Duccio Marconi parla dei piani di crescita di Mediobanca Premier e della sua rete di consulenti Le sinergie con il resto del gruppo creano un’offerta di alto livello dedicata anche agli imprenditori
Buone semestrali per i big dell’advisory
Chi sono azionisti e proprietari delle reti
I programmi delle liste passati ai raggi X
Duccio Marconi / direttore centrale della rete dei financial advisor di Mediobanca Premier
Flessibilità. Convizioni. Potenziale di rendimento.
PIMCO GIS Income Fund: oltre 10 anni di comprovata esperienza nella generazione di rendimenti.
Capitale a rischio. La performance dipende dalla tempistica dell’investimento e può comportare rendimenti negativi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
INVESTIMENTI CON FATTORI ESG: RUOLO CHIAVE DEL CONSULENTE
Perché le soluzioni di finanza sostenibile devono essere chiare e comprensibili nella relazione tra il cf e il suo cliente
Ecco i risultati dell’indagine “mirroring” di Consob con la Università Roma Tre
La relazione fra il consulente finanziario è al centro della recente “indagine mirroring” realizzata dalla Consob e dall’Università degli Studi Roma Tre. La ricerca analizza la relazione consulente-cliente allo scopo di cogliere eventuali distonie.
In continuità con l’edizione 2020, la relazione consulente-cliente è stata esplorata con riferimento allo specifico tema dell’integrazione dei cosiddetti fattori Esg nell’attività di consulenza finanziaria. L’analisi si basa su un questionario somministrato a due campioni paralleli, costituiti rispettivamente da consulenti finanziari e da loro clienti/investitori (indagine a specchio o mirroring). Le aree dell’interazione consulente-cliente nelle quali si registra una sintonia più elevata riguarda la rilevazione delle informazioni relative all’approccio agli investimenti. Le distonie più rilevanti si registrano quando si giunge a esplorare i drivers dell’investimento sostenibile. Nonostante i consulenti risultino nel complesso consapevoli di quanto basse conoscenze e scarsa informazione possano scoraggiare l’interesse degli investitori verso gli investimenti sostenibili, quando vengono esplorati i fattori che possono incentivare o frenare la diffusione di prodotti sostenibili l’indicatore di “matching” (“sintonia” fra consulente e cliente) scende ai livelli più bassi.
I professionisti tendono a sottostimare quanto la propensione verso la sostenibilità possa essere frenata dalla ridotta familiarità con la gamma di prodotti disponibili. Tale risultato non stupisce se si considera che l’integrazione dei fattori di sostenibilità nel processo di investimento è un fenomeno relativamente nuovo che anche nelle relazioni più risalenti nel tempo è divenuto solo di recente argomento di confronto e di dialogo. Nella diffusione degli investimenti sostenibili i professionisti che hanno partecipato all’indagine mirroring giocano un ruolo chiave e interagiscono con il cliente con crescente consapevolezza. Rispetto alle precedenti edizioni dell’indagine, infatti, appare più diffusa l’attenzione dedicata alla rilevazione delle preferenze Esg dei clienti, considerata come un’opportunità di dialogare con gli investitori e sensibilizzarli sui temi della sostenibilità. In particolare, l’indagine evidenzia quanto sia importante che i consulenti assecondino la sensibilità dei propri clienti rispetto ai temi della sostenibilità, fornendo una chiara e comprensibile illustrazione della gamma di prodotti offerti. Ciò contribuirebbe, al contempo, a ridurre il timore del rischio di greenwashing e a confermare affidabilità e competenza di chi consiglia questi prodotti.
Andrea Giacobino | andreagiacobino.wordpress.com
di Andrea Giacobino
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anno XIV - numero 9 - settembre 2024 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011
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Skincare non solo sul set
Miriam Leone si dà alla cosmesi
La skincare è da star
Decolla
il business
di Lavika, azienda di cosmesi e benessere di Miriam Leone
È partito bene il primo bilancio di Lavika, società che produce e vende con l’omonimo marchio una nuova e prima linea di skincare consapevole e personalizzata creata e controllata dalla nota attrice Miriam Leone (nella foto). L’esercizio 2023, il primo di attività quasi completa, s’è chiuso infatti con ricavi per oltre 800mila euro anche se i costi di lancio pari a oltre 1,1 milioni hanno portato l’ultima riga in rosso per 303mila euro, perdita rinviata a nuovo. Lavika srl è una società benefit costruita a febbraio del 2023 e si pone come “piattaforma di benessere, si legge nel bilancio, per un approccio integrato di cura di pelle e del corpo attraverso l’offerta di prodotti cosmetici, integratori alimentari e pratiche di mind e soul”.
Più ricavi e meno utili per Michelle
Nell’anno in cui la maggioranza dell’azienda da lei fondata è passata di mano, il wellness brand Goovi di integratori alimentari, prodotti skincare, bodycare e make-up creato nel 2018 da Michelle Hunziker (nella foto) ha visto crescere sì i ricavi ma gli utili sono calati. La popolare show girl è azionista da oltre sei anni con il 22% di The Good Vibes Company (Tgvc), proprietaria del citato marchio Goovi e il 3% è detenuto dal co-fondatore e presidente Massimo Dell’Acqua. Il bilancio del 2023 di Tgvc, da poco approvato, s’è chiuso con ricavi saliti anno su anno da 16,4 a quasi 19 milioni di euro ma l’utile è calato da 2,2 a 1,7 milioni anche perché i costi di produzione sono saliti da 15 a 17,8 milioni.
La società ha un patrimonio netto di 1,2 milioni e, durante lo scorso anno, i soci hanno effettuato conferimenti a titolo di capitale e riserva da sovrapprezzo azioni per complessivi 1,5 milioni. Lavika è l’acronimo di Lavoro, Anima, Valori, Inclusività, Karma e Amore. La Leone controlla la società al 59% tramite la Mirimeo srl di cui ha il 99% col marito Paolo Carullo (presidente di Lavika) all’1%. Tra i soci di minoranza alcuni esponenti della famiglia Loro Piana e la Mcd srl di Mirja Cartia d’Asero, amministratore delegato de Il Sole 24 Ore. La Mirimeo, che ha chiuso il 2023 con un utile di 390mila euro, detiene anche il 34% di Farmoclub, azionista di minoranza con il 27% della padovana Farmogal, anch’essa operante nella cosmesi.
Andrea Giacobino
di ANDREA GIACOBINO
Investiamo con cura nell’healthcare del futuro
Un approccio focalizzato sulla salute delle aziende.
AB International Health Care Portfolio
In un contesto di mercato incerto, il settore sanitario può offrire interessanti opportunità agli investitori grazie alla sua resilienza. I mutamenti demografici e l’incremento della domanda a livello globale, infatti, lo hanno reso meno vulnerabile alle condizioni macroeconomiche.
Grazie all’innovazione, a valutazioni favorevoli e a una redditività via via maggiore, inoltre, il comparto presenta anche un buon potenziale di crescita.
Per scovare opportunità occorre un approccio focalizzato. Piuttosto che inseguire le ultime novità in ambito scientifico, il team di AB International Health Care Portfolio punta a scoprire società con un potenziale di rendimento interessante tramite un’approfondita ricerca sulla loro solidità. Seguiamo un approccio concentrato, investendo nelle aziende destinate a nostro avviso a prosperare sia oggi che in futuro.
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Questa è una comunicazione di marketing. Riservato esclusivamente agli investitori professionali. Il valore di un investimento può diminuire o aumentare e un investitore può anche non riottenere l’intera somma investita. Capitale a rischio.
Le presenti informazioni sono fornite da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. Société à responsabilité limitée, R.C.S. Lussemburgo B 34 305, 2-4, rue Eugène Ruppert, L-2453 Lussemburgo. Autorizzata in Lussemburgo e regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). Il portafoglio è un comparto di AB SICAV I, società di investimento a capitale variabile (société d’investissement à capital variable) di diritto lussemburghese. La vendita dei Comparti di AB può essere limitata o soggetta a conseguenze fiscali avverse in alcune giurisdizioni. La presente promozione finanziaria è destinata esclusivamente a persone nelle giurisdizioni in cui i fondi e le relative classi di azioni sono registrati o che possono comunque legittimamente riceverla. Prima di investire, gli investitori devono esaminare il Prospetto completo del Comparto, insieme insieme al KIID o KID del Comparto e il bilancio più recente. Le copie di tali documenti, ivi inclusa l’ultima relazione annuale e, se emessa successivamente, l’ultima relazione semestrale, possono essere ottenute gratuitamente da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. visitando il sito www.alliancebernstein.com o www.eifs.lu/alliancebernstein, o in formato cartaceo contattando il distributore locale nelle giurisdizioni in cui la distribuzione dei fondi è autorizzata. ICMA2024242
Caro podcast
In rosso l’azienda di contenuti guidata da Calabresi
di ANDREA GIACOBINO
Continuano a costare carissimi i podcast col marchio Chora Media lanciati da Mario Calabresi (nella foto) con il supporto finanziario della Be Water, la media company di cui primo azionista è Guido Brera, scrittore e finanziere di successo (è direttore investimenti di Kairos) e fra l’altro marito della showgirl Caterina Balivo. Nei mesi scorsi, infatti, Be Water ha dovuto staccare un assegno di 450 mila euro per sottoscrivere quasi interamente un aumento di capitale di mezzo milione della controllata all’85,7% Be Content, proprietaria appunto del marchio di podcast. La ricapitalizzazione da nominali 100mila euro a 120mila euro, con un sovrapprezzo di 480mila euro, è stata sottoscritta da Calabresi quale socio di minoranza (14,3% circa) per 70mila euro. Tutto ciò è avvenuto dopo che gli azionisti hanno approvato il bilancio 2023,
chiuso con una perdita progredita anno su anno da 1,8 a quasi 3,2 milioni mentre i ricavi sono cresciuti in modo più ridotto da 3,8 a 4,3 milioni a fronte di costi balzati da 5,6 a 7,2 milioni. I soci della Be Content, di cui Calabresi è presidente, hanno deciso di riportare a nuovo la perdita che s’è così aggiunta ai 4,5 milioni di rosso riveniente da precedenti esercizi e ancora non ripianato.
Andrea Giacobino
Brera si dà all’itticoltura
Guido Brera (nella foto), finanziere e scrittore di successo e fra l’altro marito della show girl Caterina Balivo, mette una fiche nei business dell’acquacoltura e dell’itticoltura. È infatti diventato azionista con il 10% della Argentovivo Società Agricola costituita a Monte Argentario, Porto Santo Stefano, davanti al notaio Riccardo Menchetti. La newco ha come oggetto “l’esercizio dell’attività agricola e in particolare l’allevamento di animali e l’itticoltura, la ricerca sull’acquacoltura e la sperimentazione di mangimi a base di farina d’insetto”.
letto su Forbes
STAFFETTA IN APPLE
Apple ha annunciato che il chief financial officer italiano Luca Maestri lascerà il suo ruolo a partire dal 1 gennaio 2025. Maestri, da dieci anni alla guida finanziaria del colosso tech, continuerà a guidare i team dei servizi aziendali, tra cui sistemi informativi e tecnologia, sicurezza informatica, e immobili e sviluppo, riferendo direttamente al ceo di Apple, Tim Cook. “È il più grande privilegio della mia vita professionale servire l’azienda più innovativa e ammirata al mondo e lavorare fianco a fianco con un leader così ispiratore come Tim Cook,” ha affermato Maestri, in occasione dell’annuncio. Maestri, prima di arrivare a General Motors, e passare a Nokia Siemens Network e alla Xerox, si è laureato in economia alla Luiss Guido Carli di Roma e ha completato un master in Science of management alla Boston University. Poi l’arrivo più di dieci anni fa in Apple, dove, si legge nella nota dell’azienda, il manager “ha consentito investimenti essenziali e praticato una rigorosa disciplina finanziaria, che insieme hanno aiutato l’azienda a più che raddoppiare le sue entrate, con un aumento delle entrate dei servizi di oltre cinque volte”. Come parte di una successione pianificata, Kevan Parekh, vicepresidente di Apple per la pianificazione e l’analisi finanziaria, diventerà il nuovo chief financial officer e si unirà al team esecutivo. “Luca è stato un partner straordinario nella gestione a lungo termine di Apple”. ha dichiarato il ceo di Apple Tim Cook.
sportelli@bfcmedia.com di Matteo Sportelli
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Duccio Marconi / direttore centrale della rete dei financial advisor di Mediobanca Premier
LA RETE VIAGGIA NELLA GIUSTA DIREZIONE
Duccio Marconi racconta quali sono i piani di Mediobanca Premier che da gennaio ha preso il posto di CheBanca!. Il rebranding non è soltanto un semplice cambio di marchio ma un progetto che guarda
a una fascia di clienti più alta, rafforza il legame con la capogruppo, offrendo notevoli opportunità di crescita ai consulenti finanziari
di ANDREA TELARA
C’è un dato di cui Duccio
Marconi, direttore centrale della rete dei financial advisor di Mediobanca Premier, è da tempo particolarmente orgoglioso.
È quello sulla raccolta netta pro capite dei consulenti finanziari della sua squadra, che da anni risultano essere tra i principali attori sul mercato e che, proprio per questi risultati, sono stati premiati più volte ai BLUERATING AWARDS, i riconoscimenti che il nostro magazine assegna ogni anno alle migliori banche-reti italiane.
La squadra di Marconi è stata premiata quando ancora operava sotto le insegne di CheBanca!, prima di un rebranding che nel
gennaio 2024 l’ha portata a cambiare il proprio marchio lanciando il nuovo progetto sotto l’insegna di Mediobanca Premier, a sottolineare con ancor più forza il legame con la sua capogruppo. Stiamo parlando ovviamente del gruppo Mediobanca, nome storico della finanza italiana che nel 2017 scelse di dotarsi di una rete di consulenti finanziari.
