le soluzioni per la cyber se curity, sempre più importanti in un mondo digitalizzato e iperconnesso; le competenze sul power train, il motore propulsore dei

veicoli, un tempo legate all’endotermico ma oggi necessariamente focalizzate sul l’elettrico e ultimamente anche sull’idro geno, con un’attenzione in primis al battery management system; lo Human machine interface, ovvero il cervello della macchina la cui esistenza è imprescindibile per l’at tivazione di quei servizi di sicurezza e in fotainment messi a disposizione dell’autista all’interno del veicolo; e infine i sistemi di controllo di tutte le centraline elettro niche che sono operative sulla macchina, in uno scenario di mercato dove si stanno affermando i veicoli software based, ovvero caratterizzati dalla presenza di piattaforme integrate in grado di raccogliere tutte le centraline attive sull’auto, anche al fine di ridurre i consumi energetici”. I clienti di Teoresi sono principalmente di due ti pologie: i costruttori e i produttori dei componenti dei veicoli. Di recente sta inoltre aumentando l’interesse nei nostri confronti di tutti i player della mobilità, dagli operatori del car sharing e del no leggio ai gestori delle flotte e alle società di fleet management”.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo messi a budget da Teoresi sono sempre molto ingenti. “Una scelta dettata in primis dalla nostra perenne tensione al l’innovazione, ma anche dalla consape volezza che solo in questo modo saremo sempre in grado di essere attrattivi sia verso le aziende potenzialmente nostre clienti, sia nei confronti dei migliori talenti in ambito ingegneristico, in un mercato del lavoro dove la concorrenza è sempre più agguerrita”. Anche

la collaborazione 70 SmallGiants | Inverno 2022 Tech In prima linea per la smart mobility Dalla guida autonoma all’elettrificazione: il gruppo Teoresi dal 2008 si è risposizionato nelle tecnologie di frontiera in ambito automotive “È FONDAMENTALE SPINGERE SULLA TRANSIZIONE GREEN E DIGITALE PROMOSSA DAL PNRR: NOI LO STIAMO FACENDO ATTRAVERSO ALCUNI PROGETTI, COME IL CENTRO NAZIONALE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE OPPURE LA PARTNERSHIP CON IL TORINO CITY LAB”

con altre realtà che si occupano di mobilità intelligente riveste un ruolo fondamentale nei piani del gruppo. “Siamo partner del Torino City Lab, l’iniziativa pensata per testare la propria idea d’impresa in con dizioni reali sul territorio. Teoresi Group ha avviato la sperimentazione di alcune soluzioni nell’ambito della smart mobility e della relazione tra la flotta circolante e le infrastrutture urbane”. Ma non è tutto, perché Teoresi Group ha partecipato alla costituzione del Centro nazionale per la mobilità sostenibile promosso dal Poli tecnico di Milano, pensato in particolare per l’attuazione delle misure indicate dal Pnrr e per guidare quindi la transizione verde e digitale della mobilità. L’iniziativa vede tra i suoi aderenti 25 tra università e centri di ricerca, oltre a 24 grandi im prese attive nell’ambito della mobilità e

delle infrastrutture: un mix pubblico-pri vato che ha messo sul tavolo un investi mento di 394 milioni di euro per i primi tre anni. “Tra le attività di ricerca a cui partecipiamo figurano lo sviluppo di nuovi mezzi sostenibili, la urban air mobility e i sistemi di guida autonoma, connessa e cooperativa”.

In un’ottica di diversificazione dell’offerta, Teoresi Group ha anche avviato un piano di investimenti sul lungo periodo con l’obiettivo di presidiare due settori in forte sviluppo, “il fintech e la life science, due comparti dove la ricerca e lo sviluppo sono imprescindibili e dove dunque le nostre competenze tecnologiche possono risultare un fattore differenziante”. La so cietà, guidata dal cofondatore, presidente, ceo e azionista di riferimento Valter Brasso, ha chiuso il 2021 con un fatturato di 60

milioni di euro. Stati Uniti, Germania e Svizzera sono le destinazioni principali dell’export. Una voce, quella delle espor tazioni, destinata ad aumentare notevol mente nei prossimi anni, con l’obiettivo di arrivare a bilanciare equamente il peso del mercato domestico con quello inter nazionale grazie ad una crescita spiccata in Europa e Nord America. “Siamo presenti in quattro nazioni con 18 sedi operative, di cui nove in Italia. Sono 850 le risorse impiegate a livello internazionale di cui più di 700 ingegneri. L’età media dei nostri dipendenti e collaboratori è di poco superiore ai 30 anni, professionisti da un lato con una discreta esperienza alle spalle, dall’altro con l’età e la mentalità giuste per essere sempre pronti a mettersi in gioco”.

71 Inverno 2022 | SmallGiants Tech
www.teoresigroup.com
GROUP
PIEMONTE
TEORESI
Fabio Gadda, strategic marketing & business intelligence expert

di Elisa Serafini

Le spedizioni del futuro passeranno anche dalle app e saranno sem plici, per tutti: è questo l’obiettivo dei fondatori di Jugo, applicazione nata da un’idea di Ivan Dascanio, ammi nistratore con 25 anni di esperienza nel settore delle spedizioni, e sviluppata da Marco Angelucci, esperto di applicazioni web e digital marketing con un’esperienza di più di venti anni in consulenza e dire zione di progetti digitali. L’app semplifica il processo di spedizione, consentendo a chiunque di spedire partendo da una semplice foto: niente metro e nessuna bilancia. Lo scatto rileva le misure esatte della scatola che è stata fotografata oppure indica le misure della scatola ideale per imballare l’oggetto fotografato. Le misure rilevate permettono di calcolare il volume di una spedizione e determinare il peso volumetrico da associare alla tariffa dei servizi di corriere espresso, forniti dai principali player italiani e in ternazionali. In pochi click praticamente l’utente acquista una spedizione senza dover misurare e pesare l’involucro, con la possibilità di ottenere un ritiro a do micilio in giornata.

La stratup Jugo è stata fondata da sette soci con un modello di autofinanziamento. Poi ha superato i primi test di mercato e oggi punta ad un’espansione internazio nale. Ne abbiamo parlato proprio con i due fondatori, Ivan Dascanio e Marco Angelucci.

Come nasce Jugo?

ID: Mia figlia, di diciotto anni, aveva ini ziato a vendere e spedire merce con le applicazioni di vendita dell’usato, e si tro vava in difficoltà a capire che sistemi uti lizzare. Ho fatto un’analisi e constatato che non esistevano, e non esistono, appli cazioni che permettano ad un utente di sviluppare l’intero processo di spedizione, partendo da una app. Così è nata Jugo.

Quali tecnologie vengono utilizzate per lo sviluppo di Jugo?

MA: Il cuore dell’applicazione è un con nubio di tecnologie innovative: realtà au mentata, image processing e algoritmi di comparazione. I sensori dei dispositivi mobili, di ultima e penultima generazione, rilevano le distanze, nello spazio 3D cir costante, per generare un box virtuale in realtà aumentata e fornire le misure precise di una scatola oppure della scatola neces

saria per spedire l’oggetto fotografato. Le immagini inoltre sono processate da un algoritmo che riconosce la forma della scatola e che contribuisce ad aumentare la precisione della rilevazione. Il modello di utilità che scaturisce da questa procedura è attualmente depositato per essere rico nosciuto come brevetto.

Jugo è società benefit: che impatto ha il vostro servizio su ambiente e società?

ID: La missione green è parte integrante dei nostri obiettivi fondativi come società benefit. L’app favorisce, tramite un mec canismo di cashback, l’utilizzo dei punti di ritiro e consegna per limitare l’uso di veicoli inquinanti sia per portare che per consegnare una spedizione. L’utente può raccogliere punti per un valore pari al 5% della tariffa applicata e poi ottenere uno sconto nella spedizione successiva. Inoltre l’utente che non ha ancora pensato al l’imballaggio può richiedere le scatole e il nastro Jugo, 100% eco-compatibili.

Quanto e come impatterà la tecnologia nel settore della logistica?

MA: Lo sviluppo va di pari passo con le nuove tecnologie. In India ci sono già consegne con i droni, e in tutto il mondo si è diffuso l’uso delle applicazioni, che ora diamo per scontato. Ad esempio, oggi alcune operazioni bancarie non si possono neanche fare senza un’app. Per noi l’ap plicazione mobile sarà il futuro.

Com’è composta la vostra base clienti?

ID: L’applicazione è in fase di test, abbiamo

72 SmallGiants | Inverno 2022 Tech Inquadra, scatta e invia il tuo pacco Tante tecnologie innovative in pochi click: Jugo permette agli utenti di sviluppare l’intero processo di spedizione a partire da un’app “CON UN MECCANISMO DI CASHBACK VOGLIAMO FAVORIRE L’UTILIZZO DEI PUNTI DI RITIRO E CONSEGNA PER LIMITARE L’USO DI VEICOLI INQUINANTI: LA MISSIONE GREEN È TRA I NOSTRI OBIETTIVI FONDATIVI”

già alcuni utenti e a breve lanceremo una campagna marketing per il mercato italiano e proseguiremo con quello inter nazionale. L’applicazione si rivolge sia alle nuove generazioni, a chi ha più di mestichezza con la tecnologia, sia a chi desidera inserire peso e misure a mano, senza utilizzare la fotocamera. Si tratta di un approccio inclusivo che permette a tutti di approcciarsi ad una spedizione.

L’e-commerce è sempre più presente nelle nostre vite e ormai molti consu matori sono diventati dei veri e propri venditori. Come vedete il futuro di que sto settore in relazione a quello della logistica?

MA: Una ricerca dell’Agcom di due anni fa mostrava una media di 500 milioni di spedi zioni in un anno in Italia, di privati. Una buona fetta, il 50%, era composta di utenti

e-commerce, con un trend di crescita del 30% all’anno. C’è una porzione vastissima di mercato da prendere nel settore delle micro spedizioni. Micro e-commerce, privati e utenti che utilizzano le applicazioni per scambio e vendita di usato, e durante il Covid questo trend è cresciuto esponenzialmente.

Quali mercati risultano più interessanti per il vostro settore?

ID: Il Covid ha cambiato le menti di tutto il mondo. Le spedizioni di privati e delle piccole aziende sono aumentate ovunque. I clienti tendono a comprare non più grosse quantità di merci ma piccoli acquisti, più frequenti, anche a causa dell’incertezza. Aumentano i numeri delle spedizioni e degli ordini e i magazzini si sono ridotti.

Che rapporto avete con le società di spedizione?

MA: Jugo opera con un contratto quadro con i principali vettori. Noi acquistiamo il servizio di spedizioni e lo offriamo ai nostri utenti, insieme ad un sistema di automazione e monitoraggio della spedizione. Offriamo inoltre ai nostri utenti un servizio che sia di supporto per la gestione della documentazione per le spedizioni esterne all’Unione eu ropea.

Quale sarà il futuro di Jugo?

ID: Jugo è un'applicazione di partenza per tutto quello che necessita uno spo stamento. In futuro prevediamo di poter collaborare non solo con società di spe dizioni, ma anche aziende del mondo delivery e con chiunque offra o cerchi servizi di spedizione. Il mercato è in crescita e noi ne saremo protagonisti.

www.jugo-spedizioni.it

73 Inverno 2022 | SmallGiants Tech
Da sinistra Cristian Girotti, coo, Ivan Dascanio, ceo, e Marco Angelucci, cto JUGO • EMILIA ROMAGNA
PIÙ DI 4MILA PMI E VOLUMI PRODUTTIVI AL DI SOPRA DELLA MEDIA NAZIONALE: ARTICOLAZIONE IN PIÙ CLUSTER E RESILIENZA SONO LE CARTE VINCENTI DELL’IMPRENDITORIA LOCALE 74 SmallGiants | Inverno 2022 ECCELLENZA BERGAMASCA Inchiesta
75 Inverno 2022 | SmallGiants

Brembo, nata l'11 gennaio 1961 a Sombreno, a pochi chilometri da Bergamo, è leader mondiale e innovatore riconosciuto della tecnologia degli impianti frenanti a disco

Che sia di sopra o di sotto, che si tratti di valli o pianura: non conta. Bergamo dimostra che l’impren ditorialità è scritta nel codice ge netico di un territorio. A fronte di 1,1 mi lioni di abitanti si contano 111 grandi im

prese e ben 4.135 pmi, il 97,4% del totale delle aziende. Più di 4mila piccoli giganti nati per gemmazione, per lo più originati dalle grandi aziende e dal desiderio di conquistare l’indipendenza per sviluppare una propria visione, assumendosi i rischi del caso. “Spin off che tra l’altro spesso sono state caldeggiate dalle grandi imprese che così hanno potuto tessere una filiera”,

osserva

Le pmi bergamasche incidono per il 55,5% sul valore aggiunto della provincia. Che è vitalissima, un’eccellenza nazionale, come attestano i volumi produttivi che nel 2021 sono cresciuti del 7% rispetto al 2019,

a cura di Piera Anna Franini
76 SmallGiants | Inverno 2022 Inchiesta
Oscar Panseri, presidente di Piccola Industria di Confindustria Bergamo e al timone di Chimiver, impresa chimica di Pontida da 25 milioni di euro di fatturato.

sopra la media lombarda del 4%. La pro duzione industriale (+17,4%) ha perfor mato più che a livello regionale (+15,6%) e nazionale (+11,8%). Numeri da record in una Bergamo, tra l’altro, colpita dal Covid prima e più che altrove, l’esito di uno spirito reattivo che negli anni ha con tribuito a fare di questa provincia una delle campionesse d’Europa nell’industria

manifatturiera avanzata.

Il tratto distintivo dell’imprenditoria oro bica è l’articolazione in più cluster, che in dichiamo in base al parametro del fatturato (38 miliardi complessivi) e del valore ag giunto (10.5 miliardi), con dati riferiti al 2021. Macchinari e veicoli (8.5 - 2.4 mi liardi), metallurgia e prodotti in metallo (quasi 7.5 miliardi - 2.3 miliardi ), chimi

IL PONTE CON BRESCIA COMINCIATO AL PIANOFORTE

Dici Bergamo e Brescia, la confinante a est, e pensi al rivaleggiare delle due città, antagonismo che origina nel Medioevo e sfuma nell’epoca mussoliniana con la Pace dell’Oglio. Oggi permangono tracce in qualche battuta sarcastica e nel campo calcistico. Di fatto, si tratta di due sorelle con lo stesso patrimonio genetico.

Giusto più riservata e austera Bergamo e più leonessa e mondana Brescia, entrambe condividono l’etica del lavoro e l’istinto imprenditoriale e sono regolarmente sul podio dei migliori distretti europei. L’augurio è che mettano a fattore comune i propri talenti così da dare ancora più forza ai prodigiosi territori. “L’avvicinamento si sta realizzando e speriamo che si saldi anche grazie al volano di Bergamo e Brescia Capitali della cultura 2023. Confesso che sogno l’unione delle due Confindustrie”, termina Panseri. A dire il vero il primo ponte tra le due città venne costruito nel 1964 dal Festival Pianistico, patrocinatore di eventi di spessore internazionale ospitati con studiato equilibrio nei due centri. Perché l’arte arriva sempre prima. Speriamo solo che diventi il “prima” di qualcosa.

ca- farmaceutica (5.5 miliardi - 1.3 mi liardo), gomma-plastica (4.2 miliardi - 1.2 miliardo), elettronica-Informatica (3.2mi liardi - 879 milioni), agro-alimentare (2.3 miliardi - 542 milioni), tessile e moda (2.4 - 698 milioni), legno e mobili (783 milioni - 223 milioni), carta e stampa (668 milioni - 184 milioni).

Ci chiediamo perché il reparto gomma prosperi nell’area del Sebino e il tessile in Val Seriana mentre la chimica, per men zionare un altro cluster, nell’isola. Qual è il detonatore del fenomeno? “Il tessile è fiorito in Valseriana perché all’alba del Novecento tante famiglie svizzere vi ave vano trasferito le loro produzioni, così da utilizzare i corsi fluviali per il raffredda mento e la produzione di energia”, continua Panseri. “Si aggiunga poi la consapevolezza di attingere a una comunità operosa”. La mente va ad Agordo, lassù fra le guglie

77 Inverno 2022 | SmallGiants Inchiesta
TRA I VANTI DEL TERRITORIO ANCHE IL KILOMETRO ROSSO, POLO DELL’INNOVAZIONE CON 75 AZIENDE E 2MILA TRA ADDETTI E RICERCATORI
Oscar Panseri, presidente di Piccola Industria di Confindustria Bergamo e al timone di Chimiver

Inchiesta

LA SECONDA PROVINCIA PIÙ OPEROSA D’ITALIA

Dopo Pordenone (3,3%) , Bergamo è la provincia più operosa d’Italia, con un tasso di disoccupazione del 3,5% a fronte della media nazionale del 9,7%. Bergamo, dunque, incarnazione del primo articolo della Costituzione.

In virtù di questi dati, quali dovrebbero essere le priorità assolute nell’agenda del neo-Ministro del Lavoro?

• Riduzione del cuneo fiscale. È sempre più difficile sostenere i continui aumenti dei costi del dipendente. E a maggior ragione oggi, in piena crisi energetica, geopolitica e di reperimento delle materie prime.

