IL CAPITALE UMANO, FATTORE VINCENTE
Dal Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni alle borse di studio di Assoreti e Cattolica Così si investe sul futuro
di Andrea Giacobinonsieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali possedute in genere dall’individuo, acquisite non solo mediante l’istruzione scolastica, ma anche attraverso un lungo apprendimento o esperienza sul posto di lavoro e quindi non facilmente sostituibili in quanto intrinsecamente elaborate dal soggetto che le ha acquisite. Pur non potendo essere misurate univocamente, le componenti del capitale umano determinano tuttavia la qualità della prestazione erogata dal detentore, concorrendo ad aumentare la produttività di un’impresa e a qualificarla, influenzandone i risultati”. È questa la definizione di “capitale umano” secondo la Treccani: e proprio il capitale umano è al centro della dodicesima edizione del Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni che si terrà a Milano dal 10 al 12 maggio di quest’anno. Come ha sottolineato Fabio Galli, direttore generale dell’associazione degli asset manager, col Salone intitolato “Umano, digitale, responsabile” si tratta di “rimettere al centro le persone”. Va detto che proprio con la manifestazione giunge alla sua sesta edizione “Il tuo capitale umano”, il programma promosso da Assogestioni che si propone di avvicinare i giovani a una carriera nel risparmio gestito. Le 14 società di gestione aderenti all’iniziativa di quest’anno mettono a disposizione
“I
stage che consentiranno ai giovani selezionati di fare esperienza diretta del lavoro nel mondo dell’asset management. Un’iniziativa meritoria se si considerano i numeri dell’edizione 2021: sono stati coinvolti 3.612 neo-laureati e laureandi per cercare un’opportunità di lavoro nel settore, sono stati presenti oltre 300 studenti universitari alla conferenza loro dedicata e sul sito del progetto sono stati caricati 322 nuovi curricula. Sul capitale umano ha investito anche Assoreti, l’associazione delle banche-reti che dall’avvio nel 2015 della convenzione con l’Università Cattolica, ha allocato 24 stage e ha erogato 13 borse di studio e 2 assegni di ricerca per un importo complessivo di 50mila euro. A determinare l’assegnazione dello stage è stato il positivo superamento di una prova “challenge” a cui i giovani studenti si sono sottoposti, consistente in una videointervista in cui il candidato, assunte le vesti di un consulente finanziario, presta una consulenza di investimento. Del resto il settore della consulenza finanziaria offre oggi una grande opportunità alle nuove generazioni, per il ruolo sociale che interpreta e per le sfide che nel prossimo futuro è chiamata ad affrontare. Ma aiutare il passaggio generazionale non basta se la stessa attenzione non sarà riservata al capitale umano del cliente-investitore *direttore responsabile | giacobino@bfcmedia.com @andreagiacobin1 | andreagiacobino.wordpress.com
anno XII - numero 5 - maggio mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011
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Opinioni
Corrado Gaudenzi, Gaetano Megale, Maria Grazia Rinaldi, Nicola Ronchetti, Alessandro Rossi, Giuseppe Santorsola, Fabrizio Tedeschi
Hanno collaborato Andrea Barzaghi, Edoardo Blosi, Sara Mortarini, Daniel Settembre, Francesca Vercesi
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La figlia di Donatella sfila ancora in rosso In perdita la holding di Allegra Versace Cinque stanze milionarie a Beverly Hills Katy Perry mette in vendita la sua villa Una dottoressa di nome Taylor Laurea honoris causa per la SwiftRafforzamento per la società che controlla il gruppo Zegna Iniezione di capitale
Aumento di capitale per Monterubello, la società semplice basata a Biella con cui le famiglie Zegna e Trabaldo Togna controllano il gruppo tessile e di abbigliamento Zegna quotato a New York. A Biella davanti al notaio Massimo Ghirlanda sono stati depositati i documenti attestanti che il presidente Ermenegildo “Gildo” Zegna (nella foto) ha sottoscritto un aumento di capitale da 500mila a 502mila e 100 euro a lui riservato mediante il conferimento del 2,31% da lui posseduto in Ezfo
Asset immobiliari
Quest’ultima è la newco a favore della quale nelle scorse settimane la ex Ermenegildo Zegna Holditalia (poi diventata l’olandese Ermenegildo Zegna Nv per la quotazione), ha conferito una serie di asset patrimoniali del valore
di oltre 139 milioni e consistenti per 115,2 milioni nella Ez Real Estate e per 10,4 milioni nel finanziamento all’immobiliare american 61 West 23Rd Street oltre a una serie di opere d’arte (del valore di 1,1 milioni) tra le quali lavori di Frank Thiel e Ettore Pistoletto.
Terreni e fabbricati
Precedentemente la Lanificio Ermenegildo Zegna e Figlia aveva scisso a favore di Ez Real Estate una serie di fabbricati e terreni fra Trivero (Biella) e Montesilvano (Pescara) per un valore di 2,5 milioni e le due centrali idroelettriche sul torrente Sessera a Biglio (Biella) per un valore di 3,4 milioni. Col conferimento di pochi giorni fa, così, Monterubello è salita dal 97,69% al 100% di Ezfo mentre la quota di “Gildo” Zegna è salita al 15%. A. G.
Allegra Versace è ancora in rosso
La vendita di un importante immobile in Viale Majno a Milano per un corrispettivo di 9,2 milioni di euro con una plusvalenza di 1,4 milioni non ha portato fuori dal rosso i numeri di Verim Holding di proprietà di Allegra Versace, figlia di Donatella (nella foto). Il bilancio 2020, infatti, s’è chiuso con un disavanzo di oltre mezzo milione di euro rispetto a quello di 2 milioni del 2019. La società ha un patrimonio netto di 30 milioni e un attivo di 47,7 milioni costituto da opere d’arte e immobili in carico per 40,2 milioni situati a Milano in via del Gesù e nella piazzetta di Porto Cervo che hanno garantito un flusso di affitti pari a 2,2 milioni. Lo scorso anno la Versace ha rimborsato integralmente il finanziamento di 40 milioni erogato da Intesa Sanpaolo con tre linee di credito (che erano garantite da ipoteche sull’immobile di Via del Gesù) mentre ha erogato a Verim Holding un finanziamento infruttifero di 13,6 milioni. A. G.
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Nuovi soci al bar
Cambio di proprietà per il celebre Sant Ambroeus di Milano
di Alessandro RossiDOVE ABITA PAPERONE
Il Sant Ambroeus (nella foto), storico bar-pasticceria e ristorante nel centro di Milano, è stato venduto assieme al marchio qualche settimana fa per 3,15 milioni di euro. La cifra della transazione è riportata nell’atto sottoscritto il 4 novembre scorso a Milano nello studio del notaio Carlo Munafò da una parte da Federico Baccani, amministratore unico della Pasticceria e Confetteria Sant Ambroeus Milano (Pcsam) srl e dall’altra da Lorenzo Zampieri, in rappresentanza della Sa Hospitality Eu srl.
Cessione in tre tranche Il 100% di Pcsam, di proprietà di Simonetta Festorazzi (moglie di Paolo Langé, tra l’altro ex presidente dell’Associazione Italiana Private Banking ed ex numero uno di Cordusio sim), è stato ceduto per 3,15 milioni, somma già pagata il tre tranche. Il compratore è emanazione di Sa
Nell’ultima classifica di Forbes compaiono miliardari di 75 paesi. Vediamo dove abitano...
1 - Stati Uniti (735 miliardari)
Totale dei patrimoni: 4.700 miliardi $
Persona più ricca: Elon Musk
2 - Cina (539 miliardari)
Totale dei patrimoni: 1.960 miliardi $
Persona più ricca: Zhong Shanshan
3 - India (166 miliardari)
Totale dei patrimoni: 750 miliardi $
Persona più ricca: Mukesh Ambani
4 - Germania (134 miliardari)
Totale dei patrimoni: 608 miliardi $
Persona più ricca: Dieter Schwarz
5 - Russia (83 miliardari)
Totale dei patrimoni: 320 miliardi $
Persona più ricca: Vladimir Lisin
6 - Hong Kong (67 miliardari)
Da Berti passa ai fratelli Di Paolo
Cambia di proprietà Da Berti (nella foto), storico ristorante milanese con ampio giardino in zona Stazione Centrale, da sempre meta di vip e politici, molti dei quali provenienti dal vicino grattacielo della Regione Lombardia. A comprare è stato il gruppo di ristorazione che già possiede un altro locale in zona, altrettanto storico, A Riccione a base di pesce, di proprietà dei fratelli Dante e Giuseppe Di Paolo. I titolari di Da Berti, i fratelli Giuseppe e Pierluigi Rota, erano in possesso rispettivamente del 50,5% e del 49,5%. A. G.
A. G.
Hospitality Group, sede a New York ma forti radici italiane, società che fa infatti capo a Gherardo Guarducci, presidente esecutivo, e Dimitri Pauli che l’hanno fondata nel 2003, affiancati da altri due soci, Jacopo Giustiniani, tutti imprenditori della ristorazione. Al loro fianco anche il fondo inglese Three Hills che l’anno scorso è entrato in minoranza in Sahg, investendo circa 35 milioni per fornire capitali per la crescita.
Totale dei patrimoni: 383 miliardi $
Persona più ricca: Robin Zeng
7 - Canada (64 miliardari)
Totale dei patrimoni: 308 miliardi $
Persona più ricca: Changpeng Zhao
8 - Brasile (62 miliardari)
Totale dei patrimoni: 187 miliardi $
Persona più ricca: Jorge Paulo Lemann
9 - Italia (52 miliardari)
Totale dei patrimoni: 195 miliardi $
Persona più ricca: Giovanni Ferrero
10 - Taiwan (51 miliardari)
Totale dei patrimoni: 151 miliardi $
Persona più ricca: Zhang Congyuan
letto su ForbesIl connubio delle eccellenze
di Matteo Chiamenti“Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”.
Una frase, quella pronunciata dal genio del basket Michael Jordan, il cui significato sembra rispecchiare la filosofia aziendale di uno dei maggiori casi di successo della storia recente del mondo dell’advisory italiano. Stiamo parlando di CheBanca!, la realtà del gruppo Mediobanca che si sta sempre più imponendo sul mercato della consulenza finanziaria, grazie a un modello di integrazione virtuosa tra le due reti che la compongono, quella proprietaria e quella dei consulenti finanziari. Due elementi che dialogano all’interno di un meccanismo che punta all’eccellenza nell’offerta di servizi alla clientela; il tutto grazie alla capacità unica fornita dal connubio tra l’attenzione alle elevate competenze del fattore umano e la spiccata attitudine digitale aziendale. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Bassani, direttore generale della società.
CheBanca! si è distinta per crescita negli ultimi anni. Quali ritiene siano i fattori determinanti per questa ascesa?
I fattori sono diversi, ma il principale elemento di successo è costituito dalle persone. Chi lavora con noi è stato capace di adattarsi nel tempo a diversi modelli industriali; siamo partiti come banca digitale per poi evolverci nel
mondo degli investimenti, passando per l’acquisizione del 2016 di Barclays, con la sterzata netta avvenuta da quel periodo in poi in termini di masse gestite e raccolta. Con la partenza della nostra rete di consulenti finanziari nel 2017, abbiamo ulteriormente accelerato il nostro percorso di sviluppo.
Tra gli elementi di successo troviamo sicuramente la capacità di creare sinergia tra rete proprietaria e rete dei consulenti finanziari. Vuole spiegarci gli elementi chiave di questo modello integrato?
Siamo partiti cercando di prendere il meglio delle professionalità disponibili sul mercato. Sviluppando da zero una rete di consulenti abbiamo coperto in maniera ottimale il territorio, limitando le sovrapposizioni e siamo riusciti inoltre ad aprire 100 negozi finanziari. Oggi i due direttori di rete nonché vice-direttori generali, Gianluca Talato per la rete proprietaria e Duccio Marconi per la rete dei consulenti finanziari, hanno fin da subito saputo collaborare in modo sinergico, concentrandosi sulla continua crescita nella gestione del risparmio sia della clientela esistente che della clientela di nuova acquisizione.
Negli ultimi anni vi siete impegnati fortemente nello sviluppo del vostro organico. Quali sono i vostri prossimi obiettivi in termini di reclutamento su entrambe le vostre realtà?
Oggi CheBanca! ha raggiunto circa 35 miliardi di raccolta e 11 miliardi di impieghi. La rete dei consulenti è arrivata a quota 500 professionisti in cinque anni, con una crescita organica che si fonda anche su un passaparola efficace portato avanti dai professionisti che hanno abbracciato con entusiasmo il nostro modello; la rete dipendenti, invece, conta 160 Private Banker e 350 gestori affluent. A livello numerico l’obiettivo è di inserire circa 100/150 professionisti all’anno tra rete proprietaria e rete di consulenti. Nel medio termine, puntiamo ad arrivare ai 50 miliardi di raccolta complessiva nel prossimo triennio, affiancata da un book di impieghi intorno ai 15 miliardi.
Analizzando la vostra proposta commerciale più nel dettaglio, quali sono i caratteri distintivi dei servizi destinati alla clientela Premier?
Mettiamo a disposizione dei nostri clienti la consulenza qualificata del gruppo Mediobanca grazie a un modello fortemente integrato nelle competenze. In particolare, facciamo leva sul know-how della capogruppo nella gestione e salvaguardia del patrimonio familiare attraverso Spafid e sull’expertise della divisione CIB nella gestione di operazioni straordinarie, supportando i nostri clienti imprenditori nell’individuazioni di nuovi capitali a sostegno della crescita, o in operazioni
Bassani (CheBanca!): “Integriamo in modo virtuoso la rete proprietaria e quella dei consulenti”LA QUALITÀ DEL NOSTRO MODELLO DI CONSULENZA ALTAMENTE PERSONALIZZATO È ALLA BASE DELLA CRESCITA DEGLI ULTIMI 5 ANNI. LA CONFERMA RISIEDE NEI DATI DI SODDISFAZIONE, AI MASSIMI LIVELLI DI MERCATO, DEI NOSTRI CLIENTI E GESTORI COSÌ COME SUI LIVELLI DI RACCOMANDABILITÀ DI CHEBANCA! NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO.
SOLIDITÀ DI GRUPPO, TECNOLOGIA E OPEN ARCHITECTURE
RAPPRESENTANO GLI ELEMENTI DISTINTIVI DEL NOSTRO MODELLO CHE HA PROGRESSIVAMENTE RACCOLTO IL FAVORE DEI CLIENTI E DEL MERCATO. IN 5 ANNI ABBIAMO COSTRUITO UNA RETE DI OLTRE 500 CONSULENTI, CON L’OBIETTIVO FUTURO DI AFFERMARCI TRA LE PRIME DIECI RETI DI CONSULENZA FINANZIARIA IN ITALIA.
di M&A. Con Mediobanca SGR, RAM AI e Cairn Capital abbiamo poi tutto l’asset management, segmento che offre un contributo importante sia in termini di offerta che di consulenza. Un altro punto rilevante è quello dell’advisory legata al mondo immobiliare e dei mutui, un heritage di gruppo di grande valore per la clientela Premier.
Spostandoci sull’attualità, come sta andando il vostro 2022?
Come vi state rapportando alle recenti dinamiche di incertezza geopolitica che stanno coinvolgendo i mercati e di conseguenza gli investitori?
In questi momenti l’unica regola valida è quella di rimanere vicini ai clienti. I risultati dimostrano che siamo riusciti a fare bene in questa “missione”. Nel primo semestre 2021/22 che termina al 31 dicembre abbiamo raggiunto risultati record. Il 2022 è
partito con l’onda lunga del Covid e la guerra in Ucraina, con i mercati che già scontavano i tassi in ascesa e i dubbi sull’inflazione. Tuttavia noi abbiamo sempre puntato a costruire portafogli piuttosto conservativi per i nostri clienti e questo ci ha permesso di tenerli al riparo dalle difficoltà vissute in particolare dal mondo obbligazionario.
Quali obiettivi di ulteriore sviluppo vi siete posti per questo 2022? E per i prossimi anni? Stiamo completando il processo di ristrutturazione di tutte le nostre filiali con l’obiettivo di farle tutte diventare centri di consulenza dedicati ai clienti Premier. Non escludiamo l’opportunità di acquisizioni, qualora in futuro dovessero presentarsi opportunità concrete sul mercato che possano accelerare ulteriormente il nostro percorso di crescita. Non posso poi dimenticare il continuo focus sulla
componente digitale; siamo già paperless per il 90% dei processi e arriveremo presto al 100%, continuando a innovare come abbiamo sempre fatto.
Per chiudere torniamo al tema delle sinergie interne. Abbiamo citato quelle relative alle reti, ma voi possedete anche il valore aggiunto di operare in un gruppo fortemente integrato nelle competenze come Mediobanca. Vuole raccontarci i benefici di questa ulteriore interazione? I benefici sono reciproci, per noi e per Mediobanca. La divisione della quale facciamo parte, quella Wealth, è in grado di competere con i primi della classe del risparmio gestito in Italia. La volontà per il futuro è di lanciare sempre più spesso delle soluzioni di investimento per i nostri clienti in comune con altre realtà della capogruppo.