“In poco più di sette anni abbiamo raggiunto grandi risultati”, dice Marconi, che in questa intervista a BLUERATING ripercorre le tappe del cammino compiuto sinora e spiega quali sono i piani di crescita per la rete dei consulenti finanziari.
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Met tendo in at to delle sinergie con tut te le altre realtà del gruppo, siamo in grado di servire al meglio anche l’universo degli imprenditori con un’of fer ta di livello eccellente
Nel settimo anno di vita, dottor Marconi, non guasta certo fare un bilancio delle cose fatte. Quali sono i vostri risultati?
Direi che la cosa migliore è partire dai dati. In poco più di 7 anni abbiamo costruito una rete con 615 consulenti finanziari. Dimensione in costante crescita a supporto dei risultati complessivi di Mediobanca Premier che, considerando anche la rete delle filiali, ha superato i 1.150 professionisti della consulenza con masse totali pari a 42 miliardi di euro (dati al 30 giugno 2024). Per quanto riguarda la nostra rete di consulenti finanziari, sottolineo con piacere che siamo sempre nella top 3 dei player con la migliore raccolta netta pro capite. Un gran bel risultato.
Perché avete sentito il bisogno di cambiare il vostro brand?
Tengo a precisare che non si è trattato di un semplice cambio di insegna. Con Mediobanca Premier abbiamo lanciato un nuovo progetto che guarda a una fascia di clienti più alta attraverso lo sviluppo di una nuova offerta e l’utilizzo di un brand che sono molto attrattivi per la clientela e per i professionisti del settore. In particolare, con Mediobanca Premier abbiamo voluto rendere ancor più saldo ed evidente il nostro legame con la capogruppo, da sempre riconosciuta per autorevolezza e solidità nel panorama della finanza italiana. Poter operare con il nostro nuovo brand ci rende particolarmente orgogliosi e rafforza il nostro impegno nel garantire eccellenza e distintività dell’offerta, anche grazie a un approccio sinergico tra
le realtà del gruppo, fattore che ci consente oggi di servire al meglio anche l’universo degli imprenditori. Tutti questi ingredienti rendono il nostro progetto unico, offrendo nuove opportunità di crescita in un mercato, come quello della consulenza finanziaria, caratterizzato da una riduzione nel numero di attori negli ultimi due decenni. Nel 2000 c’erano ben 61 player dentro la galassia di Assoreti, oggi si sono ridotti a una ventina.
Ci sono molti meno competitor, è vero, ma il mercato della consulenza finanziaria resta assai concorrenziale. Quali sono i vostri tratti distintivi? Oltre al già citato legame con il gruppo Mediobanca e al valore aggiunto che ne deriva, uno dei pilastri della nostra crescita è l’innovazione tecnologica, che ha sempre rappresentato un fil rouge della nostra storia di crescita: oggi possiamo contare su una piattaforma di web collaboration di prim’ordine grazie alla quale gestiamo in maniera digitale tutte le proposte d’investimento pur mantenendo una relazione costante tra cliente e consulente. Nelle attività di consulenza, per esempio, oltre alla web collaboration, che da anni è molto apprezzata da clienti e colleghi, stiamo testando anche un nuovo servizio di videocall che permetterà ai consulenti, tra le altre cose, di recepire da remoto le disposizioni sui titoli. È una innovazione che estenderemo nel tempo, e che garantirà flessibilità ed efficienza nella gestione della relazione con la clientela.
Seguite il modello dell’architettura aperta?
Abbiamo un modello di piattaforma aperta guidata che consente di valorizzare le eccellenze interne al gruppo (Mediobanca Sgr, Polus Capital e RAM AI) senza rinunciare alle personalizzazioni in coerenza con i profili di rischio e con gli obiettivi d’investimento di ciascun cliente. In particolare, la nostra struttura di advisory guidata da Carlo Giausa ha svolto un’accurata selezione, individuando i migliori
prodotti di 20 case d’investimento nazionali e internazionali per la costruzione delle nostre soluzioni d’investimento. A questi si affianca un’ampia gamma di soluzioni di private insurance, grazie ad accordi con primarie compagnie. Non manca poi un’ampia offerta di certificati ed obbligazioni, per i quali ci avvaliamo dell’indiscussa competenza di gruppo.
Filiale di Mediobanca Premier a Milano in Corso di Porta Romana
Come siete organizzati sul territorio e come crescerà la vostra rete?
La rete dei consulenti finanziari è oggi composta da 615 professionisti a cui si affiancano altri 536 advisor della rete di filiali coordinati da Gianluca Talato. Abbiamo l’obiettivo ambizioso di raggiungere i 1.350 professionisti entro giugno 2026 (ovvero il termine del Piano triennale One Brand - One Culture).
Una spinta particolare arriverà dalla nostra rete dei consulenti finanziari
con l’inserimento di figure anche con professionalità molto senior e portafogli importanti. Sono molto confidente del raggiungimento di questo traguardo: con il lancio di Mediobanca Premier abbiamo registrato un’accelerazione significativa del nostro piano di reclutamento, segno dell’attrattività del nostro progetto. Sul fronte della copertura territoriale, siamo presenti a livello nazionale complessivamente con 107 centri finanziari dotati di atm evoluti, e abbiamo in
Duccio Marconi durante la convention di Mediobanca Premier “L’Evoluzione della tradizione” dello scorso maggio
programma di aprirne altri sei, uno al Sud, due al Centro e tre al Nord. Per quanto riguarda l’organigramma manageriale, stiamo attuando importanti rafforzamenti. Abbiamo una struttura di staff con tre manager che fanno capo direttamente a me e che si occuperanno di sviluppo della rete. Abbiamo poi due posizioni di coordinamento commerciale, una per il Centro Sud che fa capo a Riccardo Mancini e una per il Centro Nord che fa capo provvisoriamente a me ma per la quale arruoleremo presto un nuovo collega. Poi ci sono ovviamente le varie diramazioni territoriali con 6 network manager, con gli area manager di ogni regione e i group manager che seguono le singole aree metropolitane e cittadine. In totale ci sono 60 professionisti con incarichi manageriali su un organico che, come ho già ricordato, supera i 600 consulenti, destinati ad arrivare a 700 entro la fine del prossimo anno fiscale.
Oggi il mondo delle banche-reti guarda con sempre maggior interesse all’universo delle imprese e degli imprenditori italiani. Qual è il vostro approccio a questo segmento di clientela?
Gli imprenditori sono uno dei target chiave a cui si rivolge il nostro progetto, in coerenza anche con le linee guida del Piano Strategico del gruppo Mediobanca al 2026 One Brand - One Culture che ha tra le proprie linee guida lo sviluppo di un modello di servizio sinergico e complementare tra wealth management e corporate &
investment banking nella gestione dei patrimoni dell’imprenditore, della sua azienda e della sua famiglia. Per le aziende con esigenze più complesse, abbiamo tutte le competenze interne per accompagnarle nei processi di finanzia straordinaria, dalle operazioni di apertura del capitale fino alle emissioni obbligazionarie. In questo, la rete dei consulenti ha un ruolo primario nell’intercettare e segnalare le esigenze dei clienti imprenditori, fornendo loro un servizio di gruppo integrato. Non solo: abbiamo anche lavorato per mettere a disposizione di questo target di clientela una piattaforma che offre servizi di lending in varie forme, spaziando dai finanziamenti ipotecari alle fideiussioni fino ad arrivare al leasing e al factoring, facendo sempre leva sulle eccellenze della galassia Mediobanca: Selma Leasing e Mediobanca Factoring.
Come si evolverà la vostra offerta nei prossimi mesi e anni?
Oltre che nei già citati servizi per le imprese, siamo impegnati su molti altri fronti. Il primo è lo sviluppo della consulenza in team, per valorizzare le competenze specialistiche all’interno della rete. Poi stiamo rafforzando ulteriormente la consulenza evoluta trattando aspetti che riguardano il patrimonio dei clienti a 360 gradi e che includono, per esempio, l’ambito previdenziale o la copertura dei rischi di ogni tipo per liberare risorse in capo alla famiglia.
Andrea Telara
miliardi di euro
Masse totali di Mediobanca Premier
consulenti finanziari
Attuale composizione della rete 615
107
centri finanziari
Presenza sul territorio nazionale
L’utile non si arresta
Profit ti e ricavi semestrali in crescita per le maggiori banche-reti italiane
di GIANLUIGI RAIMONDI
Piazza degli Affari a Milano, con Palazzo Mezzanotte sullo sfondo, sede di Borsa Italiana
I risultati net ti sono migliorati su base annua per tut ti i big del set tore. Si va dal +3,8% di Fineco fino al +43% di Azimut. Incremento a due cifre per tut te gli altri big
Semestrali ancora all’insegna della crescita per i big del risparmio gestito quotati a Piazza Affari Numeri in media positivi poi anche per la raccolta, che continua ad aumentare.
AZIMUT
Nel dettaglio, Azimut ha archiviato il primo semestre con un utile netto adjusted di 330 milioni di euro, il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. I ricavi totali sono cresciuti del 9% a 702 milioni, così come il reddito operativo, salito a 312 milioni. Ancora, le commissioni di gestione ricorrenti si sono attestate a 590 milioni (+3,3%) grazie soprattutto ai ricavi derivanti dai private market, dai servizi di advisory e dalle gestioni patrimoniali, e a un contributo significativo dei ricavi generati all’estero, in particolare in Australia, Turchia, Brasile e Monaco. I ricavi assicurativi sono inoltre saliti del 50,9% a 83 milioni in scia alle maggiori commissioni di performance e alla crescita delle commissioni ricorrenti. L’utile operativo è cresciuto del 9% a 312 milioni di euro consentendo di mantenere un margine operativo a un solido 44%. I proventi finanziari hanno raggiunto quota 155 milioni
(contro i 52 milioni nel primo semestre 2023), beneficiando principalmente della plusvalenza sulla vendita della quota del 20% di Kennedy Lewis IM. La posizione finanziaria netta consolidata a fine giugno 2024 è risultata positiva per circa 637 milioni, 245 milioni in più rispetto a fine di dicembre 2023. Positiva l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e wealth manager: nei primi sei mesi del 2024 il gruppo Azimut e le sue divisioni hanno registrato 48 nuovi ingressi, portando il totale del gruppo a fine giugno a 1.848 unità. “La semestrale”, ha commentato il presidente Pietro Giuliani, “è in linea per il superamento del target di 500 milioni di utile netto. La strategia di espansione nel mondo mostra come, in un momento in cui in Italia l’industria del risparmio gestito fa fatica a crescere, Azimut sia riuscita a raggiungere i 10 miliardi di raccolta netta in soli sei mesi. E la decisione presa dieci anni fa di entrare nei mercati privati sta premiando i nostri clienti”.
BANCA GENERALI
Proseguendo, Banca Generali ha chiuso il primo semestre con un utile netto consolidato 239,6 milioni di euro, in crescita del 37% rispetto al
medesimo periodo del precedente esercizio. Un risultato superiore alle stime degli analisti (che avevano pronosticato fino a 233 milioni) che, ha fatto notare il management “beneficia della costante spinta alla crescita dimensionale della banca, giunta a sfiorare i 100 miliardi di masse con un incremento del 12% su base annua, oltre che delle iniziative di diversificazione dei servizi e della disciplina nella gestione dei costi”. Nel dettaglio, la componente di utile ricorrente si è attestata a 170,4 milioni, consolidando il livello dello scorso anno (166,1 milioni nel primo semestre 2023) mentre l’utile variabile si è attestato a 69,1 milioni (9 milioni), in scia al miglioramento del clima sui mercati e alle qualità gestionali. Il margine di intermediazione è salito poi del 26% a 494,3 milioni grazie al determinante contributo sia del margine finanziario (166,7 milioni, +3,3% anno su anno), sia delle commissioni nette ricorrenti (233,7 milioni, +4,6%). E il margine d’interesse si è attestato a 157,5 milioni (+4%), consolidando il progresso eccezionale dello scorso anno, in cui il risultato era triplicato beneficiando del rialzo
dei rendimenti degli attivi fruttiferi indotto dall’aumento dei tassi. L’amministratore delegato e direttore generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, ha commentato: “Siamo nell’ultimo anno di piano e vogliamo chiudere anche questo triennio centrando tutti i nostri obiettivi e gettando le basi per una nuova fase di crescita sostenibile: l’innovazione delle soluzioni d’investimento, la valorizzazione del mondo dati e il lancio della Svizzera rappresentano un vantaggio competitivo non ancora valorizzato nei nostri numeri. I livelli record di questa prima metà dell’anno e la forza della domanda da parte dei clienti, ci fanno guardare con grande fiducia ai prossimi mesi e alle soddisfazioni per tutti i nostri azionisti”.
BANCA MEDIOLANUM
Passando a Banca Mediolanum, l’utile netto del semestre è stato di 449,91 milioni di euro, in crescita
del 24% rispetto al primo semestre del 2023. Il margine di interesse è poi aumentato da 347,34 milioni a 418,01 milioni, grazie a un contesto dei tassi di interesse superiore rispetto all’inizio del 2023 e le commissioni attive sono aumentate a 991,26 milioni. Il margine di contribuzione si è attestato a un miliardo. A fine giugno 2024 gli impieghi alla clientela retail si sono attestati a 16,95 miliardi e l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale crediti è stata pari allo 0,81%. Al 30 giugno 2024 il Common Equity Tier 1 Ratio risultava pari al 23,7%. Per il 2024 il management di Banca Mediolanum stima una raccolta netta in risparmio gestito compresa tra i 6,5 e i 7 miliardi di euro, mentre il margine da interessi è atteso in crescita di circa il 10% rispetto al precedente esercizio. E il cost/income ratio è stimato in linea con i valori registrati nell’esercizio 2023 al 40%. Il numero dei Family Banker al 30 giugno
2024 cresciuto del 2% a 6.314 unità rispetto alla fine dello scorso anno, anche grazie al contributo del progetto Next e il totale dei clienti bancari è salito del 4% a quota 1.865.500. “I risultati del primo semestre esprimono una crescita significativa in termini di clienti, di patrimonio e redditività. Ciò riflette il successo della nostra strategia, che guarda sempre al lungo periodo e mette il cliente al centro. Infatti, in un contesto di relativa stabilità dei tassi di interesse, rimasti più elevati rispetto alle previsioni di inizio anno, abbiamo rivolto ai clienti iniziative commerciali importanti come il conto di deposito al 5%”, ha commentato amministratore delegato Massimo Doris.