• Reddito di cittadinanza. Va rimodulato e controllato. Tanta difficoltà nel reperire manodopera nasce proprio da questo. Mancano i controlli.

dolomitiche, dove Leonardo Del Vecchio decise di gettare il seme che diventò Lu xottica; a incoraggiarlo, oltre a un terreno offerto a chi avviasse un’azienda, l’etica del lavoro proprio della comunità locale.

Il polo chimico invece si è sviluppato nell’isola bergamasca, un’area di 21 comuni tra cui Sotto il Monte, dove nacque Papa Giovanni XXIII. A forma di triangolo, a sud interseca l’autostrada A4, a Ovest co steggia il fiume Adda, la salvezza di Renzo promesso sposo, a Est è delimitato dal Brembo e a Nord c’è Pontida, dove i comuni lombardi avrebbero fatto (non tutti gli storici concordano) un patto di sangue contro Federico Barbarossa. “Fu determinante l’arrivo di Bayer e parte di un’industria milanese in cerca di spazi poi trovati al di là dell’Adda. Così come la Valle Imagna è legata alla lavorazione del legno per l’edilizia e agli instancabili ope ratori edili detti magutt nel dialetto mila nese”.

Alla base dei successi dell’imprenditoria bergamasca c’è una resilienza alla massima potenza. “La reazione al Covid l’ha dimo strato. Lo spiego con un esempio: un ve nerdì mi interpellarono per l’ospedale da campo poi costruito in tempi da record. Bisognava adattare il pavimento pree sistente a un contesto medico. Telefonai a

Paolo Limonta, e il sabato pomeriggio in fiera c’era il materiale necessario, offerto gratuitamente, più il personale per mon tarlo. Ecco questa è Bergamo. S’aggiunga che l’imprenditore bergamasco è fantasioso, il numero dieci in ambito calcistico. Altro

fattore, segue tutti i processi all’interno delle aziende: Alberto Bombassei, per dire, è partito sporcandosi le mani al tornio, oggi conosce tutti i processi della sua crea tura. Approccio che ha portato Brembo ad essere leader mondiale dei sistemi frenanti. Altra caratteristica è la solidità finanziaria, che tanto deve al motto “azienda ricca e famiglia povera”.

Quanto alle infrastrutture, è determinante la presenza alle porte della città di un ae roporto, che tra l’altro è il terzo scalo ita liano per numero di passeggeri e ha un peso del 7% sul Pil locale. È intitolato a Caravaggio, artista geniale e maledetto, di famiglia bergamasca seppur nato a Mi lano, dove venne battezzato nella basilica di Santo Stefano. “Dobbiamo però miglio

78 SmallGiants | Inverno 2022
“IL BERGAMASCO È UN IMPRENDITORE FANTASIOSO, UN 10 IN AMBITO CALCISTICO CHE SEGUE TUTTI I PROCESSI NELLA SUA AZIENDA”

rare la viabilità”, lamenta Panseri. “Grazie ai fondi del Pnrr, e Bergamo è stata una delle prime province a beneficiarne, ora qui è tutto un cantiere. Va bene il rondò delle valli, va bene il nuovo casello auto stradale, ma dobbiamo collegarci urgen temente con Treviglio, da tempo se ne parla senza però deliberare. Così, come vanno migliorati i collegamenti che aprano al Nord Europa, altrimenti rischiamo di esser tagliati fuori dai traffici che conta no”.

Altro fattore che concorre ai successi di questo territorio è la presenza del Kilometro Rosso, campus d’eccellenza dove conver gono marchi, menti e aziende visionarie per fare ricerca, innovazione e impresa. E anche investimenti: nell’ultimo quinquen nio, il direttore del Kr, Salvatore Majorana, è stato il timoniere di due fondi milionari. Il primo è Cysero, a sostegno delle imprese della cyber security e della robotica - di qui l’acronimo. I tre padri fondatori sono i capitani d’industria locali Alberto Bom bassei, Angelo Radici e Pierino Persico. L’altro è Eureka! con focus sulla scienza dei materiali. E sempre in questa cittadella dei saperi ha preso forma Intellimech, un consorzio di ricerca interdisciplinare nel campo della meccatronica, iniziativa privata e anche per questo unica nel suo genere in Italia. Lo presiede un altro imprenditore visionario, Gianluigi Viscardi, fondatore di Cosberg, azienda attiva nella meccatro nica e automazione ai suoi primi 40 anni.

Al Kilometro Rosso ha sede Confindustria che tra l’altro, e in particolare dall’annus horribilis del 2020, registra una media di 35 candidature a bimestre ad aderire al l’associazione.

Dove sta la spada di Damocle? Nel nodo, sciolto sempre troppo tardi, del passaggio generazionale e di una propensione alla managerializzazione più sentita che in passato, ma non da tutti e non quanto sa rebbe necessario. "Oggi le competenze chieste a un imprenditore sono talmente tante che da solo difficilmente riesce a so vrintendere a tutti i processi dell’azienda. Il 74% delle nostre imprese, dai tre addetti in su, è controllato da una famiglia o da una persona, per questo il passaggio ge nerazionale va preparato con largo anticipo con la creazione di un gruppo dirigente fatto di collaboratori-manager”.

79 Inverno 2022 | SmallGiants
Inchiesta
Nel Kilometro Rosso anche investimenti in robotica, la maggior parte dei quali provenienti dal fondo Cysero
www.slovenia.info #ifeelsLOVEnia #myway SLOVENIA. RIGENERARSI A MODO MIO.
81 Inverno 2022 | SmallGiants
e design Le sue creazioni indossate pure da Al Pacino, Will Smith e Morgan Freeman. Matteo Perin realizza non solo capi di abbigliamento, ma veri e propri lifestyle L’ITALIANO CHE VESTE JOHN TRAVOLTA
Moda

Èil pluricandidato agli Academy Awards e premio Golden Globe

John Travolta, la star di Pulp Fiction, Grease e Get Shorty, a confessare la stima di Hollywood nei confronti dello stilista Matteo Perin, figlio di “artisti della moda” nato a Lugagnano in provincia di Verona e di stanza da alcuni anni tra Los Angeles, New York, Londra, Dubai e Singapore. Perin, ap prezzato anche da Al Pacino, Will Smith, Morgan Freeman, Marisol Nichols, Sofia Milos e Valentina Bìssoli, secondo Travolta “capisce che la sua visione deve anche far parte della tua, in uno sforzo che di venta collaborativo, collettivo”. Gli uomini devono avere in casa capi firmati Perin perché “è un guardaroba che sarebbe personalizzato secondo i propri gusti, in grado di farti sentire sicuro in ogni tipo logia di circostanza. Perché Matteo capisce che la sua visione deve anche far parte del modo di vedere le cose del cliente. Con lui c’è una grande collaborazione, uno scambio di idee che porta sempre a risultati soddisfacenti”.

L’interesse e l’amore del lifestyle designer veneto per la moda, l’abbigliamento e l’estetica ha origini lontane, risalenti a quando era bambino e aveva a che fare con una nonna vestita impeccabilmente e i ricordi del bisnonno, già elegantissimo ad inizi del ventesimo secolo. Per il primo bozzetto ha tratto l’ispirazione dagli scorci paesaggistici del Montana, negli Usa, e i suoi lavori, tutti rigorosamente frutto di una fantasia esplosiva, sono oggi molto richiesti oltre che in Nord America (Ca nada compresa) anche in Cina, parte del l’Europa e negli Emirati Arabi Uniti.

“Rigorosamente materiale italiano”, ri badisce il diretto interessato. Con un target rivolto ad entrambi i sessi, versatile, che va dall’elegante al day to day, il suo modus operandi è sicuramente diverso dai soliti standard, sia nel concetto che nella realizzazione. Cerca infatti di al

lontanarsi dall’omologazione e dall’ap piattimento di molte maison internazionali che, causa globalizzazione, tendono a dedicarsi sempre più ai profitti e meno all’originalità delle creazioni. Perin in questo ha saputo emergere, come dimo strato a settembre scorso alla 79esima mostra d’arte cinematografica di Venezia.

In questa occasione ha vestito con successo la modella Valentina Bìssoli e il produttore cinematografico Damiano Tucci, entrambi presenti sul red carpet della prestigiosa kermesse

Matteo, un endorsement non da poco quello di John Travolta nei suoi confronti.

Che dire, lo ringrazio naturalmente. Con John collaboriamo da ormai otto anni. Oltre il 90% di quel che indossa l’ho creato sapendo esattamente come e quan do li avrebbe indossati e rispettando le esigenze di quel momento.

Qualche aneddoto che la lega alla star di Pulp Fiction?

Sì, ce n’è uno che riguarda gli alti valori familiari dell’uomo, prima ancora che dell’attore. La prima volta che dovevamo conoscerci non sono potuto andare per il compleanno di mio figlio, aveva 3 anni. Lui mi ha aspettato e, alle mie pronte scuse, ha poi ribattute dicendo che ave vano molto apprezzato il mio forte senso della famiglia. Ricordo che c’era anche sua moglie, Kelly Preston.

82 SmallGiants | Inverno 2022 Moda e design
“DISEGNO STILI DI VITA: VOGLIO ALLONTANARMI DALL’OMOLOGAZIONE E VORREI CHE LE PERSONE CHE MI CHIEDONO CONSIGLI NON VESTISSERO COME MANICHINI DA VETRINA. LA CUSTOMIZZAZIONE E LA MATERIA PRIMA ITALIANA SONO I NOSTRI FATTORI DI SUCCESSO”
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Moda e design

Dalla città di Romeo e Giulietta agli elogi internazionali, dall’Asia all’Europa e naturalmente gli Stati Uniti. Come nasce il suo interesse per la moda? L’interesse per la moda, l’abbigliamento e l’estetica è nato molti anni fa, quando ero bambino. Ha a che fare con mia non na, vestita impeccabilmente, ma anche con mio bisnonno, sempre ineccepibile in abito gilet, papillon e cappello. Era gente di altri tempi, molto affascinante. Ho conosciuto amici di mia nonna, sarti, specialmente uno di Roma, che aveva avuto a che fare con tantissimi attori du rante quel periodo ricordato come “la Dolce Vita”. L’estetica mi è sempre piaciuta, sono attirato dalle cose che esprimono bellezza nella vita. La vedo un po’ come una banda armoniosa che vive da sé, non ha regole, ma ti sa colpire dritto dentro. Più ci vivi insieme e più ne hai bisogno, nella vita di tutti i giorni.

Il suo primo bozzetto?

Ero in viaggio attraverso gli Stati Uniti dall’Oregon alla Florida. Nello stato del Montana mi sono innamorato del paesag gio. Ho disegnato una mini collezione tutta riguardante il western, ispirata al Montana. Sarebbe molto attuale ancora oggi.

Perché il termine lifestyle designer?

Perché creo molte cose che hanno a che fare con la gestione dello stile di vita delle persone. A tu per tu, creo il lifestyle del cliente. Anche perché spazio dai gioielli alle scarpe, fino all’arredamento. In sintesi disegno stili di vita.

Qual è il suo principale mercato di rife rimento?

Per numero di clienti il Nord America, ov vero Stati Uniti e Canada. Poi Emirati Arabi, Russia, Cina ed Europa. Però ho sempre puntato di più sugli Usa per la loro mentalità, giacché apprezzano molto il made in Italy. Io sono l’opposto del brand famoso. I miei clienti sanno cosa valgono, chi sono e dove devono andare. Quello che faccio io è qualcosa di unico, diverso rispetto ai capi già pronti. Non penso che una persona debba vestirsi come un manichino da 5th Ave o da Via della Spiga. Non amo vedere loghi ovunque op

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Matteo Perin è nato a Lugagnano, in provincia di Verona. Oggi esporta i suoi lavori in tutto il mondo

OCCUPARMI DI

gliono indossare capi e look unici. Per quelle persone che possono spendere e che hanno bisogno di un qualcosa di par ticolare. Perché sanno che tutto ciò che trovi in giro sarà offerto a moltissime per sone e che basta comprarlo per averlo. Quello in cui crediamo nella nostra azienda è uno stile di vita, e non tutti possono averlo, indipendentemente dal loro patri monio.

PERSONA”

Gianni Versace, Giorgio Armani, Valen tino, Tom Ford, Karl Lagerfeld, Yves Saint Laurent. Tra i grandi chi mette su podio?

Io sono sempre stato affascinato da Valen tino, dal punto di vista femminile ovvia mente. Aveva un modo di creare quando disegnava straordinario. Tutto fluiva, tu guardavi i capi e sapevi che erano suoi. Armoniosi, fluidi, eleganti. A livello maschile Giorgio Armani. Armani ha creato un look nuovo. Le cose che più mi hanno appas sionato sono le collezioni passate, sapevi e riuscivi a capire a colpo d’occhio chi li disegnava. Un tocco importante. Adesso c’è una sorta di appiattimento, tutti vogliono fare tutto e in ogni stagione per non perdere le vendite. A Dubai (ad esempio) se non alzi gli occhi e guardi il nome del negozio c’è il rischio di confonderli l’uno con l’altro. Trovo lo stile odierno per nulla estetico. Guardando le collezioni mi sembra come se gli stilisti non sapessero più cosa fare. Si ripetono continuamente.

pure stampati sui capi prima ancora di ve dere la persona.

Target dei suoi capi? Lusso, per via del prezzo e del servizio. Non ho un target preciso che sia elegante o casual. Ormai la gente va sul red carpet anche in jeans. Comunque il mio target, sia uomo che donna, è molto versatile, va dall’elegante al day to day. Creo capi senza tempo, che possono amalgamarsi bene in un guardaroba. Ma apprezzo molto anche quando posso creare e sbizzarrirmi con pezzi unici. Con disegni fatti da me sui tessuti.

La mission aziendale?

La missione della Matteo Perin è diventare il punto di riferimento per le persone che non hanno bisogno di brand famosi e vo

Futuri appuntamenti in agenda?

Per l’autunno abbiamo programmato otto Trunk Show in differenti località esclusive degli Stati Uniti e stiamo lavorando ad un progetto molto interessante, ma ne parle remo solo a design finito. Per non parlare della linea da yatch, che è già in fase di produzione.

La produzione. Tutto materiale italiano?

Assolutamente. Prodotto italiano 100%, tranne le pelli. In quel caso ci riforniamo anche in Francia e Spagna. Ma per il resto la materia prima è italiana, produzione compresa. Ci tengo in particolar modo a dare lavoro ad artigiani del nostro Paese nonostante le proposte allettanti di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Il know-how italiano è il migliore.

85 Moda e design
“POSSO
GIOIELLI, SCARPE E ARREDAMENTO: SONO L’OPPOSTO DEL BRAND FAMOSO, NON VOGLIO VEDERE LOGHI OVUNQUE ANCOR PRIMA DI SCORGERE LA

di Piera Anna Franini

Thema Optical è nata e cresciuta a Domegge di Cadore, nel Bellunese, dove si concentra l’80% della pro duzione nazionale e il 70% del mercato mondiale dell’occhialeria di fascia medio-alta. Numeri da capogiro che proprio per questo rischiano di declassare chi li fa - ovvero la miriade di aziende e piccole imprese - a entità senza volto, poiché tutto sommato equivalenti, pur nell’alta gamma.

Thema ha scelto di uscire dal coro e si è inventata macchine e strumenti che sono figli dell’industria 4.0. Abbatte la concor renza facendo quello che gli altri non fan no: produce occhiali su misura, adatti e personalizzati in base a gusti, età e con formazione del viso. Strategia resa possibile dalla tecnologia Vea (Virtual eyewear as sistant) applicata ai marchi iGreen e OSix. Questo, in sintesi, il processo: tramite un’app il cliente disegna da sé il modello che più si addice al proprio viso, o almeno che ritiene più conforme ai propri gusti; poi va in uno dei punti vendita abilitati e infine completa l’ordine. L’occhiale ad per sonam è pronto.

Ne abbiamo parlato con Roberto Val massoi, classe 1968, ceo di Thema Optical, azienda a un soffio dai 40 anni.

Cosa ha permesso all’azienda di cam biare passo e incrementare i propri nu meri?

La messa in campo, nel 2015, di una

macchina che riesce a produrre in con temporanea fino a cento occhiali di diversi modelli. Un unicum poiché consente di offrire una gamma ampia e diversificata di modelli in tempi stretti.

Chi ha brevettato la macchina delle meraviglie?

La nostra squadra di ricerca e sviluppo. Invece per ingegnerizzare il prodotto ci siamo rivolti alla Cts System, impresa marchigiana specializzata in macchine per il settore dentale. All’epoca la Cts era di giuna di tecnologie dell’occhiale, ma in compenso eccelleva nelle operazioni ad altissima precisione. Insieme ce l’abbiamo fatta.

Come funziona la tecnologia Vea?