@MatteoChiamenti GIANLUCA TALATO direttore centrale commerciale e vice-direttore generale di CheBanca! DUCCIO MARCONI direttore centrale consulenti finanziari e vice-direttore generale di CheBanca!Futuro Fintech di un big player
di Daniel SettembreLa parola chiave nella nuova era della digitalizzazione per il mondo della finanza sembra essere challanger bank. L’ultima grande banca, in ordine di tempo, ad andare in questa direzione è Intesa Sanpaolo che ha annunciato l’imminente lancio della banca digitale Isybank. Anche le recenti parole di Carlo Messina (nella foto), ceo di Ca’ de Sass, esprimono senza mezzi termini le volontà del principale istituto italiano:
“Il nostro è un piano industriale che crea la banca dei prossimi dieci anni. Diventeremo una challenger bank”. Ma cosa sono le challenger bank?
Si tratta della nuova forma della banca, digitale, che non ha bisogno né di filiali fisiche né di quelle online, che generalmente ha costi inferiori.
E che sfidano (appunto) il sistema tradizionale degli istituti di credito. Nate dalle macerie della crisi finanziaria del 2008 (quando i colossi bancari in crisi hanno tagliato gli investimenti in tecnologia) queste società fintech hanno visto un’opportunità nel soddisfare un crescente bisogno di servizi bancari digitali più facili da usare, basati su dispositivi mobili (in crescita esponenziale dopo il boom del primo iPhone, proprio nel 2007) e a basso costo. Quelle stesse esigenze che animano tutt’ora i consumatori più giovani nella scelta del loro principale istituto. Quasi 15 anni dopo, infatti, le challenger bank continuano la loro marcia; alcuni report recenti parlano
di oltre 60 milioni di clienti nel mondo, numeri che sono destinati a crescere. E, quindi, nel futuro prossimo assisteremo alla scomparsa delle grandi banche? Non proprio: gli ultimi anni hanno dimostrato che l’ecosistema Fintech (così come la digitalizzazione) non sembra rappresentare una grossa minaccia. Tramite fusioni, acquisizioni e collaborazioni i due mondi hanno addirittura saputo cooperare. E le grandi banche hanno capito quanto sia cruciale innovare (correre ai ripari?) per poter sopravvivere.
Perché Intesa Sanpaolo ha deciso di lanciare sul mercato Isybank, una nuova banca tutta digitaleÈ proprio su questo sentiero che va la scelta di Intesa Sanpaolo che si pone l’obiettivo di servire i 4 milioni di clienti che già oggi ricorrono alla sua offerta digitale, ottenendo al contempo una riduzione strutturale dei costi per il gruppo. Isybank sarà infatti uno dei pilastri del nuovo piano strategico 20222025.
Più resiliente
“Diventeremo più resilienti rispetto alla concorrenza Fintech e dotati di un’infrastruttura tecnologica che sarà gradualmente estesa all’intero gruppo.
E dopo il 2023 ci proietterà in un’ottica crescita internazionale”, ha continuato Messina. La nuova banca digitale sarà quindi multicanale e multifunzione, cloud-native, adattabile alla clientela multi-valuta e multinazionale. Solide anche le partnership finora strette sia con la società Fintech Thought Machine, che con Mooney, l’ex Sisal Pay di cui recentemente Intesa Sanpaolo ed Enel hanno comprato il 50% a testa. I clienti di Isybank possono così
accedere alla banca oltre all’app e alle le filiali del gruppo, anche attraverso Atm evoluti e Mooney. Per la nuova banca Ca’ de Sass metterà sul piatto 650 milioni di euro, una parte rilevante dei 5 miliardi che prevede di spendere per l’innovazione tecnologica nell’arco del piano strategico. Ma sembra verranno ripagati: la banca ha stimato in circa 800 milioni annui i risparmi derivanti dall’introduzione di Isybank.
E Messina ha detto che si tratta di una stima molto conservativa. I risparmi arriveranno, soprattutto, dalla chiusura delle filiali sul territorio. Nei prossimi quattro anni circa 1.050 scompariranno, oltre alle 450 chiuse negli ultimi tre mesi del 2021. La rete fisica del gruppo, in Italia, scenderà dunque a circa 1.800 filiali, dedicate ai circa 9 milioni di piccole e medie imprese clienti o persone “con esigenze finanziarie più sofisticate”.
La banca adotterà quindi due modelli: la banca digitale per i clienti retail con esigenze finanziarie di base; un modello omnicanale per pmi e clienti retail con esigenze finanziarie più sofisticate
(quindi banca digitale e filiali fisiche). E i dipendenti? Anche per il personale di Intesa Sanpaolo ci saranno cambiamenti significativi: circa 9.200 lasceranno il gruppo nel piano, con uscite volontarie; la banca però dovrebbe assumere circa 4.600 lavoratori, riconvertire o riqualificare 8mila attuali dipendenti. Infine, i vertici della nuova realtà. Nell’ambito delle nomine della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, è stato scelto Antonio Valitutti come responsabile di Isybank. Ingegnere elettronico salernitano, Valitutti ha conseguito una laurea al Politecnico di Torino e un master of science in Engineering alla University of Illinios di Chicago. In precedenza ha lavorato per il gruppo Sella, specializzandosi in organizzazione e risk management. Ha ricoperto il ruolo di executive project manager e nel 2014 ha contribuito all’ideazione e alla creazione di Hype.
Pronti allo slancio Alla guida della direzione sales & marketing digital retail, invece, è stata nominata Claudia Vassena, manager con 17 anni di esperienza nel settore bancario. Entrata nel 2008 in Unicredit, nel 2019 è arrivata al vertice di Buddybank, il modello di banca del gruppo Unicredit che offre un conto corrente a coloro che utilizzano lo smartphone come principale strumento di interazione. “Siamo pronti per dare il massimo slancio alla progettualità e all’efficacia delle iniziative attivate dal gruppo a vantaggio della clientela”, ha commentato Barrese, “consapevoli del ruolo strategico che questa divisione rappresenta nel quadro del rinnovamento digitale che Intesa Sanpaolo svilupperà nei prossimi anni”.
Hanno dei punti in comune, ma ognuna ha delle caratteristiche peculiari. Stiamo parlando delle politiche di remunerazione dei consulenti finanziari nelle maggiori banche-reti italiane. BLUERATING ha esaminato le relazioni sulla remunerazione dei 5 big del mercato: Fideuram ISPB, Banca Mediolanum, Fineco, Banca Generali e Azimut. Ecco di seguito un focus dettagliato sui bonus e i compensi.
Fideuram ISPB
“La remunerazione dei Consulenti Finanziari”, sottolinea la relazione di Fideuram ISPB aggiornata al 2021, “è interamente variabile ed è composta principalmente da provvigioni, che sono costituite dalla retrocessione al CF di una parte del ricavo della Società mandante sui contratti sottoscritti sul portafoglio clienti a lui assegnato, oltre che da incentivi per il raggiungimento di determinati risultati commerciali”.
C’è una componente “ricorrente” e una “non ricorrente”, con una valenza incentivante. Le provvigioni ricorrenti, essendo legate all’entità del portafoglio affidato a ciascun consulente, “sono percentuali prefissate dei ricavi della Società derivanti dalle commissioni percepite sui prodotti collocati/ servizi prestati” e “sono differenti in funzione della tipologia di prodotti o servizi sottoscritti”. In aggiunta alla remunerazione ricorrente, la società, “in linea con le prassi di mercato, riconosce alle proprie reti distributive una componente “non ricorrente” che è rappresentata da provvigioni corrisposte
a fini di incentivazione per indirizzare l’attività commerciale delle Reti al raggiungimento di specifici obiettivi, tenendo in debita considerazione le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo della Rete sia la correttezza nella relazione con il cliente”.
Banca Mediolanum
“La remunerazione della Rete di vendita”, si legge nella Relazione di Banca Mediolanum, “è costituita da provvigioni di diversa natura. Pertanto, è prevalentemente variabile e articolata anche in considerazione della distinzione tra: a) Consulenti Finanziari, Aspiranti Consulenti Finanziari e Specialisti Protezione dediti esclusivamente all’attività di vendita, per queste due ultime limitatamente a quanto espressamente previsto dai relativi contratti; b) Consulenti Finanziari che, oltre all’attività di vendita, svolgono attività di supervisione, coordinamento e sviluppo di altri Consulenti Finanziari (“Supervisori e Manager”). La struttura remunerativa adottata prevede una componente ricorrente, che rappresenta la remunerazione “stabile” e proporzionale al volume di affari generato a favore della Banca, e un’eventuale componente d’incentivazione c.d. non ricorrente che mira a riconoscere i risultati raggiunti stabilendo un collegamento diretto tra i compensi e i risultati”.
FinecoBank
Nella relazione di Fineco, si legge che la remunerazione dei consulenti finanziari si basa su: “Provvigioni di
vendita, ovvero remunerazione al Consulente Finanziario di una quota parte delle commissioni pagate dal cliente all’atto della sottoscrizione dei prodotti finanziari, riconosciuta sia a titolo personale che a titolo di over qualora al consulente finanziario sia stato attribuito un incarico manageriale di coordinamento; b) provvigioni di gestione e mantenimento, ovvero remunerazione al Consulente Finanziario su base mensile del servizio di assistenza che il Consulente presta ai clienti nel corso del rapporto, commisurato al valore medio degli investimenti e alla tipologia di prodotto, riconosciute sia a titolo personale che a titolo di over qualora al Consulente Finanziario sia stato attribuito un incarico manageriale di coordinamento”. Esiste poi una retribuzione non ricorrente che ha valore incentivante “il pagamento degli incentivi”, recita la relazione, “si basa su un approccio bonus pool che prevede una misurazione complessiva della performance sia a livello individuale sia a livello di gruppo. L’incentivo è direttamente collegato alla performance, che viene valutata sulla base dei risultati raggiunti”.
Banca Generali “La remunerazione dei Consulenti Finanziari di Banca Generali”, recita la relazione sulle politiche retributive, “è costituita dalle seguenti voci principali: a) provvigioni di vendita: la Banca riconosce al Consulente Finanziario quota parte delle commissioni pagate dal cliente all’atto della sottoscrizione
di prodotti Finanziari. Tali commissioni sono differenti in ragione delle varie tipologie di prodotto e modulabili in ragione dell’importo versato e/o del patrimonio del cliente. Di queste commissioni normalmente viene retrocessa una percentuale al Consulente Finanziario, che può variare in funzione del livello professionale ricoperto; b) provvigioni di gestione e mantenimento: la Banca riconosce al Consulente Finanziario su base mensile una provvigione volta a remunerare il servizio di consulenza e assistenza che il Consulente Finanziario presta al cliente nel corso del rapporto, commisurata al valore degli investimenti della clientela, differenziata sia per ruolo del Consulente Finanziario che per tipologia di prodotto; c) provvigioni ricorrenti: sono simili alle precedenti, ma riferite specificamente alle commissioni di gestione pagate dai clienti relativamente alle gestioni di portafogli; d) provvigioni di consulenza: sono simili alle precedenti, ma riferite alla prestazione del servizio di consulenza specifica a pagamento.
Azimut
Le politiche di remunerazione dei consulenti nella rete del gruppo fondato da Pietro Giuliani sono determinate nell’ambito della controllata Azimut Capital Management. Tra le componenti ricorrenti di reddito, esistono anzitutto delle provvigioni di acquisizione, di norma uguali per tutti, riconosciute al financial advisor per la raccolta effettuata anche presso nuovi clienti. Ci sono poi le provvigioni per l’attività di assistenza prestata dallo stesso consulente alla clientela. Per i manager di rete, la remunerazione ricorrente viene determinata con gli stessi criteri dei singoli consulenti finanziari, con una
Per gli area manager sono previste retribuzioni proporzionali al portafoglio del team e al numero di cf coordinati
differenza: esiste una quota di compensi (ulteriore rispetto a quella spettante al singolo consulente) parametrata al valore complessivo del portafoglio e al numero dei financial advisor coordinati
da ogni manager. Anche per i consulenti di Azimut esiste una parte della retribuzione non ricorrente basata su obiettivi predeterminati.
Pagati sì, ma a volte scontenti
in certi casi i consulenti finanziari e i private banker non sono soddisfatti dei compensi
di Nicola Ronchetti
Ogni anno Finer monitora attraverso tre ricerche proprietarie la soddisfazione dei consulenti finanziari (Finer® CF Explorer), dei private banker
(Finer® PB Explorer) e dei gestori bancari (Finer® BM Explorer) su oltre 40 variabili. Tra queste variabili viene valutata anche la soddisfazione relativa al cosiddetto pacchetto retributivo così come percepito, sia in generale
rispetto alle proprie aspettative, che rispetto alle sue varie componenti. Tra queste si analizzano nel dettaglio, per i dipendenti, la retribuzione fissa, quella variabile, il sistema incentivante, i piani di fidelizzazione, i patti di non concorrenza e i benefit inclusi nel pacchetto welfare aziendale.
Tra fee e retention
Per i consulenti finanziari viene misurata la soddisfazione relativa al management fee, al front fee, ai contest monetari e non monetari, ai piani di fidelizzazione e di retention. Capita che di fronte a risultati inferiori alle aspettative relativi alla soddisfazione dei propri banker e/o consulenti sulla retribuzione e le sue componenti, qualcuno dica: “Ma come è possibile che i nostri siano meno soddisfatti del mercato, noi siamo quelli che pagano di più di tutti!?”. È importante sottolineare che questo tipo di reazione riguarda indistintamente banche e reti, capita cioè sia che si tratti di consulenti finanziari, private banker o gestori bancari dedicati al segmento affluent. Da ricercatori e studiosi dell’antropologia culturale vorremmo prescindere dalla reale fondatezza di queste reazioni di stupore, ma non resistiamo e cerchiamo di comprendere se lo stupore si basi o meno su dati oggettivi, frutto di una vera e propria indagine retributiva.
Fumo e arrosto
La risposta è che nella migliore delle ipotesi ci si basa su dati numericamente non significativi o sulla raccolta sporadica di qualche mandato delle reti concorrenti. Il vero tema è però un altro. Ipotizzando che sia oggettivamente vero che alcune banche
e reti paghino meglio del mercato i propri professionisti e che questi siano insoddisfatti della paga, i casi sono due: o vi è un grave problema di motivazione e senso di appartenenza o, in alternativa, un altrettanto grave problema di comunicazione. Il secondo è ancor più grave perché spesso è voluto. Capita infatti che la comunicazione (anche quella interna) sia vista, soprattutto dai suoi detrattori, letteralmente come il “fumo” rispetto “all’arrosto” che, fuor di metafora, dovrebbe rappresentare la sostanza delle cose o la cosiddetta verità, dimenticando quanto nella vita pesi la percezione e quanto questa possa influenzare la realtà.
Immagine e sostanza
Se è indubbio che la sostanza delle cose sia elemento irrinunciabile, sia che si parli di pacchetto retributivo dei propri dipendenti sia di qualità del servizio ai clienti, è però altrettanto inequivocabile che il loro valore se non viene percepito e comunicato adeguatamente perde tutto il suo effetto. Certamente sarebbe da stigmatizzare l’estremo opposto, quello cioè di realtà che antepongono la comunicazione e l’immagine alla sostanza, il cui mantra è “l’importante è apparire”, cosa che peraltro, in alcuni casi, sortisce ottimi risultati nella soddisfazione dei propri stakeholder. Sorge dunque un dubbio amletico: è meglio avere professionisti soddisfatti della propria retribuzione ma oggettivamente pagati meno del mercato o professionisti pagati meglio del mercato ma inconsapevoli di esserlo e per questo insoddisfatti? Forse, in alcuni casi, anche la comunicazione paga.
Nicola Ronchetti founder & ceo di Finer Finance ExplorerIl fat tore retributivo è un elemento imprescindibile per valorizzare dipendenti e stakeholder Dev’essere però comunicato adeguatamente
“Sui mercati si è creata la tempesta perfetta: veniamo da anni in cui un lungo ciclo delle banche centrali espansivo ha lasciato il posto a uno restrittivo, la pandemia mostra ancora allarmanti colpi di coda, almeno in alcuni paesi, e in aggiunta dobbiamo ora affrontare uno scenario bellico.
Un insieme di fattori che ha comportato e probabilmente comporterà svariate ondate di volatilità nelle diverse asset class. Per rispondere alle esigenze e ai timori dei clienti offriamo il nostro ecosistema di società di gestione, con competenze specializzate e soluzioni flessibili, caratterizzate da una forte propensione alla generazione di alfa, ovvero extra rendimento rispetto all’andamento del mercato”.
Ad affermarlo è Gabriele Alberici (nella foto), head of Sales Italy di Generali Investments Partners, che di seguito presenta questo modello strategico ed i suoi punti di forza.
L’ecosistema e le soluzioni flessibili
Il mondo degli investimenti, come detto, diventa ogni giorno più complesso.
In quest’ottica Generali Investments ha dato vita a un ecosistema di società di gestione in grado di offrire un portafoglio di competenze specializzate.