FINECOBANK
FinecoBank ha terminato i primi sei mesi dell’anno con un utile netto di 320,32 milioni di euro, il 3,8% in
702
milioni di euro
Ricavi semestrali
330
milioni di euro
Utile netto consolidato
658,3
milioni di euro
Ricavi nel 1° semestre
320,3
milioni di euro
Utile netto semestrale
più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Escludendo gli oneri sistemici il risultato finale sarebbe cresciuto del 9,8%. In miglioramento anche i ricavi, che sono cresciuti del 9,6% a 658,3 milioni grazie in primis all’aumento degli interessi netti (+10,1% a 361,5 milioni di euro). Il risultato di gestione (ossia il margine operativo lordo) è poi salito del 9,2 a 497,96 milioni. Il cost/ income ratio al netto delle poste non ricorrenti è stato pari al 24,4%.
E il Core Tier 1 ratio di FinecoBank è migliorato al 25,78% dal 24,34% di fine 2023. In rialzo anche il patrimonio netto (2,21 miliardi di euro, in aumento di 20 milioni rispetto al valore di inizio 2024).
L’indicatore di leva finanziaria è pari al 5,35% al 30 giugno rispetto al 5,16% al 31 marzo e al 4,95% al 31 dicembre 2023. Nel primo semestre sono stati acquisiti 73.593 clienti, in crescita del 23% su base annua. Il numero dei clienti al 30 giugno è di 1,6 milioni. Per quanto riguarda il
2024 nel suo complesso, la società si aspetta “ricavi a livelli record, con un miglioramento del mix a favore delle commissioni grazie ricavi investing, dove è previsto un incremento dei ricavi low double digit, commissioni banking attese in linea con il 2023 e ricavi brokerage. Fineco prevede inoltre “una raccolta robusta, di alta qualità e con la priorità sul mantenimento del mix orientato verso il gestito”.
FIDEURAM ISPB
Infine vediamo la non quotata Fideuram ISPB, che ha chiuso il primo semestre dell’esercizio in corso con un utile netto di 815 milioni di euro, il 13,8% in più se confrontato con lo stesso periodo del 2023. In crescita anche il margine di intermediazione (1,774 miliardi, +10,05%), le commissioni nette (1,055 miliardi, +11,3%) e il margine di interesse (625 milioni, +4%). In aumento però anche i costi operativi (575 milioni, +5,3%).
Il Common Equity Tier1 ratio è stato pari al 27,7% (18,4% al 31 dicembre 2023) con un Total Capital Ratio del 27,8% (18,6% al 31 dicembre 2023). Per le Reti Fideuram, Sanpaolo Invest e IW Private Investments l’attività di reclutamento ha prodotto l’inserimento di 253 nuovi professionisti nel corso del primo semestre 2024 (210 nuovi private banker reclutati nel corrispondente periodo del 2023); su base annua si sono registrati 440 nuovi inserimenti negli ultimi 12 mesi a fronte di 415 nuovi inserimenti nei 12 mesi precedenti. Per il futuro il management prevede che “le politiche di sviluppo della raccolta, la dimensione delle masse gestite che continuano a generare commissioni ricorrenti, unitamente al controllo dei costi e al costante presidio dei rischi consentiranno al gruppo di chiudere l’esercizio corrente con un risultato positivo, in crescita rispetto allo scorso anno”.
Gianluigi Raimondi
494,3
milioni di euro
Margine di intermediazione
239
milioni di euro
991
milioni di euro
449,9
milioni di euro Commissioni attive semestrali
Utile netto semestrale
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Com’è dif ficile la scalata
Perché è improbabile veder passare di mano le banche-reti senza il via libera di chi le dirige
di ANDREA TELARA
Arriva o non arriva la scalata a FinecoBank? Se lo sono chiesti in molti a Piazza Affari nella seconda metà di luglio quando era circolata la voce su un’operazione che avrebbe davvero rimescolato le carte nel settore delle banche-reti
Public company a Milano
Anche se è arrivata subito la smentita, la comunità finanziaria milanese ha iniziato a scommettere su un interessamento del gruppo assicurativo Zurich all’acquisizione della banca guidata da Alessandro Foti. Del resto, Fineco è da anni ormai una public company, cioè una
società quotata in Borsa dove non esiste un azionista né un gruppo di soci che detengono la maggioranza assoluta. Tale assetto non è mai cambiato dal luglio del 2019 quando l’ex ceo di UniCredit, Jean-Pierre Mustier, decise di vendere in Borsa l’ultima quota posseduta dalla sua banca in Fineco, un tempo controllata con una maggioranza schiacciante del capitale. Da allora l’istituto guidato da Foti è divenuto una papabile preda sul mercato anche se non sono mai circolate voci realmente attendibili su un possibile arrembaggio da parte di un compratore.
SCALABILI MA NON TROPPO
Nelle scorse settimane, però, lo scenario sembrava cambiato perché i giornali hanno rivelato circostanze ben precise su una operazione in cantiere.
Fondi e case d’affari
Il Messaggero ha parlato di un dossier curato da alcune banche d’affari per l’acquisizione di Fineco da parte del gruppo assicurativo svizzero Zurich, in tandem con due fondi di private equity: Advent International e Kkr. Lo stesso Messaggero ha fatto anche i nomi di case d’affari presenti
DUE PLAYER CON AZIONARIATO DIFFUSO
NOCCIOLO DURO DI SOCI QUOTATE MA CON AZIONISTI DI CONTROLLO
51 % Assicurazioni Generali
42,7 % Sul
6,3 % Silchester International Investors
0,39 % Azioni
40,29 % Famiglia Doris
29,24 % Sul
30,08 % Fininvest
mercato
proprie
mercato
sul dossier: da Morgan Stanley a Barclays, da Mediobanca a Deutsche Bank fino a Goldman Sachs. A dare più concretezza alle ipotesi c’era anche un particolare tutt’altro che trascurabile: il gruppo Zurich è già presente in forze in Italia e controlla già una rete di consulenti finanziari concorrente di FinecoBank.
Salto dimensionale
Stiamo parlando della rete di Zurich Bank, che ha ereditato nel 2022 gli asset di Deutsche Bank Financial Advisors (la ex Finanza&Futuro). Con l’acquisizione di Fineco, Zurich compirebbe un grande salto dimensionale. Dopo qualche settimana di rumor che Foti non ha voluto commentare, Zurich ha smorzato il clima prima della pausa agostana e ha smentito di avere operazioni imminenti
Il fat tore umano nella consulenza svolge un ruolo determinante
Il che rende
dif ficile l’ipotesi di lanciare un’opa ostile creando dei malumori tra gli advisor
in cantiere. Aldilà delle singole vicende, c’è un dato di fatto difficilmente contestabile: fare una scalata alle banche-reti non è facile, senza il benestare di chi le dirige. Lanciare un’opa su società di questo genere non è infatti come dare l’arrembaggio a una compagnia telefonica o petrolifera.
Parola di veterano
Nella consulenza il fattore umano ha un ruolo determinante e i professionisti delle reti si identificano spesso nei valori di chi li guida. Del resto, un veterano del settore come Pietro Giuliani lo ha detto più volte. “Chi volesse scalare Azimut con un’opa ostile sappia che, il giorno dopo, gli attuali soci fonderebbero subito una rete concorrente”. A buon intenditor, poche parole.
Andrea Telara
CAPITALE BLINDATO
QUATTRO RETI IN MANO A GRANDI GRUPPI
100 %
Intesa Sanpaolo
100 %
Gruppo Mediobanca
100 %
Gruppo Zurich
100 %
Gruppo Allianz
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I programmi ai raggi X
Cosa propongono le quat tro liste che si sfidano per conquistare i ver tici di Anasf
Siamo entrati nel pieno della sfida elettorale in vista XII congresso nazionale ordinario per il rinnovo delle cariche sociali di Anasf, che il consiglio nazionale dell’associazione ha convocato dal 17 al 19 novembre 2024 a Napoli. Sono stati quindi comunicati i candidati delle quattro liste che si affronteranno nelle elezioni telematiche previste tra il 12 settembre e il 2 ottobre 2024, dalle quali emergeranno i 139 delegati che parteciperanno al congresso. Per comprendere al meglio i punti chiave dei rispettivi programmi, BLUERATING vi fornisce di seguito una breve sintesi ragionata degli stessi.
Insieme per crescere
Nomi di riferimento per informazioni: L. Conte, F. Riva e L.A. Criscione
La lista di cui fa parte il presidente uscente, Luigi Conte, dichiara testualmente di rappresentare con il suo nome “un’idea, un principio al quale siamo fedeli, oggi come 4 anni fa. Essere protagonisti del cambiamento e della evoluzione della consulenza finanziaria con coraggio, determinazione, spirito d’iniziativa, capacità di adattamento, orgoglio”. All’interno del programma, come è logico che sia per la lista che raccoglie il testimone dell’attuale maggioranza, viene dato risalto al fatto che dallo scorso 30 maggio 2024 Anasf è
entrata nell’albo delle fondazioni e associazioni riconosciute presso la prefettura di Milano, ribadendo la volontà di rafforzare ulteriormente la propria rappresentatività nei confronti delle Istituzioni e degli altri stakeholders. Attenzione anche alla prossima evoluzione della Retail Investment Strategy: evitato (per ora?) il divieto alla retrocessione degli inducements, la lista punta “alla rappresentanza qualificata da parte di Anasf, anche mediante il Fecif, all’interno dei tavoli legislativi e regolamentari”. Altri focus del programma sono infine dedicati alla formazione (rafforzamento del progetto Economic@mente), all’importanza del dialogo intergenerazionale, all’importanza della tecnologia e al decentramento associativo.
Professione Ruolo Associazione
Nome di riferimento per informazioni:
A. Foti
Un programma che si sviluppa lungo tre elementi chiave, quelli definiti dal nome della lista stessa. Per la “professione”, Alma Foti e soci vogliono impegnarsi “nell’ideazione di un percorso formativo, erogato da Anasf, che non solo prepari e faciliti il superamento dell’esame abilitativo, ma che insegni il lavoro dal punto di vista pratico, nel rispetto dei valori fondamentali”.
Sempre su questo fronte, ma analizzando l’offerta, occorre favorire “la diffusione della remunerazione pagata direttamente dal cliente, oltre a quella basata sugli inducement”. In merito al “ruolo” dei professionisti, la lista si pone lungo la scia dell’attuale governance, apprezzando progetti come Economic@mente (già dal 2009) e PianificaLaMente, i quali hanno agevolato il consulente “nell’attività di alfabetizzazione ed educazione dei propri clienti, creando un circolo virtuoso in grado di migliorare le competenze proprie e degli investitori”. Infine, approfondendo il tema “Associazione”, la lista vuole un’Anasf unita, e specifica che “l’obiettivo principale dei comitati territoriali è (e rimane) quello di fare nuovi associati; questo può essere favorito da una maggiore autonomia nello sviluppo degli eventi regionali, ovviamente con il sostegno e il supporto dell’area decentramento”.
Tradizione Innovazione
Nomi di riferimento per informazioni: E. Trombatore e L. Ghidini
Dopo l’endorsement informale del presidente di Enasarco Alfonsino Mei, “Tradizione Innovazione” è probabilmente, insieme a “Il tempo della consulenza”, la lista più di rottura rispetto all’attuale gestione.
di MATTEO CHIAMENTI
Luigi Conte
Alma Foti
Forte risalto viene dato alla promozione del contratto unico dei consulenti finanziari, “attraverso il dialogo con le istituzioni e le associazioni di categoria per istituire un unico tavolo di lavoro”. Ciò includerà, nelle intenzioni dei candidati, anche “la costituzione di un fondo di categoria e l’implementazione di ammortizzatori sociali adeguati a tutelare e supportare i professionisti del settore”. Spazio poi alla volontà dichiarata di “avviare una campagna di sensibilizzazione con lo scopo di enfatizzare il ruolo sociale e strategico del consulente finanziario nella gestione delle esigenze di famiglie e imprese” e di “promuovere il dialogo interno tra i vari organi dell’associazione, sia a livello nazionale che territoriale, attraverso la realizzazione di forum/momenti di incontro e di discussione regolari, anche avvalendosi delle piattaforme digitali”, potenziando inoltre “il ruolo del responsabile
dell’area decentramento territoriale in Comitato Esecutivo al fine di ampliare il perimetro della sua autonomia decisionale”. Si punta infine al “restyling di ConsulenTia” e al rinnovo dell’offerta formativa “introducendo nuovi corsi, affiancandoli a nuovi metodi di apprendimento”.