Tramite la scansione 3D vengono rilevate biometricamente le misure del viso. A questo punto il cliente sceglie l’occhiale che viene adeguato ai propri parametri grazie a un software. In questo modo è possibile vedere in anteprima l’estetica dell’occhiale e come calzerebbe sul proprio viso. Siamo i primi al mondo a usare la tecnologia Vea, ad oggi disponibile nelle

86 SmallGiants | Inverno 2022
Vedere
per sprecare di meno Occhiali su misura, consegna rapida e zero invenduti: così la tecnologia di Thema Optical abbatte costi e inquinamento “L’INNOVAZIONE CI HA PERMESSO DI FARE IL SALTO DI QUALITÀ, MA VA PREMIATO IL LAVORO DELLE PERSONE: IN AZIENDA ABBIAMO UN SISTEMA GERARCHICO ORIZZONTALE E LE MANI ‘INTELLIGENTI’ SONO LA NOSTRA FORZA” L’azienda ha sede a Domegge di Cadore, in provincia di Belluno, nel distretto dell’occhialeria
Moda e design
lontano

app dei marchi iGreen e O-Six.

Quali sono le conseguenze di questo approccio al prodotto? Che il 100% della nostra produzione è venduta e pagata in anticipo.

Magazzini vuoti dunque? Proprio così. È un approccio altamente sostenibile perché non ci sono invenduti e dunque sprechi.

Carta d’identità di Thema: come è strut turata l’azienda?

Il centro di Domegge ha 90 dipendenti, l’età media è sotto i 40 anni. Abbiamo un sistema di gerarchia californiano, molto orizzontale e poco formale. Ascoltiamo tutti, anzi preferibilmente assumiamo per sone che ci dicano cosa fare. Il 30% dei nostri dipendenti è impiegato nella pro

duzione, il 40% nella logistica e spedizione, il 10% in ricerca e sviluppo, il resto nel comparto amministrativo. Nella produ zione, abbiamo professionisti con elevate competenze ed esperienza nel settore oc chialeria che, se necessario, affiancano giovani che formiamo secondo le nostre necessità produttive: abbiamo esigenze diverse rispetto a chi fa una produzione di massa perché noi non possiamo sba gliare. Mi spiego: l’occhiale cui si lavora ha già una sua destinazione e i tempi sono strettissimi perché consegniamo entro cinque o sei giorni.

Proposte d’acquisto?

Abbiamo avuto manifestazioni d’interesse da parte di grandi gruppi, ma ci divertiamo a fare impresa. Al momento non si vende. Fra i “grandi” c’è Luxottica? Non posso far nomi. Quanto a Luxottica,

confesso che nel 2019, in occasione della fiera Mido, al nostro stand si fermò Leo nardo Del Vecchio. Gli facemmo un occhiale su misura in tempo reale, osservava molto curioso tutte le procedure.

Con lei Thema tocca la seconda gene razione. È cresciuto a pane e occhiali? Esattamente. A 14 anni ero già sul libro paga, lavoravo d’estate e nei fine settimana. Finiti gli studi sono entrato in azienda passando di reparto in reparto. Gavetta utilissima perché ho conosciuto tutti i processi dell’azienda. Anche mia sorella è coinvolta: vive negli Usa e dirige lo stabi limento di Miami.

A Shanghai cosa succede?

Lì creiamo le linee di prodotto più eco nomiche. A dire il vero, inizialmente il nostro sito produttivo era solo in Cina. Poi nel 2015, con l’introduzione della macchina di cui abbiamo parlato, ne ab biamo aperto uno anche a Domegge, con tro tutto e tutti, nonostante i costi del la voro in Italia non reggano il confronto con quelli cinesi.

Come va oggi l’azienda in termini di fatturato e ordini?

Siamo in crescendo per fatturato, che si aggira intorno ai 10 milioni di euro, per numero di ordini e per investimenti. La tecnologia avanzata ha aperto nuovi sce nari: oggi possiamo attingere a 500 diversi colori, infinite misure e forme, il tutto in tempi record.

Siete un’azienda 4.0. Quanto contano le mani intelligenti all’italiana?

Siamo un’azienda manifatturiera. L’occhiale, da quando viene tagliato al controllo nu merico passa di mano in mano, anche quaranta. Le mani intelligenti sono la nostra forza.

Passiamo al reparto R&s.

È il mio parco giochi. Mi invento nuove strade, faccio partire la scintilla e la squadra di ricercatori si mette in moto. Certo, non tutte le ciambelle vengono col buco. Però ci piace affrontare le sfide quo tidiane, fare in modo che ogni giorno sia diverso dall’altro.

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Moda e design
usa.thema-optical.com
THEMA OPTICAL • VENETO
Da sinistra Roberto Valmassoi, ceo, e Giorgio Valmassoi, presidente

I rifiuti diventano abiti

Convertire i rifiuti derivanti dalla plastica in tessuti e abiti alla moda: nasce così Fibre, business unit del gruppo Valerio deputata alla produzione e alla commercializzazione di capi d’abbigliamento ecosostenibili e ultima nel circuito di filiera integrata del l’impresa. Grazie ai tessuti derivanti dal riciclo della plastica e rigenerati, il brand di Pettoranello del Molise, nato nel 2020, sta anche rilanciando l’ex polo produttivo sartoriale Ittierre dove per anni sono stati convertiti in capi di moda le idee creative di alcuni tra i più affermati stilisti del pa norama italiano. Con Fibre International, viene rilanciata così una realtà produttiva che ha reimpiegato una parte di quelle maestranze che per decenni ha reso famoso il distretto industriale, con una valenza sociale importante sia in termini occupazionali che di riqualificazione, di una zona da sempre eccellenza nel settore tessile. “La moda è uno dei settori a mag gior impatto ambientale, sia per la filiera troppo lunga e ormai dislocata a livello globale, sia per il materiale utilizzato spesso di bassa qualità e altrettanto in quinante”, afferma Antonio Alessandro Valerio, amministratore e direttore creativo del gruppo. “Realizzare abiti con una filiera locale a chilometro zero e con l’im piego di materie prime sostenibili è il un punto di partenza per una vera rivoluzione green”. Un cambiamento che si rivela sempre più necessario: secondo un nuovo studio pubblicato su Harvard Business

Review, intitolato The Myth of Sustainable Fashion, negli ultimi 25 anni il settore della moda non ha fatto altro che generare impatto ambientale, con le emissioni di carbonio che oscillano dal 4%, secondo McKinsey e Global Fashion Agenda, al 10%, stando all’Onu.

Nel corso del Phygital Sustainability Expo a Roma il Gruppo ha presentato in

anteprima una collezione di capispalla in materiale riciclato cruelty free che adotta imbottiture in fibre naturali e vegetali come lino e cachemire, in sostituzione a quelle classiche in piuma d’oca. “Siamo orgogliosi di aver preso parte a questo progetto nel quale sostenibilità e moda si sposano. Un connubio che dimostra come le fibre naturali siano un’autentica risorsa che, se affidata all’estro creativo di bravi stilisti, può divenire un elemento di bel lezza ed eleganza”, ha dichiarato Valerio. “Inoltre può accompagnare la spinta crea tiva che muove il fashion verso un ap proccio più sostenibile e attento all’am biente”. L’obiettivo strategico del Gruppo è contribuire a ridurre l’impronta sul pia neta e le persone, in particolare con le scelte d’acquisto di materiali e con i pro cessi produttivi. Il contrasto allo sfrutta mento di acqua e terreno per la produzione delle materie prime e dei capi finiti, la lotta allo spreco dei tessuti e degli articoli

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e
Moda
design
IL BRAND MOLISANO STA ANCHE RILANCIANDO L’EX POLO PRODUTTIVO SARTORIALE ITTIERRE, CON UN RISVOLTO IMPORTANTE IN TERMINI OCCUPAZIONALI E DI RIQUALIFICAZIONE
International combatte
ambientale
settore
moda
filosofia del chilometro
riciclo
Fibre
l’impatto
del
della
con la
zero e del
Il brand ha
sede
nell’ex polo produttivo sartoriale Ittierre a Pettoranello del Molise, in provincia di Isernia

dismessi, insieme alla straordinaria op portunità della moda circolare, sono parte delle nuove strade intraprese dall’azienda di Pettoranello. Una realtà che, nonostante il cruccio principale di molte aziende con tinui ad essere la crescita del ricavo e non la riduzione dell’impatto ambientale, vuole arrivare all’appuntamento dell’Agen da Onu 2030 lasciandosi alle spalle un percorso virtuoso e sostenibile. Anche in corrispondenza di una situazione che

vede il nostro Paese in prima linea in questa battaglia. “L’Italia è la nazione eu ropea con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari al 79,4%, quasi il doppio rispetto alla media Ue, che si aggira intorno al 49%”, spiega il direttore creativo di Fibre. "Grazie a questo processo virtuoso, riusciamo a risparmiare 23 milioni di tonnellate di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di co2 equivalenti. La carenza di materie prime

Moda e design

ci ha spinti a utilizzare quella fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana”.

La scelta green del Gruppo Valerio va nel solco delle regole base dell’economia circolare: “Vogliamo essere attori di primo piano in questa tipologia di processi, dove i beni vengono pensati e prodotti per ri manere in circolazione il più a lungo pos sibile. Una volta arrivati a fine vita, non vengono gettati, ma riutilizzati o riciclati per creare nuovo valore. È l’opposto della tradizionale economia lineare che, invece, segue questo schema: estrarre, produrre, utilizzare e gettare. Realizzare abiti con una filiera locale a chilometro zero e con l’impiego di materie prime sostenibili è il punto di partenza per una vera rivoluzione green”. Fibre ha elaborato un piano con creto per ridurre l’impatto ambientale: “Basiamo la nostra filosofia produttiva sulla ricerca dei materiali attraverso la boratori di analisi e introduciamo un nuovo approccio volto a ridisegnare la fi liera mondiale del tessile attraverso un’ana lisi dei luoghi di produzione delle materie prime e dei luoghi di trasformazione”, afferma ancora l’amministratore del grup po. “A Pettoranello del Molise, vera e propria culla della modellistica e del design dell’abbigliamento, Fibre introduce innovazioni di processo e di prodotto al fine di ottenere benefici per l’uomo e per l’ambiente, intervenendo sulla modella zione degli abiti con strumenti di analisi digitale e attraverso l’impiego di materiali naturali e di riciclo con il minimo impatto ambientale”.

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Antonio Alessandro Valerio, amministratore e direttore creativo del gruppo
FIBRE INTERNATIONAL • MOLISE

Crognolo, il primo vino di Tenuta Sette Ponti. Nato nel 1998 dal progetto vitivinicolo della famiglia Moretti Cuseri. Un supertuscan elegante, dotato di un'identità unica: tra valorizzazione del territorio e dei vitigni, eccellenza, rigore e innovazione realizzati a partire da una tradizione capace di evolversi. La migliore selezione di una varietà storica di Sangiovese proveniente da un clone unico. Un aggiunta di Merlot per dare immediatezza e longevità.

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91 Inverno 2022 | SmallGiants Agrifood Realizzazioni nel mondo delle cantine ma non solo: la Leonardo Progetti è stata premiata tra i primi 100 studi d’Italia INGEGNERIA DOCG

Ingegnere classe 1978, Alessandro Lo Castro è fondatore di Leonardo pro getti, impresa che ha sedi operative nelle province di Catania, Padova e collaborazioni con Effeprogetti, in Brianza. “Sarò un sognatore, ma continua a pia cermi l’idea di crescere giorno dopo gior no”, dichiara Lo Castro. “Le mie attività coinvolgono per la maggior parte risorse umane femminili perché penso che le donne lavorino con una metodicità e ra zionalità superiore, risultando più affi dabili dei colleghi uomini. L’attività libero professionale, in un periodo storico come il nostro, è una sfida quotidiana in cui si mescola sapere e diligenza: il nostro for mat ha trovato riscontro nei risultati ot tenuti”.

Ci tiene alle sue radici, da cui prendono spunto i molti progetti vitivinicoli. “Pro vengo da origine contadine”, racconta Lo Castro. “Mi sono laureato in ingegneria civile e ambientale”. Poi, dopo aver iniziato la sua carriera in un piccolo studio, comincia a muoversi in tutta Italia: “Le distanze non hanno mai costi tuito un ostacolo per me”.

L’esigenza sempre più rilevante della committenza lo porta a maturare e svi luppare un progetto di trasformazione dell’attività professionale in un “chiavi in mano”, trasformando la sua attività in “servizi per l’ingegneria” e diventando ben presto un punto di riferimento per diversi studi su tutto il territorio italiano. Da qui nasce la storia della Leonardo Progetti.

Tra i fattori distintivi c’è senza dubbio la visione service dello studio: la capacità di fornire servizi è il cuore dell’evoluzione sociale di Leonardo Progetti. “Oggi il ser vizio è un bene imprescindibile in una società frenetica e a corto di tempo. Que sto indirizzo ha riscosso molta attrazione

soprattutto per la rapidità di consegna e per la moltitudine di servizi offerti, per la versatilità dell’uso dei mezzi di comu nicazione e di lavoro. Oggi questa realtà si avvale di risorse umane specializzate in diverse discipline e questo ha consentito alla realtà lavorativa di continuare a cre scere”.

Il fatturato dell’indotto “servizi di inge gneria” della Leonardo Progetti è in co stante crescita, con la previsione di un +30% nel 2022 e la soddisfazione del team che guarda al futuro con enorme fiducia: il risultato ottenuto li fa rientrare tra i primi cento studi d’Ingegneria d’Italia. “Abbiamo intrapreso progettazioni in am bito Pnrr e vantiamo un importante por tafoglio commesse soprattutto nell’ambito privato e del terziario. Un ruolo impor tante in termini di marketing lo hanno

avuto la preparazione sulle agevolazioni fiscali e la partnership con lo studio di consulenza fiscale che ci segue da anni”, dice Lo Castro.

Nel campo delle progettazioni strutturali ha realizzazioni importanti nel mondo delle cantine vitivinicole. Quelle di mag gior importanza sono Palmento Caselle, dell’enologo Salvo Foti nel comune di Milo, e Barco Silvestri, nel comune di Castello di Godego. Poi ci sono Vino di Anna e Palmento Costanzo, nel comune di Castiglione di Sicilia. Attualmente sono attivi dei bandi di completamento filiera per il comparto vivaistico ed enologico per un totale di commesse lavori che si aggira sui 30 milioni di euro. “Ci sono diverse commesse che negli anni hanno contribuito a rafforzare l’esperienza in tale settore. Tra queste le cantine Sciara

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Alessandro Lo Castro e Loredana Schepisi

e Girolamo Russo. La scommessa nel set tore vitivinicolo nasce con la crescita del vino dell’Etna e con la crescente presenza di investitori, che dovevano essere seguiti in maniera attenta. Da lì l’intuizione di virare dal campo dell’edilizia urbana a realtà produttive diverse. Nelle zone pe demontane dell’Etna si trovano ancora oggi antichi palmenti che, non avendo più la possibilità di vinificare per una serie di norme sanitarie, si sono dovuti riconvertire in cantine. La nostra espe rienza nel mondo del vino è cresciuta con la conoscenza dell’enologo Salvo Foti. È stato lui a farmi interessare a questo settore per la prima volta”. “Attualmente sto seguendo un nuovo investitore americano, che vuole creare una piccola cantina nel territorio di Ca stiglione di Sicilia associata ad un attività

ricettiva”, continua l’ingegnere Lo Castro. “E poi un’altra commessa sul territorio di Linguaglossa. La cultura della proget tazione di ambienti di lavoro come le cantine va di pari passo all’acquisizione delle realtà territoriali. Infatti una cantina in Sicilia, sull’Etna, ha esigenze diverse rispetto a quelle che si presentano in Pu glia o in Veneto. Si lascia spazio alle tra

dizioni o alle esigenze del produttore, che segue un metodo produttivo piuttosto che un altro, e l’adattamento progettuale risulta di conseguenza essenziale. Su al cune cantine mi sono dedicato alla cura del solo progetto strutturale e della rela tiva direzione dei lavori, di altre ho seguito l’intera progettazione, dalle scelte architettoniche a quelle impiantistiche”. Importanti collaborazioni stanno na scendo anche per le attività collaterali a quelle dell’enologia, promosse dagli stessi investitori nel mondo enologico. “Tra queste, diverse commesse sono state chiu se per la cantina Donnafugata per la creazione di luoghi di accoglienza per enologi e giornalisti o per locali a servizio dell’azienda, sia nella rappresentanza sia nelle lavorazioni. Il mondo dell’Etna Doc mi ha portato a conoscere moltissime persone e dal confronto con le stesse, con le loro multietniche culture, sono sempre nate idee che poi ho potuto espri mere nella mia attività”.

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A FARE LA DIFFERENZA IL FORMAT INNOVATIVO E LA VISIONE ‘SERVICE’ DELLO STUDIO, CHE TROVA NELLA RAPIDITÀ DI CONSEGNA E NELLA VERSATILITÀ DELLA SUA OFFERTA LE DUE CARTE VINCENTI
LEONARDO PROGETTI • SICILIA Tra i lavori più importanti la cantina Palmento Caselle, dell’enologo Salvo Foti, nel comune di Milo (CT)

La ricetta della felicità

Vegan food, amore e 21 giorni a impatto sotto zero: per Cibo Supersonico la sostenibilità è un obiettivo reale

Due giovani donne, tante passioni e una missione comune. Il progetto di Chiara Ratti e Francesca Fiarello trascende dalle tradizionali cate gorizzazioni, perché non è soltanto una storia di business. Cibo Supersonico ha a che fare innanzitutto con la vita, con le emozioni. E di conseguenza è inevitabile riavvolgere il nastro per capirne la genesi, prima di arrivare al presente. Tutto ha inizio nel 2016, quando Francesca e Chiara si innamorano. La prima chef e la seconda social media manager. Vegane, femministe, sostenibili e soprattutto felici, nonostante gli ostacoli che la vita gli ha messo di fronte. Primo su tutti il tumore al seno che Francesca scopre di avere proprio in quell’anno, all’età di 28 anni, che l’ha co stretta a lasciare il lavoro per affrontare le cure e a rimodellare completamente il suo stile di vita. “A quel punto Chiara mi spinge a condividere il mio mondo”, afferma la 33enne. “Abbiamo capito che non sarei mai più stata chiusa in una cucina di un ristorante, ma che avremmo dedicato i nostri giorni a raccontare la nostra storia e il mio corpo che cambia, attraverso il cibo”. Così nasce Cibo Supersonico, progetto di cucina vegetale che organizza corsi, formazione per ristoranti e offre il servizio di chef a domicilio.