Il punto di partenza è la comprensione dei bisogni degli investitori, per costruire soluzioni che riflettano al meglio le loro esigenze. Le soluzioni offerte nascono da una varietà di competenze
specialistiche per aiutare gli investitori a individuare nuove opportunità e con l’obiettivo di generare performance di lungo termine, combinato alla consapevolezza dell’impatto sul tessuto economico e sociale. In questo modo, offriamo agli investitori accesso a nuove opportunità e un partner che mette sempre al primo posto i loro interessi di lungo periodo. Di questo ecosistema di boutique fanno parte, tra gli altri, Sycomore Asset Management, tra le prime società di gestione ad offrire investimenti sostenibili. Pioniere in ambito Esg, Sycomore ha infatti contribuito attivamente a plasmare la crescita di questi investimenti in Europa.
La società considera il capitale umano tra le leve principali per generare idee d’investimento high-convinction, mentre l’approccio all’investimento responsabile affonda le proprie radici nella metodologia di ricerca Esg proprietaria elaborata internamente.
La gamma Sycomore comprende 16 fondi Articolo 9 secondo la normativa Sfdr e
5 fondi Articolo 8. Altra realtà per noi strategica è Plenisfer Investments, che gestisce strategie multi-asset total return senza vincoli di benchmark.
La filosofia d’investimento denominata “New Active” prevede un’allocazione per strategie, piuttosto che per classi di attivi. L’idea di base è porre l’enfasi sulla ricerca di opportunità idiosincratiche in tutto il ventaglio globale, senza distinguere fra asset class tradizionali e
Abbiamo realizzato un ecosistema di società di gestione con una forte propensione a generare alfa per la clientela
Gabriele Alberici head of Sales Italy di Generali Investments Partners Diverse competenze si coniugano nell’ecosistema di Generali Investments Partners Specializ zazione e flessibilitàalternative, con un approccio olistico che consente di costruire portafogli orientati al risultato. Ancora, Aperture Investors, che propone strategie d’investimento unconstrained e un modello commissionale unico che allinea gli interessi di clienti e gestori. Se infatti la performance è pari o inferiore a quella di un benchmark dichiarato, la società addebita commissioni paragonabili a quelle di un Etf. E soltanto quando i risultati generati superano quelli dell’indice, è applicata una commissione legata alla performance. Attraverso questo meccanismo i team d’investimento sono remunerati principalmente in base alla sovra performance ottenuta. Generali Insurance Asset Management affianca poi i clienti nello sviluppare e gestire soluzioni liability driven su misura, che consentano di raggiungere i propri obiettivi d’investimento di lungo termine. L’offerta, elaborata grazie alle ampie risorse proprietarie di ricerca
e analisi Esg, include Asset Liability Management, Strategic Asset Allocation e Capital Management. Vi è poi Generali Investments Partners che gestisce portafogli obbligazionari, azionari tematici e multi-asset/bilanciati, oltre ad una gamma di strategie nei private asset, facendo leva su una consolidata esperienza nella selezione e gestione degli assets. Last but not least, Lumyna Investments, una delle maggiori piattaforme di fondi Liquid Alternative Ucits, che porta sul mercato europeo alcuni tra i migliori gestori di hedge fund attraverso veicoli Ucits regolamentati, liquidi e trasparenti.
La distribuzione
“La distribuzione è uno dei cantieri più importanti per noi in Italia, che stiamo potenziando già da qualche anno”, sottolinea Alberici, che spiega: “Fermo restando che, all’interno del gruppo, Banca Generali resta il canale per noi più importante e che intendiamo
servire sempre di più e meglio, ci stiamo muovendo per quanto riguarda l’offerta al retail anche al di fuori del perimetro di gruppo, instaurando partnership sia con banche del territorio sia con le grandi reti distributive”.
Appuntamento al Salone
“Crisi energetica: freno alla crescita o acceleratore di cambiamento?”. Questo sarà il titolo della nostra conferenza al Salone del Risparmio 2022”, afferma Alberici, “nella quale sarà ospite Paolo Scaroni, figura di spicco nel panorama industriale italiano e per molti anni amministratore delegato di Eni ed Enel, che aiuterà il pubblico a comprendere le dinamiche legate al mondo dell’energia e della transazione energetica. Una tematica la cui importanza è già apparsa chiara durante la pandemia e che ora diviene ancora più cruciale con il nuovo scenario geopolitico e la guerra tra Russia e Ucraina, non potendo più contare sul “vecchio” schema di rifornimento
Plenisfer, approccio New Active
Plenisfer è la prima boutique d’investimento italiana specializzata esclusivamente sulla gestione di fondi multi-asset a obiettivo e svincolati dal benchmark, finalizzata a raggiungere obiettivi chiari e misurabili. Plenisfer nasce nel maggio 2019 come joint venture tra i soci fondatori, Giordano Lombardo (nella foto), Mauro Ratto, Diego Franzin e Robert Richardson e il gruppo Generali, azionista di maggioranza con un commitment da 1 miliardo di euro sul primo fondo. Attraverso un approccio New Active, Plenisfer cerca opportunità d’investimento indipendentemente dalla loro appartenenza a una classe di attivi o un’altra, una prospettiva che rimuove i vincoli dell’asset allocation tradizionale e seleziona le migliori opportunità che emergono di volta in volta durante i cicli di mercato.energetico, tutto da ripensare e in tempi rapidi. Anche dal punto di vista degli investimenti. E proprio in quest’ottica porteremo sul palco Plenisfer, i cui gestori hanno tutta la flessibilità necessaria per cogliere le migliori opportunità che si vengono a creare adottando un approccio realmente attivo e una gestione altamente diversificata e decorrelata. L’altra società che sarà protagonista, anch’essa fondamentale per lo sviluppo del mercato retail e punto di eccellenza del nostro ecosistema nel rispondere alla crescente domanda sul fronte della sostenibilità, è Sycomore Asset Management, con cui ci focalizzaremo sullo stimolo alla ricerca e allo sviluppo di fonti energetiche alternative alla luce delle tensioni geopolitiche di queste settimane”.
In conclusione
“Le esigenze della clientela”, conclude l’head of Sales Italy di Generali IP, “richiedono soluzioni il più possibile adattabili al momento attuale, flessibili e caratterizzate da una gestione veramente attiva che possa creare valore. Inoltre, c’è un punto che diventa sempre più cruciale nell’industria del risparmio gestito: la solidità dei processi d’investimento e la serietà dell’offerta. E proprio in quest’ottica il gruppo Generali ha dato vita a un ecosistema di competenze che pone la solidità della governance, del risk management e dei processi come punto di eccellenza, in linea con i valori che hanno reso il nostro gruppo uno dei brand più riconosciuti e rispettati a livello globale”.
@GianluigiRaimonSycomore AM, pionieri degli Esg
Fondata nel 2001, Sycomore Asset Management è considerata tra i pionieri degli investimenti responsabili, essendosi impegnata fin dalla sua creazione a fornire rendimenti a lungo termine identificando le leve che permettono a un’azienda di generare valore sostenibile. L’approccio di Sycomore è incentrato su un modello proprietario di analisi fondamentale, che integra criteri finanziari ed extra-finanziari. Il suo team di 25 analisti-gestori di fondi, tra cui 9 specialisti Esg (ambientale, sociale e di governance) si concentra sulla valutazione della performance globale di un’azienda rispetto ai suoi stakeholder: azionisti, clienti, dipendenti, fornitori, società civile e ambiente. Sycomore offre un’ampia gamma di fondi a impatto sociale e ambientale, focalizzati per esempio sul capitale umano, sull’istruzione per tutti, sul tech sostenibile e sulla transizione energetica e green.
Raccolta con le ali per il Leone
di Andrea Barzaghi
I venti di guerra, le fiammate inflattive e le incognite sulla ripresa non fermano la raccolta delle reti, soprattutto quella di Banca Generali. La rete di professionisti della banca guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ha infatti archiviato il primo trimestre di questo complesso 2022 con 1,5 miliardi di euro di nuove masse: un dato che conferma la necessità della clientela di trovare interlocutori di fiducia con cui dialogare sulle sfide di pianificazione patrimoniale in un momento complesso quale è quello attuale.
“Dopo un 2021 piuttosto positivo per i segnali incoraggianti di ripresa dalla crisi pandemica, il nuovo anno si è aperto all’insegna delle incognite portate dal conflitto in Ucraina e dalle nuove criticità generate da inflazione e politiche delle banche centrali che hanno aumentato la volatilità dei mercati”, conferma a BLUERATING Marco Bernardi (nella foto), vice direttore generale di Banca Generali, che aggiunge: “I dati di raccolta dimostrano come i nostri professionisti rappresentino oggi un punto di riferimento per sempre più famiglie nelle complesse sfide di tutela dei
portafogli e pianificazione patrimoniale”. Analizzando nel dettaglio la raccolta, la parte del leone in questi primi tre mesi per Banca Generali l’ha fatta la componente amministrata.
Rinnovo della gamma
Da inizio anno, sono circa 400 i milioni di euro raccolti in questo segmento di risparmio che i private banker di Banca Generali provvederanno ora a spingere verso scelte ponderate di pianificazione finanziaria nei prossimi mesi. La forte volatilità dei mercati e la conseguente prudenza negli investimenti non hanno poi fermato la crescita del
Trimestre in ascesa per Banca Generali: 1,5 miliardi di flussi e consolidamento ai vertici Assoretirisparmio gestito. Gli oltre 500 milioni di euro di raccolta in tre mesi sono infatti guidati dalla ampia gamma di strumenti funzionali alle dinamiche del momento che Banca Generali ha messo a disposizione della propria rete con un tempismo di mercato pressoché perfetto. Tra questi, spicca il rinnovo della gamma di piani di accumulo e le soluzioni switch per sfruttare le opportunità di diversificazione derivanti dalle distonie dei mercati.
Risparmio progressivo
“Uno dei punti focali del nostro modello di business è quello che ci porta a lavorare costantemente sulla nostra gamma d’offerta per mettere a disposizione dei nostri professionisti una gamma di soluzioni adatte per modellare i portafogli della clientela in tempo reale in base alle esigenze di mercato. È questo che ci ha spinto in questi primi 3 mesi dell’anno a concentrare il nostro impegno verso le soluzioni di risparmio progressivo, di diversificazione tematica e di supporto alla consulenza evoluta. Tutti strumenti che si sono rivelati determinanti nel dialogo dei nostri consulenti con le famiglie” conferma ancora Bernardi. L’innovazione di prodotto accompagna così il percorso di consolidamento della rete di Banca Generali Private ai vertici della categoria per produttività e portafoglio pro capite. Quest’ultimo si avvicina ormai ai 40 milioni di euro per singolo consulente, quasi il doppio rispetto alla media di mercato. Merito soprattutto di una maggiore capacità di rispondere con efficacia alle necessità di investimento dei clienti, come conferma la produttività nel gestito dove da inizio anno i banker del Leone non hanno eguali. Produttività che a breve dovrebbe
essere ulteriormente rafforzata da una nuova gamma di strumenti pensati per raggiungere gli obiettivi dal nuovo piano strategico che Banca Generali ha presentato al mercato lo scorso 14 febbraio. Tra gli obiettivi, infatti, c’è quello di mettere a segno una raccolta compresa tra i 18 e i 22 miliardi di euro entro la fine del 2024, puntando sull’allargamento della base clienti reso possibile grazie a una differenziazione del business incentrato su 3 livelli di servizio ben distinti. Il tutto puntando anche a quella clientela affluent che può consentire a Banca Generali un ulteriore salto dimensionale. Anche per questo, oggi sempre più professionisti della consulenza guardano alla rete del Leone come all’ambiente ideale per coltivare la relazione con i propri clienti.
Ingressi under 40
Una sensazione confermata dai numeri del reclutamento. In questa prima parte del 2022, sono già oltre 70 i professionisti che sono entrati in Banca Generali.
Tra questi, spiccano i profili under 40 che confermano l’intenzione della Banca di ringiovanire la propria rete, senza però rinunciare alla competenza di professionisti al top del settore.
“Il nostro focus principale rimane quello sulla crescita organica della rete esistente che vogliamo mettere sempre più in condizione di dialogare con i clienti nelle sfide di protezione patrimoniale.
Non perdiamo però di vista il reclutamento e l’interesse che ci arriva da professionisti di elevato standing interessati a entrare in contatto con la nostra realtà. I numeri riscontrati in questi primi mesi ci fanno guardare con ottimismo al futuro, nonostante un contesto generale caratterizzato da forti incognite”, conclude Bernardi.
Il nostro focus è la crescita organica senza però rinunciare al recruiting di elevato standing
Marco Bernardi vice direttore generale di Banca GeneraliPronti a cambiare
di Andrea Barzaghi
Un avanzo di 187 milioni di euro e un patrimonio complessivo è di oltre 8 miliardi (+2,7% rispetto all’anno precedente). Si è chiuso così il bilancio 2021 della Fondazione Enasarco, che gestisce la previdenza e l’assistenza degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari.
Nuova epoca
Il presidente Alfonsino Mei (nella foto) ha introdotto i lavori dell’assemblea dei delegati dicendo: “I tempi difficili impongono in ogni caso un cambio di rotta nella gestione della Fondazione e del suo patrimonio, mobiliare e immobiliare, affinché questo possa rendere in maniera positiva non solo gravando sui contributi degli iscritti. Oggi inizia una nuova epoca
per Enasarco: dobbiamo tutti stringerci intorno a un unico tavolo perseguendo il bene dei nostri iscritti, pressati ed estenuati prima dal Covid-19 ed ora dall’ombra e dalle conseguenze della guerra e dalla crisi energetica che colpisce le nostre aziende”.
Sguardo al Sistema Italia
Successivamente, Mei e si è soffermato sulla necessità di avviare politiche e investimenti a favore del Sistema Italia: “È necessario ricordarsi del ruolo centrale che il nostro Ente riveste nel panorama sociale italiano; abbiamo la possibilità e la capacità di incidere, realmente, nelle scelte politiche. Mi auguro che la Fondazione sia giunta all’avvento di una nuova visione condivisa e tesa alla valorizzazione delle nostre professionalità che, da tempo, necessitano di contributi concreti”.
L’OCF E LE SANZIONI
Itribunali di Bologna e Torino hanno statuito la legittimità dei poteri sanzionatori in capo all’Ocf.
La questione era insorta in merito all’applicazione della direttiva Mifid 2 così come recepita nell’ordinamento italiano. Essa prevede la possibilità di delegare poteri discrezionali delle autorità locali ad altre autorità escludendone i privati.
L’Ocf è un’associazione di diritto privato e le sono stati delegati da Consob poteri discrezionali e sanzionatori, in contrasto con la direttiva. Entrambe le sentenze liquidano la questione affermando che la direttiva non si applica ai consulenti abilitati in quanto non sono imprese d’investimento, ma agenti collegati.
A tal fine invocano il considerando 101 della Mifid 2: “Le condizioni per l’esercizio di attività al di fuori dei locali dell’impresa d’investimento (vendita porta a porta) non dovrebbero essere disciplinate dalla presente direttiva”. Limitare l’attività dei consulenti abilitati alla vendita porta a porta è riduttivo. Escludendo questi ultimi dall’ambito Mifid in quanto agenti collegati, secondo la motivazione di queste sentenze i consulenti autonomi e le Scf, che sono imprese d’investimento soggette a Mifid, dovrebbero, a contrariis, essere fuori dall’ambito di vigilanza discrezionale dell’Ocf. Il tribunale di Torino afferma invece che il potere sanzionatorio non è discrezionale. Su questo punto erra gravemente: l’art.180, par. 4 del regolamento intermediari indica letteralmente che l’Ocf, in luogo della sanzione ivi prevista, può disporre quella superiore o inferiore, usufruendo di un largo margine di discrezionalità. Il punto critico è che la legge italiana non è conforme alla direttiva. Occorre modificare la direttiva o la legge italiana.
*tedeschi@alezio.net
Il bilancio 2021 di Enasarco: patrimonio sopra gli 8 miliardi luci&ombre di Fabrizio Tedeschi*Insieme verso il futuro
I migliori risultati sono possibili grazie all’unione: un passato collaudato con un occhio al futuro, prospettive diverse che scoprono tutte le opportunità, la tecnologia che si fonde con l’ingegnosità umana. Con lo sguardo da sempre proiettato al futuro, offriamo più di 3.000 soluzioni a livello globale. Lavorando insieme, possiamo ottenere risultati migliori. Scopri di più su inves.co/insiemeversoilfuturo
Pubblicato da Invesco Management S.A., President Building, 37A Avenue JF Kennedy, L-1855 Luxembourg, regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier, Luxembourg.Super ingressi in Mediolanum
Banca Mediolanum ha annunciato l’ingresso di 84 nuovi professionisti nel primo trimestre del 2022.
I nuovi volti del gruppo sono Riccardo di Carlo e Renato Davico (ex Sanpaolo Invest), Roberta Bevilacqua (ex Unicredit), Martino Andreetto (ex Credem), Giovanni Schindler ed Eleonora Moro.