Il tempo della consulenza
Nomi di riferimento per informazioni: M. Deroma, F. Alessandrini e T. Calabrese
Con Marco Deroma capolista ma ammesso con riserva, “Il tempo della consulenza” si dichiara fin da subito a favore dell’abrogazione della delibera di adesione a Confesercenti, dato che “è necessario superare l’accordo economico collettivo degli agenti di commercio favorendo un nuovo patto che valorizzi la peculiarità del modello italiano, con la figura imprenditoriale del consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede come
Elisabetta Trombatore Marco Deroma
soggetto interno al sistema di intermediazione”. Altri elementi di emancipazione dall’attuale governance risiedono nella promessa di “migliorare l’efficacia dell’attività di formazione e dei seminari Anasf” e nella volontà di “maggiore incisività nel promuovere la realizzazione di percorsi di sviluppo delle competenze trasversali del consulente, per raffinarne le capacità comunicative, relazionali, il problem solving, il sapere lavorare in team”. Attenzione anche al ricambio generazionale e all’inclusione femminile e infine viene sollevata “l’esigenza di estendere l’ambito operativo dell’osservatorio permanente, già operativo dal 2007, trasferendone il coordinamento alla direzione dell’ufficio studi, in modo da analizzare le variabili che caratterizzano le dinamiche evolutive per consentire una corrispondente evoluzione della professione del consulente”. Matteo Chiamenti
Post da area manager
I dirigenti territoriali delle reti più at tivi sui social, soprat tut to su LinkedIn
di VIOLA STURARO
I social network, se sfruttati nel modo corretto, possono essere un utilissimo strumento sia per reperire informazioni, sia per condividerle. Tra le diverse piattaforme disponibili, nell’ambito della consulenza finanziaria la più utilizzata è LinkedIn, senza dubbio
la più istituzionale tra gli addetti ai lavori. Sono numerosissimi, infatti, sia i professionisti sia i manager delle varie reti che scrivono post di loro pugno o ripostano gli obiettivi raggiunti e le comunicazioni più importanti. Uno dei più attivi nell’universo di Banca Mediolanum
è Nicola Vallardi, regional manager di Marche, Abruzzo e Molise, che attraverso il suo profilo parla di argomenti di attualità connessi al mondo finanziario, condivide momenti insieme ai propri collaboratori e presenta agli utenti alcuni importanti profili di professionisti della finanza tramite la rubrica “I protagonisti di Banca Mediolanum”.
Largo ai giovani
A tenere alta la bandiera di FinecoBank è invece l’area manager Ottavio Corali, che utilizza la propria pagina per sottolineare l’impegno del gruppo in diversi progetti e condividerne i risultati, ma soprattutto per annunciare i nuovi ingressi nella rete sia da parte di giovani consulenti sia di professionisti più affermati. Tra le fila di Banca
Oltre agli eventi che si svolgono in varie regioni, tra i contenuti più apprezzati nei diversi profili dei professionisti ci sono le notizie sul reclutamento di nuovi advisor
Widiba sono l’head of recruitment, Marco Ferrari, e il district manager Fabrizio Gasparrini i più attivi a livello social: il primo, in particolare, è ormai specializzato nell’approfondire temi di stretta attualità legati al mondo bancario e della consulenza finanziaria, mentre il secondo si concentra maggiormente nell’esplorare le dinamiche sociali e relazionali sul posto di lavoro attraverso interessanti post che solleticano il confronto ma soprattutto la riflessione.
Recruiting e molto altro
In casa IW Private Investments sono l’area manager sud Italia, Raffaele Buonomo, l’area manager Toscana e Umbria, Angelo Russo e il private banker Luigi Alaia le
personalità che più si fanno notare su LinkedIn. I primi due utilizzano la piattaforma prevalentemente per comunicare i reclutamenti e i nuovi ingressi all’interno dei team nelle proprie aree di riferimento, oltre a condividere i vari eventi e le numerose esperienze in cui vengono coinvolti con i rispettivi gruppi di lavoro. Alaia, invece, è molto conosciuto per le riflessioni e i pensieri sugli argomenti più disparati che condivide con gli utenti, che generano sempre grande interesse e scambio di opinioni. Bnl Bnp Paribas Life Banker è presente sui social con diversi professionisti, tra cui i district manager Alessandro Fatichi e Vito Lanza, l’area manager nordest Paolo Cecconello e i growth manager Giacomo Bassi per la Lombardia e Guido Amato per la Sicilia, Calabria e Puglia:
comune denominatore per tutti quanti è la precisa e puntuale condivisione dei nuovi professionisti che si uniscono alla rete e alle squadre nelle diverse aree d’Italia. Mediobanca Premier si fa notare sui social soprattutto attraverso i post dell’area manager Sicilia, Giuseppe Calà, che tiene conto degli obiettivi raggiunti dal gruppo ma soprattutto del sempre maggior numero di consulenti finanziari che decidono di unirsi alla rete e che vengono spesso presentati in prima persona proprio da Calà.
Eventi
e nuove leve
Per Fideuram ISPB sono diversi i professionisti che si espongono sui social, ognuno con la propria area di competenza: l’area manager Fabio Landi, per esempio, rendiconta spesso eventi e iniziative a cui partecipa con il suo gruppo.
Le regional manager Isabella
De Vecchi e Elisabetta Baradello, invece, sono solite presentare le nuove leve che arricchiscono la rete e i loro team. Concludiamo la nostra panoramica social con Azimut, da sempre particolarmente attiva un po’ su tutti i social network grazie al ceo Paolo Martini, che attraverso il proprio profilo LinkedIn approfondisce diverse tematiche relative alla tecnologia e all’economia reale ma soprattutto porta avanti due rubriche famosissime e di grande successo come “I leader della consulenza” e “I leader della consulenza di domani”, in cui racconta la storia dei professionisti di spicco della società e di quelli più promettenti. Da qualche mese, inoltre, Martini ha inaugurato anche una nuova rassegna intitolata “House of Financial Leader”.
Viola Sturaro
Così felici al traguardo
I buoni risultati delle reti fanno il paio con il sentiment positivo dei consulenti di
NICOLA RONCHETTI
Le semestrali delle reti hanno confermato un’industria sana e in continua crescita con risultati ancora più positivi (mediamente di un +10%) rispetto a un anno fa. Certo i tassi di interesse hanno dato un aiutino, soprattutto a quelle banche reti maggiormente caratterizzate da impieghi, prestiti e mutui, con la Banca centrale europea che paga i depositi infruttiferi dei clienti a un sontuoso tasso del 3,75% alle banche depositarie.
La banca è una manna
Che con questi tassi avere una banca sia una manna, lo conferma anche la nascente TNB (The New Bank) di Azimut (l’unica rete tra le big a non avere una licenza bancaria): alla base della sfida di creare una fintech che valorizzi appieno il gruppo fondato da Pietro Giuliani vi è anche l’obiettivo di cogliere le opportunità che i tassi positivi stanno dando e daranno per i prossimi anni. Ma, al di là dei fattori esogeni, il dato di fatto è che le reti dei consulenti finanziari rappresentano un’eccellenza nel panorama delle banche, il loro modello di servizio è quello vincente, rappresentando il giusto connubio tra piattaforme digitali all’avanguardia e professionisti al servizio dei clienti. E sono proprio loro, i consulenti finanziari, i veri artefici del successo delle reti: la loro soddisfazione,
Nell’ultimo anno sono migliorati ulteriormente
il coinvolgimento e anche il senso di appartenenza alla loro squadra dei professionisti della financial advisory in Italia
il loro senso di appartenenza e quindi la capacità, da parte di chi li guida, di farli sentire parte di un progetto e di una squadra sono i fattori che determinano il successo delle loro stesse reti. La motivazione dei consulenti finanziari viene alimentata quotidianamente, da parte dei manager di rete e dalle figure apicali, contribuendo a dare la carica emotiva necessaria al raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti. È interessante constatare l’esistenza di una correlazione tra la soddisfazione dei consulenti finanziari e i risultati finanziari delle reti: le reti con i consulenti mediamente più soddisfatti registrano i migliori risultati, sia in termini di raccolta che di margini.
Aumento registrato lo scorso anno tra i consulenti delle banche-reti +10 %
tasso di soddisfazione
Correlazione matematica Oltre venti anni di ricerca dimostrano inequivocabilmente una correlazione matematica tra soddisfazione dei consulenti finanziari e risultati economici e finanziari delle reti a cui essi appartengono. Questa correlazione, riscontrabile in quasi tutte le organizzazioni, è però certamente maggiore rispetto ad altre che operano nello stesso settore (banche tradizionali, società finanziarie e di gestione del risparmio), a dircelo sono le serie storiche degli ultimi due decenni di analisi della soddisfazione
Nicola Ronchetti founder & ceo di Finer Finance Explorer
dei consulenti finanziari. Anche questo anno abbiamo infatti avuto una piacevole conferma: i risultati finanziari delle semestrali delle reti trovano un riscontro empirico nei numeri della soddisfazione media dei consulenti finanziari intervistati nell’ambito del monitoraggio annuale Finer Cf Explorer che ha coinvolto oltre 5mila professionisti delle 15 reti che rappresentano oltre
il 95% del mercato. In particolare crescono mediamente del 10%, rispetto allo scorso anno, la soddisfazione complessiva, il senso di appartenenza e il coinvolgimento. La soddisfazione dei consulenti finanziari e i risultati finanziari delle reti a cui appartengono sono come le convergenze parallele: apparentemente disgiunte ma accomunate dalla stessa traiettoria e
dalle stesse dinamiche. Investire sul coinvolgimento e sulla soddisfazione dei propri consulenti finanziari è dunque il mantra che garantisce al contempo la capacità di trattenere e attrarre i migliori talenti e raggiungere i migliori ritorni economici. Evidentemente chi guida le reti lo ha capito prima e meglio di altri.
Nicola Ronchetti
Il cambiamento climatico ha importanti conseguenze anche sugli investimenti finanziari*. Con Anima Net Zero Azionario Internazionale puoi investire già da oggi sulle società che hanno adottato piani di riduzione e azzeramento delle emissioni nette di
AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
Fonte: ESMA - Fund portfolio networks:
LA ROAD MAP
Dopo la sbandata estiva dei listini, i fund manager guardano ad aziende sottovalutate come le mid cap
Clima favorevole al reddito fisso, con il taglio dei tassi di interesse all’orizzonte in Europa e Stati Uniti
Bluerating
L A ROTTA PER L’AUTUNNO
Meglio i bond e le mid cap nell’azionario. Ecco cosa consigliano gli strategist e i gestori
A settembre inizia idealmente la parte conclusiva dell’anno lavorativo e per chi si rapporta quotidianamente con il mondo degli investimenti, diventa essenziale ragionare sugli scenari di mercato attesi relativi agli ultimi mesi del calendario, anche alla luce delle importanti turbolenze vissute ad agosto. Per agevolare una riflessione proattiva su alcune tematiche chiave attuali e di prospettiva, BLUERATING vi fornisce una raccolta strutturata dei pareri di importanti protagonisti del risparmio gestito internazionale su azioni, obbligazioni, commodity e valute.
AZIONI
Affidandoci al vecchio detto secondo il quale “se Wall Street starnutisce, il resto del mondo si prende un bel raffreddore”, la nostra analisi sul mercato azionario non può non partire dal continente americano. “Nel primo semestre di quest’anno l’azionario statunitense ha realizzato performance eccezionali, con l’Indice S&P 500 in su del 15,3%, dal momento che robusti risultati sul fronte degli utili e stimoli di bilancio hanno continuato a compensare l’impatto di tassi d’interesse elevati. Eppure i dati headline sulle performance, favoriti dal ritorno in scena delle azioni mega-cap e, nello specifico, delle società leader
La debolezza degli utili sarà comunque contenuta scongiurando la recessione
nel settore dei semiconduttori, mascherano i recenti segnali di un deterioramento sotto la superficie” afferma Scott Glasser, chief investment officer di ClearBridge Investments
United States, parte del gruppo Franklin Templeton, suggerendo di fatto una certa cautela per gli investitori. Tuttavia, diciamolo senza paura, i timori di una crisi economica appaiono esagerati “Nonostante la probabile revisione al ribasso degli utili attesi per il secondo semestre riteniamo che questa debolezza risulterà contenuta e che l’economia statunitense riuscirà a evitare una recessione” conclude Glasser. Sul tema azionario americano è invece più ottimista
Julian Howard, lead investment director delle soluzioni multi asset di Gam Investments, per il quale possono essere diverse le occasioni da cogliere per gli investitori: “Le mid-cap dovrebbero beneficiare in misura maggiore dei tagli dei tassi. Se e quando i tassi di interesse scenderanno, i titoli a media capitalizzazione statunitensi dovrebbero beneficiarne in misura sproporzionata, dato che sono più strettamente legati all’economia reale e ai consumatori statunitensi rispetto all’S&P 500”. Per apprezzare al meglio quindi il potenziale
Scott Glasser
ClearBridge Investments United States
Gli ultimi dati mostrano i segni di deterioramenti sot to la superficie dei conti
Julian Howard Gam Investments
americano occorre uscire dalla logica dei Magnifici 7 (Nvidia, Meta, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet e Tesla, ndr), come sostiene anche Christophe Nagy, gestore del fondo Growth America di Comgest: “I leader di mercato non si limitano ai Magnifici 7. È importante costruire un portafoglio diversificato di società leader in vari settori, dalla sanificazione e pulizia delle divise alla contabilità, dai chip analogici all’insulina, dal riciclo e recupero di auto e relativi componenti ai robot chirurgici e beni di prima necessità di qualità e a basso prezzo”. Per comprendere invece il mercato azionario europeo, uno dei temi chiave sarà quello dell’effettivo ritorno alla crescita dell’economia dopo un periodo di stagnazione, come spiega Shaan Raithatha, senior investment strategist di Vanguard: “Dopo cinque trimestri di stagnazione, nel primo trimestre del 2024 l’area euro è tornata a crescere, grazie principalmente all’aumento delle esportazioni. Le prospettive di crescita sono un fattore importante per i trend dell’inflazione nonché un input cruciale per le decisioni di politica monetaria. Ci aspettiamo tassi di crescita trimestrale dello 0,3% o 0,4% per la restante parte dell’anno, il che porterebbe la crescita dell’area euro allo 0,8% per il 2024 nel complesso”.
È
impor tante costruire un portafoglio diversificato composto da società leader
Le prospettive di crescita sono un input cruciale nella politica monetaria
Shaan Raithatha Vanguard
I mercati emergenti oggi sono generalmente molto più maturi e organizzati
Christopher Preece
Pictet Asset Management
Spostandoci sul fronte degli emergenti, Christopher Preece, investment manager di Pictet Asset Management suggerisce che siamo davanti a una nuova fase di maturità: “I mercati emergenti odierni non sono quelli di un tempo; sono generalmente molto più maturi e meglio organizzati, riducendo di conseguenza le probabilità di trovarsi oggi coinvolti in turbolenze della portata della crisi del debito dell’America Latina, della crisi asiatica o della crisi del debito russa”.