Un modo interattivo e divertente di con siderare la cucina a base vegetale attraverso eventi privati, cene tra sconosciuti, retreats e cooking class dedicate alla scoperta di

questo tipo di alimentazione. Un’opportu nità, una presa di coscienza non soltanto riguardo il rapporto con il proprio corpo, ma anche e soprattutto con il pianeta e con la natura che ci circonda. Da questa idea, oltre che dalla lettura del libro La mia vita a impatto zero di Paola Maugeri, prende forma Impatto Sotto Zero. “Ci chie devamo in che modo avremmo potuto de finirci sostenibili, e abbiamo capito che l’unica via erano i dati”, racconta Chiara. “Abbiamo deciso di vivere dal 25 ottobre al 15 novembre, per 21 giorni, limitando al minimo gli sprechi e le emissioni di ani dride carbonica. E lo abbiamo fatto con il supporto dei ricercatori del Cnr di Parma, che ci hanno dato suggerimenti e che so prattutto ci hanno fornito i risultati scien tifici dell’esperimento. Un aspetto fonda

mentale, perché non volevamo limitarci a fare un’esperienza di vita. Avremmo voluto offrire a noi stesse e a chi ne fosse interes sato considerazioni e numeri utili per vivere scientificamente a impatto zero”.

Una persona per ritenersi sostenibile do vrebbe emettere meno di sette chili di co2 al giorno: un cittadino italiano, in media, ne produce di 14 ai 16. L’obiettivo delle ragazze era quello di rimanere sotto la so glia di sostenibilità. E ci sono riuscite, rag giungendo la media, sui 21 giorni, di 6,99 chili. Come ce l’hanno fatta? “Non è sem plice uscire dalla propria zona di comfort e cambiare la propria routine”, continua Chiara. “Non è semplice vivere senza gas, senza corrente elettrica, evitare di utilizzare la propria auto, ridurre al minimo l’uso di internet e mangiare il più possibile alimenti

94 SmallGiants | Inverno 2022 Agrifood
I piatti di Francesca (la chef) sono un’esperienza culinaria plant-based

a base vegetale. Il nostro progetto voleva essere una provocazione, perché è chiaro che non si possa ritornare all’età della pietra e fare tutte queste rinunce”. Tuttavia, dai dati raccolti dai ricercatori è emerso un aspetto molto interessante: “Le azioni che solitamente attraggono maggiormente l’attenzione, come spegnere il gas e dimi nuire l’uso di elettricità, in realtà sono quelle che impattano meno a livello di emissioni. Ciò che ha fatto veramente la differenza, oltre a muoverci in bici, a piedi o con mezzi pubblici, è stato mangiare ve getale e a chilometro zero”.

Una fortuna per le due fondatrici di Ci

bosupersonico, che fanno dell’alimentazione vegana il loro stile di vita. Più difficoltoso per chi ha un’alimentazione onnivora. È una questione di prospettive, ma il com pendio pratico di azioni concrete lasciato da Chiara e Francesca offre più opzioni: dal trovare un fornitore di energia rinno vabile certificata al 100% fino all’elettrifi cazione del riscaldamento dell’acqua e della cottura dei cibi, passando gli sposta menti in auto elettrica (oppure con solo treno, metro o bus), riduzione del tempo trascorso sul web, vivere a chilometro zero.

E ovviamente smettere di mangiare carne.

Una scelta che richiede una presa di co scienza importante. Le due fondatrici di Cibosupersonico lo sanno bene: “Non si tratta di seguire una lista della spesa e di mettersi davanti ai fornelli o di aprire pacchi preconfezionati di surrogati della carne, bensì di imparare ad amare ciò che ci nutre davvero e che ci permette di stare bene”, affermano le ragazze. “Il motore di tutto è l’emozione, ed è questa che pro viamo a portare nelle case delle persone, attraverso i corsi di formazione o sui social”. Un’emozione con un raggio d’azione esteso soprattutto nel centro-nord d’Italia, ma scalabile su livello nazionale. Una cucina itinerante che vuole portare l’espe rienza di cucina vegetale nella maniera più intima possibile, con l’obiettivo di in stillare un’idea. Un bell’esempio di come due giovani donne, pur in un settore come la ristorazione dove lo spazio per le figure femminili è piuttosto limitato, possano mettersi in proprio e sviluppare il proprio business. “Nel futuro vorremmo fare sempre più corsi dedicati alla cucina vegetale, sempre più eventi dal vivo”, concludono le due fondatrici. “E ci piacerebbe molto scrivere un secondo libro: il primo è stato un romanzo sulla nostra storia d’amore, raccontata insieme alle ricette. Il secondo potrebbe essere proprio sull’esperimento dell’impatto sotto zero”.

www.cibosupersonico.com

95 Inverno 2022 | SmallGiants Agrifood
SI TRATTA DI OFFRIRE UNA POSSIBILITÀ DIVERTENTE E INTERATTIVA DI CONSIDERARE LA CUCINA VEGANA ATTRAVERSO EVENTI, CHEF A DOMICILIO, CENE TRA SCONOSCIUTI, RETREAT E COOKING CLASS DEDICATE ALLA SCOPERTA DI QUESTA NUOVA TIPOLOGIA DI ALIMENTAZIONE
Francesca Fiarello (a sinistra) e Chiara Ratti, le fondatrici
CIBO SUPERSONICO • LOMBARDIA

WOMEN AT BUSINESS:

IL TASSELLO FONDAMENTALE PER RAGGIUNGERE LE PARI OPPORTUNITÀ

WOMEN AT BUSINESS è One Stop Solution: la soluzione per le AZIENDE e per le DONNE per il raggiungimento della parità di genere.

Alle AZIENDE forniamo l’utilizzo di un algoritmo di matching basato sulle competenze per accedere ad un data base di profili femminili, inoltre proponiamo progetti dedicati di Employer Branding, di Corporate Social Responsability e l’accompagnamento alla certificazione della parità di genere.

Alle DONNE offriamo mediante l’algoritmo di matching opportunità professionali, e opportunità di formazione al fine di rendere il proprio profilo adeguato alle esigenze del mercato del lavoro di oggi e di domani, perchè con le competenze si superano anche gli stereotipi.

97 Inverno 2022 | SmallGiants Women friendly
master
Claudia Pievani
Miomojo, azienda di borse
accessori
sostenibile
PUÒ
GENTILE
Dopo l’università in Germania e un
in Bocconi,
guida
e
etica e
ANCHE LO STILE
ESSERE

Creare un paradigma di business disruptive in cui il profitto e l’im patto positivo verso tutti gli esseri viventi e la natura che ci circonda siano intrinsecamente collegati. Questo è l’intento di Miomojo, brand di moda cruel ty-free ed eco-friendly nato a Bergamo nel 2012. Oggi Miomojo cerca di valicare nuovi confini studiando e testando tutti i materiali più innovativi offerti sul mercato (organici, bio-based, riciclati, next-gen), con la volontà di essere sempre un passo avanti agli altri e indiscusso protagonista del cambiamento.

Alla guida dell’azienda troviamo Claudia Pievani, fondatrice e ceo della società. Una donna determinata che crede ferma mente nella propria vision. Con alle spalle un’istruzione universitaria all’estero, un Mba e una lunga esperienza lavorativa in qualità di export manager nel mondo della moda in Germania ha avvertito la necessità, dieci anni fa, di trovare un punto di con giunzione tra passione, vocazione, missione e professione. In una parola, Miomojo: “Ho lavorato parecchi anni nel settore del fashion in aziende italiane e tedesche. Ero ben conscia di cosa si celasse dietro questo mondo apparentemente idilliaco”, afferma Claudia. “Non volevo creare ulteriori pro dotti standard rispetto a quelli che erano già presenti sul mercato, Tutti prodotti

CREATA IN VITRO”

che, nella maggior parte dei casi, venivano realizzati a spese di esseri viventi innocenti. Mi domandavo se ci fosse un modo per realizzare un prodotto etico, ma non a di scapito dell’estetica. Allora l’alternativa erano materiali sintetici ma di scarsa qualità e per nulla attrattivi sotto il profilo del design. Così ho iniziato un attività di profonda ricerca con l’obiettivo di offrire un’alternativa cruelty-free, quindi senza nessun materiale di origine animale. Oggi, grazie alla presenza di diversi meravigliosi materiali innovativi a basso impatto am bientale e che non provocano uccisione di animali, è diventato sicuramente più facile offrire una valida alternativa al con sumatore consapevole. Non è più assolu tamente accettabile ormai sacrificare una vita per un oggetto”.

A partire da quest’anno tutte le borse e gli accessori di Miomojo sono realizzati con materiali riciclati e sostenibili, come reti da pesca, bottiglie di plastica, poliu retano riciclato e materiali innovativi de rivati da scarti di mela, mais, cactus, menta e non solo. Ma non è tutto: sono in arrivo parecchie novità nel prossimo fu turo.

98 SmallGiants | Inverno 2022 Women friendly
“L’ULTIMA FRONTIERA CONSISTE IN UN NUOVO MATERIALE DERIVANTE DAL MICELIO DEI FUNGHI, CON UN IMPATTO AMBIENTALE RIDOTTO E RINNOVABILE ALL’INFINITO. IN FUTURO VEDREMO ANCHE PELLE BOVINA
Claudia Pievani, fondatrice e ceo della società Tra i materiali utilizzati ci sono anche derivati da scarti di mela, mais, cactus e menta

“Cerchiamo sempre di guardare oltre, ed è per questo che, al di fuori dei materiali che abbiamo già adottato e che sono at tualmente in commercio, puntiamo anche a tutti quelli di ultimissima generazione che sono creati in laboratorio”, continua Claudia. “Tra questi, abbiamo un materiale derivante dal micelio dei funghi, che ha un impatto ambientale ridottissimo ed è

infinitamente rinnovabile. Questa è vera mente l’ultima frontiera. Il prossimo ma teriale che testeremo, ma purtroppo al momento non è ancora disponibile, è ad dirittura la pelle bovina creata in vitro ri cavata dalle cellule coltivate in laboratorio. Materiali come questi non ci sono ancora, ma l’innovazione procede spedita. La nostra volontà comunque è rimane quella di essere tra coloro che hanno maggiore know-how in questo settore e di essere visti come punti di riferimento dai consu matori, per incrementare di anno in anno le nostre vendite”.

Ad oggi si tratta di un business preva lentemente online. “I Paesi in cui vendiamo di più sono quelli di lingua tedesca: Ger mania, Svizzera e Austria”, prosegue Clau dia. “Dopo il periodo pandemico però anche l’Italia si sta posizionando molto bene nelle vendite, e questo non può che farmi piacere. Significa che anche nel nostro Paese c’è una accresciuta consape volezza verso un tipo di acquisto più con sapevole”. Dal punto di vista economico, negli anni appena precedenti alla pandemia il fatturato è stato in media superiore ai 2,5 milioni di euro e la redditività netta si è attestata attorno al 10% .

“Quest’anno chiuderemo il bilancio at tendibilmente con tre milioni di fatturato”, sostiene Claudia. “Fortunatamente, a parte l’annus horribilis del Covid-19, siamo sem pre stati in crescita. Per il prossimo anno sono previsti dei piani strategici e di di stribuzione più strutturati che ci permet teranno con ragionevole certezza, soprat

tutto per la collezione Autunno-Inverno, di apportare un incremento non indiffe rente al fatturato”.

Anche sotto il profilo benefico Miomojo non si è mai tirata indietro. È una Società Benefit e, da quest’anno, anche B Corp. A tal riguardo ogni anno la società dona il 10% dell’utile netto ad organizzazioni na zionali ed internazionali per la protezione animale e si ripropone, nel medio termine, di aprire un quartier generale in cui sia presente anche un suo centro di salvataggio per animali, cosicchè tutto il concept azien dale sia riunito sotto lo stesso tetto e possa, eventualmente, avere anche una funzione educativa per i ragazzi in visita con le scuole.

“Sogno un sistema del mondo moda che sia totalmente etico, e che sia in grado di proteggere tutti quanti: esseri umani, esseri non-umani ed il nostro pianeta. Sono felice di constatare come anche i più rinomati brand di lusso stiano intro ducendo articoli in materiali innovativi. Il concetto stesso di consumo di lusso sta evolvendo, in favore di una versione nuova e più consapevole. Uno straordinario design etico può contribuire in modo so stanziale a creare un mondo più gentile. Per fare ciò dobbiamo collaborare, come stiamo facendo e faremo sempre più, con aziende, associazioni e individui, inclu dendo anche alleati improbabili ma illu minati. Attraverso la collaborazione pos siamo creare una moda ed un mondo più gentile”.

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www.miomojo.com
MIOMOJO • LOMBARDIA
La ceo insieme a Giuditta Cusini, designer del team Fashion, che si occupa della progettazione delle collezioni

Obiettivo riduzione gender gap

di Roberto Pianta

Nel giorno in cui il Parlamento europeo ha approvato la legge sulla parità di genere, secondo la quale entro il 2026 la quota di donne dovrà arrivare al 33% o sino al 40% se si tratta di posizioni apicali, Co demotion ha lanciato un progetto edu cativo in collaborazione con il Gruppo Axa proprio rivolto a loro, le donne del futuro. Si chiama Girls CodeUp e verrà portato nelle suole di diverse città italiane. Il suo obiettivo è quello di ridurre il gender gap nel settore tecnologico, for mando le future professioniste nelle ma terie delle materie cosiddette Steam (acro nimo per Science, technology, engineering, art, mathematics) e sensibilizzando, allo stesso tempo, le nuove generazioni sul l’importanza del settore healthcare, sulle potenzialità del coding e della cultura dei dati nella sfera della salute.

Il percorso formativo lanciato da Code motion, piattaforma di riferimento per la crescita professionale degli sviluppatori e per le aziende alla ricerca dei migliori talenti It, è già stato utilizzato in alcune scuole a Torino, Roma e Napoli. L’obiettivo è coinvolgere un totale di oltre 200 stu dentesse iscritte al triennio delle scuole secondarie di secondo grado, che acce deranno complessivamente a più di 250 ore di formazione e orientamento su pro grammazione software, animazione 3D e tecnologie innovative come intelligenza artificiale, big data e metaverso. “In Eu

ropa solo il 18% delle professioni Ict è svolto da donne e in Italia la percentuale scende al 14,8%”, sostiene Chiara Russo, ceo e cofondatrice di Codemotion. “Esiste ancora un forte gender gap in ambito tecnologico e in Codemotion ci impe gniamo per ridurre queste differenze di genere realizzando percorsi di introdu zione alle tecnologie digitali per le ragazze più giovani, allo scopo di formare una nuova generazione di appassionate pro grammatrici e future professioniste delle Steam”.

Guidate da esperti di Codemotion e di Axa Italia, del mondo universitario e delle professioni It, le studentesse impa reranno le basi del coding e realizzeranno software, applicazioni, ambienti 3D nel metaverso e nuove idee e servizi sui temi della salute, del benessere e della pre venzione attraverso l’uso consapevole dei dati e delle tecnologie. Per realizzare i progetti, le partecipanti potranno contare su uno speciale dataset fornito da Axa Italia a tema healthcare. “Durante tutto il percorso didattico metteremo a dispo

sizione delle partecipanti tecnologie ac cessibili, formatori esperti, contenuti creati ad hoc, testimonianze e uno speciale dataset curato da Axa Italia e creato ap positamente per agevolare la realizzazione di progetti concreti, interessanti ed in novativi”, aggiunge Massimo Avvisati, head of EdTech r&d di Codemotion. “Cre diamo infatti che la tecnologia sia un elemento abilitante che permette alle studentesse appassionate di discipline Steam di imparare come si realizzano dei veri progetti software, vivere un’espe rienza vicina a quello di un contesto la vorativo e iniziare il proprio cammino per diventare le professioniste It di do mani”.