In Lombardia sono entrati Francesca Cracolici da Deutsche Bank, Giuliano Zoppi da Banca Generali Private, Diego Lancini da Banco Bpm e Massimo Comalli dalla Banca Popolare di Sondrio. In EmiliaRomagna si è inserito Massimo Venturi da Emilbanca Credito Cooperativo. Nel Lazio sono arrivati Gabriella Petta e Mirko Caliciotti. In Calabria, Michele Serpa ha lasciato Credem e Massimiliano Piragine è uscito dal gruppo Iccrea Banca.
FINECO CRESCE NEL NORD EST
contropelo di Giuseppe Santorsola
FASCINO ALTERNATIVO
La nuova disciplina dei Fia porta cambiamenti importanti.
Al tradizionale segmento degli Oicr (fondi e Sicav) si affiancano Fia ed Eltif aprendosi, con le dovute cautele, alla partecipazione anche diretta dei risparmiatori del segmento retail. L’obiettivo complessivo è quello di orientare il risparmio verso orizzonti più lunghi con strumenti idonei, la carenza strutturale più evidente del sistema finanziario italiano, nonché consentire al risparmiatore meno strutturato di inseguire obiettivi di redditività più alti.
Colpo in Toscana per BG
La squadra di private banker di Banca Generali Private in Toscana (nella foto l’amministratore delegato Gian Maria Mossa) si è allargata ancora con un nuovo inserimento di alto profilo a Pistoia.
Da qualche giorno, il team guidato dall’area manager Alessandro Mauri ha accolto tra le proprie fila Gabriele Zeloni, 44 anni, che ha lasciato la rete di Bnl Life Banker ed è già operativo a Pistoia.
New entry in Copernico
Copernico Sim, società di intermediazione mobiliare indipendente da gruppi bancari e assicurativi, si arricchisce di un’altra professionista di grande spessore. È Claudia Angera, che vanta 15 anni di esperienza nel settore bancario in importanti realtà come Banca Mediolanum e Sanpaolo Invest, che ha lasciato per entrare in Copernico SIM.
Lo strumento utilizzato è la riduzione della soglia di ingresso a 100mila euro, purché venga effettuato nell’ambito del servizio di consulenza in materia di investimenti o del servizio di gestione di portafogli, quindi a seguito di una valutazione di adeguatezza, di una delega di gestione e della personalizzazione dell’offerta.
Una normativa che anticipa le condizioni del mercato con target market ridotto e quota ancora contenuta della domanda autonoma. Non esistono peraltro certezze in merito al successo del progetto, che coinvolge al momento pochi operatori specializzati. Per molti manca la capacità di scouting delle opportunità attraverso analisi e ricerca finanziaria. Inoltre, dobbiamo ricordare che lo stesso investitore ha l’onere di fornire all’intermediario-consulente informazioni accurate sul proprio portafoglio finanziario affinché l’intermediario, nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza, possa valutare la sussistenza del requisito del limite massimo di concentrazione (10%) del portafoglio finanziario in Fia riservati. Resta l’auspicio che l’intermediario sappia sempre tutelare l’interesse del cliente.
*santorsola@uniparthenope.it
Cresce la rete di Fineco nel Nord Est, con un nuovo ingresso nel team del group manager Stefano Bardin all’interno della struttura guidata dall’area manager Ottavio Corali (nella foto). Si tratta di Daniele Cecchinato, per oltre dieci anni in Banca Widiba prima di passare in IWBank. Ha scelto il modello Fineco basato su qualità dei servizi, avanguardia dei supporti digitali e ottime opportunità di crescita per proseguire il proprio percorso professionale.PERFORMANCE
La flessibilità si fa resilienza
Flessibilità, elevata diversificazione del portafoglio e una lunga storia di successo sono i punti di forza di KIS BOND PLUS, la soluzione di Kairos che evolve i tradizionali canoni dell’investimento obbligazionario e sfida il contesto di mercato contemporaneo.
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-dirittidegli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
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(*) Dati dal 30/12/2016 al 30/12/2021, Classe P-EUR. (**) Dati dal 30/12/2011 al 30/12/2021, Classe P-EUR. © 2021 Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni (1) sono di proprietà di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti; (2) non possono essere
Advisor y, informazioni e morale
di Gaetano MegaleIl ruolo del consulente può essere esercitato a seconda dell’interpretazione dei valori professionali e dell’autonomia dell’utente, generando quattro modelli: informativo paternalistico, interpretativo e deliberativo. Nel modello informativo il rapporto è di tipo tecnico dove l’autonomia del cliente è molto alta. Assunti i dati dall’utente, il consulente fornisce, nel modo più oggettivo possibile, informazioni utili affinché l’utente stesso possa valutare la situazione nonché le possibilità di intervento che selezionerà.
Relazione consumatore-fornitore Quindi il professionista implementa gli interventi, nella maniera più efficiente ed efficace. Spesso il consulente asseconda l’utente nel dar corso a idee e richieste e per questo la relazione si configura come consumatore-fornitore.
Un’altra caratteristica è l’accentuata specializzazione, senza avere un approccio complessivo alla pianificazione. Sotto il profilo valoriale, il consulente finanziario si sente obbligato moralmente, nel migliore dei casi, a fornire informazioni veritiere e a operare anche nella propria area di competenza.
Essenza tradita
In ogni caso, il modello informativo è intrinsecamente immorale perché vìola l’essenza della consulenza che richiede la comprensione di ciò che l’utente dovrebbe valutare e decidere e non solo di ciò che vuole o apprezza. In definitiva, i suoi valori morali sono quelli dell’egoismo personale e così il consulente vìola la propria dignità professionale, oltre a oltraggiare la dignità dell’utente, considerato come un mezzo e non come fine.
@GaetanoMegaleI difetti etici di un modello consulenziale che lascia autonomia al cliente ma ne viola la dignità
Gaetano Megale independent ethics advisor
Non sempre è corretta la scelta professionale che si limita ad assecondare i desideri dell’investitore
Relazioni di valore
di Daniele TortorielloL’approfondimento di BLUERATING sulla formazione dei consulenti finanziari si concentra su un tema ben specifico: comunicazione strategica e negoziazione. Ne abbiamo parlato con Luca Brambilla (nella foto), direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica.
Interlocuzione con l’altro Comunicare implica mettersi in relazione con l’altro ma, affinché la relazione risulti stabile e duratura nel tempo, vi è la necessità che quest’ultima generi valore per tutti gli interlocutori in campo. La comunicazione strategica nasce con questo obiettivo e in tale scenario risulta fondamentale per gli operatori finanziari sviluppare questo tipo di comunicazione, basata su una profonda vicinanza con il cliente, in grado di comprendere i suoi bisogni e le sue esigenze. “Abbiamo lavorato spesso con gli enti finanziari e gli istituti di credito”, spiega Brambilla, “e ci siamo accorti che gli elementi che sempre di più li contraddistinguono dai competitor non sono i propri prodotti o servizi, bensì la qualità delle relazioni e la capacità dei loro dipendenti e consulenti di comprendere le reali necessità e obiettivi degli stakeholder. Da qui l’importanza di assumere un approccio scientifico, non basato esclusivamente sulle proprie esperienze, indispensabile per la
costruzione di una relazione in grado di perdurare nel tempo. Ricordando che i soldi si fanno sui clienti che tornano”. Proseguiamo parlando della negoziazione, chiedendo quale valore porta.
“La negoziazione è la materia che studia come risolvere i conflitti apportando valore a tutte le parti in gioco”, risponde Luca Brambilla. “Sappiamo bene, soprattutto nel contesto odierno, come un conflitto mal gestito possa innescare una serie di conseguenze negative che possono sfociare in una guerra, anche solo economica. Diversamente, saper anticipare le problematiche e progettare soluzioni strategiche e su misura, consentirà ai consulenti e ai propri clienti di continuare a lavorare insieme, imparando a generare una torta sempre più grande da poter condividere”.
Materie indispensabili Comunicazione strategica e negoziazione sono quindi indispensabili e devono essere apprese con percorsi altamente professionalizzanti. A tal fine, BFCMedia (casa editrice di BLUERATING) e l’Accademia di Comunicazione Strategica hanno co-progettato un percorso per fornire in maniera concreta e operativa tali strumenti (corsi. comunicazionestrategica.it/i-master/ master/). L’accesso al corso è agevolato dal bando Formazione Continua Fase VI promosso da Regione Lombardia.
L’importanza delle attività di comunicazione strategica
Vincere a piccoli passi
di Maria Grazia Rinaldi
Per essere delle persone vincenti, un aspetto da curare ogni giorno è la fiducia nelle nostre risorse. Tanta più serotonina avremo in circolo nel nostro corpo tanto più saremo forti. Le ricerche sostengono che livelli di serotonina, molecola che agisce come neurotrasmettitore e ormone, ha una importante funzione nella regolazione dell’umore. Occorre quindi sviluppare abitudini che ci
aiutino a promuovere il nostro benessere psicofisico implementando così la produzione di serotonina. Ragionare quindi sulla nostra routine diventa fondamentale, cosi come prendere atto di come pensiamo, di cosa ci diciamo e di come ci muoviamo. Quante volte ci ritroviamo a camminare con le spalle chiuse, sguardo basso, una postura che indica che siamo ripiegati su noi stessi? Iniziamo a prendere coscienza anche del nostro atteggiamento.
Per raggiungere gli obiettivi bisogna essere disciplinati nelle abitudiniQuando acquisiamo l’abitudine di auto-osservarci troviamo rapidamente più modi per migliorarci. La postura che assumiamo cosa potrebbe raccontare di noi? Come ci influenza?
Secondo un articolo scritto da un ricercatore della Duke University in Carolina del Nord, più del 40% delle azioni che compiamo ogni giorno è dovuto alle abitudini. Questo sta a significare che molto di quello che diciamo o facciamo è dettato da schemi automatizzati. Prendere atto di questo, significa cogliere l’opportunità di cambiamento, infatti, non tutte le abitudini che reiteriamo sono utili per la nostra crescita. Le abitudini non sono altro che meccanismi ciclici che il cervello mette in campo per risparmiare energia. Una volta che sono state interiorizzate, il nostro cervello le attiva in maniera automatica.
Osservare la routine
Per fortuna il nostro cervello è plastico e questo ci dona l’opportunità di sostituire le abitudini non funzionali con nuove abitudini più utili per la nostra crescita. Per cambiare abitudine prendi atto delle tue abitudini. Osservare la tua routine è il primo passo da fare, proprio perché le abitudini molto spesso sono il risultato di meccanismi inconsci, dobbiamo portarle ad un livello di coscienza per poterle modificare. Quindi per cambiare abitudine il passo fondamentale è identificarla. Una volta identificata va sostituita con una abitudine più sana e funzionale ai nostri obiettivi. Non è un percorso facile ma neanche impossibile se abbiamo davvero il desiderio di migliorare.
Ovviamente affinché la nuova abitudine diventi automatica non potremo fare altro che reiterarla ogni giorno.
Secondo William James: “Tutta la nostra vita, per quanto abbia una forma definita, è solo una massa di abitudini”. Noi siamo quindi il risultato delle nostre abitudini, e fra cinque anni saremo il risultato di quello che siamo e facciamo oggi. Agiamo quindi in maniera più consapevole, iniziamo a prestare attenzione alle piccole cose.
Le persone che hanno raggiunto i loro obiettivi, molto spesso sono persone disciplinate, ognuna di loro ha una propria routine che traccia il percorso da fare.
Non scoraggiarsi
Avere un programma preciso ci aiuta a lavorare per priorità. La chiave per iniziare è procedere con piccoli passi. Secondo Henry Ford “niente è particolarmente difficile se lo si divide in piccoli passi”. Le persone che agiscono sono quelle che raggiungono i loro traguardi. Molti falliscono nell’impresa perché si scoraggiano. Creiamo oggi una nuova abitudine, facciamo in modo che diventi automatica e che ci porti una grande gioia, acquisendo così più fiducia in noi stessi. Quando abbiamo fiducia, ci sentiamo più forti in grado di affrontare ogni situazione. Affrontiamo le nostre paure, senza soccombere alla paura. Quando abbiamo fiducia in noi stessi, siamo gentili e comprensivi verso quello che siamo, smettiamo di punirci, e iniziamo a volerci più bene. Assumerci la responsabilità nei confronti di noi stessi è un passo fondamentale per imparare a fidarci di chi siamo.
Maria Grazia Rinaldi head hunter e psicologa iscritta all’AlboLa chiave per por tare a termine un’impresa o un proget to è avere sempre un programma dettagliato dividendolo poi per singoli step
Umano e responsabile
Le persone al centro della trasformazione digitale. Saranno questi i capisaldi protagonisti della dodicesima edizione del Salone del Risparmio, l’evento organizzato da Assogestioni in programma al MiCo di Milano dal 10 al 12 maggio 2022, che si propone di avvicinare i giovani con competenze di tipo gestionale, economico, giuridico e quantitativo a una carriera nel risparmio gestito.
VALORE SOCIALE
L’annuale appuntamento dedicato al risparmio gestito e all’approfondimento delle tematiche che tracceranno le nuove tendenze per il settore, si intitolerà “Umano, responsabile, digitale. Lo sviluppo economico e sociale del prossimo decennio”. Un titolo con il quale l’Associazione vuole puntare i riflettori sul fattore umano, primo motore della creazione di valore e della crescita sociale, dopo due
anni caratterizzati dalla crisi sanitaria e alla luce delle nuove tensioni geopolitiche. Un modo per interpretare la sostenibilità nel suo senso più pieno e mettere al centro del dibattito le persone, i professionisti, la loro capacità di creare, interpretare e adeguarsi ai processi di cambiamento guidati dall’innovazione e dalla digitalizzazione. Come di consueto, il tema sarà approfondito nel corso della conferenza plenaria di apertura e troverà ampio spazio nelle sue molteplici declinazioni durante i numerosi convegni organizzati dalle società partner del Salone. Questa edizione sarà anche la prima di Carlo Trabattoni da presidente di Assogestioni. “Sono molto felice che il mio battesimo da neopresidente tratti un tema così importante. La nostra industria è, prima di tutto, una collettività di persone che lavorano insieme per perseguire un obiettivo. Lo sviluppo del capitale umano e
la sua valorizzazione sono un punto fondamentale per garantire una prossima fase economica sostenibile, a prova di futuro” ha dichiarato. Un rapporto, quello tra finanza e sostenibilità, che avrà un ruolo nel corso della nuova presidenza. “Vorrei che ci dessimo target chiari ed ambiziosi sotto il profilo della sostenibilità, e credo che il Salone del Risparmio sarà un momento cruciale per delineare tali obiettivi, dopo la condivisione e l’ascolto dei differenti punti di vista dell’industria e degli investitori. L’accento al capitale umano come motore e perno dell’industria sottolinea non solo le competenze dei gestori ma soprattutto della consulenza come elemento essenziale, sempre più importante nel dialogo coi risparmiatori. Per non parlare della volontà di indirizzare gli impegni degli investimenti verso il sistema, i differenti stakeholders e quindi, in primis, le persone” ha continuato Trabattoni.
I temi dell’inclusione al centro della manifestazione organizzata da Assogestioni
“Sono fortemente convinto che l’approccio alla sostenibilità non possa essere prescrittivo. È fisiologico che ogni operatore definisca un approccio differente e credo anche che i nostri investitori abbiano le giuste sensibilità, sebbene con diverse intensità e sfumature. Il punto di partenza è quello della normativa che a livello europeo è ora stata resa più chiara e puntuale e ci costringe tutti a nuovi sforzi in avanti. Da lì dovremo prendere le mosse per definire soluzioni di investimento trasparenti, chiare nel loro approccio di sostenibilità e nella comunicazione di obiettivi, metodologie e risultati. Sono convinto che la trasparenza nella comunicazione sia da sempre un fattore differenziante per il nostro settore, e lo è ancora di più nel segmento degli investimenti sostenibili, che hanno conosciuto negli ultimi anni una fortissima domanda.
Carlo Trabattoni / presidente di AssogestioniLa valorizzazione delle persone è fondamentale per garantire una fase di economia sostenibile
Il mio sforzo sarà rivolto proprio a cogliere appieno questo potenziale, che passa anche da una maggiore educazione sulle tematiche della responsabilità e sulla loro applicazione non soltanto sotto il profilo ambientale, ma sempre più incisivamente nella governance”. Gli appuntamenti seguiranno ancora una volta i 7 percorsi tematici attraverso i quali i visitatori saranno guidati nella scelta della conferenza migliore per loro: da asset allocation e strategie di investimento a mercati privati ed economia reale, da distribuzione e consulenza a
sostenibilità e capitale umano, da previdenza complementare fino a educazione, formazione, innovazione e digitalizzazione. Il dibattito prenderà spunto dall’analisi dell’attualità per riflettere sulle scelte responsabili da compiere per il futuro.