OBBLIGAZIONI
Se le incognite in materia di equity non sono di certo poche, il segmento obbligazionario sembra invece vivere un momento di discreta solidità destinato a durare anche nei prossimi mesi: “I mercati obbligazionari stanno scambiando a forte sconto e i prezzi delle obbligazioni Usa investment grade si stanno avvicinando ai livelli più bassi degli ultimi 40 anni. Considerata la correlazione storicamente alta tra i rendimenti iniziali e i risultati a cinque anni, riteniamo che questa combinazione offra la rara opportunità di sfruttare i rendimenti elevati e aumentare il potenziale di total return, mentre i prezzi delle obbligazioni vengono portati alla pari rispetto ai loro termini di scadenza. Considerato che in
Christophe Nagy Comgest
passato i tassi sono scesi entro sei mesi dalla prima riduzione dei tassi della Fed, gli investitori in attesa dei tagli potrebbero perdere questa opportunità”, afferma Gregory Peters, cochief investment officer di PGIM Fixed Income. Più nel dettaglio, prosegue Peters: “Con i tagli dei tassi attesi nella seconda metà del 2024, probabilmente le obbligazioni sovraperformeranno la liquidità. Gli asset a duration più breve possono offrire reddito interessante con un miglior potenziale di total return. Anche le obbligazioni high yield a breve duration sono interessanti, con spread vicini al fair value. I rendimenti storicamente elevati e il contesto favorevole di bassi tassi di default rendono interessanti le obbligazioni high yield rispetto alle azioni su base corretta per il rischio”. Ma anche sul fronte obbligazionario lo scenario non è tutto rose e fiori, come spiega Björn Jesch, global chief investment office di Dws: “Le obbligazioni societarie europee presentano un quadro contrastante, anche se abbiamo migliorato la valutazione delle obbligazioni investment-grade dopo la recente flessione”. Il capo stratega di Dws vede meno potenziale nelle obbligazioni high-yield europee, con spread di rendimento molto stretti rispetto ai titoli sovrani e trascurando i rischi fondamentali e politici.
Con i tagli dei tassi attesi è probabile che i bond sovraper formino il cash
Le obbligazioni societarie europee presentano ora un quadro contrastante
Björn Jesch
Dws
Per adesso preferiamo mantenere un’esposizione alla duration neutrale
Mauro Valle
Generali Asset Management
“Il rapporto rischio/rendimento non sembra essere attraente al momento”, conclude Jesch. Sempre lungo i sentieri della cautela è anche il pensiero di Mauro Valle, head of fixed income di Generali Asset Management: “Per il momento, preferiamo mantenere un’esposizione alla duration neutrale o leggermente lunga (rispetto a una chiaramente lunga) con il Bund intorno al 2,2%, in attesa dei prossimi dati economici e per osservare dove si stabilizzeranno i mercati finanziari e i tassi, al fine di valutare le prospettive dei tassi d’interesse. La curva dei rendimenti dell’euro (102 anni), che ha ridotto la sua inversione a circa -15 punti base, potrebbe consolidare la tendenza all’appiattimento, data la crescente probabilità di un ampio ciclo di tagli dei tassi (sia negli Stati Uniti che in Europa). Le nostre esposizioni lunghe sulle scadenze brevi e medie sono confermate”. C’è però un target di rendimento che sembra convincere la maggior parte degli addetti ai lavori e stiamo parlano delle obbligazioni emergenti, come spiega la riflessione di Flavio Carpenzano, investment director di Capital Group: “Il debito dei mercati emergenti rappresenta
Gregory Peters PGIM Fixed Income
una grande opportunità di investimento. Questa asset class, tradizionalmente considerata come un’opportunità di investimento tattico, è oramai diventata un’allocazione fondamentale per il portafoglio di molti investitori. Al momento siamo favorevoli a detenere una certa duration locale nei paesi in cui le pressioni inflazionistiche sono in costante calo e le politiche monetarie diventano più accomodanti. Molti di questi Paesi si trovano in America Latina, come Brasile e Messico, ma apprezziamo anche la duration in Sudafrica, dove i tassi reali sono vicini all’estremità superiore degli intervalli storici e offrono ancora un certo margine di protezione rispetto ai Treasury Usa. Le banche centrali in Asia potrebbero tagliare i tassi più tardi rispetto al resto del mondo emergente e il debito asiatico in valuta locale tende ad essere più correlato con i mercati globali, ma ravvisiamo opportunità sul fronte della duration in Cina, Indonesia e Corea del Sud”.
COMMODITY & VALUTE
Ultimo focus della nostra analisi è quello dedicato alle asset class delle commodity e delle valute. All’interno di un recente report di Macquarie dedicato ai metalli preziosi, Marcus Garvey, head of commodities strategy è stato chiaro: “La domanda di oro
È dif ficile non vedere un sostegno per l’oro nel lungo periodo
C’è un certo ot timismo sulle prospet tive a medio termine delle commodity
Giacomo Calef NS Partners
fisico è stata debole, sotto la pressione dei prezzi più alti, a dimostrazione del fatto che i flussi finanziari continuano a guidare l’azione dei prezzi. Oltre al percorso dei tagli della Fed, la misura in cui la domanda degli investitori cinesi tornerà a farsi sentire dovrebbe essere un elemento chiave per la fine dell’anno. A meno che non si verifichi una crescita economica globale notevolmente più forte, e quindi un’inversione delle aspettative di taglio dei tassi d’interesse, è difficile non vedere un sostegno a lungo termine per il mercato dell’oro”. Discorso simile per l’argento, prosegue Garvey: “La deludente crescita globale è un naturale vento contrario alle caratteristiche di metallo industriale dell’argento, ma la domanda sottostante del settore solare dovrebbe essere robusta. L’azione dei prezzi a breve termine è probabilmente guidata dai flussi degli investitori, a fronte di condizioni di mercato più ampie di risk-off”. Questa invece la view di Giacomo Calef, country manager Italy di NS Partners: “Le commodities sono da sempre dei beni legati al ciclo economico e alle vicende geopolitiche. Non fanno eccezione oro e petrolio, che stanno vivendo settimane movimentate. Il mercato dell’oro, in particolare, ha mostrato
Flavio Carpenzano Capital Group
Il debito dei mercati emergenti rappresenta una grande oppor tunità
Marcus Garvey Macquarie
nuovi segnali di forza, sostenuto dalle aspettative di una politica monetaria meno restrittiva negli Stati Uniti. Più in generale, il fatto che i fondi hedge stiano aumentando significativamente le loro posizioni in commodities, segnalando il ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi. Una strategia che testimonia un crescente ottimismo sulle prospettive a medio termine per le materie prime e sottolinea le complessità del panorama energetico globale”. Sul fronte delle valute a fornirci un’analisi di scenario sono invece le parole di Massimiliano Castelli, head of strategy, sovereign institutions di Ubs Asset Management, relative all’annuale sondaggio che condotto la società svizzera interpellando 40 banche centrali a livello globale: “Il dollaro Usa continua a essere richiesto e non vi sono segnali visibili di un indebolimento della sua posizione dominante nelle riserve valutarie. Quasi la metà degli intervistati ritiene che il passaggio a un sistema multipolare non influirà sulla posizione dominante del dollaro nell’architettura finanziaria globale. Le allocazioni verso il renminbi sono rimaste stagnanti nel 2023/24 e l’allocazione media nella valuta cinese è scesa a circa il 5%.
In termini di allocazioni valutarie future, l’euro sembra essere più
Non vi sono segnali di un indebolimento del dollaro come riserva
Si vede all’orizzonte un andamento laterale per le valute emergenti
richiesto, seguito dal dollaro, dal renminbi e dallo yen”. Uno scenario piuttosto intricato ma che sembra destinato a semplificarsi nella seconda metà dell’anno, specie sul fronte dei paesi emergenti, come suggerisce Mali Chivakul, emerging markets economist di J. Safra Sarasin: “La forza del dollaro Usa ha esercitato ulteriori pressioni sulle valute dei mercati emergenti, dopo la debole performance del 1° trimestre. Pur non prevedendo un rafforzamento del dollaro da questo momento in poi, dato il rallentamento dell’attività economica statunitense e il graduale calo dell’inflazione, non prevediamo nemmeno un forte indebolimento del dollaro entro la fine dell’anno. Ciò implica un andamento laterale per le valute dei mercati emergenti fino alla fine dell’anno. Tuttavia, una serie di rischi idiosincratici derivanti dalle elezioni ha influenzato le valute dei mercati emergenti e potrebbe continuare a farlo. A livello di allocazione delle risorse con il carry più elevato tra i mercati emergenti, la lira turca è stata una delle valute dei mercati emergenti più apprezzate, così come il rand sudafricano, spinto dal miglioramento della situazione dell’energia, dal rafforzamento degli sforzi di consolidamento fiscale e dalle prospettive di stabilità politica”. Bluerating
Massimiliano Castelli Ubs Asset Management
Mali Chivakul J. Safra Sarasin
Raddoppio in Sviz zera
Nuove gestioni patrimoniali per BG Suisse Private Bank. In arrivo l’advisory
Puntiamo con decisione sul Ticino e abbiamo in programma di reclutare circa 20-30 banker nell’arco dei prossimi due anni
Banca Generali crede nelle potenzialità del mercato svizzero sia per offrire un servizio di deposito alla clientela gestita in Italia sia per gli importanti patrimoni detenuti direttamente da clienti residenti in Svizzera. Partendo da questa convinzione la terza private bank italiana sta investendo risorse ed energie nella giovane realtà BG Suisse Private Bank, nata circa 10 mesi fa a Lugano grazie all’attivazione della nuova licenza bancaria: la prima che la Finma ha concesso a una banca italiana da 15 anni a questa parte.
Rosa completa
A meno di sei mesi dal lancio (l’inaugurazione è avvenuta lo scorso maggio) la banca è on track e l’ultima novità riguarda il completamento dell’offerta con il lancio del progetto BG International e le nuove gestioni patrimoniali “che stanno già riscuotendo un buon interesse da parte della clientela”, illustra Marco Bernardi, vicedirettore generale di Banca Generali. “Nei prossimi mesi partirà anche il servizio di advisory dedicato che completerà la rosa di proposte in Ticino”. L’idea di scommettere sulla Svizzera parte da due assunti. Primo: un’analisi di mercato che ha restituito numeri interessanti: si stimano 140 miliardi di masse
complessive in Svizzera di cui 80 miliardi riconducibili a potenziali asset di clienti italiani. Secondo: la convinzione che le difficoltà riscontrate da alcune banche locali lascino uno spazio sufficiente a nuovi player dinamici e innovativi per inserirsi in un contesto promettente.
Piazza fondamentale
“La Svizzera rimane una piazza fondamentale, per le banche e la finanza in generale e in particolare per la gestione di patrimoni privati, che è il comparto appunto in cui noi siamo attivi. Abbiamo scelto Lugano e puntiamo molto sul Ticino: al momento vogliamo concentrarci su questa piazza, la terza in Svizzera, che mantiene certamente un suo ruolo di rilievo e consolidare qui la nostra posizione. Intendiamo vivere pienamente la realtà del cantone, non solo attraverso le nostre attività e la nostra sede di Lugano ma anche organizzando e supportando iniziative sul territorio ticinese che possano arricchire la comunità”, afferma Bernardi.
“La crescita della banca sarà principalmente organica e passa anche da un importante piano di reclutamenti: stimiamo di inserire 20-30 banker nell’arco del prossimo biennio”. In questo modo Banca Generali, raddoppia la presenza e l’offerta e si propone
di ANDREA BARZAGHI
Marco Bernardi / vicedirettore generale di Banca Generali
come alternativa italiana per una consulenza internazionale, raccogliendo le opportunità offerte da un contesto caratterizzato dall’efficientamento dei rapporti “cross border”.
Uno scenario che pone nuove sfide ma anche possibilità per le imprese e i privati, in termini di gestione del rischio e diversificazione. Il modello di servizio scommette su una nuova formula che vede con Banca Generali
una prima assoluta: quella resa possibile dalla licenza di pubblico servizio (Lps), che si traduce in quello che in gergo viene chiamato “multibooking”.
“In concreto il modello multibooking permette al cliente di essere servito comodamente dal proprio banker in Italia controllando anche le posizioni sul conto svizzero, in una convergenza e trasparenza assoluta a vantaggio soprattutto del servizio alla clientela che può avvalersi così di un unico punto di riferimento già informato sulla sua storia, sulle sue esigenze e in grado di intercettare anche i nuovi bisogni”, aggiunge ancora Bernardi.
Modello multi-booking
“Questo modello rappresenta una tappa significativa per la crescita della banca nell’offerta di un servizio pensato davvero sul cliente e in grado di semplificare la sua gestione finanziaria. Crediamo che la nostra capacità di innovazione unita alla figura di un banker di fiducia e all’avvio del modello multibooking possa rispondere ai bisogni delle famiglie di pianificazione e valorizzazione del risparmio sia italiano che svizzero. Nei prossimi mesi contiamo di continuare a ingrandire il team dei nostri banker a supporto nella consulenza e di investire sui territori”. Bluerating
Uno spot che vale il 5%
I rendimenti dei depositi al centro della campagna di Banca Mediolanum
di ANDREA BARZAGHI
Massimo Doris / amministratore delegato di Banca Mediolanum
Nelle at tività promozionali sono stati coinvolti anche due dipendenti della banca, per sot tolineare l’alto livello
di par tecipazione del personale all’ideazione dei servizi
A partire dal 1° settembre è on air il nuovo spot di Banca Mediolanum in cui Massimo Doris, l’amministratore delegato, si conferma sempre il protagonista. Il tasso, il 5%, è l’elemento creativo centrale, materialmente presente nello spot e che campeggia tra le vie dell’headquarter dell’istituto a Basiglio, dove è ambientata la campagna. Nel messaggio viene valorizzata la possibilità di ottenere un rendimento del 5% annuo lordo sui vincoli a 6 mesi, anche in caso di svincolo anticipato delle somme. Testimonial d’eccezione, insieme a Doris, anche due dipendenti di Banca Mediolanum: Alessandro per precisare che le somme dei vincoli potranno essere svincolate in qualsiasi momento e Giulia per ricordare che è possibile accedere alla promozione aprendo il conto e accreditando lo stipendio.