La sfida che le studentesse dovranno superare attraverso i propri progetti? Ri spondere alla domanda “cos’è la salute per te?”. La stessa al centro della recente campagna pubblicitaria di Axa Italia che dà voce ai singoli bisogni e al vissuto personale sul tema della salute, utiliz zando la propria creatività e gli strumenti appresi durante il percorso per dare vita a qualcosa di originale ed utile. “In Axa crediamo che investire sulle competenze sia una chiave di integrazione, crescita e valorizzazione delle persone”, dichiara Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia. “Per questo ci impegniamo nel costruire le skill del futuro, assicurando eguali possibilità per affermare il proprio talento. In particolare, con il progetto Girls Co deUp, vogliamo sostenere le donne che desiderano esplorare le discipline scien tifiche e contribuire a ridurre il gender

100 SmallGiants | Inverno 2022 Women friendly
Codemotion e Axa Italia lanciano insieme Girls CodeUp, progetto educativo per formare le programmatrici del futuro L’INIZIATIVA COINVOLGERÀ PIÙ SCUOLE ITALIANE: PARTECIPERANNO 200 STUDENTESSE DEL TRIENNIO DELLE SUPERIORI

gap in ambito digitale. Vogliamo trarre il meglio dallo scambio fra esperienze e percorsi culturali diversi, offrendo alle studentesse strumenti utili per orientarsi nel panorama Steam, che sempre più ha bisogno del loro prezioso contributo, in ottica di contaminazione positiva, per una società più inclusiva, e quindi più sostenibile”.

“In questa progettualità metteremo a disposizione le nostre conoscenze in am bito big data, machine learning e intelli genza artificiale e un dataset sull’area

health, su cui le studentesse svilupperanno i possibili use case legati all’ambito salute, benessere e prevenzione”, prosegue Anna Maria Ricco, chief operation officer di Axa Italia. “Vogliamo portare nelle scuole la nostra esperienza su questi temi, con l’idea che oltre a lavorare sulla costruzione di competenze tech & data sia necessario accelerare il cambiamento culturale, av vicinando ancora di più le nuove genera zioni e in particolare le ragazze, alle po tenzialità delle nuove tecnologie e alle professioni Steam. In quest’ottica i colleghi

di Axa Italia, esperti nelle diverse tema tiche, saranno impegnati in momenti di formazione, volti a dare un contributo attivo alla riduzione del gender gap nel settore tecnologico”. Un progetto che aderisce al manifesto di Repubblica Di gitale, l’iniziativa strategica nazionale, coordinata dal dipartimento per la tra sformazione digitale della presidenza del Consiglio, che ha l’obiettivo di ridurre il divario digitale e promuovere l’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese.

101 Inverno 2022 | SmallGiants Women friendly
Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia AXA ITALIA

Le imprese culturali e creative (Icc) d’Italia impiegano 1,5 milioni di persone. E producono tanta ric chezza: non solo per lo spirito. Valgono infatti 88,6 miliardi di euro (96 in fase pre-Covid) tra l’altro da moltiplicarsi per 1,8 se si tiene conto dell’indotto ge

nerato. Su questi ed altri numeri, elaborati da Fondazione Symbola, si è riflettuto a LuBeC, il cantiere della cultura che da 18 anni si tiene a Lucca e che torna ad essere occa sione di dibattiti e confronti (318 i relatori) su un soggetto sempre più strategico.

Cosa sono le Icc?

La mente va a musei, teatri, cinema, com parti che nell’immaginario comune diffi cilmente vengono associati all’idea di im presa, anzi. Salvo scoprire, per esempio, che il Teatro alla Scala ha mille dipendenti e un bilancio di 115 milioni per un terzo

SmallGiants | Inverno 2022 Impresa in numeri RICCHEZZA NON SOLO PER LO SPIRITO
Le imprese culturali e creative in Italia valgono 88,6 miliardi e hanno un ruolo centrale nel processo di modernizzazione del nostro Paese 102 I settori del rapporto Architettura e design Performing arts e arti visive Patrimonio storico e artistico 54,9% VALORE AGGIUNTO Core cultura Creative driven Attività che impiegano contenuti e competenze culturali e creative per accrescere il valore dei propri prodotti (moda, mobilio, agroalimentare, ecc.) 45,1% VALORE AGGIUNTO Comunicazione Videogiochi e soſtware Audiovisivo e musica Editoria e stampa

Impresa in numeri

Quanto occupano e producono cultura e creatività

Valore aggiunto

88,6 miliardi di euro (totale economia: 1.590,7)

5,6%

Peso percentuale sul totale economia

generato dalla biglietteria. E su tutto: quella delle Icc è una famiglia sempre più allargata, che fa capo alle imprese core cultura e alle creative driven.

Le Core Cultura producono beni e servizi culturali per 48,6 miliardi di euro e rien trano in sette aree:

• Patrimonio storico e artistico

• Architettura e design

• Comunicazione

• Audiovisivo e musica

• Videogiochi e software

• Editoria e stampa

• Performing Arts e arti visive

Le Creative Driven sono le aziende che impiegano i contenuti e le competenze culturali per accrescere il valore dei propri prodotti, un meta-comparto che genera 40 miliardi di euro e nasce dall’alleanza del mondo della cultura con quello del

l’imprenditoria. Un esempio: i freni in car bonio ceramico Brembo, che se non fossero freni sarebbero un’opera d’arte, come fu riferito quando si aggiudicarono il premio di design Compasso d’Oro.

Chi sale?

Il settore dei videogiochi. Secondo IIdea, l’associazione dell’industria del gaming, nel 2021 si è registrato un giro d’affari di 2 miliardi e 243 milioni di euro, numeri festeggiati e indagati al Lucca Comics & Games.

Dove si genera più valore?

In Lombardia (23,8 miliardi di euro). Mi lano, nello specifico, è regina assoluta nella top ten delle città che più di tutte ha un ruolo di primo piano nelle Icc. Alle spalle, ma a parecchia distanza, c’è il Lazio, con un valore che supera di poco i 13 mi liardi di euro.

Occupazione

1.459.800 unità (totale economia: 25.125.300)

5,8%

Peso percentuale sul

totale economia

Innovazione

La rivoluzione digitale ha profondamente modificato il modo in cui i beni culturali vengono prodotti e consumati. Innovare i processi, i fattori organizzativi, il grado di tecnologia delle Icc è dunque imprescindi bile: lo chiede il mercato. Si registra infatti un boom di start up di settore, in risposta i parchi scientifici lanciano comparti d’acce lerazione ad hoc per una tipologia di imprese fino ad ora non contemplata: su tutti il Science Park di Trieste. Si mobilitano le università, il caso del Polihub di Milano. E soprattutto si mobilitano fondi sempre più importanti: la società consortile ArtER, con Regione Emilia Romagna e altri enti, ha vinto il bando dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia aggiudicandosi 150 milioni di euro da condividere con altre 5 città europee. Obiettivo: sostenere i processi di innovazione, digitalizzazione e collaborazione del sistema delle Icc.

103 Inverno 2022 | SmallGiants

QUANDO L’ARTE INCONTRA LA TECNOLOGIA

105 Inverno 2022 | SmallGiants Cultura
interattive ed esperienziali: Next Exhibition esplora le frontiere dell’innovazione mettendole a servizio della cultura
Mostre

Next Exhibition è nata nel 2017 come spin off di Dimensione Even ti, società di organizzazione di entertainment events, distaccandosi dalle attività tradizionali per puntare sul mondo della cultura e delle mostre. Ha iniziato a operare in Italia con esposizioni d’arte tradizionale (opere e fotografie), ma fin da subito ha riconosciuto nell'aspetto multimediale e tecnologico una strada si curamente da percorrere, sia per distin guersi dalla concorrenza, sia per andare incontro a quello che il pubblico stava cercando: l’interattività nella fruizione di una qualsiasi esperienza, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Per questo, il presidente Roberto Indiano ha creato con il tempo una società dedicata allo sviluppo non solo di mostre tradizionali, bensì anche e soprattutto di exhibitions a carattere multimediale. Il primo artistabrand, apripista delle progettualità della società, è stato Van Gogh, forse la figura più forte al mondo in questo campo. Che è stato seguito poi da altri del calibro di Frida Kahlo, Monet, Pompei e Leonardo da Vinci.

Next Exhibition è nata in Italia ed è ormai oltre la fase di startup, essendo cre sciuta e diventata a tutti gli effetti una piccola media impresa. Mentre progrediva l’attività, si è evoluta anche la compagine aziendale. All'inizio la società era sostan zialmente in mano soltanto al presidente Roberto Indiano: tuttavia, mentre l'evolu zione strategica, finanziaria e operativa proseguiva, si rendeva necessario l’inseri mento di nuove figure, sia professionali sia istituzionali.

“A livello di nuovi partner, sottolineo il fatto che quasi tutti i nostri soci hanno portato know how e competenze, oltre naturalmente ad aver iniettato capitali”, spiega Indiano. “Il primo a credere nel

nostro progetto è stato Javier Gomez, im prenditore noto in Italia per aver introdotto e sviluppato il marchio Flying Tiger, catena di negozi retail. In seconda battuta, attra verso una campagna di equity crowdfunding, sono entrati un gruppo editoriale e alcuni imprenditori privati di esperienza. Ultimo entrato il gruppo Betacom, una software house italiana che ci sta aiutando a svilup pare tutta la componente tecnologica al l’interno dei nostri asset.”

La società si sta specializzando in due rami di prodotto specifici. Il primo, più a carattere tradizionale, vede delle exhibitions temporanee, della durata in media di tre mesi, in cui sono esposte opere originali o fotografie. Queste sono naturalmente più legate all'ambito della cultura intesa nella sua classicità, pur senza tralasciare spazi multimediali e interattivi, per creare en gagement in una clientela il più eterogenea possibile. Il secondo filone, invece, che sta diventando il core business della società e ci sta aiutando nella scalabilità, sono le mostre a carattere digitale. Quindi mostre, o meglio esperienze, dematerializzate. Come ad esempio una mostra immersiva totalmente proiettata all’interno di un grande spazio bianco, che diventa di fatto un museo proiettato. O addirittura un’espe

di Federico Morgantini
106 SmallGiants | Inverno 2022 Cultura “IL 30% DEI VISITATORI È COMPOSTO DA PERSONE DI ETÀ INFERIORE AI 35 ANNI: IL NOSTRO FORMAT ATTRAE UN TARGET SOLITAMENTE LONTANO DAL MONDO DELLE EXHIBITION”

rienza vissuta con un visore Vr che, una volta indossato, permette al visitatore di entrare in un mondo virtuale, che rappre senta di fatto l’avanguardia del metaverso.

“Queste produzioni consentono una serie importante di vantaggi”, spiega Indiano. “Il primo è di carattere economico, perché il costo della produzione del software, in terna all’azienda, viene ammortizzato sem pre di più ogni volta che viene riprodotta la mostra. Il secondo è la contemporaneità, in quanto una mostra digitale può essere prodotta in più location, anche a migliaia di chilometri di distanza fra di loro, con temporaneamente. Da qui il terzo vantag gio, commerciale, perché il carattere in novativo e tecnologico attrae un target di visitatori solitamente lontani dal mondo della cultura tradizionale e non avvezzi a visitare le mostre. Nostro grande vanto è che quasi il 30% dei nostri visitatori è composto da persone di età inferiore ai 35 anni.”

Next Exhibition vede una crescita di pro

duzioni proprio grazie alla scalabilità dei progetti multimediali. Negli ultimi due anni la società ha infatti avuto uno sviluppo esponenziale dal punto di vista geografico. La prima società controllata è stata aperta nel 2021 in Spagna, a Madrid, dove ha ri

prodotto i progetti italiani di maggior suc cesso. A oggi l’azienda ha mostre attive a Madrid, Valencia e Siviglia. Il secondo passaggio è stato l’apertura della filiale in Gran Bretagna, a Londra, con la Next Exhibition Group Ltd, società controllata al 100% da quella italiana. L’ultima nata è la società americana, anch'essa partecipata al 100%, che fungerà da apripista della progettualità nel mercato americano, culla dell’edutaiment, che rappresenta sicura mente uno dei mercati più importanti sia per bacino d'utenza potenziale, sia per l'attenzione che viene data a questo tipo di progetti. Infine il business dell’azienda si è arricchito di una produzione nella città di Doha, in Qatar, partita in conco mitanza con i mondiali di calcio. Qui, nei seguenti 14 mesi, la società svilupperà quattro esposizioni consecutive mescolando tradizione e innovazione.

“Come in ogni piano strategico, per noi la scalabilità diventa il focus primario, il più importante. Il prossimo step è sicura mente quello di consolidare il mercato italiano e quello spagnolo, mentre quello inglese avrà il suo boom nel 2023. Gli Stati Uniti vedranno l’apice nel 2024 e 2025 e nel contempo puntiamo al mercato del far east, in cui stiamo già muovendo i primi passi attraverso dei promoter loca li”.

“La finanza deve sostenere spesso i pro getti strategici, e proprio per questo Next Exhibition è sempre più attenta all’inseri mento nel proprio capitale di investitori privati, istituzionali e nuovi soci impren ditori” afferma Alberto Bressan, direttore finanziario. “Il prossimo passaggio sarà quello di utilizzare alcuni strumenti ob bligazionari per finanziare, moltiplicare e accelerare la crescita sui mercati anglo sassoni. La nostra idea è quella, nel 2025, di fare un passaggio sul mercato borsistico, attraverso una Ipo, arrivando a una quo tazione sul mercato, tramite la borsa di Sydney o quella di Parigi, entrambe molto attente alle società tecnologiche come la nostra. Questo naturalmente ci consentirà di avere una visibilità internazionale im portante a livello b2c, ossia con i consu matori finali, ma soprattutto a livello di b2b, inteso come bacino d'utenza di fi nanziatori e potenziali investitori”.

www.nextexhibition.it

107 Inverno 2022 | SmallGiants Cultura
Alberto Bressan, direttore finanziario
NEXT EXHIBITION • PIEMONTE
Roberto Indiano, presidente di Next Exhibition

Fondazione Cariplo brilla nella co stellazione delle 86 fondazioni ita liane di origine bancaria, tutte nate all’alba degli anni ‘90 su spinta della Amato-Carli, la legge che separò l'at tività di credito da quella filantropica. Ad oggi le fondazioni bancarie hanno erogato 26 miliardi di euro, di cui 3,5 fanno capo a Fc, che annualmente mette sul piatto della filantropia 150 milioni per progetti di ricerca scientifica, arte e cultura, ambiente e servizio alla persona. Il tutto è destinato alla Lombardia e alle province di Novara e Verbania.

I progetti vengono costruiti in risposta ai bisogni, spesso impellenti, come nel caso della povertà digitale, la spada di Damocle sul capo di un Paese che cavalca la rivolu zione 4.0 con velocità diverse, tra eccellenze e arretratezze territoriali, oltre che del sin golo.

L’Italia gradualmente guadagna posizioni nel Desi, l’indice che misura il grado di di gitalizzazione in Europa: abbiamo abban donato il 25esimo posto grazie all’integra zione delle tecnologie nei processi produt tivi, guadagnando la ventesima posizione, ma ci collochiamo di nuovo in fondo per competenze digitali. Lo spieghiamo coi numeri: solo il 42% dei cittadini ha le competenze digitali di base, contro il 56% della media europea, e solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% nell’Ue).

Ridurre la forbice che ci separa dal resto

dell’Europa, offrendo la possibilità di accesso alle competenze digitali, è uno degli obiettivi della Fondazione che negli ultimi anni ha messo in campo più iniziative. Alcune sono di lungo respiro, altre sono la risposta im mediata e pratica a una necessità contin gente. In piena pandemia, per esempio, con Intesa Sanpaolo ha donato 3.650 per sonal computer e 200 tablet agli studenti che ne erano sprovvisti affinché, nella fase della didattica a distanza, potessero seguire le lezioni da remoto e in seguito, alla ripresa della scuola in presenza, potessero

108 SmallGiants | Inverno 2022 Cultura Non c’è sviluppo senza cultura digitale Iniziative di ampio respiro e risposte a necessità immediate: così Fondazione Cariplo riduce il nostro gap con il resto dell’Europa PER LA TRANSIZIONE TECNOLOGICA SERVONO COMPETENZE DI BASE: DA QUI NASCE MEET, IMPRESA SOCIALE NATA PER CREARE OPPORTUNITÀ E FAVORIRE LA CRESCITA DELL’ECONOMIA

accedere a una didattica aggiornata, fatta anche, appunto, di piattaforme digitali. Dal 2020 ha inoltre mobilitato 6 milioni di euro per ridurre il divario digitale nelle province più colpite dalla pandemia, Ber gamo, Brescia e Lodi. L’iniziativa è stata condivisa con l’impresa sociale Con i Bam bini.

La cultura digitale ha trovato una casa, la sua prima in Itala, a Milano, nel fu cinema Oberdan, acquistato appunto da Fondazione Cariplo, che ha ristrutturato l’edificio affidandosi a firme illustri, su tutte quella di Carlo Ratti. Qui ha sede Meet, il primo Centro Internazionale per la Cultura Digitale, guidato dalla vulcanica Maria Grazia Mattei. Nato come impresa sociale con la missione di contribuire a colmare il divario digitale nel nostro Paese, Meet parte dal presupposto che l’innova zione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico, e che la diffusione della cultura digitale favorisca non solo la crescita dell’economia, ma anche delle opportunità e del benessere per tutti i cittadini. Insieme a Regione Lombardia, Comune

di Milano e i fondi del Pnrr, la Fondazione ha lanciato il progetto Musa, che consiste in un’azione di sostenibilità urbana su più livelli. L’obiettivo è fare di Milano l’ecosi stema della tecnologia e dell’innovazione per la rigenerazione della città. Alla base c’è l’alleanza dei quattro maggiori atenei milanesi: Politecnico, Bocconi, Statale e Bicocca, impegnati nel trovare soluzioni in ambito sociale, economico, dell’ambiente e tecnologico. Così come la Fondazione è tra gli attori di Mind, il distretto dell’inno vazione che ha preso forma alle porte di Milano, all’interno dell’area di Expo 2015. Una cittadella delle scienze informatiche e della vita, dove operano aziende, campus universitari ed enti di ricerca.