FORMAT IBRIDO
Anche quest’anno la kermesse si svolgerà in forma ibrida, combinando partecipazione digitale e in presenza, secondo un modello sperimentato con successo durante la scorsa edizione e che ha garantito la partecipazione di un pubblico
ancora più ampio, grazie alla trasmissione in diretta streaming di tutte le conferenze in programma sulla piattaforma FR|Vision. A dimostrazione che umano significa anche saper utilizzare la tecnologia per la costruzione di un futuro sostenibile. Il Salone di settembre 2021, infatti, ha potuto contare sulla presenza di oltre 160 marchi, con la partecipazione di 11mila visitatori unici che hanno generato oltre 17mila visite in tre giorni. La formula ibrida ha contribuito a incrementare la partecipazione dall’estero, salita dal 3 al 7%. Le 110 conferenze in programma hanno coinvolto più di 400 relatori e sono state trasmesse in diretta streaming per un totale di oltre 250 ore, permettendo di offrire più di 50 ore di formazione professionale.
Il Salone del Risparmio 2021 si svolgerà al MiCo - Milano Convention Centre e sarà possibile seguirlo in streaming sulla piattaforma FR|Vision
IlLe sette vie del risparmio
Anche quest’anno il Salone prevede un format con diversi percorsi tematici
Torna il Salone del Risparmio 2022, e con esso anche i sette percorsi tematici con cui orientarsi nell’evento simbolo del settore del risparmio gestito e della consulenza finanziaria. L’industria del risparmio gestito, tanto in Italia quanto
a livello globale, è cresciuta enormemente. A fine 2021 il nostro Paese ha raggiunto un patrimonio complessivo di 2.594 miliardi di euro. Non bastano però i numeri a raccontare un cambiamento guidato da tendenze che hanno subito una
forte accelerazione nell’ultimo biennio. Il peso delle variabili extra-finanziarie è aumentato in modo progressivo e continuo, così come la consapevolezza delle interconnessioni tra economia e società. L’urgenza del contrasto al cambiamento climatico ha
accelerato l’affermarsi della sostenibilità come obiettivo condiviso, includendo, oltre all’aspetto ambientale, i fattori sociali e quelli relativi al governo delle imprese. Una sfida per tutte le attività economiche chiamate a ripensare modalità e contenuti del lavoro, evolvendo verso nuovi modelli organizzativi e ampliando il perimetro d’azione oltre i confini canonici.
STAKEHOLDER CAPITALISM
Il dibattito intorno alla contrapposizione tra shareholder capitalism, il capitalismo degli azionisti, e stakeholder capitalism, quello che tiene conto di tutti i soggetti su cui una data attività economica ha un impatto, ha guadagnato il centro della scena, indagando, nell’industria del risparmio, i rapporti tra risparmiatore, intermediari, asset manager, economia reale e regolatori, alla ricerca di un impatto positivo su una realtà ad alto tasso di trasformazione, dominata dall’innovazione tecnologica, cambiamenti demografici e nuovi equilibri globali. Transizione sostenibile, rivoluzione digitale e, soprattutto, sviluppo del capitale umano sono i tratti
Asset manager, risparmiatori e consulenti finanziari sono oggi alla ricerca di un nuovo umanesimo
distintivi di un futuro da costruire. È per questo che al centro della dodicesima edizione del Salone del Risparmio ci sono le persone ed insieme la necessità del cambiamento: gestori, consulenti e risparmiatori alla ricerca di un nuovo umanesimo. Nei sette percorsi tematici del Salone di parlerà di asset allocation e strategie d’investimento, piani di ripresa post-pandemici, politica monetaria, transizione ecologica e nuovi assetti geopolitici che accelerano l’evoluzione del ruolo sistemico del risparmio gestito.
Fabio Galli / direttore generale di AssogestioniIn un anno segnato da forti complessità, esperti e portfolio manager globali si danno appuntamento per dibattere su come cogliere le migliori opportunità di investimento.
Focus anche su mercati privati ed economia reale, con la spinta fiscale legata ai piani di ripresa che dovrà essere affiancata da capitali privati per riuscire a rinnovare l’economia reale, aprendo a nuove opportunità per gli investitori e dando spazio agli strumenti alternativi, anche illiquidi.
Pir, Eltif, private equity, private debt, infrastrutture e immobiliare rappresentano un ponte tra risparmio e crescita.
EVOLUZIONE IN CORSO
Per quanto riguarda distribuzione e consulenza, l’evoluzione normativa e la digitalizzazione hanno ridefinito le dinamiche della consulenza, baluardo essenziale per navigare nelle incertezze di mercato.
Il Salone diventa quindi teatro per ospitare un confronto sui mutamenti in corso e sullo sviluppo di nuovi modelli distributivi, nonché sulle innovazioni di prodotto e di servizio. Un occhio di riguardo lo merita anche la sostenibilità,
che ha conquistato la scena non solo sul fronte ambientale ma anche su quello sociale e sul buon governo societario. Il risparmio gestito deve farsi promotore della rivoluzione sostenibile e della valorizzazione del capitale umano. Nella previdenza complementare, l’aumento dell’età media della popolazione e un’attitudine alla pianificazione del futuro ancora da migliorare impongono lo sviluppo della previdenza complementare e degli strumenti di investimento di lungo termine.
Un impegno essenziale per garantire un futuro sereno ai risparmiatori indirizzando al contempo risorse sull’economia reale. Nell’ambito di educazione e formazione, sapere è potere: per proteggere i risparmiatori e sfatare il falso mito dell’incompatibilità tra risparmio e investimento è essenziale spingere sull’educazione finanziaria e sulla formazione dei consulenti. Infine, innovazione tecnologica, digitalizzazione e intelligenza artificiale rappresentano la nuova frontiera dei servizi finanziari. Il Salone del Risparmio diventerà quindi il luogo di confronto sulle prospettive e le opportunità offerte dall’innovazione.
Arrivata alla sua dodicesima edizione è la principale manifestazione in Italia dedicata all’asset management
Come sempre il Salone del Risparmio è organizzato da Assogestioni, sigla di categoria del risparmio gestito
Il Salone del Risparmio si svolgerà anche nel 2022 nei padiglioni del MiCo - Milano Convention Centre
Essere parte della rete di Financial Advisor di CheBanca! significa entrare in un Grande Gruppo con una solida cultura finanziaria e una forte capacità di innovazione. Per guardare ai mercati e al futuro da una prospettiva più alta: la nostra.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale che non costituisce un’offerta o una sollecitazione ad investire né una raccomandazione di investimento.MARTEDÌ 10 MAGGIO appuntamenti Salone del Risparmio 2022
UMANO, RESPONSABILE, DIGITALE
Martedì 10 maggio / 10:00 - 12:00
SALA SILVER
Relatori Vittorio Colao, Carlo Trabattoni, Rachel Botsman, Cinzia Tagliabue, Giovanni Sandri, Silvia Sciorilli Borrelli
LA NUOVA STAGIONE DEI PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO
Martedì 10 maggio / 14:00 - 15:45 SALA GREEN 1
Relatori Luca Ferrais, Patrizia Claps, Alessandro Rota, Elena Ferrarese, Stefano Colombi, Mario Romano
Relatori Elena Bonetti, Ulrike Sauerwald, Cinzia Tagliabue, Roberta D’Apice, Ersilia Vaudo Scarpetta, Paola Angeletti VERSO LA CERTIFICAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE NELLE SGR
Martedì 10 maggio / 12:30 - 13:30 SALA GREEN 1
Relatori Cristina Catania, Chiara Mosca, Cristina Gostinelli, Paola Pietrafesa RUOLO E VALORE DELLA CONSULENZA FINANZIARIA NELLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE
Martedì 10 maggio / 17:45 - 18:45 SALA YELLOW 1
MERCOLEDÌ 11 MAGGIO appuntamenti Salone del Risparmio 2022
DIGITAL ASSET: TRA SPERIMENTAZIONE E REGOLAMENTAZIONE
Mercoledì 11 maggio / 09:30 - 11:00
SALA GREEN 1
Relatori Paolo Ciocca, Giovanni Sandri, Edoardo Maestri, Demetrio Migliorati, Marco Monaco, Roberta D’Apice
LA CONSULENZA FINANZIARIA TRA FORMAZIONE ED EDUCAZIONE
Mercoledì 11 maggio / 11:45 - 12:30 EDUCATIONAL CORNER
Relatori Alessandro Paralupi, Barbara La Marra, Sabrina Scarito
PEPP, IL NUOVO VOLTO DELLA PREVIDENZA INDIVIDUALE
Mercoledì 11 maggio / 11:30 - 13:15
SALA GREEN 1
Relatori Fabio Galli, Michele Siri, Pierpaolo Marano, Michele Squeglia, Francesco Lupi, Nicola Mango
IL RISPARMIO GESTITO TRA CAPITAL MARKET UNION E RETAIL STRATEGIST
Mercoledì 11 maggio / 14:30 - 16:00 SALA GREEN 1
Relatori Ugo Bassi, Tiziana Togna, Alessandro Melzi D’Eril, Luca Tenani, Manuela D’Onofrio, Roberta D’Apice
GIOVEDÌ 12 MAGGIO appuntamenti Salone del Risparmio 2022
IL DIALOGO TRA LE SOCIETÀ E GLI INVESTITORI
Giovedì 12 maggio / 09:15 - 14:30 SALA GREEN 3
Relatori Andrea Di Segni, Fabio Bianconi, Alessandra Stabilini, Claudia Introvigne, Paolo Boccardelli, Oriana Bastianelli
75 ANNI DI RISPARMIO NELLA COSTITUZIONE: FRANCOBOLLO CELEBRATIVO
Giovedì 12 maggio / 12:15 - 13:15
SALA SILVER
Relatori Gilberto Pichetto Fratin, Alfonso Celotto, Andrea Manzella, Fabio Galli, Bianca Maria Farina
PARLIAMO SOSTENIBILE: COME SPIEGARE L’ESG AL TUO CLIENTE
Giovedì 12 maggio / 11:00 - 12:30 SALA GREEN 1
Relatori Salvatore Gnoni, Lorenzo Alfieri, Alexia Giugni, Diego Rizzzuto, Jole Saggese, Jean-Luc Gatti
FIDUCIA, INVESTIMENTI E CONOSCENZA: PILASTRI PER LO SVILUPPO
Giovedì 12 maggio / 14:45 - 16:15 SALA SILVER
Relatori Carlo Trabattoni, Fabio Galli, Giorgio De Rita, Vittorio Ambrogi, Luigi Conte, Edoardo Fontana Rava
C’è posto nel cda
Cresce il numero di aziende con gli influencer nel board
di Sara MortariniLe grandi aziende si stanno accorgendo sempre di più dell’enorme potere che oggi esercitano gli influencer. Tanto che, negli ultimi mesi, abbiamo assistito a diversi ingressi di vip, rigorosamente dotati di milioni di follower sui social, all’interno dei consigli di amministrazione di società quotate e non. In Italia è successo con due colossi del lusso: prima Tod’s, che ha nominato tra i suoi consiglieri la
regina degli influencer italiani, Chiara Ferragni; poi Moncler, che vede tra le new entry del suo cda l’ex tennista Maria Sharapova, cinque volte vincitrice del Grande Slam e seguita su Instagram da oltre 4,2 milioni di persone.
E l’elenco sembra destinato ad allungarsi, o almeno così viene da pensare se guardiamo Oltreoceano, dove gli esempi di celebrities entrate nei board delle aziende più disparate abbondano.
Il Corriere.it ne ha scovato qualcuno, che vi riproponiamo qui a fianco.
IN BREVE DAL MONDO
Si alza il sipario sulla Grecale
Maserati alza il sipario sulla sua Maserati Grecale 2022 (nelle foto). Il secondo modello Suv della gamma, dopo Levante, si basa su una versione modificata della piattaforma usata per la Giulia di Alfa Romeo e per lo Stelvio. La nuova sport utility italiana, che dovrebbe uscire verso la metà del 2022, sarà lunga 4,85 metri e sarà disponibile in tre allestimenti: La Grecale GT, il modello base, è dotata di un powertrain microibrido a quattro cilindri; la Grecale Modena ha una versione più potente dello stesso mild hybrid, mentre la Grecale Trofeo, il modello top di gamma, eredita un potente motore biturbo V6dalla sportiva MC20. Non solo. Nella seconda metà del 2023 arriverà anche la versione elettrica della Grecale.
Le grandi imprese stanno prendendo atto del potere che hanno i personaggi molto famosi nel mondo dei social
Mise
Un passapor to di serie A
La classifica delle cittadinanze più convenienti da esibire sul proprio documento
di Sara MortariniQuali sono le cittadinanze più convenienti da esibire sui propri documenti? L’indice elaborato nel 2022
dalla società di consulenza statunitense
Nomad Capitalist, il Nomad Passport Index, fornisce un’indicazione interessante. La classifica comprende 199 Paesi ed è stata stilata in base a una serie di fattori: non solo la possibilità per gli stranieri di spostarsi senza bisogno di un
visto (che pesa per il 50% del punteggio), ma anche la tassazione (20%), la possibilità di ottenere una doppia cittadinanza (10%), la reputazione del passaporto (10%) e il tasso di libertà complessivo (10%). Quest’ultimo criterio
BELGIO
IN BREVE DAL MONDO
Cinque stanze a Beverly Hills
Katy Perry (nella foto) ha messo in vendita la sua casa di Beverly Hills per quasi 19,5 milioni di dollari. La residenza, che conta cinque camere da letto e sei bagni, si trova nell’esclusivo quartiere di Hidden Valley Road, particolarmente amato dai vip, tra i suoi abitanti spiccano nomi come Penelope Cruz, Adele e Jennifer Lawrence. La cantante 37enne l’aveva acquistata nel 2017 per circa 18 milioni di dollari. La villa è immersa in un parco di circa 4 km quadrati attraversato da numerosi sentieri e dotato di piscina a sfioro, patio e zona lounge, oltre a una terrazza per mangiare all’aperto e un parcheggio per decine di auto. L’interno è molto luminoso e quasi tutte le stanze sono collegate con il giardino.
è stato misurato valutando elementi quali la libertà di stampa, la legislazione contro i non residenti, i programmi di spionaggio governativi e la leva militare obbligatoria. Vediamo qui sotto la top 10 della graduatoria.
REPUBBLICA CECA
OLANDA Nomad Passport Score
SINGAPORE Nomad
Score
Una dottoressa di nome Taylor
Laurea honoris causa in Belle Arti per Taylor Swift (nella foto) In una cerimonia presso lo Yankee Stadium di New York, la cantautrice riceverà il riconoscimento nel mese di maggio, in occasione della cerimonia per l’anno universitario 2022. Ad assegnarle la laurea è la New York University, che negli anni scorsi ha dedicato proprio alla musica di Swift un intero corso di studio. Considerata uno degli atenei più prestigiosi al mondo, la New York University ha sede a Manhattan e fu fondata nel 1831. Taylor Swift riceverà una pergamena per la facoltà post-laurea dell’Institute of Fine Arts. La laurea honoris causa andrà ad aggiungersi alla lunga lista di premi che la cantante si è aggiudicata in 18 anni di carriera.
GESTORI del MESE
Marco Ruspi - AcomeA Corrado Gaudenzi - Eurizon Loredana La Pace - GSAM Paolo Paschetta - Pictet AM Simone Rosti - Vanguard Stéphane Soussan - Amundi Luca Comunian - Bnp Paribas Alex Gabriele - Morgan Stanley Gianmarco Rania - Banor Capital Luca Giorgi - BlackRock Simon Webber - Schroders Massimiliano Grillo - Algebris Andrew Beer - iM Global Partner George Gosden - C. ThreadneedleTutto il valore del People First
L’importanza dell’attenzione al capitale umano e ai temi sociali da parte delle pmi italiane
di Francesca Vercesi“La fabbrica non può guardare solo agli indici dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica”. Queste parole, pronunciate da Adriano Olivetti nel 1955 giungono a noi come se arrivassero direttamente dal futuro. A riferirsi a Olivetti sono Antonio Amendola e Marco Ruspi (nella foto), rispettivamente fund manager e head of Esg del fondo AcomeA PMItalia ESG di AcomeA
Si torna spesso a Olivetti quando si tratta di gestire risorse e aziende in termini virtuosi...
Già. “People first” è uno dei temi più cari alla letteratura manageriale internazionale, che da molti anni lo propone come fattore fondamentale per il successo di una strategia aziendale. Già anni fa, il visionario fondatore della Southwest Airlines Herb Kelleher poneva il mantra “Tratta i dipendenti come i tuoi migliori clienti” come direttiva principe per il successo di un’azienda. E non poteva mancare Steve Jobs, che già nel suo “Think different”, orientava la iconica campagna marketing di Apple verso la facilitazione del lavoro del singolo grazie ai prodotti dell’azienda di Cupertino.
Le persone al centro... Come è noto, la “S” e tutto ciò che coinvolge l’impatto sociale, sono una tra le componenti fondamentali del
In molte pmi la cultura aziendale è orientata alla persona
Marco Ruspi head of Esg del fondo AcomeA PMItalia ESG di AcomeAmovimento Esg e sono anche il tema trainante del Salone del Risparmio 2022.
Com’è il termometro del “sociale” nelle pmi italiane?