Incarnare la passione
“Questa è Mediolanum”, afferma Gianni Rovelli direttore comunicazione, marketing banca e canali digitali di Banca Mediolanum, ricordando il claim. “La scelta di coinvolgere i nostri dipendenti non è solo simbolica, ma riflette un profondo impegno verso i valori che ci guidano ogni giorno. Questi professionisti incarnano al meglio la passione, la competenza e la dedizione che ci contraddistingue”.
“Con la loro partecipazione, vogliamo mostrare che dietro ogni servizio offerto dalla nostra banca c’è un team di persone vere, che lavorano con cuore e dedizione per garantire la migliore esperienza. Mediolanum non è solo una banca, è una community di persone”.
On air fino a ottobre
Il flight televisivo è on air dal 1° settembre fino al 5 ottobre con la messa in onda di spot da 20” e 15” sulle reti Mediaset, Rai, Sky, canali Discovery, La7, Class Cnbc, Dazn, Supertennis e TV 2000. In affiancamento allo spot tv sarà on air, a partire dal 9 settembre e per due settimane, anche uno spot da 30 secondi sulle principali emittenti radiofoniche nazionali. È stata inoltre pianificata, a partire dal 9 settembre per una durata di dieci giorni, la presenza di annunci pubblicitari su dieci testate di stampa quotidiana nazionale e su internet azioni di advertising attraverso l’impiego di creatività veicolate per tutto il periodo della campagna su portali e piattaforme online ad alta visibilità e attraverso i principali social network. Per aumentare la capillarità della comunicazione è, inoltre, prevista una campagna di affissioni a supporto degli uffici dei consulenti finanziari nelle città di Milano e Roma.
Bluerating
Consulente con lo sconto
Visite mediche, noleggi e parcheggi. Le nuove convenzioni per gli iscrit ti all’Anasf
Anasf ha comunicato le nuove convenzioni per i propri associati. Vediamole di seguito. Grazie all’accordo con Ayvens Italia, nuovo player globale della mobilità sostenibile nato dall’unione di Ald Automotive e LeasePlan, i soci
Anasf potranno usufruire di uno sconto per il noleggio auto a lungo termine, a canone fisso e con tutti i servizi inclusi. Grazie all’accordo tra Anasf e il gruppo Autorama, gli associati possono anche
beneficiare di un servizio di consulenza specializzato per il noleggio auto a lungo termine su tutto il territorio italiano, con accesso a una vasta gamma di veicoli e a offerte competitive.
In cura con il Coni Nel campo della salute c’è una convenzione con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni di riferimento in Italia, struttura di riferimento per
tutti gli atleti olimpici, accessibile anche ai cittadini. Grazie all’accordo con Anasf, tutti i soci e le socie potranno usufruire di tariffe agevolate per visite e cure specialistiche in diverse aree terapeutiche. I soci Anasf possono inoltre usufruire uno sconto esclusivo sul circuito dei parcheggi ufficiali degli aeroporti di Milano: Milano Malpensa, Linate e Bergamo Orio al Serio.
di ANDREA BARZAGHI
MEMORY CASH COLLECT SU PANIERI DI AZIONI
Barriere Premio e a Scadenza profonde no al 40% Premi mensili potenziali con e etto memoria tra lo 0,80%1 (9,6%
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Premi mensili potenziali tra lo 0,80% (9,6% p.a.) e l’1,85% (22,2% p.a.) del valore nominale con Effetto Memoria
Scadenza a due anni (11 marzo 2024)
Barriera Premio e a Scadenza fino al 40% del valore iniziale dei sottostanti
Rimborso condizionato del capitale a scadenza
Sede di negoziazione: SeDeX (MTF), mercato gestito da Borsa Italiana
I Certificate Memory Cash Collect su panieri di Azioni consentono di ottenere potenzialipremi conEffetto Memoria nelle date di valutazione mensili anche nel caso di andamento negativo delle azioni sottostanti purché la quotazione di tutte le azioni che compongono il paniere sia pari o superiore al livello Barriera Premio (che varia dal 40% al 60% del valore iniziale delle azioni sottostanti). Inoltre, a partire dal sesto mese di vita, i Certificate possono scadere anticipatamente qualora nelle date di valutazione mensili tutte le azioni che compongono il paniere quotino a un valore pari o superiore al rispettivo valore iniziale. In questo caso l’investitore riceve, oltre al premio mensile, il Valore Nominale oltre gli eventuali premi non pagati precedentemente (c.d. Effetto Memoria).
A scadenza, se il Certificate non è scaduto anticipatamente, sono due gli scenari possibili:
se la quotazione di tutte le azioni che compongono il paniere è pari o superiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate rimborsa il Valore
Nominale più il premio con Effetto Memoria;
se la quotazionedi almeno una delle azioni che compongono il paniere è inferiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificate paga un importo commisurato alla performance della peggiore tra le azioni che compongono il paniere (con conseguente perdita, parziale o totale, del capitale investito).
Telecom Italia, Eni, FinecoBank
Pirelli, STMicroelectronics
Ferragamo, Capri
Aegon, American International Group
de France, Enel, RWE, A2a
Eni, Chevron, Repsol, BP
NLBNPIT18VN4* Air FranceKLM, Carnival, Airbnb
NLBNPIT18VO2* EasyJet, Booking Holdings, Expedia Group
Gli importi espressi in percentuale (esempio 0,8 %) ovvero espressi in euro (esempio 0,8 €) devono intendersi al lordo delle ritenute fiscali previste per legge * Il Certificate è dotato di opzione Quanto che lo rende immune dall’oscillazione del cambio tra euro e la valuta del sottostante
Il Certificate è uno strumento finanziario complesso
con
SCOPRILI TUTTI SU investimenti.bnpparibas.it
di adottare una decisione di investimento, al fine di comprenderne appieno potenziali rischi e benefici connessi alla decisione di investire nei Certificate leggere attentamente il Base Prospectus for the issuance of Certificates approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in data 01/06/2021, come aggiornato da successivi supplementi, la Nota di Sintesi e le Condizioni Definitive (FinalTerms) relative ai Certificate e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento fiscale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID) ove disponibile. Tale documentazione è disponibile sul sito web investimenti.bnpparibas.it. L’approvazione del Base Prospectus non dovrebbe essere intesa come approvazione dei Certificate . L’investimento nei Certificate comporta il rischio di perdita totale o parziale del capitale inizialmente investito, fermo restando il rischio Emittente e il rischio di assoggettamento del Garante allo strumento del bail-in. Ove i Certificate siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà incorrere anche in perdite in conto capitale. Nel caso in cui i Certificate siano acquistati o venduti nel corso della sua durata, il rendimento potrà variare. Il presente documento costituisce materiale pubblicitario e le informazioni in esso contenute hanno natura generica e scopo meramente promozionale e non sono da intendersi in alcun modo come ricerca, sollecitazione, raccomandazione, offerta al pubblico o consulenza in materia di investimenti. Inoltre, il presente documento non fa parte della documentazione di offerta, né può sostituire la stessa ai fini di una corretta decisione di investimento. Le informazioni e i grafici a contenuto finanziario quivi riportati sono meramente indicativi e hanno scopo esclusivamente esemplificativo e non esaustivo. Informazioni aggiornate sulla quotazione dei Certificate sono disponibili sul sito web investimenti.bnpparibas.it.
Messaggio pubblicitario
finalità promozionali. Prima
Fusione al via
Avanza il proget to di incorporazione di IW in Fideuram ISPB
di EDOARDO BLOSI
Con la firma da una parte di Paolo Molesini, da poco riconfermato presidente di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking e dall’altra di Andrea Cuomo, presidente della controllata al 100% IW Private Investments Sim, è stato depositato il progetto di fusione per incorporazione della seconda società nella prima.
Statuto invariato
L’operazione trae motivo “nella prospettiva (si legge nel documento intitolato fusione FID-IW) del completamento dell’integrazione societaria oltre che di una razionalizzazione dell’offerta di prodotti e servizi”. A seguito del merger non sono previste modifiche allo statuto di Fideuram ISPB e l’operazione altresì “non prevede”, si legge ancora nel documento, “alcuna emissione di azioni al servizio della fusione poiché al momento dell’efficacia della medesima il capitale della incorporanda sarà interamente detenuto da Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking”.
Utile triplicato
La sim incorporata nel 2023 ha realizzato un utile di 19,6 milioni di euro, triplicato dai 6 milioni dell’esercizio precedente perché le commissioni anno su anno sono salite da 76 a oltre 101 milioni.
Bluerating
Paolo Molesini presidente di Fideuram ISPB
L’operazione avviene anche con l’obiettivo di razionalizzare l’of fer ta di servizi e di prodot ti
luci&ombre
di Fabrizio Tedeschi
PROGRAMMA URSULA
elle leggi bisogna ragionare sulla realtà in base alla realtà e non sulla realtà in base all’astrazione o sull’astrazione in base alla realtà”. Così ammoniva Montesquieu nel suo Esprit. L’Europa, che si definisce altezzosamente illuminista, se ne dimentica. Alcuni punti del programma Ursula sono astrazioni basate su astrazioni. Prima astrazione: l’unione dei mercati per aumentarne l’efficienza e quindi attrarre capitali per investimenti in Europa. Ce n’è tanto bisogno considerato che una parte rilevante di investimenti pubblici dovrà essere sostituita da quelli privati. In realtà gli investimenti non sono determinati, ma solo agevolati dall’efficienza dei mercati. Si fa un investimento in base alle attese di risultato. Inoltre è impossibile unificare i vari mercati nazionali se non si procede a rendere compatibili tra loro i vari sistemi d’imposizione fiscale. Cosa che allo stato attuale appare di difficile attuazione se non impossibile. È sotto gli occhi di tutti il trasferimento di sedi legali e fiscali in paesi con tassazioni di favore. Una vera e propria concorrenza fiscale al ribasso. Seconda astrazione. Il programma Ursula è orientato a un green deal. Questo renderà meno competitive le aziende europee, le quali ridurranno le produzioni per trasferirle in paesi con maggiore libertà d’impresa. Questo impoverirà o renderà meno ricca l’Europa dal punto di vista economico, mentre l’inquinamento globale crescerà.
tedeschi@alezio.net
Firenze Ardente
Nella cit tà toscana l’Efpa Meeting con il neo presidente
di EDOARDO BLOSI
L’appuntamento avviene in un clima rovente, in vista delle elezioni Anasf e dopo la defenestrazione di Deroma
Continuano i preparativi per l’Efpa Italia Meeting 2024 dopo che il 31 luglio scorso il consiglio di amministrazione ha destituito il presidente, Marco Deroma, assegnando le sue funzioni al vicepresidente, Nicola Ardente. Il meeting si svolgerà giovedì 3 e venerdì 4 ottobre a Firenze negli spazi del teatro del Maggio Musicale Fiorentino, di recente ristrutturazione, provvisto di un’ampia area espositiva e del nuovissimo auditorium Zubin Mehta che ospiterà le sessioni formative in
programma. “WYSIATI. Finanza tra realtà e profezia” è il titolo di questa edizione, che si propone di stimolare il dibattito sul tema della finanza comportamentale, con il concetto “What You See Is All There Is”, teorizzato dal premio Nobel per l’economia 2002 Daniel Kahneman, leit motiv della manifestazione che, come di consueto, sarà declinato durante la due giorni in tavole rotonde, seminari, workshop, oltre agli active learning introduttivi della mattinata di giovedì 3 ottobre. Bluerating
contropelo
di Giuseppe Santorsola
LA PAGELLA DELL’FMI
stato pubblicato l’esito della consultazione con l’Italia dell’Fmi. Il Pil ha superato il livello del 2019. L’inflazione ha ritmi inferiori alla media Ue, l’occupazione è aumentata come forza lavoro e occupati, un doppio risultato positivo. La politica economica ha quindi aumentato il suo spazio di manovra. Era tempo che non si leggeva un tale incipit nei documenti sull’Italia del Fondo Monetario Internazionale. Il debito è cresciuto per l’effetto di misure non convenzionali con risultati positivi inferiori al loro costo. La preoccupazione è spostata sul lungo periodo, suscitando attenzione su longevity risk, spesa previdenziale e scenario demografico. La brillantezza attuale rischia di non proseguire se non si rafforzeranno la sovrastruttura istituzionale e le riforme necessarie. Gli analisti del Fondo Monetario esprimono un giudizio positivo, ma i direttori esecutivi restano incerti sulla capacità di continuare nei progressi. Si chiedono ampliamento della base imponibile, una riforma fiscale che migliori le entrate, supervisione e controllo rafforzati di crediti d’imposta, spesa pensionistica e prestiti garantiti pubblicamente. Bisogna aumentare produttività e offerta di manodopera qualificata. L’attuazione del Pnrr rimane una priorità, seguita da un piano per facilitare transizioni verde e digitale e infrastrutture pubbliche critiche, riforma dell’istruzione e migliore clima imprenditoriale. Si riuscirà a realizzare tutto questo?
santorsola@uniparthenope.it
Nicola Ardente / presidente di Efpa Italia
New entr y in Südtirol
Ingresso di peso per Südtirol Bank. Per impulso della group manager Diamante Grazioli (a destra nella foto) e del divisional manager Damiano Annesi (a sinistra), è entrato a fare parte del team il consulente finanziario Sandro Aguzzi (al centro)
Poker di Copernico
Nuovi ingressi per la rete di Copernico Sim La società ha dato il benvenuto a quattro giovani consulenti finanziari: Francesco Cagnin, classe 1998, di Noale e operativo nel capoluogo Veneto; Lorenzo Francesconi, classe 1995, di Pinerolo e attivo in provincia di Torino; Pasquale Davide Randisi, classe 1992, di Agrigento e attivo nel sud della Sicilia; Marco Martini, classe 2000 di Novara, che rafforzerà la rete nel capoluogo piemontese.