Altro progetto di Fondazione Cariplo in collaborazione con due atenei milanesi, oltre che con la leggendaria Harvard, è Top, che sta per “Programma di tutoraggio online”, un’operazione di supporto allo studio che - è stato calcolato - in tre mesi ha avuto un effetto sul rendimento scolastico pari a nove mesi di apprendimento. È già partita l’edizione 2022-2023. Top si basa

su un modello messo a punto da ricercatori della Bocconi e della celebre università di Cambridge, nel Massachusetts: coinvolge precettori, tutti volontari, formati sui principi pedagogici e metodologici pensati per ac compagnare i ragazzi in difficoltà. Perché è evidente che le conoscenze e le compe tenze digitali possono attecchire solo lad dove sono state assimilate quelle di base, corrispondenti alle antiche saper leggere, scrivere e far di conto. Quelle che i test In valsi dimostrano essere dubbie in uno stu dente su due pur in un’Italia a macchia di leopardo, ovvero tra picchi e cadute.

Sempre in tema di divario digitale da colmare, sotto l’ombrello Cariplo prospera l’Innovation Social Lab che promuove per corsi di formazione rivolti al terzo settore (enti privati attivi nell’assistenza alle per sone, tutela dell’ambiente, sanità). Fra le azioni prevale quella volta a potenziare la digitalizzazione: nel campo della gestione efficace ed efficiente delle organizzazioni, nella gestione ed analisi dei dati, nell’in gaggio e nella costruzione di comunità.

www.fondazionecariplo.it

109 Inverno 2022 | SmallGiants Cultura
Sopra e nella pagina a fianco l’inaugurazione dell'hub di Sabbio Chiese (BS) nell’ambito del progetto Dad (Differenti approcci didattici) contro la povertà digitale CARIPLO • LOMBARDIA
FORBES BRAND FOR COMMUNITY EVENTS / NEWSLETTER / WEB/ SOCIAL / PODCAST / TV FORBES IL PIÙ GRANDE E PRESTIGIOSO SISTEMA DI COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE PER CONOSCERE LE STORIE, I PROGETTI E LE VISIONI DELLE DONNE E DEGLI UOMINI DI SUCCESSO CHE STANNO CAMBIANDO IL MONDO. 100 RESPONSIBILITY FORBES SUPPLIED 2022 Supplemento al volume 61, novembre 2022, di FORBES ITALIA registrazione presso Tribunale di Milano al n° 260 del settembre 2017. Copia non vendibile separatamente 100 Campioni della Sostenibilità ANTONIO BARANI RESPONSIBILITY DE GIORGI FA VOLARE IL VOLLEY DOV’È IL NUOVO CENTRO DEL MONDO BONOMI, PANE E INVESTIMENTI IL PREMIER CON IL PATRIMONIO DA RE NOVEMBRE, 2022 Italia 4,90 euro CH CT 11,30 Chf Côte d’Azur 9,00 euro Anno 6 N° 61Novembre 2022 Periodicità: mensile Prima immissione: 10/11/2022 MensilePoste Italiane SpaSpedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma LO/MI Classifiche di Ronaldo e Messi COVER STORY I GRANDI DEL VAPORE LE TERME ITALIANE PIÙ ESCLUSIVE, MODERNE E PIENE DI FASCINO Da sinistra: Francesco Varni, ceo & chief of corporate activities and development di Qc Terme, Saverio Quadrio Curzio e Andrea Quadrio Curzio, proprietari dell’azienda SPECIALE HEALTHCARE DALLE VITAMINE AL DIGITALE

UN ANNO DI SMALL GIANTS

111 Inverno 2022 | SmallGiants Roadshow
I volti dei protagonisti e gli appuntamenti del futuro: il tour di Forbes Italia alla scoperta delle pmi italiane ha chiuso il 2022 con la tappa pugliese

Un viaggio nella penisola col supporto di Confindustria Piccole e medie imprese, associazioni, enti finanziari e grandi aziende: un dialogo costruttivo con l’obiettivo di trovare soluzioni innovative per costruire il futuro

In Italia le Piccole e medie imprese rappresentano lo zoccolo duro del l'economia. Basti pensare che coprono più del 95% del totale delle aziende operanti sull’intero territorio e che gene rano oltre il 70% del fatturato, impiegando circa l'81% dei lavoratori. Proprio in virtù del peso che hanno nel sistema economico italiano, si rivela necessario che queste imprese abbiano voce in capitolo, colla borino tra di loro e cerchino soluzioni di cooperazione anche con grandi aziende, associazioni e banche. Insomma, con tutti gli attori del tessuto industriale e del l’ecosistema finanziario italiano che, in sieme, possono offrire un supporto im portante nel superare l’attuale congiuntura economica, fatta di precarietà negli equi libri geopolitici, di grandi cambiamenti e, a volte, anche di incertezza. Il progetto Forbes Small Giants è nato all’inizio di quest’anno con l’intenzione di

dar voce proprio a loro, i Piccoli Giganti, quelle realtà di dimensioni a volte modeste ma giganti per intelligenza, coraggio, in novazione. È nato con l’intenzione di re plicare il sistema editoriale di Forbes Italia e dedicarlo interamente alle pmi, con un trimestrale, un sito che offra una finestra sul mondo delle pmi e con l’aggiunta di un particolare: il roadshow. Un viaggio di sei tappe in diverse località del Paese, che porti all’attenzione del pubblico locale e nazionale le storie delle aziende e dei loro imprenditori. Tutto è iniziato il 30 marzo 2022 all’Albereta, un relais immerso tra le colline della Franciacorta, in provincia di Brescia. È proseguito con Torino, Trieste, Firenze, Sassari ed è terminato con la tappa pugliese, dove è stato registrato il record in termini di affluenza e di numero di speaker. Confindustria ha accompagnato Forbes lungo tutto il percorso, raccontando a

ogni evento la situazione delle pmi del territorio ed esponendo sfide e ostacoli da superare per puntare ad un futuro migliore. Durante le tavole rotonde si sono confrontati imprenditori locali e manager di aziende nazionali che forni scono servizi alle pmi, con l’obiettivo di risolvere criticità e trovare soluzioni. Non ché di portare all’attenzione tutte quelle imprese che ogni giorno, spesso senza le luci della ribalta, offrono occupazione, lavoro, reddito e spesso felicità a tante famiglie italiane. Quelle realtà che, no nostante l’export sia stato messo a re pentaglio dai nuovi equilibri geopolitici e la salute finanziaria dal caro energia, continuano a lavorare per trovare nuovi strumenti e metodi utili a portare il made in Italy in giro per il mondo e a valorizzare il loro lavoro quotidiano.

Ci sono due modi per affrontare le crisi: subire passivamente i cambiamenti e ri manere immobili, oppure considerare ap procci nuovi, verso mercati diversi e con modalità innovative. L’obiettivo di Small Giants, in un certo senso, è stato anche questo: creare uno spazio di confronto

112 SmallGiants | Inverno 2022 Roadshow
Il 31 maggio è stata la volta di Torino, al Qc Terme. In foto Alberto Arrighi, direttore Qc Terme, intervistato da Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia e moderatore delle tavole rotonde La quarta data, il 13 settembre, al Four Seasons di Firenze, realizzata in collaborazione con Kon Group

Il 12 ottobre il tour è giunto in Sardegna, ad Alghero (SS), nella tenuta Sella e Mosca

Gli

23/02 Bergamo

15/03 Salerno

18/04 Treviso

10/5 Bologna

22/06 Cagliari

4/7 Ancona

14/09 Lecce

12/10 Perugia

10/11 Palermo

affinché imprenditori, manager e dirigenti si guardassero negli occhi e reagissero insieme alle difficoltà, trovando nuovi spunti e idee per costruire insieme l’Italia del futuro. Su temi che vanno dalla digi talizzazione alla sostenibilità, passando per l’internazionalizzazione e il passaggio generazionale, tutti affrontati con il sup porto di esperti del settore e case history.

113 Inverno 2022 | SmallGiants Roadshow
Dopo la tappa conclusiva di Ostuni, in provincia di Brindisi, il roadshow va in vacanza. Ma ritornerà presto: il 2023 si aprirà con Bergamo, a febbraio, e prose guirà con Perugia, Treviso, Bologna, An cona, Salerno e Palermo. Insomma, il tour non finisce qui. E tornerà nella spe ranza di continuare ad essere uno di spazio di riferimento per tutti quei Piccoli Giganti che vogliono avere un ruolo attivo nella crescita dell’Italia. appuntamenti del 2023
tappa di apertura a L’albereta, in
Gli speaker dell’ultima incontro in Puglia, alla Masseria Traetta di Ostuni (BR)
La
provincia di Brescia
CANALE 222 DTT CANALE 259 DTT CANALE 60 TASTO @ in streaming su bikeplay.tv e su bikechannel.it LA TV IN MOVIMENTO
115 Inverno 2022 | SmallGiants Startup Supporto a 360 gradi: così l’Innovation Center del gruppo Intesa Sanpaolo è diventato un punto di riferimento per le nuove imprese AI PIANI ALTI DELL’INNOVAZIONE

Intesa Sanpaolo Innovation Center è oggi uno dei più au torevoli e riconosciuti poli del l’innovazione a livello nazionale. Nasce nel 2014 per volontà e su mandato del ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, con l’obiettivo di costruire un’area di go verno che accentri iniziative di innovazione già presenti all’interno delle singole bu siness unit ampliandone l’impatto. Nel 2018 diviene la società del Gruppo dedi cata all’innovazione di frontiera. Esplorare, cercare di individuare e prevedere nuovi trend futuri è il punto di partenza della sua attività, che si concretizza accompa gnando startup e imprese in un percorso di evoluzione e sviluppo. A sottolineare l’importanza strategica di questo tipo di attività e lo sguardo verso il futuro, la sede dell’Innovation Center è stata posta al 31° piano – il più alto dedicato agli uffici – del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

L’

“Il nostro Gruppo ha sempre sentito la necessità di investire nell'innovazione di frontiera, proponendola ai clienti attra verso il paradigma dell’open innovation, e di sostenere gli investimenti delle azien de sia nell'innovazione tecnologica sia nella trasformazione circolare e sosteni bile”, afferma il presidente di Intesa San paolo Innovation Center, Maurizio Mon tagnese. “La nostra attività si estende in molteplici direzioni, dalla ricerca applicata all’intelligenza artificiale, dalla robotica alle neuroscienze, passando per il supporto all’innovazione d’impresa, anche in ottica di transizione verso l’economia circolare, il sostegno per la crescita delle startup innovative e lo sviluppo di ecosistemi di innovazione sul territorio”.

“Il nostro grande vantaggio rispetto ad altri hub dell’innovazione è quello di far parte del più grande gruppo bancario italiano, il quarto per capitalizzazione nell’eurozona, capillarmente diffuso sul territorio nazionale e presente all’estero in 25 Paesi”, continua Montagnese. “Un vantaggio che, grazie alla rete di connes sioni nazionali e internazionali costruita negli anni, ci consente di poter mettere in campo strumenti estremamente efficaci

di promozione dell'innovazione a 360°”. Le startup traggono un vantaggio non secondario dall’essere accompagnate nel proprio percorso di crescita dall’Innovation Center, la cui missione prevede, tra le altre cose, di sviluppare iniziative atte ad individuare e far crescere le startup ad alto potenziale, come la creazione di ecosistemi territoriali, lo sviluppo di per corsi di accelerazione e scale-up interna zionali e la ricerca di nuove soluzioni di finanziamento, in collaborazione con la società di venture capital, controllata al 100%, Neva Sgr.

“Per noi le startup rappresentano un seg mento strategico dell’economia reale. Il nostro ruolo è quello di valutarle e sup portarne la crescita, offrendo servizi di accelerazione e presentandole agli inve stitori. Sul fronte internazionale, inoltre,

116 SmallGiants | Inverno 2022 Startup “LA NOSTRA ATTIVITÀ VA DALLA RICERCA APPLICATA NEL CAMPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DELLE NEUROSCIENZE AL SUPPORTO PER LA TRASFORMAZIONE SOSTENIBILE, FINO AL SOSTEGNO ALLE IMPRESE E ALLO SVILUPPO DI ECOSISTEMI TERRITORIALI”
Il presidente Maurizio Montagnese

le accompagniamo in tour dedicati negli hot spot dell'innovazione, come Israele. Offriamo poi tutta una serie di opportu nità, tra cui l'accesso ai servizi della banca, le finanziamo con il credito, uti lizzando strumenti quali il prestito ga rantito dal Fondo centrale di garanzia e il prestito Convertibile impresa e, in più, effettuiamo, attraverso Neva Sgr, gli in vestimenti in equity”, puntualizza Mon tagnese.

Il bisogno di finanziamenti, specie nelle prime fasi di vita delle startup, è un ele mento essenziale e, su questo versante, il supporto dell’Innovation Center per mezzo dei fondi gestiti da Neva Sgr è un contributo importante, tanto quanto il supporto alla crescita e allo sviluppo del business attraverso l’incontro con aziende già mature che cercano soluzioni inno vative.

“Il ticket medio delle operazioni di inve stimento di Neva Sgr è compreso indica tivamente in un range tra uno e cinque milioni di euro. Siamo consapevoli che al giorno d’oggi gli investimenti in startup, specialmente in Italia, siano ancora rela tivamente pochi e di importo complessivo ancora sensibilmente ridotto rispetto agli altri Paesi europei, ma stiamo già lavo rando, con le nostre iniziative sugli eco sistemi, anche per far crescere questi nu meri”, sottolinea Montagnese.

A questo proposito, nel 2021 è stata su perata la soglia psicologica del miliardo di euro investito nel mercato italiano da investitori istituzionali (fondi di seed e venture capital) e informali (business an gels), ma il nostro Paese è ancora molto distante dall’ammontare di investimenti raggiunto dalla Germania (17,2 miliardi) e dal Regno Unito (34,9 miliardi). Tuttavia, nei primi tre trimestri dell’anno in corso, che hanno manifestato un andamento particolarmente negativo sul fronte dei mercati finanziari tradizionali, si è visto, per contro, un incremento di investimenti venture capital in Italia di più del 109% rispetto allo stesso periodo del 2021. “Noi siamo orgogliosi di aver sempre cre duto nelle startup e di continuare a farlo, perché siamo riusciti negli anni a dare il nostro piccolo grande aiuto a nascenti realtà imprenditoriali, a team di talenti che, grazie alla loro passione, hanno cer

cato di portare avanti le proprie iniziative con perseveranza. Tra le tante startup che abbiamo contribuito ad accelerare ricordo Enerbrain, che semplifica la tran sizione energetica, trasformando i vecchi edifici in smart building per tagliare i consumi energetici e migliorare la qualità dell’aria: ha visto crescere il suo giro d’affari da 900mila euro del 2019 a circa 6,5 milioni nel 2021. Altra startup sup portata è Winelivery, che si occupa della consegna a domicilio di vino e bevande alla temperatura ideale entro 30 minuti

dalla richiesta: ha visto crescere il suo fatturato da 1 milione di euro del 2019 a circa 9 milioni nel 2021”, conclude Mon tagnese.

Da una parte dunque Innovation Center, che tramite l’esperienza dei propri pro fessionisti contribuisce a rendere i sogni realtà, dall’altra non solo aziende, ma storie, storie di persone che vogliono contribuire con le loro capacità e la loro visione a costruire un futuro migliore per tutti noi.

www.intesasanpaoloinnovationcenter.com

117 Inverno 2022 | SmallGiants Startup
INTESA SANPAOLO • PIEMONTE Il polo ospita anche alcuni seminari per far incontrare imprese e istituzioni La sala meeting dell’Innovation Center

Fino al 2009 nel sud Italia era stato realizzato soltanto un investimento seed, ovvero nella fase in cui l’im prenditore di una startup cerca e raccoglie fondi che gli permettano di avviare la sua impresa. Supporto spesso fornito dai venture capitalist che, quando reputano interessanti ed innovative certe idee di business, si propongono come fi nanziatori disposti a contribuire al loro sviluppo e alla loro crescita. Nei quattro anni successivi, dal 2009 al 2012, sono state realizzate ben 53 operazioni di questo genere. Il fatto che proprio a quel periodo risalga la nascita di Vertis Sgr, prima e unica società di gestione del risparmio del Mezzogiorno, non è un caso. L’iniziativa prende forma nel 2007 con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo delle aziende inno vative di quella parte d’Italia che, fino ad allora, era rimasta completamente fuori dal radar degli investitori. “I primi due fondi sono nati tra il 2008 e il 2009 per investimenti di private equity e di venture capital esclusivamente nel sud Italia”, di chiara Amedeo Giurazza, fondatore e ceo di Vertis Sgr nato a Napoli, che già dal 2001 si occupava di private equity nel Mezzogiorno come advisor di una Sgr ba sata a Milano. “Dal secondo semestre 2017, con i fondi Vertis venture 2 scaleup e Vertis venture 3 technology transfer, il raggio d’azione è nazionale, grazie anche alla sede milanese attiva sin da 2014”.