Le pmi nascono spesso in una stanza o in un garage, da un’intuizione del singolo che poi contagia i collaboratori e il territorio. È normale trovare in queste aziende delle condizioni di lavoro e una cultura aziendale orientate alla persona. Abbiamo molti investimenti in aziende nel fondo che puntano fortemente sulla qualità della relazione con lavoratori, fornitori e territorio. L’ingaggio e la collaborazione coi vertici della società sull’impatto sociale è senza frizioni. Siamo stati sorpresi da quanto siano avanti alcune pmi riguardo a tematiche quali la collaborazione col territorio, con le autorità e le iniziative concrete volte a creare un clima di lavoro inclusivo e rispettoso della persona.
Un livello di attenzione e di attività così alto comporta ovviamente anche maggiori costi... È vero ma si tratta di un investimento con alti ritorni e in tempi molto brevi. D’altronde, l’avvio di un percorso concretamente sostenibile, al di là di una presa di posizione politically correct, conviene alle aziende; gli imprenditori italiani sono stati lesti a capirlo e ad implementarlo in modo efficace. Già, la sostenibilità conviene agli imprenditori e agli investitori. E, in una prospettiva probabile di minor globalizzazione, conviene anche al nostro Paese.
Barriere Premio e a Scadenza profonde no al 40% Premi mensili potenziali con e etto memoria tra lo 0,80%1 (9,6% p.a.) e l’1,85% (22,2% p.a.)
A scadenza, se il Certificate non è scaduto anticipatamente, sono due gli scenari possibili:
ISIN
NLBNPIT18VV7
NLBNPIT18VP9
NLBNPIT18VQ7
NLBNPIT18VR5
NLBNPIT18VS3
NLBNPIT18VT1
NLBNPIT19Q39*
NLBNPIT18VM6*
NLBNPIT18VU9*
NLBNPIT18VL8
se la quotazione di tutte le azioni che compongono il paniere è pari o superiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate rimborsa il Valore Nominale più il premio con Effetto Memoria;
AZIONI SOTTOSTANTI
Intesa Sanpaolo, UniCredit
se la quotazionedi almeno una delle azioni che compongono il paniere è inferiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate paga un importo commisurato alla performance della peggiore tra le azioni che compongono il paniere (con conseguente perdita, parziale o totale, del capitale investito).
BARRIERA PREMIO MENSILE
40% 0,8% (9,6% p.a.)
UniCredit, Stellantis, Leonardo 40% 1,1% (13,2% p.a.)
Telecom Italia, Eni, FinecoBank 50% 1,1% (13,2% p.a.)
Nexi, Prysmian, Intesa Sanpaolo 50% 1,1% (13,2% p.a.)
Tenaris, CNH Industrial, Mediobanca 55% 1% (12% p.a.)
Moncler, Pirelli, STMicroelectronics 50% 1% (12% p.a.)
Salvatore Ferragamo, Capri Holdings, Kering 60% 1,5% (18% p.a.)
Tesla, Ferrari, Porsche Automobil Holding 60% 1,7% (20,4% p.a.)
Axa, Aegon, American International Group 55% 0,8% (9,6% p.a.)
Electricite de France, Enel, RWE, A2a 50% 0,9% (10,8% p.a.)
NLBNPIT18VK0* Eni, Chevron, Repsol, BP 55% 0,8% (9,6% p.a.)
NLBNPIT18VN4*
NLBNPIT18VO2*
NLBNPIT18VW5*
NLBNPIT18VJ2*
NLBNPIT18VX3*
Air FranceKLM, Carnival, Airbnb 50% 1,85% (22,2% p.a.)
EasyJet, Booking Holdings, Expedia Group 40% 1,1% (13,2% p.a.)
Glencore, ArcelorMittal, BASF, Alstom 50% 1,3% (15,6% p.a.)
Moderna, P zer, AstraZeneca 55% 1,5% (18% p.a.)
Adyen, Block, PayPal Holdings 50% 1,8% (21,6% p.a.)
I Certificate Memory Cash Collect su panieri di Azioni consentono di ottenere potenzialipremi conEffetto Memoria nelle date di valutazione mensili anche nel caso di andamento negativo delle azioni sottostanti purché la quotazione di tutte le azioni che compongono il paniere sia pari o superiore al livello Barriera Premio (che varia dal 40% al 60% del valore iniziale delle azioni sottostanti). Inoltre, a partire dal sesto mese di vita, i Certificate possono scadere anticipatamente qualora nelle date di valutazione mensili tutte le azioni che compongono il paniere quotino a un valore pari o superiore al rispettivo valore iniziale. In questo caso l’investitore riceve, oltre al premio mensile, il Valore Nominale oltre gli eventuali premi non pagati precedentemente (c.d. Effetto Memoria).In equilibrio si batte l’inflazione
di Francesca VercesiCome si può vincere la pressione dell’inflazione sui risparmi delle famiglie italiane? Ne parliamo con Massimiliano Grillo (nella foto), business development director Italia di Algebris Investments
Come costruire un portafoglio in questa fase?
Investendo. L’inflazione è un problema per l’economia reale e un’opportunità per i mercati finanziari. Fa crescere infatti sia i tassi sui mercati obbligazionari, sia i dividendi. Naturalmente dobbiamo considerare una inevitabile conseguenza di questo riassestamento, ossia la volatilità. Suggeriamo di essere selettivi nelle scelte d’investimento, preferendo l’azionario e, in particolare, i settori che meglio beneficiano di ciò che consegue alla pressione inflattiva, cioè il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali per raffreddare l’economia. In questo senso, il finanziario è probabilmente il migliore per lo scopo, in quanto banche e assicurazioni beneficiano di tassi più alti e possono generare più utili in virtù di margini d’interesse crescenti. Siamo convinti che l’approccio bilanciato del nostro Algebris Financial Income Fund sia ideale in questo contesto perché è una perfetta copertura rispetto all’andamento dell’inflazione in Europa.
Quali sono gli obiettivi del fondo Algebris Financial Income? Il fondo investe con un approccio bilanciato, long-only, su tutte le
opportunità che troviamo all’interno del settore che meglio conosciamo, ossia i finanziari. Con un margine di movimento del 60-40 tra entrambe le asset class. A fine marzo, per esempio, il fondo aveva un bilanciamento 60/40 in favore del credito, con investimenti rivolti esclusivamente a istituti finanziari globali sistemici, sfruttando la pressione del mercato dei primi 3 mesi dell’anno, abbiamo potuto aggiungere esposizione.
Il fondo lavora quindi bene nella protezione al rincaro dei prezzi? Esatto, si pone come soluzione ottimale per investire in un periodo di forte inflazione. Tuttavia, come dice il nome stesso, in virtù di rendimenti superiori offerti dal credito finanziario e di interessanti dividendi dei titoli di banche e assicurazioni globali, il fondo funziona in un’allocazione più diversificata, per la sua capacità di generare rendimenti superiori al mercato.
Algebris propone in tutta Italia un progetto di formazione in finanza comportamentale. Ce lo spiega? Già da qualche mese siamo attivi con alcune iniziative di educazione finanziaria attraverso il nostro canale YouTube. Ora, annunciamo il nostro primo roadshow dove affronteremo il tema dell’inflazione e di come vincere alcune trappole mentali che spesso ci bloccano, o ci spingono a prendere decisioni sbagliate o tardive. Incontreremo i consulenti a Napoli, Roma, Bologna, Padova, Torino e Milano.
Assicurazioni e banche
beneficeranno di tassi più elevati
Massimiliano Grillo business development director Italia di Algebris Investments La soluzione di Algebris Investments con il caro-prezzi: un portafoglio bilanciato sui titoli finanziariAL 20%
nell’emissione di certificati di investimento.
ANNO
2007
sulla Borsa di
dal 2012, è diventata uno dei protagonisti del mercato dei certificati di investimento grazie all’esperienza sviluppata negli anni ed alla piattaforma proprietaria di cui si avvale. Dall’inizio della sua attività in Italia, Leonteq ha emesso oltre 1900 prodotti di investimento sui mercati EuroTLX, SeDeX e Hi-MTF (dei quali oltre 800 attualmente negoziabili). A conferma della sua solidità, la società ha ottenuto il rating investment grade (BBB- con outlook positivo) dall’agenzia Fitch Ratings..
COME FUNZIONANO I NOSTRI CERTIFICATI TARGET ONE AUTOCALLABLE
• I certificati Target One Autocallable consentono di ricevere delle cedole condizionate se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore alla barriera della cedola ad ogni data di osservazione, assumendo che non si sia verificato alcun rimborso anticipato. Grazie all‘effetto memoria, ad ogni data di pagamento della cedola saranno accreditate anche le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• Ad ogni data di osservazione, se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è superiore al rispettivo trigger autocall, il prodotto sarà rimborsato anticipatamente e l’investitore riceverà il 100% del valore nominale più le eventuali cedole non pagate in precedenza.
• Alla scadenza, qualora il prodotto non sia stato rimborsato anticipatamente, gli scenari possibili sono i seguenti: (1) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore non è pari o al di sotto della barriera, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale; (2) se il livello di chiusura del sottostante con la performance peggiore è pari o al di sotto della barriera e nessun sottostante ha performance superiore rispetto al livello target, l’investitore riceverà il valore nominale ridotto dell’1% per ogni punto percentuale di performance negativa del sottostante con la performance peggiore.
L’approccio giusto
La campagna di AB con il claim: “Rendimenti che fanno bene”
di Francesca Vercesi
L’approccio giusto. Rendimenti che fanno bene. È questo il claim della campagna di AllianceBernstein, colosso della gestione Usa da 750 miliardi di dollari. Già, perché se è vero che molti investitori sono orientati a prodotti ‘responsabili’, è altrettanto vero che la rapida diffusione di così tanti portafogli focalizzati sui fattori ambientali, sociali e di governance può generare una certa confusione. Con tutta questa scelta a disposizione, come possiamo capire se una strategia di investimento creata per perseguire l’obiettivo Esg dichiarato non scenderà a compromessi a livello di potenziale di rendimento?
Centinaia di fondi
I fondi sostenibili rappresentano un buon esempio delle difficoltà che gli investitori responsabili si trovano ad affrontare. Dal 2019 a febbraio 2022 sono stati lanciati e classificati nella categoria sostenibile Morningstar 840 fondi a gestione attiva domiciliati in Lussemburgo e in Irlanda. In totale, questa categoria comprende 2.254 fondi attivi con un patrimonio gestito di 1.260 miliardi di dollari. Nel 2021, i fondi sostenibili hanno evidenziato afflussi netti pari a 163 miliardi di dollari, circa il 43% di tutti i flussi nei fondi a gestione attiva, pur rappresentando poco più di un sesto del numero totale di fondi. “La nostra analisi indica che quasi un terzo di questi nuovi fondi ha conseguito il suo status di sostenibilità
semplicemente escludendo le aziende che sono attive in determinati settori industriali ad alta intensità di carbonio, mentre in 99 casi fondi non sostenibili lanciati nel corso degli ultimi tre anni sono stati in seguito riclassificati come sostenibili. È necessario che questi fondi siano sottoposti a un controllo più serrato al fine di verificare se il loro processo di investimento sia effettivamente cambiato, al punto da meritare il badge della sostenibilità”, tengono a sottolineare in AB.
Continuano: “Noi abbiamo sviluppato i Portfolios with Purpose, portafogli mirati a gestione attiva pensati per i clienti che puntano a raggiungere espliciti obiettivi Esg. Ciascuno ha una strategia di investimento coerente che applica un’analisi di qualità elevata per valutare ogni singola partecipazione in termini di credenziali Esg e fondamentali di business. Non ci basiamo solamente sui punteggi dei fornitori di rating Esg”.
Tre tipi di strategie La gamma Portfolios with Purpose comprende tre tipi di strategie. I portafogli sostenibili puntano a prodotti e servizi che affrontano le sfide ambientali e sociali in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. I portafogli Responsible+ hanno invece obiettivi specifici, come ad esempio la resilienza al cambiamento climatico o la diversità. I portafogli a impatto, infine, cercano di esercitare un impatto positivo e misurabile sulla società o sull’ambiente.
Saper coltivare i rendimenti
La catena del valore nel settore alimentare al centro delle strategie di un fondo di Amundi
di Francesca Vercesi
La necessità di nutrire la popolazione diventerà un argomento sempre più prioritario nei prossimi anni sulla scia di alcuni macro tendenze come urbanizzazione, crescita demografica e maggiori redditi. Al contempo, però, il cambiamento climatico e la conseguente siccità stanno diventando questioni urgenti. Come tradurre tutto questo in investimento? Quali sono le aziende che stanno raccogliendo questa sfida? Ne parliamo con Stéphane Soussan (nella foto), gestore di portafogli azionari tematici di CPR Asset Management che fa parte del gruppo Amundi, con una specializzazione in agricoltura. Il fund manager gestisce, tra gli altri, il fondo CPR Invest - Food for Generations.
Perché investire in questo comparto?
Più individui sulla terra, con standard di vita mediamente più elevati e un regime alimentare più diversificato, consumano una maggiore quantità di cibo. E questo è un trend di lungo periodo.
Il comparto investe in tutta la catena del valore del settore alimentare, dalla terra alla tavola. Un universo così variegato a livello settoriale consente di adattare il portafoglio alle diverse fasi del mercato e mira a catturare tutta la crescita potenziale all’interno di questo perimetro: aumento della domanda di cibo e acqua; investimenti necessari per l’agricoltura e il settore idrico; nuove tendenze nei consumi.
Puntiamo su aziende che preservano le risorse del pianeta
Stéphane Soussan gestore di portafogli azionari tematici di CPR Asset Management (Amundi)Ci spiega il vostro approccio in tema di sostenibilità?
Il comparto adotta un duplice approccio sostenibile: a priori, tramite l’esclusione dei titoli sulla base dei criteri Esg, a posteriori, in base alla valutazione dell’impatto dei titoli in portafoglio in termini di risorse idriche, emissioni di carbonio e riciclaggio dei rifiuti.
A quali aziende guardate? Lungo l’intera catena del valore del settore alimentare, puntiamo su quelle aziende che contribuiscono alla grande sfida di nutrire la popolazione mondiale e di preservare le risorse del pianeta. Quindi ad aziende coinvolte in questi settori: agricoltura, acqua, prodotti alimentari, bevande, distribuzione alimentare, e ristorazione. Il fondo punta a sovraperformare i mercati azionari mondiali sul lungo periodo (almeno cinque anni) e dal punto di vista geografico, a fine febbraio 2022, le maggiori esposizioni del fondo erano Nord America con il 45% (contro un 72% dell’indice), area Emu 22%, Europa (ex-Emu) 19% e paesi emergenti 4,5%. La volatilità è alta ma le performance possono essere altrettanto interessanti. Certo, come per tutti, in questa fase i mercati azionari sono calati a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con il conseguente rialzo dei prezzi delle materie prime e le possibili interruzioni di approvvigionamenti che dovrebbero pesare sulla crescita economica mondiale.
Se la stagflazione si avvicina
di Francesca VercesiDei tre scenari che i mercati finanziari stanno scontando (inflazione, stagflazione, recessione), dopo l’invasione russa dell’Ucraina la stagflazione sembra essere diventata lo scenario di riferimento per gli investitori. Ne parliamo con Gianmarco Rania (nella foto), responsabile azionario di Banor Capital e portfolio manager Banor SICAV European Dividend Plus.
Cosa sta succedendo sui mercati? I mercati stanno iniziando a scontare un forte rallentamento del ciclo economico che potrebbe portare a uno scenario a crescita zero. Questo, legato a tassi di inflazione elevata, provocherebbe l’insorgere del cosiddetto fenomeno della stagflazione, rendendo necessarie scelte diverse in tema di allocazione del portafoglio per gli investitori.
Cosa comporta per i portafogli? In tale scenario, un sottopeso della componente azionaria sarebbe giustificato da una minore crescita degli utili da parte delle aziende, in particolare quelle dei settori più ciclici come industriali o finanziari, dall’altro il rialzo dei tassi causato dalla costante pressione inflattiva avrebbe un impatto negativo sulla parte obbligazionaria tradizionale a duration elevata. Tra i pochi settori in grado di offrire una protezione dall’elevata inflazione ci sono le materie prime e i titoli a esse correlati. Storicamente in periodi di stagflazione
l’oro e i titoli auriferi hanno generato ritorni positivi.
E le commodity?
Più in generale vengono considerate strumenti in grado di proteggere il portafoglio dal rischio di inflazione. Nel comparto obbligazionario, inoltre, l’investimento in titoli legati all’inflazione permette di coprire il rischio di erosione del potere di acquisto. Infine, in ambito azionario, seppur in un contesto di sottopeso generalizzato, crediamo si possano favorire quelle aziende leader nei loro settori in grado di passare al consumatore finale eventuali aumenti dei costi. Un esempio è Nestlé che in virtù della sua posizione di mercato e dell’importanza dei suoi brand sarebbe in grado di aumentare i prezzi dei propri prodotti senza avere, a nostro avviso, particolari effetti negativi in termini di crescita e di redditività.