Ingaggio a Bari
Una new entry nel team di Banca Mediolanum, come annunciato su LinkedIn dal network regional manager, Ugo Lombardi: “Siamo entusiasti di comunicare che Carlo Perez (a sinistra nella foto insieme al manager Ernesto Danilo Colonna a destra) è entrato a fare parte della nostra squadra di Bari in qualità di family banker”.
Rinforzi in Liguria
FinecoBank si rinforza in Liguria e punta sui giovani, dove l’area manager Claudio Dellepiane (nella foto) ha accolto quattro nuovi under 30: Giacomo Persano, che inizia il proprio percorso ad Albenga; Francesca Trevisan, operativa a Chiavari; Filippo Oliana e Carlo Calissano, che si uniscono ai professionisti del group manager Luca Ceccaroni
Al di là di quello schermo
Le relazioni umane sono sempre più filtrate dalla tecnologia e mancano di autenticità di
MARIA GRAZIA RINALDI
Siamo sempre più connessi tecnologicamente e sempre meno emotivamente. Le relazioni umane spesso filtrate da uno schermo, mancano di profondità e autenticità.
È importante riscoprire la qualità delle connessioni. Numerose ricerche in psicologia sociale confermano che relazioni significative e autentiche non
solo aumentano il benessere psicologico individuale, ma sono anche fondamentali per il successo professionale. Marie Kondo, rinomata per il suo approccio
Maria Grazia Rinaldi head hunter e psicologa iscritta all’Albo
Secondo uno studio di Harvard Business Review, la clientela tende a essere più fidelizzata quando ha una connessione emotiva reale con l’advisor
minimalista all’ordine, sostiene che le relazioni di qualità non dipendono dalla quantità di tempo trascorso insieme, ma dalla profondità della connessione Applicare questo principio alle relazioni interpersonali e professionali può portare a interazioni più significative, autentiche e profonde.
Rapporti superficiali
In un mondo dominato dai social media, è facile accumulare molti rapporti superficiali a scapito di connessioni più profonde. Secondo Aristotele l’uomo è un essere sociale e ha bisogno di relazioni e senso di apparenza. Vivere relazioni autentiche non solo migliora il benessere generale ma ci permette di creare relazioni interpersonali più profonde e soddisfacenti. Le relazioni autentiche e profonde non solo migliorano il benessere psicologico, ma hanno anche un impatto significativo sulla performance aziendale.
Le aziende che investono nella costruzione di relazioni genuine e di qualità con i clienti osservano un aumento della fidelizzazione e delle vendite. Uno studio pubblicato da Harvard Business Review ha rilevato che, se i clienti sentono una reale connessione emotiva con il professionista di riferimento, tendono a essere più fidelizzati. Un ambiente lavorativo caratterizzato da relazioni autentiche tra colleghi, basate sulla cooperazione e non sulla competizione, porta a maggiore produttività e soddisfazione tra i dipendenti che sono felici di lavorare insieme. Il minimalismo nelle relazioni non significa quindi ridurre il numero di contatti, ma migliorare la qualità delle proprie interazioni. La costruzione di legami profondi e duraturi è una delle chiavi per avere successo nella vita e nel business. Investire in relazioni autentiche con i clienti porta a numerosi vantaggi. Relazioni forti con i clienti non solo aumentano la loro fidelizzazione, ma incrementano anche la propensione a effettuare acquisti ripetuti e a
raccomandare il professionista ad altri. Questo approccio può ridurre i costi associati all’acquisizione di nuovi clienti. Saranno i clienti soddisfatti a parlare per noi. I clienti felici e soddisfatti tendono a generare pubblicità positiva tramite il passaparola. Le relazioni significative richiedono impegno e presenza, ma il loro impatto positivo sulla qualità della vita e sul successo lavorativo è inestimabile.
Un gesto di gentilezza
Costruire quindi una rete di relazioni basata su connessioni autentiche e profonde è essenziale. Dedicare del tempo quindi a rafforzare relazioni significative diventa un importante investimento. Non sottovalutare mai un gesto di gentilezza, una attenzione in più, come una chiamata o un incontro di persona, può avere un impatto che va oltre le nostre aspettative. “Esiste un solo vero lusso, ed è quello dei rapporti umani” (Antoine de SaintExupéry).
Maria Grazia Rinaldi
I dirit ti e la dignità
I requisiti di un contrat to capace di rispet tare principi di impronta kantiana
Un contratto che intenda perseguire
i principi etici kantiani del rispetto della dignità umana e la tutela dei diritti fondamentali dovrebbe seguire una serie di criteri che consentono la sua valutazione morale.
1) Trasparenza
I costi e le strutture di remunerazione devono essere chiaramente comunicati ai clienti. La chiarezza garantisce che i clienti possano prendere decisioni informate e consapevoli.
2) Equità
I costi devono essere distribuiti in modo giusto tra i clienti, assicurando che nessuno sia trattato in modo iniquo.
3) Allineamento degli interessi
Le modalità di remunerazione devono allineare gli interessi del consulente con quelli del cliente, promuovendo decisioni che favoriscono il cliente piuttosto che il consulente.
4) Mitigazione di conflitti di interesse
Devono essere minimizzati o eliminati i conflitti di interesse, per garantire che il consulente agisca sempre nel miglior interesse del cliente.
Gaetano Megale independent ethics advisor
Quali criteri possono essere usati per valutare a fondo l’impronta morale e il grado di eticità di coloro che li elaborano e li propongono
5) Responsabilità
Il consulente deve essere responsabile verso il cliente per i consigli forniti.
6) Accessibilità
I ser vizi di consulenza devono essere accessibili a una vasta gamma di clienti.
7) Universalizzabilità
Le modalità di remunerazione devono poter essere universalizzate, cioè applicabili a tutti senza generare ingiustizie.
8) Rispetto per la d ignità umana
I clienti devono essere trattati con rispetto e dignità, riconoscendo la loro autonomia e valore intrinseco.
Gaetano Megale
di GAETANO MEGALE
Il mining è ancora ricco
Le reti guardano al mondo cripto. Operazione di Azimut in Alps Blockchain
di DANIEL SETTEMBRE
Azimut si rafforza nella blockchain Il gruppo ha completato con successo un nuovo club deal di 105 milioni di euro per investire in Alps Blockchain, tra le principali aziende europee e in Italia nella produzione di potenza computazionale per la blockchain e il digital mining fondata da Francesco Buffa e Francesca Failoni.
Espansione internazionale I nuovi capitali finanzieranno l’espansione internazionale della società specializzata nella produzione di potenza di calcolo per la tecnologia blockchain e il processo di digital mining promuovendo la transizione energetica. Il nuovo investimento, avvenuto tramite Azimut Direct Investment Alps Blockchain II SCSp, veicolo lussemburghese dedicato che ha investito in un bond garantito della durata di cinque anni con facoltà di rimborso anticipato da parte di Alps Blockchain, segue un precedente round di 40 milioni di euro nel 2023. Questa operazione ha permesso a circa 1.000 clienti, serviti dalla rete di consulenti finanziari e wealth manager del gruppo in Italia, di prendere esposizione alla crescita del settore della blockchain. Alps Blockchain, negli ultimi tre anni, ha quintuplicato i macchinari per il mining installati a livello globale,
passando da 2.500 a oltre 15mila unità. Nel mondo del risparmio gestito anche Banca Generali presta attenzione al settore della blockchain e delle criptovalute. Nel 2020 ha infatti avviato il progetto BG Conio, servizio realizzato con l’exchange italiano
Conio e totalmente integrato nell’app di mobile banking del gruppo per comprare e vendere Bitcoin in autonomia, con addebito diretto sul conto corrente, senza doversi affidare a piattaforme esterne.
Daniel Settembre
Francesco Buffa e Francesca Failoni / chief executive officer e chief financial officer
INVESTIRE IN MODO SOSTENIBILE CON CHIAREZZA
Investire in fondi sostenibili significa anche comprendere esattamente in cosa si sta investendo. Ecco perché in iShares ci stiamo impegnando al massimo per fornirti i dati ESG e sul clima di cui hai bisogno, con l’obiettivo di farti comprendere cosa includono i nostri ETF.
ETF sostenibili. iShares. Aspettati di più.
Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante sono soggetti a oscillazioni al rialzo o al ribasso e non sono garantiti. L’investitore potrebbe non recuperare l’importo inizialmente investito.
Beatrice di York, quinta nipote di Elisabet ta, è la più elegante di Gran Bretagna
di SARA MORTARINI
La rivista britannica Tatler ha pubblicato la sua classifica annuale delle persone meglio vestite del Regno Unito
E, per l’edizione 2024, ha scelto una “regina di stile” che ha fatto sicuramente discutere, soprattutto perché in passato la stessa persona
era stata criticata proprio per i suoi look poco azzeccati. Stiamo parlando della principessa Beatrice di York, sposata dal 2020 con Edoardo
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IN
BREVE DAL MONDO
Parola di Elon
Elon Musk (nella foto) è tornato a parlare della Tesla Roadster di seconda generazione, promettendo che andrà in produzione entro il 2025. In realtà, ricorda Autoblog, la storia di questa attesissima supercar elettrica, che dovrebbe offrire prestazioni senza precedenti e un design futuristico, è piuttosto travagliata: il prototipo era stato svelato per la prima volta nel 2017, con la produzione inizialmente prevista per il 2020. Ma poi una serie di ritardi ha spostato il lancio di anno in anno. All’inizio del 2024, il ceo di Tesla è tornato a parlarne, riaccendendo le speranze.
Beatrice di York
figlia di Andrea di York e Sarah Ferguson
Jade Holland Cooper designer di moda
La figlia di Sarah Ferguson si è presa una rivincita dopo essere stata sbef feggiata sul web per il cappello indossato in occasione del matrimonio di William e Kate
Mapelli-Mozzi e quinta nipote della regina Elisabetta II. Una vera e propria rivincita per lei, che al matrimonio di William e Kate
nel 2011 si era presentata con un cappellino a dir poco discutibile, dando il via a infiniti meme in rete.
E invece oggi è acclamata come
“la principessa della perfezione”. Ma chi sono gli altri campioni di stile del 2024? Eccoli di seguito.
Bluerating 3 4
IN BREVE
DAL MONDO
Pensiero al pronipote
Il 15 settembre 2024, giorno del suo 40esimo compleanno, è un giorno da cerchiare sul calendario per il principe Harry (nella foto). Proprio in quella data scatta infatti il via libera all’eredità lasciata per lui dalla bisnonna, la Regina Madre. Queen
Elizabeth Bowes Lyon (la mamma della regina Elisabetta) aveva infatti indicato tra i beneficiari del suo fondo fiduciario (da 90 milioni di dollari in totale) proprio il duca di Sussex, che oggi vive negli Stati Uniti insieme alla moglie, Meghan Markle. La parte che gli spetta dovrebbe essere di circa 8,5 milioni di dollari.
Cruz Beckham figlio di Victoria e David Beckham
Lord William Gordon-Lennox figlio dell’11^ Duca di Richmond, Charles-Henry Gordon-Lennox
Stelle nella Ville Lumière
Ot to donne da conoscere nella vita mondana di Parigi secondo
di SARA MORTARINI
È ormai calato il sipario sui Giochi Olimpici di Parigi, e le soddisfazioni per l’Italia non sono certo mancate. Ma al di là delle eccezionali performance sportive degli atleti (nazionali e non), la manifestazione ha avuto il merito, come sempre accade, di riaccendere i riflettori (e l’interesse dei media) sulla città che l’ha ospitata.
Manager, pr, ereditiere, figlie di personaggi famosi dominano la scena in cit tà
Fanny Bourdette-Donon pr internazionale e manager per Dior Beauty
Mathilde Pinault
figlia di François-Henri Pinault
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Iman Perez
figlia dell’attore Vincent Perez
Zita d’Hauteville
figlia del Conte e della Contessa di Hauteville
IN BREVE DAL MONDO
Se Ella scende in campo
Si chiama Ella (nelle foto), ha 25 anni ed è la figlia di Doug Emhoff, cioè il marito di Kamala Harris, candidata dem alle presidenziali Usa, e dunque possibile futuro “first gentleman”. Insomma, Ella è la figlia acquisita di Kamala Harris. Appassionata di moda, ha calcato le passerelle per maison come Balenciaga e Miu Miu,Ella ha un enorme seguito sui social (oltre 300mila follower solo su Instagram). E potrebbe giocare un ruolo importante nelle elezioni del 5 novembre, visto che si sta affermando come un’icona per i giovani della Gen Z.
la rivista Tatler
Così, sfogliando le pagine del Tatler, un’altra classifica ha attirato la nostra attenzione: quella delle otto IT girls parigine, le stelle della Ville Lumiere, selezionate dal magazine britannico come le persone da conoscere assolutamente in città perché emanano un certo “je ne sais quoi”. Le riproponiamo di seguito. Bluerating
Alexandra Van Houtte fondatrice e amministratore delegato di Tagwalk
Olympia Taittinger discendente famiglia produttrice di Champagne
Maria de la Orden designer di moda e socialité
Heloise Agostinelli figlia del finanziere Robert Agostinelli
Fanny Bourdette-Donon Mathilde Pinault
IN BREVE DAL MONDO
Pazzie
a San Francisco
Laurene Powell Jobs (nella foto), vedova del fondatore di Apple Steve Jobs, ha pagato circa 70 milioni di dollari per aggiudicarsi quella che, grazie a lei, è diventata la casa più costosa di tutta San Francisco. Situata nell’elegante quartiere residenziale di Pacific Heights, la casa è stata venduta da Sloan Lindemann Barnett e Roger Barnett, che l’avevano acquistata nel 2011 per 33 milioni di dollari, scrive il sito specializzato Mansion Global La vendita è avvenuta attraverso canali riservati e, inizialmente, la richiesta della coppia era di 100 milioni di dollari.