Oggi la società ha raccolto più di 200

milioni di euro e ha in portafoglio imprese innovative provenienti da tutta Italia. Tut tavia, un occhio di riguardo va sempre alla terra di origine del fondatore. “Abbiamo investito complessivamente circa il 65% nel Mezzogiorno”, continua Giurazza. “Inoltre, con i nostri investimenti, abbiamo messo in luce aziende e startup interessanti che hanno attratto ulteriori investimenti provenienti dal centro e dal nord Italia. Basti considerare che per ogni euro investito abbiamo attratto da altri investitori un euro e dieci, quindi più che raddoppiando le risorse per le aziende del sud”. Un vero e proprio circolo virtuoso là dove la parola ‘startup’, fino a pochi anni fa, era una completa sconosciuta. Eppure, il fondatore di Vertis, quando racconta l’inizio del ven ture capital nel Mezzogiorno, non parla di un ‘salto nel vuoto’. Bensì di un’opera zione calcolata: “Avendo lavorato per più di venti anni nel private equity, ho avuto

la possibilità, prima di fondare Vertis, di vedere tante realtà nel Meridione. E mi sono reso conto di quanti imprenditori e startupper svegli e capaci ci fossero, disposti al sacrificio, desiderosi di riscatto e con tanta voglia di trasformare le loro idee in business. Per questo motivo ci ho sempre creduto, fin dal primo giorno. Sapevo che il sud Italia aveva un grande valore ine spresso e che avrebbe avuto soltanto biso gno di qualcuno che lo prendesse sul serio e lo finanziasse”.

E là dove il rischio è eccessivo e non ar rivano le banche, ci arriva il venture capital. Un’attività di investimento che ri guarda non solo le imprese. Attraverso i suoi sette fondi, infatti, Vertis sostiene non soltanto l‘ecosistema italiano delle startup e delle pmi innovative, ma anche il technology transfer, ossia i progetti im prenditoriali nati dalla ricerca universitaria o dalla collaborazione tra incubatori e ac celeratori e gli enti di ricerca. “Si è creato un mercato, si è tracciata una strada dalla quale non si torna più indietro. E questo è stato possibile anche grazie all’intervento di Cdp Venture Capital, che ha fatto in poco più di due anni un lavoro che, senza il suo aiuto, avrebbe richiesto decenni. Grazie agli ingenti capitali che ha a dispo sizione, ha creato nuovi operatori, ne ha rafforzati altri, ha dato vita a una decina di fondi diretti diversi e ha accelerato l’ecosistema italiano del venture capital e delle startup anche attraverso la creazione di una decina di acceleratori distribuiti in tutto il Paese. Certo, siamo ancora dietro a Francia, Germania e ad altri paesi europei,

118 SmallGiants | Inverno 2022 Startup Guardando a Mezzogiorno Ha portato venture capital e private equity al Sud: Vertis oggi ha in portafoglio startup e scaleup da tutta Italia NONOSTANTE ABBIA AMPLIATO IL PERIMETRO DI AZIONE, LA SOCIETÀ NAPOLETANA HA SEMPRE UN OCCHIO DI RIGUARDO PER LA SUA TERRA DI ORIGINE: IL 65% DEGLI INVESTIMENTI SONO ANDATI IN IMPRESE DEL MERIDIONE

ma se consideriamo la nostra situazione fino a qualche anno fa, direi che siamo sulla giusta strada”.

Guardare il bicchiere mezzo pieno è il mood di Amedeo Giurazza, che ha dato però anche delle solide basi alle operazioni della sua società. L'attività si basa su team di investimento ben rodati e di grande esperienza e su un modello distintivo, che prevede un severo processo di ricerca, analisi e selezione delle opportunità di in vestimento. Un modello che punta su pro getti imprenditoriali con elevate prospettive

di crescita alla luce del modello di business, del mercato di riferimento, del posiziona mento di settore, della solidità del piano industriale e delle competenze del mana gement. Tra le scaleup ad alto potenziale in cui Vertis ha investito ci sono realtà come Buzzoole, azienda napoletana di in fluencer marketing in portafoglio da no vembre 2018 che ha sviluppato una piat taforma end-to-end basata sulla raccolta e l'analisi dei big data, che permette ai brand di pianificare campagne di marketing in modo del tutto automatizzato, incremen

tando la loro visibilità sui principali canali social e blog. O come Fitprime, azienda romana di fitness & wellness in portafoglio da dicembre 2020 che ha sviluppato una piattaforma in grado di dare a tutti gli ap passionati di attività sportive la possibilità frequentare le palestre e i centri con i servizi che più si adeguano alle proprie esigenze. Oppure Milkman, una società veronese attiva nel settore smart logistics, che ha sviluppato una piattaforma pro prietaria con l’obiettivo di creare un nuovo modello di corriere dedicato all’e-com merce, in grado di incontrare le esigenze della domanda del B2C in termini di fles sibilità e affidabilità delle finestre temporali delle opzioni di consegna.

Oltre ai principi di etica professionale e al rispetto della compliance in ogni processo decisionale e operativo, anche la sosteni bilità è parte integrante degli investimenti. Per promuovere una crescita responsabile, Vertis integra i fattori Esg all’interno del proprio approccio agli investimenti, sia nella fase di analisi e selezione dei dossier, sia attraverso attività di engagement e di monitoraggio periodico degli obiettivi rag giunti dalla portfolio company sotto il profilo ambientale, sociale e di trasparenza societaria. E per continuare ad alimentare questo ecosistema virtuoso, Amedeo Giu razza ha anche da poco lanciato un’inizia tiva formativa: “Si chiama UniVertis, a marzo partirà un master per analisti fi nanziari di venture capital e private equity con lezioni tenute esclusivamente da ope ratori del mercato. La prima edizione la faremo in presenza a Napoli, con tre mesi di aula e tre di stage, per una durata com plessiva di oltre 800 ore. Abbiamo previsto anche l’attribuzione di molte borse di studio e agevolazioni finanziarie per i re sidenti fuori sede. L’accoglienza ricevuta dai miei colleghi è stata ottima: basti pen sare che per 35 ragazzi e ragazze che ver ranno selezionati per la partecipazione al master ho ricevuto già più di 80 disponi bilità per ospitare stagisti”. L’obiettivo è continuare l’evangelizzazione del venture capital e del private equity nel Mezzogiorno e formare nuove risorse nel mondo della finanza, permettendo a giovani preparati e motivati di entrarvi direttamente dalla porta principale.

119 Inverno 2022 | SmallGiants Startup
www.vertis.it
VERTIS SGR. • CAMPANIA Amedeo Giurazza, fondatore e ceo

Il gelato fa bene al pianeta

Marcel Proust definì il gelato come una pittoresca geografia che pri ma si ammira e poi si converte in un monumento di lampone e vaniglia. Una metafora che prende forma e gusto sia in inverno che in estate, rubando i cuori di chiunque gli si avvicini. Ed è su questa filosofia che Squp ha creato un ge lato confezionato plant-based innovativo, con una netta riduzione di zuccheri, calorie, e naturalmente privo di glutine e lattosio, per soddisfare la voglia di dolce senza an dare a intaccare uno stile di vita sano.

Squp nasce nel 2020 come startup inno vativa nel settore food-tech (nell’area foodscience) con un obiettivo ben preciso: creare un prodotto in grado di generare un impatto positivo nella vita delle persone, celebrando l’inclusività e che soddisfi, mantenendo intatte le caratteristiche di un alimento così importante e di tradizione come il gelato, le esigenze odierne. Da chi conduce uno stile di vita sano a chi, per necessità, non può consumare glutine o lattosio, passando da chi al gelato non ha mai rinunciato. Nasce così l’innovativo ge lato free-from, senza glutine e senza latte, di origini romane di Squp. Un gelato con fezionato a oggi in tre gusti differenti (nocciola, pistacchio e cioccolato) pronto ad ampliare la gamma, vegano e con una percentuale nettamente inferiore di zuccheri e calorie rispetto ai prodotti in commercio. Così che conserva la cremosità e le note di un gelato buono e gustoso.

“La nostra missione è quella di generare un impatto positivo nella vita delle persone attraverso il potere del gelato”, affermano i cofondatori Emanuele Bianconi e Samuel Lonero. “Per raggiungere questo obiettivo, la nostra idea di business si basa sulla creazione di un prodotto innovativo, buono, funzionale ed accessibile. Realizzato con una particolare attenzione alle persone e all’ambiente. Per questi motivi, il gelato è stato realizzato con ingredienti ricercati che conferiscono al prodotto gusto e cre mosità. Vogliamo portare la nostra azienda sempre più lontano tenendo la vision scritta a penna e il business plan a matita”.

Il gelato plant-based Squp viene intera

mente realizzato con ingredienti di origine vegetale e con materie prime attentamente ricercate, con anni di ricerca e sviluppo alle spalle. Verrà presto presentato un nuovo cacao proveniente da Santo Do mingo; quello attuale viene invece dal Perù. Il pistacchio impiegato e ricercato dopo numerosi test proviene, invece, dal medio-oriente. Mentre, per quanto riguarda la nocciola, il marchio sceglie il nostro paese, l’Italia.

Il gelato viene, infine, confezionato al l’interno di barattoli realizzati con materiale riciclabile con certificazione Fsc (garanzia che i prodotti provengano da foreste gestite in maniera responsabile, garantendo così benefici ambientali, sociali ed economici) e TÜV Austria, una scelta che dimostra l’impegno di questa nuova realtà nella ge stione delle risorse utili per limitare l’im patto ambientale.

www.squpgelato.it 120 SmallGiants | Inverno 2022 Startup
Squp nasce nel 2020 con l’obiettivo di creare un prodotto vegano e gustoso, salutare per consumatori e ambiente “INNOVATIVO, BUONO E SANO: SONO QUESTI I VERI CAPISALDI DELLA NOSTRA IDEA DI BUSINESS, FRUTTO DI UN’ATTENTA FASE DI RICERCA E SVILUPPO” SQUP • LAZIO
Da sinistra, Emanuele Bianconi e Samuel Lonero

Complice la tecnologia, stare al passo con le tendenze è sempre più diffi cile. Questo si riflette nelle nostre scelte di shopping, che ci inducono spesso a fare scelte frettolose, da rimpiangere poco dopo per motivi di budget, spazio, e, soprattutto, ambientali. Avere a completa disposizione un guardaroba illimitato, che però non occupi in via permanente l’armadio dando, altresì, l’opportunità di variare il proprio stile a seconda dell’umore della giornata sarebbe, è proprio il caso di dirlo, un sogno. The Paac ha trasformato questa idea vincente in business.

Gli artefici sono il ceo Alessandro Franzese, Antonio Carmine Napolitano (creative di rector) e Raffaele Solaro (cmo), che nel 2020 hanno lanciato la startup partendo dal modello della sharing economy. Il suo funzionamento è semplice: ti iscrivi, scegli il piano più adatto alle tue esigenze (tre le opzioni, 69 euro per il piano Smart, 39 per il Basic, 49 per l’Event) e scegli quattro capi dal sito con l’aiuto di un personal shopper high-tech. Il tuo “Paac” arriverà tramite corriere con i capi, che potrai in dossare per una, due settimane oppure per un mese, a seconda del piano selezio nato. Al termine di questo periodo, potrai acquistarli a un prezzo scontato o restituirli.

“L’idea è nata una sera, mentre aspettavo che la mia ragazza si preparasse per uscire: osservava il guardaroba pieno di vestiti e diceva di non avere nulla da mettere. In quel momento ho avuto l’idea e ho creato

una soluzione di fashion leasing che riducesse l’impatto ambientale della moda”, spiega Franzese.

A proposito di impatto ambientale, uno studio della University of Manchester rivela che, in media, circa il 12% del guardaroba di una donna rimane “inattivo”. E ogni anno vengono gettati 92 milioni di tonnel late di indumenti. “Ottimizzando, e allun gando, la vita dei capi, lasciando alle utenti la possibilità di trattenere i loro preferiti, risparmiamo circa 250mila litri d’acqua e 250 chili di co2 l’anno per ogni utente attivo sulla piattaforma”.

Finora, la startup ha raccolto circa 430mila euro. “Grazie al capitale raccolto siamo riusciti a migliorare il servizio, e sviluppare una tecnologia che ci garantisce un elevato tasso di soddisfazione e fidelizzazione. Inoltre, stiamo aprendo un round per rac cogliere un milione di euro, che ci permet terà di avviare il processo di internaziona

lizzazione e sviluppare ulteriormente il servizio in Italia”.

Al momento sono 20 le collaborazioni con i brand di fascia medio-alta. Inoltre, è stato aperto un canale B2B2C: “In questo caso ci poniamo come partner per il brand, offrendo un servizio personalizzato grazie a un approccio da full service provider. Questo permette al brand di lanciare un’ini ziativa sostenibile senza dover creare un team ad hoc. Inoltre, si possono capitalizzare prodotti di stagioni attuali e precedenti senza dover creare collezioni specifiche, preservando

posizionamento

brand”. www.thepaac.com

121 Inverno 2022 | SmallGiants Startup
il
Guardaroba in affitto Ti iscrivi, scegli i capi e li noleggi. Poi decidi: comprarli o restituirli. The Paac è la startup che vuole rivoluzionare lo shopping IL 12% DEL VESTIARIO DI UNA DONNA RIMANE INATTIVO E VENGONO GETTATI 92 MILIONI DI TONNELLATE DI INDUMENTI ALL’ANNO: IL FASHION RENTAL È L’ULTIMA TENDENZA DELLA MODA CIRCOLARE E A BASSO IMPATTO THE PAAC
del

INFRASTRUTTURE L’UNIONE FA LA SICUREZZA

La sicurezza è scesa in pista. Letteral mente. In quel tempio riconosciuto della velocità, l’Autodromo Nazionale di Monza, che per un giorno (il 12 ot tobre scorso, anniversario della scoperta del l’America) è diventato anche un maxi-labo ratorio di innovazione e testing. Merito di una manifestazione, Visione Sicurezza, che saputo riunire nel circuito del capoluogo brianteo, place to be 2022 anche in virtù del Centenario della struttura e dei successi della squadra di Sensi e Pessina, ben 500 specialisti delle in frastrutture stradali e ferroviarie, tra dirigenti e funzionali del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, progettisti, imprenditori, sviluppatori di tecnologie concepite per mettere in sicurezza e far durare a lungo, tra le altre cose, i ponti e le gallerie.

Visione Sicurezza è un progetto forte di 35 Sponsor giunto alla terza edizione e rivolto ai professionisti delle infrastrutture il cui lavoro, però, come è noto, è determinante per consegnare alle comunità reti sempre più sicure e rispettose dell’ambiente, due obiettivi che si possono raggiungere anche e soprattutto grazie all’innovazione. Il messaggio di Visione Sicurezza, per quanto riguarda le strade, è stato anche e soprattutto quello di Jean Todt, oggi Inviato Speciale Onu per la Sicurezza Stradale, collegato via video con i partecipanti per condividere con loro quello che è molto più di un impegno, mentre sul fronte ferroviario è stata importante la voce di Anceferr, l’associazione delle imprese del settore guidata da Vito Miceli, che tra l’altro

ha dichiarato: “Le stazioni appaltanti dovreb bero offrire incentivi, riconoscimenti e age volazioni alle imprese virtuose che considerano la sicurezza non un costo, ma un investimento, e consentire solo a chi ha reali competenze e adeguate professionalità di realizzare gli in terventi, proprio in quanto garantisce gli stan dard di qualità e sicurezza richiesti”.

Green technology

Per sensibilizzare il settore sui temi della si curezza, dell’innovazione e anche della sen sibilità ambientale (l’evento ha compensato le 15 ton di CO2 prodotte investendo in un progetto di tutela forestale in Zimbabwe), la conference&media company Vision, guidata dai ceo Irina Mella Burlacu e Giorgio Mannelli, rispettivamente anche ceo dei Platinum Spon sor Vita International e AstepON, ha organiz

zato un evento “kolossal”, portando sul palco della conferenza ben 30 relatori, tra cui il fi losofo Vito Mancuso e l’innovatore Bibop Gre sta, nonché diversi amministratori delegati e direttori tecnici di aziende del settore, facendo correre in pista i manager, con opportuni trai ning e affiancati da istruttori Puresport, nonché facendo provare loro l’esperienza delle Tesla

122 SmallGiants | Inverno 2022 Road&Rail
formula vincente di un evento unico che ha saputo mettere in rete 500 specialisti di strade e ferrovie Insieme per vivere una mobilità più sicura, innovativa e sostenibile. Mettendo in azione il cuore. È stata la sfida, vinta, di Visione Sicurezza 2022
La
Conference, laboratori, networking ed experience (per esempio la guida in pista) a Visione Sicurezza 2022

autonome portate da Driwell con Noleggio Elettrico. Ultimi ma non ultimi, è il caso di dirlo, i laboratori, con 16 tecnologie fatte toc care con mano ai partecipanti, dai sistemi in novativi di illuminazione per guardrail a luce radente (GuardLED) ai materiali compositi di rinforzo per le strutture.