Growth o value?
In un contesto di mercato dominato dalla complessità e dall’incertezza, riteniamo che la gestione attiva con approccio value sia in grado di generare ritorni superiori agli indici azionari e di cogliere le migliori idee di investimento.
Il nostro fondo Banor SICAV European Dividend Plus è esposto alla ripresa con titoli che definiamo “ciclici sostenibili”, ovvero titoli che beneficeranno degli investimenti in fonti di energia rinnovabili, nell’efficienza energetica delle infrastrutture pubbliche e private e nello sviluppo della mobilità elettrica.
Nell’attuale contesto è preferibile uno stile di gestione value
Gianmarco Rania responsabile azionario di Banor Capital Le giuste strategie di portafoglio in uno scenario macro di rallentamento economico e caro-prezziInsieme, verso nuove prospettive
Puntare in alto per una crescita sostenibile
Guardiamo alla gestione del risparmio da punti di vista sempre diversi, perché crediamo nel cambiamento e nell’innovazione. Una visione che parte dal lavoro di squadra e dalla condivisione e che ci permette di offrire ai clienti nuove prospettive per l’investimento responsabile.
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Maggiori informazioni su prodotti e servizi offerti sono disponibili sul sito www.sellasgr.it e presso i collocatori.
Luca Giorgi head ofA misura di advisor
Da BlackRock alcune idee per portafogli resilienti e performanti
di Gianluigi Raimondi
“In questa fase cosí particolare stiamo aiutando i consulenti a comporre dei portafogli che possano dimostrarsi adatti a navigare l’attuale contesto di mercato”.
A dirlo è Luca Giorgi (nella foto), head of iShares and Wealth Italy di BlackRock, che di seguito illustra il modus operandi. “In uno scenario di crescita economica e di mercato molto incerti, per sfruttare la recente rotazione a fattori value e diminuire la volatilità del portafoglio, possiamo valutare di inserire esposizioni al settore healthcare e la soluzione BlackRock consigliata è il BGF World Healthscience. Un settore difensivo, quello medico-sanitario, meno legato a dinamiche inflattive e di crescita economica, che, di recente, ha visto aumentare il numero di risorse per far fronte alla crisi pandemica. Non ultimo, è tornato a essere attraente in termini di multipli e valutazioni”.
Soluzioni ad hoc “Altri settori in quest’ottica sono quelli delle soft commodities in scia alla scarsità dell’offerta e del mining, in relazione alle problematiche inflattive. In particolare su questi ultimi temi possiamo prendere esposizione tramite l’Etf iShares Agribusiness, sulle soft commodities, mentre per il mining, proponiamo il nostro BGF World Mining. Restiamo favorevoli anche al settore della tecnologia, comparto growth per eccellenza, che dopo gli ultimi mesi di sofferenza appare più
conveniente guardando al medio-lungo termine. Nonostante lo scenario di mercato sia cambiato rispetto allo scorso anno, la sostenibilità rimane per noi un fattore centrale. Ció che, per cosí dire, é cambiato guardando al percorso verso il net-zero, non é l’obiettivo ma l’approccio. Se da un lato continuiamo a puntare su investimenti legati all’economia circolare, alla nutrizione, all’evoluzione nel mondo dei trasporti e all’energia sostenibile, dall’altro, alla luce dell’attuale contesto, siamo consapevoli della necessitá di dover includere una componente di investimento in settori più tradizionali per raggiungere il target dello zero netto entro il 2050”.
Questioni energetiche
“In altri termini, è evidente che non è possibile azzerare le emissioni di Co2 in maniera immediata, ma è necessario un processo di transizione che, tramite nuovi investimenti, permetterà nel medio periodo di produrre sufficiente energia alternativa da fonti rinnovabili. È emerso, inoltre, prorompente, il tema dell’indipendenza energetica che, senza uno scenario geopolitico stabile, non permette all’Europa di adottare politiche di approvvigionamento efficienti dal punto di vista dei costi. Di conseguenza consideriamo il tema delle risorse naturali come investimento da inserire nei portafogli. In quest’ottica il BGF Natural Resources Growth & Income puó offrire un’alternativa valida per gli investitori”.
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Megatrend senza scadenza
di Edoardo BlosiBnp Paribas ha emesso nel mese di aprile quattro Tracker Certificate Open End sul comparto EuroTLX (MTF) di Borsa Italiana: si tratta di prodotti privi di barriera e scadenza prefissata (per questo definiti Open End), che replicano linearmente la performance di determinanti indici tematici, configurandosi quindi come particolarmente adatti per investitori alla ricerca di opportunità di mediolungo termine su settori impattati da cambiamenti strutturali.
Ambiente e tecnologia
In particolare, i quattro Tracker Certificate permettono agli investitori di puntare rispettivamente su altrettanti megatrend (le energie rinnovabili, la tecnologia, l’acqua, la gestione dei rifiuti) che consentono di diversificare il rischio di portafoglio e mitigare l’impatto delle correlazioni tra asset class, settori, aree geografiche e stili di investimento (vedi la tabella in pagina). Tutti gli indici replicano il movimento dei prezzi di 50 delle principali società impegnate
nei rispettivi settori sottostanti, selezionate da Bnp Paribas con un processo di ponderazione che assegna a ciascun titolo un punteggio aggregato, considerando 3 specifiche variabili: fondamentali economici, liquidità, correlazione del business aziendale al settore in focus. Ogni sei mesi, l’indice
rivede la propria composizione sulla base di questo processo di selezione. Solactive, uno dei principali fornitori di indici in Europa, funge da calculation agent. I Tracker Certificate Open End non hanno una scadenza predeterminata: gli investitori potranno acquistarli e venderli in qualsiasi momento grazie alla quotazione sul comparto EuroTLX di Borsa, con Bnp Paribas in qualità di market maker, che ne garantisce la liquidità. Tutti i quattro Tracker Certificate Open End emessi da BNP sono denominati in euro mentre; per quanto riguarda gli indici sottostanti invece, sono tutti denominati in dollari statunitensi ad eccezione del Bnp Paribas Global Renewable Energies Total Return, denominato in euro.
Impatto positivo
“Siamo molto orgogliosi di questa nuova emissione”, dice Luca Comunian (nella foto), Distribution Sales, Global Markets Italy di Bnp Paribas Corporate & Institutional Banking, “che ci permette di offrire agli investitori l’opportunità di trarre profitto da tendenze che stanno plasmando sempre di più le nostre economie, e allo stesso tempo di contribuire concretamente a generare un impatto positivo sulla società; questo in particolare grazie agli indici tematici che abbiamo scelto come sottostanti. Il tutto reso possibile sotto forma di un certificate quotato sul mercato italiano, che mantiene dunque le classiche caratteristiche di un investimento in certificate”.
I Tracker Certificate Open End di Bnp Paribas consentono di investire su indici tematiciÈ il momento di trasformare idee straordinarie in soluzioni reali.
S IN ES
ESG non è solo pale eoliche e ruscelli limpidi, quanto piuttosto la lungimiranza di scelte intelligenti. Significa minimizzare il rischio, rispettare le scelte condivise e raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti. Natixis Investment Managers con le sue oltre 20 società di gestione si dedica all’implementazione di una vasta gamma di strategie ESG, con ottimismo e pragmatismo, per aiutarti a raggiungere risultati migliori. Competenze diverse, concentrate su obiettivi chiari: creare valore e impatto, promuovere la sostenibilità ed essere al servizio degli investitori.
Scopri come › im.natixis.com/it/soluzioni-di-investimento-esg
SOLO PER INVESTITORI PROFESSIONALI Investire comporta rischi, compreso il rischio di perdita del capitale. Per maggiori informazioni, si rimanda al prospetto informativo. I fondi di cui sopra sono comparti di Natixis International Funds (Lux) I, una società di investimento a capitale variabile, organizzata secondo le leggi del Granducato di Lussemburgo e autorizzata dall’autorità di regolamentazione finanziaria (CSSF) come OICVM. da Natixis Investment Managers S.A., società di diritto lussemburghese, o dalla propria succursale Natixis Investment Managers S.A. Succursale italiana con in Clemente,L’opportunità abita a Oriente
di Edoardi BlosiOpportunità d’investimento sui mercati azionari asiatici, grazie anche al flusso di dividendi delle aziende. È questa la view di George Gosden (nella foto), gestore di portafoglio, azionario Asia (ex Giappone) di Columbia Threadneedle Investments, che risponde alle domande di BLUERATING.
Quali sono le prospettive dei mercati azionari asiatici? Sappiamo che la situazione geopolitica rischia di penalizzare maggiormente alcune aree geografiche rispetto ad altre. Per questo motivo attualmente riteniamo che il mercato azionario asiatico sia molto interessante.
Ci sono almeno due fattori a sostegno del mercato azionario dell’Asia: il primo è rappresentato dalle valutazioni, che sono più contenute rispetto ad altri mercati. Il secondo è la crescita dei dividendi azionari, che negli ultimi 20 anni hanno contribuito per circa il 40% al ritorno complessivo degli investimenti. E in un contesto di tassi in rialzo, avere un supporto dallo stacco dei dividendi può fare la differenza. Inoltre, sul mercato asiatico i dividendi sono ben diversificati sia per paesi sia per settori. Inoltre, l’Asia offre opportunità di dividendi in settori caratterizzati da una crescita maggiore, come per esempio quello tecnologico.
Quali sono i settori più promettenti?
Al momento siamo sovrappesati sui settori della tecnologia e dei finanziari.
La tecnologia offre una combinazione interessante di rendimento e crescita, con opportunità nei titoli che beneficiano del cloud e dell’hardware tecnologico, che vanno dall’elettronica automobilistica ai dispositivi connessi e alla realtà aumentata. Inoltre, la crescente diffusione del lavoro da casa ha portato a una ripresa della domanda di elettronica di consumo. Nei finanziari vediamo la possibilità di aumentare i dividendi grazie alla rimozione dei massimali regolamentari sui rendimenti di capitale, alle solide posizioni patrimoniali sottostanti e a una qualità degli attivi migliore del previsto.
Può fare qualche esempio di titoli nel portafoglio?
Tra i tecnologici possiamo citare Tech Mahindra, sviluppatore di software indiano. La buona domanda nelle aree del cloud, dell’esperienza e dei dati ha portato a forti vincite di accordi e pipeline, mentre la divisione telecomunicazioni dell’azienda ha beneficiato dell’implementazione del 5G. La forte crescita dei dividendi riflette un bilancio sano e un forte flusso di cassa. Tra i finanziari, invece, abbiamo Macquarie, un gruppo australiano molto diversificato. I driver principali comprendono l’ottimismo nella gestione del capitale e il trend reflattivo, insieme alla solida crescita delle divisioni delle energie rinnovabili e delle infrastrutture.
Abbiamo un sovrappeso sui finanziari e sui titoli tecnologici
George Gosden gestore di portafoglio, azionario Asia (ex Giappone) di Columbia Threadneedle InvestmentsI dividendi distribuiti dalle aziende rendono interessanti in questa fase i mercati azionari asiatici
IL FUTURO E UN UOVO DA COVARE
Specialista nella gestione di patrimoni, dal 1936 Ersel fonda la sua proposta sulla professionalità e l’indipendenza di giudizio nelle scelte di investimento. Da sempre vicina al cliente con una gamma di servizi completa e realmente personalizzata, è la scelta più sicura per proteggere e far crescere il vostro patrimonio. La scelta giusta per covare le vostre ambizioni.
circolare
di Corrado Gaudenzi*
In un percorso tracciato da tempo, volto a costruire una crescita sostenibile e inclusiva, la nuova frontiera per Eurizon è l’economia circolare. Il cambiamento di paradigma è costituito dal passaggio da un modello di consumo lineare basato su estrazione di risorse scarse, produzione, consumo e smaltimento dei rifiuti a quello dove il riciclo e il riutilizzo dei materiali permettono di limitare l’impiego di materie prime vergini e di energia generata da fonti fossili, ponendo l’attenzione sulla riduzione degli sprechi e sulla ricerca di maggiore efficienza nelle diverse fasi del processo produttivo. L’economia circolare è un sistema economico che prevede un modello di produzione e consumo che si basa su condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.
Processo d’investimento sostenibile
Su queste basi Eurizon ha lanciato a marzo di quest’anno un nuovo fondo lussemburghese che investe principalmente in titoli azionari globali di aziende che sono all’avanguardia nella transizione verso un’economia circolare, grazie ad un maggiore grado di riutilizzo dei prodotti, di riduzione dei rifiuti, di estensione del ciclo di vita e di utilizzo di risorse rinnovabili. Eurizon Fund - Equity Circular Economy per selezionare le aziende in cui investire utilizza sia metriche standardizzate
di natura fondamentale e sostenibile, sia metriche proprietarie sviluppate internamente come il punteggio di Circolarità, il punteggio Esg e la stima dei flussi netti di cassa. La selezione delle aziende è effettuata attraverso una strategia che prevede l’identificazione di tre distinte categorie di aziende : le aziende leader nella transizione circolare, che hanno già avviato una transizione circolare riducendo i rifiuti e l’utilizzo di materiali vergini e allungando il ciclo di vita dei prodotti, le aziende facilitatrici, il cui business favorisce la transizione circolare di tutta l’economia riducendo l’utilizzo complessivo di risorse non rinnovabili e le aziende “fornitrici” di prodotti e servizi chiave per l’attivazione di processi circolari.
Vantaggi molteplici Investire nelle aziende leader più avviate nel percorso di trasformazione circolare ha diversi vantaggi: si riduce il rischio legato alla volatilità dei costi di approvvigionamento delle materie prime e dell’energia prodotta da fonti fossili, si aumenta la fidelizzazione dei clienti per le aziende che saranno in grado trasformare i propri prodotti in servizi. Queste aziende nel medio lungo termine hanno più probabilità di generare utili e flussi di cassa maggiori e più stabili, a fronte di investimenti che nel breve periodo si renderanno necessari per trasformare il modello di business da lineare a circolare.
*responsabile Long Term Sustainable Strategies di Eurizon
Nel cambiamento
Piccole e pronte a ripartire
di Francesca VercesiL’azionario Usa e in particolare il segmento small-cap negli ultimi tempi ha perso slancio ripetto alle aziende a più elevata capitalizzazione.
Ne parliamo con Loredana La Pace (nella foto), country head Italy di Goldman Sachs Asset Management.
A vostro avviso, quali fattori macro influiscono maggiormente sulla performance dell’asset class?
Innanzitutto è necessario sottolineare che sin dal 1927 le small-cap statunitensi hanno sovraperformato le large-cap di circa due punti percentuali su base annua. Un trend che è persistito anche durante i 12 mesi successivi al crollo del mercato di marzo 2020, per poi invertirsi. Guardando al contesto macro, nel corso del tempo, la crescita economica ha rappresentato un forte driver di performance. Ma anche l’inflazione rappresenta una variabile in grado di influenzare l’andamento di questi titoli: nei periodi in cui l’inflazione è elevata e in crescita, le aziende che hanno difficoltà a trasferire l’aumento dei prezzi sui consumatori, come accade spesso per le small-cap (che tendono a essere price taker) possono essere penalizzate, con conseguenti ripercussioni sulla loro redditività. Ciò contribuisce a spiegare perché, di recente, nonostante la solida crescita economica, le small-cap statunitensi abbiano perso parte del loro slancio.
Negli Usa c’è un contesto di mercato favorevole alle small cap
Loredana La Pace country head Italy di Goldman Sachs Asset ManagementGuardando avanti, quale ritenete essere il rischio principale per le small-cap?
Il rischio principale è rappresentato da un rallentamento significativo della crescita economica. In particolare, una scelta di politica monetaria che determini un rallentamento della crescita o, nel peggiore dei casi, una recessione, non solo danneggerebbe le aziende più piccole, ma accentuerebbe la fuga degli investitori verso titoli considerati più sicuri. Tuttavia, per ora assegniamo solo un 20% di probabilità a una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi.
Ritenete che lo scenario macroeconomico sia attualmente ancora favorevole a questa particolare asset class?
A nostro avviso, in un contesto in cui la Federal Reserve ha iniziato a inasprire la politica monetaria e l’inflazione si normalizzerà, scegliere capitalizzazioni di mercato più basse può favorire i rendimenti di portafoglio. La storia suggerisce infatti che un tale scenario potrebbe essere favorevole per le small-cap: nei periodi in cui l’inflazione è scesa da livelli elevati e la Federal Reserve ha ridotto o mantenuto invariato il tasso dei Federal Funds, le small-cap non solo hanno sovraperformato i titoli a più alta capitalizzazione, ma la sovraperformance è stata ancora più pronunciata quando la Federal Reserve ha adottato una politica restrittiva.
Le opportunità d’investimento nel segmento delle società Usa a capitalizzazione ridottaHedge fund a portata di mano
di Francesca Vercesi
L’aumento dell’inflazione e la guerra in Ucraina che tipo di rischio rappresentano per i mercati finanziari? Ne parliamo con Andrew Beer (nella foto), portfolio manager del fondo iMGP Stable Return di iM Global Partner, network mondiale di asset manager.