CORSA A CIELO APERTO
La nuova Concept BST di Polestar si distingue per il suo tetto rimovibile
Polestar ha svelato la nuova
Concept BST. Il prototipo presentato dalla casa svedese è una versione ingigantita della prossima Polestar 6. In particolare, per la Concept BST i progettisti hanno
preso la forma elegante e atletica della 6 a cielo aperto, con tetto rimovibile, uno splitter anteriore più grande e un diffusore posteriore, i passaruota svasati e un’ala gigante nella parte posteriore.
La vettura è rifinita in argento e sfoggia una livrea da corsa che include un grande numero 6 sul cofano e le lettere BST lungo i pannelli laterali.
Bluerating
WYSIATI: finanza tra realtà e profezia
CRESCITA ED ECCELLENZA
Espansione sui mercati esteri e un nuovo stabilimento. I piani di Domori
di MARTA SERBELLONI
Janluca de Waijer / amministratore delegato di Domori
Irca Group, attiva a livello internazionale nella produzione di cioccolato e di ingredienti di qualità per il settore alimentare, ha ottenuto la distribuzione in esclusiva nel canale B2b dei prodotti di Domori Professional. Si tratta della linea destinata alla pasticceria e alla ristorazione di Domori, azienda
fondata nel 1997da Gianluca Franzoni, con sede a None (Torino), e considerata una tra le più celebri “bean to bar company”. L’azienda è stata tra le prime al mondo a scegliere di impiegare solo cacao fine per la produzione, investendo sul
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recupero in campo della biodiversità del cacao Criollo. Società benefit dal 2020, Domori è parte del Polo del Gusto, holding indipendente di aziende d’eccellenza del food and beverage, fondata e presieduta da Riccardo Illy. La società ha chiuso il 2023 con un volume di circa 26,5 milioni di euro; il primo semestre del 2024 ha dato riscontri molto positivi, con un incremento dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. BLUERATING ha incontrato Janluca de Waijer, amministratore delegato di Domori.
L’operazione con Irca Group appena conclusa rappresenta un ulteriore passo in avanti per Domori. Ci racconta? L’accordo con Irca rappresenta un’importante opportunità per Domori e per la sua Linea Professional, vale a dire la linea appositamente creata per i professionisti del cioccolatopasticceri, gelatai, cioccolatieri, piccola industria. Irca è presente in più di 100 paesi ed è uno dei più importanti e influenti player del settore professional. Al tempo stesso, l’accordo permette a Domori di concentrarsi sul core business, cioè prodotti retail per i consumatori finali. Credo infatti da sempre nella forza trainante del settore professionale verso il consumatore finale: il fatto che pastry chef scelgano Domori come materia prima di qualità a servizio della loro fantasia e maestria è un valore aggiunto.
A None, nell’ex area Streglio, state realizzando un nuovo stabilimento con investimenti pari a 15 milioni di euro. Quando sarà pronto? Il progetto del nuovo stabilimento Domori è stato articolato su più tappe e quasi tre anni di lavori. L’anno in corso rappresenta l’ultima fase, la più delicata, quella in cui termineremo la realizzazione della nuova parte produttiva e industriale, con l’obiettivo di spostarvi l’intera produzione a inizio 2025. L’area ha già accolto i nuovi uffici (questa primavera) mentre il magazzino e la logistica sono pienamente operativi già da gennaio 2023.
A pieno regime, i nuovi impianti avranno una capacità produttiva pari al doppio dell’attuale.
Quali sono i vostri obiettivi geografici? A quali mercati puntate per il futuro?
Attraverso la partnership con Irca raggiungeremo mercati remoti dove la nostra presenza è ancora limitata, come Stati Uniti e Asia; ci aspettiamo quindi di accelerare la crescita della nostra presenza in queste aree. Per quanto riguarda i mercati tradizionalmente serviti da Domori, come Francia, Germania, e Giappone, ci aspettiamo di consolidare la nostra posizione, con un aumento distributivo. Sono paesi di consumatori attenti, particolarmente esperti ed esigenti, autentici chocolate lovers che sanno riconoscere e apprezzare la qualità.
Il cacao costa mediamente tre volte in più dello scorso anno. Come mai? Per il costo dei trasporti? L’unica soluzione è alzare i prezzi dei prodotti per il consumatore finale?
Il mercato del cacao rimane molto instabile: se oggi costa mediamente tre volte in più dello scorso anno (vale a dire tre volte in più del prezzo di listino rimasto, fino all’anno scorso, pressoché invariato per moltissimo tempo) è anche vero che a dicembre 2023 il costo del cacao ha toccato picchi 5 volte più alti. Una corsa al rialzo davvero inedita, e che non si è ancora assestata. È uno scenario di grande instabilità dovuto a due fattori. Da un lato la grave siccità e due tipi di malattie delle piante di cacao, che hanno
At traverso la par tnership con Irca Group raggiungeremo aree geografiche remote come l’Asia e gli Usa dove abbiamo una presenza ancora limitata
pesantemente inciso sui raccolti dei due principali paesi produttori di cacao, vale a dire Ghana e Costa d’Avorio. Dall’altro c’è la speculazione, che ha innescato una corsa al rialzo, scommettendo sulla scarsità di raccolti. La situazione è destinata a rimanere così a lungo, dal momento che siamo di fronte a problemi strutturali: il cacao è quindi diventato una materia prima più rara e preziosa. Dal lato consumatore, inoltre, il mercato oggi si caratterizza per la ricerca di prodotti di alta qualità e dalla filiera interamente tracciabile, punti fondamentali nel modo di operare di Domori, fin dalla sua fondazione. Domori, infatti, è coltivatore diretto di cacao Criollo, con due piantagioni, una in Venezuela e l’altra in Ecuador, e da sempre applica una rigorosa politica sui costi della qualità con i coltivatori. In questo senso la nostra esperienza si dimostra quanto mai attuale, così come la scelta di produrre utilizzando esclusivamente varietà di cacao pregiato. Bluerating
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BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
GESTORI del mese
Stefano Lombardo / Generali Real Estate Sgr
Paolo Paschetta / Pictet Asset Management
Nuova linfa al mat tone
Scenario positivo all’orizzonte per il real estate debt dopo un anno complesso
Finanziamo principalmente gli immobili che saremmo disposti anche ad acquisire diret tamente tramite la nostra gamma di
fondi in gestione
Il real estate debt è un segmento d’investimento molto specializzato, a cui gli investitori istituzionali guardano con interesse e con prospettive di sviluppo incoraggianti in un mercato complesso e in continua evoluzione. Ne parliamo con Stefano Lombardo, head of debt funds di Generali Real Estate Sgr.
Quali prospettive vedete per il segmento real estate debt nel contesto economico attuale?
L’ultimo periodo è stato caratterizzato da un marcato incremento dei costi di finanziamento, che ha determinato un anno particolarmente complesso per gli investimenti in equity nel mercato immobiliare. I volumi di transazioni nel 2023 sono stati circa la metà rispetto all’anno precedente, generando così una carenza di nuove opportunità di finanziamento. Inoltre, vista l’elevata incertezza che ha colpito il mercato, anche gli stessi finanziatori sono diventati più selettivi e si è pertanto assistito a una riduzione delle transazioni di debito immobiliare, soprattutto da parte dei finanziatori tradizionali. Tuttavia, ci sono diverse ragioni per cui ci si aspetta una ripresa del mercato real estate debt nel resto di quest’anno e nel 2025. Refinancing: si stima che tra il 2019 e il 2022
siano stati emessi circa 640 miliardi di euro di debito immobiliare privato a livello europeo. Tuttavia, dato il recente forte calo dei valori immobiliari e una diminuzione delle leve (LTV) sui nuovi finanziamenti a seguito del ridotto appetito delle banche, potrebbe essere necessario colmare un divario di oltre 100 miliardi di euro quando tali prestiti giungeranno a scadenza nei prossimi quattro anni. Nuove transazioni: ci si aspettano volumi crescenti sulle nuove transazioni, dato che azioni e obbligazioni hanno recentemente registrato una forte ripresa, e un ritorno degli investitori a investire nei propri portafogli immobiliari. Appetito degli investitori e rischio/ rendimento: gli analisti stimano che più dell’80% degli investitori preveda di aumentare le proprie allocazioni nel real estate debt nei prossimi due anni, rendendolo di gran lunga lo strumento più favorito nel mercato immobiliare. Anche l’ammontare di capitale destinato ai fondi di debito immobiliare attualmente sul mercato è cresciuto significativamente, passando da meno di 6 miliardi nel 2019 a circa 18 miliardi di euro nel 2023.
Perché questa asset class interessa un investitore istituzionale come Generali, e con quali criteri d’investimento?
di ANDREA BARZAGHI
78 | GESTORE del MESE
Il real estate debt è interessante per investitori istituzionali che operano su un orizzonte temporale di lungo periodo perché garantisce rendimenti stabili e sicuri nel tempo e la possibilità di costruire
portafogli efficacemente diversificati beneficiando di un limitato assorbimento di capitale. I nostri criteri di scelta degli investimenti sono la qualità le e le credenziali Esg dell’immobile posto a garanzia
del finanziamento, e lo sponsor dell’operazione. Con un rigoroso criterio di selezione e, poi, di diversificazione vengono preferite località europee Tier-1 e le asset class logistica, residenziale, uffici, high street retail e hospitality. In particolare, al fine di massimizzare i rendimenti, si prediligono immobili in fase di riconversione e ristrutturazione che, una volta ultimati, rappresenteranno un benchmark del mercato di riferimento. In breve, il criterio adottato da Generali Real Estate è quello di finanziare principalmente immobili che saremmo disposti ad acquisire direttamente tramite la vasta gamma di fondi immobiliari attualmente in gestione.
Per fare qualche esempio, a Milano di recente abbiamo finanziato l’acquisizione e la riconversione di un hotel nel quadrilatero della moda e l’acquisizione di due torri ad uso residenziale ed uffici nel quartiere Porta Nuova. In Europa, è stato recentemente finanziato un portafoglio logistico in Germania, Francia e Paesi Bassi, mentre nel Regno Unito siamo attivi sul finanziamento di alcuni progetti nei settori residenziale, uffici, logistica e hospitality, sempre con grande attenzione alle credenziali di sostenibilità dei progetti finanziati.
Bluerating
Stefano Lombardo / head of debt funds di Generali Real Estate Sgr
Private asset con giudizio
I mercati privati of frono oppor tunità uniche, af fidandosi però a strategist competenti
di EDOARDO BLOSI
Il mercato dei private asset offre opportunità d’investimento uniche in aziende non quotate e può rappresentare un’interessante fonte di performance in un portafoglio diversificato. È la view di Paolo Paschetta, country head Italy di Pictet Asset Management, che di seguito spiega il suo pensiero: “Gli asset non quotati, come private equity, real estate, infrastrutture e debito aziendale tendono a offrire rendimenti superiori rispetto al resto del mercato e una bassa correlazione all’interno di un portafoglio. Investire nei private market offre opportunità di diversificazione non solo in termini di performance, ma anche di protezione dal rischio, poiché gli investimenti finanziati privatamente tendono ad essere meno soggetti alla volatilità e alle fluttuazioni dei mercati pubblici. Tuttavia, i private asset sono strumenti complessi, prevalentemente illiquidi, che richiedono un impegno a lungo termine e una maggiore capacità di valutazione e gestione da parte del cliente; è quindi fondamentale appoggiarsi sempre a gestori competenti in materia. La storia di Pictet è una storia di visione, imprenditorialità e indipendenza, valori che ci guidano ogni giorno nel perseguire l’eccellenza e nel creare valore per i nostri clienti. Siamo orgogliosi di essere stati pionieri
Un por tafoglio at tivo può fare la differenza in termini di generazione del valore
Paolo Paschetta country head Italy di Pictet Asset Management
anche negli investimenti europei in private equity, con il primo fondo lanciato nel lontano 1989. Nei private market, una gestione attiva può fare la differenza in termini di generazione di valore e mitigazione del rischio. Un gestore preparato e competente è in grado di identificare e sfruttare le migliori opportunità d’investimento, adattando costantemente la strategia agli sviluppi del mercato e alle esigenze degli investitori. In un ambiente competitivo come quello dei private market, una gestione attiva può essere il fattore determinante per il successo degli investimenti e la creazione di valore a lungo termine. In Pictet siamo specialisti della gestione attiva e creatori di alpha sui mercati pubblici; questo approccio è parte del nostro Dna e ci permette di ottenere risultati superiori anche in contesti di maggiore incertezza e dispersione tra le performance dei gestori. La spinta all’innovazione consente alle aziende private di differenziarsi dalla concorrenza e creare valore aggiunto a “fari spenti”. In Pictet, grazie al solido framework scientifico su cui si basa l’approccio d’investimento tematico, siamo in grado di individuare le opportunità di crescita prima che diventino di dominio pubblico, consentendoci di ottenere rendimenti superiori nel lungo termine”.
Bluerating
Musica e solidarietà
Credem, insieme al gruppo musicale dei Nomadi, ha deciso di sostenere l’acquisto di un ventilatore polmonare per la struttura di terapia intensiva dell’ospedale di Castelnovo Ne’ Monti.
Finanza oltreoceano
Stephen Graham è un creator che, attraverso i suoi canali YouTube, parla principalmente delle varie novità e aspetti del mondo finanziario oltre che della sua situazione patrimoniale.
Indovina chi
La consulenza finanziaria spiegata con L’indovina Chi. Banca Widiba, in partnership con Bankstation, spiega in una serie di video come approcciarsi ai mercati finanziari e agli investimenti.
Valori d’ispirazione
Al Festival di Giffoni, il film “Ennio Doris - C’è anche domani” ha portato una storia di ispirazione. Sara Doris e Massimo Ghini hanno raccontato il percorso che ha permesso la creazione dell’opera.