Cultura tecnica

L’opera di sensibilizzazione di Visione Sicurezza 2022, che ha avuto il patrocinio di Mims (Mi nistero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), Ansfisa (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Infrastrutture Ferroviarie, Stradali e Autostradali), Anas (Gruppo FS Ita liane) e Cni (Consiglio Nazionale ingegneri),

che ha erogato sei crediti formativi, proseguirà anche attraverso un nuovo magazine rivolto agli addetti ai lavori, Vision Journal, le cui edizioni speciali cartacee sono state presentate ufficialmente proprio nel corso dello “special day” dell’Autodromo lombardo. Racconta e racconterà esattamente i temi di Visione Si curezza: la sicurezza, l’innovazione e la so stenibilità ambientale di strade e ferrovie. Trovate l’edizione digitale e anche il numero zero del cartaceo, in versione sfogliabile, su www.visionjournal.it

Network specialistico Chiudiamo sottolineando ancora una volta l’importanza del messaggio di Visione Sicu rezza: l’unione di intenti tra tutti gli attori della filiera delle infrastrutture, dai normatori ai gestori, dai progettisti agli imprenditori, agli sviluppatori di tecnologie. A Monza, come

abbiamo ricordato, erano in 500, in presenza, decisamente di più ci seguono costantemente, ogni giorno, su web e social, con uno spirito che è soprattutto quello dei costruttori di ponti o di gallerie: lo spirito della connessione per andare - tutti insieme - in un’unica dire zione, quella del miglioramento costante delle opere che ci consentono di muoverci. Per farlo occorre la buona tecnica, naturalmente, ma anche quello spirito che sa gettare il cuore oltre l’ostacolo, quel “coraggio”, ovvero “azione del cuore (cor, cordis)” che il professor Mancuso sul palco di Monza ha indentificato come sintesi piena di senso dei termini “si curezza” e “visione”. L’intelligenza dell’andare oltre ma poggiando sempre su solide basi, fatte di competenza e serietà. Per saperne di più: www.visionesicurezza.it

*Responsabile Comunicazione Visione Sicurezza

Road&Rail
123 Inverno 2022 | SmallGiants
I ceo di Vision Irina Mella Burlacu e Giorgio Mannelli con (al centro) Fabrizio Apostolo, VisionJ Illuminazione radente G-Light (GuardLED technology) sulla pista dell'Autodromo Nazionale

ISTRUZIONE, CONCORSI E PUBBLICO IMPIEGO

Nel diritto universitario lo studio legale Bonetti & Delia ha condotto molte battaglie: tra queste gli oltre 20mila ammessi a medicina e odontoiatria

Lo studio legale Bonetti & Delia, nato dalla fusione dello studio legale del l’avvocato Michele Bonetti e quello dell’avvocato Santi Delia, portando avanti un nuovo know how dei due avvocati, dal 2005 si è specializzato nella materia del l’istruzione, del pubblico impiego e dei con corsi pubblici, conseguendo numerose ed importanti vittorie in tali ambiti. Nel campo del diritto universitario lo studio legale Bonetti & Delia ha portato avanti di verse e fondamentali battaglie, prima fra queste quella per l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso. Per medicina e odontoiatria sono oltre 20mila gli ammessi nel corso degli anni grazie al percorso giudiziale svolto con lo studio. Molti sono stati i risultati sca turiti dalle battaglie intraprese nel corso degli anni, come l’introduzione della gra duatoria unica nazionale, l’accesso ad anni successivi al primo da corsi di laurea affini o da atenei esteri senza superare la prova di ammissione e l’ampliamento dei posti utili all’accesso.

Lo studio legale Bonetti & Delia, da sempre specializzato nell’ambito del pubblico impiego e nelle varie impugnazioni dei concorsi pub blici, ha ottenuto svariate vittorie in tale set tore, come il ricorso straordinario accolto dal Presidente della Repubblica che ha de terminato l’abilitazione ad oltre un milione di docenti diplomati in magistrale. A tutela del personale sanitario, lo studio attualmente è impegnato in pratiche innovative, tra cui quelle inerenti al diritto alla stabilizzazione anche del personale già di ruolo a tempo in determinato, seppur in categorie inferiori. Inoltre a tutela del personale delle forze del

l’ordine lo studio ha intrapreso una battaglia in merito al mega concorso per il recluta mento di 1.300 allievi di Polizia. Giunta la questione fino alla Corte Costituzionale, è stato possibile consentire migliaia di reclu tamenti.

Infine, lo studio legale Bonetti & Delia si contraddistingue per il costante impegno in tutto il diritto amministrativo, essendo ca ratterizzato da competenze specifiche, le quali risultano fondamentali e necessarie

per affrontare la gestione di contenziosi in dividuali e collettivi in materia di accesso al pubblico impiego, sanità, istruzione e diritto universitario e forze armate. Le punte di diamante dello studio rimangono per tali categorie la materia del diritto all’istruzione, il contenzioso nei concorsi pubblici e il pub blico impiego, dove i due fondatori dello studio legale sono impegnati in prima persona in tutti i tribunali della Repubblica e dinanzi alle giurisdizioni superiori.

124 SmallGiants | Inverno 2022 Avvocato
Gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, fondatori dello studio legale

QUANTO È IMPORTANTE LA STRUTTURA SOCIETARIA

Crescita, innovazione e metodi di controllo dei rischi: l’organizzazione amministrativa e finanziaria deve essere in grado di garantire questi aspetti

Le pmi Italiane affrontano poche volte le tematiche di ristrutturazione e di governance, andando spesso a ri mediare anziché prevenire sui sistemi di controllo e sulle procedure interne. Uno dei principali problemi consiste nella necessità di implementare alcune linee guida interna zionali. Queste infatti sono spesso e progettate pensate per società di grandi dimensioni e/o quotate in borsa, e quindi con molte risorse già organizzate e disponibili.

La mancanza di personale qualificato da re sponsabilizzare per i diversi ambiti ammini strativi, nonchè la difficoltà di gestire decine di fornitori esternalizzati, molto spesso sono due aspetti che costituiscono anche un limite. In questo contesto, molte aziende si ritrovano senza procedure, e senza una chiara defini zione dei ruoli di responsabilità.

Lo Studio Gazzani cerca di guidare le imprese ad una chiara organizzazione amministrativa e finanziaria, aiutando le aziende a individuare la forma di struttura più adatta alle loro esi genze, che permetta il giusto equilibrio tra la crescita, l’innovazione e allo stesso tempo dei metodi di controllo dei rischi e di moni toraggio degli obiettivi minimi della cultura aziendale.

In Italia non è sufficiente essere aderenti alla legge, per la presenza di una burocrazia molto lenta e onnipresente: ecco perché risulta fondamentale e vincente andare oltre gli obiettivi minimi di legge, implementando e aggiornando periodicamente le procedure di controllo. Molte linee guida, come ad esempio gli standard Gli (Global reporting initiative), i Modelli di Governance 231 (un insieme di protocolli che regolano e defini

scono la struttura aziendale e la gestione dei suoi processi sensibili), il Codice etico e il Bilancio di Sostenibilità, possono essere proporzionali alla struttura dell’azienda e contenere gli impatti generati dall’impresa stessa. Seguire linee guida internazionali o sistemi di procedure interne si rivela fonda mentale nella delega di alcune responsabilità in azienda: solo in questo caso la responsa bilità della governance può essere limitata, contenuta e monitorata, fintanto esclusa per l’imprenditore.

Un semplice esempio può essere costituito da un investimento immobiliare fatto da una

società. Se l’investimento, poi rivelatosi scor retto, è stato perfezionato dopo la singola analisi di una sola persona, senza un sistema di controllo in grado di prevenire una possibile frode, il giudice lecitamente contesterà l’ope razione fraudolenta non soltanto all’ammi nistratore, ma anche all’imprenditore stesso. Se invece l’investimento fosse stato concluso in seguito allo Studio di un Comitato Tecnico dedicato, che avesse previsto la doppia au torizzazione all’investimento, l’eventuale pre giudizio potrebbe essere stato limitato e dun que sarebbe stata esclusa la responsabilità dell’imprenditore.

Commercialista 125 Inverno 2022 | SmallGiants
Massimo Gazzani, partner e fondatore di studio Gazzani

C’erano una volta carta e penna

Tra i molteplici effetti collaterali dell’iperdigitalizazzione, il più dolce è sicuramente l’amarcord verso gesti e ritualità del passato. Una nostalgia che spinge, tra le altre cose, a recuperare carta e penna. Perché lo sappiamo bene: nessun calendar digitale avrà mai il fascino di un’agenda di carta, e nessuna mail di invito potrà mai replicare quell’esperienza gentile di aprire una busta in ruvido cartoncino. E

allora in ufficio, accanto agli immancabili portatili e device, a emergere come segno distintivo di stile, ma anche di quella consapevolezza che di solo digitale ci si annienta, saranno proprio quegli oggetti dall’antica grazia che sembravano ormai dimenticati, demodé. Blocchi, quaderni, agende, penne e biglietti, tutti a ricordare che la scrittura è un’arte lenta e salvifica, da difendere in questi tempi vorticosi.

TRECCANI

Per riscoprire la nostra lingua

COLORI FLUORESCENTI E DESIGN ESSENZIALE, i quaderni della linea Definizione di Treccani sono un piacere per gli occhi. Insieme a loro ci sono bloc-notes, kit da disegno, poster e scatolette per le matite, tutti nati dall’idea di far riscoprire, con lentezza, l’immenso patrimonio culturale della lingua italiana. Ogni oggetto invita a ripercorrere l’etimologia di una parola attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani. Proprio come fanno i quaderni della serie Creatività, con copertina in tela e stampa a caldo.

126 SmallGiants | Inverno 2022 Ufficio
Siano lodati i computer, i tablet e la tecnologia, ma il fascino di un’agenda, di una stilografica e della scrittura intesa come arte lenta e salvifica rimane ancora oggi intramontabile

Nostalgia di artigianato made in Italy

CARTE DECORATIVE, taccuini, matite, kit da scrivania, biglietti per gli auguri, agende e porta matite, tutti percorsi da fantasie che arrivano dritte dal passato: sono alcuni degli innumerevoli oggetti creati da Tassotti, storico laboratorio di stamperia creativa che ha raccolto l’eredità dell’antica stamperia Remondini, a Bassano del Grappa. Ambasciatrice dell’alto artigianato made in Italy, la sua carta è stampata esclusivamente a foglio con inchiostro ad alta resistenza alla luce e a base vegetale.

MOLESKINE Compagne di crescita personale

C’è tutto quello che serve a pianificare la quotidianità nelle nuove agende Life Planner di Moleskine, e anche di più: ci sono le pagine in formato mensile per segnare eventi e progetti, le settimane divise in due pagine per appuntare promemoria e idee, e c’è la sezione dedicata agli obiettivi mensili, all'archiviazione delle password e agli elenchi di cose da fare. Ma c’è anche tanto spazio per lasciar correre la creatività. Con la spirale in sughero e le copertine in carta Favini, le Life Planner rivedono il classico concetto di agenda per diventare strumenti di crescita personale.

127 Inverno 2022 | SmallGiants Ufficio
TASSOTTI

PINEIDER Scrittura pregiata

NON SEMPLICI TACCUINI ma oggetti preziosi in cui custodire pensieri, appunti, idee: i quaderni della serie Jazz di Pineider, storica attività manifatturiera nata nel 1774 in Val Gardena, sono un invito a celebrare la scrittura dedicandole tempo e cura. La copertina è in cuoio rigenerato, liscio, con taglietti di finitura sulla costola. Gli interni sono in carta liscia bianca, pronti ad accogliere le piccole grandi avventure della vita quotidiana.

NOTEM STUDIO

Pagine minimaliste di design scandinavo

PER GLI APPASSIONATI di design scandinavo ma non solo, Notem Studio rappresenta il paese dei balocchi della cartoleria. Fondata nel 2017 a Copenhagen, offre una colorata e variegata selezione di agende, bloc-notes, taccuini, quaderni e penne, tutti contraddistinti da fantasie minimaliste e al contempo giocose. Righe, quadretti e monocromi percorrono oggetti che invitano a essere toccati, sfogliati. Tutti i prodotti sono progettati in Danimarca e fabbricati utilizzando carta scandinava.

128 Ufficio

FABRIANO

Un piacere per il tatto

Un omaggio alla versatilità della carta. È quello di Woodstock Bouquet, la nuova linea di quaderni creata da Fabriano. Una collezione di sei quaderni di diversi colori - malva, camoscio, blu intenso, rosso, pistacchio e arancio - realizzati con sei diversi tipi di carta: un piacere per il tatto e una gioia per la vista. I quaderni sono disponibili anche in due abbinamenti: Bouquet Rough, che raccoglie un tris in carta ruvida, e Bouquet Smooth con tre varianti in carta liscia.

Non più semplici taccuini, bensì oggetti preziosi in cui custodire idee e pensieri

129 Inverno 2022 | SmallGiants Ufficio

Io sono M€Taverso

Come fare marketing nel Metaverso

Pagine 176, prezzo 21 €

Attraverso un narratore avatar di nome M€T, nato dalla fantasia dell’autore, il libro offre al lettore una panoramica che ambisce a far comprendere il nuovo fenomeno del metaverso e come esso potrà impattare concretamente nel business e nella vita di tutti i giorni. Il libro è strutturato in quattro capitoli, in cui si affrontano: la genesi del metaverso, il funzionamento e le economie dei principali universi virtuali, le strategie di marketing di ben 26 casi aziendali e, infine, le questioni legali relative alla tutela dei beni e delle proprietà virtuali.

Patrimoni, Famiglie e Matrimoni Conoscere i propri diritti e doveri per scelte consapevoli e serene Armando Cecatiello, avvocato Pagine 192, prezzo € 21,00

Patrimoni, Famiglie e Matrimoni vuole essere un riferimento per le persone che vogliono conoscere i propri diritti e doveri, che hanno non solo intenzione di vivere insieme, o al contrario stanno pensando alla separazione, ma anche desiderano pianificare il loro futuro economico e patrimoniale. In una società dove le relazioni famigliari e le questioni economiche sono divenute sempre più complesse, è necessario essere ben informati. Il libro, frutto dell’esperienza professionale dell’autore, si distingue per la completezza dei contenuti. Accanto a una minuziosa descrizione delle diverse tipologie di famiglia e dei relativi regimi patrimoniali, il testo affronta in modo esaustivo le situazioni di crisi, i metodi di risoluzione dei conflitti e la tutela dei figli.

Capitali per Crescere. La Finanza complementare al servizio delle Pmi Mario Basilico, senior manager di Migliora Independent Advisor

Pagine: 192 Prezzo: € 24,90

Cloud Marketing Creators. L'evoluzione del marketing oltre le nuvole

Simone Ranucci Brandimarte e Sergio Spaccavento

Pagine: 208 Prezzo: € 20

Let's Franchise. 69 segreti per costruire una rete franchising di successo

Davide D'Andrea Ricchi

Pagine: 192 Prezzo: € 34,90

E-SPANSIVA

di Raffaella Dallarda

Pagine: 352, prezzo € 45

Capire la Spa per vivere ap pieno l’esperienza del benes sere: ecco la guida alle mi gliori 50 Spa d’Italia, edita da BFC Media e Robb Report. E-SPAnsiva racconta in modo unico e sincero l’Italia del benessere, con i suoi va lori, le sue ec cellenze, le unicità e le tendenze. Come orien tarsi allora in questo ecosi stema di wel lness , tra comfort, rige nerazione e incontri informali “in accappatoio”, di gourmet e Spa lover devoti alla cultura del well-being? Lo spiega ESPAnsiva, il manuale che risolve il problema di orientarsi e capire le Spa, la prima guida di destinazioni di wellness, comunicativa e social, che coinvolge, stupisce e appassiona, espandendo informazioni, utilità, curiosità e trend sulle migliori SPA d’Italia. Anche in modalità digitale e interattiva, attraverso virtual tour, musiche e QRcode, per entrare nel l’universo delle mete di benessere.

Let's Digitalize. 69 step dal negozio fisico a quello online

Davide D'Andrea Ricchi

Pagine: 192 Prezzo: € 27

130 SmallGiants | Inverno 2022 Libri
di Davide D'Andrea Ricchi Tutti i libri sono acquistabili su Bfc Store e nelle migliori librerie fisiche e online

23.02.23 Bergamo

IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE Eccellenze Italiane

15.03.23 Salerno 18.04.23 Treviso

10.05.23 Bologna 22.06.23 Cagliari

04.07.23 Ancona 14.9.23 Lecce 10.11.23 Palermo

12.10.23 Perugia

Dopo il grande successo ottenuto nelle 6 tappe del 2022, continua anche nel 2023, con ben 9 tappe, il viaggio di Forbes dedicato alla scoperta delle PMI, spina dorsale dell’Italia che cresce. Un’occasione per confrontarsi su temi quali sostenibilità, innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, welfare, accesso al credito e per creare relazioni professionali. Il progetto è rivolto a imprenditori e manager che gestiscono PMI del territorio e alle grandi aziende che vogliono mettersi in contatto con loro. SCOPRI DI PIÙ: www.eventi.forbes.it/smallgiants/

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C’erano una volta carta e penna

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Non c’è sviluppo senza cultura digitale

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Guardando a Mezzogiorno

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Tradurre l’innovazione in business

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