Cosa succederà ai mercati finanziari?
L’aumento dell’inflazione costringerà le banche centrali ad aumentare in modo aggressivo i tassi di interesse: questo porterà a perdite per gli investitori nel reddito fisso e creerà effetti a catena all’interno di mercati troppo abituati a bassi tassi di interesse. Il conflitto in Ucraina ha esacerbato i problemi della catena di approvvigionamento, alimentato l’inflazione delle materie prime, il che porta a rafforzare una tendenza alla deglobalizzazione, iniziata alla fine degli anni 2010.
Dove vede le migliori opportunità d’investimento in un contesto di alta inflazione?
Il ritorno dell’inflazione è un punto di svolta che crea molte opportunità per gli hedge fund. Poiché l’inflazione fa salire i tassi, i Treasury scendono di prezzo, quindi gli hedge fund hanno shortato i Treasury per trarne profitto. Le materie prime potrebbero crescere ulteriormente ma con estrema volatilità, data la sensibilità agli eventi geopolitici.
Quali sono le caratteristiche dell’iMGP Stable Return Fund?
Cerchiamo di offrire i vantaggi della diversificazione di un portafoglio di hedge fund leader, non investendo in essi ma replicando la loro performance in un veicolo Ucits a misura di cliente.
Cerchiamo di sovraperformare attraverso commissioni e spese inferiori, un concetto chiamato disintermediazione delle commissioni.
Cosa significa democratizzazione degli hedge fund?
La maggior parte degli investitori retail non ha esposizione a strategie di hedge fund, che offrono preziosi vantaggi di diversificazione ai paperoni e agli istituzionali. Vogliamo rendere disponibili quelle strategie in Ucits o altri veicoli.
Perché gli investitori non possono più fare affidamento su un portafoglio composto da 60% azioni e 40% obbligazioni?
Durante gli anni 2010, sia le azioni sia le obbligazioni sono state sostenute da tassi di interesse pari o prossimi allo zero. Il ritorno dell’inflazione significa porre fine a una politica monetaria accomodante, che metterà sotto pressione contemporaneamente azioni e obbligazioni. Pertanto, non solo i rendimenti attesi sono molto bassi, ma un portafoglio 60/40 non offre più una reale diversificazione. Questo è il motivo per cui gli investitori si rivolgono a soluzioni come gli hedge fund.
Andrew Beer portfolio manager del fondo diDa iM Global Partner un veicolo Ucits che replica le performance di importanti
alternativi
Blockchain e per formance
Le opportunità d’investimento legate all’innovazione tecnologica nel settore finanziario
Si tratta di un nuovo tipo di architettura di database dotato del potenziale necessario a eliminare l’intermediazione in numerosi modelli di business esistenti, in particolare, ma non solo, nei servizi finanziari. Agevola il trasferimento di valore tra le parti tramite Internet senza ricorrere a un’autorità centrale. Inoltre, consente di creare sia contratti intelligenti perfezionabili automaticamente, sia denaro programmabile. La sua presenza e le sue caratteristiche potrebbero in teoria abbassare i costi delle verifiche e dello sviluppo di reti nell’economia.
La società multinazionale di servizi professionali come partner principale della banca centrale della Svezia, la Riksbank, è un esempio.
Una delle principali società software mondiali gestisce uno dei più grandi prodotti BaaS (Blockchain-as-a-Service) sulla sua piattaforma Azure, consentendo ai propri clienti di implementare reti Blockchain, creare app in tutta sicurezza e archiviare dati off-chain.
Un’altra multinazionale di servizi IT offre un servizio BaaS analogo, integrato con il suo prodotto cloud Leonardo.
di Francesca Vercesi
In materia Blockchain occorre capire come le innovazioni possono essere implementate in un portafoglio quality. Del resto, il 2021 Il 2021 si è rivelato essere un altro anno all’insegna delle criptovalute che, tra alti e bassi e grande volatilità, hanno tutti sovraperformato l’S&P 500. Ne parliamo con Alex Gabriele (nella foto), managing director international equity team di Morgan Stanley Investment Management
Il Bitcoin si basa sulla tecnologia Blockchain. È argomento ostico perché a cavallo tra economia, crittografia/costruzione di database, statistica teorica. Inoltre il sistema pullula di truffatori. Senza addentrarci nei meccanismi, qual è il concetto chiave?
Quali sono le opportunità offerte dalla Blockchain?
La concorrenza della Blockchain sta spingendo le banche, le aziende che trattano materie prime e le imprese di trasporto a raggrupparsi, standardizzare e digitalizzare i rispettivi processi secondo modalità che in precedenza si erano rivelate irrealizzabili. Pertanto i metodi cartacei stanno trasformandosi in metodi digitali, comportando un notevole risparmio in termini di costi operativi, aumentando efficienza e velocità e liberando il capitale collaterale dal sistema. Le stime più ottimiste suggeriscono che un simile sviluppo potrebbe eliminare dal sistema costi per oltre 1.000 miliardi di dollari.
Alcuni dei titoli di aziende nei vostri portafogli stanno creando nuovi servizi per trarre profitto dalla Blockchain. Ci spiega?
Una conglomerata tecnologica americana sta creando un motore di ricerca per Blockchain e ha avviato una collaborazione con Chainlink, una piattaforma Blockchain che fornisce segnali di dati, o oracoli, provenienti dal mondo reale per la stipula di contratti intelligenti. Una società di pagamenti globale sta avendo un ruolo determinante per consentire l’utilizzo di valuta fiat nei pagamenti crypto e sta portando avanti un ampio programma di sperimentazione e di investimenti nella Blockchain, tra cui l’investimento in Anchorage Digital, uno dei principali fornitori di servizi di custodia in criptovaluta. Una società di servizi finanziari di Singapore ha aderito al consorzio eTrade Connect per modernizzare la finanza commerciale usando Hyperledger. Nella fase attuale queste esposizioni non sono rilevanti, ma potrebbero diventarlo, e di molto, in un’ottica decennale.
Guardare al futuro investendo in healthcare
AB International Health Care Portfolio
Robot che eseguono interventi chirurgici. Farmaci formulati su misura per il singolo paziente. Medici che visitano a distanza. La trasformazione del settore sanitario sta creando opportunità d’investimento entusiasmanti.
Ma come si può investire con successo nei titoli healthcare?
Non serve essere un luminare della scienza né avere la capacità di prevedere quali nuovi farmaci avranno successo. Fondamentale è invece individuare aziende di qualità elevata con soluzioni di comprovata efficacia per mercati in espansione.
AB International Health Care Portfolio fa esattamente questo. Esaminiamo in maniera approfondita il panorama globale per individuare aziende con nuove tecnologie, trattamenti e tecniche in grado di soddisfare le esigenze in continuo mutamento dei pazienti e dei sistemi sanitari nel 21º secolo. Investire in società che stanno trasformando il mondo della medicina può consentire di attingere al grande potenziale di rendimento a lungo termine del futuro della sanità.
L’acqua va a ruba nel mondo
La carenza di risorse idriche genererà investimenti miliardari nel corso dei prossimi decenni
di Edoardo Blosi“La carenza d’acqua sta diventando un problema sempre più urgente”. È lo scenario messo in evidenza da Paolo Paschetta (nella foto), country head Italia di Pictet Asset Management, che di seguito spiega la sua view.
Richiesta in aumento
“Secondo l’Onu, solo un terzo degli Stati potrà disporre di risorse idriche gestite in modo sostenibile entro il 2030. Sono necessari investimenti con urgenza. La buona notizia, secondo i membri dell’Advisory Board della strategia Pictet-Water, è che gli investimenti privati nella gestione delle risorse idriche sono in aumento in tutti i paesi emergenti. In particolare, la nostra ricerca mostra che la partecipazione del settore privato nel settore idrico copre ora il 21% della popolazione mondiale, in aumento rispetto all’8% di vent’anni fa. Tale attività è fondamentale, in quanto i governi sono sempre meno in grado di fornire gli investimenti necessari a causa dei budget limitati a loro disposizione e dell’invecchiamento delle infrastrutture. Una delle aree con una crescita maggiore degli investimenti privati è quella dei paesi emergenti asiatici. In India, 20 anni fa il settore privato quasi non partecipava ai servizi idrici e fognari, ma oggi copre il fabbisogno idrico di circa 150 milioni di persone. Anche la Cina ha assistito
La crescita demografica dà impulso alla domanda di servizi igienici
Paolo Paschetta country head Italia di Pictet Asset Managementa una forte crescita degli investimenti privati, mentre al di fuori dell’Asia spiccano Brasile e Colombia. Questa tendenza è stata molto elevata nel settore fognario, un’area chiave per il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 6 dell’Onu”.
Attori locali
“Molte iniziative private nei mercati emergenti”, continua Paschetta, “coinvolgono le aziende idriche locali: un grande cambiamento in un settore storicamente dominato da giganti come Veolia e Suez. Se tra il 1991 e il 2000 la metà di tutti i contratti privati di trattamento delle acque è andata ad attori internazionali, nell’ultimo decennio questa percentuale è scesa al 14%. Gli operatori locali possono ora approfittare dell’opportunità di crescita offerta dall’espansione internazionale. L’Advisory Board della strategia Pictet-Water sottolinea che ciò sta già avvenendo nel Sud-Est asiatico, dove vediamo l’espansione in Cina di società idriche con sede a Singapore e in Indonesia da parte di società malaysiane. La crescita della popolazione, l’aumento dell’urbanizzazione e la maggiore ricchezza fanno salire la domanda di acqua e servizi igienico-sanitari e la necessità di investimenti. L’analisi dell’Advisory Board suggerisce che la partecipazione del settore privato fornirà servizi idrici e fognari a ulteriori 400-500 milioni di persone entro il 2030”.
Aziende sostenibili e vincenti
di Gianluigi Raimondi“I leader climatici, cioè le aziende che stanno decarbonizzando le proprie attività più velocemente delle altre, godranno di crescenti vantaggi a livello di costi nei prossimi decenni. Prezzi del carbonio e di compensazione troppo bassi hanno portato le aziende ad adagiarsi, ma tutto questo cambierà, con effetti a sorpresa sui costi per le società che si faranno trovare impreparate”.
Ad affermarlo è Simon Webber (nella foto), gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Leaders di Schroders, che di seguito illustra la view.
Il carbon pricing e i relativi costi “Il carbon pricing fissa un costo per le emissioni di gas a effetto serra, generalmente permettendo lo scambio di quote di emissioni di CO2. Il numero di quote disponibili viene ridotto gradualmente, nell’obiettivo di fare aumentare i prezzi e giungere a un calo delle emissioni, con le aziende incentivate a investire per ridurle.
Gran parte della ricerca ritiene che sia necessario un prezzo del carbonio di 100 euro per tonnellata per decarbonizzare l’economia globale. Negli ultimi anni, il sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Ue (Ets) ha avuto un impatto in tal senso, con il prezzo del carbonio che ha raggiunto circa i 100 euro a tonnellata (attualmente attorno a 80 euro), a beneficio di chi produce bassi livelli di emissioni. Il carbon pricing si sta diffondendo: Cina, Canada e parte
degli Usa stanno già sviluppando sistemi simili all’Ets dell’Ue, mentre altri paesi stanno introducendo tasse o imposte sul carbonio. Anche all’interno dell’Ue il carbon pricing è destinato a espandersi”.
I piani Net Zero
“Intanto alcune aziende stanno facendo notizia con i loro piani di Net Zero. Tuttavia, molti di essi sono basati su un ampio uso delle pratiche di compensazione, che possono assumere forme diverse, tra cui l’investimento in progetti di deforestazione. In molti settori, tali pratiche sono al momento più convenienti rispetto a investire in tecnologie per ridurre le emissioni. Ma si tratta di un’illusione: il prezzo di tali compensazioni (5-10 dollari/t) è molto basso. Queste aziende saranno costrette a pagare di più in futuro per raggiungere i loro obiettivi, poiché non c’è abbastanza terra per soddisfare la riduzione delle emissioni con la riforestazione. Secondo una ricerca di Bloomberg New Energy Finance, i prezzi di compensazione potrebbero arrivare a 47 dollari a tonnellata entro il 2027 e superare i 200 nel 2029. In conclusione, sia attraverso uno schema come l’Ets europeo, una tassazione sul carbonio o l’aumento dei prezzi di compensazione, i costi saranno sempre più alti. Quindi le aziende che stanno riducendo davvero le emissioni saranno in una posizione migliore quando i costi reali delle emissioni avranno un impatto più evidente sui bilanci”.
@GianluigiRaimonLa riduzione delle emissioni avrà un ef fet to significativo sui bilanci
Simon Webber gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Leaders di Schroders Webber (Schroders): “I leader climatici godranno in futuro di importanti vantaggi competitivi”Nuovo modello per l’industria
e a gestione attiva. Vanguard è su Borsa Italiana a gennaio 2019 con la quotazione dei suoi primi Etf azionari e a reddito fisso. A marzo del 2021 ha aperto a Milano la sede italiana.
Qual è il ruolo della gestione passiva e degli Exchange traded fund in questo contesto?
di Francesca VercesiL’industria del risparmio gestito e quella della distribuzione finanziaria dovrebbero abbandonare l’attuale architettura del sistema distributivo per canalizzare l’eccesso di liquidità depositato sui conti correnti. Parola di Simone Rosti (nella foto), country head di Vanguard per l’Italia. La società, fondata nel 1975, ha un patrimonio di oltre 8mila miliardi di dollari Usa e oltre 30 milioni di investitori a livello internazionale, tramite la propria gamma di Etf, fondi comuni indicizzati
In che modo l’industria del risparmio gestito italiana e la distribuzione di prodotti finanziari dovrebbero creare valore per gli investitori? Bisognerebbe virare verso un modello che poggi su tre pilastri fondamentali: il superamento del collocamento basato su commissioni, la diffusione della consulenza a parcella e la riduzione dei costi complessivi. È importante garantire agli investitori alla ricerca di consulenza finanziaria l’accesso a un mercato aperto e competitivo, libero da potenziali conflitti di interesse e in grado di fornire risultati incentrati sui propri obiettivi. La prassi secondo cui chi sviluppa prodotti d’investimento remunera con incentivi i consulenti minaccia purtroppo questo processo di trasformazione e influenza negativamente la qualità e l’obiettività della consulenza fornita agli investitori retail. In Italia abbiamo bisogno di un sistema in cui i consumatori non si preoccupino del rischio di essere esposti a consulenza in conflitto, a una scelta limitata di prodotti e a costi elevati. Solo così gli investitori potranno adottare misure per difendere i propri patrimoni, ma anche quelle per generare ulteriore ricchezza, affiancando al wealth management il concetto di wealth creation.
Pensiamo che i fondi indicizzati e gli Etf rappresentino strumenti efficaci in grado di smuovere lo status quo di un mercato basato su retrocessioni e costi elevati. Non è un caso che i consulenti finanziari stiano sperimentando sempre di più i benefici degli Etf e siano i primi a chiederne una maggiore diffusione. È per questo che Vanguard ha sempre dialogato con gli intermediari per promuovere un maggior ricorso a prodotti passivi all’interno di veicoli come le unit linked e le gestioni patrimoniali.
Quali sono le principali regole che gli investitori devono tenere a mente nel lungo termine? Semplicità, trasparenza, orientamento di lungo periodo e costi contenuti sono le quattro regole auree che Vanguard da sempre propone ai risparmiatori al fine di costruire portafogli solidi per affrontare tutte le fasi della propria vita. È proprio per supportare ulteriormente i nostri clienti nel perseguire questo obiettivo che abbiamo deciso di lanciare anche in Italia Vanguard LifeStrategy Ucits Etf. Si tratta di una gamma di Etf multiasset composta da quattro portafogli d’investimento con asset allocation predefinita, disponibili sia nella versione ad accumulazione sia a distribuzione, che a loro volta investono in Etf Vanguard.
Rosti (Vanguard): “Creiamo valore per i risparmiatori riducendo i costi e cambiando la consulenza”CONSULENTI CERCANSI
La pagina Facebook “Io Investo” spiega come quella del consulente finanziario indipendente stia diventando sempre di più una figura ricercata e analizza le motivazioni, i requisiti e le competenze necessarie per fare la scelta migliore.
IL CANALE DEGLI INDIPENDENTI
Consultique è un canale YouTube che offre interviste, novità e approfondimenti legati alla consulenza finanziaria indipendente. Si occupa anche di scoprire come intraprendere questa professione, avviando uno studio professionale o una società.
MANUALE DI RISPARMIO
Come sopravvivere nel turbolento mare del risparmio. Il consulente Fabio Buoncompagni presenta il suo libro “Famiglie in bancarotta”. Un manuale rivolto alle famiglie per seguire una giusta direzione e migliorare il proprio stile di vita.
UN CAMPUS DI NOVITÀ
Dal suo profilo LinkedIn, Duccio Marconi, direttore centrale Rete Financial Advisor di CheBanca, parla del campus manager a Castagneto Carducci. Un progetto che a giugno compirà 5 anni e vedrà importanti novità per consulenti e clienti.